StampaQuotidiana ,
Dovendo
rinnovarsi
l
'
appalto
dei
trasporti
di
neve
in
questa
Città
dalle
due
montagne
nominate
Pizzuta
presso
Piana
dei
Greci
e
Busambra
vicino
il
sito
di
Ficuzza
pel
corso
di
due
anni
da
gennaro
1862
a
dicembre
1863
,
sono
invitati
gli
attendenti
a
comparire
in
questo
Palazzo
di
Città
nel
giorno
trenta
corrente
a
mezzodì
,
onde
procedersi
all
'
aggiudicazione
preparatoria
in
persona
del
miglior
dicitore
allo
stato
,
coi
seguenti
patti
e
condizioni
:
Art
.
1
.
L
'
appaltatore
è
obbligato
trasportare
tutta
quella
neve
,
che
giornalmente
sarà
dimandata
dall
'
Amministratore
,
dalle
neviere
della
Montagna
della
Pizzuta
in
Piana
dei
Greci
,
e
di
quella
di
Busambra
esistente
nel
bosco
di
Ficuzza
giusta
gli
ordini
del
suddetto
Amministratore
,
e
suoi
Uffiziali
competenti
,
e
consegnarla
tanto
nel
riposto
di
neve
in
Palermo
allo
Spasimo
,
che
nelle
botteghe
di
smercio
,
e
particolari
compratori
analogamente
alle
disposizioni
del
replicato
Amministratore
.
Art
.
2
.
Deve
l
'
Appaltatore
a
proprie
spese
trasportare
dalle
neviere
suddette
fino
al
punto
di
stradone
tutta
la
neve
,
che
sarà
per
richiedergli
il
suddetto
Amministratore
a
schiena
di
mulo
,
e
dal
punto
di
stradone
fino
in
Palermo
con
appositi
carri
,
anche
a
sue
spese
,
che
debbonsi
trovare
in
detto
punto
di
strada
allo
arrivo
delle
mule
,
onde
la
neve
,
che
devesi
trasportare
soffra
il
minor
sfrido
possibile
,
ed
arrivi
al
più
presto
in
Palermo
;
al
quale
oggetto
l
'
appaltatore
è
obbligato
a
mantenere
a
disposizione
del
detto
Amministratore
numero
sessanta
mule
pcl
trasporto
suddetto
.
Art
.
3
.
L
'
Appaltatore
dovrà
eseguire
in
ogni
giorno
dalla
Montagna
della
Pizzuta
,
ovvero
da
quella
di
Busambra
fino
al
punto
della
strada
rotabile
tutti
quei
viaggi
,
che
abbisognano
,
onde
fornire
ai
carri
,
che
come
sopra
si
è
detto
,
debbonsi
trovare
nella
strada
,
di
tutta
quella
neve
,
che
dal
detto
Aministratore
sarà
stata
richiamata
...
StampaQuotidiana ,
Elenco
dei
Senatori
stati
nominati
nelle
Provincie
Siciliane
da
S
.
M
.
in
udienza
del
20
corr
.
:
Ruggiero
Settimo
,
Principe
Romualdo
Trigona
di
S
.
Elia
,
Principe
Torremuzza
,
Principe
Pandolfina
di
S
.
Giuseppe
,
Professore
Michele
Amari
,
Principe
di
S
.
Cataldo
,
Marchese
Spedalieri
.
Barone
Bruca
,
Conte
Sommatino
dei
Principi
di
Butera
,
Giuseppe
Lella
,
Marchese
di
Gregorio
,
Marchese
di
S
.
Giuliano
StampaQuotidiana ,
Il
Pretore
della
città
di
Palermo
.
Visti
i
regolamenti
del
Consiglio
edile
;
Ritenuto
che
molte
strade
principali
di
questa
città
si
trovano
oggi
ricostruite
in
miglior
forma
,
e
rifatte
,
tra
le
quali
sono
precisamente
annoverate
le
seguenti
:
via
Butera
,
via
Alloro
,
via
di
Casaprofessa
e
Ponticello
,
via
di
S
.
Agostino
al
Crocifisso
di
Lucca
,
via
Montevergine
e
Gelso
,
strada
della
Bara
all
'
Olivella
sino
al
Monte
di
Santa
Rosalia
,
stradone
S
.
Antonino
;
Volendo
recare
un
provvedimento
tale
che
riesca
a
togliere
ogni
causa
di
danneggiamento
delle
strade
che
trovansi
riformate
,
non
che
delle
altre
che
vanno
a
riformarsi
:
ORDINA
1
)
Tutti
i
proprietari
delle
case
,
le
quali
fiancheggiano
la
strada
Macqueda
non
che
le
altre
di
sopra
notate
,
nel
termine
improrogabile
di
tre
mesi
a
contare
da
oggi
,
faranno
incanalare
le
grondaie
delle
loro
case
nei
modi
e
nelle
forme
stabilite
dal
Consiglio
edile
,
cui
prima
presenteranno
gli
analoghi
disegni
per
l
'
approvazione
...
4
)
I
Senatori
delle
Sezioni
,
ciascuno
per
la
parte
che
lo
riguarda
,
cureranno
la
esecuzione
della
presente
ordinanza
.
Palermo
,
1
aprile
1861
.
II
Pretore
:
Duca
DI
VERDURA
StampaQuotidiana ,
Siccome
era
stato
precedentemente
annunziato
,
il
2
giugno
alle
5
p
.
m
.
avea
luogo
la
solenne
funzione
di
collocare
la
prima
pietra
dello
scalo
della
ferrovia
fuori
la
porta
S
.
Antonino
.
Nel
sito
designato
dalla
pianta
che
venne
qui
inviata
dal
Ministero
dei
Lavori
Pubblici
,
erasi
nel
breve
tempo
concesso
agli
apparecchi
,
innalzato
un
grande
ed
elegante
padiglione
e
di
fianco
un
gran
palco
,
per
accogliere
gl
'
invitati
.
La
Guardia
Nazionale
chiudeva
il
recinto
formando
un
gran
rettangolo
di
là
dal
quale
era
una
grande
massa
di
popolo
tranquillo
e
giulivo
.
Nel
centro
del
recinto
stava
un
grosso
cubo
di
pietra
tenuto
in
sospeso
da
un
argano
.
All
'
ora
indicata
convenivano
nel
padiglione
S
.
E
.
il
Luogotenente
Generale
del
Re
Cav
.
Della
Rovere
col
suo
seguito
,
S.E.
Rev.ma
Monsignor
Naselli
Arcivescovo
di
Palermo
accompagnato
dal
suo
clero
,
tutte
le
autorità
civili
e
militari
,
ed
una
eletta
di
cittadini
di
ogni
ordine
e
di
eleganti
signore
.
L
'
Arcivescovo
avendo
rivestito
gli
abiti
del
suo
ministero
,
secondo
le
prescrizioni
del
rituale
,
seguito
dai
suoi
chierici
,
avanzavasi
insieme
al
Luogotenente
del
Re
dinanzi
allo
scavo
sul
quale
pendeva
la
pietra
.
Ivi
il
Segretario
Generale
dei
Lavori
Pubblici
pronunziò
un
discorso
,
dopo
il
quale
Monsignore
Arcivescovo
recitò
le
preghiere
e
benedisse
la
pietra
.
Indi
Sua
Eccellenza
il
Rappresentante
del
Re
versò
nella
fossa
un
cucchiaio
di
calce
.
Venne
compilato
verbale
del
fatto
dal
Notaro
di
Casa
Reale
,
il
quale
fu
sottoscritto
dal
Luogotenente
,
dall
'
Arcivescovo
,
dai
Segretari
Generali
,
e
da
molte
altre
autorità
presenti
alla
cerimonia
.
StampaQuotidiana ,
Questura
della
città
e
Circondario
di
Palermo
.
IL
QUESTORE
Ad
evitare
gl
'
inconvenienti
che
possonsi
sperimentare
in
pregiudizio
del
pubblico
in
occasione
del
passeggio
delle
carrozze
tanto
nello
stradone
della
Libertà
,
che
al
Foro
Italico
Dispone
Art
.
1
.
Il
passeggio
delle
carrozze
nello
stradone
della
Libertà
,
e
lungo
il
Foro
Italico
,
sarà
sempre
in
due
file
,
le
quali
tanto
allo
andarsi
dalla
città
,
che
al
ritornare
,
dovranno
sempre
tenere
la
destra
,
lasciando
nel
centro
uno
spazio
sufficiente
.
Art
.
2
.
Le
carrozze
che
vorranno
fermarsi
potranno
farlo
nel
seguente
modo
.
Quelle
che
passeggiano
nello
stradone
della
Libertà
si
fermeranno
sulla
propria
diritta
alla
estremità
dello
stesso
stradone
,
che
divide
questo
dal
viale
alberato
destinato
alla
passeggiata
a
piedi
.
Quelle
che
vanno
al
Foro
Italico
potranno
fermarsi
sempre
sulla
propria
diritta
,
cioè
parte
rasente
la
panchina
,
e
parte
nello
spazio
limitrofo
a
quello
destinato
pel
passeggio
delle
carrozze
,
e
sempre
ad
una
conveniente
distanza
.
Art
.
3
.
La
passeggiata
nello
stradone
della
Libertà
si
estenderà
sino
al
palazzo
del
signor
Duca
di
Realmena
,
e
quella
nel
Foro
Italico
sino
alla
casina
del
principe
di
Cutò
,
salvo
prolungarsi
,
qualora
il
numero
delle
carrozze
sia
così
eccedente
da
portare
ostacolo
al
libero
cammino
.
Art
.
4
.
Il
passeggio
delle
carrozze
alla
Marina
nelle
ore
serotine
sarà
eseguito
collo
stesso
ordine
,
se
non
che
nel
solo
intervallo
in
cui
l
'
orchestra
suonerà
dei
pezzi
di
musica
,
è
permesso
alle
carrozze
che
vorranno
fermarsi
innanzi
al
teatrino
di
praticarlo
con
raddoppiare
le
file
e
lasciando
sempre
al
centro
lo
spazio
sufficiente
a
potere
le
due
file
ordinarie
proseguire
la
passeggiata
.
Finito
il
pezzo
di
musica
le
carrozze
fermate
riprenderanno
il
corso
seguendo
la
propria
direzione
per
rimettersi
nelle
fila
ordinarie
,
e
non
potranno
retrocedere
,
se
non
giunte
alla
distanza
di
300
passi
dal
teatrino
.
Art
.
5
.
I
cocchieri
contravventori
alle
suddette
disposizioni
soggiaceranno
ad
una
multa
ai
termini
dell
'
articolo
39
delle
leggi
penali
che
resta
fissata
in
tarì
dieci
.
I
recidivi
oltre
della
multa
saranno
sottoposti
alla
pena
della
detenzione
ai
sensi
dell
'
art
.
36
suddette
leggi
StampaQuotidiana ,
Questura
della
Città
e
Circondario
di
Palermo
.
IL
QUESTORE
Nello
scopo
di
far
conservare
la
pubblica
decenza
,
in
occasione
dei
bagni
nelle
acque
del
mare
;
Dispone
Art
.
1
.
Tutti
coloro
che
vorranno
bagnarsi
rimpetto
l
'
abitato
all
'
Acquasanta
,
o
nella
spiaggia
di
Romagnolo
,
debbono
praticarlo
in
mutande
.
Art
.
2
.
È
però
assolutamente
proibito
di
bagnarsi
anche
in
mutande
,
lungo
la
passeggiata
della
Marina
,
dal
punto
della
scogliera
che
guarda
la
sinistra
di
Porta
Felice
,
sino
alla
casina
del
Principe
Cutò
.
Art
.
3
.
Tutti
coloro
che
vorranno
bagnarsi
in
luoghi
prossimi
alle
camere
dei
pubblici
bagni
,
dovranno
pure
essere
in
mutande
.
Art
.
4
.
È
vietato
a
chiunque
,
ancorché
fosse
in
mutande
,
di
avvicinarsi
a
nuoto
alle
camere
dei
bagni
.
Art
.
5
.
I
contravventori
saranno
puniti
colla
detenzione
ai
termini
dell
'
articolo
36
LL
.
PP
.
Art
.
6
.
Gli
Ispettori
di
Sezione
,
tutti
gli
Agenti
di
Pubblica
Sicurezza
,
e
specialmente
l
'
arma
dei
Reali
Carabinieri
,
sono
incaricati
della
esatta
esecuzione
della
presente
ordinanza
.
Art
.
7
.
I
Comandanti
della
forza
armata
sono
invitati
a
prestar
braccio
forte
in
caso
di
bisogno
.
StampaQuotidiana ,
Il
1°
del
novello
anno
,
verso
le
ore
3
pom
.
videsi
in
vari
punti
del
detto
Comune
un
aggirarsi
inquieto
e
minaccioso
di
parecchi
individui
armati
;
e
sulla
via
Garibaldi
presero
specialmente
a
tirarsi
molte
fucilate
alle
grida
di
«
abbasso
la
leva
,
morte
ai
liberali
,
viva
la
repubblica
»
.
Di
un
subito
si
vide
anche
inalberata
una
bandiera
rossa
.
Il
Delegato
di
Pubblica
Sicurezza
accorse
coraggioso
unitamente
a
un
suo
figlio
,
tentando
colla
parola
ridurre
al
dovere
i
tumultuanti
;
per
tutta
risposta
ebbero
tratti
addosso
molti
colpi
di
fucile
,
e
furono
ben
fortunati
a
rimanerne
illesi
.
Accorsero
a
quella
scarica
i
pochi
Carabinieri
Reali
colà
stanziati
e
il
Giudice
di
Mandamento
;
ma
,
visto
voltarsi
il
fuoco
anche
contro
loro
,
furono
nella
necessità
d
'
indietreggiare
,
e
di
ricoverarsi
l
'
uno
in
casa
dei
signori
Coppola
,
e
gli
altri
nella
loro
caserma
.
Poco
dopo
i
medesimi
Carabinieri
si
trovavano
aggrediti
,
circondati
,
sopraffatti
dal
numero
,
disarmati
nella
detta
caserma
.
I
tumultuanti
si
dirigevano
in
seguito
contro
la
casa
del
Comandante
della
Guardia
Nazionale
.
Attaccato
da
presso
,
oppone
quel
prode
quella
resistenza
che
la
certezza
di
una
morte
vicina
sa
ispirare
a
'
generosi
.
Fu
sparso
il
suo
sangue
,
ed
insieme
quello
di
una
giovane
figlia
.
Per
mano
di
feroci
assassini
la
casa
andò
in
fiamme
.
Andò
ugualmente
in
fiamme
la
casa
della
famiglia
Asaro
,
che
diede
altre
vittime
al
loro
furore
.
Poi
furono
manomessi
e
bruciati
l
'
Ufficio
e
l
'
Archivio
Comunale
,
l
'
Ufficio
Doganale
,
la
Cancelleria
Mandamentale
:
seguì
la
uccisione
del
sig
.
Antonio
Calandra
,
e
l
'
incendio
dell
'
abitazione
del
medico
dottor
Calandra
;
al
Percettore
fu
tolto
il
numerarlo
che
trovavasi
in
cassa
di
oltre
a
200
ducati
.
Così
passavasi
quella
luttuosa
notte
;
all
'
alba
del
2
le
grida
di
«
morte
ai
liberali
»
ricominciarono
a
frustare
le
vie
.
Dopo
lungo
stormeggiare
qua
e
là
senza
freno
né
scopo
,
alle
ore
10
a.m.
i
tumultuanti
assalivano
a
fucilate
la
casa
del
delegato
di
Sicurezza
Signor
Fundarò
,
il
quale
,
trovando
inutile
ogni
resistenza
,
rendevasi
vinto
a
quell
'
orda
frenetica
,
che
con
angoscioso
alternare
gridava
morte
e
grazia
a
vicenda
.
Il
SottoPrefetto
di
Alcamo
,
che
fino
a
quell
'
ora
nessuna
notizia
aveva
ricevuto
di
quelle
deplorabili
scene
,
al
primo
annunzio
spediva
persona
ad
indagare
il
vero
stato
delle
cose
,
con
obbligo
di
riferirne
a
'
RR
.
Carabinieri
,
Militi
a
cavallo
e
truppa
di
linea
da
cui
l
'
avrebbe
fatto
seguitare
.
Lungo
il
cammino
si
poté
veramente
conoscere
come
la
sommossa
avesse
un
carattere
alquanto
grave
,
e
il
Maresciallo
de
'
Carabinieri
inchinava
al
consiglio
di
chi
dissuadeva
dal
cimentarsi
in
sì
scarso
numero
.
Il
Comandante
de
'
Militi
a
cavallo
signor
Varvaro
,
spinto
a
improvviso
ardire
,
spronò
con
quattro
de
'
suoi
verso
la
città
;
sperava
che
la
voce
e
la
presenza
di
lui
,
nella
sua
qualità
di
pubblico
ufficiale
,
imporrebbe
a
que
'
tristi
;
ma
ne
fu
crudelmente
deluso
al
suo
ingresso
,
e
pagava
colla
propria
vita
e
con
quella
di
due
de
'
propri
compagni
una
troppa
generosa
fiducia
.
La
Luogotenenza
Generale
del
Re
in
Palermo
ebbe
il
primo
avviso
degli
scoppiati
tumulti
alle
ore
5
p
.
m
.
del
giorno
2
per
dispaccio
di
Alcamo
,
partito
da
quella
città
alle
ore
4
.
E
fu
immantinente
disposto
e
co
'
mezzi
più
celeri
che
il
battaglione
di
linea
,
il
quale
,
reduce
da
Trapani
,
era
in
Calatafimi
,
marciasse
su
Alcamo
e
Castellammare
con
truppa
e
con
a
bordo
il
Maggior
Generale
Quintini
,
a
cui
si
diede
il
comando
di
tutte
le
forze
.
Le
truppe
imbarcate
sul
«
Monzambano
»
arrivarono
alle
4
della
mattina
del
3
,
ma
lo
sbarco
non
si
operò
che
a
giorno
.
È
falso
che
da
'
tumultuanti
si
fosse
cercato
impedirlo
con
due
piccoli
pezzi
di
artiglieria
.
Le
truppe
misero
piede
a
terra
senza
opposizione
.
Avanzatesi
nel
paese
,
furono
aggredite
a
fucilate
;
si
rispose
vivamente
;
ridottisi
su
per
la
sovrastante
montagna
,
i
tumultuanti
ne
furono
sloggiati
con
alcuni
colpi
di
cannone
tratti
dal
«
Monzambano
»
e
dall
'
«
Ardita
»
.
Nello
scontro
avuto
fu
a
deplorare
acerbamente
la
morte
del
bravo
capitano
Mazzetti
,
e
quella
di
un
sergente
de
'
bersaglieri
,
oltre
le
ferite
toccate
ad
un
uffiziale
e
taluni
soldati
.
Il
battaglione
di
Calatafimi
era
intanto
arrivato
in
Alcamo
verso
il
mezzogiorno
del
3
.
Non
avendo
preso
cibo
né
riposo
,
dové
fermarsi
quivi
alcun
poco
;
e
partitosi
non
prima
delle
ore
2
e
mezzo
p
.
m
.
arrivava
in
Castellammare
presso
alle
ore
6
.
Il
SottoPrefetto
marciava
colla
vanguardia
di
quel
battaglione
.
Giunto
in
Castellammare
,
trovò
già
l
'
ordine
ristabilito
,
ordinato
il
disarmo
;
seppe
inoltre
che
sei
de
'
colpevoli
,
presi
colle
armi
alle
mani
e
in
atto
di
far
fuoco
contro
le
truppe
,
furono
fucilati
;
di
costoro
tre
non
vollero
palesare
il
loro
nome
,
uno
fu
un
tristo
prete
imbrancatosi
fra
quella
sanguinaria
ribaldaglia
.
Le
cure
tanto
del
nominato
SottoPrefetto
che
dell
'
onorevole
Maggior
Generale
Quintini
si
sono
quindi
rivolte
a
dare
ordine
e
norma
per
le
indagini
politiche
e
per
la
punizione
dei
rei
.
Si
è
stabilita
una
commissione
composta
del
giudice
,
del
Sindaco
,
del
Delegato
,
e
da
due
altri
onesti
cittadini
per
la
ricognizione
di
coloro
che
possansi
lasciare
rientrare
impuni
nel
paese
.
Si
è
ordinato
al
Sindaco
di
convocare
immediatamente
la
Giunta
e
il
Consiglio
Municipale
per
le
operazioni
richieste
dalla
urgenza
del
Comune
.
StampaQuotidiana ,
L
'
Istituzione
della
Cassa
Centrale
di
Risparmio
di
queste
Siciliane
provincie
è
un
fatto
compiuto
.
Il
Luogotenente
Generale
del
Re
,
Conte
di
Pettinengo
,
ricorrendo
l
'
anniversario
di
quel
memorabile
giorno
,
il
quale
delle
genti
d
'
Italia
fece
una
sola
famiglia
,
ne
decretò
l
'
organamento
;
egli
stesso
accompagnato
ieri
da
eletti
cittadini
e
da
funzionarii
volle
far
bella
di
sua
presenza
la
solenne
cerimonia
che
apriva
il
Gran
Libro
del
popolo
,
e
che
tramutando
in
proprietarii
l
'
artigiano
,
il
lavoriero
,
il
proletario
,
provvede
a
quei
bisogni
talvolta
fatali
,
in
cui
sventure
inaspettate
sommergono
in
un
tratto
numerose
famiglie
.
Non
più
solenne
,
non
più
commovente
potea
tornare
la
cittadina
cerimonia
e
bellamente
ne
compieva
gran
parte
il
discorso
inaugurale
del
Direttore
Prof
.
Bruno
.
Ripetere
in
questa
congiuntura
gl
'
innumerevoli
vantaggi
di
questa
eminentemente
benefica
e
moralizzatrice
istituzione
sarebbe
un
fuor
di
luogo
,
ma
pur
futile
a
me
non
sembra
il
rammentare
che
l
'
uomo
che
vive
dell
'
esile
prodotto
delle
sue
fatiche
,
l
'
artigiano
cui
è
dato
cibarsi
di
un
pane
bagnato
dal
sudore
della
sua
fronte
trovano
là
in
quella
cassa
un
mezzo
sicuro
come
crearsi
coi
più
piccoli
risparmii
di
che
onestamente
sostenere
la
loro
famigliola
,
allorché
spossato
dagli
anni
e
dalla
fatica
l
'
inerte
braccio
non
potrà
più
rispondere
agl
'
impulsi
del
cuore
e
della
mente
;
potrà
egli
un
giorno
,
il
proletario
,
quando
chiamato
da
Dio
al
suo
eterno
bacio
vedrassi
cinto
il
letto
dalla
sposa
e
dai
figli
,
andar
tranquillo
e
calmo
all
'
eterno
riposo
,
perché
i
risparmi
delle
sue
fatiche
cumulati
in
quella
cassa
lo
faran
certo
che
alla
vedova
e
agli
orfani
non
mancherà
il
pane
.
StampaQuotidiana ,
Sul
primo
numero
dell
'
«
Osservatore
Cattolico
»
i
buoni
lettori
ameranno
di
leggere
una
parola
di
istruzione
e
conforto
nelle
circostanze
presenti
.
Noi
l
'
abbiam
scritta
in
capo
all
'
articolo
,
noi
la
ripetiamo
altamente
:
Coraggio
,
o
cattolici
.
Nel
tramestio
di
tante
opinioni
e
aspirazioni
contrarie
,
nella
lotta
così
fieramente
impegnata
oggidì
fra
la
verità
e
l
'
errore
,
nello
stato
di
incertezza
e
pericolo
in
cui
versa
presentemente
quasi
tutta
l
'
Europa
,
avviene
purtroppo
che
molti
eziandio
dei
migliori
cattolici
cadano
sfiduciati
e
si
condannino
a
quella
inazione
,
che
tanto
vantaggio
arreca
ai
loro
avversari
e
tanto
danno
alla
causa
cattolica
.
Non
saremo
noi
quelli
che
veggano
in
color
di
rosa
la
situazione
presente
.
L
'
immoralità
diffusa
per
mezzo
di
tristi
libelli
,
di
licenziosi
giornali
,
di
ciniche
caricature
,
di
osceni
teatri
,
l
'
eresia
operosa
ed
audace
là
dove
in
altri
tempi
non
avrebbe
osato
mostrarsi
,
la
ribellione
alla
Chiesa
,
l
'
intrusione
illegittima
del
potere
laicale
nelle
appartenenze
di
essa
,
la
guerra
alla
sua
autorità
,
alle
sue
istituzioni
,
ai
suoi
possessi
;
l
'
odio
fanatico
contro
tutto
ciò
che
è
soprannaturale
e
rivelato
;
la
dimenticanza
e
lo
sprezzo
dei
primi
principi
dell
'
onestà
naturale
,
sono
,
non
lo
dissimuliamo
,
una
congerie
di
spaventosissimi
mali
.
Ma
noi
non
vorremmo
che
i
buoni
se
ne
addolorassero
a
segno
di
perdere
la
fiducia
di
un
più
lieto
avvenire
,
di
chiudersi
nella
prigione
di
un
cuore
timido
e
angustiato
,
di
consumare
il
tempo
in
rimpianti
inutili
,
obbliando
i
motivi
che
pure
hanno
di
confortarsi
e
sperare
.
La
Chiesa
non
può
perire
;
la
navicella
di
Pietro
galleggerà
sempre
sulle
onde
infurianti
,
perocché
Dio
lo
ha
promesso
e
Dio
non
muta
.
Sieno
pure
le
nazioni
un
gran
corpo
piagato
dalla
pianta
del
piede
sino
alla
sommità
del
capo
;
non
è
egli
scritto
che
Dio
ha
fatto
sanabili
le
nazioni
?
Se
,
girando
intorno
lo
sguardo
,
vediamo
ancora
l
'
antica
fede
durare
più
ferma
ed
operosa
nelle
lotte
terribili
,
se
vediamo
il
ridestarsi
del
laicato
cattolico
e
il
suo
affratellarsi
nel
bene
col
sacerdozio
;
se
vediamo
l
'
episcopato
mirabilmente
concorde
e
unito
col
Sommo
Pastore
,
quale
non
fu
giammai
in
tutti
i
secoli
andati
,
possiamo
noi
disperare
di
tempi
migliori
?
L
'
eccesso
medesimo
della
infelicità
che
aggrava
e
costringe
alle
lagrime
la
cattolica
Chiesa
non
è
egli
ordinato
da
Dio
a
farci
sentire
più
vivamente
il
nostro
nulla
e
le
nostre
miserie
,
a
provare
la
nostra
fede
,
a
persuaderci
con
un
trionfo
a
suo
tempo
che
la
Chiesa
è
più
forte
dei
suoi
nemici
,
che
Dio
si
ride
dei
fremiti
e
delle
macchinazioni
degli
uomini
,
che
niente
è
impossibile
a
Chi
disse
ai
flutti
del
mare
:
Fin
qui
e
non
più
oltre
.
Che
se
l
'
errore
si
scatena
ora
più
ardito
,
se
moltiplica
le
sue
violenze
,
se
getta
perfino
il
manto
dell
'
ipocrisia
,
e
nuovi
nemici
di
Cristo
tentano
nuovi
assalti
e
prorompono
in
nuove
bestemmie
,
si
è
perché
ha
il
presentimento
che
poco
gli
rimane
di
tempo
,
che
è
giunta
l
'
ora
decisiva
,
che
è
al
punto
di
essere
schiacciato
o
di
schiacciare
.
Essere
schiacciato
?
Lo
sia
per
il
meglio
di
coloro
stessi
che
insensati
o
colpevoli
cammineranno
nelle
sue
vie
.
Perocché
a
parte
la
politica
,
che
non
è
il
nostro
precipuo
assunto
,
noi
invochiamo
la
pace
nella
pratica
della
giustizia
,
il
bene
del
prossimo
,
la
prosperità
della
patria
,
il
trionfo
della
Chiesa
di
Gesù
Cristo
.
Schiacciare
?
No
,
non
mai
.
Chi
conosce
le
promesse
di
una
Bontà
e
Potenza
infinita
,
chi
confida
nella
Misericordia
e
nella
Giustizia
,
chi
crede
alle
comunicazioni
del
cielo
colla
terra
,
non
può
neppure
un
istante
accogliere
il
dubbio
che
il
mondo
rigenerato
dell
'
Uomo
-
Dio
possa
ritornare
preda
dell
'
antico
serpente
.
Ma
la
nostra
poca
fede
e
la
nostra
pusillanimità
,
ponno
demeritarci
la
protezione
del
cielo
e
ritardare
il
trionfo
della
religione
.
Coraggio
dunque
,
o
cattolici
,
coraggio
nel
nome
del
Signore
,
colle
armi
della
giustizia
a
destra
ed
a
sinistra
.
StampaQuotidiana ,
Un
morto
.
-
È
morto
il
Direttore
del
«
Fischietto
»
,
giornale
umoristico
,
che
tante
volte
mise
sconciamente
in
caricatura
il
Santo
Padre
e
cantò
i
funerali
al
potere
temporale
.
Eppure
l
'
augusto
Deriso
vive
,
il
suo
trono
è
ancor
in
piedi
,
e
lo
sconcio
derisore
,
giovane
e
ben
portante
della
vita
non
è
più
.
Giudizi
di
Dio
!
Dio
ascolta
e
condanna
.
-
Leggiamo
nel
«
Veridico
»
:
Un
certo
Carlo
M
...
di
un
paese
nei
dintorni
della
nostra
città
,
vantavasi
oltre
ogni
confine
della
sua
empietà
,
e
quel
che
è
peggio
,
scandalezzava
enormemente
tutto
il
paese
colle
sue
enormi
ed
orrende
bestemmie
.
In
un
modo
poi
singolare
aveva
in
orrore
i
preti
,
i
quali
erano
colle
loro
azioni
ed
avvisi
altrettanti
censori
alle
sue
iniquità
.
Un
bel
giorno
,
fattosegli
dappresso
una
signora
di
quel
paese
,
garbatamente
gli
dicea
:
«
Ah
!
sig
.
Carlo
,
abbiate
se
non
altro
timore
che
Dio
vi
privi
de
'
preti
allorquando
ne
avrete
bisogno
»
.
Ma
il
bestemmiatore
non
le
rispose
che
con
un
riso
beffardo
.
Or
bene
,
pochi
dì
appresso
questo
sciagurato
volendo
sedare
una
rissa
surta
sulla
via
,
al
vedersi
respinto
inurbanamente
tra
la
folla
,
ed
anco
da
'
contendenti
,
a
voce
alta
si
fe
'
a
dire
:
«
Saprò
ben
io
farmi
rispettar
da
voi
,
io
che
so
farmi
rispettare
anco
da
Cristo
!
»
Sventurato
!
Cadde
a
quel
punto
morto
in
terra
,
non
potendo
nemmen
pentirsi
di
quell
'
orrenda
bestemmia
.
Dio
veglia
e
giudica
.
-
Leggiamo
nella
«
Vera
Buona
Novella
»
:
Al
21
novembre
dell
'
anno
decorso
scrivevasi
da
Laterza
alla
«
Vera
Buona
Novella
»
di
Firenze
,
che
in
Manduria
,
in
terra
di
Otranto
,
avvenne
il
seguente
caso
di
morte
tragica
.
Quando
gridavasi
:
viva
il
Papa
non
re
:
o
Roma
o
morte
;
un
giovinastro
appartenente
ai
gridatori
stava
ai
bagni
di
mare
.
Or
mentre
le
acque
un
dì
erano
placidissime
,
costui
lieto
e
tranquillo
trovavasi
a
poca
distanza
dal
lido
,
e
gente
moltissima
che
bagnavasi
ed
erasi
bagnata
,
stava
osservandolo
nell
'
atto
ch
'
egli
saltava
,
ballava
,
cantava
e
gridava
:
O
Roma
o
morte
.
Frattanto
egli
rimaneva
sommerso
,
e
mentre
avvincolavasi
e
dibattevasi
contro
la
morte
,
gli
astanti
ridevano
e
facevano
baldoria
,
credendo
che
egli
scherzasse
,
e
nessuno
si
mosse
a
liberarlo
da
una
morte
,
della
quale
dopo
pochi
momenti
era
egli
vittima
.
Dio
è
giudice
onnipotente
.
-
Leggiamo
nel
«
Veridico
»
:
Un
giovane
diceva
e
replicava
in
casa
sua
alla
presenza
di
una
buona
sua
sorella
nubile
,
dalla
quale
era
ripreso
:
Io
farò
vomitar
sangue
al
Papa
quando
sarò
a
Roma
;
ed
appena
aveva
pronunziato
queste
parole
,
gli
sopravvenne
un
trabocco
di
sangue
,
e
dopo
giorni
era
egli
cadavere
.
Ad
un
altro
,
che
proferiva
con
simili
parole
ed
imprecava
rabbiosamente
al
Papa
,
avvenne
una
desolante
morte
repentina
.
Mane
,
Techel
,
Phares
.
-
Leggiamo
nel
«
Serto
di
Maria
»
:
Essendo
di
passaggio
nella
fine
di
novembre
ultimo
i
così
detti
zampognari
che
per
procacciarsi
un
tozzo
di
pane
vagogiravano
per
Salerno
,
suonando
la
zampogna
,
giunti
vicino
ad
un
caffè
,
ove
erano
radunati
diversi
officiali
,
un
ciabattino
,
forse
per
farsi
merito
,
chiamò
i
zampognari
ed
ordinò
ad
essi
,
che
avessero
fatto
la
novena
ai
quadri
che
ivi
stavano
di
Garibaldi
e
di
altri
italianissimi
.
Ma
i
poveri
zampognari
si
fecero
indietro
,
e
andaron
via
pei
fatti
loro
,
poiché
essi
sarebbero
piuttosto
morti
di
fame
.
Il
calzolaio
al
mattino
seguente
con
ispavento
e
sorpresa
di
tutto
il
vicinato
,
si
trovò
morto
.