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> anno_i:[1850 TO 1880} > autore_s:"BONGHI RUGGERO"
I PARTITI ANARCHICI IN ITALIA ( BONGHI RUGGERO , 1878 )
Saggistica ,
AVVERTIMENTO . Sotto un titolo solo - I partiti anarchici in Italia - il mio amico Treves ristampa due scritti miei , vecchi l ' uno di cinque mesi : - l ' Italia non aspetta ; l ' altro di tre settimane : - La situazione morale del paese e il diritto d ' associazione - Pubblicati amendue nella Nuova Antologia . Essi sono stati scritti prima che il 17 novembre fosse attentato alla vita del Re : e prima che , qualche giorno innanzi o dopo , le bombe scoppiate a Firenze , a Pisa , a Livorno , le risse a Bologna , l ' assalto tentato di notte a una caserma in Pesaro , l ' assassinio d ' un ufficiale di polizia a Fabriano , i cartelli affissi a Roma , gli arresti preventivi che hanno solo impedito maggiori guai , e molti altri indizii non attestassero , che il regicida di Napoli , mandatario o no d ' una setta , ha pur sempre concepito l ' atroce delitto non nella solitudine della sua mente , ma in una comunicazione di spirito e d ' intenti con molti . Cotesti fatti , che io non potevo sapere , mentre scrivevo è chiaro , a chi oggi mi legge , che io li presentissi . Errano in un punto solo : credevo , che avrebbero indugiato di più . Io prevedevo cotesto scoppio di passioni e d ' ire per il giorno , che il presente indirizzo di governo sarebbe stato mutato in Italia ; ma gli odii non hanno avuto pazienza , ed hanno cessato di covare anche prima . Vuol dire , che il lavoro delle sette anarchiche è maturo in Italia , ed hanno rinnovato , più presto che io non aspettavo , le gesta e i fasti , da ' quali nel luglio sembravano tuttora lontani . lo dicevo allora , che si preparavano , crescevano , invigorivano le forze e disposizioni morali nei partiti contrari al presente ordine di cose , le quali prima o poi avrebbero turbato la serenità apparente del paese ; coteste forze erano già preparate , cresciute , invigorito più che non si poteva congetturare , mentre stavano ancora nascose quasi del tutto . Ma , si sente dire : - siano stati pur molti e subitanei cotesti segni di corruttela politica ; quando vi si contrapponga la manifestazione maravigliosa di affetto al Re e di fede alla monarchia , che hanno eccitato in tutto il paese , essi perdono valore e significato insieme . Vero : ma chi parla così non ragiona giusto . Un regno recente avrebbe perso ogni speranza d ' avvenire , se già non sentisse più che nella forma monarchica assunta da esso sta il maggior suo fondamento e la migliore sua . sicurezza ; una società , che non fosse presa tutta d ' un brivido all ' annuncio , che il capo dello Stato ha rischiato di rimanere vittima del coltello d ' un assassino , si dovrebbe credere giunta all ' estremo grado di degenerazione e poco meno che già morta e spenta oramai . Ciò che s ' è fatto e detto in Italia , dopo saputo l ' attentato al Re , può parere poco a qualcuno : non può parere troppo a nessuno . Che così gran maggioranza si sia mostrata sgomenta del pericolo corso dal Re e gli abbia acclamato con rinnovata lena , è naturale , e grandissimo conforto a chi punto ne dubitava : ma è un fatto di maggiore importanza , che in così gran convocio di applausi . e di esecrazioni non solo qualche voce ha disturbato , ma qualcuno è stato mosso dal sentimento suo a trovarvi persino nuova occasione e stimolo di delitto . Ciò non si spiega , non a un modo solo . In coteste città dove simili voci sono stato udite o simili atti compiuti , le sette devono già avere viziata l ' atmosfera , più che non pare . Deve respirar aria molto infetta , quegli nel cui animo scendono siffatti pensieri e proponimenti , poiché non è soprattutto un ' ingordigia o rabbia privata quel che lo muove . Chi ne respira una sana e buona , non può essere tratto per nessuna via e modo a concepirli . è ozioso ricercare quali sette siano soprattutto il crogiuolo , dove si fonde così ogni chiarezza di mente ed ogni bontà di cuore . Il Passannante può essere qualcosa tra un repubblicano e un socialista ; ovvero più del primo o più del secondo . Ma non perciò i repubblicani o i socialisti insegnano tutti le dottrine dell ' assassinio politico , e molto meno le . praticherebbero tutti . Cotesta dottrina è il motto misterioso ed ultimo di ciascuna setta , che vuole colla violenza sovvertire l ' ordine attuale dello Stato ; e tutte , contrastate un pezzo ed impedite dal raggiugnere il loro fine , terminano col supporre la violenza unico mezzo di raggiugnerlo . Ma l ' atto dell ' assassino non è un effetto , puro e semplice , della dottrina ; questa gli abbuja la coscienza ; ma non gli arma ancora la mano . Il coltello gli è appuntato dal livore , dallo sdegno , dal dispetto , dal bisogno , dal vizio : da tutti que ' risentimenti , che ribollono nell ' imo fondo di ciascuna setta , dove precipita e posa la faccia , che entra nella composizione ma in tanta maggiore proporzione , quanto più essa è anarchica , quanto , cioè , è più ampio e difficile il sentimento politico e sociale che si propone . Io non dubito che Aurelio Saffi davvero creda che l ' ufficio del partito repubblicano deva oggi essere soltanto questo : predicare l ' eccellenza del principio repubblicano , e restrignersi nel pensiero , aspettando a lanciarsi nell ' azione che la coscienza della nazione sia matura . Io non dubito che siano di buona fede quegli studenti repubblicani dell ' Università e scuole d ' applicazione Bolognese , che , innalzandosi in nome della legge morale e dell ' umanità al disopra d ' ogni differenza di parte , si condolgono dell ' attentato con Umberto di Savoja , che ha rischiato di rimanere vittima , e con Benedetto Cairoli che v ' è rimasto ferito . Ma è evidente , che cotesti leali studenti ignorano che , uno Stato monarchico , il quale lascia in una instituzione sua , come è l ' Università , ordinarsi liberamente , un gruppo di studenti i quali si danno titolo di repubblicani , e non ha neanche cuore a mostrare d ' avere inteso che in un indirizzo al Presidente del Consiglio , essi hanno sconosciuto il Re , è uno Stato , al quale il paese comincia a temere che manchi la coscienza della sua forza , e il rispetto del suo diritto ; ed Aurelio Saffi ignora altresì , che la sua speculativa predicazione repubblicana in uno Stato , che dovrà prima o poi impedire che venga all ' atto , crea una condizione d ' animi violenta , e diventa il fomite , di organizzazioni , di combinazioni , di cospirazioni , le quali gittano necessariamente intorno a sé il seme dei delitti , onde l ' animo suo , come il nostro , è eccitato a così grande orrore . Il ministero poi , anzi , si può dire , il governo ha mostrato d ' ignorare così da tre anni in qua ciò che sfugge a quegli studenti , come ciò a cui gli occhi del Saffi non giungono . Noi abbiamo avuto per un due anni ministeri , che hanno scemato credito e valore a quanto v ' era nel paese di più sano , di più sicuro , di più tranquillo , ed ora da meno di un anno n ' abbiamo uno il quale ha lasciato espandersi ed affiatarsi quanto v ' ha di più malsano , di più torbido e mobile . I diritti supposti e immaginarli delle minoranze sovvertitrici , parte coll ' ajuto stesso del governo , parte da sé , hanno avuto modo di sovrapporsi a diritti veri e legali della maggioranza conservatrice e prevalere . Raccogliamo ora i frutti di così falsa politica ; e s ' è tuttora lontani dall ' averli raccolti tutti . Stiamo anzi , a principio ; ed o io non ricordo nessuna storia e non ho acquistato in trent ' anni di tempeste nessuna esperienza , o è pur vera la triste previsione dell ' animo mio : che la strada nella quale siamo ci meni a un precipizio . Non ci s ' illuda , né in su né in mezzo né in giù ; e poiché tocca a tutti , ci si pensi tutti . Napoli , 22 Novembre 1878 . Bonghi L ' ITALIA NON ASPETTA Sarebbe rincrescevole , davvero , se il più amabile dei repubblicani - come tanti altri del resto innanzi a lui - voltasse a monarchico . Pure , questa è l ' impressione , che ha fatto sopra parecchi un opuscolo pubblicato a questi giorni da Agostino Bertani , col titolo : L ' Italia aspetta . " Adunque , il Re , dopo il Cairoli , chiamerà il Bertani " . Così sentivo esclamare uno cui cotesto opuscolo era venuto alle mani . E di fatti , sinché i moti politici non si posano , o almeno la coscienza di tutti non li senta posati , non si suole intendere altro progresso , che quello vago , indeterminato , illusorio , in diritta linea verso il discioglimento della forma , in cui si crede abbiano fatto sosta per poco . Sicché son creduti via via uomini d ' avvenire gli uni rispetto agli altri quelli che più son riputati in grado ed in desiderio di operare cotesto dissolvimento . Chi più è tenuto atto e volonteroso a ciò , è avanzato , sta avanti a chi è meno . In cotesta preposizione avanti è inclusa tutta la politica . La quale non è già più l ' arte del proporzionare i mezzi ai fini , dell ' attagliare le istituzioni alle condizioni dei popoli , del mantenere da una parte le forme essenziali di una società , e trarne dall ' altra i maggiori effetti di coltura intellettuale , di soddisfazione morale , di utilità sociale , e di prosperità economica , che i tempi comportino ; ma bensì l ' arte di camminare a occhi chiusi verso una meta oscura , pur di non guardarsi mai indietro , in una linea che par retta , perché non si vede . , e perché non si sa dove metta capo . L ' assurdità del proponimento è poi causa essa sola , che non ne risulti nulla di sincero e di vero ; che il paese , cui non s ' è promesso altro , se non che sarebbe andato avanti , non avanza in realtà da nessuna parte ; e la sola cosa che avanzi , sono i vantaggi e le vanità degli uomini , che , pur di farsi strada , l ' avean cullato in così vana speranza ; ragione potentissima poi di disistima e corruttela pubblica . Però , il Bertani non ha , per verità , nessuna colpa , che il giudizio sopra di lui e il suo libriccino , - ha 40 pagine e l ' autore si vede , che non giugne senza fatica a scriverne tante , - si sia sommato in quelle poche parole . Sarebbe maligno e falso l ' affermare , che , nel suo parere , quello che l ' Italia propriamente aspetti , sia lui . Non s ' intende davvero molto chiaramente , ciò che l ' Italia aspetti , ma non aspetta , a quanto pare , lui . Il pensiero dell ' autore è , in fin delle fini , incerto molto . Talora , si direbbe , ch ' egli , insomma , voglia dire , che l ' Italia aspetta la Repubblica , e che l'onor8 Cairoli ce l ' avvii ; talora invece , l ' aspettazione è assai più modesta . Quando l ' Italia , parrebbe , avesse ottenuto , che i Comuni non avessero più parte nell ' istruzione primaria , e nelle scuole elementari non s ' insegnasse più religione ; - quando l ' azione della giustizia precedresse , più spedita , e la magistratura , pagata meglio , rispondesse più alla nobiltà dell ' ufficio suo ; - quando le comunicazioni da una ad altra regione fossero agevolate mediante i più recenti e facili mezzi di trasporto , - l ' Italia , almeno per ora , non aspetterebbe altro . Succede del libro del Bertani come di tante altre manifestazioni d ' uomini politici in Italia , che l ' hiatus è grande , e la parola , che poi n ' esce , piccola . A veder quello , non v ' ha gran canto , che non si creda dovere , potere venirne fuori , poi è un fil di voce , quello che n ' esce , appena percettibile . E le ragioni di ciò son due : - aprono la bocca male ; e si sono troppo scarsamente nudriti . O , fuor di metafora , non muovono da un retto principio , e la lor mente non è abbastanza educata da studi di quel genere e maturità , che occorrerebbe . Che il Bertani , per esempio , paragoni sé , quando discorre o scrive di medicina o chirurgia , e quando scrive invece o discorre di qualche ordinamento sociale o politico ! Come la parola gli sgorga limpida , e la penna gli scorre fluida e il pensiero gli si affolla copioso nel primo caso ; come la parola gli s ' impaccia , e la penna gli si congela , e il pensiero gli s ' incaglia nel secondo ! Egli ricorda di sé l ' alta carità che gli ha insegnata l ' arte sanguinosa e precisa nella quale un fortunato ardimento gli conciliò qualche rispetto dai colleghi suoi ; bene a ragione ; ma ripensi , quanto la mano gli è ferma nel trattare quei dolorosi istrumenti , che devono ripristinare le forze e le funzioni dell ' organismo in quegli stessi di cui mettono talora la vita a nuovo pericolo ; e quanto invece gli oscilla , allorché deve non operare , ma disegnare soltanto con essa i movimenti , che si devono produrre nei corpi delle società umane per risanarli ! Ciascuna arte vuole le preparazioni sue ; e il genio , supponiamo che ci sia , non basta oggi a vincer le guerre più che a condurre gli Stati . Gli elementi della vita in questi , come i mezzi di morte in quelle , son diventati troppi ! L ' onorevole Bertani è riputato il capo dei repubblicani in Parlamento . Se repubblicani vi hanno ad essere , - e non si può fare a meno che non ce ne sia , - e devono avere un capo , nessuno ci sgomenta meno di lui . " Solo per tanti anni nella Camera , e lungamente inviso , come profanatore dell ' arca santa , io sostenni che un partito di schietta democrazia doveva manifestarsi in Parlamento , segnacolo e voce di quello che senza cospirazioni e violenze , ma per fatale evoluzione della coscienza nazionale , andava ingrossando al di fuori " . Così egli scrive di sé ; e noi diciamo che ha fatto bene , e l ' Italia deve avergliene grado . È stato nocivo , che nessun clericale , - nessun uomo cioè , d ' una parte politica che nega da un opposto aspetto l ' ordine attuale di cose , - si sia risoluto a fare il medesimo : e che i clericali , i quali già erano in Parlamento , abbiano creduto , una volta che questo ha preso sede in Roma , di doverne uscire . Le istituzioni rappresentative non son sicure di produrre tutto il frutto che se n ' aspetta , non sono in grado d ' acquistare un moto ordinato , tranquillo , fecondo , continuo , se non quando le opinioni del paese sieno rappresentate tutte , e si acconcino ad essere varietà d ' indirizzi politici e sociali dentro la cerchia di quelle . Ché se esse a principio , come è succeduto già e succede tuttora ai repubblicani , persistono nell ' asserire di sé che son sempre le stesse , e nel pretendere di non avere rinunciato o non volere rinunciare a nulla ; a mano a mano , e quasi senza che si accorgano e certo senza che se lo confessino , queste lor presunzioni si smorzano , si spuntano , e nei contatti quotidiani delle composizioni e scomposizioni delle parti politiche , s ' abituano a rinserrarsi nella lizza , in cui sono scese a combattere , e che finisce col parer sufficiente ad ogni loro gara , e non levare a nessuno la cara speranza di poter continuare la sua battaglia in perpetuo . Ma la maggiore o minore importanza di un fatto , come quello che l ' onorevole Bertani ascrivo a sé , - cioè l ' entrata della parte repubblicana in Parlamento , - dipende dall ' assenso che trovano nel rimanente di essa coloro i quali vi si son risoluti . Che se questi son pochi , o piuttosto so , essendo Pochi , il maggior numero dei repubblicani li reputa piuttosto traditori della parte , che rappresentanti suoi , il fatto loro può avere ragioni più o meno buone , motivi più o meno fondati , onorevoli , nobili , ma non ha valore oltre le loro stesse persone ; non acquista un ' efficacia davvero politica e seria . Il caso del partito repubblicano è appunto quest ' ultimo . Vi hanno repubblicani in Parlamento , - e si può dirlo senza ingiuria , poiché quelli che son tali , non se ne scusano , né se ne infingono ; - ma non si può affermare , che cotesti repubblicani rappresentino tutta la loro parte . I più di questa , - e tra i principalissimi , - non approvano la condotta di cotesti loro fratelli un po ' spurii , né riconoscono ad essi maggiore autorità che in una famiglia si accorderebbe a questi . I repubblicani in Parlamento , da quelli , che non solo ne rimangono coi fatti , ma vogliono per convincimento rimanerne fuori , son riputati cristianelli annacquati . Né tutti credono che l ' opera loro sia utile . Poiché nei partiti v ' ha sempre due opinioni : quella di coloro , i quali vedono il fine del partito tanto più facile a conseguire , quanto meno si accusa ; e quella di coloro i quali invece stimano appunto il contrario . A ' primi pare , che pur di riuscire , anzi per riuscire , giova sopratutto che la repubblica si umanizzi , e si serva delle indulgenze del Governo pro tempore , per farsi strada ; i secondi invece immaginano che quando cotesta repubblica faccia fieramente parte da sé , e , trattasi in un canto , si contenti , finché l ' ora sua non sia arrivata , di gridare su per i tetti l ' idea sua e di segnare a dito il venir meno e il fallire d ' ogni altra , cotesta sua ora arriverà prima che in qualunque altro modo e più efficacemente , più degnamente . S ' intende , che i repubblicani di questa seconda maniera non consentono con quei della prima , ma nel fondo del cuore gli sprezzano . Quando noi , quindi , avremo raccolto il pensiero del Bertani , non dovremo già figurarci di aver raccolto quello di tutta la parte politica , a cui nome egli parla . Ciò che potremo dire , è di avere saputo dal Bertani , che concetto si formino del valore , dell ' avvenire , dell ' importanza dell ' instituzione monarchica quelli tra i repubblicani , i quali hanno creduto di poter entrare in qualche componimento temporaneo con essa , e di farne così per comodo quella provvisoria , illusoria , superficiale ricognizione , che implica , nel parer loro , un giuramento . Ora , per vero dire , dal Bertani appare ch ' egli e i suoi repubblicani rosati si formano di cotesta monarchia un concetto che è tanto contrario al vero , quanto al sentimento di quegli ai quali essa pare un ' istituzione fondamentale del paese . Il che , di certo , è naturale , e si potrebbe quasi sottintendere ; ma è importante a notare e provare , poiché il Bertani pretende che tale opinione sua deva essere , anzi sia quella del ministero , a cui la monarchia ha appunto commesso ora il Governo ; sicché questo non si possa aspettare l ' appoggio di lui e della parte sua se non a patto che questa opinione spicchi sempre più nell ' azione e nella condotta di esso , Proximus ardet Ucalegon , dunque ; se l ' illustre medico indovini la diagnosi , o piuttosto , se mi pare che la indovini , dirò più in là . Or ecco che cosa intanto il Bertani vuole che la monarchia sia , per aspettare , tranquillamente che la si spenga . Egli nega al Re qualunque parte di sovranità anzi lo contrappone al sovrano , che è il popolo , da cui il Re ha solo una delegazione d ' esercizio d ' una piccola parte di potere pubblico . La libertà ha un proprio nome ed ideale , e questo è repubblica ; la rivoluzione italiana è stata schiettissimo ed unico frutto della forza e della volontà popolare vittoriosa , e quindi nasce , natural conseguenza della vittoria , il diritto della nazione d ' innalzare la propria coscienza al governo di sé medesima . Democrazia e repubblica è tutt ' uno , e la conciliazione tra gl ' interessi della monarchia e quelli della democrazia , iniziata un dì , per altissimi intenti , da Mazzini stesso , non può essere se non temporanea . Questa conciliazione non può durare se non fin dove e fin quando la monarchia non resista ai progressi della libertà , e la democrazia non s ' imponga pel bene d ' Italia . I plebisciti furon dettati da necessità transitorie ; la nuova sovranità nazionale sorge e si posa calma e severa a reclamare un diritto le cui ragioni porta in sé stessa costitutive , inalienabili , imprescrittibili . Dal centro vitale dell ' istituzione monarchica si sviluppa ogni giorno più tardo il moto , e la sua circolazione si va ogni di più intorpidendo ; e le va contrapposto un giovane e vigoroso organismo dalla giovinezza immortale che , stringendosi in pugno il vessillo del progresso , additi un nuovo primato all ' Italia fra i popoli civili . Cotesto organismo è vaticinato all ' Italia dal suo genio speciale , dal martirologio e dagli accelerati progressi odierni . La monarchia costituzionale povera , timida creatura , ponte gettato da venti anni fra le diffidenze dell ' Europa dispotica ed il bisogno della ricostituzione nazionale , ha avuto un periodo necessario , periodo dominato dal prepotente concetto dell ' unità della patria . Ma , l ' unità raggiunta , può la mente italiana tenersi indissolubilmente unita a forme divenute più che mai accessorie ? Avvinta tuttora in quelle fascie che protessero la sua infanzia , l ' Italia , cresciuta e adulta nella vita politica , ne risente già le molestie e si rende conto troppo chiaro , delle contraddizioni e dei vizi costitutivi della forma accettata . Un breve periodo di vita costituzionale è bastato ad imbastardire il genio italiano , a sfibrarne il carattere , a deprimerne la intelligenza . Una reazione in favore dell ' ideale è inevitabile , e guai se questa sorprenda gl ' Italiani deboli di mente e prostrati nella coscienza , disciplinati da una forma politica eviratrice ! La monarchia deve spogliarsi man mano dei suoi privilegi ed indietreggiare dai diritti storici e dalle pretese convenzionali , se vuole che gl ' Italiani aspettino pazientemente la fine sua . L ' autorità regia deve residuarsi a lieve cosa , e non superare quella d ' un presidente di repubblica . Deve durare nell ' attitudine passiva che le conviene . Ora questo , come si è detto , è il concetto della monarchia italiana che si formano i più temperati dei repubblicani , quegli i quali non dicono di sé : Amiamo più fortemente la repubblica , perché più fortemente amiamo la verità . Ebbene , questo concetto è già , nel parer mio , interamente falso ; ed un Governo che in Italia non lo ripudiasse nell ' animo suo , non sarebbe in grado se non di condurre il paese a rovina . Il monarca non e stato passivo nella costituzione di questa Italia nuova , né può rimanere passivo nell ' opera del consolidamento di essa . Affermare che l ' istituzione monarchica sia contraria al genio italiano e alle tradizioni o leggi storiche del nostro sviluppo è vanissimo , e chi si lascia tirare a siffatte affermazioni dalle reminiscenze gloriose della repubblica romana , o fastidiose e turbolente delle repubblichette del medio evo , mostra di ricordare la storia della sua patria e poco e male . Un popolo tutto libero è un fatto modernissimo ; una nazione italiana che concorra effettivamente tutta al governo di sé medesima è un fatto nuovissimo . L ' ultimo sviluppo della nostra storia recente non trova in nessuno dei periodi precedenti di essa le norme del suo governo . E la forma costituzionale ch ' esso ha assunto , per necessità di fatto assentita dalla volontà nazionale , non è più forestiera che italiana nell ' essenza sua ; è un rampollo delle condizioni proprie delle società europee ; e l ' essersi mostrato altrove prima che qui , sicché l ' averlo trapiantato qui può parere imitazione , si deve a ciò solo , che coteste condizioni si son maturate in altri Stati prima che nel nostro , nato , nella sua forma attuale , per l ' ultimo . Non discutiamo , - che è quistione oziosa , - se sieno stati in maggior numero repubblicani o monarchici gli uomini che hanno concorso a ridestare l ' Italia , a riporla in piedi ed a dirle : cammina . Ammettiamo pure , se si vuole , che la più parte di coloro i quali , sfidando ogni minaccia , affrontando ogni pericolo , tra patimenti , tra contrasti , tra martiri infiniti , concitando nell ' animo proprio tutti gli ardori dell ' amore arrischiato d ' una patria infelice , si sono affaticati a redimerla , abbia vagheggiato nella sua mente un ideale di Governo il più opposto a quello contro cui combatteva . Non solo non sarebbe meraviglia che così fosse stato , ma sarebbe meraviglia se fosse accaduto il contrario . Non sono le fantasie eccitate da una lotta disuguale e crudele i giudici migliori dell ' assetto nel quale il lor paese poserà , una volta che quella sia vinta . Riconosciamo senza paura le speranze generose di quegli animi infiammati , ma non facciamo loro il torto di credere che i sogni d ' una giovinezza torbida sarebbero stati i consigli d ' una maturità sicura e calma . Quelli che ora si giovano dell ' esempio delle opinioni di cotesti trapassati , sono così indietro al proprio tempo come essi erano avanti al loro . Ciò che però è chiaro , è che cotesti sforzi , tentativi , desideri di uomini privati , o repubblicani che fossero o monarchici di sentimento , come non erano bastati in mezzo secolo a sollevare l ' Italia dalla misera condizione in cui era , così non vi sarebbero bastati in venti altri . Chi trascura tra i motori di questa risurrezione d ' Italia il monarca s ' affanna a non intenderla . Poiché se il pensiero , non delle plebi dimentiche , ma della parte intellettuale e più eletta del paese l ' ha preparata con una secolare pazienza , l ' ha compiuta l ' istinto antico tradizionale d ' una dinastia più che secolare , e l ' arte politica d ' un governo , la cui esistenza legale e legittima aveva avuto assai più volte , che quella forse di nessun altro , la ricognizione del diritto pubblico d ' Europa . Qui è stato attivo e supremamente attivo , non che il re stesso nella sua persona , - e più la vita di Vittorio Emanuele sarà nota , più la parte presa da lui nel risorgimento italiano apparirà grande , - ma il re , come instituto giuridico e politico . Cotesta autorità regia è quella che ha ordinato le forze del moto italiano , anzi quella che a questo moto ideale degli spiriti ha dato la forza , a questa materia , che voleva essere trasformata , ha fornito la forma nuova , nella quale foggiarsi . La monarchia , quindi , non è un accidente della risurrezione italiana , non è una veste che questa ha indossata per un commodo passaggiero ; non è un ' appendice , un accessorio della nostra esistenza nazionale ; è bensì la radice stessa , donde quella restaurazione è germogliata ; è il cuore donde muove e tòrna , con circolo perpetuo , il sangue del nostro Stato ; è il pernio intorno a cui gira , la base su cui sta . Chi levasse quella di mezzo , non farebbe altrimenti al nostro essere nazionale di quello che a un albero chi lo schiantasse . Solo perché l ' autorità regia ridava una forma allo Stato nuovo , nella stessa ora che discioglieva la vecchia , è stato possibile all ' Italia di trovare nelle guerre che doveva combattere , alleati coi quali vincerle , e nell ' interno di ordinare subito uno Stato capace d ' un avviamento costante , e non costretto a sobbalzare senza posa . Se sono venti anni che duriamo , e in questi venti anni tutto un organismo , più o men bene e fortunatamente , s ' è formato e ha vissuto , è alla monarchia solo che lo dobbiamo . La più grave questione della nostra interna costituzione , l ' esistenza d ' un papa in Roma , dobbiamo al Re lo averla sciolta . La guerra , che gl ' interessi molteplici connessi col Papato e sparsi per tutta Europa , - interessi morali , sociali , politici , - più volte secolari tutti , ci hanno fatta , anzi ci fanno tuttora , non l ' avremmo vinta , né le resisteremmo ora , un Re , d ' antichissima dinastia , non avesse sviata , distratta , confusa , sgomenta così gran parte di quegl ' interessi stessi . Questo , che io descrivo , noto , mostro da più lati , è il carattere evidente , proprio , peculiare , ideale davvero , della nostra rivoluzione , ci piace darle questo nome . Qui spira , l ' italianità , ma un ' italianità non sognata , non immaginata , non indotta dalle passioni di parte o dal ghiribizzi del proprio cervello , ma attinta , provata dall ' esperienza del fatto . E i ministri i quali , morta , Vittorio Emanuele Il , hanno dato al figliuolo , distratto dal dolore , nome di Umberto I , distaccandolo da quegli antenati , coi quali suo padre aveva espressamente , nel suo titolo stesso , voluto nella nuova fortuna affermare il vecchissimo vincolo , hanno mostrato di non intendere cotesta italianità del movimento politico nostro , e tentato , per quali era in loro , in una occasione siffatta , di surrogare , alla monarchia antichissima dal cui tronco tuttora vegeto è germogliata la recentissima Italia , una monarchia nata da ieri , ancora imberbe , sovrapposta al paese , e non connaturata con esso . Il Bertani afferma che cotesta monarchia italiana divori gli uomini ; anzi , non l ' afferma lui , ma dice a dirittura , che il popolo italiano nel suo buon senso è quello che l ' asserisce . Qui certamente ha frainteso , e scrive della monarchia ciò che s ' è detto sempre della rivoluzione . La monarchia ha sinora in Italia rifatto gli uomini . Si sono visti molti repubblicani diventare monarchici ; ma nessun monarchico diventare repubblicano . Il Bertani confessa del Cairoli quella prima trasformazione ; e molti ne sono già in dubbio per lui . Ma , ciò fosse vero di lui , - che non so né credo , - egli non sarebbe il secondo . La vita parlamentare italiana è stata più volte testimone di questa mutazione di opinione , che io non solo devo e voglio credere , ma credo davvero perfettamente leale . Né le scema credito , nel parer mio , che essa appar succeduta via via che il Governo s ' è accostato a quelli in cui il miracolo s ' è operato ; sicché il sentimento repubblicano è svaporato , appena i raggi dell ' autorità regia sono stati abbastanza vicini da riscaldare il cuore , nel cui lago , a dirla con Dante , era sin allora durato . Il diritto proprio del monarca , - come del resto , in qualunque forma di governo , del capo del potere esecutivo , - di nominare i suoi ministri , e la perfetta imparzialità del Principe italiano nello sceglierli secondo l ' animo della maggioranza dell ' assemblea , son bastati a smorzare infiniti ardori contrari alla monarchia , e a farla parere sopportabile a chi prima , per più anni , non l ' aveva riguardata senza grandi sospetti e disdegni . Né i moderati , monarchici ab origine , devono avere nessuna gelosia se cotesti trafugati in mezzo ad essi dal campo nemico non solo non raccolgono biasimo dalla loro variazione di pensiero e di condotta , ma ne hanno lode , e sono anzi visti con maggior favore , paiono quasi gli aspettati delle genti , le quali non si struggano d ' altro desiderio se non di veder subito il governo nelle mani più nuove . Poiché corto non si considera che chi dopo avere lungamente pensato il contrario , si risolve infine a venire nell ' opinione tua , mostra almeno minor acume e prudenza di chi aveva tenuta sin da principio cotesta opinione stessa . I monarchici si devono rallegrare d ' un fatto simile , il quale vuol infine dire che il paese sopra un punto solo non transige , ed è , che come si sia , o prima o dopo , si sia diventati monarchici . L ' attrattiva che la monarchia esercita intorno a sé , è uno dei suoi principali e più naturali uffici ; e insomma codesto piegare di tutte le persone sensato avanti ad essa , o di quelle che non essendo tali da prima , diventano tali per effetto d ' una esperienza quotidiana ed ogni giorno più chiara , prova che entra negli animi di tutti quello che forma la sostanza del pensiero liberale in Italia : essere la monarchia il fulcro stesso dello Stato . E la condizione intellettuale e morale del paese non si può dire peggiorata durante i venti anni di regno , che serio già scorsi . Chi sa dove il Bertani , che si dice ottimista , ha scoverto gl ' indizi dell ' imbastardirsi che il carattere italiano abbia fatto in quest ' intervallo di tempo ? Dio buono ! che riputazione si sarebbe egli acquistata nell ' arte medica , se v ' avesse usato con altrettanta leggerezza raccogliere i sintomi delle sue diagnosi ! Quando il carattere italiano gli è parso meno bastardo di ora ? Forse nel cittadino turbolento , crudele , licenzioso dell ' evo medio ; o in quello volpino e rotto ad ogni eccesso del decimoquinto secolo ; o nel dimentico d ' ogni patria , e già affranto dal dominio forestiero del secolo che segue ; o nel cicisbeo e nell ' arcade dei due secoli successivi ; o nel settario infiammato da una parte , e nello sbirro sagace dall ' altra del principio di questo ? Comparare i caratteri dei diversi popoli tra di loro , o d ' un popolo in diversi tempi , è cosa estremamente difficile , ed aperta , per sé stessa , a ' giudizi i meno fondati e i più strampalati . Ma , pur riconoscendo il moltissimo che resta a fare , per ridestare l ' antico rigoglìo della mente italiana e per rifarci gli animi , calunnia l ' età sua chi sconosce che e per l ' una cosa e per l ' altra qualcosa si è fatto . La franchezza del pensare e del dire , la schietta professione dei sentimenti propri , la libera difesa delle opinioni e dottrine che si credono le migliori , l ' assumere aperto della responsabilità in cui s ' incorre , la coscienza di appartenere ormai ad una nazione non dispregiata nel mondo , e senza il cui intervento non si concluderebbe nessun negoziato di valore generale tra gli Stati di Europa , son tutti germi onde il carattere nazionale nasce e si sviluppa , e onde è già cominciato a rinascere il nostro . Certo l ' esercizio della libertà politica ha sue proprie corruttele ; e , i partiti , che ne sono l ' istrumento e la forza motrice , hanno le più volte i piedi nel brago , quando anche toccano - che è raro - colla testa il cielo . Ma che i partiti vi sieno e sien tali , non è colpa della monarchia : e poiché nella repubblica non che continuare a persistere , s ' esacerberebbero e tumultuerebbero anche peggio , è ragionevole aggiungere che non sarebbe colpa neanche di quella . La colpa è dell ' umana natura , la quale non ha nessuna cura siffatta , che , sanandone alcuni mali , non ne promuova e non ne ecciti altri . Una repubblica già vecchia , quella degli Stati Uniti , ed una nuova , la francese , dovrebbero insegnare qualcosa ai repubblicani d ' Italia di buona fede . Dovrebbero insegnar loro che le degenerazioni morali degli uomini politici , non sono impedite dalle monarchie costituzionali , sono , si può dire , piuttosto fomentate che represso dalle repubbliche . Una forma di governo non è , per sé sola , in grado di pronunciare contro di quelle nessuno scongiuro , di far loro nessun incantesimo . E ciò poi che le aiuta sopratutto e le moltiplica , è la mutabilità e l ' incertezza degli ordini politici ; è la continua voglia del variarli , è l ' aspettazione che saranno altri domani , e bisognerà con altre arti , con altri aiuti agevolarsi la vita , o raggiungere la meta sperata . I tempi nei quali una rivoluzione è seguita senza posa da un ' altra , sono stati anche i più corrotti . Le rivoluzioni producono negli animi le stesse disposizioni che le pesti . Il più grande storico che sia vissuto dice di quelle : " Coloro i quali reggono le città , con titolo gli uni e gli altri specioso , quali a nome dell ' eguaglianza politica del popolo , quali a quello d ' un ' aristocrazia savia , parte volevano premio di ciascuno la cosa pubblica , ch ' era a parole la sola lor cura , parte , gareggiando per ogni modo a soverchiarsi l ' un altro , osavano le più atroci cose , e le eseguivano , non infliggendo le pene a norma del giusto e dell ' utile delle città , ma misurandolo al piacere proprio ; e possedendo il potere eran pronti a vincere il loro puntiglio o colla sentenza d ' un voto ingiusto o colla violenza del pugno " . E delle pesti : " Il morbo fu anche in altre cose principio alla città di vivere licenzioso . Che più facilmente osava ciascuno le cose che prima nascondeva , perché non fosse visto seguirvi l ' arbitrio del piacer suo : riguardando la volubile mutazione della gente fortunata che moriva di subito , e di quelli che non possedevan nulla prima , e ad un tratto entravano nelle stanze dei morti . Onde volevano i godimenti rapidi e il vivere a libito , stimando effimeri del pari corpi e i denari . E ad affaticarsi a quello che paresse bene non vi aveva nessuno l ' animo : riputando oscuro s ' egli non sarebbe venuto meno innanzi di raggiungerlo " . Nei due casi l ' incertezza del domani spezza e scioglie ogni disciplina nel presente ; e poiché pare che non resti che l ' oggi , il godere l ' ora che fugge è l ' unico proposito che sopravvive . " E ciò , aggiunge Tucidide , è stato sempre e sarà , sinché la natura umana resti la medesima " . Per fortuna , cotesti gridatori di rivoluzione , - mi scusi il Bertani , e tutti i repubblicani più o meno fervidi fratelli o cugini suoi , - sono gente antiquata . Non vorrei che paresse un paradosso a nessuno una verità così evidente ed umile com ' è quella che io son per dire . La vita sociale di Europa è in momento , nel quale nessuna delle quistioni ond ' essa è turbata , nessun dei problemi ond ' essa è impensierita o occupata , può essere risoluto da una mutazione nella forma del Governo , o d una rivoluzione intesa a produrla . Ciò che preme , al grado di civiltà intellettuale cui le nazioni europee sono giunte , è che i loro Governi riflettano e seguano la coscienza pubblica . Ora , l ' efficacia di questa è già tanta , che , anche quando lo Stato non è ordinato in modo da lasciarle una via abituale continua di manifestazione , essa ne trova una . Ma nei Governi liberi , nei quali le assemblee rappresentano , in uno od altro modo , immediatamente o no , la totalità dei cittadini ; la manifestazione dir cotesta coscienza pubblica è perenne , e , per una od altra via , esercita nell ' indirizzo dei Governi tanta influenza , che questi sono forzati , più o meno , o punto ripugnanti , a conformarvisi . E si attenda , a un fatto curioso e poco osservato . Le diversità delle leggi elettorali variano poco codesto effetto . Un ' opinione prevalente nel paese , - prevalente davvero , - finisce col prevalere nell ' assemblea rappresentativa di quello , o pochi o molti che siano i cittadini i quali hanno titolo ad esercitare il diritto di suffragio ; solo , se questi sono sproporzionatamente pochi , quell ' opinione avrà bisogno di due o tre elezioni generali per raggiungere la supremazia , che in un corpo elettorale più numeroso avrebbe raggiunto alla prima ; né l ' indugio fa sempre danno . Una vena d ' acqua , che attraverso più bocche , scorrerebbe tutta in pochi minuti , penerà un ' ora forse , se gliene è aperta soltanto una ; ma anche così scorrerà tutta . E d ' altra parte , i modi che la coscienza pubblica ha e tiene ad asserire il diritto suo , e a levare la sua voce più alto di qualunque altra , sono per lo appunto i medesimi in una monarchia o in una repubblica ; poiché la differenza sola che corre tra queste due forme , l ' eleggibilità e temporaneità del capo dello Stato , non influisce per nulla sul valore e sull ' efficacia della rappresentanza dei cittadini in ciascuna . Si sa quello che i repubblicani dicono . - Nelle monarchie ereditarie v ' ha qualcosa che ripugna alla ragione umana ; v ' ha la ricognizione d ' un diritto , che si fonda in un fatto indipendente dalla volontà della cittadinanza . L ' ordinamento dello Stato monarchico non è in tutto e per tutto razionale ; non risponde al vero , al reale , al certo , - son parole loro , - in ogni sua parte . Che uno , per ciò solo che è figliuolo dell ' altro , deva possedere ed esercitare una potestà suprema , trascende ogni diritto umano . Il diritto umano è , che ciascun uomo sia riputato pari all ' altro ; e tutti i gradi sulla scala del potere pubblico sieno conferiti dalla libera scelta del popolo . Ma appunto qui è il paralogismo fondamentale . Se il ragionamento è buono , non serve solo a distruggere la trasmissione ereditaria della monarchia , ma qualunque fatto , dal quale nella società umana provenga una disuguaglianza ; ed esige , che quella si ricomponga tutta , anzi persista e si travagli sempre nel ricomporsi , considerando ciascun suo membro , come spoglio a dirittura d ' ogni diritto , che non nasca dall ' assenso , comunque accertato , della cittadinanza . Se la vostra mento è siffatta , che vi pare contrario a ragione il riconoscere Principe chi non è stato creato tale dalla società stessa col suo suffragio , come non vi può parere contrario del pari , che altri sia ricco , sia primogenito , nasca da padre noto , anziché ignoto , o anche sia bello , sia fornito d ' ingegno , di per sé e per un arcano ordine , anziché per il consenso e il volere della società stessa ? La teorica , che non vuole nella società ammettere nessun fatto primigenio , e che non riconosca dal volere di essa stessa la sua ragione ed origine , non si accheta se non l ' ha prima svelta tutta dalle radici ; e i repubblicani che se ne voglion servire soltanto per abbattere la monarchia e sollevar la repubblica , non se ne intendono . Un ' esperienza pur lunga , e intelligibile ai più corti e più semplici , dovrebbe averli persuasi , che essi non sono in grado di fare al fuoco la parte , che sarebbe lor comodo di assegnare soltanto . Il resto brucia malgrado loro . L ' argomento fallace , che mettono innanzi per dimostrare la razionalità assoluta della repubblica , quando mancano loro tutti gli altri adatti a provarne l ' utilità attuale , è siffatto , che casca sul capo ad essi stessi , ed evoca dottrine e partiti , a ' quali tutto cotesto loro affannarsi intorno a un nome pare una beffa . Poiché qui è l ' error principale del Bertani e di tutti i suoi più o men concordi fratelli . Essi pongono il principal interesse in un punto solo della costituzione del potere esecutivo , e credono che il mondo sarebbe grandemente mutato in meglio , se il capo dello Stato fosse eletto a tempo , anziché essere ereditario ; ora , non solo questo miglioramento non s ' avvererebbe , ma il Governo ne diventerebbe , nella società nostra , più disadatto a compiere i fini che gli sono indicati . Oggi succede in verità alle società più civili e prospere quel medesimo che alle città antiche quando , pareggiato ogni diritto tra i cittadini antichi e le plebi sopravvenute , non restò altra distinzione se non tra i ricchi e i poveri , e una voglia irrefrenabile in questi di partecipare alla fortuna e al benessere di quelli . Come i repubblicani mostrano di non vedere ed intendere , che democrazia e repubblica non è tutt ' uno , così in genere non vedono neanche né intendono , che la democrazia , cara alle plebi , non è più quella la quale si contenta di pareggiare i diritti civili e politici tra tutte le classi , ma quella bensì che aspira a pareggiare tra esso i benefici sociali . Ora , la democrazia nel senso vecchio , - nel senso cioè , dell ' accomunare il diritto , sicché tutti sieno cittadini nello Stato , tutti sieno pari davanti alla legge civile e penale , e tutti , alle stesse condizioni , sieno in grado di prender parte all ' esercizio del potere politico , - non ha avuto bisogno della repubblica in nessun periodo del suo sviluppo . Così nei tempi antichi come nei moderni , le classi , alle quali nelle repubbliche era venuto nelle mani il governo , sono state singolarmente e tenacemente gelose di conservarlo a sé stesse . Sono state le monarchie , nell ' Europa moderna , quelle , che , nella lor guerra contro le aristocrazie feudali , hanno sopratutto sollevato e redento le plebi dalla loro soggezione civile e politica . E nello stesso modo , la democrazia , nel senso nuovo , nel senso davvero terribile e pauroso per l ' oscurità dei problemi che sveglia d ' un ordinamento sociale , i cui benefici si commisurino al lavoro attuale di ciascheduno , o , secondo altri , al bisogno di ciascheduno , qualunque sia la somma del lavoro di lui , - cotesta democrazia , oggi smaniosa e a tratto a tratto feroce , che esige tanta forza e prudenza nei governi che sono insieme chiamati a reprimerla e a soddisfarla , - non che richiedere una forma di reggimento politico , a cui la mutabilità del capo dello Stato scemi stabilità , vigore e credito , ne richiede forse una , in cui il potere esecutivo sia costituito ancora più fortemente , che nelle monarchie parlamentari non suole essere ; occorre , a dirla altrimenti , a trattarla , a vincerla , a calmarla , e persino , sin dove è lecito e possibile a contentarla , una monarchia non ridotta a zero , come quella che intanto il Bertani ci farebbe grazia di tollerare per poco , ma una monarchia , potente nel giro della sua competenza politica e sociale , gagliarda , fiduciosa di sé , supremamente attiva . Ci vuole un imperio non usurpato ; un imperio fondato in un ' antica tradizione di diritto , e in un attuale assenso di popolo ; l ' impero di Germania o la monarchia d ' Italia . Non paia strano , che , nel mio parere cotesta democrazia sociale va non solo compressa , ma , in una certa misura , contentata altresì . Però urge chiarirmi . è una quistione piena d ' ansietà , e non dilucidata a mio senno , abbastanza , se la condizione economica e morale delle classi operaie e campagnuole sia realmente migliorata da un secolo in qua . La dimanda , io la formulo così : Questo classi si sentono oggi soddisfatte della loro situazione più o meno di quello che fossero cento anni or sono ? - Giacché , è certamente importante il provare , che esse hanno ora maggiori diritti e più largo compenso del loro lavoro ; ma non basta all ' assunto , non si prova altresì , che il complesso delle lor circostanze è siffatto , che l ' esercizio di cotesti maggiori diritti e l ' uso di cotesti maggiori compensi producono ora nel loro animo una somma di soddisfazione più grande , di quello che un ' inferiore condizione giuridica e minori salari producevano in passato . Se la società intorno ad esse s ' è così mutata , che le loro voglie sono acuite in molto maggior proporzione che non sieno cresciute le loro capacità di soddisfarle , e le dottrine morali e religiose , che respirano ora , sono siffatte da turbare , commuovere e sollevare i loro spiriti , anziché mansuefarli e raddolcirli , come facevano prima ; non che esservi vantaggio di sorte , vi sarebbe infine grande scapito del loro benessere . Il Bertani si mostra molto pensieroso di ciò . Cita una massima d ' un illustre professore fiorentino ; - chi più ha , e più può , deve concorrere a chi non ha e non può , e la dice giusta . Davvero , quod superest , date pauperibus , è massima antica , e elle ha autore di molto più illustre . Ma essa non che scioglierlo , non tocca neanche il problema . La dottrina cristiana , per vero dire , mitigava questo di molto , e ne rinviava in infinito la soluzione terrena ; né per ora è dimostrato che si possa surrogargliene un ' altra con miglior frutto . Ad ogni modo , il problema , come è posto oggi , la trascende . Le classi infime , o quegli i quali parlan per esse , non chiedono nulla alla benevolenza altrui , e chiedono tutto alla presunzione del proprio diritto . Si può dire che questa è falsa ; e che il diritto inteso a lor modo , sconvolge e perverte tutte le relazioni giuridiche le quali nascono essenzialmente da quella che è la fonte d ' ogni diritto , la libertà di ciascuna persona morale . Ma ciò che bisogna ricercare , è , se a questa falsa presunzione di diritto non dieno occasione parecchie delle nostre leggi civili ed economiche , le quali , muovendo appunto dalla ricognizione di codesta libertà , hanno , come suole , perduto di vista i limiti e vincoli e doveri , cui essa è astretta dalle necessità del consorzio sociale , dalla necessità soprattutto , che l ' utilità di questo consorzio sia , il più che è lecito , sentita , usufruita , se non in maniera uguale , il meno disugualmente che si può , da tutti colori i quali v ' hanno parte . Certo la società moderna deve ritrovare in una nuova forma e che s ' attagli al suo genio , parecchie di quelle combinazioni di classi e d ' interessi , che sono state finite di distogliere sullo spirare del secolo scorso . Le associazioni degli operai , le società cooperative , le banche popolari sono , per mo ' di esempio , ricerche , tentativi di questa fatta ; ma siamo a principio . Ora , appunto qui i repubblicani d ' Italia hanno mostrato tutta la vanità loro . Hanno lungamente esitato se dovessero far causa comune cogl ' internazionalisti e co ' socialisti , e si sono nell ' ultimo Congresso risoluti di sì , intendendo che se v ' ha forza è in questi . Ma ciò che preme è da una parte il tenere i socialisti lontani da ogni influenza e pro dominio nello Stato , e dall ' altra lo studiare amorosamente i miglioramenti possibili nelle condizioni delle plebi ; ora , come i repubblicani non hanno saputo persistere nel primo punto , e anche hanno dato il più picciolo indizio d ' intendere il secondo . Dove invece il partito moderato e monarchico v ' ha atteso con molta cura , quando per iniziativa d ' alcuno dei migliori tra i suoi , quando per via di disposizione governativa o di legge . Il Bertani scrive non essersi visto in tutto il tempo dacché il regno d ' Italia esiste , se non provvedimenti fiscali . Di certo i Governi moderati si sono mostrati persuasi che la prima necessità fosse equilibrare il bilancio dello Stato , poiché uno Stato la : cui finanza duri disordinata , non è anche costituito , è prossimo a dissolversi , ed ha dentro di sé il principale fomito di rivoluzione che si possa pensare . Ma erra stranamente chi affermi che nello stesso tempo una gran trasformazione sociale non è stata fatta in Italia , la quale non manifesta tutti gli effetti suoi , solo perché la gravezza delle imposte e molte altre ragioni hanno fatto che i risparmi s ' accumulassero a stento , ed il capitale rimanesse caro e scarso . Non è qui il luogo di esporre a parte a parte gli elementi e i mezzi e i nodi di cotesta trasformazione , quantunque sarebbe lavoro utile il farlo . Ma mi basta ricordare le leggi sul Tavoliere di Puglia , sulla Sila di Calabria , sul riscatto delle decime in terra d ' Otranto , sull ' affrancazione dei censi , che hanno sciolta la terra , quasi già del tutto in Italia , da ogni vincolo e dai , ogni dannosa promiscuità di dominio ; le leggi di vendita della sostanza fondiaria , demaniale ed ecclesiastica e della censuazione dei beni ecclesiastici di Sicilia , che devono , per il modo con cui sono state fatte , avere moltiplicato , in maggiore o minore misura , il numero dei proprietari della terra , ed hanno , di certo , grandemente agevolato commerci e i trasferimenti di questa . Il credito agrario è stato fondato dallo Stato , e se nelle istituzioni che gli son proprie non è forse progredito quanto era desiderabile , per qualche difetto del loro organismo , le banche popolari , - una creazione quasi dovuta del tutto al Luzzati , e che , in mani e con norme diverse dalle sue , è andata sempre a male , - gli son venute in soccorso . Ad esse attingono il credito duemila contadini tra diciottomila agricoltori , piccoli proprietari , fittavoli ; e il moto della loro formazione è in via di sviluppo ed aumento continuo , e nell ' associazione ha acquistato ultimamente quella forza che nasce dal cospirare dei mezzi di tutte ad un fine , senza che nessuna perda di quell ' autonomia e spontaneità che le è necessaria ad acconciarsi al proprio luogo in cui vive . Il Minghetti , quando fu ministro d ' agricoltura e commercio , istituì il Consiglio del lavoro e della previdenza , che attese a studiare la riforma delle società di mutuo soccorso e cooperative , ed i mali e rimedi dell ' emigrazione , che diserta le campagne ; ed ora il Minghetti stesso da deputato , poiché il Governo è venuto nella mani di più colti , si vede , e maggiori uomini , ha proposto una legge sull ' emigrazione . L ' istituzione delle Casse di risparmio postali , il cui successo è già sicuro e notevole , è dovuta al Sella . Una legge che limiti e regoli il lavoro dei fanciulli nelle officine e nelle miniere vi sarebbe già , se la parte moderata non fosse stata , il 18 marzo 1876 , sbalzata di seggio . La legge che protegge i fanciulli vagabondi dalle insidie e dalle rapine di gente inumana e selvaggia , ha per autore il Guerzoni . Insomma , o poco o molto si sia fatto sinora in Italia per allargare il credito tra le plebi delle città e delle campagne , per volgere a fini utili e diffondere l ' associazione tra gli operai , per ispirare la voglia e l ' abitudine del risparmio , per un legittimo intervento dello Stato nella protezione di quei diritti che non sono capaci di difendersi da sé soli , migliorare insomma le condizioni sociali delle classi tra le quali la miseria e l ' invidia suole accreditare dottrine che sarebbero rovinose ad esso appunto per le prime , è tutto dovuto alla parte moderata , liberale , monarchica o dentro del Governo o fuori . La parte repubblicana non ha creduto degno di sé se non un ufficio solo : infettare di passione politica e volgere ad intento di cospirazione e di rivoluzione tutte le istituzioni popolari , nelle quali ha posto mano . Dove bisognava l ' amore tra le classi , ha ispirato l ' odio ; dove il lavoro sarebbe bastato a sanare le piaghe , ha consigliato l ' ozio del fantasticare rivoluzionario che le avvelena e le inciprignisce ; dove si grida da tutti pace , pace , pace , come la sola invocazione atta a calmare gli sdegni che , minacciano le società nostre , costoro non si sono dilettati né si dilettan che di gridare guerra , non parendo loro che la salvezza sia se non nel sognato assoluto predominio di talune idee e persone e nella sperata assoluta servitù , anzi annientamento , di altre persone ed idee . Ciò che manca loro è l ' intuito vivo di questa società nostra così complessa , la cui vita è la varietà molteplice dei desideri , delle opinioni , delle aspettative , e il cui progresso non può essere se non un risultato lento , continuo , degli accordi che via via si fanno tra tanti contrasti . In che questi accordi o tra tutti o tra molti o tra parecchi di tali contrasti possano succedere in ciascun momento della vita politica di un paese , è la dimanda a cui risponde di caso in caso un programma pratico di governo , programma che i diversi partiti devono e possono presentare ciascheduno alla sua volta , secondo e quando par giunta l ' ora che l ' inclinazione , l ' istinto , il pensiero principale dell ' uno o dell ' altro abbia l ' indirizzo della cosa pubblica . Il libretto del Bertani per piccolo che sia basta a provare che un siffatto programma di governo manca a quel gruppo di repubblicani , del quale egli si crede particolarmente il capofila . Son già tre anni che l ' Italia sta imparando che il programma non manca soltanto ad essi , ma anche a tutta quella sinistra colla quale sono andati in compagnia , e che menava così gran vanto , prima che fosse vista all ' opera ma che ai fatti , per usare la molto tenue frase del Bertani stesso , ha avuto troppo inadeguato successo . La ragione di questo fiasco è una sola : nelle condizioni attuali della società un programma siffatto non può essere se non il frutto di molta coltura e di un pensiero serio . Questa necessità , anzi , costituisce ora la nobiltà dell ' arte politica e la dignità dell ' uomo di Stato . Ora è doloroso , è pernicioso in un Governo parlamentare che i partiti s ' alternino al Governo , senza che appaia la ragione del loro alternarsi consistere in una vera e chiara diversità d ' idee . Il paese s ' induce a credere che la loro gara non sia se non il frutto d ' una ambizione abbietta e sterile , e coll ' abituarsi a disprezzarli , si svoglia altresì di quelle forme di governo nelle quali la loro azione e vicenda è efficace e necessaria . Il caso è strano davvero . La Sinistra venne al governo col pretesto che la Destra in una questione speciale , donde si concludeva a tutto l ' indirizzo politico suo , esagerasse l ' ingerenza e la competenza dello Stato . Ora , in un tempo breve , le cose son voltate in maniera , che la creazione del terzo Ministero di sinistra ha avuto , tra molti altri motivi , di certo anche questo , che nel partito si è sviluppata un ' opinione favorevole all ' allargamento dell ' ingerenza e della competenza dello Stato . Il Bertani vuole che tutta l ' istruzione primaria sia messa nelle mani di questo e tolta ai , comuni . Eppure , quando un ministro d ' istruzione pubblica propose , che la libertà de ' comuni nelle nomine dei maestri fosse soltanto ristretta e regolata così , che la professione del maestro elementare diventasse sicura , e desse qualche speranza di un aumento di salario via via che s ' inoltrava negli anni , trovò piccolo appoggio , per vero dire , a destra , ma nessuno a sinistra . Un istituto , la cui utilità morale può essere grande , - quello che accoglie in un convitto i figliuoli dei maestri elementari poveri per educarli gratuitamente , - è rimasto rattrappito e senza espansione , dacché il governo è uscito fuori dalle mani della parte moderata . E l ' Assemblea , eletta nel novembre dell ' anno scorso , ha votato molte leggi concernenti , l ' istruzione primaria son tutti disegni già presentati prima ch ' essa fosse evocata da un fiat violento del primo Ministero di sinistra ; disegni d legge che dall ' avere aspettato tanto non hanno tratto altro vantaggio se non di venir fuori le deliberazioni della Camera monchi e storpi , ed incapaci in buona parte di produrre gli effetti utili che ne sperano . Del rimanente , oggi la situazione è siffatta che , l ' Italia aspettasse qualcosa , non aspetterebbe altro se non d ' uscirne al più presto . Il Ministero , che , composto degli uomini , si credeva , più radicali che sedessero a mancina della Camera , è intanto tollerato dal Bertani , in quanto a lui pare e ne spera , che prepari la fine , senza inutili violenze a tempo e luogo , della monarchia , non si reggerebbe senza l ' aiuto della parte moderata , che , certo , ha tutt ' altro intendimento e desiderio . Pure la parte moderata gli sa grado di aver tratto il governo fuori di mani violente , e di aver fermato quella putredine di discredito che lo corrodeva , ed umiliava insieme il paese ; e non vedendo possibilità di avere uomini suoi a capo dello Stato , preferisce tra tutti , avversari dei quali è lecito di avere stima . Se non che ciò produce due effetti : primo , che il governo , retto da uomini forzati a cercare appoggio fuori della parte loro propria , e che in questa stessa non ne trova non a patto di fuorviare , non ha indirizzo chiaro , sicuro , fecondo , ed inverte in ogni suo atto , per cansare pericoli ed urti , le relazioni nelle quali l ' Assemblea dovrebb ' essere con esso , aspettando invano d ' esserne guidato anziché presumere di guidarla esso ; e poi , che intanto i repubblicani , che possono concepire di tali speranze , quali il Bertani , il più temperato di tutti , esprime , hanno la commodità , la sicurezza di esser lasciati espandersi , ordinarsi , contare i lor numeri , e combinare le loro forze . E ciò è il peggio : che quest ' aumento delle loro influenze ed attinenze , - naturale in tutte le parti estreme , che non trovano vigili le opinioni contrarie , - non è già un frutto di disposizioni effettive del ministri o delle segrete o palesi intenzioni di essi , bensì una conseguenza forzata , inevitabile , dell ' aria che respirano , dell ' ambiente nel quale vivono . Finché rimarranno al governo , forse non si vedrà nessun segno esterno del lavoro sotterraneo che pure si compie , sopratutto se durano poco ; ma il giorno che , per qualunque cagione , dovessero uscirne , e la direzione dello Stato venire in mani più risolute e sicure , voi vedrete il suolo scoppiare in più luoghi . Oggi l ' Italia ha l ' aspetto più sereno che qual sia altro paese d ' Europa ; la politica ci sveglia così pochi odii , gare e vendette , che sembriamo quasi dimentichi di noi . Ma non ci illudiamo : si preparano , crescono , invigoriscono quelle forze e disposizioni morali nei partiti contrari al presente ordine di cose , sia perché monarchico , sia perché unitario e nazionale , le quali o prima o poi turberanno , se non vi si pensa a tempo , tanta serenità , e noi vedremo rinnovarsi gesta e fatti , dai quali sembriamo lontanissimi ora . La caduta della parte moderata , e , - come è naturale , sopratutto in una parte che non è capace per sua essenza di nessun vigoroso ordinamento interno proprio fuori della generalità della cittadinanza e del governo , - la diminuzione della sua influenza e seguito nel paese , va producendo il necessario effetto suo , il gonfiare cioè delle parti radicale e clericale non atte che a cozzare l ' una coll ' altra , e a preparare al giovine Regno dolorosi giorni . Intanto , se è vero ciò che si è detto dianzi , che le condizioni attuali delle classi operaie delle città e delle campagne vogliono Governi di forte mano e di molta iniziativa , noi , si vede , siamo appunto come non dovremmo essere . Abbiamo un Governo siffattamente avviato , da dovere necessariamente riuscire fiacco ed infecondo . Dove la certezza dell ' indirizzo politico e la copia delle idee dovrebbero abbondare , l ' oscillazione di quello e la penuria di queste appaiono solo . Dove si dovrebbe vedere elevarsi sicura e rigogliosa una politica , che , salda ed immobile nella persuasione di tutti , sulla base d ' una monarchia non diminuita di potere né di prestigio non si lasciasse sviare , nel pensiero temperato e continuo della riforma efficace dello Stato , da ghiribizzi di uomini e di partiti , ma ascoltasse solo la voce della coscienza pubblica , si vede , invece , una politica interna , da cui ciascuno è in grado di sperare le cose più opposti , ed una politica esterna , che , se l ' Italia non avesse ereditato dal Piemonte un posto nel consorzio internazionale degli Stati di Europa , niente prova che l ' avrebbe acquistato oggi essa stessa . Se qualcuno ci fosse di parola o di penna tanto potente da infondere nell ' animo de ' cittadini un vivace sentimento della situazione dello Stato , l ' aspettazione di quelli sarebbe certo questa , che il medesimo uomo trovasse la via di trarneli fuori . Ma quest ' uno oggi manca ; e quell ' ansiosa aspettazione naturale che manchi anch ' essa con lui . L ' Italia , che non aspetta la Repubblica , né , nelle condizioni presenti , un Governo rispondente ai bisogni della civiltà sua , vuole soltanto , che nell ' intervallo i partiti estremi non l ' arruffino , né affievoliscano le instituzioni nelle quali ha fede . Il progredire è il desiderio di tutti , ma richiede due cose : stabilità , nel punto onde sì parte ; certezza a mano a mano nella meta ove s ' intende giungere . Dice a ragione il Mill , che le forze colle quali si conserva lo Stato , son le stesse che , in un diverso grado d ' intensità , ne effettuarono il moto e il progresso . I repubblicani vogliono invece rendere mobile e scorrevole il punto di partenza ; e quanto meta , ne vedono una sola , il capo dello Stato elettivo ed a tempo . L ' Italia , si può esser sicuri anziché aspettare ciò , è impensierita invece , che non prendano troppo balìa quegli i quali l ' aspettano . Non è contenta in ogni parte , - e come lo potrebbe essere ? - del suo ordinamento amministrativo , finanziario , economico ; ma è abbastanza vecchia , matura , assennata , per intendere che questo continuo vocìo che si deve ogni cosa e sempre rifare da capo , questa smania di leggi , che non si votano oggi , se non per dire che s ' hanno a rifare domani , e rumore di ciarlatani , innocenti e inconsapevoli , che stordiscono prima sè e poi altrui . Essa vuol camminare , sì , ma come persona sana ; non già come persona ebbra o riarsa dalla febbre . Gli ultimi due anni devono avere insegnato a tutti , che schermire il dolore col dar volta , non lo scema ; che v ' ha necessità di cose , cui la mutazione do ó li uomini non varia né altera punto ; e che i progressi veri sono cosa affatto diversa dalle promesse vane . Il paese è tutt ' altro che inclinato ad immaginare , che una modificazione in un punto della forma esterna dello Stato , migliorerebbe in nulla ciò che gli può parere desiderabile d ' emendare o rinforzare nella sua vita . ù troppo sperimentato , per credere , che con siffatta modificazione esso , come il Bertani dice , recherebbe in atto un ideale ; né la sua storia mostra quella vaga caccia d ' ideali , che l ' autore nostro molto bizzarramente figura attraverso , i secoli , e persin nel Papato . Sa invece , che qualunque modificazione di questo genere , anzi qualunque avviamento ad essa lo turberebbe profondamente , e vi susciterebbe una lotta intestina che , s ' anche non diventasse sanguinosa cesserebbe perciò d ' essere grandemente perniciosa ad ogni tranquillo e fecondo avvenire . I monarchici non si devono lasciar dire , ch ' essi si contentano d ' un ideale di Stato inferiore e men bello di quello che i repubblicani agognano . Né , devono parere come vergognosi dell ' ideale loro , accettando per patto , come s ' è visto , che in un banchetto politico non si cominci dal far brindisi al Re e alla Regina , o in una cerimonia pubblica si dica avanti ad essi silenziosi che la monarchia è un succiamento terribile delle forze vive d ' una nazione ; dove qui sentiamo il contrario . L ' inferiorità della forma monarchica è un falsissimo assunto ; mai quelli , che l ' accettano , e si contentano di difendersi coll ' opportunità momentanea di non mutare , preparano negli animi la distruzione della forma stessa . La monarchia ha questo beneficio sopra tutti gli altri ordinamenti politici , che essa sola , in una società come la nostra , impedisce che questa diventi da cima in fondo il ludibrio degl ' intriganti politici , ed è in grado di salvarla da questi , se per poco prevalgono ; e mentre essa è capace di tollerare ogni riforma dello Stato davvero progressiva , dà al Governo la forza di aspettare , che la riforma sia davvero riconosciuta tale , e voluta come tale dalla coscienza generale della cittadinanza . Qui è la salvezza dell ' Italia avvenire ; non cadere nelle mani degli sperimentatori arrisicati , che proclamano per speranze sue le loro proprie . Qui è la politica vera : non avventurare mutazioni nelle leggi e negli organismi sostanziali dello Stato ; ma , posta come sua forma certa e sicura la monarchia , ricusare ogni mutazione , che si annunci come il prodotto di speculazioni subiettive o di vanità di persone , e insieme non ricusarne nessuna la quale appaia veramente dettata da una larga , matura , costante convinzione del paese . 1 luglio 1878 LA SITUAZIONE DEL PAESE E IL DIRITTO D ' ASSOCIAZIONE I V ' ha qualcosa di guasto nello StatoDi Danimarca .... . dice Marcello nell ' Amleto ; e Orazio risponde : Iddio provveda . Vi sarebbe egli qualcosa di guasto in Italia ? Bisogna riguardarvi ; e ad ogni modo , col beneplacito di Dio , provvedervi noi . Io non sono sgomento ; anzi , devo dire , chi fosse sgomento , non mi parrebbe adatto a giudicar bene , e a distinguere le magagne reali dalle fantastiche . Il ministero che ci governa ora , venne su spinto sopra tutto dal sentimento , eccitato dagli scritti dell ' illustre letterato che ne fa parte , e dagli atti e dalle parole dei più autorevoli dei suoi colleghi , che le amministrazioni dello stesso suo partito ond ' era stato proceduto , non avessero rialzato il carattere morale del paese . La sua venuta rispose al desiderio generale , intanto , di respirare un ' aria più schietta , più pura , più libera . L ' onor . presidente del Consiglio , discorrendo il 15 ottobre a Pavia , suggellò l ' origine sua e dei suoi compagni con un motto : non saremo abili , ma onesti . E nessuno può negare che questa sorta d ' onestà appartenga a lui e a ' suoi colleghi principali in due rispetti ; poiché essi sono e privatamente onesti , e politicamente altresì , sin dove almeno onestà politica vuoi dire fedeltà alle opinioni espresso prima di giungere al Governo . Vero , che il Ministero , com ' è rimasto composto sin a qualche giorno dopo il discorso di Pavia non si poteva tutto insieme appropriare l ' onestà politica così intesa . Ma appunto il discorso di Pavia l ' ha disciolto ; e quegli tra i suoi membri , i quali non s ' erano associati prima né avevano potuto convenire poi nelle opinioni manifestate alla Camera o seguite nella condotta del Governo dal presidente del Consiglio o dal ministro dell ' interno , ne sono usciti . Però il presidente del Consiglio è stato autorizzato dal re a scegliersi altri colleghi in luogo de ' tre dei quali le dimissioni sono state accettate . In questa scelta non è anche riuscito né bene né in tutto ; ma quando vi sarà finito di riuscire e sin dove è riuscito già ora , si dovrà dire il Ministero ormai è tutto d ' un pezzo , ha detto quello che vuole nella politica interna , nell ' estera , in amministrazione , in finanza ; e il paese sa quale è la via per la quale deve essere menato , e può misurarla . Né tra i due discorsi di Pavia e d ' Iseo corre maggior differenza di quella , davvero grandissima , che distingue un uomo esperimentato da uno punto pratico nel discorrere , soprattutto quando il primo ha avuto modo di parlare avanti ad un uditorio più serio e meno smanioso del secondo . I tratti del programma del Governo sono , insomma , gli stessi ; ed è lo stesso il senso e il valore o l ' effetto . Noi siamo quindi , nella migliore condizione per discutere gli affari pubblici come s ' addice ad uomini liberi . Non abbiamo nessuna ragione o pretesto di disistima vicendevole ; e sappiamo , con quanta precisione è possibile , la mira cui intende dirigersi o si dirige , suo malgrado , il Governo . Non è mio pensiero il discutere a parte il programma del Ministero . L ' ha fatto l ' onorevole Minghetti a Legnago , colla sua chiarezza e facondia mirabile ; e non mi gioverebbe a nulla qui il provare che l ' onorevole Zanardelli non è stato in grado di rispondergli ad Iseo . Il mio disegno è tutt ' altro ; né intendo colorirlo , ma appena accennarlo . Che vuol egli dire sostanzialmente , io mi chiedo , l ' avviamento attuale del Governo , e quale è , rispetto ad esso , la situazione morale del paese ? Se devo ridurre le molto parole in poche , noi siamo a questo , che la mutazione succeduta il 18 marzo del 1876 , nella prevalenza dei partiti in Parlamento ha ormai acquistato un senso chiaro . Il fumo , dal quale questo era stato annebbiato , delle riforme amministrative e finanziarie , s ' è dileguato o ha preso tutt ' altro colore che bigio . Se quelle eran la meta cui il paese agognava , il moto in cui s ' è messo per giungervi , le ha oltrepassate . Se resta qualcosa del desiderio di quelle , se il pensiero del Governo vi accenna tuttora , non è più meramente amministrativo , non è meramente finanziario il criterio che vi si applica . Il criterio è sopratutto politico . Nell ' amministrazione si allarga il campo del potere elettivo ; nella finanza , con un intento benevolo , ma non ponderato , e che nei modi coi quali v ' è dato effetto , non è in grado di condurre se non a conseguenze appunto opposte , si ha il proponimento di aggradirsi le classi popolari . La principale questione è diventata per oggi la riforma della legge elettorale , sicché il suffragio riesca poco meno che universale , e ne resti parte esclusa , parte infinitamente scemata di peso , la parte più soda , più tranquilla , più conservativa , meno torbida del paese . Per aggiungere valore a vigore a quella invece più mobile , più inquieta , più agitata , più novatrice , è mutato persino il modo del suffragio , e surrogato a quello uninominale , che abbiamo ora , senza temperamento di sorta , lo scrutinio a più nomi in ciascun collegio sicché s ' accresce di gran lunga il bisogno dell ' organizzazione e della concitazione e dell ' intrigo largo , diffuso , corrotto , dei partiti politici . Contro questa prevalenza d ' un criterio meramente politico nell ' azione legislativa dello Stato , la coscienza del paese stesso ha combattuto persino durante le due prime amministrazioni di Sinistra ; ma ora , come pur doveva essere , segno incontestata , ed a ragione poiché s ' illudevano coloro i quali immaginavan che una mutazione come quella succeduta tre anni or sono , potesse cansare di arrivarci . Ma è chiaro che cotesta prevalenza non si fermerà qui . Il potere elettivo accresciuto di valore e di estensione nelle amministrazioni locali , la finanza disordinata per apparenza di beneficare le classi meno agiate , il suffragio così dannosamente allargato , lo scrutinio di lista , diventerebbero di per sé stessi il mezzo naturale , infallibile di modificare più tardi la costituzione politica dello Stato ; però , in Italia non aspetteremo che operi . Qui non si avrà pazienza che le riforme politiche maturino lentamente nella coscienza del paese ; basta che spuntino nella fantasia d ' un uomo di Stato , o di poco o di molto credito , per diventare oggetto di deliberazione legislativa . Si può stare , quindi , sicuri che proposte di modificare lo Statuto ritorneranno ad apparire anche prima che cotesti mezzi di più viva agitazione politica sian diventati operosi , e saranno , assai probabilmente , il primo pasto che si vorrà imbandire ad un ' assemblea rinnovata . Già uno dei principali uomini di Sinistra aveva fatto , di tali modificazioni , il punto principale del suo programma di governo ; e se il terzo Ministero di Sinistra non ne discorre ora , niente vieta che non ne discorra poi , o che un quarto Ministero non ne discorra invece di esso . L ' avviamento è là ; e s ' illuderebbe stranamente chi credesse che eccitato cotesto più vivace moto politico nel paese , si potrà fermarlo innanzi che se ne sia visto qualche effetto nella costituzione dei poteri pubblici . Invece , è da dubitare , se sarà agevole di dargli una sosta , quando avrà raggiunto qualcuno degli effetti soltanto previsti ed annunciati ora tra gli uomini i quali , venuti da diversa parte , consentono oggi , con più o meno persuasione , nell ' aver fede alla monarchia . Difatti uno dei fenomeni più naturali , più necessari nei moti politici è questo , che in essi un pensiero scoppia dall ' altro , una voglia dall ' altra ; e s ' intende ; il proprio di essi è di suscitare desideri di aspettazioni , che non riesce loro poi , in nessuno dei passi successivi di soddisfare . Sicché si lusingano sempre , che occorra fare un passo più in là , perché quella soddisfazione aspettata arrivi . Questo a me pare il carattere fondamentale nel Governo , il suo intento od effetto principale : eccitare un moto politico nel paese , fare che la fibra politica dentro il corpo suo diventi più eccitabile e più eccitata . E qui spieghiamoci ; non voglio dire che esso preveda che un moto siffatto deva o possa essere distruttivo delle istituzioni , o che miri a questo . L ' accusa delle intenzioni è la cosa più contraria alle abitudini della mia mente , Ora in quali condizioni è il paese , nel quale il Governo esercita un ' azione siffatta ? Il paese nella sua molto gran maggioranza non ha nessuna voglia di una vita politica più agitata , di esperimenti politici insoliti e nuovi . Si può con sicurezza affermare , che esso è invece stanco di quella tanta che ha avuto sinora , e chiede riposo . Però , si aggiugne , che non avendo tratti dalla ricomposizione nazionale quei benefici che ne aveva sopra tutto e con troppa fretta sperati , ed essendo stata quella accompagnata da sacrifici non pochi e di natura da non eccitare per lo più gli entusiasmi atti a rendere leggieri e sopportabili i più acuti dolori , cotesta gran maggioranza , svogliata da esperimenti nuovi , non si sente molto alacre e risoluta a mettere da sé ostacolo valido alle minoranze , che ne tentassero in un momento opportuno . La cittadinanza , insomma , guardata nel suo complesso , è in un ' ora di sconforto , in una di quelle ore che vogliono Governi seri e forti per trascorrere senza danno trabalzi e pericoli . Ma minoranze turbolente ve n ' ha in Italia ; ve n ' ha di quelle , che vogliono ricondurla indietro , e di quelle non più perniciose , ma più rigogliose , alle quali le trasformazioni , che ha già subite , non bastano . E v ' ha un intervallo di tempo , nel quale cotesta , minoranze d ' intenti opposti cooperano allo stesso fine , cioè minano a loro potere e scalzano d ' accordo lo Stato ; e noi siamo in questo intervallo . Lasciando stare le minoranze retrive , che hanno contrario il genio dei tempi e la fortuna , prendiamo quelle che si chiamano e si credono progressive o radicali . Ve n ' ha di due sorta , repubblicano e socialiste ; quelle mirano a mutare la forma politica , queste , di giunta , l ' assetto sociale dello Stato . Camminano , però , per un pezzo insieme ; poiché le seconde credono di non poter riuscire a mutare l ' assetto sociale dello Stato , senza averne innanzi mutata la forma politica . Ora , un fatto è certo , che queste due minoranze in Italia esistono ; e si organizzano e si agitano e si diffondono ogni giorno più , se è incerto quanta sia la forza rispettiva di ciascheduna . Ed un altro fatto , è anche certo , che gl ' internazionali non si contentano delle città , e già travagliano le campagne ; e se le mie informazioni sono esatte e veridiche , in più d ' un luogo dell ' Italia centrale , le relazioni tra coloni e proprietari se ne risentono , ed hanno perso o vanno perdendo l ' antica cordialità e fiducia . Il Governo guarda con diverso occhio coteste due minoranze turbolente . Non già che consenta nel disegno delle une e non in quello dell ' altre ; le ripudia , in cuor suo , amendue . Ma nel sommo della bocca non discorre della minoranza repubblicana collo stesso cipiglio e disprezzo con cui discorre della minoranza socialista . In ciò non discorda dal primo Ministero della stessa sua parte , quantunque questo finisse per alienarsele e minacciarle amendue . L ' effetto di cotesta maniera di giudicare è , che la minoranza repubblicana nella quale il ministero aveva già grandi amici prima , non l ' inimica ora ; anzi , la parte di quella , che ha accettato d ' entrare in Parlamento , e di giurare , aspettando , al re , è il partito parlamentare , sul quale , sopratutto oltre al piccolo gruppetto suo , il Ministero può meglio contare . Né la minoranza socialista , quantunque minacciata , l ' osteggia fieramente ; primo punto , non vede , gli effetti seguire alle minaccie ; poi quel tanto di favore indebito secondo noi , di libertà legittima secondo il Ministero , ch ' è consentito alle associazioni repubblicane basta intanto alle socialiste . Né la minoranza repubblicana discuto in astratto soltanto o aspetta a mani giunte . O molto , o poco , o punto numerosa che la sia , essa apparecchia i due mezzi necessari dell ' azione sua : l ' allentare , il dissolvere , il tentar di corrompere la forza ordinata dello Stato , e l ' organizzarne una sua . I circoli , che hanno preso nome da un caporale , fellone contro il re e i suoi compagni ; i tiri a segno repubblicani , son prova di questa doppia azione . Il Ministero ha in vero tanto orrore de ' primi , quanta è la impotenza che sente a reprimerli ; e i secondi spera di dominare con una legge generale sul tiro a segno , che non avrà altro effetto , se non di aggiungere forza a quelli soli . È infatti assurdo credere , che il complesso dei cittadini , cui non muove una passione politica , consenta a spendere il suo tempo nel prendere una abitudine delle armi , dalla quale non aspetta nessuno effetto . Le cose dette bastano a provare , che se la maggioranza è restia all ' agitazione politica , è aliena dal tuffarcisi , dal continuarla , v ' ha minoranze ardenti appunto a farlo esse ; e poiché in generale checché il Ministero dica , non sentono in esso un ostacolo o neanche un nemico , la disposizione dei loro animi non è quella stessa che sarebbe , sapessero al governo un Ministero , che , pur rattenendosi , per ossequio alla legge secondo che l ' intendesse , dal molestarle , avesse e presso quelle e in tutto il paese la riputazione di esserne inimico risoluto e schietto . Sarebbe soverchio il dire , che essa creda il Ministero consenziente , come di certo non è ; ma sarebbe anche falso l ' asserire , ch ' esse vi vedano una di quelle barriere che non si saltano . La minoranza repubblicana immagina che una parte non picciola di coloro i quali già le appartenevano ed ora si sono dilungati da essa , non dissentono però da questo concetto , che , cioè , ove la repubblica deva venire per effetto d ' una deliberazione del paese lentamente maturata , tranquillamente effettuata , non vi sia nulla a ridire . Il che sarebbe vero , un ' esperienza già lunga non insegnasse che deliberazione del paese vuol dire volontà di pochi , imposta a molti , od a tutti ; e se la compagine così recente dell ' Italia ricostituita potesse resistere alla prova a cui la si sfida . Noi abbiamo , dunque , minoranze vogliose di disfare , una maggioranza svogliata di affrontarle , ed un Governo a cui quelle si affidano più che questa . D ' altra parte , se noi guardiamo fuori delle parti politiche , non troviamo nulla che temperi il danno della situazione di quelle . L ' Italia è stata sorretta in tutto il suo cammino sinora da una condizione di cose nel rimanente d ' Europa , che l ' è stata favorevole in due rispetti . In primo luogo il moto nazionale e liberale , che ha avuto un ripiglio fortunato in Italia nel 1859 , si vide seguìto da moti consimili nel resto d ' Europa . Dopo il 1859 , la libertà costituzionale , accreditata presso di noi dagli eccellenti suoi frutti , prese piede in Austria ; l ' Ungheria ritrovò un assetto nazionale ; il Governo dell ' imperatore Napoleone s ' allentò , e cominciò ad accogliere alcuni de ' principi e norme dei regimi liberi ; la Germania accelerò , confermò un riordinamento nazionale più vigoroso . In secondo luogo , noi non restammo mai soli ; fummo prima colla Francia contro l ' Austria ; poi contro questa stessa colla Germania ; infine , compimmo la nostra impresa se non con piacere di tutti , senza opposizione di nessuno . Oggi , nei due rispetti , la situazione è mutata . Noi non troviamo né nell ' interno degli Stati una condizione , un avviamento conforme a quello dello Stato nostro , né nelle relazioni di nessuno degli Stati forestieri un concorso , un aiuto a qualcuno dei nostri interessi , senza dire che neanche di questi si vede un ' idea chiara e precisa , né nel Governo né nel paese . L ' amicizia dell ' Austria , la più utile per noi , poiché nessun ' altra ci permette meglio di attendere con successo e quiete agli affari nostri , c ' è messa a pericolo e dalla sua politica nell ' Oriente , a cui noi non ci possiamo associare senza danno , e dalla condotta del Governo italiano , che lascia ad una parte politica , la quale infine mette capo a Garibaldi e si collega col Ministero stesso , minacciare alcune Provincie austriache , solo perché in tutto o in parte abitate da Italiani . La politica interna della Germania è costretta dal socialismo a pigliare un indirizzo affatto contrario a quello in cui siamo noi , ed a stringere i freni , dove noi diciamo , che non ve ne sia ; né la sua politica estera è meno alienata dalla nostra , poiché quella è tanto chiara quanto la nostra è buia ; e durante tutta la crisi orientale , e prima e innanzi e durante il Congresso , s ' è visto che i tentativi del Ministero italiano di prendere a guida la Germania son sempre falliti , poiché questa non intendeva fare da guida . S ' aggiunge che il Governo germanico non può ora essere senza qualche grave sospetto verso di noi , poiché teme che tutta la nostra condizione interna ci cacci verso la Francia , e ci avvicini questa necessariamente . E certo è così ma in verità essa ci avvicina in Francia piuttosto a u partito che non a tutto il paese ; e quantunque quel partito abbia ora il disopra , e l ' avrà per qual che tempo , la sua fortuna non è la migliore àncora di salvezza per noi , anzi può diventare la maggiore spinta ad una rovina precipitosa nell ' intorno del nostro Stato in uno di quei sussulti e sobbalzi che arrivano improvvisi , e scuotono sin dalle fondamenta gli Stati , già preparati a saltar da una lunga debolezza del Governo . Questa cattiva situazione estera , nuova nella storia del nostro Regno , concorre a schiacciare , ad intorpidire gli spiriti . Sentire di essere diventati grossi e rimasti piccoli insieme , soffoca , angoscia , dissolve . Un paese non respira largamente , non vive prosperoso se non lo consola il pensiero ch ' esso è qualcosa e per qualcosa al mondo . I popoli , come le persone singole , muoiono chiusi in sé medesimi . Ora , noi non sappiamo dove il nostro nome oggi , dove la nostra influenza arrivi ed abbia , non ch ' altre , un senso . Il mondo è per noi lo spazio , donde ci sentiamo , son per dire , esclusi . Non è meraviglia , che nessuna nostra operosità sia eccitata , rinfrancata da una tal condizione di cose dentro e di fuori . L ' agitazione politica , non consentita da tutto il paese , non l ' avviva , ma l ' assonna ; la sua fibra non ne è fatta più sensibile ma più indolente . Se la sicurezza degli animi è per poco scossa , e la mente pubblica è tenuta sospesa da disegni vari e confusi , e delle molte vie , che le si tracciano dinanzi , non gliene s ' apre nessuna , e si diffonde una mala soddisfazione di tutto e di tutti , e non si vede uomo , nella cui mano s ' abbia fede , e tutto diventa falso e posticcio , lodi e biasimi , - l ' effetto può essere uno solo : che ciascuno aspetta e nessuno fa . Sarebbe uno studio grandemente utile e d ' infinito interesse l ' andare additando i riflessi di questa generale disposizione di spirito nei commerci , nelle industrie , nelle amministrazioni dello Stato , delle Provincie , dei Comuni , nelle scuole , nei libri , in tutto il moto morale e intellettuale del paese , ma non è il mio pensiero d ' entrare qui in questo studio . Mi piace rimanere nella sfera dell ' azione governativa ; della quale quando fosse mutato l ' indirizzo , io credo cotesta disposizione morale degli spiriti si correggerebbe . Poiché , l ' azione del Governo sull ' andamento d ' una società non è sempre ugualmente potente , nei casi , nei quali la magagna , che vizia un paese , è quella che s ' è detto , - una spossatezza grande della maggioranza , e un ' irrequietezza crescente delle minoranze , - e lo Stato è recente e s ' è , come il nostro , eretto su un gran sentimento nazionale , dipende dalla condotta del Governo poca meno che in tutto , il risanarlo e il ridargli la lena . Ma ciò non possono i Governi , i quali , in luogo d ' assumere iniziative grandi , le schivano tutte ; e in luogo di esercitare sul paese i poteri che sono la tutela naturale di questo , vi rinunciano . Ora , questo appunto è il caso nostro . Il Ministero , sollecito di promettere e presentare leggi , che stuzzicano gli appetiti malsani , intanto , raggrinza le funzioni sue ; ed ha aria d ' un uomo che , piegato , le braccia , guarda molte forze disordinate contendersi il predominio , curioso di vedere quale deva prevalere infine . Questa indifferenza gli pare una virtù e una dottrina ; e da essa è nata tutta la sua teorica dei doveri , che gl ' incombono rispetto alle associazioni repubblicane , le quali lascia così tranquillamente ordinare e largamente diffondere . II Ora , rinviando ad altre occasioni il penetrare più addentro nello spirito pubblico , e il riguardarne più lati , io voglio esaminare qui , se la teorica esposta e seguita dal Ministero su questo punto è vera , e quali sono i pericoli ch ' essa possa produrre . Altri soggetti , in effetti , possono essere più dilettevoli , ma nessuno più urgente . Ora , a me non pare che la dottrina del Governo sia vera , né che sia a dirittura impossibile il ritrovare una dottrina giusta su questo soggetto delle associazioni e il praticarla con rettitudine , senza indulgenze colpevoli o violenze arbitrarie . Che è lo Stato ? è una associazione naturale , primigenia e necessaria , nella quale le relazioni tra quelli che lo compongono sono determinate dal diritto e dall ' utilità , e siffattamente ordinata , da potere estrinsecare tutti i poteri e compiere tutte le funzioni , che sono richieste dal grado di sviluppo intellettuale e morale dei suoi membri , e conferiscano a mantenerlo , a migliorarlo . Ora , in cotesto Stato è possibile che alcuni cittadini , più o meno , combinino associazioni particolari , distinte da quella generale di cui fanno parte tutti , e destinate a conseguire fini loro propri e a promuovere interessi comuni , sia materiali , sia ideali , i quali stiano principalmente a cuore di quei tanti che s ' uniscono . In che differiscono queste associazioni particolari da quelle generali ? In ciò , che nessuna di esse mette i cittadini , che vi si combinano , in tutte le relazioni , nelle quali stanno coloro i quali formano l ' associazione generale ; che ciascuna li mette solo in alcune relazioni meramente volontarie e punto necessarie ; e che infine non hanno propriamente poteri , non quando e dove l ' associazione generale o lo Statuto , dentro cui stanno , vuole o permette che gli abbiano , e ne gli investe , e ad ogni modo questi stessi poteri non gli esercitano , se non verso i loro componenti o verso chi entra in una relazione giuridica con esse , e a tempo e a certi precisi patti dai quali ha sempre modo , più o men facile , chi vuole di disciogliersi o prima o poi . Coteste associazioni particolari , adunque , sono dentro lo Stato , e in tanto possono esistere , in quanto questo esiste . Par quindi chiaro che sino a che il loro fine o si restringe a promuovere l ' utilità de ' lor propri componenti , o ha anche in mira uno degl ' interessi comuni dello Stato , l ' associazione generale dei cittadini , onde questo è costituito , non ha ragione d ' impedirle o d ' incagliarle , e farebbe danno a sé stessa , ove lo tentasse ; ma quando esse prendessero per loro oggetto il distruggere l ' organismo dello Stato nelle sue parti essenziali , l ' associazione generale dei cittadini o lo Stato lascierebbe ledere il diritto di tutti , non le fermasse o le reprimesse . Quali sono queste parti essenziali dell ' organismo dello Stato , cui le associazioni particolari non possono attentare ? Prima , la costituzione stessa dei suoi poteri pubblici ; poi , i principi fondamentali su cui posa la sua costituzione sociale , la proprietà , per mo ' d ' esempio , e la famiglia : ché non intendo annoverarli tutti . Se quindi volessero formarsi associazioni particolari , le quali avessero per loro intento e in qualunque modo di distruggere l ' organismo politico o sociale dello Stato , esse non sarebbero né legittime , né legali ; e lo Stato , che ha l ' obbligo di tutelar sé medesimo , come l ' instituzione nella quale vivono tutte , ha per conseguenza il diritto d ' impedire che associazioni particolari siffatte si estendano e si diffondano . In una monarchia , quindi , le associazioni repubblicane non hanno diritto d ' esistere , come in una repubblica non hanno diritto di esistere le monarchiche : e né in una repubblica , né in una monarchia , del cui assetto sociale la proprietà individuale sia fondamento , hanno diritto di esistere associazioni intese a negarla . Quelle , o repubblicane in una monarchia , o monarchiche in una repubblica , attaccano nell ' essenza sua l ' organismo politico dello Stato ; queste , il cui scopo è di non riconoscere altra proprietà se non comune a tutta insieme la società in uno od altro modo , ne distruggono l ' assetto sociale . Tali associazioni vogliono dire rivoluzione . La rivoluzione può essere un fato storico , e avere ragione in una necessità che soprasta i singoli Stati , e li trascina tutti ; ma nessuno Stato è in grado di riconoscere alla rivoluzione il diritto di rovesciarlo , o mandarlo sossopra . Se l ' associazione , distruttiva dell ' organismo dello Stato , non può essere ammessa in nessuno Stato , invece quella che , senza attentare a quell ' organismo , o n ' aiuta la vita , nel campo intellettuale , morale o economico , o mira a perfezionarla , è tale , che nessuno Stato può a dirittura escluderla o vietarla in tutto e per tutto . Come istrumento , insomma , obbligatorio e forzato ovvero spontaneo e libero dello sviluppo intimo dell ' associazione generale , le associazioni particolari sono più o meno lecite ; come mezzo di dissolvere l ' associazione generale , sono affatto illecite . E dico più o meno , non avendo riguardo ad una legittimità ideale ; bensì a quella reale , che vien loro dall ' organismo reale dello Stato nel quale esistono . Quantunque molte cose si possano continuare a dire , le quali s ' attagliano ad ogni associazione del pari , pure è bene restringere il discorso a quelle politiche : e poiché queste , le quali hanno per loro oggetto gli affari pubblici , possono proporsi , sia l ' educazione politica delle persone che ne fanno o non ne fanno parte , sia d ' esercitare un ' immediata influenza sull ' andamento dello Stato , restringiamo il discorso a quest ' ultime . Così , le associazioni monarchiche in una repubblica o repubblicane in una monarchia , come quelle che mirano ad una rivoluzione sociale , sono evidentemente di questo secondo genere . Il loro fine non è di discutere sui temi ideali della monarchia , della repubblica , o della proprietà ; non è la libertà della discussione che esse dimandano , mettiamo , che anche quando chiedessero soltanto questa , si potrebbe lor concedere intera ; è la libertà di aggruppare uomini e d ' apparecchiare mezzi a produrre un effetto pratico e determinato , quello di convertire una repubblica in una monarchia , una monarchia in una repubblica , ovvero una società in cui ciascuno è o può essere proprietario , in una nella quale non possa essere proprietaria che la società stessa . Non si può affermare che un ' associazione non possa apparecchiare mezzi ed aggruppare uomini ; si tratta soltanto di sapere possa legalmente aggrupparne a questi fini . E frantende chi assimila la libertà speciale , che coteste associazioni chiedono , a quella della stampa o della parola colla quale non ha veramente nulla a che fare . Al più la libertà della stampa e della parola è uno dei mezzi di quella ; è uno dei modi d ' esercizio di quella : ed uno de ' più valevoli . Si può lasciare a ' cittadini libertà di scrivere intorno all ' utilità di surrogare la monarchia alla repubblica o viceversa , o di parlarne ; e pure , non lasciar loro quella di associarsi a fine di produrre l ' effetto del quale scrivono o parlano . Io ho detto che questa libertà non si deva lasciarla loro . Devo dire di più : lo Stato non ha , non che l ' obbligo , neanche il diritto di lasciargliela . L ' associazione politica particolare , che la richiede , è in contraddizione con quella generale nel cui seno e dei cui ordini vive . Né è a dire che l ' associazione generale è tirannica , toglie questa libertà a taluni de ' suoi componenti . Lo Stato non esiste perché altri gli usi indulgenza o perché esso n ' usi altrui ; non è un ' instituzione che può essere o no , e che è o no , perché piace o per piacere . Lo Stato è perché dev ' essere , ed ha un suo fondamento di diritto . Non può consentire a scalzarlo colle sue mani ; non può menomarne la dignità consentendo che una sua parte lo neghi non solo , chieda ad esso stesso di dar mano alla negazione che n ' è fatta . Ma v ' ha di più ancora . L ' associazione particolare , che si propone per iscopo la distruzione dello Stato o d ' una delle suo istituzioni fondamentali , non si contenta di un valore proporzionato al valore reale dell ' idea che rappresenta e delle persone che la compongono , ma n ' acquista in apparenza una molto maggiore . Per ciò stesso , che la sua mira è il mutare e il sovvertire , tutti gli elementi mobili dello Stato sono naturalmente tratti ad aggrupparlesi intorno . Essa crea una falsa apparenza di forza , dirimpetto alla quale quella dello Stato appare diminuita dapprima , e poi diventa davvero minore che non dovrebbe , quando si riguardi alla somma degl ' interessi che ha in cura , o al numero dei cittadini , che in realtà continuano a commetterle i propri e fanno sopra essa il fondamento della lor vita . Sicché queste associazioni particolari , non che giovare allo sviluppo dello Stato nel suo complesso , ed esercitare in quello un ' influenza rispondente alla verità e schiettezza dei loro intenti , turbano l ' assetto morale dello Stato e lo capovolgono . S ' apparecchiano a creare lo Stato nuovo , del quale si struggono , coll ' abbuiare quello in cui vivono , coll ' alterarne , a dirla altrimenti , la coscienza , le sembianze e le aspettazioni , ed empire di falsi vederi la cittadinanza . Voglio di ciò che scrivo un testimone irrefragabile , dopo le cui parole nessuno , credo , negherà che coteste associazioni , le quali non hanno diritto di esistere , sono anche estremamente nocive se son lasciate esistere . Quando Genet , il ministro cittadino , fu mandato dalla Repubblica francese , nel 1793 , agli Stati Uniti d ' America , in apparenza per ottenervi soltanto licenza di armare navi di corsa contro Stati coi quali quegli erano in pace e la Francia in guerra , in realtà per trarre gli Stati a collegarsi con questa , portò seco le abitudini turbolente della patria donde veniva , e poiché trovava Governo serio , tentò d ' inoculare nel popolo , di cui era ospite , le follie furiose del suo . Per sua istigazione , anzi la prima in Filadelfia a dirittura sotto la sua presidenza , vi si cominciarono a fondare associazioni politiche , chiamate Società democratiche , sull ' esempio dei clubs giacobini della Francia . Ora , si badi prima che queste non erano già intese a convertire una monarchia in una repubblica , bensì a influire sulla repubblica alterando l ' indirizzo del Governo e forse alcuni dei congegni delle istituzioni ; e pure , ecco come le giudicava il Washington , già presidente allora per la seconda volta : " Che queste Società siano state instituite dai più artificiosi ed ambiziosi dei loro membri ( parecchi dei quali , non ne dubito , pensano bene , ma sanno poco de ' disegni effettivi ) principalmente per gettare tra il popolo semi di gelosia e di sfiducia verso il Governo , col distruggere ogni confidenza nell ' amministrazione di esso , e che tali dottrine d ' allora in poi siano pullulate ed abbian fiorito sempre più , non riesce nuovo a nessuno , il quale conosca il carattere dei capi di quelle ed abbia atteso alle loro manovre . Vi può egli essere niente di più assurdo , di più arrogante , di più pernicioso alla pace della società , che cotesto costituirsi di corpi creati da se stessi a censori permanenti , e cotesto risolvere nell ' ombra della notte , in un conciliabolo , che atti del Congresso , i quali hanno subìta la più ponderata e solenne discussione per parte de ' rappresentanti del popolo , eletti appunto ed espressamente a ciò , e che portan seco dalle diverse parti dell ' Unione il sentimento dei loro elettori , e si sforzano , sin dove la natura della cosa l ' ammette , a formulare la volontà di quelli in leggi per il governo dell ' intero paese ; io dico , in circostanze siffatte , un corpo permanente ( perché nessuno nega il diritto del popolo di riunirsi in certe occasioni per fare , petizione di un atto qualsiasi della legislatura , o rimostrarvi contro ) creatosi da sé medesimo dovrà poter dichiarare che quest ' atto è incostituzionale , e che quest ' atto è pieno di danni , e che tutti quelli i quali votano contro i loro dommi sono mossi da motivi egoisti o sottostanno ad influenze forestiero , anzi meglio , son traditori del loro paese ? Un tale eccesso di presunzione arrogante si può egli conciliare con motivi lodevoli , in ispecie quando noi vediamo la stessa categoria d ' uomini sforzarsi a distruggere ogni confidenza nell ' amministrazione , coll ' accusare tutti i suoi atti , senza sapere su qual fondamento o con quale informazione essa proceda ? " E pochi anni innanzi egli non s ' era espresso altrimenti rispetto ad alcune Società , elle si solevano costituire in Virginia per discutere quistioni politiche , esaminare provvedimenti pubblici e dare istruzioni delegati alla legislatura : e aveva rimproverato un suo nipote d ' averci parte . E qui , si badi di nuovo , Washington non accenna punto ad associazioni , le quali si proponessero di distruggere la costituzione degli Stati Uniti non gli passano neanche per la mente . Sono associazioni intese a vigilare l ' andamento del Governo e a forzarlo , coll ' influenza dell ' opinione , a seguire vie e a lasciarsi condurre da uomini secondo il loro cuore . E gli paiono pessime . Ora , a me pare altresì che sieno per lo più o possano , riuscire tali ; ma non le dico , queste , illecite . E il Washington dice il perché gli paiono tali . Createsi da sé , non sentono responsabilità verso nessuno ; sono permanenti e quindi non soggette alle inclinazioni diverse e mutevoli dei partiti stessi che presumono di rappresentare ; ignorano il complesso delle condizioni dello Stato ; sono naturalmente tratte a screditare il Governo , ed esercitano un ' influenza sproporzionata al loro valore e peso , e getta a tutte le corruttele delle passioni e dell ' ingordigia privata . Ora , questi motivi di danno si riscontrano tutti nelle associazioni che dicevo illecite ; e vi s ' aggiunge la manifesta contraddizione del loro fine col fine generale e necessario dello Stato , contraddizione la quale deve avere per suo necessario effetto l ' accrescere a più doppi ed esacerbare quanto v ' ha già di maligno in quelle lecito . Uno scrittore di molto valore , il Lieber , pare che contraddica il Washington , nella cui patria ha pure scritto e attinto la molta sua dottrina politica . Pure , chi guardi bene , non è così . Egli dice molto ragionevolmente , che connesso col diritto de ' cittadini di mandar petizioni al Parlamento non è solo quello di riunirsi pacificamente e di prendere in considerazione gli affari pubblici , ma quello altresì di organizzarsi in associazioni intese a fini politici , religiosi , sociali , scientifici , industriali , commerciali o di cultura . L ' ammetto ; ma il Lieber aggiunge subito che questo diritto può diventare pericoloso , e leggi sono spesso necessarie a proteggere la società contro l ' abuso di esso , come sa perfettamente bene chiunque ha la minima convinzione della condotta dei clubs nella prima rivoluzione di Francia . Cotesto abuso possibile non lo distoglie però dall ' accettarne l ' uso , poiché gli pare che il principio associativo sia un elemento di progresso , di protezione e di attività efficace . Ma dov ' entra a darne prove ed esempi , ecco le associazioni che cita . Innanzi tutto cita la lega contro la legge de ' cereali in Inghilterra " che , con isforzi giganteschi , venne infine a capo d ' introdurre il libero commercio dei grani contro il più forte e il più privilegiato corpo di proprietari di terre che sia probabilmente esistito mai , nei tempi antichi o moderni " ; cita l ' associazione per l ' Emendazione della legge " , la quale già pareva a lui , nel 1859 , avesse prodotto molti benefici effetti ; e per gli Stati Uniti cita la società di colonizzazione , " una privata società che , fondando un nuovo Stato , sarà di grande influenza nel diffondere la civiltà , una società che , conforme alla dichiarazione liberiana d ' indipendenza , ha nobilmente ed in perfetta fede adempiuto i suoi obblighi " , e cita infine le associazioni ecclesiastiche , per le quali è mantenuto ciascun culto da ' fedeli stessi . Bene sta ; non una sola associazione di quelle che il Washington biasima , e ci paiono pur lecite ; non una sola di quelle che sono intrinsecamente illecite , e che il Washington non immagina neanche . E s ' intende che non avendo l ' occhio se non ad associazioni , le quali , in un fine economico , morale intellettuale , si propongono , non di distruggere lo Stato , e neppure di tirarne a sé il governo , ma di svilupparne e fecondarne la vita , il Lieber esca in quest ' inno : " Non v ' ha nulla che su una persona la quale arrivi per la prima volta dal continente europeo , sia negli Stati Uniti , sia in Inghilterra faccia più viva impressione che gl ' infiniti segni e prove di uno spirito associativo , penetrante da per tutto , in ogni campo d ' operosità reale e pratica , dalle compagnie e società commerciali , poco meno che universali , dalle banche mutue degli artigiani , o d ' ogni altra natura , sino a quelle associazioni non officiali , ma nazionali , che s ' elevano a vera grandezza . Cancellate dall ' Inghilterra o dall ' America questa fattezza o principio , e non vi vivrà più quello stesso popolo fiducioso di sé , vigoroso , indomabilmente operoso . Lo spirito di governo per sé stesso sarebbe ito . In Francia prevale uno spirito opposto . Non solo il Governo crede di dover tener ogni cosa sotto la sua mano ; ma il popolo stesso non s ' acconcia a credere nel successo sino a che il Governo non abbia fatta sua l ' intrapresa " . All ' Inghilterra e agli Stati Uniti il Lieber contrappone la Francia ; ai due paesi nei quali ha lodato esempi di associazione che concorrono collo Stato nello sviluppo della vita nazionale , contrappone quello in cui hanno sopratutto fiorito , con sì dannosa copia e tra repressioni così ripetute , le associazioni , delle quali il Washington si lagna , o che violano il diritto pubblico nella sua fonte stessa . E di fatti , più da una parte le associazioni politiche , perniciose o illegali , fioriscono , e più dall ' altra vengon meno , e s ' insteriliscono , intristiscono la associazioni della natura di quelle che il Lieber loda . Questo sono il grano ; quelle il loglio . Pure , corre per le bocche di tutti , a difesa di siffatte associazioni , una di quelle sentenze che i politici mediocri ripetono con infinita compiacenza , perché al loro piccolo criterio paiono d ' una evidenza perfetta , e tale da ammutolire ogni avversario . Questa sentenza è che siffatte associazioni giova il lasciarle formare , poiché impediscono che si formino le sette . Io dubito se persino , questo vantaggio sia tale da dovere permettere che associazioni contro la forma politica o l ' assetto sociale dello Stato si formino , con violazione del diritto dello Stato stesso ; giacché di quelle intese a dirigere a lor posta il governo , per quanto possano riuscire rincrescevoli e corrompere in qualche rispetto la vita pubblica , io non affermo che si possano in tutto e per tutto vietare . Il Foscolo ha sentito che " per fare l ' Italia bisogna disfare le sette " ; e tali associazioni , raggiugnendo questo secondo effetto , ci facessero conseguire il primo , qualche ragione di benedirle ci sarebbe pure . Ma il vero è che ciò non succede punto . In primo luogo , le associazioni contro lo Stato non sono pubbliche che in apparenza . Sono sette o combinazioni segrete , le quali non si giovano della pubblicità che loro consente il Governo , se non in picciola parte e superficialmente . Come il lor fine non è tale che tutti i mezzi se ne possano , per quanta sia la debolezza del Governo , palesemente ammannire , ciascuna di esse termina e si compie con una organizzazione settaria , che diventa il suo istrumento più efficace e più valido . Se sarebbe forse erroneo l ' affermare che nessuna setta sia nata mai se non da un ' associazione politica anarchica , la quale abbia pubblicamente , alla luce del sole , lavorato per maggior o minor tempo , è certamente non vero che le sette non durino ed esistano insieme colle associazioni , e non sopravvivano più o meno lungamente a queste quando sono soppresse . Così l ' esempio della Francia , durante la sua prima rivoluzione , come l ' esempio attuale degli Stati Uniti si può pure riconoscere che l ' associazione meramente politica o della natura così uggiosa al Washington , affatto illegale , degenera in setta necessariamente ; se una siffatta degenerazione si deve reputare accaduta , ogni volta che l ' oggetto dell ' associazione cessa di essere la cura e il pensiero di tutti quelli che le appartengono , e non rimane se non l ' oggetto di pochi , i quali , con segreti accordi e noti ad essi soli , maneggiano e guidano i loro compagni , o piuttosto servi . Una società , di fatti , così governata non è più un ' associazione politica , ma una setta , una fazione , che non nasconde ogni cosa solo perché non corre nessun pericolo se qualcosa mostra , se , rimanendo arcano tutto ciò in cui sta l ' azione sostanziale degli associati , accenna di fuori alcuni moti de ' loro capi , per sé soli non significano nulla . In effettti , negli Stati Uniti , dove tutto lo Stato si fonda sull ' alternare dei partiti , e ciascuno di questi ha una organizzazione sua propria , intesa a promuovere gl ' interessi e i fini , le associazioni son diventate settarie . " Alle assemblee primarie , scrive il Seaman , di ciascun partito prendono parte così poche persone ch ' è generalmente facile per due o tre capi di chiamarvi i loro amici e di ottenere la nomina di quei delegati che desiderano ; e sono così ammannite ( packed ) convenzioni intese a procurare la nomina di persone che non sarebbero nominate dal voto del partito lealmente espresso " . Ed aggiungne , a migliore intelligenza : " Non è generalmente difficile per un politico astuto di chiamare a raccolta i suoi amici , mediante un largo uso di denaro e l ' impiego di agenti in parecchie città e rioni , e procurare la nomina di un sufficiente numero di amici suoi a delegati alla Convenzione della contea o del distretto , quanti gli occorrono per assicurargli la nomina a quell ' ufficio qualsia di cui egli abbia voglia . Questo scopo è spesso conseguito mediante la spesa di considerevoli somme di denaro , e l ' uso profuso di promesse . E il processo ha un nome ; si chiama : ammannire una convenzione " . L ' associazione politica ha così smesso tutte le qualità che le si sogliono attribuire da chi immagina le cose , anziché guardarle cogli occhi ; e pure non si tratta ancora d ' un ' associazione cui il fine suo di distruggere lo Stato sforza a celarsi . Il risultato già negli Stati Uniti è questo : " Durante gli ultimi trent ' anni noi abbiamo avuto organizzazioni di partiti , comitati di partiti e convegni privati di partiti ( caucus ) , convenzioni di partiti e riunioni in massa pubbliche in tutti gli Stati ; clubs e confraternite ( clan ) I irlandesi nella più parte delle città ; società e confraternite tedesche in più città e distretti ; ed ora abbiamo club e confraternite di negri , con fratellanza negra nel Mezzogiorno , come un elemento politico perturbatore di più . Quale il risultato finale debba essere , non lo può dire se non il tempo e l ' esperienza " . Sicché io concludo : le associazioni politiche , intese a mutare la forma politica o l ' assetto sociale dello Stato , sono illecite ; ma , anche se non fossero tali , dagli effetti di quelle che si contentano di mirare a trarre il governo nelle loro mani , si può giudicare quanto esse sieno corrotte e dannose . Felice lo Stato libero i cui partiti non si organizzano , e possono , senza pericolo di essere sopraffatti , cansare di organizzarsi ad associazioni ; infelice e dimentico di sé quello che lascia organizzare nel suo seno associazioni intese a dirittura a distruggerlo ! III E si aggiunga : non n v ' ha Stato il quale abbia permesso o permetta a queste seconde associazioni di esistere . Appunto - mi sento dire - gli Stati Uniti hanno nella loro Costituzione un articolo , che persino vieta al Governo centrale d ' introdurre o sancire leggi contro di esse . Davvero ? Vediamo se chi m ' interrompe cosi sa quello che si dice . L ' articolo che egli intende citare , è uno di quelli formulati più tardi , quando fu chiesto al Congresso , e questo assentì , di aggiugnere alla Costituzione , già votata e che s ' era contentata di stabilire l ' organismo del governo , una cotal dichiarazione di diritti ; eccone il testo : " Il Congresso non farà nessuna legge concernente lo stabilimento di una religione , o intesa a proibirne l ' esercizio ; o a diminuire la libertà di parola o di stampa ; o il diritto del popolo di riunirsi pacificamente e di fare petizione al Governo per riparo di gravami " . L ' articolo , come si vede , non dice punto che il Congresso non possa far legge contro le associazioni , né che sia diritto primigenio ed infrenabile di ciascun cittadino il congiurare , associato con altri , contro lo Stato . L ' articolo , bensì , connette il diritto di riunione pacifica , come non è necessariamente connesso presso di noi , col diritto di petizione al Parlamento ; ed è copiato nella sua prima parte dal Bill of rights del 1688 , dove cotesto diritto di petizione , a scanso di ogni equivoco e della contestazione cui era stato soggetto prima della rivoluzione , fu esplicitamente riconosciuto e sancito . Senza ciò sarebbe stato persino inutile di dichiararlo , poiché , come scrive lo Story , " risulta dalla vera natura e struttura d ' un Governo repubblicano , ( o piuttosto libero ) . è impossibile il negarlo praticamente insino a che lo spirito di libertà non sia scomparso del tutto , ed il popolo non sia diventato così servile ed abbietto da essere affatto disadatto ad esercitare qualsiasi dei privilegi degli uomini liberi " . Ma con questo diritto di petizione s ' accompagna naturalmente quello di riunione pacifica , poiché l ' esercizio di questo precede l ' esercizio di quello , giacché per chiedere in comune bisogna innanzi deliberare in comune ciò che occorre chiedere . " Il diritto di far petizione , dice il Lieber e ripete il Cooley , è una necessaria conseguenza del diritto di libera parola e di deliberazione " . Ora , intesa a questo modo , ed è il modo , ch ' io sappia , comune , la dichiarazione dei diritti non è più larga dello Statuto nostro , che nei due articoli 32 e 58 riconosce il diritto di riunione e quello di petizione a parte l ' uno dall ' altro , e non metto il primo in necessaria relazione col secondo . S ' intende che se l ' articolo della costituzione americana non accenna ad altre riunioni se non a quelle il cui fine sia muovere petizione al Parlamento , non è perciò che in America non ne sia lecito e non ne usino altre . Mettiamo soltanto in sodo che il limite imposto al Congresso non riguarda non solo le prime ; e non concerne , poi , in nessuna maniera le associazioni . Se di leggi contro queste se ne farà negli Stati Uniti più tardi , nessuno può dire ; poiché questa Repubblica è tutt ' altro che alla fine de ' suoi esperimenti politici . IV - Ma in Inghilterra ? - Me l ' aspettavo quest ' altra interrogazione ; tanto sono state false le cose elle si sono scritte e che si credono tuttavia rispetto alla legislazione inglese . E davvero , questa , mentre è reputata semplicissima , anzi persino non esistere , è invece così complessa e copiosa , come il Cox dice , su questa materia , da diventarne difficile e certamente noiosa l ' esposizione . Pure si deve tentarla . A dirne in breve , il concetto è , questo . Per diritto comune ( Common law ) - cioè per quel diritto che non è scritto , ma deriva dalla natura stessa dello Stato , da principi stessi della legge o da precedenti giudiziari - ciascuna riunione che porta offesa alla pace pubblica , o ciascun ' associazione che è pericolosa allo Stato , è illecita ; ma il grado di pena , colla quale devono esserne puniti i membri , le definizioni del reato , gl ' indizi di esso , i giudici , sono determinati dal diritto statutario , Statute law , dal diritto , cioè , che emana dagli atti del Parlamento , ed è variabile con questi . L ' offesa alla pace pubblica - o reato contro questa - è costituita : 1° Dal riunirsi tumultuario di dodici o più persone , e che non si disperdano dietro intimazione ; 2° Dall ' Affray , o venire alle mani di due o più in luogo pubblico con paura del pubblico ; 3° Dal Rout , o perturbamento tumultuario della pace per parte di tre persone o più che si riuniscano di lor propria autorità , coll ' intento comune , di assistersi l ' un l ' altro contro chi si sia intenda opporsi loro in un ' impresa di privata natura , e che di fatti l ' eseguono in una maniera violenta e turbolenta , con terrore del popolo , sia che l ' atto propostosi da loro sia per sua natura legale o illegale ; 4° Dal Rout , ovvero perturbamento della pace , commesso da persone che si sono riunite coll ' intenzione di fare una cosa , la quale , quando fosse eseguita , li renderebbe Rioters ( 3° ) , e che attualmente intraprendono l ' eseguimento della cosa stessa ; 5° Dall ' Unlawful Assembly , o radunanza illegale , ovvero da un perturbamento della pace , commesso da persone che si sono meramente adunate coll ' intenzione di fare una cosa , che , se fosse eseguita , li renderebbe Rioters , ma che attualmente né l ' eseguono , né fanno nessun passo verso l ' esecuzione di essa . In queste distinzioni si sente un popolo non nuovo a ' pericoli della libertà , e che non crede necessario , per mantenersi questa , di chiudere gli occhi a quelli . Qui l ' atto tumultuoso è considerato attuale o remoto ; fatto già , o apparecchiato soltanto ; e secondo ha un fine pubblico o privato . Io non dirò le leggi diverse , colle quali l ' atto è stato colpito , e come , secondo i tempi , la mano del legislatore si sia più o meno aggravata , trasferendolo da una categoria di reato all ' altra , e qualificandolo quando di tradimento , quando di fellonia e quando di contravvenzione , se questa è la giusta traduzione della parola inglese Misdemeanour poiché la pena , variando colla qualificazione , s è attagliata alle necessità della repressione . Invece citerò le leggi che in Inghilterra tuttora vigono contro le società politiche , tralasciando le molte che sono abrogate , o fatte a tempo non sono state rinnovate . Coll ' atto 37 , Geor . III , c . 123 - vuol dir l ' atto registrato al capitolo 123 del volume degli Statuti , pubblicato l ' anno 37 di Giorgio III , - esteso dall ' atto 52 , Geor . III , c . 104 , - è dichiarato fellonia il richiedere un giuramento inteso a legare le persone che lo prendono a qualsia proponimento , ribelle o sedizioso o a disturbare la pubblica pace , o a formar parte di qualsia associazione , società o federazione instituita a tal fine . Un altro statuto , 39 Geor . III , c . 79 , vieta la società degli United Englishmen , ecc . , e la London Corresponding Society , e altresì qualunque altra società cui membri sieno richiesti di prestare giuramenti illegali , o nelle quali sia tenuto segreto il nome di un membro , o vi siano comitati o ufficiali segreti , o la società si componga di nuclei che operino separatamente , ed abbia ufficiali o delegati distinti eletti ad operare per ciascun nucleo . Si eccettuano le società le quali hanno fini religiosi o caritatevoli , e le logge de ' Framassoni . Per l ' atto 57 Geor . III , c.19 pag . 25 , ogni società o club , che elegga od impieghi qualsia comitato , delegato , rappresentante o messo per riunirsi o comunicare con qualunque altra società o club , o con qualsia comitato di questo , o per indurre qualsia persona a diventare membro , è proibita . Ed è dichiarato criminoso il corrispondere con una siffatta società o il sostenerla . Né è a dire che questa legislazione sia antiquata e vecchia , quantunque non abrogata . Mostra che si crede viva l ' avere dichiarato esenti da sanzioni le Friendly Societies o società di mutuo soccorso , per un atto del 10° anno ( c . 27 ) della regina Vittoria ; e in quello stesso anno , per un altro atto ( c . 33 ) , fu mutata la procedura , poiché il diritto di muovere accusa contro tali società vietate fu ristretto a Law Officers della corona , cioè al Solicitor general in Inghilterra , e al Lord advocate in Scozia , che sono , si badi bene , due impiegati non appartenenti per nessun modo all ' ordine giudiziario , ma al politico ed all ' amministrativo sicché fanno parte del Ministero e mutano con questo . La restrizione del diritto di accusa in cotesti due ufficiali del Governo ha accresciuto la responsabilità , e , com ' è naturale , la libertà del Governo rispetto alle società stesse ; ma le ha sciolta ciascuna dalla vigilanza della sua nemica . Io non entro qui nei particolari della procedura , che questi due ufficiali seguirebbero ; non troveremmo raffronti possibili . è vero che se le leggi esistono l ' uso n ' è estremamente raro ; anzi , dacché è stato introdotto nel sistema di procedura la modificazione cennata da ultimo , non s ' è dato caso d ' usarle . Ma , primo punto , come anche lo Gneist osserva , un potere quiescente , non è perciò meno un potere ; e poi , dove s ' è presentata l ' occasione o la necessità di colpire società pericolose in questo intervallo di tempo , come le Trade ' s Unions e i Feniani , gl ' Inglesi , secondo sogliono , hanno preferito leggi nuove speciali , e bene appropriate alle nuove malattie che lor bisognava curare . Poiché , si badi , essi non partecipano punto due grossi pregiudizi nostri : l ' uno che leggi eccezionali non se ne deva né possa fare in uno Stato libero ; l ' altro che le leggi fortemente repressivo non servono e non operano . Questi son pregiudizi da gente come siamo noi ora , nuova al governo , giovanile , punto pratica , e che si lascia abbagliare da ' sofismi , che s ' intrecciano , avviluppando generalità vuote e campate in aria . Quanto il primo pregiudizio sia lontano dagl ' Inglesi , voglio dirlo colle parole di lord Palmerston : " Mantenere , diss ' egli in un suo discorso del 1813 , che la legislatura d ' un paese non abbia il potere di colpire una classe qualsia della società di restrizioni , ch ' essa possa giudicare necessarie alla sicurezza e al benessere di tutti , è tutt ' uno coll ' attaccare i principi fondamentali su ' quali riposa un Governo civile " . E più tardi , scrivendo a W . Temple in Napoli , nel marzo del 1833 , chiama il Coercion Bill presentato dal Ministero di cui egli faceva parte , il " provvedimento più vigoroso che abbia mai preso forma di legge ; " ed aggiunge : " ben pochi Governi assoluti potrebbero , di lor propria autorità , introdurre un sistema di coercizione simile a quello che i rappresentanti del popolo , liberamente eletti , sono in via di mettere in questo momento alle mani del Governo di questo paese " . Presso di noi , si sa , è stato impossibile che si procedesse , con disposizioni di gran lunga meno severe , contro una verminaia d ' assassini indomabili ed indomati . Che poi alcune febbri morali non si possano utilmente trattare con revulsivi di questa sorte , né gl ' Inglesi , né gli Americani lo credono ; e neanche , per vero dire , i Francesi e i Tedeschi . è una semplicità tutta nostra . Il Raikes afferma che la legge pubblicata nel primo anno di Giorgio I per comprimere gli attacchi tumultuosi del partito dell ' alta Chiesa contro i dissenzienti , abbia giovato non meno di qualsia altra a conservare nel popolo inglese l ' abitudine dell ' ordine nello stesso tempo che quella della più libera espressione delle sue opinioni . è chiaro a tutti il beneficio prodotto dalle leggi contro le Trades Unions e contro i Feniani e il miglioramento che n ' è venuto , all ' assetto pacifico dello Stato . Come lord Palmerston dice in quella lettera citata più su , ogni cura d ' una profonda malattia sociale richiede due sorta di mezzi : il reprimerne i disordini che appaiono prima , il sanarne poi od insieme , quanto più e meglio possibile , le fonti e le scaturigini segrete , scovrendole , ed aprendo loro una via . la prima cosa senza la seconda non riesce , prima manca il tempo . è il concetto al quale il partito il principe di Bismarck nel presentare e nell ' ostinarsi a volere la legge contro i socialisti ; e l ' ha espresso nell ' esposizione dei motivi ; e il concetto è vero , qualunque sia il giudizio che si voglia fare della legge stessa . E concludo di nuovo . In Inghilterra associazioni distruttive dello Stato non sono lecite ; e se non vi si usano le leggi che già hanno contro di esse , è perché se ne fanno di nuove , appena la necessità si presenti , e non sono da ' pregiudizi nostri impediti dal farlo secondo e quali le richiede la necessità pubblica . V A me parrebbe qui un ' erudizione sciupata l ' andar esponendo le leggi che rispetto alle associazioni vigono in Francia , in Germania , in Austria , e le loro vicende . Importa ricercare , qual è la legislazione nostra . Il nostro Statuto è stato in gran parte copiato dal belga ; e l ' art . 32 del nostro è la traduzione , quasi precisa del 19 del belga . Ci corre fra i due questo solo divario , che nel belga è esplicitamente detto , che le leggi le qualisi fossero potuto far poi per regolare il diritto di riunione in luogo privato de ' cittadini , non avrebbero potuto gettarne l ' esercizio ad un ' autorizzazione preventiva , mentre non è vietato ciò alle nostre , che ci fosse parso bene di fare più tardi , ma non si sono poi fatte in nessun modo . Se non che nella Costituzione belga segue all ' art . 19 un ventesimo , il quale nel nostro Statuto non ha riscontro ; ed è questo : " 20 . Les Belges ont le droit de s ' associer : ce droit ne peut être soumis à aucune mesure préventive . " Per ritrovare le ragioni di coteste due disposizioni introdotte nella Costituzione belga bisognerebbe risalire alle restrizioni che a ' due diritti erano poste dalla legislazione francese ; e ricordarci che il divieto d ' ogni autorizzazione preventiva per le riunioni , e sopratutto la libertà assoluta dell ' associazione , erano sopratutto richieste dalla parte cattolica nel Congresso belga , che voleva esser sicura , per le sue riunioni e per le associazioni in ispecie , di non trovarsi soggetta a leggi , che , sotto nome di liberali , le avessero circoscritto la balìa di operare , ed influire ed ordinarsi , e moltiplicare a sua posta . Chi paragona ora il complesso dei due articoli belgi col nostro , ne ritrae che l ' autore dello Statuto italiano ha davvero assai bene distinto il diritto d ' associazione da quello di riunione ; e se non ha negato quello , non l ' ha voluto neanche riconoscere , dove quest ' ultimo l ' ha riconosciuto sarebbe soverchio l ' indurre dal silenzio del legislatore che , nel parer suo , gl ' Italiani non avrebbero avuto libertà d ' associarsi certo da ciò , ch ' egli riproduce nello Statuto nostro l ' art . 19 del belga , dove ne passa e trascura il ventesimo , si deve concludere , che nel suo spirito i due diritti sono distinti , e dove quello di riunione è guarentito contro un ripiglio di severità legislativa , che lo volesse più tardi negare , quello d ' associazione non ne è guarentito punto . Ma coi fatti noi siamo andati in una interpretazione opposta ; e s ' è in genere ritenuto che il diritto d ' associazione si comprendesse in quello di riunione del quale l ' art . 32 parlava solo . S ' è detto che questo non si limitasse alle sole riunioni ; poiché , se ciò fosse , " l ' esercizio del diritto sarebbe stato provvisorio , momentaneo , quasi casuale , in guisa che non debba esser permesso ai cittadini di associarsi per uno scopo determinato , di fissare a ciò per le assemblee politiche anche degl ' istituti permanenti " . Ora , qui , davvero , senza negare che il diritto d ' associazione ci sia , si può negare senza scrupolo , che l ' equiparazione sua con quello di riunione abbia ragione e fondamento . è molto chiaro che l ' associazione è la riunione con qualcosa di più ; il seguito , la durata , la connessione di più riunioni insieme , la stabilità periodica di ciascuna e in ispecie la preparazione lunga a raggiugnere un fine pratico . Questo qualcosa di più eccede il diritto di riunione , e non può essere tutt ' uno con questo , poiché a questo appunto manca . Uno scrittore recente in un libro molto lodato , il Woolsey , distingue così bene il diritto di riunione da quello dell ' associazione , che dove del primo , connesso col diritto di libera parola , dice , che persino in luogo pubblico le riunioni non devono essere proibite , se non vi sia pericolo , imminente ed indubitabile , di tumulto , ed anche allora , meglio che scioglierle , convenga il guarentirsi , col circondarle di molta forza , dagli effetti nocivi che ne potessero nascere , delle associazioni invece scrive così : " L ' immenso potere che le persone acquistano col combinarsi , e l ' estensione della quale l ' azione associata è capace , se è lasciata affatto libera di sé , ne fanno un oggetto di giusta paura , ch ' essa possa invadere le funzioni del Governo e persino i poteri dello Stato . Le leggi devono difenderlo dal sospetto cui va incontro sotto questo rispetto : e lo Stato deve avere qualche sindacato sopra di esso , perché non diventi un imperium in imperio . Esso può invadere altresì i diritti individuali , e opprimere i suoi competitori più deboli " . Ed altrove : " è evidente , che una compagnia anonima , se non è frenata , può diventare per il suo potere politico , come quella dell ' India orientale , o per la sua influenza sopra un Parlamento , un imperium in imperio : che i terrori , che le fratellanze dei mestieri ( Trade ' s Unions ) incutono negli operai , i quali ricusano di associarvisi , sono tutt ' altro che una preparazione per una vita di libertà politica o morale ; e che i clubs politici possono essere ancora più tirannici . Le associazioni , quindi , richiedono , oltre la protezione , il freno della legge pubblica ; e tanto più , in quanto persone unite in società fanno , o tollerano che siano commessi delitti dei quali una persona singola , che agisca sola , sentirebbe orrore " . Sicché i due diritti né sono identici nel concetto , né hanno lo stesso valore ; e l ' avere molto facilmente ammesso il contrario non è stata prova di molta ponderazione e di accurato esame . E siffatte prove , però , bisogna convenire , scarseggiano presso di noi ; e si son già lasciate introdurre più consuetudini e norme nell ' esercizio del nostro regime costituzionale , che mettono questo stesso a gran pericolo in un avvenire più o meno remoto . Checché però sia di ciò , è stato , certo , molto naturale , che , essendosi equiparati i due diritti per parte dei cittadini , si sieno equiparati altresì i poteri del Governo rispetto ad essi , i diritti , cioè , che nel Governo si contrappongono a quelli ; e se n ' è indotto che come una riunione può essere sciolta dalla polizia , così può essere sciolta altresì l ' associazione , che è una riunione ripetuta . Un ' analogia ha esteso i diritti ; un ' analogia ha fornito il modo della repressione . Se non che lo scioglimento è bensì rispetto alla riunione un mezzo efficace , poiché la riunione si dilegua e non è più , dopoché di buona o di mala voglia è disciolta ; ma non tale rispetto all ' associazione . Non si può di questa disciogliere se non una riunione , e sequestrare , i registri e le casse , quando ve ne sia . Ma il vincolo , che stringeva gli associati , rimane ed è germe , da cui l ' associazione ripullula . I registri si rifanno e il nome si muta ; e il denaro , non si potendo sequestrare senza sentenza dei Tribunali , va necessariamente restituito a quelli che se ne provano i proprietari . Lo scioglimento può essere il principio dell ' azione repressiva , ma non può esserne il fine . Ad ogni modo un effetto si ottiene pure , quantunque tutto morale . Il Governo ha affermato la sua opinione rispetto alla natura dell ' associazione , che reprime ; gli associati soli messi sull ' avviso , e chi s ' era lasciato attirare , come pur suole , per una cotal fiacchezza di animo o vaghezza di nuovo si ritrae indietro ; lo Stato ha affermato sé medesimo ; e la maggioranza del paese s ' affida . Pure , un così picciolo diritto di scioglimento è negato oggi al Governo ; anzi , il Governo lo nega a sé stesso , senza badare , ch ' esso è la conseguenza naturale dell ' avere equiparato il diritto d ' associazione a quello di riunione , e così esteso a quello le leggi di polizia , che hanno valore rispetto a questo . Quando nello sciogliere la riunione succede di dover arrestare qualcuno , " l ' arrestato è rimesso all ' autorità giudiziaria , che provvede a termine di legge , " cioè punisce , se qualche reato è stato commesso . Ora , rispetto all ' associazione , il Governo che si nega il diritto di scioglierla , e quindi d ' arrestare chi si sia , perché vi appartiene , resta altresì senza modo di rimettere chi si sia all ' autorità giudiziaria , e di obbligarla , quindi , a giudicarlo . L ' associazione , quindi , diventa con così bella teorica il solo reato possibile , davanti al quale il potere esecutivo si trova spogliato d ' ogni potere di prevenzione , e d ' ogni mezzo di provocare , nei modi usuali ed ordinari , l ' autorità giudiziaria . E pure l ' associazione è un mezzo , reputato potentissimo , di commettere nientemeno che il reato più grosso di tutti , quello della distruzione stessa dell ' intero Stato nella sua costituzione politica , nel suo assetto sociale . è davvero bizzarra ! Il potere esecutivo , quando crede che un ' associazione sia rea , non può secondo una così peregrina dottrina , se non avvisare l ' autorità giudiziaria dell ' esistenza di quella , come farebbe ciascun cittadino nella supposizione che l ' autorità giudiziaria non sia stata abbastanza vigile ed accorta per vedere da sé cotest ' associazione rea , quantunque pubblica ! Ora , l ' autorità giudiziaria , in un paese fornito d ' un Codice , non è in grado di applicare altre disposizioni di legge , non quelle che si contengono in questo , nè di sancirle con altro perle , se non quelle che vi sono indicate . La Common law degl ' Inglesi non v ' ha luogo . È necessario , dunque , per sapere , se l ' autorità giudiziaria è in grado di far nulla , di ricercare , se dal Codice è legittimata esprimere nessuna condanna . Nel Codice penale sardo v ' erano quattro articoli , il 483 , 484 , 485 e 486 , i quali , come in esso eran imitati dal francese , così n ' avevano altri corrispondenti ed analoghi nei Codici degli altri Stati italiani . Tali articoli si riferivano propriamente all ' associazione , e la vietavano per qualunque fine senza autorizzazione . Fu bene sopprimerli , come fu fatto nei primi bollori , con un decreto del 26 settembre 1848; ma fu male , che il legislatore , il quale aveva schivato di riconoscere esplicitamente , il diritto d ' associazione nello Statuto , paresse poi non ricordarsi punto che associazioni anche nocive ci avrebbero potute essere , e il dover suo di garantirne lo Stato . Se non che in simili cose , se si smarrisce il punto giusto e temperato in tempi di quiete e di pace , non si ritrova più , se pure , non dopo molte tempeste . Nel 1862 fu tentato di formulare una legge sulle associazioni ; il Rattazzi la presentò ; il Boncompagni no riferì ; ma la Camera non discusse , perciò la materia è estremamente difficile , e non era anche sorto dubbio , che il Governo non si credesse in dovere ed in diritto di accorrere al pericolo più prossimo , e di sciogliere le associazioni , che paressero illegali o minacciose e infine , i deputati erano restii - e s ' intende e non si biasimano - a deliberare senza un ' estrema necessità leggi le quali paressero recidere qualche parte della libertà sin allora lasciata ai cittadini . Non s ' erano anche viste né associazioni palesemente repubblicane , e che si confessavano tali col loro stesso titolo ; ne associazioni internazionali né circoli Barsanti . Al Consiglio di Stato , poiché non v ' era stato tuttora abuso , pareva miglior partito che legge alcuna non si facesse . S ' intende quindi , che nel Codice penale del 1865 non v ' ha disposizione veruna , la quale concerna le associazioni , poiché si sa , che né quelle che riguardano le società commerciali , né quelle che si riferiscono all ' associazione dei malfattori , hanno niente a fare colle associazioni di cui trattiamo , qui , colle associazioni intese , almeno in apparenza , a fini d ' interesse pubblico , secondo esse l ' intendono . Sicché l ' autorità giudiziaria , a cui un ' associazione è denunciata , comincia dal non ritrovare nel Codice nessuna disposizione che vi si riferisca , o che la sia pubblica , o che la sia segreta ; poiché anche ogni prescrizione di divieto o di punizione delle sette v ' è stata cancellata . Quantunque si è visto che contro queste l ' Inghilterra ha leggi speciali ; e il Woolsey non dubita di affermare ch ' esse non vanno tollerate , anzi , come quelle , che per effetto già dell ' arcano di cui si covrono , si devono ritenere inimiche , del loro paese , devono essere trattate non altrimenti dello , bettole , o dei luoghi sospetti e di cattiva riputazione . Poiché , dunque , in quanto associazioni ree di macchinazione contro lo Stato , l ' autorità giudiziaria non può coglierle , né soggettarle a nessuna pena che sia appropriata ad esse , come sarebbe lo scioglierle o il vietarle o il confiscarne i registri e la cassa , poiché nel Codice tali pene non sono indicate , appunto perché non v ' è discorso dell ' associazione né punto né poco , non le resta , se non di ricercare se qualcuno dei membri dell ' associazione si è reso reo di qualcuno dei reati che la legge punisce . Ora , mettiamo , che cotesta reità vi sia e si provi . L ' individuo è punito per averla commessa ; e sta bene ; ma non è punito punto per quella sua particolare reità che nasce dal far egli parte dell ' associazione colpevole . L ' essersi unito a questa o l ' averla fondata può essere stato un reato enorme contro la società in cui vive . Ma appunto questo reato è escluso , nella condizione della nostra legislazione , dell ' animavversione dei Tribunali . Se non che la maggior parte dei reati , che in un ' associazione possono essere stati commessi , riesce più difficile a provarsi appunto per ciò che son commossi nel seno di quella o da chi vi appartiene . Tali reati son descritti nel Codice penale dagli articoli 468-473 , e consistono nella provocazione con discorsi o scritti ai reati descritti negli articoli 133 e seguenti , cioè all ' attentato contro la sacra persona del re , o contro le persone della reale famiglia , ovvero alla mutazione delle forme dello Stato , o alla guerra civile , o qualsiasi altro reato ; consistono altresì in qualsisia altro pubblico discorso o scritto o fatto , di natura " ad eccitare lo sprezzo o malcontento contro la sacra persona del re , e le persone della reale famiglia , o contro le istituzioni costituzionali " . Si badi , che qui l ' associazione , di cui fa parte il reo , è l ' istrumento principale dell ' efficacia del reato ; ma non è toccata . Si badi , che quanto agli scritti , cadono già sotto la legge della stampa ; e quanto ai discorsi , l ' autorità giudiziaria non riesce a punirli , nelle riunioni pubbliche , poiché la polizia non crede più di dovere arrestare nessuno per averne fatti . Il titolo , poi , che le associazioni prendono , per chiaro che paia nei suoi intenti , non è una prova , di per sé solo , che nelle associazioni che lo portano , si commetta , il reato , cui si vede che quel titolo mira . Sicché il più probabile è che l ' autorità giudiziaria , la quale non ha modo , nella legislazione nostra , che punire l ' associazione , non vi trovi neanche quello di punire l ' associato ; e che il deferirle le associazioni , secondo il Governo dice di aver fatto , non abbia altro effetto non di salvare il ministro d ogni responsabilità , spogliandolo di ogni potere , e di scansare alle associazioni distruttive dello Stato o della società ogni condanna . Nello stesso tempo , l ' abbandono del diritto di scioglimento per parte il Governo le tutela da ogni repressione più o men lontana , da ogni prevenzione più o men vicina ; giacché prevenzione e repressione non sono , come parrebbe dall ' uso che molti ne fanno , due azioni che s ' escludono , e delle quali l ' una comincia dove l ' altra finisce ; poiché anzi s ' intrecciano l ' una coll ' altra ; e il prevenire tardi può essere tutt ' uno col reprimere presto , poiché prevenzione non è , se non una repressione fatta in uno degli stadi anteriori allo scoppio effettivo del reat . La dottrina , che il Governo non è legittimato ad agire se non quando e dove il reato è stato già commesso o è così vicino a commettersi , che solo l ' uso immediato di una forza maggiore basti ad impedirne Il ultima consumazione , è la più incivile ed illiberale . è strano che si dica e forse si pensi il contrario . Ci dev ' essere nascoso in un ' affermazione e giudizio siffatto un paralogismo o una confusione che non preme di ricercare e mostrare qui . Pure i Governi che , come oggi l ' italiano , rinunciano al diritto di prevenire e reprimere cogli scioglimenti , e mancano di quello di punire per difetto di legge , non si lasciano né si mantengono altra azione se non appunto quella sola di reprimere il reato colla forza bruta quando scoppia . Ora , l ' associazione è appunto il mezzo più potente , l ' istrumento più efficace , per riuscire a ciò , che in quell ' estremo momento manchi al Governo proprio la forza che allora gli occorrerebbe . L ' associazione politica , distruttiva dello Stato o della società , ha per principale suo fine e per principale suo effetto lo sgominarla , il corromperla , il divellerla cotesta forza , il minarla persino o il cariarla , sicché all ' improvviso caschi , nel maggior bisogno , e mentre par tutt ' ora viva e vegeta . Qui dunque si risolve tutta l ' azione del Ministero : a creare una condizione di cose , nella quale non rimanga luogo se non alla repressione sanguinosa e violenta , e ad apparecchiarvisi , di giunta , , che questa stessa non sia più sicuro di poterla fare . Nella Camera s ' è più volto discusso in questi anni del diritto delle associazioni politiche da una parte , e di quello , dall ' altra , del Governo a scioglierle e prevenirne gli eccessi . Sì può dire che non s ' è mai negato né l ' un diritto né l ' altro . Il Mancini , uomo il cui ingegno è spesso sedotto dal desiderio di andare a versi a ' più e ai più rumorosi , proponendo un ordine del giorno nel febbraio del 1867 contro il Ministero che aveva proibite alcune riunioni popolari nel Veneto , se da una parte chiedeva che ogni impedimento preventivo fosse tolto , dall ' altra ammetteva che anche il diritto di riunione cessava , quando " trasmodasse in offesa alle leggi ed in colpevoli disordini " . L ' ordine del giorno era fatto contro quello stesso Barone Ricasoli , che nel febbraio del 1862 aveva detto sul diritto dell ' associazione le parole più liberali che si potessero udire , e respingendone ogni restrizione , l ' aveva riconosciuto in tutta la larghezza sua . I ministri di parte moderata non hanno mai ricusato al Governo il diritto di sciogliere le associazioni nemiche dello Stato o minacciose ; un ministro di parte , come si dice , progressista , ha persin sostenuto che cotesto diritto , per vero dire , il Governo non lo avesse , ma fosse meritorio nel ministro l ' esercitarlo , ed esporsi , ove l ' avesse esercitato a sproposito , all ' ira e alle vendette del Parlamento . In verità non s ' intende urlo Stato , in cui il Governo non abbia il diritto e non possa assumere la responsabilità di esercitare , rispetto alle associazioni politiche , distruttive dello Stato o della società , qualche modo di prevenzione o repressione sia collo scioglierle , sia col sospenderlo , e nel quale poi , il reato , che così è stato prevenuto dal potere esecutivo , non sia deferito all ' autorità giudiziaria , punito o no da questa , secondo il criterio che essa trae dalla sua coscienza e dalle leggi , criterio il quale niente vieta che in un siffatto caso , come in tanti altri , sia diverso da quello della polizia . Un Governo , il quale non si riconoscesse altro diritto che quello di schiacciare colla forza il reato prossimo a compiersi o uccidere co ' fatti il reo , sarebbe barbaro . Appunto , perché ha un diritto di tutela preventiva di sé stesso , ha anche il diritto di fare , quando creda , una legge che freni le associazioni nemiche . Ma una legge sulle associazioni , lo confesso , è estremamente difficile , e risica d ' andare più in là del dovere , o restare in qua . Gl ' Inglesi hanno avuto ragione di non fare leggi generali , ma di formularne una via via che l ' occasione nasce , sicché s ' attagli perfettamente a questa . Noi c ' impacciamo nella legge generale , e siamo estremamente restii alle leggi speciali e particolari . Però , sino a che la legge generale e le particolari mancano , è impossibile che ne manchino altresì allo Stato i poteri che sono connessi coll ' essenza sua e che scaturiscono direttamente da questa . Il diritto di sciogliere le associazioni , o poco o molto efficace che ne riesca l ' esercizio , è uno di questi poteri . Il ministro che dichiara di non averlo , non rispetta , com ' egli immagina , la legge , che non esiste , ma nega lo Stato : non rispetta il diritto di pochi , ma scalza , per quanto è in lui , il diritto fondamentale di tutti . 15 novembre 1878 .