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> anno_i:[1880 TO 1910} > autore_s:"A.G.B."
LA MACCHINA ALL'OPERAIO? ( A.G.B. , 1898 )
StampaQuotidiana ,
Un amico ci scrive : Tempo fa in un giornale socialista lessi una notizia , la quale , se fosse vera o falsa non so , mi diede da riflettere assai . Narrava detto giornale che in Inghilterra era stata inventata una macchina per ricamare , la quale eseguendo automaticamente tutti i lavori inerenti veniva a togliere qualsiasi intromissione dell ' operaio e con questo il pane di bocca a gran numero di famiglie lavoratrici che dall ' arte del ricamo ricavavano i mezzi di sussistenza . L ' articolista conchiudeva il trafiletto con espressioni per nulla affatto benevoli all ' indirizzo di coloro che alle idee collettiviste si oppongono , dicendo infine che col continuo inventar macchine si andrà diritto al collettivismo . A parte le espressioni ingiuriose dell ' articolista , le illusioni per nulla affatto conformi alle regole della logica , a parte che ammesso il regno del collettivismo rimarrebbe aperta la questione chi dovrebbe portare ricami nel regno dell ' eguaglianza , o se pure i ricami dovrebbero essere aboliti e , dato questo in qual maniera dovrebbero essere occupati ricamatori e ricamatrici , a parte tante altre questioni , reputai che il quesito dei rapporti fra le macchine e la classe lavoratrice deve essere studiato assai , nelle sue modalità tutte , nelle forme che assume di giorno in giorno prima di concludere con leggerezza che per le macchine si va diritto al collettivismo . E avendo riflettuto assai su questa quistione , credetti corsa utile scrivere alcune delle riflessioni , perché è appunto dalla comunicazione delle proprie idee e dalla discussione che scaturisce la verità . Non è qui il luogo di riportare le teoriche e le discussioni che si fecero sulle macchine , né fare dissertazioni sui vantaggi e sui danni da esse derivati alla società e in particolare alla classe operaia , quello che mi piace far rilevare si è una idea che mi balenò alla mente al leggere l ' articolo del giornale socialista . Una , fra le solite accuse contro le macchine , che merita di essere ponderata è la seguente : le macchine sono nemiche dell ' operaio , perché eseguendo esse il lavoro che dovrebbe essere compiuto dall ' uomo , in maggior quantità e in più breve tempo sono preferite al lavoro dell ' uomo , sono chiamate a sostituire la mano d ' opera e perciò rubano al lavoratore il salario . Questo quesito fa sorgere un ' altra infinità di quesiti , e per rispondervi si andrebbe per le lunghe , perciò li tralascio ed espongo brevemente le mie idee . Orbene chi e che cosa rappresenta la macchina ? La macchina rappresenta l ' operaio e la sua forza fisica ; e mediante i congegni automatici rappresenta la parte d ' intelligenza che è necessaria all ' operaio per dar opera al prodotto : ossia la macchina sostituisce in molte parti della produzione la classe lavoratrice , in una parola le macchine sono la riproduzione delle braccia dell ' operaio e per essere brevi , le macchine sono le braccia moderne della produzione . Ammesso questo , equità e giustizia esigerebbero che le macchine dovessero essere di proprietà esclusiva della classe lavoratrice , che questa le usufruisse , che da esse ritraesse il salario del quale dalle macchine è privato . A questo patto le macchine non potrebbero più essere chiamate le nemiche dell ' operaio , le divoratrici del suo salario , ma sarebbero anzi le sue più potenti ausigliatrici , e perfette cooperatrici di produzione . Le macchine sostituiscono le braccia dell ' operaio , appartengono perciò al dominio dell ' operaio . Potrà sembrare un paradosso questa idea , ma studiatala a fondo apparirà sempre più chiara , pratica e conforme ai postulati della giustizia e carità . E per completare l ' idea esposta , dirò , come una saggia legislazione sociale dovrebbe impedire , proibire , vietare in modo assoluto la proprietà individuale delle macchine le quali sostituiscono le braccia del lavoratore . Le macchine dovrebbero essere possedute dalla classe lavoratrice , la quale appunto per ragione della diversità delle macchine , e dei loro scopi , dovrebbe essere divisa in corporazioni di arti e mestieri . Ogni corporazione dovrebbe essere proprietaria di un determinato genere di macchine , esercirle e ripartire in misura proporzionale i frutti ricavati dalla produzione su tutti i membri della corporazione . In questo modo i vantaggi delle macchine sarebbero goduti direttamente dalla classe lavoratrice e non indirettamente come oggi giorno , sarebbe impedita più facilmente la disoccupazione , impediti gli sfruttamenti , e allora in uno alla corporazione l ' operaio troverebbe i mezzi di sussistenza e di assistenza . A molti sembrerà questa un ' idea abbastanza avanzata , perché messa in pratica verrebbe limitato il diritto di proprietà individuale , creando la proprietà corporativa , ma praticata sarebbe il miglior modo di creare le corporazioni di arti e mestieri unico porto di rifugio e salvezza della classe lavoratrice . Tempi nuovi , idee nuove ; e al progresso dei fatti deve precedere il progresso delle idee , perché è l ' idea che illumina il fatto ; propongo la quistione , studiamola con amore , e un po ' di frutto risulterà .