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> anno_i:[1880 TO 1910} > categoria_s:"StampaQuotidiana"
CINQUECENTO FRANCHI! ( SERAO MATILDE , 1906 )
StampaQuotidiana ,
Mentre si cerca ancora , e indarno , il vincitore del famoso milione , noi , o lettrici , o lettori , più modestamente , ma più sollecitamente anche , prepariamo il nostro premio di cinquecento lire in oro , per il vincitore del nostro primo concorso . E possiamo annunziarvi già , che la bottiglia , la grande bottiglia di liquore Strega , che sarà l ' arbitra dei vostri destini , o concorrenti , è stata , ieri , solennemente preparata e riempita di grano , del grano Romanella , produzione della provincia di Caserta , qualità del peso di ottanta chilogrammi per ettolitro : in sottile pioggia d ' oro , del bel colore luminoso che aveva il liquore della ditta Alberti , il grano è disceso e i chicchi , urtando contro il vetro , tintinnavano , come campanelle sommesse di un armento lontano ; e a poco a poco il mucchio è cresciuto , è salito , ha colmata la bottiglia fino all ' inizio del collo : il collo è rimasto libero . Poi , abbiamo proceduto alla chiusura della bottiglia e al suggellamento : e oggi tutta Napoli potrà vedere la nostra Sfinge di vetro , che serba nei suoi fianchi il suo segreto e la certezza delle cinquecento lire , nelle vetrine di Vincenzo Stilo , a Via Roma , sotto i nostri ufficii . Le condizioni del concorso voi le sapete già , o assidui nostri : si tratta , cioè , di indicare il numero preciso dei chicchi di grano che quella bottiglia ( da 80 centilitri ) contiene . Il fortunato indovino avrà la somma di cinquecento franchi ; somma che potrà essere ripartita in più , se saranno parecchi ad indovinare . Per partecipare al concorso , basta inviare , col numero di chicchi , venti dei talloncini , che pubblichiamo appositamente nel Giorno . I venti talloncini debbono essere di numeri diversi ; non importa , però , che non siano consecutivi . Siccome molti nuovi abbonati ci hanno pregato di metterli in condizione di concorrere anch ' essi , abbiamo voluto prorogare a tutto febbraio il termine per la chiusura del concorso . Stamperemo , quindi , anche in questo mese , i talloncini speciali . Ed ora , o lettrice , o lettore va , e fermati innanzi alla vetrina di Vincenzo Stilo , ed interroga la Sfinge , prima di accingerti all ' esperimento di riempire una bottiglia simile , nelle domestiche pareti ; chiedile la parola dell ' enigma , la cifra sospirata . Chi sa che ella non la riveli , questa parola , questa cifra , a chi sa interrogarla .
CRONACHE ECCLESIASTICHE. SAN PIETRO ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Ahimè ! La vanità ci assedia da ogni parte ; e la nostra fede è in gran pericolo . Io ho visto l ' immenso pellegrinaggio che in questi giorni muove da tutti i punti dell ' Urbe verso la basilica di San Pietro e le altre chiese cattoliche ; ma il mio cuore non ha avuto cagione di allegrezza . Non il puro desiderio della penitenza e del raccoglimento anima quei pellegrini , ma una curiosa vaghezza di diletto e di amore profano . La piazza San Pietro con i prodigiosi portici non abbraccia in sè un popolo di fedeli umiliati dalla vicinanza della casa di Dio , ma una folla gaia e clamorosa che la primavera inebria . Un romore vasto sale verso la basilica . Le carrozze attraversano la piazza in tutti i sensi , con una frequenza che dà la vertigine . Or sì or no , secondo le vicende delle nuvole , il sole glorifica la sommità dei portici . La fontana d ' Innocenzo VIII spumeggia e scroscia lanciando l ' acqua sino all ' obelisco di Sisto V , e la fontana di Clemente x scintilla come un favoloso albero di diamante che muti la sua forma ad ogni attimo . Le donne salgono e discendono per le scalinate . La basilica è piena di gente che continuamente si rinnova . Qua e là grandi gruppi si formano . Intorno alla statua di San Pietro , che campeggia sopra un mosaico rosso e oro , gira una corona di spettatori apatici i quali restano lungo tempo a guardare con un occhio stupido e fisso il piede destro del divino Apostolo , logorato dalle labbra dei credenti . Passano vecchi , donne belle , preti , monache ; e baciano il piede con un atto macchinale . Presso l ' altar maggiore , sotto la statua estatica di Santa Giuliana Falconieri , intorno al vuoto seggio del Penitenziere , stanno seduti altri cristiani su panche disposte a rettangolo . Quasi tutti hanno le mani incrociate sul ventre e guardano il pavimento , resi immobili dalla pazienza dell ' aspettazione . Fuori del rettangolo si fermano i curiosi , come d ' innanzi a una gabbia di animali strani . Sotto la gran cupola , intorno alla Confessione di San Pietro , si adunano per lo più i soldati , attratti dallo splendore delle centosedici lampade che pendono dalle cornucopie d ' oro . Appoggiati alla balaustrata di marmo , guardano la statua di Pio VI e si lasciano a poco a poco prendere da una specie di stupefazione , come certi uccelli alla vista delle cose lucenti . D ’ innanzi alla cappella del coro la folla è più densa ; ma la porta di bronzo è ancora chiusa . Sotto il sarcofago d ' Innocenzo VIII , l ' elegantissima opera del Pollajuolo , si raccoglie un gruppo di dame d ' onde emerge alta e bionda e purissima la più cattolica delle marchese romane . Per tutta la basilica si diffonde una luce bianca e fredda ; e una zona più vivida attraversa da cima a fondo la navata centrale . Qui , o mio Dio , la profanazione è maggiore . Dalla tribuna di S . Pietro alla porta di Antonio Filarete , è un lungo ed empio passeggiare di uomini e di donne . Le dame portano abiti neri di una studiosa semplicità , che rendono più snelle ed evidenti le grazie dei corpi loro ; talune hanno su la faccia veli sottilissimi , a traverso i quali li occhi sono più insidiosamente languenti ; talune hanno un profumo acuto e istigatore che rimane nell ' aria anche dopo il loro passaggio a turbare i sensi dei giovini ; e talune anche portano sul petto fiori . Camminano lentamente , fermandosi ad ogni tratto , parlando delle cose del mondo , chiamando gli sguardi degli uomini , dilettandosi d ' essere seguite e ammirate . Recano nella casa dell ' Altissimo i loro amori . O mio Dio , verità sovrana e sovranamente amabile , torcete li occhi loro dalla verità che da ogni parte le circonda ! Empite la loro mente di pensieri e d ' imagini che le inalzino verso di voi ; penetrate i loro cuori di quella ineffabile soavità che attira le anime all ' effluvio de ' vostri aromi ; consacrate i loro corpi con la presenza stessa della vostra santa carne , così che tutto in loro esulti verso il Dio vivente . Fate , o Signore , che allorquando lo spirito seduttore le tenterà , o con la sensualità , o con la curiosità , o con la vanità , esse non sieno scosse più di quel che voi non foste nel deserto . Date loro le ali come alla colomba , affinché volino e si riposino in grembo alla vostra pace ! Ma come più manca la luce , per tutta la basilica la folla più si addensa . Pare che dalle alte finestre non discenda che una specie di vapore azzurrognolo . Il mormorio delle voci empie li angoli più riposti e oscuri . Dalla cappella del coro giungono i cantici sacri affievoliti . Accanto alla tomba enorme e atroce di Alessandro VII , l ' altare è tutto illuminato di ceri e parato di drappi rossi . Ivi l ' aria è ardente , la luce è quasi purpurea , gli smisurati candelabri fiammeggiano come alberi in fuoco , lo scheletro di rame dorato scintilla simile ad uno scarabeo mostruoso . Di tratto in tratto una dama vestita di nero entra dal fondo , attraversa la folla , si dirige verso il sepolcro per pregare . Le amiche per via la chiamano , l ' attirano , la distraggono dal proposito , la tentano , la trattengono per le mani . Li amici la salutano ridendo . Ella abbassa il capo , si svincola , va innanzi , cerca di resistere , vede già il mistico splendore vermiglio della cappella lontana . O Signore , mettete in fuga i fantasmi che sono per traviarla ; riunite in voi tutti i sensi di lei ! Fate ch ' ella oblii tutte le cose del mondo , e datele la forza di respingere con pronto disprezzo quelle frivole imagini . Scuotetela , o Verità sovrana , affinché nessuna vanità la tocchi . Scendete in dei , o celeste Dolcezza , affinché tutto ciò che non è puro si dilegui d ' avanti a voi . Possa ella , o Signore , dall ' intimo della sua coscienza tranquilla offrirvi una preghiera degna di unirsi ai cori delli Angeli ! Ma la tenebra cresce ; e i canti della cappella del coro salgono più pieni . I cristiani , a due , a tre , a quattro , a dieci , a venti per volta , vanno ad inginocchiarsi d ' innanzi al Penitenziere che omai tocca le teste con un gesto quasi incosciente . Un chierico va tra un arco e l ' altro piantando un cero acceso . Alla luce dubbia , da tutti quei tesori di marmo e di metallo sorge non so qual gran sogno di amori angelici e di lussi paradisali . Allora su '1 limitare della cappella clementina , e a piè della cappella del Sacramento , dove il ciborio di bronzo e di lapislazzuli brilla come un faro , e sotto il sepolcro di Gregorio Buoncompagni , e accanto alle pile d ' acqua benedetta , e tra de colonne di granito nero , e dentro le tre cappelle aggiunte da Paolo V , in tutti i luoghi più oscuri e più segreti , li amanti convengono a colloquio . I bisbigli scellerati si propagano lungo la nave ; e sono a quando a quando coperti dalle voci del Miserere . Le dame passano , a due , a tre , con un fruscio di vesti di seta , con uno scintillio vivo per tutta la persona , parlando quasi ad alta voce , talune ridendo , talune trascinando l ' ombrellino sul pavimento con una graziosa incuranza , come se la basilica di San Pietro non fosse che una grande galleria aperta al diletto della gente oziosa o ai ritrovi della gente disiosa . Il maggior peccato che le donne fanno è quello di portare nella casa di Dio li odori del loro bagno , le essenze sottili e venefiche che turbano anche i devoti nella preghiera e li fa ricadere nella colpa aborrita . Voi lo sapete , o mio Dio : non v ' è nella vita angoscia più amara di quella che mi danno queste ricadute . Talvolta l ' angoscia è così violenta , ch ' essa mi getta in gravi turbamenti e in singolari costernazioni . Ahimè ! Ricominciare , sempre ricominciare , contro le insidie della vanità , della sensualità e della mollezza ! Ancora una volta ho fallato , o padre ; ma voi vedete che io ho orrore della mia debolezza . Rialzatemi , voi che solo siete la forza e la virtù . La vita dell ' uomo , così breve , è piena di molte miserie . Io gemo nella maggiore di tutte , che è di vedermi ogni giorno cader nel peccato . Io soffro in questo mondo , ove tanti scandali mi circondano , ove non posso impedire che il mio Dio sia continuamente offeso . Perdonatemi , o mio Dio , ogni volta che nella preghiera penso ad altre cose e non a voi ; poiché io confesso umilmente che la distrazione m ' è abituale . Per lo più io non sono nel luogo occupato dal mio corpo , ma là dove la mia immaginazione mi trae . Io sono là dov ' è il mio pensiero ; e il mio pensiero è per lo più là dov ' è quel ch ' io prediligo . O eterna Verità , voi avete detto : – Dove è il vostro tesoro , ivi anche è il vostro cuore . Se amo il cielo , io penso volentieri alle cose del cielo ; se amo il mondo , ne porto nel mio spirito il ricordo . Ma felice colui , o Signore , che per amor vostro caccia dal suo cuore ogni creatura ! Per fuggire le tentazioni , non sentendomi forte alla battaglia , io esco dalla Santa Chiesa madre . Tutta la scalinata è piena di donne che socchiudono li occhi , un poco abbarbagliate dalla luce esteriore . Un romore vasto e profondo sale dalla piazza attraversata da mille vetture , un romore come di fiume che precipiti da una rupe a valle . L ' obelisco è tutto roseo all ' estremo fuoco del sole ; le fontane , nell ' aria senza vento , spumeggiano con tranquilla pompa superando le statue dei porticati ; il Redentore e i dodici Apostoli campeggiano sopra un cielo leggermente verde , sparso di vapori luminosi . Una mollezza irresistibile discende da quel cielo di primavera . Pare che dai giardini del Vaticano muovano i profumi e sorpassando li edifici giungano fino all ' atrio della basilica ... O mio Dio , e quando voi sarete per me tutto in tutte le cose ? O Gesù , tre volte caduto sotto il peso dei peccati del mondo e tre volte risollevato dalla forza d ' un amore invincibile , risollevate me dall ' abbattimento in cui mi gettano le mie tristi esitazioni . Fate ch ' io sia umile nel riconoscimento della mia miseria , umile nel cambiamento subitaneo delle mie disposizioni interiori . Un giorno , o mio Dio , questi ondeggiamenti continui dell ' animo si placheranno , ed io sentirò allora , amandovi , la felice sicurezza di amarvi per sempre . O giorno , o sole divino , d ' innanzi a cui si dilegueranno perfino le ombre del peccato , quando risplenderai ? Così sia . Amen .
LA CAMERA SI RIAPRE ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Sono de dieci . Nel Corso , nella piazza Colonna , nella piazza di Montecitorio , in tutte de vicinanze del gran Palazzo Innocenziano , la moltitudine si accalca con una densità tenace ed impenetrabile . Tutte de finestre sono gremite . Su la loggia sostenuta dal portico di Vejo gli ombrellini multicolori ondeggiano e risplendono come una gigantesca fioritura di papaveri , di gigli e di rose ... artificiali . Il sole è ardente e fastidioso . Gli spettatori sono assai più pigiati e schiacciati che non sieno i guerrieri Marcomanni su per la colonna del glorioso imperatore Marco Aurelio , e de loro facce sono assai più varie che non i geroglifici dell ' obelisco di Psammetico primo . Vi rammentate i versi degli Emaux ? La sentinelle granitique , Gardienne des énormités , Se dresse entre un faux temple antique Et la chambre des députés . Je vois , de janvier à décembre La procession de bourgeois , Les Solons qui vont à la chambre , Et les Arthurs qui vont au Bois ... Il caldo aumenta di minuto in minuto . L ' aspettazione è immensa . I gendarmi mettono un argine di ferro alla folla invadente . Di tanto in tanto sorgono voci alte e fioche . L ' operaio , il piccolo possidente , il commesso di negozio , il pick pocket , la donnetta politica , il tribuno da strapazzo , il vecchio impiegato memore delle antiche pompe pontificie , l ' ozioso che prende diletto ad ogni spettacolo e che assiste immancabilmente dalla piazzetta di Sciarra alla discesa della palla meridiana , e il dilettante che conosce tutte le celebrità politiche e le ha seguite nella loro carriera , e il reduce delle patrie battaglie , e l ' elettore , tutti questi varissimi tipi tumultuano su l ' asfalto del marciapiede e giuocano di gomiti per conquistare un posto da cui poter godere la grande cerimonia regale ... Le trombe squillano . Gli ufficiali gridano un comando . Le canne dei fucili , nel movimento rapido e preciso , mandano un baleno che si propaga per tutta l ' ala militare . In fondo al Corso , verso la piazza di Venezia , si vedono luccicare de dorature della prima carrozza di Corte sormontate dalle parrucche e dagli abiti rossi degli staffieri . Le corazze delle guardie folgoreggiano meravigliosamente polite come quelle dei paladini di messer Lodovico . La pompa s ' avvicina . – Viva il Re ! Nell ' aula di Montecitorio lo spettacolo è diverso , ma l ' impazienza è in tutti egualmente viva . Quei felici mortali che posseggono un biglietto , guadagnato a furia di insistenze e fastidii infiniti , giungono tutti sudanti e anelanti , con la cravatta a sghimbescio , con il frac dalle maniche troppo lunghe e dalle code troppo larghe , preso in affitto per la grande occasione , con la tuba tutta arruffata . Attraversano la folla a testa bassa , non si curano né delle spinte né delle pestate né delle imprecazioni , pur di giungere in un posto da cui si possa vedere il Re o almeno la Regina . Le signore , entrando , a quel fiato torrido che sale dall ' emiciclo e dagli scanni inferiori , impallidiscono , restano un momento smarrite , non sanno dove andare a sedere , si peritano a scomodare tante persone . Sorgono dei brontolii qua e là , poco cavallereschi . Non soltanto le alte tribune , ma tutti i corridoi intorno intorno , dietro gli scanni dei deputati , e le scalinate , si riempiono in un attimo . Un cinguettio confuso e ineguale suona da un capo all ' altro , sotto la cupola grigia e azzurra che pare di cartone . Non è possibile , in mezzo a tanta folla , distinguere le persone amiche , le signore note , le eleganti , quelle che empiono dei loro nomi tutte le cronache mondane . A pena a pena , qua e là , una toilette vivace , molto chiara o molto rossa , un cappellino molto carico di fiori o molto scintillante di jais , un ventaglio molto ampio , dalle stecche dorate o dalle pitture vistose o dalle piume magnifiche , rompono la monotonia , chiamano l ' occhio , fanno volgere i cannocchiali . Nella tribuna degli ambasciatori alcune dame , vestite con una gaia leggerezza estiva , si muovono , parlano , ridono , agitano il ventaglio tra i diplomatici ben gallonati e decorati . Tutte le insegne cavalleresche del mondo civile brillano su quei petti giovenili o senili . Il vecchio Keudell trionfa . Un attaché biondo di Russia sorride amaramente sotto il peso delle sue pellicce magnatizie . Il bel conte d ' Arco , tutto vermiglio su le lunghe gambe bianche , pare un fenicottero del lago d ' Albufera . Il ministro di Turchia è tutto un ' opera di oreficeria e , fatta eccezione per la barba e per la fede maomettana , rammenta la venerata immagine della madonna di Loreto . I ciondoli , i nastri , gli alamari , le croci , i tosoni , i collari sono innumerevoli . Tutti i più bizzarri simboli della onorificenza umana sono chiusi tra quelle quattro colonne di cartapesta , come in un reliquiario . Mancano le vetrine . Ma il rombo del cannone giunge con un tuono sordo nell ' aula ; e per le tribune corre un mormorio più sonoro . Ci vogliono ancora dieci minuti all ' arrivo del Re . Le conversazioni si rianimano . Tutti si alzano su la punta dei piedi per guardare i deputati che o stanno seduti negli scanni o girano distribuendo e ricevendo strette di mano . I nuovi eletti si riconoscono subito : molti hanno una miserevole aria provinciale , si sentono impacciati nell ' abito nero , nella camicia inamidata , nei guanti bianchi . Si guardano intorno con sospetto , temendo sempre di sorprendere su le labbra dei colleghi un sorriso ironico . Hanno in cuore una certa palpitazione pensando al momento in cui di tra la insidiosa barba dell ' onorevole Depretis uscirà il loro nome . Con qual tono di voce dovranno essi pronunziare il giuro ? E se la voce mancasse ? E se fosse ridicola ? E se suscitasse l ' ilarità nei colleghi ? Mio Dio , quale incertezza ! Alcuni , più arditi , già invasi dalla febbre dell ' ambizione , meditano un piano . Si faranno notare anche nel pronunziare quel semplice giuro . Vibreranno il verbo con una voce sonora , ferma , chiarissima , facendo un gesto risoluto . Altri sognano , guardando con gli occhi imbambolati la rossa tribuna della Regina . – Essi un giorno si leveranno dal loro banco , d ' improvviso , e in un istante abbatteranno il ministero , con un discorso , con un solo grande discorso che poi appassionerà l ' Italia intiera ... Altri sono commossi ; si sentono su la bocca dello stomaco un tremolio singolare . E dalle tribune gli spettatori si chinano , si sporgono , tendono il collo , fiutando la grandezza politica , simili a quegli affamati che vanno a respirare , dagli spiragli delle cucine principesche , gli odori dei tartufi e degli arrosti fini . Così anche i dieci minuti passano . La Regina entra fra gli applausi , ringrazia con quei lenti e nobilissimi inchini che sono una delle sue grazie regali . Le dame di Corte le fanno intorno corona . La contessa di Santafiora , tutta bianca , con delle piume leggere tra i capelli , emerge su le altre . Dietro una colonna s ' affaccia il profilo bellissimo della contessa Taverna . I gentiluomini sono pieni di ricami d ' oro . Gli applausi crescono e scoppia un lungo grido che fa tremare i vetri del lucernario e tutta la puerile architettura . – Viva il Re ! Il Re d ' Italia è entrato in Parlamento .
DON GIOVANNI E SAN GIOVANNI ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Ieri sera dunque avemmo al teatro Costanzi l ' ultima rappresentazione del Don Giovanni di Mozart . Il teatro era pienissimo ; e , se bene « popolare » , era onorato dalla presenza di molte fra le più magnifiche dame di Roma . La principessa d ' Antuni riceveva nel suo palco molte visite : il meraviglioso gilet bianco del conte d ' Arco risplendeva come un plenilunio d ' agosto , oscurando la vivace esiguità del conte Barbiellini . Questa principessa venuta a noi dalla patria di Tenorio ( dove forse abitava un palazzo moresco dalle mura di filigrana ) , questa Gracia , che forse immergeva il piccolo piede nell ' acqua del Guadalquivir , ha nel suo pallore la trasparenza del più puro elettro e certi movimenti di cigno nelle pose del collo e certi petits airs penchés e certe maniere d ' appoggiarsi e di tener le sue belle mani bianche , che fanno pensare ai quadri in cui Zurbaran rappresentava sotto il nome di una santa , in abito sivigliano , una dama ornata di piume e di oreficerie doviziose . Ieri sera , in verità , « il cavaliere crudele e bello » poteva essere contento . Tutta la Spagna romana era venuta ad ascoltare la serenata . La duchessa Sforza - Cesarini , questa Martirio la cui nobile bellezza acquista maggior fascino dall ' abito di merletti constellato di diamanti , stava nel palco D ' un air de reine qui s ' ennuie Au milieu de sa tour à genoux , Superbe et distraite ... Donna Maria Bruschi , tutta vestita di rosso , d ' un rosso di fiamma , non interrotto da alcun altro accenno di colore ( oh felice audacia ! ) , alle buffonerie di Leporello rideva di quel riso aperto e abbagliante che affascinò Teofilo Gautier mentre passava da Vergara . Rammentate ? « No vaya usted a ver eso ... » E quelli altri versi che non so se qualcuno abbia già scritti sul ventaglio di Donna Maria ? Ses paupières de jais frangées Filtrent des rayons de soleil . Entre ses lèvres d ' écarlate Scintille un éclair argenté , Et sa beauté splendide éclate Comme une grenade en été . Gli applausi alla musica mozartiana ieri sera furono più frequenti e più spontanei . Pareva che il pubblico avesse finalmente incominciato a comprendere e a gustare le molte e grandi bellezze che l ' opera racchiude . Tutta la Sinfonia , mirabile e , secondo me , non inferiore per nulla a quella delle Nozze di Figaro , fu ascoltata con men fredda indifferenza . Qualcuno anche notò il terzetto delle maschere nella scena diciottesima , che è d ' una straordinaria potenza drammatica , quantunque malamente eseguita da Donn ' Anna e da Donna Elvira . Ma pur troppo la scena del ballo nella casa di Don Giovanni , quella scena che è una meraviglia di composizione e che potrebbe bastar da sola alla gloria del maestro , rimane oscura ai più , e non ebbe né pure un accenno di applauso da quel pubblico che s ' è acceso di tanto entusiasmo per la musica mediocre e assai spesso volgare della Gioconda . La serenata « Deh , vieni alla finestra ... » , cantata con grazia inimitabile dal signor Cotogni e accompagnata un po ' liberamente dal mandolino , fu ripetuta tre volte . Il resto passò quasi inosservato , anche perché li esecutori non facevano che cangiare in piombo greve ed oscuro il nitido e purissimo oro mozartiano . Ma la freddezza del pubblico di nuovo si sciolse alle ultime due scene funerali , che sono musicalmente di una terribilità direi quasi shakespeariana , con tale profonda inspirazione è compresa la leggenda del commendatore e con tale alta potenza ed insieme con tale sapiente sobrietà di mezzi sinfonici l ' elemento tragico e il comico sono fusi . Ed ecco che anche questo Don Giovanni è passato , non servendo ad altro per avventura che a suscitare pettegolezzi di palcoscenico ed ire ingenerose contro un celebrato direttore d ' orchestra ospite di Roma . Ed ecco che anche questo « grande avvenimento artistico » annunziato con tanto clamore e con tanta impazienza di aspettazione desiderata , si risolve in un insuccesso . Ohibò ! Andiamo a San Giovanni a goderci gli organini . Forse ancora vedremo passare tra le nuvole , al lume torbido della luna , il nobile sposo di donna Elvira , travolto lungi dalle streghe orride e ululanti , nascosto il volto dalla bautta dell ' abate Da Ponte ( in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti , amen ! ) .
IN MORTE DI FRANZ LISZT ( LA_SELVI FILIPPO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Un telegramma da Bayreuth annunzia seccamente che l ' abate Liszt è morto iersera alle ore 11,15 . La notizia qui in Roma sarà appresa da molti con dolore , poiché il grande pianista ungherese aveva qui molti ammiratori e discepoli e una specie di piccola corte muliebre che lo seguiva cerimoniosamente tutte le volte ch ' ei si mostrava al pubblico stupefatto . E si mostrava per lo più nei concerti primaverili della sala Palestrina e della sala Costanzi , in ispecie quando suonava una di quelle cento pallide fanciulle che rispondono a un nome romantico e sonoro ed hanno la fronte luminosa poiché le ha baciate in sogno Federico Chopin . Il vecchio sedeva sempre in prima fila , tra due signore elette ; ascoltava con molta benevolenza , e sorrideva assai dolcemente da quella sua bocca lunga e sottile . Teneva il capo un po ' inclinato da una parte ; e la sua portentosa capellatura , che pareva tutta d ' argento massiccio , scintillava da lontano e dava alle adoratrici riguardanti una specie di estasi religiosa , simile a quella che dà ai devoti nelle chiese cattoliche il fulgore dell ' ostensorio tra le nuvole dell ' incenso . In questi ultimi tempi la figura di Franz Liszt aveva acquistata una solennità leggendaria ; era come una reliquia preziosa . Nelle sue attitudini il maestro teneva una immobilità scultoria . Io l ' ho visto una volta conservare la stessa posa , durante circa mezz ' ora ; e mi parve quasi ch ' egli non fosse più un uomo vivente ma un idolo , un idolo materiato di metallo e di cera . Alla fine dei concerti , egli usciva a braccio d ' una signora , tra due ale di gente riverente . Il corteo consueto gli veniva dietro ; e nel corteo c ' era Giovanni Sgambati con la sua faccia plenilunare indiata dalla raggiera de ' capelli , e c ' era la signora Helbig dal sorriso così giovenilmente fresco che le rischiarava tutta la gran persona , e c ' erano i giovini maestri , Gullì , Consolo , Rosati , e c ' era una schiera misteriosa di lisztiani che andavano innanzi trasognati , con dei visi sacerdotali raggianti ispirazione tra l ' ombra spiovente delle chiome . Chi non ricorda quella scena che era sempre la medesima ? Ora Franz Liszt è morto , e la notizia ci empie di meraviglia . Pareva che l ' autore delle Consolations dovesse rimaner tale qual era , eternamente , quasi pietrificato in quella sua vecchiezza gloriosa , all ' ombra della sua magica capelliera . Noi non lo vedremo più qui a Roma ; e i giovini pianisti non saranno più consacrati dal suo sorriso . L ' ultima volta che lo vedemmo fu qualche mese fa alla cerimonia di fondazione della sala per concerti nell ' Accademia di Santa Cecilia . Egli , grave e solenne come un apostolo , scrisse il suo nome sul libro che gli presentarono . Le acclamazioni facevano tremare l ' edifizio . La gran chioma d ' argento radiava come non mai . Quando sorrise , un baleno di giovinezza gli passò nelli occhi che aveva dolci e profondi , e la sua faccia si animò come la faccia d ' una statua marmorea su cui fosse caduto d ' improvviso un chiarore . Quella forse fu l ' ultima sua gioia ; e gliela diede Roma .
BIANCHERIA INTIMA ( BISCUIT_LILA , 1887 )
StampaQuotidiana ,
Oramai per le nostre signore il lusso della biancheria è diventato addirittura rovinoso . Le più squisite eleganze e le raffinatezze più procaci son profuse in quei leggeri vestiti di batista e di finissimo lino , che nella lor trasparenza prendono il profumo e il dolce color roseo della cute feminile . La semplicità d ' un tempo è scomparsa . Anche nei corredi delle fanciulle più timorate di Dio , uscenti da famiglie austere e severe , si vedono tali novità che avrebbero certamente dato un fremito di orrore alle nostre nonne . E i cronisti mondani osano , con una impudenza inaudita , perfino descrivere ad ogni occasione di matrimonio le forme e i colori e le minime particolarità dei più segreti indumenti della giovine sposa ; sicché noi sappiamo che la principessa Blanzifiore ama portar le camicie ornate d ' entre - deux di merletti e d ' un nodo di nastro sul fianco sinistro , che la marchesa Ginevra usa portare certi singolari pantaloni ermetici , chiusi da tutte le parti con metodi ingegnosissimi , e infine che la contessa Bersenda preferisce su la nuda carne piuttosto la carezza della seta che quella della tela . Noi su tutto ciò abbiamo già dato il nostro umile parere ; ed abbiamo anzi alcun tempo fa , in nome della nitida semplicità , formulate in un catalogo le norme che devono presiedere alla vestizione intima ed ascosa d ' una vera signora . Ma , poiché la corrente ci travolge , seguiamo la corrente ; e diamo alle lettrici la descrizione breve d ' una serie di nuove camicie che un elegantissimo giornale di mode offre per saggio . Naturalmente il primo posto è tenuto senza contrasto , dalla camicia semplice , tutta di batista immacolata , con il petto e l ' orlo delle maniche ornati di cinque piccole crespe di finissimo lino . Questa camicia non fa nessun effetto all ' occhio volgare ; ma ( udite , o dame dispendiose ! ) soltanto l ' imbiancatura costa sette lire . Vedete dunque che per poterla portare , il faut être à son aise . Per abbottonarla è di buon gusto adoperare tre perle buone che vadano diminuendo in grossezza affinché nel busto non sieno fastidiose . La camicia a spirale è anche di batista , con un pizzo di Valenza che si parte di su la spalla e gira gira gira fino all ' estrema punta della camicia . Quando una signora ordina camicie a spirale , basta ch ' ella indichi alla cucitrice con maggiore o minore esattezza le sue rotondità e le sue mancanze , allora tutta l ' opera della cucitrice si riduce a stringere o a allargare la spirale in modo da renderla elegante . La camicia medioevale è in pura tela d ' Olanda , con uno sgonfio di merletto su l ' uno e l ' altro lato del seno e con un ornamento del merletto medesimo all ' orlo inferiore . Tra i due sgonfi , destinati a imprigionare e a reggere nella lor delicatissima rete le « due beltà gemelle » , è una piccola tasca , anche del merletto medesimo , che serve a contenere il rosario . La camicia preziosa è formata di un entre - deux di merletto che stringe i fianchi con una cintura . Da questo entre - deux si partono due gale , di cui l ' una sale , accoglie il seno ed ha un ' apertura per le braccia ; e l ' altra scende fino alla caviglia formando così il termine della camicia . La perfezione sua consiste in questo : che l ' entre - deux della cintura è la riduzione minuscola dell ' ampia gala inferiore , mentre la gala superiore n ' è la riduzione media . Il solo ornamento possibile è un lungo nodo di nastro sul lato sinistro della camicia . La camicia di crespone carnicino ha questo di buono : che non è possibile gualcirla perché il tessuto di cui si compone pare sempre gualcito . Un semplice entre - deux di merletto di Fiandra adorna le maniche e il giro delle spalle e del petto . Certe signore , per renderla più provocante , mettono sul seno due sgonfi dello stesso merletto ; oppure serrano la manica per mezzo d ' un nastro di velluto azzurro e d ' un piccolo fermaglio di diamanti . La camicia a foggia di busto è composta di merletto e di batista che si alternano a zone , giù giù diminuendo fino alla vita e terminando con un nastro , passato a traverso un entre - deux che si annoda in su ' l mezzo . Il basso è formato da una gala di pizzo di Valenza che copre certe zone di batista a mille pieghe . La camicia a foggia di scacchiere si compone tutta di piccoli quadri ricamati e di piccoli quadri di merletto , d ' egual grandezza . Su questa specie di tessuto si potrebbe quasi fare il giuoco della dama e degli scacchi . La camicia deve terminare con una fila di pezzi da scacchiere , fatti ad uncinetto : cioè col matto , col re , con la regina , col cavallo . La camicia araldica è semplicissima , tutta di batista , con lo stemma gentilizio ricamato sul cuore e con il motto ricamato intorno intorno al petto o su una giarrettiera . Per renderla più ricca , certe dame fanno ricamare all ' estremità , sul lato destro , le principali figure d ' animali che contiene lo stemma avito . Ma nulla in verità è più grazioso della camicia di merletto nero e di merletto bianco . La quale appunto si compone di due merletti , uno bianco e l ' altro nero , alternati . In generale si adoperano merletti di Valenza e di Chantilly . Per le signore grasse convien disporre gli entre - deux in lunghezza , e per le magre convien disporli in larghezza . La camicia all ' ultima moda ha tutta la parte superiore di merletto , fatta su misura ; sul cuore , il crest ricamato ; e in basso un merletto increspato ed ornato di nastri d ' un colore simile a quello del busto . La camicia di Valpurga è tagliata in una specie di mussolina indiana a righe , e per ornamento non ha che una sciarpa annodata un po ' più su delle reni . Con tal genere di camicie sono indispensabili le armille alle braccia e alle caviglie . La camicia corretta ha la scollatura intieramente rotonda , di batista , con un semplice pizzo di Valenza , liscio e tenuto da un nastro . Due gruppi di pieghine in sul davanti offrono un modesto asilo ai casti gigli del seno . La camicia alla moda del Direttorio ha il davanti di pizzo di Valenza , che , disposto in forma di scialle fino alla cintura , finisce diminuendo su la spalla , ripreso da un nastro annodato alla greca . La parte di dietro è rotonda ; e intorno alla vita gira un entre - deux di merletto attraversato da un nastro d ' un color di rosa pallido . La camicia alla moda della regina Ortensia è di lino , con un partito di pieghe che scende dalla spalla e , fermandosi sotto il petto , ritenuto da un nodo , cade quindi fino in basso e termina con un entre - deux di merletti di Valenza . Finalmente la camicia vedovile , alla moda della contessa Bersenda , è tutta di finissima seta nera , diafana , e fluida . Una volta la contessa Bersenda , che ha una grande reputazione di saviezza ed è citata per la sua stretta osservanza delle regole di convenienza , si lasciò prendere da un subito languore ; permise cioè che Don Giovanni entrasse , a mezzanotte , nelle sue segrete stanze . Era di primavera ; saliva alla finestra l ' odore delle rose , dolce come un vino ; l ' alcova si profondava in un ' ombra piena di lusinghe . E Don Giovanni , in ginocchio d ' innanzi all ' amata , versava un fiume di parole ardenti e tumultuanti , Bersenda ascoltava , piegandosi , invasa dalla tenerezza , mentre il giovane con la mano furtiva scioglieva i nodi , faceva uscire a uno a uno i bottoni dagli occhielli , tirava abilmente il laccio del busto , apriva il fermaglio della giarrettiera , dove splendeva un mirabile zaffiro a similitudine d ' un occhio cilestro acceso dal riso . Bersenda non oppose resistenza ; finché , nella trasparenza della camicia nera , ella apparve simile alla figura della prima Ora notturna . Ma quando l ' audacissimo Don Giovanni volle togliere alla bella Ora languente il velo della notte , ella balzò con un grido , si rifugiò atterrita in un angolo ; e supplichevole diceva : « Oh , no , no ! Per pietà , non mi chiedete questo ! » . « Perchè dunque ? » , fece Don Giovanni sorridendo . « No , no ! Per pietà ! Capite ... le convenienze ! ... Son tre mesi che ho perduto mio marito e non posso ancora lasciare il lutto . Non mi chiedete questo , per pietà !...»
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Sabato , verso l ' ora del mezzogiorno , Edoardo Scarfoglio si unì in matrimonio con Matilde Serao , nella sala rossa del Campidoglio , essendo in ufficio l ' onorevole barone Giordano - Apostoli . La cerimonia fu semplice e lieta . La sposa , vestita d ' un elegantissimo abito grigio - sorcio con un cappello chiuso d ' egual colore , teneva fra le mani un mazzo di rose meravigliose e parlava e sorrideva assiduamente , comunicando a tutti li amici quella giovialità cordiale che è una delle sue più belle e resistenti virtù di donna . Lo sposo , quella singolar figura di Don Chisciotte giovine e vivace e pieghevole a tutte le eleganze del vestire moderno , trovava modo di discutere con Pasquale Mancini su le condizioni e le esigenze del teatro italiano contemporaneo , non senza lanciar saette , tanto per non perdere l ' abitudine , alle infelicità martelliane di Felice Cavallotti . Come la discussione andava accendendosi e il ministro avvalorava le sue ragioni con una quasi giovanile impetuosità di gesti , l ' onorevole Giordano - Apostoli invitò gli sposi a sedersi su le molto esercitate sedie auree che stanno d ' innanzi al banco ufficiale . Testimoniavano per la sposa : il principe Maffeo Colonna di Sciarra e il barone di San Giuseppe . Per lo sposo : i ministri Mancini e Grimaldi . Erano auspici , dietro le sedie nuziali , due amici antichi e compagni d ' arte e conterranei : Gabriele D ' Annunzio e Costantino Barbella . La cerimonia rituale fu compiuta rapidamente . Ieri sera poi , nella chiesa di Santa Maria del Popolo , fu stretto il matrimonio ecclesiastico , verso le dieci . Per entrare in una cappella interna , bisognava passare attraverso un lungo corridoio dove al lume delle candele recate dai monaci s ' intravedevano le pareti piene di sculture marmoree . Il mistero sacro dava alla cerimonia una certa solennità . La cappella era tutta bianca e fredda , rischiarata debolmente dai ceri dell ' altare . Su i marmi dell ' altare stavano scolpite le armi gentilizie dei Borgia , e una soave Madonna giottesca proteggeva dall ' alto i presenti . I monaci cortesi giravano di qua e di là disponendo le cose . Ruggero Bonghi , in disparte , discorreva di non so che con uno di loro . Il duca di Maddaloni lasciava ammirare su l ' abito nero , di taglio giovanile , il gran collare dell ' ordine di Malta . Paulo Fambri , il Molosso , chiedeva a Masaniello Parise notizie dell ' ultimo duello o raccontava aneddoti del Lupatti alla sposa sorridente . La sposa aveva un ricco abito di broccato d ' argento , senza strascico ; e tutto quel mite splendore di bianchezza le si rifletteva nel sorriso . Quando gli sposi s ' inginocchiarono e si presero per la mano , il celebrante , un monaco grande e grave , li benedisse con un gesto pieno di nobiltà . Assentirono i testimoni : il conte Luigi Primoli e Paulo Fambri , per la sposa ; il duca Proto di Maddaloni e Ruggero Bonghi per lo sposo . Dopo , le carrozze portarono gli invitati alla casa maritale dove già molta gente congratulante aspettava . La casa non è vastissima , ma è un nido pieno di cose belle e preziose , è la maison d ' un artiste au XIX siècle . Le scale , con le pareti coperte di tappeti del Kurdistan , sono rallegrate da un ' infinità di piante verdi . Le piante di serra occupano anche i pianerottoli e le stanze di anticamera e di passaggio . La camera di studio dei due artisti è d ' un colore avana chiaro ; ha tende altissime d ' una stoffa greve , originalissima , di tinte e di disegno araba . Lunghi scaffali di noce coprono una parete ; un gigantesco camino di noce copre l ' altra opposta ; sedili e sedie , d ' una stoffa antica intessuta d ' oro e di rosso , stanno in tutti li angoli . Su la parte sporgente del camino fiorisce un magnifico ordine di begonie , di quelle piante vive che paiono artificiali e inverosimili . Su ' l tavolo , fra le carte e i libri , tanti oggetti curiosi e rari . La camera del talamo ha le pareti tutte coperte di raso color tabacco , d ' un color bizantino ; le tende di peluche , azzurre con larghe bande di ricami in bianco e oro ; il baldacchino anche azzurro con fiocchi e cordoni ricchissimi ; il letto largo di noce , scolpito squisitamente . Il salone è di vario gusto e di vario stile , ma ha nell ' insieme un ' intonazione calda e simpatica e armoniosa . Le portiere e le tende sono composte di due stoffe : d ' un antico velluto a fiorami verde scuro e d ' una specie di broccato massiccio a fiorami d ' oro e marron su fondo rosso scuro . Tra le due finestre s ' innalza , svelto e sottile come un ' artifiziosa architettura di merletti neri , un mobile giapponese di bois - de - fer , tutto pieno di vasi di Satzuma , di bronzi , di avori , di mostri metallici . In un angolo un grande specchio , contornato di stoffe francesi , riflette una gru di bronzo , l ' uccello bene amato nell ' impero del Sol Levante , o Tsouri Sama , Sua signoria la Gru . Di fronte allo specchio , un paravento di seta grigia , uno di quei paraventi floreali e ornitologici che bastano ad animare lietamente un ' intera stanza , chiude l ' angolo , formando una specie di penetrale intimo dove è raccolto tutto il fascino esotico del salone . Tra il paravento e lo specchio scende dall ' alto una banda di seta saumon di quel tenerissimo colore così voluttuoso , così sensuale , così carnale , così amorosamente tentatore e suggestivo . La seta è vivificata da ricami meravigliosi di fiori e di uccelli , e tutta luminosa delle penne occhiute dei fagiani imperiali e dei pavoni . In verità quella stoffa è il più bel pezzo dell ' appartamento , è la nota più significante e più alta nella sinfonia delle linee e dei colori . Dall ' alto dello specchio un ' altra banda di seta , ma rossa e ricamata di mostri d ' oro a rilievo , sale fino al soffitto e rimane inarcata come una piccola vela di qualche yanè - funè principesco . Due arazzi giapponesi inquadrati in cornici larghe di velluto e tesi , due di quelli arazzi giocondi dove uomini e donne bevono il the o ascoltano una lettura sotto un tetto d ' oro o sotto gli alberi di pesco o tra le selvette dei bambù , occupano la terza parete . La quarta parete è occupata finalmente da un gran quadro moderno , da un paesaggio boscoso e radioso di Guido Boggiani . Poltrone e divani di tutte le forme , tavolinetti , vasi di porcellane , tutte le varie minuscole suppellettili moderne ingombrano il restante spazio . Il secondo salone , che ieri sera era trasformato in sala di buffet per cura di Nazzarri , è coperto di mèzzari , di certe larghe stoffe genovesi dove son rappresentati paesaggi curiosissimi a colori molto vivi . Nell ' angolo principale una tenda bizzarra , formata di aste e di drappi , ombreggia e protegge un divano . Tutto questo appartamento , preparato da Giuseppe e da Ercole Noci , ieri sera fu invaso da innumerevoli amici , da tutti li amici degli sposi : uomini politici e letterati , gentiluomini e artisti , illustrazioni di tutti i partiti e di tutte le arti . Donna Matilde aveva per ognuno una parola cordiale , un gesto di saluto , un sorriso , una domanda cortese ; si espandeva dovunque in un ' attività instancabile ; passava felice e raggiante tra li augurii , con i capelli cinti di fiori freschi , con le mani e le braccia gemmate di doni .
LA VITA A ROMA. SCIABOLE E FIORETTI ( VERE_DE_VERE , 1885 )
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Oh , gloriosa scienza d ' armi italiana ! Un risveglio onorevole si va propagando per la patria . Nuovi cultori sorgono ad illustrare l ' arte di Camillo Agrippa e di Nicoletto Giganti . Qui in Roma gentiluomini aprono sale d ' armi e trattenimenti mattutini . Don Ladislao Odescalchi nel suo palazzo prepara un immenso stanzone tutto tappezzato di arazzi , ornato di trofei d ' armi antiche e di gonfaloni storici . Il principe di Teano ne prepara un altro , a gara , dove chiamerà a schermire e conviterà quanti eletti armeggiatori sono nell ' Urbe . Allora , nelle fresche mattine primaverili , le riunioni amichevoli saranno frequenti e lunghe . La luce entrerà , gaia e fortificante , dai finestroni amplissimi e ravviverà nelle pareti i vecchi arazzi pieni di cacciatrici pagane o di cavalieri battaglianti o di pompe imperiali o di amori mitologici . Le armature penderanno nelli angoli damaschinate d ' oro ; tutte le diverse fogge di spade e di aste s ' incroceranno nelle panoplie e scintilleranno a una qualche banda di sole . Le bandiere multicolori si muoveranno lentamente ad ogni minimo soffio dell ' aria . E li amici , giocondamente , si daranno alla fatica . D ' intorno , sui divani profondi , su i cassoni scolpiti , i più pigri staranno distesi a giudicare i colpi , o fumeranno tabacchi odoranti , o parleranno di femmine e di cavalli e di cani . Il tintinno vibrante delle lame si mescolerà alle risa e ai motti ; e le spire del fumo saliranno placidamente al soffitto istoriato . Poi , quando li amici avranno le membra stanche e piene di sudore , i servi imbandiranno nella stessa stanza una tavola . Un vivo stimolo di cibo ecciterà li stomachi sani , e la sanguigna succulenza delle carni cotte diletterà d ' un mai provato sapore i palati laboriosi . Il vino sarà bevuto in grandi coppe di cristallo boemo e letificherà li spiriti delli affaticati . E don Ladislao , il magiaro , tenendosi in una mano la gran barba bionda ed ingrossando la voce , comincerà a dir le parole di Nicoletto Giganti vinigiano al serenissimo don Cosimo de ' Medici : Sì come il ferro dalle rigide minere sottratto inutile riuscirebbe , se dall ' arte industre non ricevesse forma accommodata a gli essercitii humani : così l ' istesso nelle mani del forte soldato riesce di poco frutto se da studioso et accorto valore accompagnato non s ' apre la strada ad ogni difficile et vittorioso successo ...
LE CORSE IN VIA SALARIA ( VERE_DE_VERE , 1885 )
StampaQuotidiana ,
Passando lungo le mura della Villa Ludovisia incoronata di verdura novella , si entra nella porta Salaria e si vede dinnanzi la lunga via grigia e bianca sotto il cielo bianco e grigio . La via è angusta , in su ' l principio tutta limitata da edifici industriali e da cantine dove si vendono i vini delle terre romane con giuochi di bocce . Poi , a poco a poco , dalle muraglie macchiate di musco e dai roseti soverchianti e dalle punte acute dei cipressi incomincia a discendere su l ' umiltà dei pedoni una dolce poesia conventuale . Per una gran cancellata sorretta da due cariatidi muliebri , fugge in lontananza un viale di alti bussi . Per la porta di una vinea torloniana si allarga una specie di chiostra verde sparsa di sedili di pietra . Sulle mura di Villa Mattei si levano certi funebri alberi neri che nel fondo dell ' aria burrascosa paiono ramificazioni di carbone fossile . Dalla chiusa selva della Villa Piombino esce un cantico di uccelli pieno di variazioni sapienti . Presso una cappella gentilizia si stende un portico vegetale popolato di statue corrose , un portico circolare , uno di quelli ordini d ' alberi fitti e bruni di mezzo a cui rampollano le rose meravigliosamente . E poi ecco Villa Ada , tutta lieta e chiara . Già l ' animazione delle corse rumoreggia . Passa in un phaèton Don Alfonso Doria , il pallidissimo e biondissimo principe eternamente fiorito d ' una gardenia all ' occhiello ; e al suo fianco sta , con il busto eretto , la signora , vestita semplicemente di nero e d ' un piccolo paletot di stoffa maschile chiarissima . Il recinto . Un pezzo di terreno messo un poco in salita , d ' un bel verde gaio , interrotto da alberelli e confinato da edifici rossicci irregolarmente . Nello steccato del pesage gli sportmen non sono molto numerosi . Nessuna signora , tranne la duchessa di Avigliana . Arriva il conte Pecci con la sua signora : veste lilla , waterproof bleu marin , cappello marron con fiori rosei . Arriva la marchesa Lavaggi con donna Giulia e con la duchessa Lante . Arriva la duchessa di Magliano . Arriva la principessa di San Mauro . Nello steccato il numero degli sportmen a mano a mano cresce . Il duca d ' Avigliana con quel suo passo dondolante , profondamente inglese , va salutando le signore . La barba di don Ladislao Odescalchi viene a singolar tenzone con quella dell ' on . Quarto di Belgioioso . Don Giovanni Borghese conduce a braccio la duchessa Lante che ha un abito scuro ornato di liste di velluto rosso . Il gran cavaliere Pandola conduce donna Giulia Lavaggi che ha un abito primaverile bleu marin con pieghe semiaprentisi a righe rosse e d ' oro . Il duca di Ceri , don Clemente Torlonia e il signor Morgan in crocchio discutono vivacemente . I larghissimi pantaloni grigi del principe di Castagneto irridono a quelli strettissimi del conte di Monteforte . Don Francesco del Drago va pensoso e solitario lungo la palizzata . Marco Colacchioni , nitido e fiorito di mughetti , si preoccupa della sua bella Ebe che non potrà correre . Il barone Michele Lazzaroni è un po ' nervoso : palpita forse per le sorti dei suoi colori che oggi brilleranno per la prima volta ... non al sole probabilmente . La tribuna . La tribuna , come una bella pioggerella fresca d ' improvviso incomincia a suonare sulla campagna , si empie in un momento . La duchessa di Magliano ha un abito bleu marin listato di trine larghissime , con sottoveste rossa : ed un cappellino di paglia scura con aigrettes tremolante e scintillante . Oggi l ' agilità della sua figura trionfa , poiché tutte le sue attitudini sono vivacissime e i suoi movimenti sono rapidi ed eleganti . È discesa di carrozza con un salto , è salita con un salto su la parte alta della tribuna , ha passeggiato molto nel recinto del pesage , sempre sorridendo , con un ' aria di giovinezza felice . La contessa Lutzof ha una toilette freschissima , tutta d ' un grigio azzurrognolo , con sottoveste chiara a piccoli scacchi . M.lle Brookmann , una belga , recente ospite di Roma , ha una toilette di color granato e su ' l corsage porta una giacca marron con ricami su le maniche e su gli orli . Ella è bionda ed ha gli occhi verde marino : è una Miss Multon più plantureuse . La contessa di Montgelas ha una sopraveste marron su una veste cangiante : toilette armoniosa e fine . La contessa della Gherardesca ha un abito nero e un magnifico cappellino rosso a frange d ' oro . La duchessa di Ceri è tutta ornata di strisce di piume grigie intorno al collo e ai polsi . Le conversazioni sono animate . Animatissima quella che ha per sostenitrice donna Giulia Lavaggi . Le scommesse non si levano molto in alto . Per la prima corsa Anzola è in favore . Prima corsa Corrono : Anzola del principe Potenziani , generata da Andres e Fernanda ; Veronica del cap . Fagg , generata da George Frederik e Federica . Su ' l principio della corsa , Veronica è innanzi di qualche lunghezza ma viene quasi subito superata da Anzola che segue con moltissima facilità la vittoria au petit galop . Prosperosa . Seconda corsa Corre Anzola sola , sotto la pioggia , e compie il giro nel tempo stabilito fra gli applausi . La principessa di San Mauro guarda affettuosamente il bell ' animale che passa sotto la tribuna portato a mano da un servo . La pioggia seguita , ma con minore forza . Dalla parte di Monte Mario già si leva una fievole serenità argentina . Terza corsa Corrono : Juppiter da Jove e Lady Mountain , del barone Lazzaroni ( Porta Latina ) ; Silver Chum del generale Agei e Lady Annie , da Exrninster e Lady Mortimer , del cavaliere Bertoni . Da principio , Juppiter si mette innanzi ; poi Silver Churn lo supera di qualche lunghezza : una lotta vivissima s ' impegna tra i due corridori . Juppiter con un galoppo assai bello riesce a vincere in fine l ' erede di Speculum e giunge alla mèta tra gli applausi . Intermezzo Il chiarore dalla parte di Monte Mario cresce rapidamente . La collina incoronata da cipressi appare in fondo , nell ' illustrazione del sole . Tutta l ' area delle corse s ' illumina , e il verde prende un tono chiarissimo fra le ombre circolari proiettate dalli alberelli . Dietro lo steccato la fila delle carrozze luccica di bagliori metallici . Alcuni ombrellini di demi - mondaines si aprono su ' l cielo divenuto già di un azzurro limpido qua e là ; e tra li ombrellini trionfa quello scarlatto di Nadar , di quella Nadar che Teodoro Ethofer ha dipinto appunto sportivamente con tanto brio di disegno e di colori . Le signore abbandonano la tribuna e discendono a passeggiare su l ' erba . Il calore va diventando grave . Tutti i piccoli paletots maschili scompariscono a uno a uno . Assolutamente il sole scotta . Nuvole benedette , dove , oh dove fuggite ? L ' ultima invocazione carducciana alle vacche del cielo esce malinconiosamente dalla bocca del reporter del Fanfulla , ch ' era venuto avvoltolato in un romantico mantello da Hernani . La campanella suona . Quarta corsa Corrono : Fucino del capitano Fagg , da Austerlitz e Rox ; Stuarda del capitano Grifo , da Carlont e Seine . Fucino va innanzi , appena di mezza lunghezza . Stuarda con un sforzo , alla prima voltata , gli si mette a fianco . La lotta dura pochissimo . Fucino galoppa stupendamente alla vittoria , saltando tutti li ostacoli , e giunge buon primo . Quinta e ultima corsa Corrono : Roman Bee , un cavallo di mezzo sangue inglese , del capitano Fagg ; Melmerby , da Vanderdecken e Fair Agnes , del capitano Grifo ; Lady Mary , di mezzo sangue , della scuderia Porta Latina , e Foot - Fall , da Reverberation e Sanduls di Giovanni Cairoli . Foot - Fall parte alla testa delli altri , condotto con grande abilità dal fantino . Melmerby , secondo , fa sforzi per raggiungere il rivale ; e dopo una non breve lotta raggiunge e sorpassa e lascia a una buona distanza Foot - Fall , il quale , avendo perduta la prima lena , viene in seguito superato da Roman Bee . La corsa , di tremila metri , è interessantissima . Melmerby giunge primo ; secondo è Roman Bee ; terzo Foot - Fall ; quarto , pessimo quarto , Lady Mary . Il ritorno La sfilata delli equipaggi è stata mediocre . Molte botti , pochissime carrozze signorili . Bello l ' attacco del duca di Ceri ed elegante quello del duca di Magliano . Qua e là , per la via Salaria , alcune torme di curiosi . Niente più .
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Roma diventa la città delle demolizioni . La gran polvere delle rovine si leva da tutti i punti dell ' Urbe e si va disperdendo a questi dolci soli maggesi . All ' imboccatura di certe vie , una tabella in cima ad un ' asta proibisce il passaggio . Quasi tutte le case a destra e a sinistra sono vuote ; e i demolitori stanno all ' opera , vestiti di camiciotti bianchi e armati di picconi . Le imposte e i vetri delle finestre restano appoggiati contro le facciate ; tutte le botteghe son chiuse , e qua e là si leggono le scritte : vetrine in vendita , oppure : il negozio si trasferisce il 15 corrente in via tale per causa di espropriazione . Dinanzi alle vetrine polverose , gruppi di bottegai delle vicinanze gesticolano e parlottano mercanteggiando col proprietario espropriato . Sono per lo più uomini panciuti , mezzi calvi , rossastri in faccia , con grosse mani che ripetono continuamente un gesto particolare . Le pietre , i mattoni , i calcinacci si accumulano e formano barriere lungo i marciapiedi . In alto , a un terzo piano , un piccolo balcone di pietra sorretto da mensole scolpite , un piccolo balcone poetico di dove qualche fanciulla clorotica avrà contemplato il plenilunio o le stelle pudiche , sta per cadere . Le mensole tremano nel muro , verdastre per la pioggia e per il musco e corrose , come in una gengiva di vecchia i denti cariati . In alto , a un quarto piano , un altro balcone tutto coperto di piante rampicanti vien saccheggiato senza misericordia . Le belle piante lunghissime e flessibili , ondeggiano , scompigliate , come capigliature verdi tra il polverio che sale . Alcuni rami pendono spezzati , reggendosi alla pianta madre per mezzo d ' una sola fibra sottile . Tutta la massa vegetale ha in sé qualche cosa di doloroso come per una violazione e per uno strazio . E pensare quante buone merende su quel balcone e quante buone cene nelle notti d ' estate , quando le piante fiorivano e odoravano ! Passando nella via ed alzando li occhi , si vedevano allora dei visi femminili fra il verde , o si vedeva qualche cappellino appeso a un ramo e qualche scialle di colore vivo o anche , talora , una bambola rosea . A molte case sono già state demolite le facciate . Le stanze rimangono quindi scoperte e con le loro tappezzerie di carta somigliano a scenarii d ' un teatrucolo di provincia . Su le pareti i mobili hanno lasciato i segni . Facilmente si riconosce il posto del letto matrimoniale e il posto della specchiera e quello dell ' armadio , e quello del canterano , e quello dei quadri . Qua e là le carte sono ridotte a brandelli , e i brandelli tremano all ' aria miserevolmente . Una gran linea nera di fuliggine segna il camino atterrato . Dappertutto si scorgono le tracce untuose e laboriose della vita domestica ; dappertutto , alla cruda luce solare , si scorge quel che v ' è di sudiciume e di gretteria e di meschinità nella vita casalinga dei piccoli borghesi . I piccoli borghesi romaneschi guardano dal mezzo della via le demolizioni ingoiando con molta pazienza la polvere bianca . Tutti stanno col naso all ' aria e con il collo teso e con li occhi spalancati e con in tutta la persona una espressione grottesca di stupidità ; e tutti nell ' attitudine e nella melensaggine somigliano a quei venti o trenta beati che quotidianamente si mettono innanzi alla chiesa di Sant ' Ignazio ad aspettare che il colpo del cannone di mezzogiorno faccia discendere dalla cima dell ' asta il globo indicatore . Ma dalle rovine sorgerà e risplenderà la nuova Roma , la Roma nitida , spaziosa e salutare , la Roma costruita dalli architetti giovani che lasceranno da parte le eleganze del Bramante e si inspireranno utilmente al palazzo del Ministero delle Finanze , al gran mostro della moderna architettura , alla caserma degl ' impiegati . Oh nobilissima oziosa amplitudine dei palagi patrizi ! Ieri , passando dal palazzo Corsini , entrammo per vedere le decorazioni pittoriche e le restaurazioni che l ' esimio professore Bruschi dell ' Accademia eseguisce nella volta della gran sala destinata alle sedute solenni dei Lincei . Il professore che è un uomo di media statura , con baffi grigi , con lineamenti che non ricordano per nulla quelli angelici di Rafael d ' Urbino né quelli sensuali di Giulio Romano , stava in alto su le impalcature e teneva il capo coperto d ' un semplice giornale , precisamente della Rassegna ( oh , infelice professore ! ) foggiato a berretto alquanto michelangiolesco . Quasi incurante del grave pondo torrachiano , il buon accademico toccava vivacemente l ' imperial manto bizantino d ' una Giurisprudenza e cantarellava . Quei tocchi erano li ultimi , e quella canzonetta era di liberazione . La sala , rettangolare , è di stile settecentistico , architettata dal cavalier Fuga con una certa nobiltà di scompartimenti . Nella vòlta già esistevano le cornici ed esistevano anche alcuni fregi un po ' barocchi ; cosicché il Bruschi ha dovuto nell ' opera sua trar partito dalle cornici e dai fregi e armonizzare le decorazioni nuove alle vecchie . Il Bruschi in questo è riuscito con molta abilità . Non volendo essere interamente barocco per rimaner nello stile , ha saputo usare certe fini astuzie di decoratore consumato , e fondere sapientemente le sue pitture un po ' cinquecentistiche con i cartocci e gli svolazzi del barocchismo . A ciò tendono le molte volute dei papiri sorretti dai putti e gli animali chimerici che occupano molti piccoli spazii intermedi . Le pitture girano in torno alla volta , rappresentanti figurativamente le varie Scienze che i Lincei coltivano . Ogni figura muliebre è disegnata con tranquillità di linee e colorita con varietà di toni . L ' esecuzione delle parti nude ci è sembrata finissima . Un ' Astronomia avvolta d ' un azzurro drappo stellato , con li occhi all ' alto , ha , per esempio , nelle nudità delle braccia e del seno e nella faccia una illuminazione quasi lunare , una specie di lievissimo azzurreggiare notturno , di effetto squisito . Una Matematica , pensosa , avvolta in un drappo violaceo , è dipinta con una venustà di forme veramente rafaellesca . Tutte le figure stanno al loro posto , non invadono lo spazio , non opprimono lo spettatore , non escono troppo fuori della superficie a loro assegnata . L ' occhio si riposa in un ' armonia generale . Le pareti , coperte di stucchi , sono illustrate da busti marmorei . Di qual colore dovranno essere le tende delle finestre e le portiere ? Di qual forma e di qual colore dovranno essere i mobili ? Chi a questo presiede non s ' è curato della questione che pure è importantissima . Le tende , le portiere , i mobili sono stati comperati assai prima che il professor Bruschi incominciasse a decorare la sala ! Con quale criterio ? Oh , asinità dei provvedimenti ! Ma di demolizioni e di restaurazioni i lettori ne avranno abbastanza . Parliamo di cose più allegre , per finire ; di cose parigine , e precisamente di sport . Al Campo di Marte in questi giorni il Canis - Club ha data la prima festa cinegetica , una festa nuova per Parigi e interessantissima , una corsa di levrieri . Una tribuna , simile a quella di Longchamp , ma assai minore , accoglieva l ' high - life ; e il campo era limitato in cerchio non da palizzate né da corde , ma da un grillage metallico che impediva ogni deviazione ai corridori e alle lepri . Un Canis - Club dovrebbe anche sorgere a Roma , qui dove ogni genere di sport terrestre potrebbe vigorosamente fiorire . Chi non conosce e non ammira i levrieri , quei cani lunghi e smilzi ed eleganti che Diana prediligeva e che Paolo Veronese dipingeva con tanto amore ? I levrieri sono , secondo noi , i più nobili fra tutti i cani . Essi non hanno , come il comune dei cani , la volgare abitudine della fedeltà al padrone , quella vile abitudine che i poveri di spirito gabellano per virtù . Essi certamente non si lascerebbero morir di fame su la tomba del loro signore ; e la tomba di Edoardo III informi . Essi sono liberi , forti , indipendenti , pugnaci , audaci , volubili ; hanno la grazia del serpente e la terribilità dei felini . Le loro forme sono rappresentate sugli antichi monumenti egizii . I tartari , i persiani , gli abitatori dell ' Asia Minore , i beduini , gli arabi , i sudanesi , gli indiani e molte altre genti dell ' Africa e dell ' Asia Centrale li onorano e li stimano quasi al pari dei cavalli . In certi luoghi il valore del levriere è determinato da leggi . Nel Jemen , per esempio , chi uccide un levriere è costretto per multa a pagare tanto frumento quanto ne bisogna per coprire intieramente l ' animale morto , appeso per la coda e toccante con le narici il suolo . In Arabia il prezzo di uno sloughi cacciatore di gazzelle e di antilopi eguaglia il prezzo di un cammello . Dicono gli arabi : « Se lo sloughi vede una gazzella pascente , la giunge prima che essa trangugi l ' erba carpita » . In Arabia , ove accada che una levriera ceda all ' amore di un cane d ' altra stirpe , il padrone rugge di vergogna e di dolore . L ' incauta viene subito uccisa affinché non metta alla luce figli di sangue plebeo . La purezza della razza vien conservata con una specie di religiosità e di superstizione . Tale è il levriere , nostre dolci signore . E se il panegirico non vi tediasse , seguiteremmo ancora per molto a noverare le virtù dei nobili animali nostri prediletti . A Parigi una corsa è stata eseguita da sedici levrieri puri , di Russia e d ' Inghilterra , d ' una età dai due ai quattro anni . I competitori spiccavano salti d ' una larghezza prodigiosa . A due di quelli che avevano riportata la vittoria , fu poi data in caccia una lepre ; e la lepre , dopo molte giravolte e molti scambietti e molte furberie di fuga , venne afferrata e a mezzo uccisa dai focosi persecutori . Riportò , nell ' agone , la prima delle vittorie una levriera nera d ' Inghilterra , nomata Kiss , una meravigliosa bestia che darà eccellenti rampolli . In ultimo , al rally - coursing corsero in torma tutti i veltri , al suono gioioso delle fanfare . E lo spettacolo doveva essere magnifico e inebriante . O belle dame di Roma , proteggete i levrieri ! Fate che anche qui i levrieri salgano in onore , i grandi cani lucidi come la seta , smilzi , dalle gambe nervose , dal muso di luccio , dal ventre roseo , dal fianco palpitante , come voi ardenti , come voi audaci , come voi infedeli .