Saggistica ,
AVVERTIMENTO
.
Sotto
un
titolo
solo
-
I
partiti
anarchici
in
Italia
-
il
mio
amico
Treves
ristampa
due
scritti
miei
,
vecchi
l
'
uno
di
cinque
mesi
:
-
l
'
Italia
non
aspetta
;
l
'
altro
di
tre
settimane
:
-
La
situazione
morale
del
paese
e
il
diritto
d
'
associazione
-
Pubblicati
amendue
nella
Nuova
Antologia
.
Essi
sono
stati
scritti
prima
che
il
17
novembre
fosse
attentato
alla
vita
del
Re
:
e
prima
che
,
qualche
giorno
innanzi
o
dopo
,
le
bombe
scoppiate
a
Firenze
,
a
Pisa
,
a
Livorno
,
le
risse
a
Bologna
,
l
'
assalto
tentato
di
notte
a
una
caserma
in
Pesaro
,
l
'
assassinio
d
'
un
ufficiale
di
polizia
a
Fabriano
,
i
cartelli
affissi
a
Roma
,
gli
arresti
preventivi
che
hanno
solo
impedito
maggiori
guai
,
e
molti
altri
indizii
non
attestassero
,
che
il
regicida
di
Napoli
,
mandatario
o
no
d
'
una
setta
,
ha
pur
sempre
concepito
l
'
atroce
delitto
non
nella
solitudine
della
sua
mente
,
ma
in
una
comunicazione
di
spirito
e
d
'
intenti
con
molti
.
Cotesti
fatti
,
che
io
non
potevo
sapere
,
mentre
scrivevo
è
chiaro
,
a
chi
oggi
mi
legge
,
che
io
li
presentissi
.
Errano
in
un
punto
solo
:
credevo
,
che
avrebbero
indugiato
di
più
.
Io
prevedevo
cotesto
scoppio
di
passioni
e
d
'
ire
per
il
giorno
,
che
il
presente
indirizzo
di
governo
sarebbe
stato
mutato
in
Italia
;
ma
gli
odii
non
hanno
avuto
pazienza
,
ed
hanno
cessato
di
covare
anche
prima
.
Vuol
dire
,
che
il
lavoro
delle
sette
anarchiche
è
maturo
in
Italia
,
ed
hanno
rinnovato
,
più
presto
che
io
non
aspettavo
,
le
gesta
e
i
fasti
,
da
'
quali
nel
luglio
sembravano
tuttora
lontani
.
lo
dicevo
allora
,
che
si
preparavano
,
crescevano
,
invigorivano
le
forze
e
disposizioni
morali
nei
partiti
contrari
al
presente
ordine
di
cose
,
le
quali
prima
o
poi
avrebbero
turbato
la
serenità
apparente
del
paese
;
coteste
forze
erano
già
preparate
,
cresciute
,
invigorito
più
che
non
si
poteva
congetturare
,
mentre
stavano
ancora
nascose
quasi
del
tutto
.
Ma
,
si
sente
dire
:
-
siano
stati
pur
molti
e
subitanei
cotesti
segni
di
corruttela
politica
;
quando
vi
si
contrapponga
la
manifestazione
maravigliosa
di
affetto
al
Re
e
di
fede
alla
monarchia
,
che
hanno
eccitato
in
tutto
il
paese
,
essi
perdono
valore
e
significato
insieme
.
Vero
:
ma
chi
parla
così
non
ragiona
giusto
.
Un
regno
recente
avrebbe
perso
ogni
speranza
d
'
avvenire
,
se
già
non
sentisse
più
che
nella
forma
monarchica
assunta
da
esso
sta
il
maggior
suo
fondamento
e
la
migliore
sua
.
sicurezza
;
una
società
,
che
non
fosse
presa
tutta
d
'
un
brivido
all
'
annuncio
,
che
il
capo
dello
Stato
ha
rischiato
di
rimanere
vittima
del
coltello
d
'
un
assassino
,
si
dovrebbe
credere
giunta
all
'
estremo
grado
di
degenerazione
e
poco
meno
che
già
morta
e
spenta
oramai
.
Ciò
che
s
'
è
fatto
e
detto
in
Italia
,
dopo
saputo
l
'
attentato
al
Re
,
può
parere
poco
a
qualcuno
:
non
può
parere
troppo
a
nessuno
.
Che
così
gran
maggioranza
si
sia
mostrata
sgomenta
del
pericolo
corso
dal
Re
e
gli
abbia
acclamato
con
rinnovata
lena
,
è
naturale
,
e
grandissimo
conforto
a
chi
punto
ne
dubitava
:
ma
è
un
fatto
di
maggiore
importanza
,
che
in
così
gran
convocio
di
applausi
.
e
di
esecrazioni
non
solo
qualche
voce
ha
disturbato
,
ma
qualcuno
è
stato
mosso
dal
sentimento
suo
a
trovarvi
persino
nuova
occasione
e
stimolo
di
delitto
.
Ciò
non
si
spiega
,
non
a
un
modo
solo
.
In
coteste
città
dove
simili
voci
sono
stato
udite
o
simili
atti
compiuti
,
le
sette
devono
già
avere
viziata
l
'
atmosfera
,
più
che
non
pare
.
Deve
respirar
aria
molto
infetta
,
quegli
nel
cui
animo
scendono
siffatti
pensieri
e
proponimenti
,
poiché
non
è
soprattutto
un
'
ingordigia
o
rabbia
privata
quel
che
lo
muove
.
Chi
ne
respira
una
sana
e
buona
,
non
può
essere
tratto
per
nessuna
via
e
modo
a
concepirli
.
è
ozioso
ricercare
quali
sette
siano
soprattutto
il
crogiuolo
,
dove
si
fonde
così
ogni
chiarezza
di
mente
ed
ogni
bontà
di
cuore
.
Il
Passannante
può
essere
qualcosa
tra
un
repubblicano
e
un
socialista
;
ovvero
più
del
primo
o
più
del
secondo
.
Ma
non
perciò
i
repubblicani
o
i
socialisti
insegnano
tutti
le
dottrine
dell
'
assassinio
politico
,
e
molto
meno
le
.
praticherebbero
tutti
.
Cotesta
dottrina
è
il
motto
misterioso
ed
ultimo
di
ciascuna
setta
,
che
vuole
colla
violenza
sovvertire
l
'
ordine
attuale
dello
Stato
;
e
tutte
,
contrastate
un
pezzo
ed
impedite
dal
raggiugnere
il
loro
fine
,
terminano
col
supporre
la
violenza
unico
mezzo
di
raggiugnerlo
.
Ma
l
'
atto
dell
'
assassino
non
è
un
effetto
,
puro
e
semplice
,
della
dottrina
;
questa
gli
abbuja
la
coscienza
;
ma
non
gli
arma
ancora
la
mano
.
Il
coltello
gli
è
appuntato
dal
livore
,
dallo
sdegno
,
dal
dispetto
,
dal
bisogno
,
dal
vizio
:
da
tutti
que
'
risentimenti
,
che
ribollono
nell
'
imo
fondo
di
ciascuna
setta
,
dove
precipita
e
posa
la
faccia
,
che
entra
nella
composizione
ma
in
tanta
maggiore
proporzione
,
quanto
più
essa
è
anarchica
,
quanto
,
cioè
,
è
più
ampio
e
difficile
il
sentimento
politico
e
sociale
che
si
propone
.
Io
non
dubito
che
Aurelio
Saffi
davvero
creda
che
l
'
ufficio
del
partito
repubblicano
deva
oggi
essere
soltanto
questo
:
predicare
l
'
eccellenza
del
principio
repubblicano
,
e
restrignersi
nel
pensiero
,
aspettando
a
lanciarsi
nell
'
azione
che
la
coscienza
della
nazione
sia
matura
.
Io
non
dubito
che
siano
di
buona
fede
quegli
studenti
repubblicani
dell
'
Università
e
scuole
d
'
applicazione
Bolognese
,
che
,
innalzandosi
in
nome
della
legge
morale
e
dell
'
umanità
al
disopra
d
'
ogni
differenza
di
parte
,
si
condolgono
dell
'
attentato
con
Umberto
di
Savoja
,
che
ha
rischiato
di
rimanere
vittima
,
e
con
Benedetto
Cairoli
che
v
'
è
rimasto
ferito
.
Ma
è
evidente
,
che
cotesti
leali
studenti
ignorano
che
,
uno
Stato
monarchico
,
il
quale
lascia
in
una
instituzione
sua
,
come
è
l
'
Università
,
ordinarsi
liberamente
,
un
gruppo
di
studenti
i
quali
si
danno
titolo
di
repubblicani
,
e
non
ha
neanche
cuore
a
mostrare
d
'
avere
inteso
che
in
un
indirizzo
al
Presidente
del
Consiglio
,
essi
hanno
sconosciuto
il
Re
,
è
uno
Stato
,
al
quale
il
paese
comincia
a
temere
che
manchi
la
coscienza
della
sua
forza
,
e
il
rispetto
del
suo
diritto
;
ed
Aurelio
Saffi
ignora
altresì
,
che
la
sua
speculativa
predicazione
repubblicana
in
uno
Stato
,
che
dovrà
prima
o
poi
impedire
che
venga
all
'
atto
,
crea
una
condizione
d
'
animi
violenta
,
e
diventa
il
fomite
,
di
organizzazioni
,
di
combinazioni
,
di
cospirazioni
,
le
quali
gittano
necessariamente
intorno
a
sé
il
seme
dei
delitti
,
onde
l
'
animo
suo
,
come
il
nostro
,
è
eccitato
a
così
grande
orrore
.
Il
ministero
poi
,
anzi
,
si
può
dire
,
il
governo
ha
mostrato
d
'
ignorare
così
da
tre
anni
in
qua
ciò
che
sfugge
a
quegli
studenti
,
come
ciò
a
cui
gli
occhi
del
Saffi
non
giungono
.
Noi
abbiamo
avuto
per
un
due
anni
ministeri
,
che
hanno
scemato
credito
e
valore
a
quanto
v
'
era
nel
paese
di
più
sano
,
di
più
sicuro
,
di
più
tranquillo
,
ed
ora
da
meno
di
un
anno
n
'
abbiamo
uno
il
quale
ha
lasciato
espandersi
ed
affiatarsi
quanto
v
'
ha
di
più
malsano
,
di
più
torbido
e
mobile
.
I
diritti
supposti
e
immaginarli
delle
minoranze
sovvertitrici
,
parte
coll
'
ajuto
stesso
del
governo
,
parte
da
sé
,
hanno
avuto
modo
di
sovrapporsi
a
diritti
veri
e
legali
della
maggioranza
conservatrice
e
prevalere
.
Raccogliamo
ora
i
frutti
di
così
falsa
politica
;
e
s
'
è
tuttora
lontani
dall
'
averli
raccolti
tutti
.
Stiamo
anzi
,
a
principio
;
ed
o
io
non
ricordo
nessuna
storia
e
non
ho
acquistato
in
trent
'
anni
di
tempeste
nessuna
esperienza
,
o
è
pur
vera
la
triste
previsione
dell
'
animo
mio
:
che
la
strada
nella
quale
siamo
ci
meni
a
un
precipizio
.
Non
ci
s
'
illuda
,
né
in
su
né
in
mezzo
né
in
giù
;
e
poiché
tocca
a
tutti
,
ci
si
pensi
tutti
.
Napoli
,
22
Novembre
1878
.
Bonghi
L
'
ITALIA
NON
ASPETTA
Sarebbe
rincrescevole
,
davvero
,
se
il
più
amabile
dei
repubblicani
-
come
tanti
altri
del
resto
innanzi
a
lui
-
voltasse
a
monarchico
.
Pure
,
questa
è
l
'
impressione
,
che
ha
fatto
sopra
parecchi
un
opuscolo
pubblicato
a
questi
giorni
da
Agostino
Bertani
,
col
titolo
:
L
'
Italia
aspetta
.
"
Adunque
,
il
Re
,
dopo
il
Cairoli
,
chiamerà
il
Bertani
"
.
Così
sentivo
esclamare
uno
cui
cotesto
opuscolo
era
venuto
alle
mani
.
E
di
fatti
,
sinché
i
moti
politici
non
si
posano
,
o
almeno
la
coscienza
di
tutti
non
li
senta
posati
,
non
si
suole
intendere
altro
progresso
,
che
quello
vago
,
indeterminato
,
illusorio
,
in
diritta
linea
verso
il
discioglimento
della
forma
,
in
cui
si
crede
abbiano
fatto
sosta
per
poco
.
Sicché
son
creduti
via
via
uomini
d
'
avvenire
gli
uni
rispetto
agli
altri
quelli
che
più
son
riputati
in
grado
ed
in
desiderio
di
operare
cotesto
dissolvimento
.
Chi
più
è
tenuto
atto
e
volonteroso
a
ciò
,
è
avanzato
,
sta
avanti
a
chi
è
meno
.
In
cotesta
preposizione
avanti
è
inclusa
tutta
la
politica
.
La
quale
non
è
già
più
l
'
arte
del
proporzionare
i
mezzi
ai
fini
,
dell
'
attagliare
le
istituzioni
alle
condizioni
dei
popoli
,
del
mantenere
da
una
parte
le
forme
essenziali
di
una
società
,
e
trarne
dall
'
altra
i
maggiori
effetti
di
coltura
intellettuale
,
di
soddisfazione
morale
,
di
utilità
sociale
,
e
di
prosperità
economica
,
che
i
tempi
comportino
;
ma
bensì
l
'
arte
di
camminare
a
occhi
chiusi
verso
una
meta
oscura
,
pur
di
non
guardarsi
mai
indietro
,
in
una
linea
che
par
retta
,
perché
non
si
vede
.
,
e
perché
non
si
sa
dove
metta
capo
.
L
'
assurdità
del
proponimento
è
poi
causa
essa
sola
,
che
non
ne
risulti
nulla
di
sincero
e
di
vero
;
che
il
paese
,
cui
non
s
'
è
promesso
altro
,
se
non
che
sarebbe
andato
avanti
,
non
avanza
in
realtà
da
nessuna
parte
;
e
la
sola
cosa
che
avanzi
,
sono
i
vantaggi
e
le
vanità
degli
uomini
,
che
,
pur
di
farsi
strada
,
l
'
avean
cullato
in
così
vana
speranza
;
ragione
potentissima
poi
di
disistima
e
corruttela
pubblica
.
Però
,
il
Bertani
non
ha
,
per
verità
,
nessuna
colpa
,
che
il
giudizio
sopra
di
lui
e
il
suo
libriccino
,
-
ha
40
pagine
e
l
'
autore
si
vede
,
che
non
giugne
senza
fatica
a
scriverne
tante
,
-
si
sia
sommato
in
quelle
poche
parole
.
Sarebbe
maligno
e
falso
l
'
affermare
,
che
,
nel
suo
parere
,
quello
che
l
'
Italia
propriamente
aspetti
,
sia
lui
.
Non
s
'
intende
davvero
molto
chiaramente
,
ciò
che
l
'
Italia
aspetti
,
ma
non
aspetta
,
a
quanto
pare
,
lui
.
Il
pensiero
dell
'
autore
è
,
in
fin
delle
fini
,
incerto
molto
.
Talora
,
si
direbbe
,
ch
'
egli
,
insomma
,
voglia
dire
,
che
l
'
Italia
aspetta
la
Repubblica
,
e
che
l'onor8
Cairoli
ce
l
'
avvii
;
talora
invece
,
l
'
aspettazione
è
assai
più
modesta
.
Quando
l
'
Italia
,
parrebbe
,
avesse
ottenuto
,
che
i
Comuni
non
avessero
più
parte
nell
'
istruzione
primaria
,
e
nelle
scuole
elementari
non
s
'
insegnasse
più
religione
;
-
quando
l
'
azione
della
giustizia
precedresse
,
più
spedita
,
e
la
magistratura
,
pagata
meglio
,
rispondesse
più
alla
nobiltà
dell
'
ufficio
suo
;
-
quando
le
comunicazioni
da
una
ad
altra
regione
fossero
agevolate
mediante
i
più
recenti
e
facili
mezzi
di
trasporto
,
-
l
'
Italia
,
almeno
per
ora
,
non
aspetterebbe
altro
.
Succede
del
libro
del
Bertani
come
di
tante
altre
manifestazioni
d
'
uomini
politici
in
Italia
,
che
l
'
hiatus
è
grande
,
e
la
parola
,
che
poi
n
'
esce
,
piccola
.
A
veder
quello
,
non
v
'
ha
gran
canto
,
che
non
si
creda
dovere
,
potere
venirne
fuori
,
poi
è
un
fil
di
voce
,
quello
che
n
'
esce
,
appena
percettibile
.
E
le
ragioni
di
ciò
son
due
:
-
aprono
la
bocca
male
;
e
si
sono
troppo
scarsamente
nudriti
.
O
,
fuor
di
metafora
,
non
muovono
da
un
retto
principio
,
e
la
lor
mente
non
è
abbastanza
educata
da
studi
di
quel
genere
e
maturità
,
che
occorrerebbe
.
Che
il
Bertani
,
per
esempio
,
paragoni
sé
,
quando
discorre
o
scrive
di
medicina
o
chirurgia
,
e
quando
scrive
invece
o
discorre
di
qualche
ordinamento
sociale
o
politico
!
Come
la
parola
gli
sgorga
limpida
,
e
la
penna
gli
scorre
fluida
e
il
pensiero
gli
si
affolla
copioso
nel
primo
caso
;
come
la
parola
gli
s
'
impaccia
,
e
la
penna
gli
si
congela
,
e
il
pensiero
gli
s
'
incaglia
nel
secondo
!
Egli
ricorda
di
sé
l
'
alta
carità
che
gli
ha
insegnata
l
'
arte
sanguinosa
e
precisa
nella
quale
un
fortunato
ardimento
gli
conciliò
qualche
rispetto
dai
colleghi
suoi
;
bene
a
ragione
;
ma
ripensi
,
quanto
la
mano
gli
è
ferma
nel
trattare
quei
dolorosi
istrumenti
,
che
devono
ripristinare
le
forze
e
le
funzioni
dell
'
organismo
in
quegli
stessi
di
cui
mettono
talora
la
vita
a
nuovo
pericolo
;
e
quanto
invece
gli
oscilla
,
allorché
deve
non
operare
,
ma
disegnare
soltanto
con
essa
i
movimenti
,
che
si
devono
produrre
nei
corpi
delle
società
umane
per
risanarli
!
Ciascuna
arte
vuole
le
preparazioni
sue
;
e
il
genio
,
supponiamo
che
ci
sia
,
non
basta
oggi
a
vincer
le
guerre
più
che
a
condurre
gli
Stati
.
Gli
elementi
della
vita
in
questi
,
come
i
mezzi
di
morte
in
quelle
,
son
diventati
troppi
!
L
'
onorevole
Bertani
è
riputato
il
capo
dei
repubblicani
in
Parlamento
.
Se
repubblicani
vi
hanno
ad
essere
,
-
e
non
si
può
fare
a
meno
che
non
ce
ne
sia
,
-
e
devono
avere
un
capo
,
nessuno
ci
sgomenta
meno
di
lui
.
"
Solo
per
tanti
anni
nella
Camera
,
e
lungamente
inviso
,
come
profanatore
dell
'
arca
santa
,
io
sostenni
che
un
partito
di
schietta
democrazia
doveva
manifestarsi
in
Parlamento
,
segnacolo
e
voce
di
quello
che
senza
cospirazioni
e
violenze
,
ma
per
fatale
evoluzione
della
coscienza
nazionale
,
andava
ingrossando
al
di
fuori
"
.
Così
egli
scrive
di
sé
;
e
noi
diciamo
che
ha
fatto
bene
,
e
l
'
Italia
deve
avergliene
grado
.
È
stato
nocivo
,
che
nessun
clericale
,
-
nessun
uomo
cioè
,
d
'
una
parte
politica
che
nega
da
un
opposto
aspetto
l
'
ordine
attuale
di
cose
,
-
si
sia
risoluto
a
fare
il
medesimo
:
e
che
i
clericali
,
i
quali
già
erano
in
Parlamento
,
abbiano
creduto
,
una
volta
che
questo
ha
preso
sede
in
Roma
,
di
doverne
uscire
.
Le
istituzioni
rappresentative
non
son
sicure
di
produrre
tutto
il
frutto
che
se
n
'
aspetta
,
non
sono
in
grado
d
'
acquistare
un
moto
ordinato
,
tranquillo
,
fecondo
,
continuo
,
se
non
quando
le
opinioni
del
paese
sieno
rappresentate
tutte
,
e
si
acconcino
ad
essere
varietà
d
'
indirizzi
politici
e
sociali
dentro
la
cerchia
di
quelle
.
Ché
se
esse
a
principio
,
come
è
succeduto
già
e
succede
tuttora
ai
repubblicani
,
persistono
nell
'
asserire
di
sé
che
son
sempre
le
stesse
,
e
nel
pretendere
di
non
avere
rinunciato
o
non
volere
rinunciare
a
nulla
;
a
mano
a
mano
,
e
quasi
senza
che
si
accorgano
e
certo
senza
che
se
lo
confessino
,
queste
lor
presunzioni
si
smorzano
,
si
spuntano
,
e
nei
contatti
quotidiani
delle
composizioni
e
scomposizioni
delle
parti
politiche
,
s
'
abituano
a
rinserrarsi
nella
lizza
,
in
cui
sono
scese
a
combattere
,
e
che
finisce
col
parer
sufficiente
ad
ogni
loro
gara
,
e
non
levare
a
nessuno
la
cara
speranza
di
poter
continuare
la
sua
battaglia
in
perpetuo
.
Ma
la
maggiore
o
minore
importanza
di
un
fatto
,
come
quello
che
l
'
onorevole
Bertani
ascrivo
a
sé
,
-
cioè
l
'
entrata
della
parte
repubblicana
in
Parlamento
,
-
dipende
dall
'
assenso
che
trovano
nel
rimanente
di
essa
coloro
i
quali
vi
si
son
risoluti
.
Che
se
questi
son
pochi
,
o
piuttosto
so
,
essendo
Pochi
,
il
maggior
numero
dei
repubblicani
li
reputa
piuttosto
traditori
della
parte
,
che
rappresentanti
suoi
,
il
fatto
loro
può
avere
ragioni
più
o
meno
buone
,
motivi
più
o
meno
fondati
,
onorevoli
,
nobili
,
ma
non
ha
valore
oltre
le
loro
stesse
persone
;
non
acquista
un
'
efficacia
davvero
politica
e
seria
.
Il
caso
del
partito
repubblicano
è
appunto
quest
'
ultimo
.
Vi
hanno
repubblicani
in
Parlamento
,
-
e
si
può
dirlo
senza
ingiuria
,
poiché
quelli
che
son
tali
,
non
se
ne
scusano
,
né
se
ne
infingono
;
-
ma
non
si
può
affermare
,
che
cotesti
repubblicani
rappresentino
tutta
la
loro
parte
.
I
più
di
questa
,
-
e
tra
i
principalissimi
,
-
non
approvano
la
condotta
di
cotesti
loro
fratelli
un
po
'
spurii
,
né
riconoscono
ad
essi
maggiore
autorità
che
in
una
famiglia
si
accorderebbe
a
questi
.
I
repubblicani
in
Parlamento
,
da
quelli
,
che
non
solo
ne
rimangono
coi
fatti
,
ma
vogliono
per
convincimento
rimanerne
fuori
,
son
riputati
cristianelli
annacquati
.
Né
tutti
credono
che
l
'
opera
loro
sia
utile
.
Poiché
nei
partiti
v
'
ha
sempre
due
opinioni
:
quella
di
coloro
,
i
quali
vedono
il
fine
del
partito
tanto
più
facile
a
conseguire
,
quanto
meno
si
accusa
;
e
quella
di
coloro
i
quali
invece
stimano
appunto
il
contrario
.
A
'
primi
pare
,
che
pur
di
riuscire
,
anzi
per
riuscire
,
giova
sopratutto
che
la
repubblica
si
umanizzi
,
e
si
serva
delle
indulgenze
del
Governo
pro
tempore
,
per
farsi
strada
;
i
secondi
invece
immaginano
che
quando
cotesta
repubblica
faccia
fieramente
parte
da
sé
,
e
,
trattasi
in
un
canto
,
si
contenti
,
finché
l
'
ora
sua
non
sia
arrivata
,
di
gridare
su
per
i
tetti
l
'
idea
sua
e
di
segnare
a
dito
il
venir
meno
e
il
fallire
d
'
ogni
altra
,
cotesta
sua
ora
arriverà
prima
che
in
qualunque
altro
modo
e
più
efficacemente
,
più
degnamente
.
S
'
intende
,
che
i
repubblicani
di
questa
seconda
maniera
non
consentono
con
quei
della
prima
,
ma
nel
fondo
del
cuore
gli
sprezzano
.
Quando
noi
,
quindi
,
avremo
raccolto
il
pensiero
del
Bertani
,
non
dovremo
già
figurarci
di
aver
raccolto
quello
di
tutta
la
parte
politica
,
a
cui
nome
egli
parla
.
Ciò
che
potremo
dire
,
è
di
avere
saputo
dal
Bertani
,
che
concetto
si
formino
del
valore
,
dell
'
avvenire
,
dell
'
importanza
dell
'
instituzione
monarchica
quelli
tra
i
repubblicani
,
i
quali
hanno
creduto
di
poter
entrare
in
qualche
componimento
temporaneo
con
essa
,
e
di
farne
così
per
comodo
quella
provvisoria
,
illusoria
,
superficiale
ricognizione
,
che
implica
,
nel
parer
loro
,
un
giuramento
.
Ora
,
per
vero
dire
,
dal
Bertani
appare
ch
'
egli
e
i
suoi
repubblicani
rosati
si
formano
di
cotesta
monarchia
un
concetto
che
è
tanto
contrario
al
vero
,
quanto
al
sentimento
di
quegli
ai
quali
essa
pare
un
'
istituzione
fondamentale
del
paese
.
Il
che
,
di
certo
,
è
naturale
,
e
si
potrebbe
quasi
sottintendere
;
ma
è
importante
a
notare
e
provare
,
poiché
il
Bertani
pretende
che
tale
opinione
sua
deva
essere
,
anzi
sia
quella
del
ministero
,
a
cui
la
monarchia
ha
appunto
commesso
ora
il
Governo
;
sicché
questo
non
si
possa
aspettare
l
'
appoggio
di
lui
e
della
parte
sua
se
non
a
patto
che
questa
opinione
spicchi
sempre
più
nell
'
azione
e
nella
condotta
di
esso
,
Proximus
ardet
Ucalegon
,
dunque
;
se
l
'
illustre
medico
indovini
la
diagnosi
,
o
piuttosto
,
se
mi
pare
che
la
indovini
,
dirò
più
in
là
.
Or
ecco
che
cosa
intanto
il
Bertani
vuole
che
la
monarchia
sia
,
per
aspettare
,
tranquillamente
che
la
si
spenga
.
Egli
nega
al
Re
qualunque
parte
di
sovranità
anzi
lo
contrappone
al
sovrano
,
che
è
il
popolo
,
da
cui
il
Re
ha
solo
una
delegazione
d
'
esercizio
d
'
una
piccola
parte
di
potere
pubblico
.
La
libertà
ha
un
proprio
nome
ed
ideale
,
e
questo
è
repubblica
;
la
rivoluzione
italiana
è
stata
schiettissimo
ed
unico
frutto
della
forza
e
della
volontà
popolare
vittoriosa
,
e
quindi
nasce
,
natural
conseguenza
della
vittoria
,
il
diritto
della
nazione
d
'
innalzare
la
propria
coscienza
al
governo
di
sé
medesima
.
Democrazia
e
repubblica
è
tutt
'
uno
,
e
la
conciliazione
tra
gl
'
interessi
della
monarchia
e
quelli
della
democrazia
,
iniziata
un
dì
,
per
altissimi
intenti
,
da
Mazzini
stesso
,
non
può
essere
se
non
temporanea
.
Questa
conciliazione
non
può
durare
se
non
fin
dove
e
fin
quando
la
monarchia
non
resista
ai
progressi
della
libertà
,
e
la
democrazia
non
s
'
imponga
pel
bene
d
'
Italia
.
I
plebisciti
furon
dettati
da
necessità
transitorie
;
la
nuova
sovranità
nazionale
sorge
e
si
posa
calma
e
severa
a
reclamare
un
diritto
le
cui
ragioni
porta
in
sé
stessa
costitutive
,
inalienabili
,
imprescrittibili
.
Dal
centro
vitale
dell
'
istituzione
monarchica
si
sviluppa
ogni
giorno
più
tardo
il
moto
,
e
la
sua
circolazione
si
va
ogni
di
più
intorpidendo
;
e
le
va
contrapposto
un
giovane
e
vigoroso
organismo
dalla
giovinezza
immortale
che
,
stringendosi
in
pugno
il
vessillo
del
progresso
,
additi
un
nuovo
primato
all
'
Italia
fra
i
popoli
civili
.
Cotesto
organismo
è
vaticinato
all
'
Italia
dal
suo
genio
speciale
,
dal
martirologio
e
dagli
accelerati
progressi
odierni
.
La
monarchia
costituzionale
povera
,
timida
creatura
,
ponte
gettato
da
venti
anni
fra
le
diffidenze
dell
'
Europa
dispotica
ed
il
bisogno
della
ricostituzione
nazionale
,
ha
avuto
un
periodo
necessario
,
periodo
dominato
dal
prepotente
concetto
dell
'
unità
della
patria
.
Ma
,
l
'
unità
raggiunta
,
può
la
mente
italiana
tenersi
indissolubilmente
unita
a
forme
divenute
più
che
mai
accessorie
?
Avvinta
tuttora
in
quelle
fascie
che
protessero
la
sua
infanzia
,
l
'
Italia
,
cresciuta
e
adulta
nella
vita
politica
,
ne
risente
già
le
molestie
e
si
rende
conto
troppo
chiaro
,
delle
contraddizioni
e
dei
vizi
costitutivi
della
forma
accettata
.
Un
breve
periodo
di
vita
costituzionale
è
bastato
ad
imbastardire
il
genio
italiano
,
a
sfibrarne
il
carattere
,
a
deprimerne
la
intelligenza
.
Una
reazione
in
favore
dell
'
ideale
è
inevitabile
,
e
guai
se
questa
sorprenda
gl
'
Italiani
deboli
di
mente
e
prostrati
nella
coscienza
,
disciplinati
da
una
forma
politica
eviratrice
!
La
monarchia
deve
spogliarsi
man
mano
dei
suoi
privilegi
ed
indietreggiare
dai
diritti
storici
e
dalle
pretese
convenzionali
,
se
vuole
che
gl
'
Italiani
aspettino
pazientemente
la
fine
sua
.
L
'
autorità
regia
deve
residuarsi
a
lieve
cosa
,
e
non
superare
quella
d
'
un
presidente
di
repubblica
.
Deve
durare
nell
'
attitudine
passiva
che
le
conviene
.
Ora
questo
,
come
si
è
detto
,
è
il
concetto
della
monarchia
italiana
che
si
formano
i
più
temperati
dei
repubblicani
,
quegli
i
quali
non
dicono
di
sé
:
Amiamo
più
fortemente
la
repubblica
,
perché
più
fortemente
amiamo
la
verità
.
Ebbene
,
questo
concetto
è
già
,
nel
parer
mio
,
interamente
falso
;
ed
un
Governo
che
in
Italia
non
lo
ripudiasse
nell
'
animo
suo
,
non
sarebbe
in
grado
se
non
di
condurre
il
paese
a
rovina
.
Il
monarca
non
e
stato
passivo
nella
costituzione
di
questa
Italia
nuova
,
né
può
rimanere
passivo
nell
'
opera
del
consolidamento
di
essa
.
Affermare
che
l
'
istituzione
monarchica
sia
contraria
al
genio
italiano
e
alle
tradizioni
o
leggi
storiche
del
nostro
sviluppo
è
vanissimo
,
e
chi
si
lascia
tirare
a
siffatte
affermazioni
dalle
reminiscenze
gloriose
della
repubblica
romana
,
o
fastidiose
e
turbolente
delle
repubblichette
del
medio
evo
,
mostra
di
ricordare
la
storia
della
sua
patria
e
poco
e
male
.
Un
popolo
tutto
libero
è
un
fatto
modernissimo
;
una
nazione
italiana
che
concorra
effettivamente
tutta
al
governo
di
sé
medesima
è
un
fatto
nuovissimo
.
L
'
ultimo
sviluppo
della
nostra
storia
recente
non
trova
in
nessuno
dei
periodi
precedenti
di
essa
le
norme
del
suo
governo
.
E
la
forma
costituzionale
ch
'
esso
ha
assunto
,
per
necessità
di
fatto
assentita
dalla
volontà
nazionale
,
non
è
più
forestiera
che
italiana
nell
'
essenza
sua
;
è
un
rampollo
delle
condizioni
proprie
delle
società
europee
;
e
l
'
essersi
mostrato
altrove
prima
che
qui
,
sicché
l
'
averlo
trapiantato
qui
può
parere
imitazione
,
si
deve
a
ciò
solo
,
che
coteste
condizioni
si
son
maturate
in
altri
Stati
prima
che
nel
nostro
,
nato
,
nella
sua
forma
attuale
,
per
l
'
ultimo
.
Non
discutiamo
,
-
che
è
quistione
oziosa
,
-
se
sieno
stati
in
maggior
numero
repubblicani
o
monarchici
gli
uomini
che
hanno
concorso
a
ridestare
l
'
Italia
,
a
riporla
in
piedi
ed
a
dirle
:
cammina
.
Ammettiamo
pure
,
se
si
vuole
,
che
la
più
parte
di
coloro
i
quali
,
sfidando
ogni
minaccia
,
affrontando
ogni
pericolo
,
tra
patimenti
,
tra
contrasti
,
tra
martiri
infiniti
,
concitando
nell
'
animo
proprio
tutti
gli
ardori
dell
'
amore
arrischiato
d
'
una
patria
infelice
,
si
sono
affaticati
a
redimerla
,
abbia
vagheggiato
nella
sua
mente
un
ideale
di
Governo
il
più
opposto
a
quello
contro
cui
combatteva
.
Non
solo
non
sarebbe
meraviglia
che
così
fosse
stato
,
ma
sarebbe
meraviglia
se
fosse
accaduto
il
contrario
.
Non
sono
le
fantasie
eccitate
da
una
lotta
disuguale
e
crudele
i
giudici
migliori
dell
'
assetto
nel
quale
il
lor
paese
poserà
,
una
volta
che
quella
sia
vinta
.
Riconosciamo
senza
paura
le
speranze
generose
di
quegli
animi
infiammati
,
ma
non
facciamo
loro
il
torto
di
credere
che
i
sogni
d
'
una
giovinezza
torbida
sarebbero
stati
i
consigli
d
'
una
maturità
sicura
e
calma
.
Quelli
che
ora
si
giovano
dell
'
esempio
delle
opinioni
di
cotesti
trapassati
,
sono
così
indietro
al
proprio
tempo
come
essi
erano
avanti
al
loro
.
Ciò
che
però
è
chiaro
,
è
che
cotesti
sforzi
,
tentativi
,
desideri
di
uomini
privati
,
o
repubblicani
che
fossero
o
monarchici
di
sentimento
,
come
non
erano
bastati
in
mezzo
secolo
a
sollevare
l
'
Italia
dalla
misera
condizione
in
cui
era
,
così
non
vi
sarebbero
bastati
in
venti
altri
.
Chi
trascura
tra
i
motori
di
questa
risurrezione
d
'
Italia
il
monarca
s
'
affanna
a
non
intenderla
.
Poiché
se
il
pensiero
,
non
delle
plebi
dimentiche
,
ma
della
parte
intellettuale
e
più
eletta
del
paese
l
'
ha
preparata
con
una
secolare
pazienza
,
l
'
ha
compiuta
l
'
istinto
antico
tradizionale
d
'
una
dinastia
più
che
secolare
,
e
l
'
arte
politica
d
'
un
governo
,
la
cui
esistenza
legale
e
legittima
aveva
avuto
assai
più
volte
,
che
quella
forse
di
nessun
altro
,
la
ricognizione
del
diritto
pubblico
d
'
Europa
.
Qui
è
stato
attivo
e
supremamente
attivo
,
non
che
il
re
stesso
nella
sua
persona
,
-
e
più
la
vita
di
Vittorio
Emanuele
sarà
nota
,
più
la
parte
presa
da
lui
nel
risorgimento
italiano
apparirà
grande
,
-
ma
il
re
,
come
instituto
giuridico
e
politico
.
Cotesta
autorità
regia
è
quella
che
ha
ordinato
le
forze
del
moto
italiano
,
anzi
quella
che
a
questo
moto
ideale
degli
spiriti
ha
dato
la
forza
,
a
questa
materia
,
che
voleva
essere
trasformata
,
ha
fornito
la
forma
nuova
,
nella
quale
foggiarsi
.
La
monarchia
,
quindi
,
non
è
un
accidente
della
risurrezione
italiana
,
non
è
una
veste
che
questa
ha
indossata
per
un
commodo
passaggiero
;
non
è
un
'
appendice
,
un
accessorio
della
nostra
esistenza
nazionale
;
è
bensì
la
radice
stessa
,
donde
quella
restaurazione
è
germogliata
;
è
il
cuore
donde
muove
e
tòrna
,
con
circolo
perpetuo
,
il
sangue
del
nostro
Stato
;
è
il
pernio
intorno
a
cui
gira
,
la
base
su
cui
sta
.
Chi
levasse
quella
di
mezzo
,
non
farebbe
altrimenti
al
nostro
essere
nazionale
di
quello
che
a
un
albero
chi
lo
schiantasse
.
Solo
perché
l
'
autorità
regia
ridava
una
forma
allo
Stato
nuovo
,
nella
stessa
ora
che
discioglieva
la
vecchia
,
è
stato
possibile
all
'
Italia
di
trovare
nelle
guerre
che
doveva
combattere
,
alleati
coi
quali
vincerle
,
e
nell
'
interno
di
ordinare
subito
uno
Stato
capace
d
'
un
avviamento
costante
,
e
non
costretto
a
sobbalzare
senza
posa
.
Se
sono
venti
anni
che
duriamo
,
e
in
questi
venti
anni
tutto
un
organismo
,
più
o
men
bene
e
fortunatamente
,
s
'
è
formato
e
ha
vissuto
,
è
alla
monarchia
solo
che
lo
dobbiamo
.
La
più
grave
questione
della
nostra
interna
costituzione
,
l
'
esistenza
d
'
un
papa
in
Roma
,
dobbiamo
al
Re
lo
averla
sciolta
.
La
guerra
,
che
gl
'
interessi
molteplici
connessi
col
Papato
e
sparsi
per
tutta
Europa
,
-
interessi
morali
,
sociali
,
politici
,
-
più
volte
secolari
tutti
,
ci
hanno
fatta
,
anzi
ci
fanno
tuttora
,
non
l
'
avremmo
vinta
,
né
le
resisteremmo
ora
,
un
Re
,
d
'
antichissima
dinastia
,
non
avesse
sviata
,
distratta
,
confusa
,
sgomenta
così
gran
parte
di
quegl
'
interessi
stessi
.
Questo
,
che
io
descrivo
,
noto
,
mostro
da
più
lati
,
è
il
carattere
evidente
,
proprio
,
peculiare
,
ideale
davvero
,
della
nostra
rivoluzione
,
ci
piace
darle
questo
nome
.
Qui
spira
,
l
'
italianità
,
ma
un
'
italianità
non
sognata
,
non
immaginata
,
non
indotta
dalle
passioni
di
parte
o
dal
ghiribizzi
del
proprio
cervello
,
ma
attinta
,
provata
dall
'
esperienza
del
fatto
.
E
i
ministri
i
quali
,
morta
,
Vittorio
Emanuele
Il
,
hanno
dato
al
figliuolo
,
distratto
dal
dolore
,
nome
di
Umberto
I
,
distaccandolo
da
quegli
antenati
,
coi
quali
suo
padre
aveva
espressamente
,
nel
suo
titolo
stesso
,
voluto
nella
nuova
fortuna
affermare
il
vecchissimo
vincolo
,
hanno
mostrato
di
non
intendere
cotesta
italianità
del
movimento
politico
nostro
,
e
tentato
,
per
quali
era
in
loro
,
in
una
occasione
siffatta
,
di
surrogare
,
alla
monarchia
antichissima
dal
cui
tronco
tuttora
vegeto
è
germogliata
la
recentissima
Italia
,
una
monarchia
nata
da
ieri
,
ancora
imberbe
,
sovrapposta
al
paese
,
e
non
connaturata
con
esso
.
Il
Bertani
afferma
che
cotesta
monarchia
italiana
divori
gli
uomini
;
anzi
,
non
l
'
afferma
lui
,
ma
dice
a
dirittura
,
che
il
popolo
italiano
nel
suo
buon
senso
è
quello
che
l
'
asserisce
.
Qui
certamente
ha
frainteso
,
e
scrive
della
monarchia
ciò
che
s
'
è
detto
sempre
della
rivoluzione
.
La
monarchia
ha
sinora
in
Italia
rifatto
gli
uomini
.
Si
sono
visti
molti
repubblicani
diventare
monarchici
;
ma
nessun
monarchico
diventare
repubblicano
.
Il
Bertani
confessa
del
Cairoli
quella
prima
trasformazione
;
e
molti
ne
sono
già
in
dubbio
per
lui
.
Ma
,
ciò
fosse
vero
di
lui
,
-
che
non
so
né
credo
,
-
egli
non
sarebbe
il
secondo
.
La
vita
parlamentare
italiana
è
stata
più
volte
testimone
di
questa
mutazione
di
opinione
,
che
io
non
solo
devo
e
voglio
credere
,
ma
credo
davvero
perfettamente
leale
.
Né
le
scema
credito
,
nel
parer
mio
,
che
essa
appar
succeduta
via
via
che
il
Governo
s
'
è
accostato
a
quelli
in
cui
il
miracolo
s
'
è
operato
;
sicché
il
sentimento
repubblicano
è
svaporato
,
appena
i
raggi
dell
'
autorità
regia
sono
stati
abbastanza
vicini
da
riscaldare
il
cuore
,
nel
cui
lago
,
a
dirla
con
Dante
,
era
sin
allora
durato
.
Il
diritto
proprio
del
monarca
,
-
come
del
resto
,
in
qualunque
forma
di
governo
,
del
capo
del
potere
esecutivo
,
-
di
nominare
i
suoi
ministri
,
e
la
perfetta
imparzialità
del
Principe
italiano
nello
sceglierli
secondo
l
'
animo
della
maggioranza
dell
'
assemblea
,
son
bastati
a
smorzare
infiniti
ardori
contrari
alla
monarchia
,
e
a
farla
parere
sopportabile
a
chi
prima
,
per
più
anni
,
non
l
'
aveva
riguardata
senza
grandi
sospetti
e
disdegni
.
Né
i
moderati
,
monarchici
ab
origine
,
devono
avere
nessuna
gelosia
se
cotesti
trafugati
in
mezzo
ad
essi
dal
campo
nemico
non
solo
non
raccolgono
biasimo
dalla
loro
variazione
di
pensiero
e
di
condotta
,
ma
ne
hanno
lode
,
e
sono
anzi
visti
con
maggior
favore
,
paiono
quasi
gli
aspettati
delle
genti
,
le
quali
non
si
struggano
d
'
altro
desiderio
se
non
di
veder
subito
il
governo
nelle
mani
più
nuove
.
Poiché
corto
non
si
considera
che
chi
dopo
avere
lungamente
pensato
il
contrario
,
si
risolve
infine
a
venire
nell
'
opinione
tua
,
mostra
almeno
minor
acume
e
prudenza
di
chi
aveva
tenuta
sin
da
principio
cotesta
opinione
stessa
.
I
monarchici
si
devono
rallegrare
d
'
un
fatto
simile
,
il
quale
vuol
infine
dire
che
il
paese
sopra
un
punto
solo
non
transige
,
ed
è
,
che
come
si
sia
,
o
prima
o
dopo
,
si
sia
diventati
monarchici
.
L
'
attrattiva
che
la
monarchia
esercita
intorno
a
sé
,
è
uno
dei
suoi
principali
e
più
naturali
uffici
;
e
insomma
codesto
piegare
di
tutte
le
persone
sensato
avanti
ad
essa
,
o
di
quelle
che
non
essendo
tali
da
prima
,
diventano
tali
per
effetto
d
'
una
esperienza
quotidiana
ed
ogni
giorno
più
chiara
,
prova
che
entra
negli
animi
di
tutti
quello
che
forma
la
sostanza
del
pensiero
liberale
in
Italia
:
essere
la
monarchia
il
fulcro
stesso
dello
Stato
.
E
la
condizione
intellettuale
e
morale
del
paese
non
si
può
dire
peggiorata
durante
i
venti
anni
di
regno
,
che
serio
già
scorsi
.
Chi
sa
dove
il
Bertani
,
che
si
dice
ottimista
,
ha
scoverto
gl
'
indizi
dell
'
imbastardirsi
che
il
carattere
italiano
abbia
fatto
in
quest
'
intervallo
di
tempo
?
Dio
buono
!
che
riputazione
si
sarebbe
egli
acquistata
nell
'
arte
medica
,
se
v
'
avesse
usato
con
altrettanta
leggerezza
raccogliere
i
sintomi
delle
sue
diagnosi
!
Quando
il
carattere
italiano
gli
è
parso
meno
bastardo
di
ora
?
Forse
nel
cittadino
turbolento
,
crudele
,
licenzioso
dell
'
evo
medio
;
o
in
quello
volpino
e
rotto
ad
ogni
eccesso
del
decimoquinto
secolo
;
o
nel
dimentico
d
'
ogni
patria
,
e
già
affranto
dal
dominio
forestiero
del
secolo
che
segue
;
o
nel
cicisbeo
e
nell
'
arcade
dei
due
secoli
successivi
;
o
nel
settario
infiammato
da
una
parte
,
e
nello
sbirro
sagace
dall
'
altra
del
principio
di
questo
?
Comparare
i
caratteri
dei
diversi
popoli
tra
di
loro
,
o
d
'
un
popolo
in
diversi
tempi
,
è
cosa
estremamente
difficile
,
ed
aperta
,
per
sé
stessa
,
a
'
giudizi
i
meno
fondati
e
i
più
strampalati
.
Ma
,
pur
riconoscendo
il
moltissimo
che
resta
a
fare
,
per
ridestare
l
'
antico
rigoglìo
della
mente
italiana
e
per
rifarci
gli
animi
,
calunnia
l
'
età
sua
chi
sconosce
che
e
per
l
'
una
cosa
e
per
l
'
altra
qualcosa
si
è
fatto
.
La
franchezza
del
pensare
e
del
dire
,
la
schietta
professione
dei
sentimenti
propri
,
la
libera
difesa
delle
opinioni
e
dottrine
che
si
credono
le
migliori
,
l
'
assumere
aperto
della
responsabilità
in
cui
s
'
incorre
,
la
coscienza
di
appartenere
ormai
ad
una
nazione
non
dispregiata
nel
mondo
,
e
senza
il
cui
intervento
non
si
concluderebbe
nessun
negoziato
di
valore
generale
tra
gli
Stati
di
Europa
,
son
tutti
germi
onde
il
carattere
nazionale
nasce
e
si
sviluppa
,
e
onde
è
già
cominciato
a
rinascere
il
nostro
.
Certo
l
'
esercizio
della
libertà
politica
ha
sue
proprie
corruttele
;
e
,
i
partiti
,
che
ne
sono
l
'
istrumento
e
la
forza
motrice
,
hanno
le
più
volte
i
piedi
nel
brago
,
quando
anche
toccano
-
che
è
raro
-
colla
testa
il
cielo
.
Ma
che
i
partiti
vi
sieno
e
sien
tali
,
non
è
colpa
della
monarchia
:
e
poiché
nella
repubblica
non
che
continuare
a
persistere
,
s
'
esacerberebbero
e
tumultuerebbero
anche
peggio
,
è
ragionevole
aggiungere
che
non
sarebbe
colpa
neanche
di
quella
.
La
colpa
è
dell
'
umana
natura
,
la
quale
non
ha
nessuna
cura
siffatta
,
che
,
sanandone
alcuni
mali
,
non
ne
promuova
e
non
ne
ecciti
altri
.
Una
repubblica
già
vecchia
,
quella
degli
Stati
Uniti
,
ed
una
nuova
,
la
francese
,
dovrebbero
insegnare
qualcosa
ai
repubblicani
d
'
Italia
di
buona
fede
.
Dovrebbero
insegnar
loro
che
le
degenerazioni
morali
degli
uomini
politici
,
non
sono
impedite
dalle
monarchie
costituzionali
,
sono
,
si
può
dire
,
piuttosto
fomentate
che
represso
dalle
repubbliche
.
Una
forma
di
governo
non
è
,
per
sé
sola
,
in
grado
di
pronunciare
contro
di
quelle
nessuno
scongiuro
,
di
far
loro
nessun
incantesimo
.
E
ciò
poi
che
le
aiuta
sopratutto
e
le
moltiplica
,
è
la
mutabilità
e
l
'
incertezza
degli
ordini
politici
;
è
la
continua
voglia
del
variarli
,
è
l
'
aspettazione
che
saranno
altri
domani
,
e
bisognerà
con
altre
arti
,
con
altri
aiuti
agevolarsi
la
vita
,
o
raggiungere
la
meta
sperata
.
I
tempi
nei
quali
una
rivoluzione
è
seguita
senza
posa
da
un
'
altra
,
sono
stati
anche
i
più
corrotti
.
Le
rivoluzioni
producono
negli
animi
le
stesse
disposizioni
che
le
pesti
.
Il
più
grande
storico
che
sia
vissuto
dice
di
quelle
:
"
Coloro
i
quali
reggono
le
città
,
con
titolo
gli
uni
e
gli
altri
specioso
,
quali
a
nome
dell
'
eguaglianza
politica
del
popolo
,
quali
a
quello
d
'
un
'
aristocrazia
savia
,
parte
volevano
premio
di
ciascuno
la
cosa
pubblica
,
ch
'
era
a
parole
la
sola
lor
cura
,
parte
,
gareggiando
per
ogni
modo
a
soverchiarsi
l
'
un
altro
,
osavano
le
più
atroci
cose
,
e
le
eseguivano
,
non
infliggendo
le
pene
a
norma
del
giusto
e
dell
'
utile
delle
città
,
ma
misurandolo
al
piacere
proprio
;
e
possedendo
il
potere
eran
pronti
a
vincere
il
loro
puntiglio
o
colla
sentenza
d
'
un
voto
ingiusto
o
colla
violenza
del
pugno
"
.
E
delle
pesti
:
"
Il
morbo
fu
anche
in
altre
cose
principio
alla
città
di
vivere
licenzioso
.
Che
più
facilmente
osava
ciascuno
le
cose
che
prima
nascondeva
,
perché
non
fosse
visto
seguirvi
l
'
arbitrio
del
piacer
suo
:
riguardando
la
volubile
mutazione
della
gente
fortunata
che
moriva
di
subito
,
e
di
quelli
che
non
possedevan
nulla
prima
,
e
ad
un
tratto
entravano
nelle
stanze
dei
morti
.
Onde
volevano
i
godimenti
rapidi
e
il
vivere
a
libito
,
stimando
effimeri
del
pari
corpi
e
i
denari
.
E
ad
affaticarsi
a
quello
che
paresse
bene
non
vi
aveva
nessuno
l
'
animo
:
riputando
oscuro
s
'
egli
non
sarebbe
venuto
meno
innanzi
di
raggiungerlo
"
.
Nei
due
casi
l
'
incertezza
del
domani
spezza
e
scioglie
ogni
disciplina
nel
presente
;
e
poiché
pare
che
non
resti
che
l
'
oggi
,
il
godere
l
'
ora
che
fugge
è
l
'
unico
proposito
che
sopravvive
.
"
E
ciò
,
aggiunge
Tucidide
,
è
stato
sempre
e
sarà
,
sinché
la
natura
umana
resti
la
medesima
"
.
Per
fortuna
,
cotesti
gridatori
di
rivoluzione
,
-
mi
scusi
il
Bertani
,
e
tutti
i
repubblicani
più
o
meno
fervidi
fratelli
o
cugini
suoi
,
-
sono
gente
antiquata
.
Non
vorrei
che
paresse
un
paradosso
a
nessuno
una
verità
così
evidente
ed
umile
com
'
è
quella
che
io
son
per
dire
.
La
vita
sociale
di
Europa
è
in
momento
,
nel
quale
nessuna
delle
quistioni
ond
'
essa
è
turbata
,
nessun
dei
problemi
ond
'
essa
è
impensierita
o
occupata
,
può
essere
risoluto
da
una
mutazione
nella
forma
del
Governo
,
o
d
una
rivoluzione
intesa
a
produrla
.
Ciò
che
preme
,
al
grado
di
civiltà
intellettuale
cui
le
nazioni
europee
sono
giunte
,
è
che
i
loro
Governi
riflettano
e
seguano
la
coscienza
pubblica
.
Ora
,
l
'
efficacia
di
questa
è
già
tanta
,
che
,
anche
quando
lo
Stato
non
è
ordinato
in
modo
da
lasciarle
una
via
abituale
continua
di
manifestazione
,
essa
ne
trova
una
.
Ma
nei
Governi
liberi
,
nei
quali
le
assemblee
rappresentano
,
in
uno
od
altro
modo
,
immediatamente
o
no
,
la
totalità
dei
cittadini
;
la
manifestazione
dir
cotesta
coscienza
pubblica
è
perenne
,
e
,
per
una
od
altra
via
,
esercita
nell
'
indirizzo
dei
Governi
tanta
influenza
,
che
questi
sono
forzati
,
più
o
meno
,
o
punto
ripugnanti
,
a
conformarvisi
.
E
si
attenda
,
a
un
fatto
curioso
e
poco
osservato
.
Le
diversità
delle
leggi
elettorali
variano
poco
codesto
effetto
.
Un
'
opinione
prevalente
nel
paese
,
-
prevalente
davvero
,
-
finisce
col
prevalere
nell
'
assemblea
rappresentativa
di
quello
,
o
pochi
o
molti
che
siano
i
cittadini
i
quali
hanno
titolo
ad
esercitare
il
diritto
di
suffragio
;
solo
,
se
questi
sono
sproporzionatamente
pochi
,
quell
'
opinione
avrà
bisogno
di
due
o
tre
elezioni
generali
per
raggiungere
la
supremazia
,
che
in
un
corpo
elettorale
più
numeroso
avrebbe
raggiunto
alla
prima
;
né
l
'
indugio
fa
sempre
danno
.
Una
vena
d
'
acqua
,
che
attraverso
più
bocche
,
scorrerebbe
tutta
in
pochi
minuti
,
penerà
un
'
ora
forse
,
se
gliene
è
aperta
soltanto
una
;
ma
anche
così
scorrerà
tutta
.
E
d
'
altra
parte
,
i
modi
che
la
coscienza
pubblica
ha
e
tiene
ad
asserire
il
diritto
suo
,
e
a
levare
la
sua
voce
più
alto
di
qualunque
altra
,
sono
per
lo
appunto
i
medesimi
in
una
monarchia
o
in
una
repubblica
;
poiché
la
differenza
sola
che
corre
tra
queste
due
forme
,
l
'
eleggibilità
e
temporaneità
del
capo
dello
Stato
,
non
influisce
per
nulla
sul
valore
e
sull
'
efficacia
della
rappresentanza
dei
cittadini
in
ciascuna
.
Si
sa
quello
che
i
repubblicani
dicono
.
-
Nelle
monarchie
ereditarie
v
'
ha
qualcosa
che
ripugna
alla
ragione
umana
;
v
'
ha
la
ricognizione
d
'
un
diritto
,
che
si
fonda
in
un
fatto
indipendente
dalla
volontà
della
cittadinanza
.
L
'
ordinamento
dello
Stato
monarchico
non
è
in
tutto
e
per
tutto
razionale
;
non
risponde
al
vero
,
al
reale
,
al
certo
,
-
son
parole
loro
,
-
in
ogni
sua
parte
.
Che
uno
,
per
ciò
solo
che
è
figliuolo
dell
'
altro
,
deva
possedere
ed
esercitare
una
potestà
suprema
,
trascende
ogni
diritto
umano
.
Il
diritto
umano
è
,
che
ciascun
uomo
sia
riputato
pari
all
'
altro
;
e
tutti
i
gradi
sulla
scala
del
potere
pubblico
sieno
conferiti
dalla
libera
scelta
del
popolo
.
Ma
appunto
qui
è
il
paralogismo
fondamentale
.
Se
il
ragionamento
è
buono
,
non
serve
solo
a
distruggere
la
trasmissione
ereditaria
della
monarchia
,
ma
qualunque
fatto
,
dal
quale
nella
società
umana
provenga
una
disuguaglianza
;
ed
esige
,
che
quella
si
ricomponga
tutta
,
anzi
persista
e
si
travagli
sempre
nel
ricomporsi
,
considerando
ciascun
suo
membro
,
come
spoglio
a
dirittura
d
'
ogni
diritto
,
che
non
nasca
dall
'
assenso
,
comunque
accertato
,
della
cittadinanza
.
Se
la
vostra
mento
è
siffatta
,
che
vi
pare
contrario
a
ragione
il
riconoscere
Principe
chi
non
è
stato
creato
tale
dalla
società
stessa
col
suo
suffragio
,
come
non
vi
può
parere
contrario
del
pari
,
che
altri
sia
ricco
,
sia
primogenito
,
nasca
da
padre
noto
,
anziché
ignoto
,
o
anche
sia
bello
,
sia
fornito
d
'
ingegno
,
di
per
sé
e
per
un
arcano
ordine
,
anziché
per
il
consenso
e
il
volere
della
società
stessa
?
La
teorica
,
che
non
vuole
nella
società
ammettere
nessun
fatto
primigenio
,
e
che
non
riconosca
dal
volere
di
essa
stessa
la
sua
ragione
ed
origine
,
non
si
accheta
se
non
l
'
ha
prima
svelta
tutta
dalle
radici
;
e
i
repubblicani
che
se
ne
voglion
servire
soltanto
per
abbattere
la
monarchia
e
sollevar
la
repubblica
,
non
se
ne
intendono
.
Un
'
esperienza
pur
lunga
,
e
intelligibile
ai
più
corti
e
più
semplici
,
dovrebbe
averli
persuasi
,
che
essi
non
sono
in
grado
di
fare
al
fuoco
la
parte
,
che
sarebbe
lor
comodo
di
assegnare
soltanto
.
Il
resto
brucia
malgrado
loro
.
L
'
argomento
fallace
,
che
mettono
innanzi
per
dimostrare
la
razionalità
assoluta
della
repubblica
,
quando
mancano
loro
tutti
gli
altri
adatti
a
provarne
l
'
utilità
attuale
,
è
siffatto
,
che
casca
sul
capo
ad
essi
stessi
,
ed
evoca
dottrine
e
partiti
,
a
'
quali
tutto
cotesto
loro
affannarsi
intorno
a
un
nome
pare
una
beffa
.
Poiché
qui
è
l
'
error
principale
del
Bertani
e
di
tutti
i
suoi
più
o
men
concordi
fratelli
.
Essi
pongono
il
principal
interesse
in
un
punto
solo
della
costituzione
del
potere
esecutivo
,
e
credono
che
il
mondo
sarebbe
grandemente
mutato
in
meglio
,
se
il
capo
dello
Stato
fosse
eletto
a
tempo
,
anziché
essere
ereditario
;
ora
,
non
solo
questo
miglioramento
non
s
'
avvererebbe
,
ma
il
Governo
ne
diventerebbe
,
nella
società
nostra
,
più
disadatto
a
compiere
i
fini
che
gli
sono
indicati
.
Oggi
succede
in
verità
alle
società
più
civili
e
prospere
quel
medesimo
che
alle
città
antiche
quando
,
pareggiato
ogni
diritto
tra
i
cittadini
antichi
e
le
plebi
sopravvenute
,
non
restò
altra
distinzione
se
non
tra
i
ricchi
e
i
poveri
,
e
una
voglia
irrefrenabile
in
questi
di
partecipare
alla
fortuna
e
al
benessere
di
quelli
.
Come
i
repubblicani
mostrano
di
non
vedere
ed
intendere
,
che
democrazia
e
repubblica
non
è
tutt
'
uno
,
così
in
genere
non
vedono
neanche
né
intendono
,
che
la
democrazia
,
cara
alle
plebi
,
non
è
più
quella
la
quale
si
contenta
di
pareggiare
i
diritti
civili
e
politici
tra
tutte
le
classi
,
ma
quella
bensì
che
aspira
a
pareggiare
tra
esso
i
benefici
sociali
.
Ora
,
la
democrazia
nel
senso
vecchio
,
-
nel
senso
cioè
,
dell
'
accomunare
il
diritto
,
sicché
tutti
sieno
cittadini
nello
Stato
,
tutti
sieno
pari
davanti
alla
legge
civile
e
penale
,
e
tutti
,
alle
stesse
condizioni
,
sieno
in
grado
di
prender
parte
all
'
esercizio
del
potere
politico
,
-
non
ha
avuto
bisogno
della
repubblica
in
nessun
periodo
del
suo
sviluppo
.
Così
nei
tempi
antichi
come
nei
moderni
,
le
classi
,
alle
quali
nelle
repubbliche
era
venuto
nelle
mani
il
governo
,
sono
state
singolarmente
e
tenacemente
gelose
di
conservarlo
a
sé
stesse
.
Sono
state
le
monarchie
,
nell
'
Europa
moderna
,
quelle
,
che
,
nella
lor
guerra
contro
le
aristocrazie
feudali
,
hanno
sopratutto
sollevato
e
redento
le
plebi
dalla
loro
soggezione
civile
e
politica
.
E
nello
stesso
modo
,
la
democrazia
,
nel
senso
nuovo
,
nel
senso
davvero
terribile
e
pauroso
per
l
'
oscurità
dei
problemi
che
sveglia
d
'
un
ordinamento
sociale
,
i
cui
benefici
si
commisurino
al
lavoro
attuale
di
ciascheduno
,
o
,
secondo
altri
,
al
bisogno
di
ciascheduno
,
qualunque
sia
la
somma
del
lavoro
di
lui
,
-
cotesta
democrazia
,
oggi
smaniosa
e
a
tratto
a
tratto
feroce
,
che
esige
tanta
forza
e
prudenza
nei
governi
che
sono
insieme
chiamati
a
reprimerla
e
a
soddisfarla
,
-
non
che
richiedere
una
forma
di
reggimento
politico
,
a
cui
la
mutabilità
del
capo
dello
Stato
scemi
stabilità
,
vigore
e
credito
,
ne
richiede
forse
una
,
in
cui
il
potere
esecutivo
sia
costituito
ancora
più
fortemente
,
che
nelle
monarchie
parlamentari
non
suole
essere
;
occorre
,
a
dirla
altrimenti
,
a
trattarla
,
a
vincerla
,
a
calmarla
,
e
persino
,
sin
dove
è
lecito
e
possibile
a
contentarla
,
una
monarchia
non
ridotta
a
zero
,
come
quella
che
intanto
il
Bertani
ci
farebbe
grazia
di
tollerare
per
poco
,
ma
una
monarchia
,
potente
nel
giro
della
sua
competenza
politica
e
sociale
,
gagliarda
,
fiduciosa
di
sé
,
supremamente
attiva
.
Ci
vuole
un
imperio
non
usurpato
;
un
imperio
fondato
in
un
'
antica
tradizione
di
diritto
,
e
in
un
attuale
assenso
di
popolo
;
l
'
impero
di
Germania
o
la
monarchia
d
'
Italia
.
Non
paia
strano
,
che
,
nel
mio
parere
cotesta
democrazia
sociale
va
non
solo
compressa
,
ma
,
in
una
certa
misura
,
contentata
altresì
.
Però
urge
chiarirmi
.
è
una
quistione
piena
d
'
ansietà
,
e
non
dilucidata
a
mio
senno
,
abbastanza
,
se
la
condizione
economica
e
morale
delle
classi
operaie
e
campagnuole
sia
realmente
migliorata
da
un
secolo
in
qua
.
La
dimanda
,
io
la
formulo
così
:
Questo
classi
si
sentono
oggi
soddisfatte
della
loro
situazione
più
o
meno
di
quello
che
fossero
cento
anni
or
sono
?
-
Giacché
,
è
certamente
importante
il
provare
,
che
esse
hanno
ora
maggiori
diritti
e
più
largo
compenso
del
loro
lavoro
;
ma
non
basta
all
'
assunto
,
non
si
prova
altresì
,
che
il
complesso
delle
lor
circostanze
è
siffatto
,
che
l
'
esercizio
di
cotesti
maggiori
diritti
e
l
'
uso
di
cotesti
maggiori
compensi
producono
ora
nel
loro
animo
una
somma
di
soddisfazione
più
grande
,
di
quello
che
un
'
inferiore
condizione
giuridica
e
minori
salari
producevano
in
passato
.
Se
la
società
intorno
ad
esse
s
'
è
così
mutata
,
che
le
loro
voglie
sono
acuite
in
molto
maggior
proporzione
che
non
sieno
cresciute
le
loro
capacità
di
soddisfarle
,
e
le
dottrine
morali
e
religiose
,
che
respirano
ora
,
sono
siffatte
da
turbare
,
commuovere
e
sollevare
i
loro
spiriti
,
anziché
mansuefarli
e
raddolcirli
,
come
facevano
prima
;
non
che
esservi
vantaggio
di
sorte
,
vi
sarebbe
infine
grande
scapito
del
loro
benessere
.
Il
Bertani
si
mostra
molto
pensieroso
di
ciò
.
Cita
una
massima
d
'
un
illustre
professore
fiorentino
;
-
chi
più
ha
,
e
più
può
,
deve
concorrere
a
chi
non
ha
e
non
può
,
e
la
dice
giusta
.
Davvero
,
quod
superest
,
date
pauperibus
,
è
massima
antica
,
e
elle
ha
autore
di
molto
più
illustre
.
Ma
essa
non
che
scioglierlo
,
non
tocca
neanche
il
problema
.
La
dottrina
cristiana
,
per
vero
dire
,
mitigava
questo
di
molto
,
e
ne
rinviava
in
infinito
la
soluzione
terrena
;
né
per
ora
è
dimostrato
che
si
possa
surrogargliene
un
'
altra
con
miglior
frutto
.
Ad
ogni
modo
,
il
problema
,
come
è
posto
oggi
,
la
trascende
.
Le
classi
infime
,
o
quegli
i
quali
parlan
per
esse
,
non
chiedono
nulla
alla
benevolenza
altrui
,
e
chiedono
tutto
alla
presunzione
del
proprio
diritto
.
Si
può
dire
che
questa
è
falsa
;
e
che
il
diritto
inteso
a
lor
modo
,
sconvolge
e
perverte
tutte
le
relazioni
giuridiche
le
quali
nascono
essenzialmente
da
quella
che
è
la
fonte
d
'
ogni
diritto
,
la
libertà
di
ciascuna
persona
morale
.
Ma
ciò
che
bisogna
ricercare
,
è
,
se
a
questa
falsa
presunzione
di
diritto
non
dieno
occasione
parecchie
delle
nostre
leggi
civili
ed
economiche
,
le
quali
,
muovendo
appunto
dalla
ricognizione
di
codesta
libertà
,
hanno
,
come
suole
,
perduto
di
vista
i
limiti
e
vincoli
e
doveri
,
cui
essa
è
astretta
dalle
necessità
del
consorzio
sociale
,
dalla
necessità
soprattutto
,
che
l
'
utilità
di
questo
consorzio
sia
,
il
più
che
è
lecito
,
sentita
,
usufruita
,
se
non
in
maniera
uguale
,
il
meno
disugualmente
che
si
può
,
da
tutti
colori
i
quali
v
'
hanno
parte
.
Certo
la
società
moderna
deve
ritrovare
in
una
nuova
forma
e
che
s
'
attagli
al
suo
genio
,
parecchie
di
quelle
combinazioni
di
classi
e
d
'
interessi
,
che
sono
state
finite
di
distogliere
sullo
spirare
del
secolo
scorso
.
Le
associazioni
degli
operai
,
le
società
cooperative
,
le
banche
popolari
sono
,
per
mo
'
di
esempio
,
ricerche
,
tentativi
di
questa
fatta
;
ma
siamo
a
principio
.
Ora
,
appunto
qui
i
repubblicani
d
'
Italia
hanno
mostrato
tutta
la
vanità
loro
.
Hanno
lungamente
esitato
se
dovessero
far
causa
comune
cogl
'
internazionalisti
e
co
'
socialisti
,
e
si
sono
nell
'
ultimo
Congresso
risoluti
di
sì
,
intendendo
che
se
v
'
ha
forza
è
in
questi
.
Ma
ciò
che
preme
è
da
una
parte
il
tenere
i
socialisti
lontani
da
ogni
influenza
e
pro
dominio
nello
Stato
,
e
dall
'
altra
lo
studiare
amorosamente
i
miglioramenti
possibili
nelle
condizioni
delle
plebi
;
ora
,
come
i
repubblicani
non
hanno
saputo
persistere
nel
primo
punto
,
e
anche
hanno
dato
il
più
picciolo
indizio
d
'
intendere
il
secondo
.
Dove
invece
il
partito
moderato
e
monarchico
v
'
ha
atteso
con
molta
cura
,
quando
per
iniziativa
d
'
alcuno
dei
migliori
tra
i
suoi
,
quando
per
via
di
disposizione
governativa
o
di
legge
.
Il
Bertani
scrive
non
essersi
visto
in
tutto
il
tempo
dacché
il
regno
d
'
Italia
esiste
,
se
non
provvedimenti
fiscali
.
Di
certo
i
Governi
moderati
si
sono
mostrati
persuasi
che
la
prima
necessità
fosse
equilibrare
il
bilancio
dello
Stato
,
poiché
uno
Stato
la
:
cui
finanza
duri
disordinata
,
non
è
anche
costituito
,
è
prossimo
a
dissolversi
,
ed
ha
dentro
di
sé
il
principale
fomito
di
rivoluzione
che
si
possa
pensare
.
Ma
erra
stranamente
chi
affermi
che
nello
stesso
tempo
una
gran
trasformazione
sociale
non
è
stata
fatta
in
Italia
,
la
quale
non
manifesta
tutti
gli
effetti
suoi
,
solo
perché
la
gravezza
delle
imposte
e
molte
altre
ragioni
hanno
fatto
che
i
risparmi
s
'
accumulassero
a
stento
,
ed
il
capitale
rimanesse
caro
e
scarso
.
Non
è
qui
il
luogo
di
esporre
a
parte
a
parte
gli
elementi
e
i
mezzi
e
i
nodi
di
cotesta
trasformazione
,
quantunque
sarebbe
lavoro
utile
il
farlo
.
Ma
mi
basta
ricordare
le
leggi
sul
Tavoliere
di
Puglia
,
sulla
Sila
di
Calabria
,
sul
riscatto
delle
decime
in
terra
d
'
Otranto
,
sull
'
affrancazione
dei
censi
,
che
hanno
sciolta
la
terra
,
quasi
già
del
tutto
in
Italia
,
da
ogni
vincolo
e
dai
,
ogni
dannosa
promiscuità
di
dominio
;
le
leggi
di
vendita
della
sostanza
fondiaria
,
demaniale
ed
ecclesiastica
e
della
censuazione
dei
beni
ecclesiastici
di
Sicilia
,
che
devono
,
per
il
modo
con
cui
sono
state
fatte
,
avere
moltiplicato
,
in
maggiore
o
minore
misura
,
il
numero
dei
proprietari
della
terra
,
ed
hanno
,
di
certo
,
grandemente
agevolato
commerci
e
i
trasferimenti
di
questa
.
Il
credito
agrario
è
stato
fondato
dallo
Stato
,
e
se
nelle
istituzioni
che
gli
son
proprie
non
è
forse
progredito
quanto
era
desiderabile
,
per
qualche
difetto
del
loro
organismo
,
le
banche
popolari
,
-
una
creazione
quasi
dovuta
del
tutto
al
Luzzati
,
e
che
,
in
mani
e
con
norme
diverse
dalle
sue
,
è
andata
sempre
a
male
,
-
gli
son
venute
in
soccorso
.
Ad
esse
attingono
il
credito
duemila
contadini
tra
diciottomila
agricoltori
,
piccoli
proprietari
,
fittavoli
;
e
il
moto
della
loro
formazione
è
in
via
di
sviluppo
ed
aumento
continuo
,
e
nell
'
associazione
ha
acquistato
ultimamente
quella
forza
che
nasce
dal
cospirare
dei
mezzi
di
tutte
ad
un
fine
,
senza
che
nessuna
perda
di
quell
'
autonomia
e
spontaneità
che
le
è
necessaria
ad
acconciarsi
al
proprio
luogo
in
cui
vive
.
Il
Minghetti
,
quando
fu
ministro
d
'
agricoltura
e
commercio
,
istituì
il
Consiglio
del
lavoro
e
della
previdenza
,
che
attese
a
studiare
la
riforma
delle
società
di
mutuo
soccorso
e
cooperative
,
ed
i
mali
e
rimedi
dell
'
emigrazione
,
che
diserta
le
campagne
;
ed
ora
il
Minghetti
stesso
da
deputato
,
poiché
il
Governo
è
venuto
nella
mani
di
più
colti
,
si
vede
,
e
maggiori
uomini
,
ha
proposto
una
legge
sull
'
emigrazione
.
L
'
istituzione
delle
Casse
di
risparmio
postali
,
il
cui
successo
è
già
sicuro
e
notevole
,
è
dovuta
al
Sella
.
Una
legge
che
limiti
e
regoli
il
lavoro
dei
fanciulli
nelle
officine
e
nelle
miniere
vi
sarebbe
già
,
se
la
parte
moderata
non
fosse
stata
,
il
18
marzo
1876
,
sbalzata
di
seggio
.
La
legge
che
protegge
i
fanciulli
vagabondi
dalle
insidie
e
dalle
rapine
di
gente
inumana
e
selvaggia
,
ha
per
autore
il
Guerzoni
.
Insomma
,
o
poco
o
molto
si
sia
fatto
sinora
in
Italia
per
allargare
il
credito
tra
le
plebi
delle
città
e
delle
campagne
,
per
volgere
a
fini
utili
e
diffondere
l
'
associazione
tra
gli
operai
,
per
ispirare
la
voglia
e
l
'
abitudine
del
risparmio
,
per
un
legittimo
intervento
dello
Stato
nella
protezione
di
quei
diritti
che
non
sono
capaci
di
difendersi
da
sé
soli
,
migliorare
insomma
le
condizioni
sociali
delle
classi
tra
le
quali
la
miseria
e
l
'
invidia
suole
accreditare
dottrine
che
sarebbero
rovinose
ad
esso
appunto
per
le
prime
,
è
tutto
dovuto
alla
parte
moderata
,
liberale
,
monarchica
o
dentro
del
Governo
o
fuori
.
La
parte
repubblicana
non
ha
creduto
degno
di
sé
se
non
un
ufficio
solo
:
infettare
di
passione
politica
e
volgere
ad
intento
di
cospirazione
e
di
rivoluzione
tutte
le
istituzioni
popolari
,
nelle
quali
ha
posto
mano
.
Dove
bisognava
l
'
amore
tra
le
classi
,
ha
ispirato
l
'
odio
;
dove
il
lavoro
sarebbe
bastato
a
sanare
le
piaghe
,
ha
consigliato
l
'
ozio
del
fantasticare
rivoluzionario
che
le
avvelena
e
le
inciprignisce
;
dove
si
grida
da
tutti
pace
,
pace
,
pace
,
come
la
sola
invocazione
atta
a
calmare
gli
sdegni
che
,
minacciano
le
società
nostre
,
costoro
non
si
sono
dilettati
né
si
dilettan
che
di
gridare
guerra
,
non
parendo
loro
che
la
salvezza
sia
se
non
nel
sognato
assoluto
predominio
di
talune
idee
e
persone
e
nella
sperata
assoluta
servitù
,
anzi
annientamento
,
di
altre
persone
ed
idee
.
Ciò
che
manca
loro
è
l
'
intuito
vivo
di
questa
società
nostra
così
complessa
,
la
cui
vita
è
la
varietà
molteplice
dei
desideri
,
delle
opinioni
,
delle
aspettative
,
e
il
cui
progresso
non
può
essere
se
non
un
risultato
lento
,
continuo
,
degli
accordi
che
via
via
si
fanno
tra
tanti
contrasti
.
In
che
questi
accordi
o
tra
tutti
o
tra
molti
o
tra
parecchi
di
tali
contrasti
possano
succedere
in
ciascun
momento
della
vita
politica
di
un
paese
,
è
la
dimanda
a
cui
risponde
di
caso
in
caso
un
programma
pratico
di
governo
,
programma
che
i
diversi
partiti
devono
e
possono
presentare
ciascheduno
alla
sua
volta
,
secondo
e
quando
par
giunta
l
'
ora
che
l
'
inclinazione
,
l
'
istinto
,
il
pensiero
principale
dell
'
uno
o
dell
'
altro
abbia
l
'
indirizzo
della
cosa
pubblica
.
Il
libretto
del
Bertani
per
piccolo
che
sia
basta
a
provare
che
un
siffatto
programma
di
governo
manca
a
quel
gruppo
di
repubblicani
,
del
quale
egli
si
crede
particolarmente
il
capofila
.
Son
già
tre
anni
che
l
'
Italia
sta
imparando
che
il
programma
non
manca
soltanto
ad
essi
,
ma
anche
a
tutta
quella
sinistra
colla
quale
sono
andati
in
compagnia
,
e
che
menava
così
gran
vanto
,
prima
che
fosse
vista
all
'
opera
ma
che
ai
fatti
,
per
usare
la
molto
tenue
frase
del
Bertani
stesso
,
ha
avuto
troppo
inadeguato
successo
.
La
ragione
di
questo
fiasco
è
una
sola
:
nelle
condizioni
attuali
della
società
un
programma
siffatto
non
può
essere
se
non
il
frutto
di
molta
coltura
e
di
un
pensiero
serio
.
Questa
necessità
,
anzi
,
costituisce
ora
la
nobiltà
dell
'
arte
politica
e
la
dignità
dell
'
uomo
di
Stato
.
Ora
è
doloroso
,
è
pernicioso
in
un
Governo
parlamentare
che
i
partiti
s
'
alternino
al
Governo
,
senza
che
appaia
la
ragione
del
loro
alternarsi
consistere
in
una
vera
e
chiara
diversità
d
'
idee
.
Il
paese
s
'
induce
a
credere
che
la
loro
gara
non
sia
se
non
il
frutto
d
'
una
ambizione
abbietta
e
sterile
,
e
coll
'
abituarsi
a
disprezzarli
,
si
svoglia
altresì
di
quelle
forme
di
governo
nelle
quali
la
loro
azione
e
vicenda
è
efficace
e
necessaria
.
Il
caso
è
strano
davvero
.
La
Sinistra
venne
al
governo
col
pretesto
che
la
Destra
in
una
questione
speciale
,
donde
si
concludeva
a
tutto
l
'
indirizzo
politico
suo
,
esagerasse
l
'
ingerenza
e
la
competenza
dello
Stato
.
Ora
,
in
un
tempo
breve
,
le
cose
son
voltate
in
maniera
,
che
la
creazione
del
terzo
Ministero
di
sinistra
ha
avuto
,
tra
molti
altri
motivi
,
di
certo
anche
questo
,
che
nel
partito
si
è
sviluppata
un
'
opinione
favorevole
all
'
allargamento
dell
'
ingerenza
e
della
competenza
dello
Stato
.
Il
Bertani
vuole
che
tutta
l
'
istruzione
primaria
sia
messa
nelle
mani
di
questo
e
tolta
ai
,
comuni
.
Eppure
,
quando
un
ministro
d
'
istruzione
pubblica
propose
,
che
la
libertà
de
'
comuni
nelle
nomine
dei
maestri
fosse
soltanto
ristretta
e
regolata
così
,
che
la
professione
del
maestro
elementare
diventasse
sicura
,
e
desse
qualche
speranza
di
un
aumento
di
salario
via
via
che
s
'
inoltrava
negli
anni
,
trovò
piccolo
appoggio
,
per
vero
dire
,
a
destra
,
ma
nessuno
a
sinistra
.
Un
istituto
,
la
cui
utilità
morale
può
essere
grande
,
-
quello
che
accoglie
in
un
convitto
i
figliuoli
dei
maestri
elementari
poveri
per
educarli
gratuitamente
,
-
è
rimasto
rattrappito
e
senza
espansione
,
dacché
il
governo
è
uscito
fuori
dalle
mani
della
parte
moderata
.
E
l
'
Assemblea
,
eletta
nel
novembre
dell
'
anno
scorso
,
ha
votato
molte
leggi
concernenti
,
l
'
istruzione
primaria
son
tutti
disegni
già
presentati
prima
ch
'
essa
fosse
evocata
da
un
fiat
violento
del
primo
Ministero
di
sinistra
;
disegni
d
legge
che
dall
'
avere
aspettato
tanto
non
hanno
tratto
altro
vantaggio
se
non
di
venir
fuori
le
deliberazioni
della
Camera
monchi
e
storpi
,
ed
incapaci
in
buona
parte
di
produrre
gli
effetti
utili
che
ne
sperano
.
Del
rimanente
,
oggi
la
situazione
è
siffatta
che
,
l
'
Italia
aspettasse
qualcosa
,
non
aspetterebbe
altro
se
non
d
'
uscirne
al
più
presto
.
Il
Ministero
,
che
,
composto
degli
uomini
,
si
credeva
,
più
radicali
che
sedessero
a
mancina
della
Camera
,
è
intanto
tollerato
dal
Bertani
,
in
quanto
a
lui
pare
e
ne
spera
,
che
prepari
la
fine
,
senza
inutili
violenze
a
tempo
e
luogo
,
della
monarchia
,
non
si
reggerebbe
senza
l
'
aiuto
della
parte
moderata
,
che
,
certo
,
ha
tutt
'
altro
intendimento
e
desiderio
.
Pure
la
parte
moderata
gli
sa
grado
di
aver
tratto
il
governo
fuori
di
mani
violente
,
e
di
aver
fermato
quella
putredine
di
discredito
che
lo
corrodeva
,
ed
umiliava
insieme
il
paese
;
e
non
vedendo
possibilità
di
avere
uomini
suoi
a
capo
dello
Stato
,
preferisce
tra
tutti
,
avversari
dei
quali
è
lecito
di
avere
stima
.
Se
non
che
ciò
produce
due
effetti
:
primo
,
che
il
governo
,
retto
da
uomini
forzati
a
cercare
appoggio
fuori
della
parte
loro
propria
,
e
che
in
questa
stessa
non
ne
trova
non
a
patto
di
fuorviare
,
non
ha
indirizzo
chiaro
,
sicuro
,
fecondo
,
ed
inverte
in
ogni
suo
atto
,
per
cansare
pericoli
ed
urti
,
le
relazioni
nelle
quali
l
'
Assemblea
dovrebb
'
essere
con
esso
,
aspettando
invano
d
'
esserne
guidato
anziché
presumere
di
guidarla
esso
;
e
poi
,
che
intanto
i
repubblicani
,
che
possono
concepire
di
tali
speranze
,
quali
il
Bertani
,
il
più
temperato
di
tutti
,
esprime
,
hanno
la
commodità
,
la
sicurezza
di
esser
lasciati
espandersi
,
ordinarsi
,
contare
i
lor
numeri
,
e
combinare
le
loro
forze
.
E
ciò
è
il
peggio
:
che
quest
'
aumento
delle
loro
influenze
ed
attinenze
,
-
naturale
in
tutte
le
parti
estreme
,
che
non
trovano
vigili
le
opinioni
contrarie
,
-
non
è
già
un
frutto
di
disposizioni
effettive
del
ministri
o
delle
segrete
o
palesi
intenzioni
di
essi
,
bensì
una
conseguenza
forzata
,
inevitabile
,
dell
'
aria
che
respirano
,
dell
'
ambiente
nel
quale
vivono
.
Finché
rimarranno
al
governo
,
forse
non
si
vedrà
nessun
segno
esterno
del
lavoro
sotterraneo
che
pure
si
compie
,
sopratutto
se
durano
poco
;
ma
il
giorno
che
,
per
qualunque
cagione
,
dovessero
uscirne
,
e
la
direzione
dello
Stato
venire
in
mani
più
risolute
e
sicure
,
voi
vedrete
il
suolo
scoppiare
in
più
luoghi
.
Oggi
l
'
Italia
ha
l
'
aspetto
più
sereno
che
qual
sia
altro
paese
d
'
Europa
;
la
politica
ci
sveglia
così
pochi
odii
,
gare
e
vendette
,
che
sembriamo
quasi
dimentichi
di
noi
.
Ma
non
ci
illudiamo
:
si
preparano
,
crescono
,
invigoriscono
quelle
forze
e
disposizioni
morali
nei
partiti
contrari
al
presente
ordine
di
cose
,
sia
perché
monarchico
,
sia
perché
unitario
e
nazionale
,
le
quali
o
prima
o
poi
turberanno
,
se
non
vi
si
pensa
a
tempo
,
tanta
serenità
,
e
noi
vedremo
rinnovarsi
gesta
e
fatti
,
dai
quali
sembriamo
lontanissimi
ora
.
La
caduta
della
parte
moderata
,
e
,
-
come
è
naturale
,
sopratutto
in
una
parte
che
non
è
capace
per
sua
essenza
di
nessun
vigoroso
ordinamento
interno
proprio
fuori
della
generalità
della
cittadinanza
e
del
governo
,
-
la
diminuzione
della
sua
influenza
e
seguito
nel
paese
,
va
producendo
il
necessario
effetto
suo
,
il
gonfiare
cioè
delle
parti
radicale
e
clericale
non
atte
che
a
cozzare
l
'
una
coll
'
altra
,
e
a
preparare
al
giovine
Regno
dolorosi
giorni
.
Intanto
,
se
è
vero
ciò
che
si
è
detto
dianzi
,
che
le
condizioni
attuali
delle
classi
operaie
delle
città
e
delle
campagne
vogliono
Governi
di
forte
mano
e
di
molta
iniziativa
,
noi
,
si
vede
,
siamo
appunto
come
non
dovremmo
essere
.
Abbiamo
un
Governo
siffattamente
avviato
,
da
dovere
necessariamente
riuscire
fiacco
ed
infecondo
.
Dove
la
certezza
dell
'
indirizzo
politico
e
la
copia
delle
idee
dovrebbero
abbondare
,
l
'
oscillazione
di
quello
e
la
penuria
di
queste
appaiono
solo
.
Dove
si
dovrebbe
vedere
elevarsi
sicura
e
rigogliosa
una
politica
,
che
,
salda
ed
immobile
nella
persuasione
di
tutti
,
sulla
base
d
'
una
monarchia
non
diminuita
di
potere
né
di
prestigio
non
si
lasciasse
sviare
,
nel
pensiero
temperato
e
continuo
della
riforma
efficace
dello
Stato
,
da
ghiribizzi
di
uomini
e
di
partiti
,
ma
ascoltasse
solo
la
voce
della
coscienza
pubblica
,
si
vede
,
invece
,
una
politica
interna
,
da
cui
ciascuno
è
in
grado
di
sperare
le
cose
più
opposti
,
ed
una
politica
esterna
,
che
,
se
l
'
Italia
non
avesse
ereditato
dal
Piemonte
un
posto
nel
consorzio
internazionale
degli
Stati
di
Europa
,
niente
prova
che
l
'
avrebbe
acquistato
oggi
essa
stessa
.
Se
qualcuno
ci
fosse
di
parola
o
di
penna
tanto
potente
da
infondere
nell
'
animo
de
'
cittadini
un
vivace
sentimento
della
situazione
dello
Stato
,
l
'
aspettazione
di
quelli
sarebbe
certo
questa
,
che
il
medesimo
uomo
trovasse
la
via
di
trarneli
fuori
.
Ma
quest
'
uno
oggi
manca
;
e
quell
'
ansiosa
aspettazione
naturale
che
manchi
anch
'
essa
con
lui
.
L
'
Italia
,
che
non
aspetta
la
Repubblica
,
né
,
nelle
condizioni
presenti
,
un
Governo
rispondente
ai
bisogni
della
civiltà
sua
,
vuole
soltanto
,
che
nell
'
intervallo
i
partiti
estremi
non
l
'
arruffino
,
né
affievoliscano
le
instituzioni
nelle
quali
ha
fede
.
Il
progredire
è
il
desiderio
di
tutti
,
ma
richiede
due
cose
:
stabilità
,
nel
punto
onde
sì
parte
;
certezza
a
mano
a
mano
nella
meta
ove
s
'
intende
giungere
.
Dice
a
ragione
il
Mill
,
che
le
forze
colle
quali
si
conserva
lo
Stato
,
son
le
stesse
che
,
in
un
diverso
grado
d
'
intensità
,
ne
effettuarono
il
moto
e
il
progresso
.
I
repubblicani
vogliono
invece
rendere
mobile
e
scorrevole
il
punto
di
partenza
;
e
quanto
meta
,
ne
vedono
una
sola
,
il
capo
dello
Stato
elettivo
ed
a
tempo
.
L
'
Italia
,
si
può
esser
sicuri
anziché
aspettare
ciò
,
è
impensierita
invece
,
che
non
prendano
troppo
balìa
quegli
i
quali
l
'
aspettano
.
Non
è
contenta
in
ogni
parte
,
-
e
come
lo
potrebbe
essere
?
-
del
suo
ordinamento
amministrativo
,
finanziario
,
economico
;
ma
è
abbastanza
vecchia
,
matura
,
assennata
,
per
intendere
che
questo
continuo
vocìo
che
si
deve
ogni
cosa
e
sempre
rifare
da
capo
,
questa
smania
di
leggi
,
che
non
si
votano
oggi
,
se
non
per
dire
che
s
'
hanno
a
rifare
domani
,
e
rumore
di
ciarlatani
,
innocenti
e
inconsapevoli
,
che
stordiscono
prima
sè
e
poi
altrui
.
Essa
vuol
camminare
,
sì
,
ma
come
persona
sana
;
non
già
come
persona
ebbra
o
riarsa
dalla
febbre
.
Gli
ultimi
due
anni
devono
avere
insegnato
a
tutti
,
che
schermire
il
dolore
col
dar
volta
,
non
lo
scema
;
che
v
'
ha
necessità
di
cose
,
cui
la
mutazione
do
ó
li
uomini
non
varia
né
altera
punto
;
e
che
i
progressi
veri
sono
cosa
affatto
diversa
dalle
promesse
vane
.
Il
paese
è
tutt
'
altro
che
inclinato
ad
immaginare
,
che
una
modificazione
in
un
punto
della
forma
esterna
dello
Stato
,
migliorerebbe
in
nulla
ciò
che
gli
può
parere
desiderabile
d
'
emendare
o
rinforzare
nella
sua
vita
.
ù
troppo
sperimentato
,
per
credere
,
che
con
siffatta
modificazione
esso
,
come
il
Bertani
dice
,
recherebbe
in
atto
un
ideale
;
né
la
sua
storia
mostra
quella
vaga
caccia
d
'
ideali
,
che
l
'
autore
nostro
molto
bizzarramente
figura
attraverso
,
i
secoli
,
e
persin
nel
Papato
.
Sa
invece
,
che
qualunque
modificazione
di
questo
genere
,
anzi
qualunque
avviamento
ad
essa
lo
turberebbe
profondamente
,
e
vi
susciterebbe
una
lotta
intestina
che
,
s
'
anche
non
diventasse
sanguinosa
cesserebbe
perciò
d
'
essere
grandemente
perniciosa
ad
ogni
tranquillo
e
fecondo
avvenire
.
I
monarchici
non
si
devono
lasciar
dire
,
ch
'
essi
si
contentano
d
'
un
ideale
di
Stato
inferiore
e
men
bello
di
quello
che
i
repubblicani
agognano
.
Né
,
devono
parere
come
vergognosi
dell
'
ideale
loro
,
accettando
per
patto
,
come
s
'
è
visto
,
che
in
un
banchetto
politico
non
si
cominci
dal
far
brindisi
al
Re
e
alla
Regina
,
o
in
una
cerimonia
pubblica
si
dica
avanti
ad
essi
silenziosi
che
la
monarchia
è
un
succiamento
terribile
delle
forze
vive
d
'
una
nazione
;
dove
qui
sentiamo
il
contrario
.
L
'
inferiorità
della
forma
monarchica
è
un
falsissimo
assunto
;
mai
quelli
,
che
l
'
accettano
,
e
si
contentano
di
difendersi
coll
'
opportunità
momentanea
di
non
mutare
,
preparano
negli
animi
la
distruzione
della
forma
stessa
.
La
monarchia
ha
questo
beneficio
sopra
tutti
gli
altri
ordinamenti
politici
,
che
essa
sola
,
in
una
società
come
la
nostra
,
impedisce
che
questa
diventi
da
cima
in
fondo
il
ludibrio
degl
'
intriganti
politici
,
ed
è
in
grado
di
salvarla
da
questi
,
se
per
poco
prevalgono
;
e
mentre
essa
è
capace
di
tollerare
ogni
riforma
dello
Stato
davvero
progressiva
,
dà
al
Governo
la
forza
di
aspettare
,
che
la
riforma
sia
davvero
riconosciuta
tale
,
e
voluta
come
tale
dalla
coscienza
generale
della
cittadinanza
.
Qui
è
la
salvezza
dell
'
Italia
avvenire
;
non
cadere
nelle
mani
degli
sperimentatori
arrisicati
,
che
proclamano
per
speranze
sue
le
loro
proprie
.
Qui
è
la
politica
vera
:
non
avventurare
mutazioni
nelle
leggi
e
negli
organismi
sostanziali
dello
Stato
;
ma
,
posta
come
sua
forma
certa
e
sicura
la
monarchia
,
ricusare
ogni
mutazione
,
che
si
annunci
come
il
prodotto
di
speculazioni
subiettive
o
di
vanità
di
persone
,
e
insieme
non
ricusarne
nessuna
la
quale
appaia
veramente
dettata
da
una
larga
,
matura
,
costante
convinzione
del
paese
.
1
luglio
1878
LA
SITUAZIONE
DEL
PAESE
E
IL
DIRITTO
D
'
ASSOCIAZIONE
I
V
'
ha
qualcosa
di
guasto
nello
StatoDi
Danimarca
....
.
dice
Marcello
nell
'
Amleto
;
e
Orazio
risponde
:
Iddio
provveda
.
Vi
sarebbe
egli
qualcosa
di
guasto
in
Italia
?
Bisogna
riguardarvi
;
e
ad
ogni
modo
,
col
beneplacito
di
Dio
,
provvedervi
noi
.
Io
non
sono
sgomento
;
anzi
,
devo
dire
,
chi
fosse
sgomento
,
non
mi
parrebbe
adatto
a
giudicar
bene
,
e
a
distinguere
le
magagne
reali
dalle
fantastiche
.
Il
ministero
che
ci
governa
ora
,
venne
su
spinto
sopra
tutto
dal
sentimento
,
eccitato
dagli
scritti
dell
'
illustre
letterato
che
ne
fa
parte
,
e
dagli
atti
e
dalle
parole
dei
più
autorevoli
dei
suoi
colleghi
,
che
le
amministrazioni
dello
stesso
suo
partito
ond
'
era
stato
proceduto
,
non
avessero
rialzato
il
carattere
morale
del
paese
.
La
sua
venuta
rispose
al
desiderio
generale
,
intanto
,
di
respirare
un
'
aria
più
schietta
,
più
pura
,
più
libera
.
L
'
onor
.
presidente
del
Consiglio
,
discorrendo
il
15
ottobre
a
Pavia
,
suggellò
l
'
origine
sua
e
dei
suoi
compagni
con
un
motto
:
non
saremo
abili
,
ma
onesti
.
E
nessuno
può
negare
che
questa
sorta
d
'
onestà
appartenga
a
lui
e
a
'
suoi
colleghi
principali
in
due
rispetti
;
poiché
essi
sono
e
privatamente
onesti
,
e
politicamente
altresì
,
sin
dove
almeno
onestà
politica
vuoi
dire
fedeltà
alle
opinioni
espresso
prima
di
giungere
al
Governo
.
Vero
,
che
il
Ministero
,
com
'
è
rimasto
composto
sin
a
qualche
giorno
dopo
il
discorso
di
Pavia
non
si
poteva
tutto
insieme
appropriare
l
'
onestà
politica
così
intesa
.
Ma
appunto
il
discorso
di
Pavia
l
'
ha
disciolto
;
e
quegli
tra
i
suoi
membri
,
i
quali
non
s
'
erano
associati
prima
né
avevano
potuto
convenire
poi
nelle
opinioni
manifestate
alla
Camera
o
seguite
nella
condotta
del
Governo
dal
presidente
del
Consiglio
o
dal
ministro
dell
'
interno
,
ne
sono
usciti
.
Però
il
presidente
del
Consiglio
è
stato
autorizzato
dal
re
a
scegliersi
altri
colleghi
in
luogo
de
'
tre
dei
quali
le
dimissioni
sono
state
accettate
.
In
questa
scelta
non
è
anche
riuscito
né
bene
né
in
tutto
;
ma
quando
vi
sarà
finito
di
riuscire
e
sin
dove
è
riuscito
già
ora
,
si
dovrà
dire
il
Ministero
ormai
è
tutto
d
'
un
pezzo
,
ha
detto
quello
che
vuole
nella
politica
interna
,
nell
'
estera
,
in
amministrazione
,
in
finanza
;
e
il
paese
sa
quale
è
la
via
per
la
quale
deve
essere
menato
,
e
può
misurarla
.
Né
tra
i
due
discorsi
di
Pavia
e
d
'
Iseo
corre
maggior
differenza
di
quella
,
davvero
grandissima
,
che
distingue
un
uomo
esperimentato
da
uno
punto
pratico
nel
discorrere
,
soprattutto
quando
il
primo
ha
avuto
modo
di
parlare
avanti
ad
un
uditorio
più
serio
e
meno
smanioso
del
secondo
.
I
tratti
del
programma
del
Governo
sono
,
insomma
,
gli
stessi
;
ed
è
lo
stesso
il
senso
e
il
valore
o
l
'
effetto
.
Noi
siamo
quindi
,
nella
migliore
condizione
per
discutere
gli
affari
pubblici
come
s
'
addice
ad
uomini
liberi
.
Non
abbiamo
nessuna
ragione
o
pretesto
di
disistima
vicendevole
;
e
sappiamo
,
con
quanta
precisione
è
possibile
,
la
mira
cui
intende
dirigersi
o
si
dirige
,
suo
malgrado
,
il
Governo
.
Non
è
mio
pensiero
il
discutere
a
parte
il
programma
del
Ministero
.
L
'
ha
fatto
l
'
onorevole
Minghetti
a
Legnago
,
colla
sua
chiarezza
e
facondia
mirabile
;
e
non
mi
gioverebbe
a
nulla
qui
il
provare
che
l
'
onorevole
Zanardelli
non
è
stato
in
grado
di
rispondergli
ad
Iseo
.
Il
mio
disegno
è
tutt
'
altro
;
né
intendo
colorirlo
,
ma
appena
accennarlo
.
Che
vuol
egli
dire
sostanzialmente
,
io
mi
chiedo
,
l
'
avviamento
attuale
del
Governo
,
e
quale
è
,
rispetto
ad
esso
,
la
situazione
morale
del
paese
?
Se
devo
ridurre
le
molto
parole
in
poche
,
noi
siamo
a
questo
,
che
la
mutazione
succeduta
il
18
marzo
del
1876
,
nella
prevalenza
dei
partiti
in
Parlamento
ha
ormai
acquistato
un
senso
chiaro
.
Il
fumo
,
dal
quale
questo
era
stato
annebbiato
,
delle
riforme
amministrative
e
finanziarie
,
s
'
è
dileguato
o
ha
preso
tutt
'
altro
colore
che
bigio
.
Se
quelle
eran
la
meta
cui
il
paese
agognava
,
il
moto
in
cui
s
'
è
messo
per
giungervi
,
le
ha
oltrepassate
.
Se
resta
qualcosa
del
desiderio
di
quelle
,
se
il
pensiero
del
Governo
vi
accenna
tuttora
,
non
è
più
meramente
amministrativo
,
non
è
meramente
finanziario
il
criterio
che
vi
si
applica
.
Il
criterio
è
sopratutto
politico
.
Nell
'
amministrazione
si
allarga
il
campo
del
potere
elettivo
;
nella
finanza
,
con
un
intento
benevolo
,
ma
non
ponderato
,
e
che
nei
modi
coi
quali
v
'
è
dato
effetto
,
non
è
in
grado
di
condurre
se
non
a
conseguenze
appunto
opposte
,
si
ha
il
proponimento
di
aggradirsi
le
classi
popolari
.
La
principale
questione
è
diventata
per
oggi
la
riforma
della
legge
elettorale
,
sicché
il
suffragio
riesca
poco
meno
che
universale
,
e
ne
resti
parte
esclusa
,
parte
infinitamente
scemata
di
peso
,
la
parte
più
soda
,
più
tranquilla
,
più
conservativa
,
meno
torbida
del
paese
.
Per
aggiungere
valore
a
vigore
a
quella
invece
più
mobile
,
più
inquieta
,
più
agitata
,
più
novatrice
,
è
mutato
persino
il
modo
del
suffragio
,
e
surrogato
a
quello
uninominale
,
che
abbiamo
ora
,
senza
temperamento
di
sorta
,
lo
scrutinio
a
più
nomi
in
ciascun
collegio
sicché
s
'
accresce
di
gran
lunga
il
bisogno
dell
'
organizzazione
e
della
concitazione
e
dell
'
intrigo
largo
,
diffuso
,
corrotto
,
dei
partiti
politici
.
Contro
questa
prevalenza
d
'
un
criterio
meramente
politico
nell
'
azione
legislativa
dello
Stato
,
la
coscienza
del
paese
stesso
ha
combattuto
persino
durante
le
due
prime
amministrazioni
di
Sinistra
;
ma
ora
,
come
pur
doveva
essere
,
segno
incontestata
,
ed
a
ragione
poiché
s
'
illudevano
coloro
i
quali
immaginavan
che
una
mutazione
come
quella
succeduta
tre
anni
or
sono
,
potesse
cansare
di
arrivarci
.
Ma
è
chiaro
che
cotesta
prevalenza
non
si
fermerà
qui
.
Il
potere
elettivo
accresciuto
di
valore
e
di
estensione
nelle
amministrazioni
locali
,
la
finanza
disordinata
per
apparenza
di
beneficare
le
classi
meno
agiate
,
il
suffragio
così
dannosamente
allargato
,
lo
scrutinio
di
lista
,
diventerebbero
di
per
sé
stessi
il
mezzo
naturale
,
infallibile
di
modificare
più
tardi
la
costituzione
politica
dello
Stato
;
però
,
in
Italia
non
aspetteremo
che
operi
.
Qui
non
si
avrà
pazienza
che
le
riforme
politiche
maturino
lentamente
nella
coscienza
del
paese
;
basta
che
spuntino
nella
fantasia
d
'
un
uomo
di
Stato
,
o
di
poco
o
di
molto
credito
,
per
diventare
oggetto
di
deliberazione
legislativa
.
Si
può
stare
,
quindi
,
sicuri
che
proposte
di
modificare
lo
Statuto
ritorneranno
ad
apparire
anche
prima
che
cotesti
mezzi
di
più
viva
agitazione
politica
sian
diventati
operosi
,
e
saranno
,
assai
probabilmente
,
il
primo
pasto
che
si
vorrà
imbandire
ad
un
'
assemblea
rinnovata
.
Già
uno
dei
principali
uomini
di
Sinistra
aveva
fatto
,
di
tali
modificazioni
,
il
punto
principale
del
suo
programma
di
governo
;
e
se
il
terzo
Ministero
di
Sinistra
non
ne
discorre
ora
,
niente
vieta
che
non
ne
discorra
poi
,
o
che
un
quarto
Ministero
non
ne
discorra
invece
di
esso
.
L
'
avviamento
è
là
;
e
s
'
illuderebbe
stranamente
chi
credesse
che
eccitato
cotesto
più
vivace
moto
politico
nel
paese
,
si
potrà
fermarlo
innanzi
che
se
ne
sia
visto
qualche
effetto
nella
costituzione
dei
poteri
pubblici
.
Invece
,
è
da
dubitare
,
se
sarà
agevole
di
dargli
una
sosta
,
quando
avrà
raggiunto
qualcuno
degli
effetti
soltanto
previsti
ed
annunciati
ora
tra
gli
uomini
i
quali
,
venuti
da
diversa
parte
,
consentono
oggi
,
con
più
o
meno
persuasione
,
nell
'
aver
fede
alla
monarchia
.
Difatti
uno
dei
fenomeni
più
naturali
,
più
necessari
nei
moti
politici
è
questo
,
che
in
essi
un
pensiero
scoppia
dall
'
altro
,
una
voglia
dall
'
altra
;
e
s
'
intende
;
il
proprio
di
essi
è
di
suscitare
desideri
di
aspettazioni
,
che
non
riesce
loro
poi
,
in
nessuno
dei
passi
successivi
di
soddisfare
.
Sicché
si
lusingano
sempre
,
che
occorra
fare
un
passo
più
in
là
,
perché
quella
soddisfazione
aspettata
arrivi
.
Questo
a
me
pare
il
carattere
fondamentale
nel
Governo
,
il
suo
intento
od
effetto
principale
:
eccitare
un
moto
politico
nel
paese
,
fare
che
la
fibra
politica
dentro
il
corpo
suo
diventi
più
eccitabile
e
più
eccitata
.
E
qui
spieghiamoci
;
non
voglio
dire
che
esso
preveda
che
un
moto
siffatto
deva
o
possa
essere
distruttivo
delle
istituzioni
,
o
che
miri
a
questo
.
L
'
accusa
delle
intenzioni
è
la
cosa
più
contraria
alle
abitudini
della
mia
mente
,
Ora
in
quali
condizioni
è
il
paese
,
nel
quale
il
Governo
esercita
un
'
azione
siffatta
?
Il
paese
nella
sua
molto
gran
maggioranza
non
ha
nessuna
voglia
di
una
vita
politica
più
agitata
,
di
esperimenti
politici
insoliti
e
nuovi
.
Si
può
con
sicurezza
affermare
,
che
esso
è
invece
stanco
di
quella
tanta
che
ha
avuto
sinora
,
e
chiede
riposo
.
Però
,
si
aggiugne
,
che
non
avendo
tratti
dalla
ricomposizione
nazionale
quei
benefici
che
ne
aveva
sopra
tutto
e
con
troppa
fretta
sperati
,
ed
essendo
stata
quella
accompagnata
da
sacrifici
non
pochi
e
di
natura
da
non
eccitare
per
lo
più
gli
entusiasmi
atti
a
rendere
leggieri
e
sopportabili
i
più
acuti
dolori
,
cotesta
gran
maggioranza
,
svogliata
da
esperimenti
nuovi
,
non
si
sente
molto
alacre
e
risoluta
a
mettere
da
sé
ostacolo
valido
alle
minoranze
,
che
ne
tentassero
in
un
momento
opportuno
.
La
cittadinanza
,
insomma
,
guardata
nel
suo
complesso
,
è
in
un
'
ora
di
sconforto
,
in
una
di
quelle
ore
che
vogliono
Governi
seri
e
forti
per
trascorrere
senza
danno
trabalzi
e
pericoli
.
Ma
minoranze
turbolente
ve
n
'
ha
in
Italia
;
ve
n
'
ha
di
quelle
,
che
vogliono
ricondurla
indietro
,
e
di
quelle
non
più
perniciose
,
ma
più
rigogliose
,
alle
quali
le
trasformazioni
,
che
ha
già
subite
,
non
bastano
.
E
v
'
ha
un
intervallo
di
tempo
,
nel
quale
cotesta
,
minoranze
d
'
intenti
opposti
cooperano
allo
stesso
fine
,
cioè
minano
a
loro
potere
e
scalzano
d
'
accordo
lo
Stato
;
e
noi
siamo
in
questo
intervallo
.
Lasciando
stare
le
minoranze
retrive
,
che
hanno
contrario
il
genio
dei
tempi
e
la
fortuna
,
prendiamo
quelle
che
si
chiamano
e
si
credono
progressive
o
radicali
.
Ve
n
'
ha
di
due
sorta
,
repubblicano
e
socialiste
;
quelle
mirano
a
mutare
la
forma
politica
,
queste
,
di
giunta
,
l
'
assetto
sociale
dello
Stato
.
Camminano
,
però
,
per
un
pezzo
insieme
;
poiché
le
seconde
credono
di
non
poter
riuscire
a
mutare
l
'
assetto
sociale
dello
Stato
,
senza
averne
innanzi
mutata
la
forma
politica
.
Ora
,
un
fatto
è
certo
,
che
queste
due
minoranze
in
Italia
esistono
;
e
si
organizzano
e
si
agitano
e
si
diffondono
ogni
giorno
più
,
se
è
incerto
quanta
sia
la
forza
rispettiva
di
ciascheduna
.
Ed
un
altro
fatto
,
è
anche
certo
,
che
gl
'
internazionali
non
si
contentano
delle
città
,
e
già
travagliano
le
campagne
;
e
se
le
mie
informazioni
sono
esatte
e
veridiche
,
in
più
d
'
un
luogo
dell
'
Italia
centrale
,
le
relazioni
tra
coloni
e
proprietari
se
ne
risentono
,
ed
hanno
perso
o
vanno
perdendo
l
'
antica
cordialità
e
fiducia
.
Il
Governo
guarda
con
diverso
occhio
coteste
due
minoranze
turbolente
.
Non
già
che
consenta
nel
disegno
delle
une
e
non
in
quello
dell
'
altre
;
le
ripudia
,
in
cuor
suo
,
amendue
.
Ma
nel
sommo
della
bocca
non
discorre
della
minoranza
repubblicana
collo
stesso
cipiglio
e
disprezzo
con
cui
discorre
della
minoranza
socialista
.
In
ciò
non
discorda
dal
primo
Ministero
della
stessa
sua
parte
,
quantunque
questo
finisse
per
alienarsele
e
minacciarle
amendue
.
L
'
effetto
di
cotesta
maniera
di
giudicare
è
,
che
la
minoranza
repubblicana
nella
quale
il
ministero
aveva
già
grandi
amici
prima
,
non
l
'
inimica
ora
;
anzi
,
la
parte
di
quella
,
che
ha
accettato
d
'
entrare
in
Parlamento
,
e
di
giurare
,
aspettando
,
al
re
,
è
il
partito
parlamentare
,
sul
quale
,
sopratutto
oltre
al
piccolo
gruppetto
suo
,
il
Ministero
può
meglio
contare
.
Né
la
minoranza
socialista
,
quantunque
minacciata
,
l
'
osteggia
fieramente
;
primo
punto
,
non
vede
,
gli
effetti
seguire
alle
minaccie
;
poi
quel
tanto
di
favore
indebito
secondo
noi
,
di
libertà
legittima
secondo
il
Ministero
,
ch
'
è
consentito
alle
associazioni
repubblicane
basta
intanto
alle
socialiste
.
Né
la
minoranza
repubblicana
discuto
in
astratto
soltanto
o
aspetta
a
mani
giunte
.
O
molto
,
o
poco
,
o
punto
numerosa
che
la
sia
,
essa
apparecchia
i
due
mezzi
necessari
dell
'
azione
sua
:
l
'
allentare
,
il
dissolvere
,
il
tentar
di
corrompere
la
forza
ordinata
dello
Stato
,
e
l
'
organizzarne
una
sua
.
I
circoli
,
che
hanno
preso
nome
da
un
caporale
,
fellone
contro
il
re
e
i
suoi
compagni
;
i
tiri
a
segno
repubblicani
,
son
prova
di
questa
doppia
azione
.
Il
Ministero
ha
in
vero
tanto
orrore
de
'
primi
,
quanta
è
la
impotenza
che
sente
a
reprimerli
;
e
i
secondi
spera
di
dominare
con
una
legge
generale
sul
tiro
a
segno
,
che
non
avrà
altro
effetto
,
se
non
di
aggiungere
forza
a
quelli
soli
.
È
infatti
assurdo
credere
,
che
il
complesso
dei
cittadini
,
cui
non
muove
una
passione
politica
,
consenta
a
spendere
il
suo
tempo
nel
prendere
una
abitudine
delle
armi
,
dalla
quale
non
aspetta
nessuno
effetto
.
Le
cose
dette
bastano
a
provare
,
che
se
la
maggioranza
è
restia
all
'
agitazione
politica
,
è
aliena
dal
tuffarcisi
,
dal
continuarla
,
v
'
ha
minoranze
ardenti
appunto
a
farlo
esse
;
e
poiché
in
generale
checché
il
Ministero
dica
,
non
sentono
in
esso
un
ostacolo
o
neanche
un
nemico
,
la
disposizione
dei
loro
animi
non
è
quella
stessa
che
sarebbe
,
sapessero
al
governo
un
Ministero
,
che
,
pur
rattenendosi
,
per
ossequio
alla
legge
secondo
che
l
'
intendesse
,
dal
molestarle
,
avesse
e
presso
quelle
e
in
tutto
il
paese
la
riputazione
di
esserne
inimico
risoluto
e
schietto
.
Sarebbe
soverchio
il
dire
,
che
essa
creda
il
Ministero
consenziente
,
come
di
certo
non
è
;
ma
sarebbe
anche
falso
l
'
asserire
,
ch
'
esse
vi
vedano
una
di
quelle
barriere
che
non
si
saltano
.
La
minoranza
repubblicana
immagina
che
una
parte
non
picciola
di
coloro
i
quali
già
le
appartenevano
ed
ora
si
sono
dilungati
da
essa
,
non
dissentono
però
da
questo
concetto
,
che
,
cioè
,
ove
la
repubblica
deva
venire
per
effetto
d
'
una
deliberazione
del
paese
lentamente
maturata
,
tranquillamente
effettuata
,
non
vi
sia
nulla
a
ridire
.
Il
che
sarebbe
vero
,
un
'
esperienza
già
lunga
non
insegnasse
che
deliberazione
del
paese
vuol
dire
volontà
di
pochi
,
imposta
a
molti
,
od
a
tutti
;
e
se
la
compagine
così
recente
dell
'
Italia
ricostituita
potesse
resistere
alla
prova
a
cui
la
si
sfida
.
Noi
abbiamo
,
dunque
,
minoranze
vogliose
di
disfare
,
una
maggioranza
svogliata
di
affrontarle
,
ed
un
Governo
a
cui
quelle
si
affidano
più
che
questa
.
D
'
altra
parte
,
se
noi
guardiamo
fuori
delle
parti
politiche
,
non
troviamo
nulla
che
temperi
il
danno
della
situazione
di
quelle
.
L
'
Italia
è
stata
sorretta
in
tutto
il
suo
cammino
sinora
da
una
condizione
di
cose
nel
rimanente
d
'
Europa
,
che
l
'
è
stata
favorevole
in
due
rispetti
.
In
primo
luogo
il
moto
nazionale
e
liberale
,
che
ha
avuto
un
ripiglio
fortunato
in
Italia
nel
1859
,
si
vide
seguìto
da
moti
consimili
nel
resto
d
'
Europa
.
Dopo
il
1859
,
la
libertà
costituzionale
,
accreditata
presso
di
noi
dagli
eccellenti
suoi
frutti
,
prese
piede
in
Austria
;
l
'
Ungheria
ritrovò
un
assetto
nazionale
;
il
Governo
dell
'
imperatore
Napoleone
s
'
allentò
,
e
cominciò
ad
accogliere
alcuni
de
'
principi
e
norme
dei
regimi
liberi
;
la
Germania
accelerò
,
confermò
un
riordinamento
nazionale
più
vigoroso
.
In
secondo
luogo
,
noi
non
restammo
mai
soli
;
fummo
prima
colla
Francia
contro
l
'
Austria
;
poi
contro
questa
stessa
colla
Germania
;
infine
,
compimmo
la
nostra
impresa
se
non
con
piacere
di
tutti
,
senza
opposizione
di
nessuno
.
Oggi
,
nei
due
rispetti
,
la
situazione
è
mutata
.
Noi
non
troviamo
né
nell
'
interno
degli
Stati
una
condizione
,
un
avviamento
conforme
a
quello
dello
Stato
nostro
,
né
nelle
relazioni
di
nessuno
degli
Stati
forestieri
un
concorso
,
un
aiuto
a
qualcuno
dei
nostri
interessi
,
senza
dire
che
neanche
di
questi
si
vede
un
'
idea
chiara
e
precisa
,
né
nel
Governo
né
nel
paese
.
L
'
amicizia
dell
'
Austria
,
la
più
utile
per
noi
,
poiché
nessun
'
altra
ci
permette
meglio
di
attendere
con
successo
e
quiete
agli
affari
nostri
,
c
'
è
messa
a
pericolo
e
dalla
sua
politica
nell
'
Oriente
,
a
cui
noi
non
ci
possiamo
associare
senza
danno
,
e
dalla
condotta
del
Governo
italiano
,
che
lascia
ad
una
parte
politica
,
la
quale
infine
mette
capo
a
Garibaldi
e
si
collega
col
Ministero
stesso
,
minacciare
alcune
Provincie
austriache
,
solo
perché
in
tutto
o
in
parte
abitate
da
Italiani
.
La
politica
interna
della
Germania
è
costretta
dal
socialismo
a
pigliare
un
indirizzo
affatto
contrario
a
quello
in
cui
siamo
noi
,
ed
a
stringere
i
freni
,
dove
noi
diciamo
,
che
non
ve
ne
sia
;
né
la
sua
politica
estera
è
meno
alienata
dalla
nostra
,
poiché
quella
è
tanto
chiara
quanto
la
nostra
è
buia
;
e
durante
tutta
la
crisi
orientale
,
e
prima
e
innanzi
e
durante
il
Congresso
,
s
'
è
visto
che
i
tentativi
del
Ministero
italiano
di
prendere
a
guida
la
Germania
son
sempre
falliti
,
poiché
questa
non
intendeva
fare
da
guida
.
S
'
aggiunge
che
il
Governo
germanico
non
può
ora
essere
senza
qualche
grave
sospetto
verso
di
noi
,
poiché
teme
che
tutta
la
nostra
condizione
interna
ci
cacci
verso
la
Francia
,
e
ci
avvicini
questa
necessariamente
.
E
certo
è
così
ma
in
verità
essa
ci
avvicina
in
Francia
piuttosto
a
u
partito
che
non
a
tutto
il
paese
;
e
quantunque
quel
partito
abbia
ora
il
disopra
,
e
l
'
avrà
per
qual
che
tempo
,
la
sua
fortuna
non
è
la
migliore
àncora
di
salvezza
per
noi
,
anzi
può
diventare
la
maggiore
spinta
ad
una
rovina
precipitosa
nell
'
intorno
del
nostro
Stato
in
uno
di
quei
sussulti
e
sobbalzi
che
arrivano
improvvisi
,
e
scuotono
sin
dalle
fondamenta
gli
Stati
,
già
preparati
a
saltar
da
una
lunga
debolezza
del
Governo
.
Questa
cattiva
situazione
estera
,
nuova
nella
storia
del
nostro
Regno
,
concorre
a
schiacciare
,
ad
intorpidire
gli
spiriti
.
Sentire
di
essere
diventati
grossi
e
rimasti
piccoli
insieme
,
soffoca
,
angoscia
,
dissolve
.
Un
paese
non
respira
largamente
,
non
vive
prosperoso
se
non
lo
consola
il
pensiero
ch
'
esso
è
qualcosa
e
per
qualcosa
al
mondo
.
I
popoli
,
come
le
persone
singole
,
muoiono
chiusi
in
sé
medesimi
.
Ora
,
noi
non
sappiamo
dove
il
nostro
nome
oggi
,
dove
la
nostra
influenza
arrivi
ed
abbia
,
non
ch
'
altre
,
un
senso
.
Il
mondo
è
per
noi
lo
spazio
,
donde
ci
sentiamo
,
son
per
dire
,
esclusi
.
Non
è
meraviglia
,
che
nessuna
nostra
operosità
sia
eccitata
,
rinfrancata
da
una
tal
condizione
di
cose
dentro
e
di
fuori
.
L
'
agitazione
politica
,
non
consentita
da
tutto
il
paese
,
non
l
'
avviva
,
ma
l
'
assonna
;
la
sua
fibra
non
ne
è
fatta
più
sensibile
ma
più
indolente
.
Se
la
sicurezza
degli
animi
è
per
poco
scossa
,
e
la
mente
pubblica
è
tenuta
sospesa
da
disegni
vari
e
confusi
,
e
delle
molte
vie
,
che
le
si
tracciano
dinanzi
,
non
gliene
s
'
apre
nessuna
,
e
si
diffonde
una
mala
soddisfazione
di
tutto
e
di
tutti
,
e
non
si
vede
uomo
,
nella
cui
mano
s
'
abbia
fede
,
e
tutto
diventa
falso
e
posticcio
,
lodi
e
biasimi
,
-
l
'
effetto
può
essere
uno
solo
:
che
ciascuno
aspetta
e
nessuno
fa
.
Sarebbe
uno
studio
grandemente
utile
e
d
'
infinito
interesse
l
'
andare
additando
i
riflessi
di
questa
generale
disposizione
di
spirito
nei
commerci
,
nelle
industrie
,
nelle
amministrazioni
dello
Stato
,
delle
Provincie
,
dei
Comuni
,
nelle
scuole
,
nei
libri
,
in
tutto
il
moto
morale
e
intellettuale
del
paese
,
ma
non
è
il
mio
pensiero
d
'
entrare
qui
in
questo
studio
.
Mi
piace
rimanere
nella
sfera
dell
'
azione
governativa
;
della
quale
quando
fosse
mutato
l
'
indirizzo
,
io
credo
cotesta
disposizione
morale
degli
spiriti
si
correggerebbe
.
Poiché
,
l
'
azione
del
Governo
sull
'
andamento
d
'
una
società
non
è
sempre
ugualmente
potente
,
nei
casi
,
nei
quali
la
magagna
,
che
vizia
un
paese
,
è
quella
che
s
'
è
detto
,
-
una
spossatezza
grande
della
maggioranza
,
e
un
'
irrequietezza
crescente
delle
minoranze
,
-
e
lo
Stato
è
recente
e
s
'
è
,
come
il
nostro
,
eretto
su
un
gran
sentimento
nazionale
,
dipende
dalla
condotta
del
Governo
poca
meno
che
in
tutto
,
il
risanarlo
e
il
ridargli
la
lena
.
Ma
ciò
non
possono
i
Governi
,
i
quali
,
in
luogo
d
'
assumere
iniziative
grandi
,
le
schivano
tutte
;
e
in
luogo
di
esercitare
sul
paese
i
poteri
che
sono
la
tutela
naturale
di
questo
,
vi
rinunciano
.
Ora
,
questo
appunto
è
il
caso
nostro
.
Il
Ministero
,
sollecito
di
promettere
e
presentare
leggi
,
che
stuzzicano
gli
appetiti
malsani
,
intanto
,
raggrinza
le
funzioni
sue
;
ed
ha
aria
d
'
un
uomo
che
,
piegato
,
le
braccia
,
guarda
molte
forze
disordinate
contendersi
il
predominio
,
curioso
di
vedere
quale
deva
prevalere
infine
.
Questa
indifferenza
gli
pare
una
virtù
e
una
dottrina
;
e
da
essa
è
nata
tutta
la
sua
teorica
dei
doveri
,
che
gl
'
incombono
rispetto
alle
associazioni
repubblicane
,
le
quali
lascia
così
tranquillamente
ordinare
e
largamente
diffondere
.
II
Ora
,
rinviando
ad
altre
occasioni
il
penetrare
più
addentro
nello
spirito
pubblico
,
e
il
riguardarne
più
lati
,
io
voglio
esaminare
qui
,
se
la
teorica
esposta
e
seguita
dal
Ministero
su
questo
punto
è
vera
,
e
quali
sono
i
pericoli
ch
'
essa
possa
produrre
.
Altri
soggetti
,
in
effetti
,
possono
essere
più
dilettevoli
,
ma
nessuno
più
urgente
.
Ora
,
a
me
non
pare
che
la
dottrina
del
Governo
sia
vera
,
né
che
sia
a
dirittura
impossibile
il
ritrovare
una
dottrina
giusta
su
questo
soggetto
delle
associazioni
e
il
praticarla
con
rettitudine
,
senza
indulgenze
colpevoli
o
violenze
arbitrarie
.
Che
è
lo
Stato
?
è
una
associazione
naturale
,
primigenia
e
necessaria
,
nella
quale
le
relazioni
tra
quelli
che
lo
compongono
sono
determinate
dal
diritto
e
dall
'
utilità
,
e
siffattamente
ordinata
,
da
potere
estrinsecare
tutti
i
poteri
e
compiere
tutte
le
funzioni
,
che
sono
richieste
dal
grado
di
sviluppo
intellettuale
e
morale
dei
suoi
membri
,
e
conferiscano
a
mantenerlo
,
a
migliorarlo
.
Ora
,
in
cotesto
Stato
è
possibile
che
alcuni
cittadini
,
più
o
meno
,
combinino
associazioni
particolari
,
distinte
da
quella
generale
di
cui
fanno
parte
tutti
,
e
destinate
a
conseguire
fini
loro
propri
e
a
promuovere
interessi
comuni
,
sia
materiali
,
sia
ideali
,
i
quali
stiano
principalmente
a
cuore
di
quei
tanti
che
s
'
uniscono
.
In
che
differiscono
queste
associazioni
particolari
da
quelle
generali
?
In
ciò
,
che
nessuna
di
esse
mette
i
cittadini
,
che
vi
si
combinano
,
in
tutte
le
relazioni
,
nelle
quali
stanno
coloro
i
quali
formano
l
'
associazione
generale
;
che
ciascuna
li
mette
solo
in
alcune
relazioni
meramente
volontarie
e
punto
necessarie
;
e
che
infine
non
hanno
propriamente
poteri
,
non
quando
e
dove
l
'
associazione
generale
o
lo
Statuto
,
dentro
cui
stanno
,
vuole
o
permette
che
gli
abbiano
,
e
ne
gli
investe
,
e
ad
ogni
modo
questi
stessi
poteri
non
gli
esercitano
,
se
non
verso
i
loro
componenti
o
verso
chi
entra
in
una
relazione
giuridica
con
esse
,
e
a
tempo
e
a
certi
precisi
patti
dai
quali
ha
sempre
modo
,
più
o
men
facile
,
chi
vuole
di
disciogliersi
o
prima
o
poi
.
Coteste
associazioni
particolari
,
adunque
,
sono
dentro
lo
Stato
,
e
in
tanto
possono
esistere
,
in
quanto
questo
esiste
.
Par
quindi
chiaro
che
sino
a
che
il
loro
fine
o
si
restringe
a
promuovere
l
'
utilità
de
'
lor
propri
componenti
,
o
ha
anche
in
mira
uno
degl
'
interessi
comuni
dello
Stato
,
l
'
associazione
generale
dei
cittadini
,
onde
questo
è
costituito
,
non
ha
ragione
d
'
impedirle
o
d
'
incagliarle
,
e
farebbe
danno
a
sé
stessa
,
ove
lo
tentasse
;
ma
quando
esse
prendessero
per
loro
oggetto
il
distruggere
l
'
organismo
dello
Stato
nelle
sue
parti
essenziali
,
l
'
associazione
generale
dei
cittadini
o
lo
Stato
lascierebbe
ledere
il
diritto
di
tutti
,
non
le
fermasse
o
le
reprimesse
.
Quali
sono
queste
parti
essenziali
dell
'
organismo
dello
Stato
,
cui
le
associazioni
particolari
non
possono
attentare
?
Prima
,
la
costituzione
stessa
dei
suoi
poteri
pubblici
;
poi
,
i
principi
fondamentali
su
cui
posa
la
sua
costituzione
sociale
,
la
proprietà
,
per
mo
'
d
'
esempio
,
e
la
famiglia
:
ché
non
intendo
annoverarli
tutti
.
Se
quindi
volessero
formarsi
associazioni
particolari
,
le
quali
avessero
per
loro
intento
e
in
qualunque
modo
di
distruggere
l
'
organismo
politico
o
sociale
dello
Stato
,
esse
non
sarebbero
né
legittime
,
né
legali
;
e
lo
Stato
,
che
ha
l
'
obbligo
di
tutelar
sé
medesimo
,
come
l
'
instituzione
nella
quale
vivono
tutte
,
ha
per
conseguenza
il
diritto
d
'
impedire
che
associazioni
particolari
siffatte
si
estendano
e
si
diffondano
.
In
una
monarchia
,
quindi
,
le
associazioni
repubblicane
non
hanno
diritto
d
'
esistere
,
come
in
una
repubblica
non
hanno
diritto
di
esistere
le
monarchiche
:
e
né
in
una
repubblica
,
né
in
una
monarchia
,
del
cui
assetto
sociale
la
proprietà
individuale
sia
fondamento
,
hanno
diritto
di
esistere
associazioni
intese
a
negarla
.
Quelle
,
o
repubblicane
in
una
monarchia
,
o
monarchiche
in
una
repubblica
,
attaccano
nell
'
essenza
sua
l
'
organismo
politico
dello
Stato
;
queste
,
il
cui
scopo
è
di
non
riconoscere
altra
proprietà
se
non
comune
a
tutta
insieme
la
società
in
uno
od
altro
modo
,
ne
distruggono
l
'
assetto
sociale
.
Tali
associazioni
vogliono
dire
rivoluzione
.
La
rivoluzione
può
essere
un
fato
storico
,
e
avere
ragione
in
una
necessità
che
soprasta
i
singoli
Stati
,
e
li
trascina
tutti
;
ma
nessuno
Stato
è
in
grado
di
riconoscere
alla
rivoluzione
il
diritto
di
rovesciarlo
,
o
mandarlo
sossopra
.
Se
l
'
associazione
,
distruttiva
dell
'
organismo
dello
Stato
,
non
può
essere
ammessa
in
nessuno
Stato
,
invece
quella
che
,
senza
attentare
a
quell
'
organismo
,
o
n
'
aiuta
la
vita
,
nel
campo
intellettuale
,
morale
o
economico
,
o
mira
a
perfezionarla
,
è
tale
,
che
nessuno
Stato
può
a
dirittura
escluderla
o
vietarla
in
tutto
e
per
tutto
.
Come
istrumento
,
insomma
,
obbligatorio
e
forzato
ovvero
spontaneo
e
libero
dello
sviluppo
intimo
dell
'
associazione
generale
,
le
associazioni
particolari
sono
più
o
meno
lecite
;
come
mezzo
di
dissolvere
l
'
associazione
generale
,
sono
affatto
illecite
.
E
dico
più
o
meno
,
non
avendo
riguardo
ad
una
legittimità
ideale
;
bensì
a
quella
reale
,
che
vien
loro
dall
'
organismo
reale
dello
Stato
nel
quale
esistono
.
Quantunque
molte
cose
si
possano
continuare
a
dire
,
le
quali
s
'
attagliano
ad
ogni
associazione
del
pari
,
pure
è
bene
restringere
il
discorso
a
quelle
politiche
:
e
poiché
queste
,
le
quali
hanno
per
loro
oggetto
gli
affari
pubblici
,
possono
proporsi
,
sia
l
'
educazione
politica
delle
persone
che
ne
fanno
o
non
ne
fanno
parte
,
sia
d
'
esercitare
un
'
immediata
influenza
sull
'
andamento
dello
Stato
,
restringiamo
il
discorso
a
quest
'
ultime
.
Così
,
le
associazioni
monarchiche
in
una
repubblica
o
repubblicane
in
una
monarchia
,
come
quelle
che
mirano
ad
una
rivoluzione
sociale
,
sono
evidentemente
di
questo
secondo
genere
.
Il
loro
fine
non
è
di
discutere
sui
temi
ideali
della
monarchia
,
della
repubblica
,
o
della
proprietà
;
non
è
la
libertà
della
discussione
che
esse
dimandano
,
mettiamo
,
che
anche
quando
chiedessero
soltanto
questa
,
si
potrebbe
lor
concedere
intera
;
è
la
libertà
di
aggruppare
uomini
e
d
'
apparecchiare
mezzi
a
produrre
un
effetto
pratico
e
determinato
,
quello
di
convertire
una
repubblica
in
una
monarchia
,
una
monarchia
in
una
repubblica
,
ovvero
una
società
in
cui
ciascuno
è
o
può
essere
proprietario
,
in
una
nella
quale
non
possa
essere
proprietaria
che
la
società
stessa
.
Non
si
può
affermare
che
un
'
associazione
non
possa
apparecchiare
mezzi
ed
aggruppare
uomini
;
si
tratta
soltanto
di
sapere
possa
legalmente
aggrupparne
a
questi
fini
.
E
frantende
chi
assimila
la
libertà
speciale
,
che
coteste
associazioni
chiedono
,
a
quella
della
stampa
o
della
parola
colla
quale
non
ha
veramente
nulla
a
che
fare
.
Al
più
la
libertà
della
stampa
e
della
parola
è
uno
dei
mezzi
di
quella
;
è
uno
dei
modi
d
'
esercizio
di
quella
:
ed
uno
de
'
più
valevoli
.
Si
può
lasciare
a
'
cittadini
libertà
di
scrivere
intorno
all
'
utilità
di
surrogare
la
monarchia
alla
repubblica
o
viceversa
,
o
di
parlarne
;
e
pure
,
non
lasciar
loro
quella
di
associarsi
a
fine
di
produrre
l
'
effetto
del
quale
scrivono
o
parlano
.
Io
ho
detto
che
questa
libertà
non
si
deva
lasciarla
loro
.
Devo
dire
di
più
:
lo
Stato
non
ha
,
non
che
l
'
obbligo
,
neanche
il
diritto
di
lasciargliela
.
L
'
associazione
politica
particolare
,
che
la
richiede
,
è
in
contraddizione
con
quella
generale
nel
cui
seno
e
dei
cui
ordini
vive
.
Né
è
a
dire
che
l
'
associazione
generale
è
tirannica
,
toglie
questa
libertà
a
taluni
de
'
suoi
componenti
.
Lo
Stato
non
esiste
perché
altri
gli
usi
indulgenza
o
perché
esso
n
'
usi
altrui
;
non
è
un
'
instituzione
che
può
essere
o
no
,
e
che
è
o
no
,
perché
piace
o
per
piacere
.
Lo
Stato
è
perché
dev
'
essere
,
ed
ha
un
suo
fondamento
di
diritto
.
Non
può
consentire
a
scalzarlo
colle
sue
mani
;
non
può
menomarne
la
dignità
consentendo
che
una
sua
parte
lo
neghi
non
solo
,
chieda
ad
esso
stesso
di
dar
mano
alla
negazione
che
n
'
è
fatta
.
Ma
v
'
ha
di
più
ancora
.
L
'
associazione
particolare
,
che
si
propone
per
iscopo
la
distruzione
dello
Stato
o
d
'
una
delle
suo
istituzioni
fondamentali
,
non
si
contenta
di
un
valore
proporzionato
al
valore
reale
dell
'
idea
che
rappresenta
e
delle
persone
che
la
compongono
,
ma
n
'
acquista
in
apparenza
una
molto
maggiore
.
Per
ciò
stesso
,
che
la
sua
mira
è
il
mutare
e
il
sovvertire
,
tutti
gli
elementi
mobili
dello
Stato
sono
naturalmente
tratti
ad
aggrupparlesi
intorno
.
Essa
crea
una
falsa
apparenza
di
forza
,
dirimpetto
alla
quale
quella
dello
Stato
appare
diminuita
dapprima
,
e
poi
diventa
davvero
minore
che
non
dovrebbe
,
quando
si
riguardi
alla
somma
degl
'
interessi
che
ha
in
cura
,
o
al
numero
dei
cittadini
,
che
in
realtà
continuano
a
commetterle
i
propri
e
fanno
sopra
essa
il
fondamento
della
lor
vita
.
Sicché
queste
associazioni
particolari
,
non
che
giovare
allo
sviluppo
dello
Stato
nel
suo
complesso
,
ed
esercitare
in
quello
un
'
influenza
rispondente
alla
verità
e
schiettezza
dei
loro
intenti
,
turbano
l
'
assetto
morale
dello
Stato
e
lo
capovolgono
.
S
'
apparecchiano
a
creare
lo
Stato
nuovo
,
del
quale
si
struggono
,
coll
'
abbuiare
quello
in
cui
vivono
,
coll
'
alterarne
,
a
dirla
altrimenti
,
la
coscienza
,
le
sembianze
e
le
aspettazioni
,
ed
empire
di
falsi
vederi
la
cittadinanza
.
Voglio
di
ciò
che
scrivo
un
testimone
irrefragabile
,
dopo
le
cui
parole
nessuno
,
credo
,
negherà
che
coteste
associazioni
,
le
quali
non
hanno
diritto
di
esistere
,
sono
anche
estremamente
nocive
se
son
lasciate
esistere
.
Quando
Genet
,
il
ministro
cittadino
,
fu
mandato
dalla
Repubblica
francese
,
nel
1793
,
agli
Stati
Uniti
d
'
America
,
in
apparenza
per
ottenervi
soltanto
licenza
di
armare
navi
di
corsa
contro
Stati
coi
quali
quegli
erano
in
pace
e
la
Francia
in
guerra
,
in
realtà
per
trarre
gli
Stati
a
collegarsi
con
questa
,
portò
seco
le
abitudini
turbolente
della
patria
donde
veniva
,
e
poiché
trovava
Governo
serio
,
tentò
d
'
inoculare
nel
popolo
,
di
cui
era
ospite
,
le
follie
furiose
del
suo
.
Per
sua
istigazione
,
anzi
la
prima
in
Filadelfia
a
dirittura
sotto
la
sua
presidenza
,
vi
si
cominciarono
a
fondare
associazioni
politiche
,
chiamate
Società
democratiche
,
sull
'
esempio
dei
clubs
giacobini
della
Francia
.
Ora
,
si
badi
prima
che
queste
non
erano
già
intese
a
convertire
una
monarchia
in
una
repubblica
,
bensì
a
influire
sulla
repubblica
alterando
l
'
indirizzo
del
Governo
e
forse
alcuni
dei
congegni
delle
istituzioni
;
e
pure
,
ecco
come
le
giudicava
il
Washington
,
già
presidente
allora
per
la
seconda
volta
:
"
Che
queste
Società
siano
state
instituite
dai
più
artificiosi
ed
ambiziosi
dei
loro
membri
(
parecchi
dei
quali
,
non
ne
dubito
,
pensano
bene
,
ma
sanno
poco
de
'
disegni
effettivi
)
principalmente
per
gettare
tra
il
popolo
semi
di
gelosia
e
di
sfiducia
verso
il
Governo
,
col
distruggere
ogni
confidenza
nell
'
amministrazione
di
esso
,
e
che
tali
dottrine
d
'
allora
in
poi
siano
pullulate
ed
abbian
fiorito
sempre
più
,
non
riesce
nuovo
a
nessuno
,
il
quale
conosca
il
carattere
dei
capi
di
quelle
ed
abbia
atteso
alle
loro
manovre
.
Vi
può
egli
essere
niente
di
più
assurdo
,
di
più
arrogante
,
di
più
pernicioso
alla
pace
della
società
,
che
cotesto
costituirsi
di
corpi
creati
da
se
stessi
a
censori
permanenti
,
e
cotesto
risolvere
nell
'
ombra
della
notte
,
in
un
conciliabolo
,
che
atti
del
Congresso
,
i
quali
hanno
subìta
la
più
ponderata
e
solenne
discussione
per
parte
de
'
rappresentanti
del
popolo
,
eletti
appunto
ed
espressamente
a
ciò
,
e
che
portan
seco
dalle
diverse
parti
dell
'
Unione
il
sentimento
dei
loro
elettori
,
e
si
sforzano
,
sin
dove
la
natura
della
cosa
l
'
ammette
,
a
formulare
la
volontà
di
quelli
in
leggi
per
il
governo
dell
'
intero
paese
;
io
dico
,
in
circostanze
siffatte
,
un
corpo
permanente
(
perché
nessuno
nega
il
diritto
del
popolo
di
riunirsi
in
certe
occasioni
per
fare
,
petizione
di
un
atto
qualsiasi
della
legislatura
,
o
rimostrarvi
contro
)
creatosi
da
sé
medesimo
dovrà
poter
dichiarare
che
quest
'
atto
è
incostituzionale
,
e
che
quest
'
atto
è
pieno
di
danni
,
e
che
tutti
quelli
i
quali
votano
contro
i
loro
dommi
sono
mossi
da
motivi
egoisti
o
sottostanno
ad
influenze
forestiero
,
anzi
meglio
,
son
traditori
del
loro
paese
?
Un
tale
eccesso
di
presunzione
arrogante
si
può
egli
conciliare
con
motivi
lodevoli
,
in
ispecie
quando
noi
vediamo
la
stessa
categoria
d
'
uomini
sforzarsi
a
distruggere
ogni
confidenza
nell
'
amministrazione
,
coll
'
accusare
tutti
i
suoi
atti
,
senza
sapere
su
qual
fondamento
o
con
quale
informazione
essa
proceda
?
"
E
pochi
anni
innanzi
egli
non
s
'
era
espresso
altrimenti
rispetto
ad
alcune
Società
,
elle
si
solevano
costituire
in
Virginia
per
discutere
quistioni
politiche
,
esaminare
provvedimenti
pubblici
e
dare
istruzioni
delegati
alla
legislatura
:
e
aveva
rimproverato
un
suo
nipote
d
'
averci
parte
.
E
qui
,
si
badi
di
nuovo
,
Washington
non
accenna
punto
ad
associazioni
,
le
quali
si
proponessero
di
distruggere
la
costituzione
degli
Stati
Uniti
non
gli
passano
neanche
per
la
mente
.
Sono
associazioni
intese
a
vigilare
l
'
andamento
del
Governo
e
a
forzarlo
,
coll
'
influenza
dell
'
opinione
,
a
seguire
vie
e
a
lasciarsi
condurre
da
uomini
secondo
il
loro
cuore
.
E
gli
paiono
pessime
.
Ora
,
a
me
pare
altresì
che
sieno
per
lo
più
o
possano
,
riuscire
tali
;
ma
non
le
dico
,
queste
,
illecite
.
E
il
Washington
dice
il
perché
gli
paiono
tali
.
Createsi
da
sé
,
non
sentono
responsabilità
verso
nessuno
;
sono
permanenti
e
quindi
non
soggette
alle
inclinazioni
diverse
e
mutevoli
dei
partiti
stessi
che
presumono
di
rappresentare
;
ignorano
il
complesso
delle
condizioni
dello
Stato
;
sono
naturalmente
tratte
a
screditare
il
Governo
,
ed
esercitano
un
'
influenza
sproporzionata
al
loro
valore
e
peso
,
e
getta
a
tutte
le
corruttele
delle
passioni
e
dell
'
ingordigia
privata
.
Ora
,
questi
motivi
di
danno
si
riscontrano
tutti
nelle
associazioni
che
dicevo
illecite
;
e
vi
s
'
aggiunge
la
manifesta
contraddizione
del
loro
fine
col
fine
generale
e
necessario
dello
Stato
,
contraddizione
la
quale
deve
avere
per
suo
necessario
effetto
l
'
accrescere
a
più
doppi
ed
esacerbare
quanto
v
'
ha
già
di
maligno
in
quelle
lecito
.
Uno
scrittore
di
molto
valore
,
il
Lieber
,
pare
che
contraddica
il
Washington
,
nella
cui
patria
ha
pure
scritto
e
attinto
la
molta
sua
dottrina
politica
.
Pure
,
chi
guardi
bene
,
non
è
così
.
Egli
dice
molto
ragionevolmente
,
che
connesso
col
diritto
de
'
cittadini
di
mandar
petizioni
al
Parlamento
non
è
solo
quello
di
riunirsi
pacificamente
e
di
prendere
in
considerazione
gli
affari
pubblici
,
ma
quello
altresì
di
organizzarsi
in
associazioni
intese
a
fini
politici
,
religiosi
,
sociali
,
scientifici
,
industriali
,
commerciali
o
di
cultura
.
L
'
ammetto
;
ma
il
Lieber
aggiunge
subito
che
questo
diritto
può
diventare
pericoloso
,
e
leggi
sono
spesso
necessarie
a
proteggere
la
società
contro
l
'
abuso
di
esso
,
come
sa
perfettamente
bene
chiunque
ha
la
minima
convinzione
della
condotta
dei
clubs
nella
prima
rivoluzione
di
Francia
.
Cotesto
abuso
possibile
non
lo
distoglie
però
dall
'
accettarne
l
'
uso
,
poiché
gli
pare
che
il
principio
associativo
sia
un
elemento
di
progresso
,
di
protezione
e
di
attività
efficace
.
Ma
dov
'
entra
a
darne
prove
ed
esempi
,
ecco
le
associazioni
che
cita
.
Innanzi
tutto
cita
la
lega
contro
la
legge
de
'
cereali
in
Inghilterra
"
che
,
con
isforzi
giganteschi
,
venne
infine
a
capo
d
'
introdurre
il
libero
commercio
dei
grani
contro
il
più
forte
e
il
più
privilegiato
corpo
di
proprietari
di
terre
che
sia
probabilmente
esistito
mai
,
nei
tempi
antichi
o
moderni
"
;
cita
l
'
associazione
per
l
'
Emendazione
della
legge
"
,
la
quale
già
pareva
a
lui
,
nel
1859
,
avesse
prodotto
molti
benefici
effetti
;
e
per
gli
Stati
Uniti
cita
la
società
di
colonizzazione
,
"
una
privata
società
che
,
fondando
un
nuovo
Stato
,
sarà
di
grande
influenza
nel
diffondere
la
civiltà
,
una
società
che
,
conforme
alla
dichiarazione
liberiana
d
'
indipendenza
,
ha
nobilmente
ed
in
perfetta
fede
adempiuto
i
suoi
obblighi
"
,
e
cita
infine
le
associazioni
ecclesiastiche
,
per
le
quali
è
mantenuto
ciascun
culto
da
'
fedeli
stessi
.
Bene
sta
;
non
una
sola
associazione
di
quelle
che
il
Washington
biasima
,
e
ci
paiono
pur
lecite
;
non
una
sola
di
quelle
che
sono
intrinsecamente
illecite
,
e
che
il
Washington
non
immagina
neanche
.
E
s
'
intende
che
non
avendo
l
'
occhio
se
non
ad
associazioni
,
le
quali
,
in
un
fine
economico
,
morale
intellettuale
,
si
propongono
,
non
di
distruggere
lo
Stato
,
e
neppure
di
tirarne
a
sé
il
governo
,
ma
di
svilupparne
e
fecondarne
la
vita
,
il
Lieber
esca
in
quest
'
inno
:
"
Non
v
'
ha
nulla
che
su
una
persona
la
quale
arrivi
per
la
prima
volta
dal
continente
europeo
,
sia
negli
Stati
Uniti
,
sia
in
Inghilterra
faccia
più
viva
impressione
che
gl
'
infiniti
segni
e
prove
di
uno
spirito
associativo
,
penetrante
da
per
tutto
,
in
ogni
campo
d
'
operosità
reale
e
pratica
,
dalle
compagnie
e
società
commerciali
,
poco
meno
che
universali
,
dalle
banche
mutue
degli
artigiani
,
o
d
'
ogni
altra
natura
,
sino
a
quelle
associazioni
non
officiali
,
ma
nazionali
,
che
s
'
elevano
a
vera
grandezza
.
Cancellate
dall
'
Inghilterra
o
dall
'
America
questa
fattezza
o
principio
,
e
non
vi
vivrà
più
quello
stesso
popolo
fiducioso
di
sé
,
vigoroso
,
indomabilmente
operoso
.
Lo
spirito
di
governo
per
sé
stesso
sarebbe
ito
.
In
Francia
prevale
uno
spirito
opposto
.
Non
solo
il
Governo
crede
di
dover
tener
ogni
cosa
sotto
la
sua
mano
;
ma
il
popolo
stesso
non
s
'
acconcia
a
credere
nel
successo
sino
a
che
il
Governo
non
abbia
fatta
sua
l
'
intrapresa
"
.
All
'
Inghilterra
e
agli
Stati
Uniti
il
Lieber
contrappone
la
Francia
;
ai
due
paesi
nei
quali
ha
lodato
esempi
di
associazione
che
concorrono
collo
Stato
nello
sviluppo
della
vita
nazionale
,
contrappone
quello
in
cui
hanno
sopratutto
fiorito
,
con
sì
dannosa
copia
e
tra
repressioni
così
ripetute
,
le
associazioni
,
delle
quali
il
Washington
si
lagna
,
o
che
violano
il
diritto
pubblico
nella
sua
fonte
stessa
.
E
di
fatti
,
più
da
una
parte
le
associazioni
politiche
,
perniciose
o
illegali
,
fioriscono
,
e
più
dall
'
altra
vengon
meno
,
e
s
'
insteriliscono
,
intristiscono
la
associazioni
della
natura
di
quelle
che
il
Lieber
loda
.
Questo
sono
il
grano
;
quelle
il
loglio
.
Pure
,
corre
per
le
bocche
di
tutti
,
a
difesa
di
siffatte
associazioni
,
una
di
quelle
sentenze
che
i
politici
mediocri
ripetono
con
infinita
compiacenza
,
perché
al
loro
piccolo
criterio
paiono
d
'
una
evidenza
perfetta
,
e
tale
da
ammutolire
ogni
avversario
.
Questa
sentenza
è
che
siffatte
associazioni
giova
il
lasciarle
formare
,
poiché
impediscono
che
si
formino
le
sette
.
Io
dubito
se
persino
,
questo
vantaggio
sia
tale
da
dovere
permettere
che
associazioni
contro
la
forma
politica
o
l
'
assetto
sociale
dello
Stato
si
formino
,
con
violazione
del
diritto
dello
Stato
stesso
;
giacché
di
quelle
intese
a
dirigere
a
lor
posta
il
governo
,
per
quanto
possano
riuscire
rincrescevoli
e
corrompere
in
qualche
rispetto
la
vita
pubblica
,
io
non
affermo
che
si
possano
in
tutto
e
per
tutto
vietare
.
Il
Foscolo
ha
sentito
che
"
per
fare
l
'
Italia
bisogna
disfare
le
sette
"
;
e
tali
associazioni
,
raggiugnendo
questo
secondo
effetto
,
ci
facessero
conseguire
il
primo
,
qualche
ragione
di
benedirle
ci
sarebbe
pure
.
Ma
il
vero
è
che
ciò
non
succede
punto
.
In
primo
luogo
,
le
associazioni
contro
lo
Stato
non
sono
pubbliche
che
in
apparenza
.
Sono
sette
o
combinazioni
segrete
,
le
quali
non
si
giovano
della
pubblicità
che
loro
consente
il
Governo
,
se
non
in
picciola
parte
e
superficialmente
.
Come
il
lor
fine
non
è
tale
che
tutti
i
mezzi
se
ne
possano
,
per
quanta
sia
la
debolezza
del
Governo
,
palesemente
ammannire
,
ciascuna
di
esse
termina
e
si
compie
con
una
organizzazione
settaria
,
che
diventa
il
suo
istrumento
più
efficace
e
più
valido
.
Se
sarebbe
forse
erroneo
l
'
affermare
che
nessuna
setta
sia
nata
mai
se
non
da
un
'
associazione
politica
anarchica
,
la
quale
abbia
pubblicamente
,
alla
luce
del
sole
,
lavorato
per
maggior
o
minor
tempo
,
è
certamente
non
vero
che
le
sette
non
durino
ed
esistano
insieme
colle
associazioni
,
e
non
sopravvivano
più
o
meno
lungamente
a
queste
quando
sono
soppresse
.
Così
l
'
esempio
della
Francia
,
durante
la
sua
prima
rivoluzione
,
come
l
'
esempio
attuale
degli
Stati
Uniti
si
può
pure
riconoscere
che
l
'
associazione
meramente
politica
o
della
natura
così
uggiosa
al
Washington
,
affatto
illegale
,
degenera
in
setta
necessariamente
;
se
una
siffatta
degenerazione
si
deve
reputare
accaduta
,
ogni
volta
che
l
'
oggetto
dell
'
associazione
cessa
di
essere
la
cura
e
il
pensiero
di
tutti
quelli
che
le
appartengono
,
e
non
rimane
se
non
l
'
oggetto
di
pochi
,
i
quali
,
con
segreti
accordi
e
noti
ad
essi
soli
,
maneggiano
e
guidano
i
loro
compagni
,
o
piuttosto
servi
.
Una
società
,
di
fatti
,
così
governata
non
è
più
un
'
associazione
politica
,
ma
una
setta
,
una
fazione
,
che
non
nasconde
ogni
cosa
solo
perché
non
corre
nessun
pericolo
se
qualcosa
mostra
,
se
,
rimanendo
arcano
tutto
ciò
in
cui
sta
l
'
azione
sostanziale
degli
associati
,
accenna
di
fuori
alcuni
moti
de
'
loro
capi
,
per
sé
soli
non
significano
nulla
.
In
effettti
,
negli
Stati
Uniti
,
dove
tutto
lo
Stato
si
fonda
sull
'
alternare
dei
partiti
,
e
ciascuno
di
questi
ha
una
organizzazione
sua
propria
,
intesa
a
promuovere
gl
'
interessi
e
i
fini
,
le
associazioni
son
diventate
settarie
.
"
Alle
assemblee
primarie
,
scrive
il
Seaman
,
di
ciascun
partito
prendono
parte
così
poche
persone
ch
'
è
generalmente
facile
per
due
o
tre
capi
di
chiamarvi
i
loro
amici
e
di
ottenere
la
nomina
di
quei
delegati
che
desiderano
;
e
sono
così
ammannite
(
packed
)
convenzioni
intese
a
procurare
la
nomina
di
persone
che
non
sarebbero
nominate
dal
voto
del
partito
lealmente
espresso
"
.
Ed
aggiungne
,
a
migliore
intelligenza
:
"
Non
è
generalmente
difficile
per
un
politico
astuto
di
chiamare
a
raccolta
i
suoi
amici
,
mediante
un
largo
uso
di
denaro
e
l
'
impiego
di
agenti
in
parecchie
città
e
rioni
,
e
procurare
la
nomina
di
un
sufficiente
numero
di
amici
suoi
a
delegati
alla
Convenzione
della
contea
o
del
distretto
,
quanti
gli
occorrono
per
assicurargli
la
nomina
a
quell
'
ufficio
qualsia
di
cui
egli
abbia
voglia
.
Questo
scopo
è
spesso
conseguito
mediante
la
spesa
di
considerevoli
somme
di
denaro
,
e
l
'
uso
profuso
di
promesse
.
E
il
processo
ha
un
nome
;
si
chiama
:
ammannire
una
convenzione
"
.
L
'
associazione
politica
ha
così
smesso
tutte
le
qualità
che
le
si
sogliono
attribuire
da
chi
immagina
le
cose
,
anziché
guardarle
cogli
occhi
;
e
pure
non
si
tratta
ancora
d
'
un
'
associazione
cui
il
fine
suo
di
distruggere
lo
Stato
sforza
a
celarsi
.
Il
risultato
già
negli
Stati
Uniti
è
questo
:
"
Durante
gli
ultimi
trent
'
anni
noi
abbiamo
avuto
organizzazioni
di
partiti
,
comitati
di
partiti
e
convegni
privati
di
partiti
(
caucus
)
,
convenzioni
di
partiti
e
riunioni
in
massa
pubbliche
in
tutti
gli
Stati
;
clubs
e
confraternite
(
clan
)
I
irlandesi
nella
più
parte
delle
città
;
società
e
confraternite
tedesche
in
più
città
e
distretti
;
ed
ora
abbiamo
club
e
confraternite
di
negri
,
con
fratellanza
negra
nel
Mezzogiorno
,
come
un
elemento
politico
perturbatore
di
più
.
Quale
il
risultato
finale
debba
essere
,
non
lo
può
dire
se
non
il
tempo
e
l
'
esperienza
"
.
Sicché
io
concludo
:
le
associazioni
politiche
,
intese
a
mutare
la
forma
politica
o
l
'
assetto
sociale
dello
Stato
,
sono
illecite
;
ma
,
anche
se
non
fossero
tali
,
dagli
effetti
di
quelle
che
si
contentano
di
mirare
a
trarre
il
governo
nelle
loro
mani
,
si
può
giudicare
quanto
esse
sieno
corrotte
e
dannose
.
Felice
lo
Stato
libero
i
cui
partiti
non
si
organizzano
,
e
possono
,
senza
pericolo
di
essere
sopraffatti
,
cansare
di
organizzarsi
ad
associazioni
;
infelice
e
dimentico
di
sé
quello
che
lascia
organizzare
nel
suo
seno
associazioni
intese
a
dirittura
a
distruggerlo
!
III
E
si
aggiunga
:
non
n
v
'
ha
Stato
il
quale
abbia
permesso
o
permetta
a
queste
seconde
associazioni
di
esistere
.
Appunto
-
mi
sento
dire
-
gli
Stati
Uniti
hanno
nella
loro
Costituzione
un
articolo
,
che
persino
vieta
al
Governo
centrale
d
'
introdurre
o
sancire
leggi
contro
di
esse
.
Davvero
?
Vediamo
se
chi
m
'
interrompe
cosi
sa
quello
che
si
dice
.
L
'
articolo
che
egli
intende
citare
,
è
uno
di
quelli
formulati
più
tardi
,
quando
fu
chiesto
al
Congresso
,
e
questo
assentì
,
di
aggiugnere
alla
Costituzione
,
già
votata
e
che
s
'
era
contentata
di
stabilire
l
'
organismo
del
governo
,
una
cotal
dichiarazione
di
diritti
;
eccone
il
testo
:
"
Il
Congresso
non
farà
nessuna
legge
concernente
lo
stabilimento
di
una
religione
,
o
intesa
a
proibirne
l
'
esercizio
;
o
a
diminuire
la
libertà
di
parola
o
di
stampa
;
o
il
diritto
del
popolo
di
riunirsi
pacificamente
e
di
fare
petizione
al
Governo
per
riparo
di
gravami
"
.
L
'
articolo
,
come
si
vede
,
non
dice
punto
che
il
Congresso
non
possa
far
legge
contro
le
associazioni
,
né
che
sia
diritto
primigenio
ed
infrenabile
di
ciascun
cittadino
il
congiurare
,
associato
con
altri
,
contro
lo
Stato
.
L
'
articolo
,
bensì
,
connette
il
diritto
di
riunione
pacifica
,
come
non
è
necessariamente
connesso
presso
di
noi
,
col
diritto
di
petizione
al
Parlamento
;
ed
è
copiato
nella
sua
prima
parte
dal
Bill
of
rights
del
1688
,
dove
cotesto
diritto
di
petizione
,
a
scanso
di
ogni
equivoco
e
della
contestazione
cui
era
stato
soggetto
prima
della
rivoluzione
,
fu
esplicitamente
riconosciuto
e
sancito
.
Senza
ciò
sarebbe
stato
persino
inutile
di
dichiararlo
,
poiché
,
come
scrive
lo
Story
,
"
risulta
dalla
vera
natura
e
struttura
d
'
un
Governo
repubblicano
,
(
o
piuttosto
libero
)
.
è
impossibile
il
negarlo
praticamente
insino
a
che
lo
spirito
di
libertà
non
sia
scomparso
del
tutto
,
ed
il
popolo
non
sia
diventato
così
servile
ed
abbietto
da
essere
affatto
disadatto
ad
esercitare
qualsiasi
dei
privilegi
degli
uomini
liberi
"
.
Ma
con
questo
diritto
di
petizione
s
'
accompagna
naturalmente
quello
di
riunione
pacifica
,
poiché
l
'
esercizio
di
questo
precede
l
'
esercizio
di
quello
,
giacché
per
chiedere
in
comune
bisogna
innanzi
deliberare
in
comune
ciò
che
occorre
chiedere
.
"
Il
diritto
di
far
petizione
,
dice
il
Lieber
e
ripete
il
Cooley
,
è
una
necessaria
conseguenza
del
diritto
di
libera
parola
e
di
deliberazione
"
.
Ora
,
intesa
a
questo
modo
,
ed
è
il
modo
,
ch
'
io
sappia
,
comune
,
la
dichiarazione
dei
diritti
non
è
più
larga
dello
Statuto
nostro
,
che
nei
due
articoli
32
e
58
riconosce
il
diritto
di
riunione
e
quello
di
petizione
a
parte
l
'
uno
dall
'
altro
,
e
non
metto
il
primo
in
necessaria
relazione
col
secondo
.
S
'
intende
che
se
l
'
articolo
della
costituzione
americana
non
accenna
ad
altre
riunioni
se
non
a
quelle
il
cui
fine
sia
muovere
petizione
al
Parlamento
,
non
è
perciò
che
in
America
non
ne
sia
lecito
e
non
ne
usino
altre
.
Mettiamo
soltanto
in
sodo
che
il
limite
imposto
al
Congresso
non
riguarda
non
solo
le
prime
;
e
non
concerne
,
poi
,
in
nessuna
maniera
le
associazioni
.
Se
di
leggi
contro
queste
se
ne
farà
negli
Stati
Uniti
più
tardi
,
nessuno
può
dire
;
poiché
questa
Repubblica
è
tutt
'
altro
che
alla
fine
de
'
suoi
esperimenti
politici
.
IV
-
Ma
in
Inghilterra
?
-
Me
l
'
aspettavo
quest
'
altra
interrogazione
;
tanto
sono
state
false
le
cose
elle
si
sono
scritte
e
che
si
credono
tuttavia
rispetto
alla
legislazione
inglese
.
E
davvero
,
questa
,
mentre
è
reputata
semplicissima
,
anzi
persino
non
esistere
,
è
invece
così
complessa
e
copiosa
,
come
il
Cox
dice
,
su
questa
materia
,
da
diventarne
difficile
e
certamente
noiosa
l
'
esposizione
.
Pure
si
deve
tentarla
.
A
dirne
in
breve
,
il
concetto
è
,
questo
.
Per
diritto
comune
(
Common
law
)
-
cioè
per
quel
diritto
che
non
è
scritto
,
ma
deriva
dalla
natura
stessa
dello
Stato
,
da
principi
stessi
della
legge
o
da
precedenti
giudiziari
-
ciascuna
riunione
che
porta
offesa
alla
pace
pubblica
,
o
ciascun
'
associazione
che
è
pericolosa
allo
Stato
,
è
illecita
;
ma
il
grado
di
pena
,
colla
quale
devono
esserne
puniti
i
membri
,
le
definizioni
del
reato
,
gl
'
indizi
di
esso
,
i
giudici
,
sono
determinati
dal
diritto
statutario
,
Statute
law
,
dal
diritto
,
cioè
,
che
emana
dagli
atti
del
Parlamento
,
ed
è
variabile
con
questi
.
L
'
offesa
alla
pace
pubblica
-
o
reato
contro
questa
-
è
costituita
:
1°
Dal
riunirsi
tumultuario
di
dodici
o
più
persone
,
e
che
non
si
disperdano
dietro
intimazione
;
2°
Dall
'
Affray
,
o
venire
alle
mani
di
due
o
più
in
luogo
pubblico
con
paura
del
pubblico
;
3°
Dal
Rout
,
o
perturbamento
tumultuario
della
pace
per
parte
di
tre
persone
o
più
che
si
riuniscano
di
lor
propria
autorità
,
coll
'
intento
comune
,
di
assistersi
l
'
un
l
'
altro
contro
chi
si
sia
intenda
opporsi
loro
in
un
'
impresa
di
privata
natura
,
e
che
di
fatti
l
'
eseguono
in
una
maniera
violenta
e
turbolenta
,
con
terrore
del
popolo
,
sia
che
l
'
atto
propostosi
da
loro
sia
per
sua
natura
legale
o
illegale
;
4°
Dal
Rout
,
ovvero
perturbamento
della
pace
,
commesso
da
persone
che
si
sono
riunite
coll
'
intenzione
di
fare
una
cosa
,
la
quale
,
quando
fosse
eseguita
,
li
renderebbe
Rioters
(
3°
)
,
e
che
attualmente
intraprendono
l
'
eseguimento
della
cosa
stessa
;
5°
Dall
'
Unlawful
Assembly
,
o
radunanza
illegale
,
ovvero
da
un
perturbamento
della
pace
,
commesso
da
persone
che
si
sono
meramente
adunate
coll
'
intenzione
di
fare
una
cosa
,
che
,
se
fosse
eseguita
,
li
renderebbe
Rioters
,
ma
che
attualmente
né
l
'
eseguono
,
né
fanno
nessun
passo
verso
l
'
esecuzione
di
essa
.
In
queste
distinzioni
si
sente
un
popolo
non
nuovo
a
'
pericoli
della
libertà
,
e
che
non
crede
necessario
,
per
mantenersi
questa
,
di
chiudere
gli
occhi
a
quelli
.
Qui
l
'
atto
tumultuoso
è
considerato
attuale
o
remoto
;
fatto
già
,
o
apparecchiato
soltanto
;
e
secondo
ha
un
fine
pubblico
o
privato
.
Io
non
dirò
le
leggi
diverse
,
colle
quali
l
'
atto
è
stato
colpito
,
e
come
,
secondo
i
tempi
,
la
mano
del
legislatore
si
sia
più
o
meno
aggravata
,
trasferendolo
da
una
categoria
di
reato
all
'
altra
,
e
qualificandolo
quando
di
tradimento
,
quando
di
fellonia
e
quando
di
contravvenzione
,
se
questa
è
la
giusta
traduzione
della
parola
inglese
Misdemeanour
poiché
la
pena
,
variando
colla
qualificazione
,
s
è
attagliata
alle
necessità
della
repressione
.
Invece
citerò
le
leggi
che
in
Inghilterra
tuttora
vigono
contro
le
società
politiche
,
tralasciando
le
molte
che
sono
abrogate
,
o
fatte
a
tempo
non
sono
state
rinnovate
.
Coll
'
atto
37
,
Geor
.
III
,
c
.
123
-
vuol
dir
l
'
atto
registrato
al
capitolo
123
del
volume
degli
Statuti
,
pubblicato
l
'
anno
37
di
Giorgio
III
,
-
esteso
dall
'
atto
52
,
Geor
.
III
,
c
.
104
,
-
è
dichiarato
fellonia
il
richiedere
un
giuramento
inteso
a
legare
le
persone
che
lo
prendono
a
qualsia
proponimento
,
ribelle
o
sedizioso
o
a
disturbare
la
pubblica
pace
,
o
a
formar
parte
di
qualsia
associazione
,
società
o
federazione
instituita
a
tal
fine
.
Un
altro
statuto
,
39
Geor
.
III
,
c
.
79
,
vieta
la
società
degli
United
Englishmen
,
ecc
.
,
e
la
London
Corresponding
Society
,
e
altresì
qualunque
altra
società
cui
membri
sieno
richiesti
di
prestare
giuramenti
illegali
,
o
nelle
quali
sia
tenuto
segreto
il
nome
di
un
membro
,
o
vi
siano
comitati
o
ufficiali
segreti
,
o
la
società
si
componga
di
nuclei
che
operino
separatamente
,
ed
abbia
ufficiali
o
delegati
distinti
eletti
ad
operare
per
ciascun
nucleo
.
Si
eccettuano
le
società
le
quali
hanno
fini
religiosi
o
caritatevoli
,
e
le
logge
de
'
Framassoni
.
Per
l
'
atto
57
Geor
.
III
,
c.19
pag
.
25
,
ogni
società
o
club
,
che
elegga
od
impieghi
qualsia
comitato
,
delegato
,
rappresentante
o
messo
per
riunirsi
o
comunicare
con
qualunque
altra
società
o
club
,
o
con
qualsia
comitato
di
questo
,
o
per
indurre
qualsia
persona
a
diventare
membro
,
è
proibita
.
Ed
è
dichiarato
criminoso
il
corrispondere
con
una
siffatta
società
o
il
sostenerla
.
Né
è
a
dire
che
questa
legislazione
sia
antiquata
e
vecchia
,
quantunque
non
abrogata
.
Mostra
che
si
crede
viva
l
'
avere
dichiarato
esenti
da
sanzioni
le
Friendly
Societies
o
società
di
mutuo
soccorso
,
per
un
atto
del
10°
anno
(
c
.
27
)
della
regina
Vittoria
;
e
in
quello
stesso
anno
,
per
un
altro
atto
(
c
.
33
)
,
fu
mutata
la
procedura
,
poiché
il
diritto
di
muovere
accusa
contro
tali
società
vietate
fu
ristretto
a
Law
Officers
della
corona
,
cioè
al
Solicitor
general
in
Inghilterra
,
e
al
Lord
advocate
in
Scozia
,
che
sono
,
si
badi
bene
,
due
impiegati
non
appartenenti
per
nessun
modo
all
'
ordine
giudiziario
,
ma
al
politico
ed
all
'
amministrativo
sicché
fanno
parte
del
Ministero
e
mutano
con
questo
.
La
restrizione
del
diritto
di
accusa
in
cotesti
due
ufficiali
del
Governo
ha
accresciuto
la
responsabilità
,
e
,
com
'
è
naturale
,
la
libertà
del
Governo
rispetto
alle
società
stesse
;
ma
le
ha
sciolta
ciascuna
dalla
vigilanza
della
sua
nemica
.
Io
non
entro
qui
nei
particolari
della
procedura
,
che
questi
due
ufficiali
seguirebbero
;
non
troveremmo
raffronti
possibili
.
è
vero
che
se
le
leggi
esistono
l
'
uso
n
'
è
estremamente
raro
;
anzi
,
dacché
è
stato
introdotto
nel
sistema
di
procedura
la
modificazione
cennata
da
ultimo
,
non
s
'
è
dato
caso
d
'
usarle
.
Ma
,
primo
punto
,
come
anche
lo
Gneist
osserva
,
un
potere
quiescente
,
non
è
perciò
meno
un
potere
;
e
poi
,
dove
s
'
è
presentata
l
'
occasione
o
la
necessità
di
colpire
società
pericolose
in
questo
intervallo
di
tempo
,
come
le
Trade
'
s
Unions
e
i
Feniani
,
gl
'
Inglesi
,
secondo
sogliono
,
hanno
preferito
leggi
nuove
speciali
,
e
bene
appropriate
alle
nuove
malattie
che
lor
bisognava
curare
.
Poiché
,
si
badi
,
essi
non
partecipano
punto
due
grossi
pregiudizi
nostri
:
l
'
uno
che
leggi
eccezionali
non
se
ne
deva
né
possa
fare
in
uno
Stato
libero
;
l
'
altro
che
le
leggi
fortemente
repressivo
non
servono
e
non
operano
.
Questi
son
pregiudizi
da
gente
come
siamo
noi
ora
,
nuova
al
governo
,
giovanile
,
punto
pratica
,
e
che
si
lascia
abbagliare
da
'
sofismi
,
che
s
'
intrecciano
,
avviluppando
generalità
vuote
e
campate
in
aria
.
Quanto
il
primo
pregiudizio
sia
lontano
dagl
'
Inglesi
,
voglio
dirlo
colle
parole
di
lord
Palmerston
:
"
Mantenere
,
diss
'
egli
in
un
suo
discorso
del
1813
,
che
la
legislatura
d
'
un
paese
non
abbia
il
potere
di
colpire
una
classe
qualsia
della
società
di
restrizioni
,
ch
'
essa
possa
giudicare
necessarie
alla
sicurezza
e
al
benessere
di
tutti
,
è
tutt
'
uno
coll
'
attaccare
i
principi
fondamentali
su
'
quali
riposa
un
Governo
civile
"
.
E
più
tardi
,
scrivendo
a
W
.
Temple
in
Napoli
,
nel
marzo
del
1833
,
chiama
il
Coercion
Bill
presentato
dal
Ministero
di
cui
egli
faceva
parte
,
il
"
provvedimento
più
vigoroso
che
abbia
mai
preso
forma
di
legge
;
"
ed
aggiunge
:
"
ben
pochi
Governi
assoluti
potrebbero
,
di
lor
propria
autorità
,
introdurre
un
sistema
di
coercizione
simile
a
quello
che
i
rappresentanti
del
popolo
,
liberamente
eletti
,
sono
in
via
di
mettere
in
questo
momento
alle
mani
del
Governo
di
questo
paese
"
.
Presso
di
noi
,
si
sa
,
è
stato
impossibile
che
si
procedesse
,
con
disposizioni
di
gran
lunga
meno
severe
,
contro
una
verminaia
d
'
assassini
indomabili
ed
indomati
.
Che
poi
alcune
febbri
morali
non
si
possano
utilmente
trattare
con
revulsivi
di
questa
sorte
,
né
gl
'
Inglesi
,
né
gli
Americani
lo
credono
;
e
neanche
,
per
vero
dire
,
i
Francesi
e
i
Tedeschi
.
è
una
semplicità
tutta
nostra
.
Il
Raikes
afferma
che
la
legge
pubblicata
nel
primo
anno
di
Giorgio
I
per
comprimere
gli
attacchi
tumultuosi
del
partito
dell
'
alta
Chiesa
contro
i
dissenzienti
,
abbia
giovato
non
meno
di
qualsia
altra
a
conservare
nel
popolo
inglese
l
'
abitudine
dell
'
ordine
nello
stesso
tempo
che
quella
della
più
libera
espressione
delle
sue
opinioni
.
è
chiaro
a
tutti
il
beneficio
prodotto
dalle
leggi
contro
le
Trades
Unions
e
contro
i
Feniani
e
il
miglioramento
che
n
'
è
venuto
,
all
'
assetto
pacifico
dello
Stato
.
Come
lord
Palmerston
dice
in
quella
lettera
citata
più
su
,
ogni
cura
d
'
una
profonda
malattia
sociale
richiede
due
sorta
di
mezzi
:
il
reprimerne
i
disordini
che
appaiono
prima
,
il
sanarne
poi
od
insieme
,
quanto
più
e
meglio
possibile
,
le
fonti
e
le
scaturigini
segrete
,
scovrendole
,
ed
aprendo
loro
una
via
.
la
prima
cosa
senza
la
seconda
non
riesce
,
prima
manca
il
tempo
.
è
il
concetto
al
quale
il
partito
il
principe
di
Bismarck
nel
presentare
e
nell
'
ostinarsi
a
volere
la
legge
contro
i
socialisti
;
e
l
'
ha
espresso
nell
'
esposizione
dei
motivi
;
e
il
concetto
è
vero
,
qualunque
sia
il
giudizio
che
si
voglia
fare
della
legge
stessa
.
E
concludo
di
nuovo
.
In
Inghilterra
associazioni
distruttive
dello
Stato
non
sono
lecite
;
e
se
non
vi
si
usano
le
leggi
che
già
hanno
contro
di
esse
,
è
perché
se
ne
fanno
di
nuove
,
appena
la
necessità
si
presenti
,
e
non
sono
da
'
pregiudizi
nostri
impediti
dal
farlo
secondo
e
quali
le
richiede
la
necessità
pubblica
.
V
A
me
parrebbe
qui
un
'
erudizione
sciupata
l
'
andar
esponendo
le
leggi
che
rispetto
alle
associazioni
vigono
in
Francia
,
in
Germania
,
in
Austria
,
e
le
loro
vicende
.
Importa
ricercare
,
qual
è
la
legislazione
nostra
.
Il
nostro
Statuto
è
stato
in
gran
parte
copiato
dal
belga
;
e
l
'
art
.
32
del
nostro
è
la
traduzione
,
quasi
precisa
del
19
del
belga
.
Ci
corre
fra
i
due
questo
solo
divario
,
che
nel
belga
è
esplicitamente
detto
,
che
le
leggi
le
qualisi
fossero
potuto
far
poi
per
regolare
il
diritto
di
riunione
in
luogo
privato
de
'
cittadini
,
non
avrebbero
potuto
gettarne
l
'
esercizio
ad
un
'
autorizzazione
preventiva
,
mentre
non
è
vietato
ciò
alle
nostre
,
che
ci
fosse
parso
bene
di
fare
più
tardi
,
ma
non
si
sono
poi
fatte
in
nessun
modo
.
Se
non
che
nella
Costituzione
belga
segue
all
'
art
.
19
un
ventesimo
,
il
quale
nel
nostro
Statuto
non
ha
riscontro
;
ed
è
questo
:
"
20
.
Les
Belges
ont
le
droit
de
s
'
associer
:
ce
droit
ne
peut
être
soumis
à
aucune
mesure
préventive
.
"
Per
ritrovare
le
ragioni
di
coteste
due
disposizioni
introdotte
nella
Costituzione
belga
bisognerebbe
risalire
alle
restrizioni
che
a
'
due
diritti
erano
poste
dalla
legislazione
francese
;
e
ricordarci
che
il
divieto
d
'
ogni
autorizzazione
preventiva
per
le
riunioni
,
e
sopratutto
la
libertà
assoluta
dell
'
associazione
,
erano
sopratutto
richieste
dalla
parte
cattolica
nel
Congresso
belga
,
che
voleva
esser
sicura
,
per
le
sue
riunioni
e
per
le
associazioni
in
ispecie
,
di
non
trovarsi
soggetta
a
leggi
,
che
,
sotto
nome
di
liberali
,
le
avessero
circoscritto
la
balìa
di
operare
,
ed
influire
ed
ordinarsi
,
e
moltiplicare
a
sua
posta
.
Chi
paragona
ora
il
complesso
dei
due
articoli
belgi
col
nostro
,
ne
ritrae
che
l
'
autore
dello
Statuto
italiano
ha
davvero
assai
bene
distinto
il
diritto
d
'
associazione
da
quello
di
riunione
;
e
se
non
ha
negato
quello
,
non
l
'
ha
voluto
neanche
riconoscere
,
dove
quest
'
ultimo
l
'
ha
riconosciuto
sarebbe
soverchio
l
'
indurre
dal
silenzio
del
legislatore
che
,
nel
parer
suo
,
gl
'
Italiani
non
avrebbero
avuto
libertà
d
'
associarsi
certo
da
ciò
,
ch
'
egli
riproduce
nello
Statuto
nostro
l
'
art
.
19
del
belga
,
dove
ne
passa
e
trascura
il
ventesimo
,
si
deve
concludere
,
che
nel
suo
spirito
i
due
diritti
sono
distinti
,
e
dove
quello
di
riunione
è
guarentito
contro
un
ripiglio
di
severità
legislativa
,
che
lo
volesse
più
tardi
negare
,
quello
d
'
associazione
non
ne
è
guarentito
punto
.
Ma
coi
fatti
noi
siamo
andati
in
una
interpretazione
opposta
;
e
s
'
è
in
genere
ritenuto
che
il
diritto
d
'
associazione
si
comprendesse
in
quello
di
riunione
del
quale
l
'
art
.
32
parlava
solo
.
S
'
è
detto
che
questo
non
si
limitasse
alle
sole
riunioni
;
poiché
,
se
ciò
fosse
,
"
l
'
esercizio
del
diritto
sarebbe
stato
provvisorio
,
momentaneo
,
quasi
casuale
,
in
guisa
che
non
debba
esser
permesso
ai
cittadini
di
associarsi
per
uno
scopo
determinato
,
di
fissare
a
ciò
per
le
assemblee
politiche
anche
degl
'
istituti
permanenti
"
.
Ora
,
qui
,
davvero
,
senza
negare
che
il
diritto
d
'
associazione
ci
sia
,
si
può
negare
senza
scrupolo
,
che
l
'
equiparazione
sua
con
quello
di
riunione
abbia
ragione
e
fondamento
.
è
molto
chiaro
che
l
'
associazione
è
la
riunione
con
qualcosa
di
più
;
il
seguito
,
la
durata
,
la
connessione
di
più
riunioni
insieme
,
la
stabilità
periodica
di
ciascuna
e
in
ispecie
la
preparazione
lunga
a
raggiugnere
un
fine
pratico
.
Questo
qualcosa
di
più
eccede
il
diritto
di
riunione
,
e
non
può
essere
tutt
'
uno
con
questo
,
poiché
a
questo
appunto
manca
.
Uno
scrittore
recente
in
un
libro
molto
lodato
,
il
Woolsey
,
distingue
così
bene
il
diritto
di
riunione
da
quello
dell
'
associazione
,
che
dove
del
primo
,
connesso
col
diritto
di
libera
parola
,
dice
,
che
persino
in
luogo
pubblico
le
riunioni
non
devono
essere
proibite
,
se
non
vi
sia
pericolo
,
imminente
ed
indubitabile
,
di
tumulto
,
ed
anche
allora
,
meglio
che
scioglierle
,
convenga
il
guarentirsi
,
col
circondarle
di
molta
forza
,
dagli
effetti
nocivi
che
ne
potessero
nascere
,
delle
associazioni
invece
scrive
così
:
"
L
'
immenso
potere
che
le
persone
acquistano
col
combinarsi
,
e
l
'
estensione
della
quale
l
'
azione
associata
è
capace
,
se
è
lasciata
affatto
libera
di
sé
,
ne
fanno
un
oggetto
di
giusta
paura
,
ch
'
essa
possa
invadere
le
funzioni
del
Governo
e
persino
i
poteri
dello
Stato
.
Le
leggi
devono
difenderlo
dal
sospetto
cui
va
incontro
sotto
questo
rispetto
:
e
lo
Stato
deve
avere
qualche
sindacato
sopra
di
esso
,
perché
non
diventi
un
imperium
in
imperio
.
Esso
può
invadere
altresì
i
diritti
individuali
,
e
opprimere
i
suoi
competitori
più
deboli
"
.
Ed
altrove
:
"
è
evidente
,
che
una
compagnia
anonima
,
se
non
è
frenata
,
può
diventare
per
il
suo
potere
politico
,
come
quella
dell
'
India
orientale
,
o
per
la
sua
influenza
sopra
un
Parlamento
,
un
imperium
in
imperio
:
che
i
terrori
,
che
le
fratellanze
dei
mestieri
(
Trade
'
s
Unions
)
incutono
negli
operai
,
i
quali
ricusano
di
associarvisi
,
sono
tutt
'
altro
che
una
preparazione
per
una
vita
di
libertà
politica
o
morale
;
e
che
i
clubs
politici
possono
essere
ancora
più
tirannici
.
Le
associazioni
,
quindi
,
richiedono
,
oltre
la
protezione
,
il
freno
della
legge
pubblica
;
e
tanto
più
,
in
quanto
persone
unite
in
società
fanno
,
o
tollerano
che
siano
commessi
delitti
dei
quali
una
persona
singola
,
che
agisca
sola
,
sentirebbe
orrore
"
.
Sicché
i
due
diritti
né
sono
identici
nel
concetto
,
né
hanno
lo
stesso
valore
;
e
l
'
avere
molto
facilmente
ammesso
il
contrario
non
è
stata
prova
di
molta
ponderazione
e
di
accurato
esame
.
E
siffatte
prove
,
però
,
bisogna
convenire
,
scarseggiano
presso
di
noi
;
e
si
son
già
lasciate
introdurre
più
consuetudini
e
norme
nell
'
esercizio
del
nostro
regime
costituzionale
,
che
mettono
questo
stesso
a
gran
pericolo
in
un
avvenire
più
o
meno
remoto
.
Checché
però
sia
di
ciò
,
è
stato
,
certo
,
molto
naturale
,
che
,
essendosi
equiparati
i
due
diritti
per
parte
dei
cittadini
,
si
sieno
equiparati
altresì
i
poteri
del
Governo
rispetto
ad
essi
,
i
diritti
,
cioè
,
che
nel
Governo
si
contrappongono
a
quelli
;
e
se
n
'
è
indotto
che
come
una
riunione
può
essere
sciolta
dalla
polizia
,
così
può
essere
sciolta
altresì
l
'
associazione
,
che
è
una
riunione
ripetuta
.
Un
'
analogia
ha
esteso
i
diritti
;
un
'
analogia
ha
fornito
il
modo
della
repressione
.
Se
non
che
lo
scioglimento
è
bensì
rispetto
alla
riunione
un
mezzo
efficace
,
poiché
la
riunione
si
dilegua
e
non
è
più
,
dopoché
di
buona
o
di
mala
voglia
è
disciolta
;
ma
non
tale
rispetto
all
'
associazione
.
Non
si
può
di
questa
disciogliere
se
non
una
riunione
,
e
sequestrare
,
i
registri
e
le
casse
,
quando
ve
ne
sia
.
Ma
il
vincolo
,
che
stringeva
gli
associati
,
rimane
ed
è
germe
,
da
cui
l
'
associazione
ripullula
.
I
registri
si
rifanno
e
il
nome
si
muta
;
e
il
denaro
,
non
si
potendo
sequestrare
senza
sentenza
dei
Tribunali
,
va
necessariamente
restituito
a
quelli
che
se
ne
provano
i
proprietari
.
Lo
scioglimento
può
essere
il
principio
dell
'
azione
repressiva
,
ma
non
può
esserne
il
fine
.
Ad
ogni
modo
un
effetto
si
ottiene
pure
,
quantunque
tutto
morale
.
Il
Governo
ha
affermato
la
sua
opinione
rispetto
alla
natura
dell
'
associazione
,
che
reprime
;
gli
associati
soli
messi
sull
'
avviso
,
e
chi
s
'
era
lasciato
attirare
,
come
pur
suole
,
per
una
cotal
fiacchezza
di
animo
o
vaghezza
di
nuovo
si
ritrae
indietro
;
lo
Stato
ha
affermato
sé
medesimo
;
e
la
maggioranza
del
paese
s
'
affida
.
Pure
,
un
così
picciolo
diritto
di
scioglimento
è
negato
oggi
al
Governo
;
anzi
,
il
Governo
lo
nega
a
sé
stesso
,
senza
badare
,
ch
'
esso
è
la
conseguenza
naturale
dell
'
avere
equiparato
il
diritto
d
'
associazione
a
quello
di
riunione
,
e
così
esteso
a
quello
le
leggi
di
polizia
,
che
hanno
valore
rispetto
a
questo
.
Quando
nello
sciogliere
la
riunione
succede
di
dover
arrestare
qualcuno
,
"
l
'
arrestato
è
rimesso
all
'
autorità
giudiziaria
,
che
provvede
a
termine
di
legge
,
"
cioè
punisce
,
se
qualche
reato
è
stato
commesso
.
Ora
,
rispetto
all
'
associazione
,
il
Governo
che
si
nega
il
diritto
di
scioglierla
,
e
quindi
d
'
arrestare
chi
si
sia
,
perché
vi
appartiene
,
resta
altresì
senza
modo
di
rimettere
chi
si
sia
all
'
autorità
giudiziaria
,
e
di
obbligarla
,
quindi
,
a
giudicarlo
.
L
'
associazione
,
quindi
,
diventa
con
così
bella
teorica
il
solo
reato
possibile
,
davanti
al
quale
il
potere
esecutivo
si
trova
spogliato
d
'
ogni
potere
di
prevenzione
,
e
d
'
ogni
mezzo
di
provocare
,
nei
modi
usuali
ed
ordinari
,
l
'
autorità
giudiziaria
.
E
pure
l
'
associazione
è
un
mezzo
,
reputato
potentissimo
,
di
commettere
nientemeno
che
il
reato
più
grosso
di
tutti
,
quello
della
distruzione
stessa
dell
'
intero
Stato
nella
sua
costituzione
politica
,
nel
suo
assetto
sociale
.
è
davvero
bizzarra
!
Il
potere
esecutivo
,
quando
crede
che
un
'
associazione
sia
rea
,
non
può
secondo
una
così
peregrina
dottrina
,
se
non
avvisare
l
'
autorità
giudiziaria
dell
'
esistenza
di
quella
,
come
farebbe
ciascun
cittadino
nella
supposizione
che
l
'
autorità
giudiziaria
non
sia
stata
abbastanza
vigile
ed
accorta
per
vedere
da
sé
cotest
'
associazione
rea
,
quantunque
pubblica
!
Ora
,
l
'
autorità
giudiziaria
,
in
un
paese
fornito
d
'
un
Codice
,
non
è
in
grado
di
applicare
altre
disposizioni
di
legge
,
non
quelle
che
si
contengono
in
questo
,
nè
di
sancirle
con
altro
perle
,
se
non
quelle
che
vi
sono
indicate
.
La
Common
law
degl
'
Inglesi
non
v
'
ha
luogo
.
È
necessario
,
dunque
,
per
sapere
,
se
l
'
autorità
giudiziaria
è
in
grado
di
far
nulla
,
di
ricercare
,
se
dal
Codice
è
legittimata
esprimere
nessuna
condanna
.
Nel
Codice
penale
sardo
v
'
erano
quattro
articoli
,
il
483
,
484
,
485
e
486
,
i
quali
,
come
in
esso
eran
imitati
dal
francese
,
così
n
'
avevano
altri
corrispondenti
ed
analoghi
nei
Codici
degli
altri
Stati
italiani
.
Tali
articoli
si
riferivano
propriamente
all
'
associazione
,
e
la
vietavano
per
qualunque
fine
senza
autorizzazione
.
Fu
bene
sopprimerli
,
come
fu
fatto
nei
primi
bollori
,
con
un
decreto
del
26
settembre
1848;
ma
fu
male
,
che
il
legislatore
,
il
quale
aveva
schivato
di
riconoscere
esplicitamente
,
il
diritto
d
'
associazione
nello
Statuto
,
paresse
poi
non
ricordarsi
punto
che
associazioni
anche
nocive
ci
avrebbero
potute
essere
,
e
il
dover
suo
di
garantirne
lo
Stato
.
Se
non
che
in
simili
cose
,
se
si
smarrisce
il
punto
giusto
e
temperato
in
tempi
di
quiete
e
di
pace
,
non
si
ritrova
più
,
se
pure
,
non
dopo
molte
tempeste
.
Nel
1862
fu
tentato
di
formulare
una
legge
sulle
associazioni
;
il
Rattazzi
la
presentò
;
il
Boncompagni
no
riferì
;
ma
la
Camera
non
discusse
,
perciò
la
materia
è
estremamente
difficile
,
e
non
era
anche
sorto
dubbio
,
che
il
Governo
non
si
credesse
in
dovere
ed
in
diritto
di
accorrere
al
pericolo
più
prossimo
,
e
di
sciogliere
le
associazioni
,
che
paressero
illegali
o
minacciose
e
infine
,
i
deputati
erano
restii
-
e
s
'
intende
e
non
si
biasimano
-
a
deliberare
senza
un
'
estrema
necessità
leggi
le
quali
paressero
recidere
qualche
parte
della
libertà
sin
allora
lasciata
ai
cittadini
.
Non
s
'
erano
anche
viste
né
associazioni
palesemente
repubblicane
,
e
che
si
confessavano
tali
col
loro
stesso
titolo
;
ne
associazioni
internazionali
né
circoli
Barsanti
.
Al
Consiglio
di
Stato
,
poiché
non
v
'
era
stato
tuttora
abuso
,
pareva
miglior
partito
che
legge
alcuna
non
si
facesse
.
S
'
intende
quindi
,
che
nel
Codice
penale
del
1865
non
v
'
ha
disposizione
veruna
,
la
quale
concerna
le
associazioni
,
poiché
si
sa
,
che
né
quelle
che
riguardano
le
società
commerciali
,
né
quelle
che
si
riferiscono
all
'
associazione
dei
malfattori
,
hanno
niente
a
fare
colle
associazioni
di
cui
trattiamo
,
qui
,
colle
associazioni
intese
,
almeno
in
apparenza
,
a
fini
d
'
interesse
pubblico
,
secondo
esse
l
'
intendono
.
Sicché
l
'
autorità
giudiziaria
,
a
cui
un
'
associazione
è
denunciata
,
comincia
dal
non
ritrovare
nel
Codice
nessuna
disposizione
che
vi
si
riferisca
,
o
che
la
sia
pubblica
,
o
che
la
sia
segreta
;
poiché
anche
ogni
prescrizione
di
divieto
o
di
punizione
delle
sette
v
'
è
stata
cancellata
.
Quantunque
si
è
visto
che
contro
queste
l
'
Inghilterra
ha
leggi
speciali
;
e
il
Woolsey
non
dubita
di
affermare
ch
'
esse
non
vanno
tollerate
,
anzi
,
come
quelle
,
che
per
effetto
già
dell
'
arcano
di
cui
si
covrono
,
si
devono
ritenere
inimiche
,
del
loro
paese
,
devono
essere
trattate
non
altrimenti
dello
,
bettole
,
o
dei
luoghi
sospetti
e
di
cattiva
riputazione
.
Poiché
,
dunque
,
in
quanto
associazioni
ree
di
macchinazione
contro
lo
Stato
,
l
'
autorità
giudiziaria
non
può
coglierle
,
né
soggettarle
a
nessuna
pena
che
sia
appropriata
ad
esse
,
come
sarebbe
lo
scioglierle
o
il
vietarle
o
il
confiscarne
i
registri
e
la
cassa
,
poiché
nel
Codice
tali
pene
non
sono
indicate
,
appunto
perché
non
v
'
è
discorso
dell
'
associazione
né
punto
né
poco
,
non
le
resta
,
se
non
di
ricercare
se
qualcuno
dei
membri
dell
'
associazione
si
è
reso
reo
di
qualcuno
dei
reati
che
la
legge
punisce
.
Ora
,
mettiamo
,
che
cotesta
reità
vi
sia
e
si
provi
.
L
'
individuo
è
punito
per
averla
commessa
;
e
sta
bene
;
ma
non
è
punito
punto
per
quella
sua
particolare
reità
che
nasce
dal
far
egli
parte
dell
'
associazione
colpevole
.
L
'
essersi
unito
a
questa
o
l
'
averla
fondata
può
essere
stato
un
reato
enorme
contro
la
società
in
cui
vive
.
Ma
appunto
questo
reato
è
escluso
,
nella
condizione
della
nostra
legislazione
,
dell
'
animavversione
dei
Tribunali
.
Se
non
che
la
maggior
parte
dei
reati
,
che
in
un
'
associazione
possono
essere
stati
commessi
,
riesce
più
difficile
a
provarsi
appunto
per
ciò
che
son
commossi
nel
seno
di
quella
o
da
chi
vi
appartiene
.
Tali
reati
son
descritti
nel
Codice
penale
dagli
articoli
468-473
,
e
consistono
nella
provocazione
con
discorsi
o
scritti
ai
reati
descritti
negli
articoli
133
e
seguenti
,
cioè
all
'
attentato
contro
la
sacra
persona
del
re
,
o
contro
le
persone
della
reale
famiglia
,
ovvero
alla
mutazione
delle
forme
dello
Stato
,
o
alla
guerra
civile
,
o
qualsiasi
altro
reato
;
consistono
altresì
in
qualsisia
altro
pubblico
discorso
o
scritto
o
fatto
,
di
natura
"
ad
eccitare
lo
sprezzo
o
malcontento
contro
la
sacra
persona
del
re
,
e
le
persone
della
reale
famiglia
,
o
contro
le
istituzioni
costituzionali
"
.
Si
badi
,
che
qui
l
'
associazione
,
di
cui
fa
parte
il
reo
,
è
l
'
istrumento
principale
dell
'
efficacia
del
reato
;
ma
non
è
toccata
.
Si
badi
,
che
quanto
agli
scritti
,
cadono
già
sotto
la
legge
della
stampa
;
e
quanto
ai
discorsi
,
l
'
autorità
giudiziaria
non
riesce
a
punirli
,
nelle
riunioni
pubbliche
,
poiché
la
polizia
non
crede
più
di
dovere
arrestare
nessuno
per
averne
fatti
.
Il
titolo
,
poi
,
che
le
associazioni
prendono
,
per
chiaro
che
paia
nei
suoi
intenti
,
non
è
una
prova
,
di
per
sé
solo
,
che
nelle
associazioni
che
lo
portano
,
si
commetta
,
il
reato
,
cui
si
vede
che
quel
titolo
mira
.
Sicché
il
più
probabile
è
che
l
'
autorità
giudiziaria
,
la
quale
non
ha
modo
,
nella
legislazione
nostra
,
che
punire
l
'
associazione
,
non
vi
trovi
neanche
quello
di
punire
l
'
associato
;
e
che
il
deferirle
le
associazioni
,
secondo
il
Governo
dice
di
aver
fatto
,
non
abbia
altro
effetto
non
di
salvare
il
ministro
d
ogni
responsabilità
,
spogliandolo
di
ogni
potere
,
e
di
scansare
alle
associazioni
distruttive
dello
Stato
o
della
società
ogni
condanna
.
Nello
stesso
tempo
,
l
'
abbandono
del
diritto
di
scioglimento
per
parte
il
Governo
le
tutela
da
ogni
repressione
più
o
men
lontana
,
da
ogni
prevenzione
più
o
men
vicina
;
giacché
prevenzione
e
repressione
non
sono
,
come
parrebbe
dall
'
uso
che
molti
ne
fanno
,
due
azioni
che
s
'
escludono
,
e
delle
quali
l
'
una
comincia
dove
l
'
altra
finisce
;
poiché
anzi
s
'
intrecciano
l
'
una
coll
'
altra
;
e
il
prevenire
tardi
può
essere
tutt
'
uno
col
reprimere
presto
,
poiché
prevenzione
non
è
,
se
non
una
repressione
fatta
in
uno
degli
stadi
anteriori
allo
scoppio
effettivo
del
reat
.
La
dottrina
,
che
il
Governo
non
è
legittimato
ad
agire
se
non
quando
e
dove
il
reato
è
stato
già
commesso
o
è
così
vicino
a
commettersi
,
che
solo
l
'
uso
immediato
di
una
forza
maggiore
basti
ad
impedirne
Il
ultima
consumazione
,
è
la
più
incivile
ed
illiberale
.
è
strano
che
si
dica
e
forse
si
pensi
il
contrario
.
Ci
dev
'
essere
nascoso
in
un
'
affermazione
e
giudizio
siffatto
un
paralogismo
o
una
confusione
che
non
preme
di
ricercare
e
mostrare
qui
.
Pure
i
Governi
che
,
come
oggi
l
'
italiano
,
rinunciano
al
diritto
di
prevenire
e
reprimere
cogli
scioglimenti
,
e
mancano
di
quello
di
punire
per
difetto
di
legge
,
non
si
lasciano
né
si
mantengono
altra
azione
se
non
appunto
quella
sola
di
reprimere
il
reato
colla
forza
bruta
quando
scoppia
.
Ora
,
l
'
associazione
è
appunto
il
mezzo
più
potente
,
l
'
istrumento
più
efficace
,
per
riuscire
a
ciò
,
che
in
quell
'
estremo
momento
manchi
al
Governo
proprio
la
forza
che
allora
gli
occorrerebbe
.
L
'
associazione
politica
,
distruttiva
dello
Stato
o
della
società
,
ha
per
principale
suo
fine
e
per
principale
suo
effetto
lo
sgominarla
,
il
corromperla
,
il
divellerla
cotesta
forza
,
il
minarla
persino
o
il
cariarla
,
sicché
all
'
improvviso
caschi
,
nel
maggior
bisogno
,
e
mentre
par
tutt
'
ora
viva
e
vegeta
.
Qui
dunque
si
risolve
tutta
l
'
azione
del
Ministero
:
a
creare
una
condizione
di
cose
,
nella
quale
non
rimanga
luogo
se
non
alla
repressione
sanguinosa
e
violenta
,
e
ad
apparecchiarvisi
,
di
giunta
,
,
che
questa
stessa
non
sia
più
sicuro
di
poterla
fare
.
Nella
Camera
s
'
è
più
volto
discusso
in
questi
anni
del
diritto
delle
associazioni
politiche
da
una
parte
,
e
di
quello
,
dall
'
altra
,
del
Governo
a
scioglierle
e
prevenirne
gli
eccessi
.
Sì
può
dire
che
non
s
'
è
mai
negato
né
l
'
un
diritto
né
l
'
altro
.
Il
Mancini
,
uomo
il
cui
ingegno
è
spesso
sedotto
dal
desiderio
di
andare
a
versi
a
'
più
e
ai
più
rumorosi
,
proponendo
un
ordine
del
giorno
nel
febbraio
del
1867
contro
il
Ministero
che
aveva
proibite
alcune
riunioni
popolari
nel
Veneto
,
se
da
una
parte
chiedeva
che
ogni
impedimento
preventivo
fosse
tolto
,
dall
'
altra
ammetteva
che
anche
il
diritto
di
riunione
cessava
,
quando
"
trasmodasse
in
offesa
alle
leggi
ed
in
colpevoli
disordini
"
.
L
'
ordine
del
giorno
era
fatto
contro
quello
stesso
Barone
Ricasoli
,
che
nel
febbraio
del
1862
aveva
detto
sul
diritto
dell
'
associazione
le
parole
più
liberali
che
si
potessero
udire
,
e
respingendone
ogni
restrizione
,
l
'
aveva
riconosciuto
in
tutta
la
larghezza
sua
.
I
ministri
di
parte
moderata
non
hanno
mai
ricusato
al
Governo
il
diritto
di
sciogliere
le
associazioni
nemiche
dello
Stato
o
minacciose
;
un
ministro
di
parte
,
come
si
dice
,
progressista
,
ha
persin
sostenuto
che
cotesto
diritto
,
per
vero
dire
,
il
Governo
non
lo
avesse
,
ma
fosse
meritorio
nel
ministro
l
'
esercitarlo
,
ed
esporsi
,
ove
l
'
avesse
esercitato
a
sproposito
,
all
'
ira
e
alle
vendette
del
Parlamento
.
In
verità
non
s
'
intende
urlo
Stato
,
in
cui
il
Governo
non
abbia
il
diritto
e
non
possa
assumere
la
responsabilità
di
esercitare
,
rispetto
alle
associazioni
politiche
,
distruttive
dello
Stato
o
della
società
,
qualche
modo
di
prevenzione
o
repressione
sia
collo
scioglierle
,
sia
col
sospenderlo
,
e
nel
quale
poi
,
il
reato
,
che
così
è
stato
prevenuto
dal
potere
esecutivo
,
non
sia
deferito
all
'
autorità
giudiziaria
,
punito
o
no
da
questa
,
secondo
il
criterio
che
essa
trae
dalla
sua
coscienza
e
dalle
leggi
,
criterio
il
quale
niente
vieta
che
in
un
siffatto
caso
,
come
in
tanti
altri
,
sia
diverso
da
quello
della
polizia
.
Un
Governo
,
il
quale
non
si
riconoscesse
altro
diritto
che
quello
di
schiacciare
colla
forza
il
reato
prossimo
a
compiersi
o
uccidere
co
'
fatti
il
reo
,
sarebbe
barbaro
.
Appunto
,
perché
ha
un
diritto
di
tutela
preventiva
di
sé
stesso
,
ha
anche
il
diritto
di
fare
,
quando
creda
,
una
legge
che
freni
le
associazioni
nemiche
.
Ma
una
legge
sulle
associazioni
,
lo
confesso
,
è
estremamente
difficile
,
e
risica
d
'
andare
più
in
là
del
dovere
,
o
restare
in
qua
.
Gl
'
Inglesi
hanno
avuto
ragione
di
non
fare
leggi
generali
,
ma
di
formularne
una
via
via
che
l
'
occasione
nasce
,
sicché
s
'
attagli
perfettamente
a
questa
.
Noi
c
'
impacciamo
nella
legge
generale
,
e
siamo
estremamente
restii
alle
leggi
speciali
e
particolari
.
Però
,
sino
a
che
la
legge
generale
e
le
particolari
mancano
,
è
impossibile
che
ne
manchino
altresì
allo
Stato
i
poteri
che
sono
connessi
coll
'
essenza
sua
e
che
scaturiscono
direttamente
da
questa
.
Il
diritto
di
sciogliere
le
associazioni
,
o
poco
o
molto
efficace
che
ne
riesca
l
'
esercizio
,
è
uno
di
questi
poteri
.
Il
ministro
che
dichiara
di
non
averlo
,
non
rispetta
,
com
'
egli
immagina
,
la
legge
,
che
non
esiste
,
ma
nega
lo
Stato
:
non
rispetta
il
diritto
di
pochi
,
ma
scalza
,
per
quanto
è
in
lui
,
il
diritto
fondamentale
di
tutti
.
15
novembre
1878
.