Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> anno_i:[1850 TO 1880} > autore_s:"S."
StampaPeriodica ,
Nessun popolo in nessun tempo si è costituito in libertà ed ha durato in essa senza un ’ interna agitazione che lo costringa a pensare , a parlare e ad agire incessantemente per l ’ interesse patrio e per la sua indipendenza . La rassegnazione è sintomo precursore della schiavitù ; invece l ’ agitazione è il segno certo di vita , di progresso e d ’ incivilimento . I despoti vogliono la calma dei sepolcri ; gli uomini liberi amano il moto delle moltitudini , dei parlamenti e della stampa . Colui che consiglia la calma e la rassegnazione , fa opera trista e serve o scientemente o suo malgrado al dispotismo . Nei regni abituati al vivere libero , e là dove le istituzioni democratiche hanno profonde radici si trova una calma apparente , la quale però non è una cieca fiducia , una rassegnazione propria dei frati e dei trappisti ; ma è la calma di un popolo ch ’ è contento delle leggi sanzionate dalla sua libera volontà ; e se l ’ occhio dell ’ osservatore penetra dentro di quella operosa civiltà , vi troverà sempre il moto e l ’ agitazione , conseguenze immancabili o del timore di perdere il bene acquistato o del desiderio di acquistare nuovi beni favorevoli al suo progresso . Da lungo tempo l ’ Italia è agitata a cagione dello stato precario in cui si trova , e questo stato non solo mantiene una perenne agitazione nella penisola , ma la genera ancora presso altri popoli europei . Taluni asseriscono che Napoleone III , disse essere questo stato di agitazione in Italia che impedisce a lui di prendere una definitiva decisione , non volendo egli mostrare di cedere ad una pressione straniera ; il che sarebbe indizio certo che la sua volontà non è libera , ma violentata . Questa risposta somiglia a quella di un debitore che , chiamato in tribunale , perché adempia i suoi obblighi contratti , si rifiuta di pagare dicendo : “ Il mio creditore vuol forzarmi a pagare per via legale ; ebbene , io resisterò , perché non voglio che la mia volontà sia violentata , e tirerò innanzi la lite il più lungo tempo , possibile ; al mio difensore non mancano cavilli per isfuggire al rigore della legge . ” La questione romana è stata presentata da lungo tempo al supremo tribunale della pubblica opinione , la quale giudicò la caduta del potere temporale dei papi necessaria al ritorno della pura religione cristiana , necessaria alla costituzione dell ’ unità italiana . Il ritardo di questa caduta , derivato dalla presenza dei Francesi in Roma , è la sola causa dell ’ agitazione italiana , e di quel profondo turbamento delle coscienze , riconosciuto perfino dall ’ istesso Imperatore dei Francesi nel modo stesso con cui riconobbe i diritti degl ’ Italiani su Roma nella sua lettera ... Dov ’ è dunque questa pressione venuta da una forza straniera ? La pressione viene esercitata dalla situazione , e non cesserà se non quando cesserà la causa che la produce e che la manterrà sempre più viva ed energica . La nostra calma sarebbe il trionfo dei nostri nemici ; ma lo sperano invano . Qual ’ è la città , quale la provincia italiana che possa contentarsi dello stato presente ? L ’ agitazione , il malessere sono generali . Il ministero lo sa assai bene , vorrebbe in qualche modo mettervi un rimedio , e farsi perdonare i suoi errori ; ma si trova impotente in faccia al moto popolare . Da ciò nasce la sua incertezza , e il continuo cambiamento dei suoi disegni . Senza un programma , senza una politica ferma , vive nel provvisorio . L ’ agitazione crescerà per conseguenza , e lo vedremo alla riapertura del Parlamento . Come sperare la calma nell ’ urto di tante passioni che agiteranno l ’ assemblea ? Sorgeranno uno dopo l ’ altro terribili accusatori , e sorgeranno con lo Statuto alla mano . Il ministero preparerà i suoi difensori , e questi , irritati per le sconfitte ricevute dall ’ opinione del paese , crederanno di imporre con la loro eloquenza , e mostreranno una sicurezza che non sentono . L ’ agitazione scenderà dalla tribuna parlamentare nella stampa , e da essa si diffonderà nelle moltitudini . Questo quadro sembrerà spaventoso a molti ; per noi è un lieto augurio dell ’ avvenire , perché da essa nascerà la salute del paese . Il fiume corre rapido verso il mare , porta via i fanghi e purifica l ’ atmosfera ; le acque stagnanti sono causa d ’ infezioni e di sterilità . Ogni giorno vengono fuori nuovi progetti : la nostra patria è divenuta in mano dei progettisti una creta molle , atta a rappresentare tutte le figure possibili . Gli artisti sono al lavoro ; la dividono , la suddividono , tornano a rimpastarla ; una corona , due corone , tre e quattro corone di regnanti sorgono di varia grandezza , si compongono di vari cerchi ; in mezzo sta sempre la tiara . Viene un nuovo artista , un artista di cui non si faceva nessun conto , prende tutte le corone e ne forma una sola ; la tiara sparisce e al suo posto s ’ innalza una croce . Chi è quest ’ ultimo artista ? È il popolo italiano . Oggi si mette in campo l ’ idea di conciliare il Papa e l ’ Italia , di rinunziare a Roma per andare a Firenze . I progettisti lottano fra loro , è un vero pugilato . Arriva il popolo e grida : “ Uno è il Campidoglio , e la nostra capitale sta sulla vetta di quella collina consacrata dal sangue , e dai trionfi dei nostri antenati . ” L ’ agitazione italiana non si calmerà se non quando i decreti del Parlamento italiano porteranno inciso in caratteri d ’ oro : Dal Campidoglio ; e saranno firmati : Vittorio Emmanuele , Re d ’ Italia . I sospiri di tanti secoli , i martirî di tanti Italiani , meritano questo compenso . Siano rese grazie alla inflessibile resistenza di Luigi Napoleone : la questione romana per lui , ma suo malgrado , ha preso proporzioni gigantesche . È divenuta il pernio intorno a cui si aggirano le grandi quistioni sociali del nostro secolo , libertà di coscienza , libertà di stampa , diritto popolare , istruzione universale , risorgimento delle nazionalità , istituzioni democratiche , abolizione completa delle autocrazie , delle caste privilegiate ; l ’ impero della legge , e la pace europea verranno dietro la conquista di Roma sul Papato . I popoli hanno comprese queste verità , e perciò Roma sta sulla bocca di tutti . Napoleone III ha potuto dire all ’ autocrate russo a Sebastopoli : “ Arrestati ” ; ha potuto dire al gran Sultano : “ Riconosci la nazionalità rumena ” ; ma non potrà mai dire all ’ Europa : “ Io voglio che Roma resti al Papa per distruggere la sua gloria e il suo nome , ” ovvero : “ Io voglio che Roma sia la seconda città del mio impero , ” come disse suo zio . Si ricordi che da quella bestemmia uscita dalla bocca del gran Capitano cominciò la sua rovina . I preti romani l ’ attribuiscono alla vendetta celeste ; ma con più ragione e verità deve attribuirsi a quella ambizione che si manifestò in tutta la sua forza nella usurpazione di Roma . I sovrani si avvidero allora ch ’ egli mirava al dominio universale , si collegarono e lo distrussero . Vorrebbe forse il nipote ritentare la prova ? Entra forse nella sua politica di acquetare per ora il Papa e l ’ Italia , di addormentare queste due potenze per poter entrare tranquillo nel cuore dell ’ Alemagna e riprendere il titolo , che ebbe lo zio , di Protettore della Confederazione germanica ? Non lo crediamo né tanto malaccorto , né tanto possente . La storia non sarà una lettera morta per lui , e la crescente agitazione in Italia , propagata in Europa , gli proverà che la vita di questo popolo è risorta , e che , uscito una volta dal sepolcro , ha gettato lungi da sé il lenzuolo della morte per rivestire il manto reale .