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> anno_i:[1880 TO 1910} > autore_s:"ARDIGÒ ROBERTO"
È L'UOMO UN ESSERE LOGICO? ( ARDIGÒ ROBERTO , 1881 )
StampaPeriodica ,
Se guardiamo una città , troviamo vivervi l ' una insieme all ' altra molte istituzioni e varie e disparate e perfino anche in contrasto fra di loro . Per modo d ' esempio , un ' industria di manifatture e un conservatorio di musica , il carnevale e la settimana santa , una chiesa dove si professa la fede nei miracoli , e una scuola di scienze dove il soprannaturale è dichiarato assurdo . Queste istituzioni corrispondono ai bisogni dei cittadini , che le crearono appunto allo scopo di soddisfarli . Non però tutte ad un tratto ; ma successivamente e ad una ad una : cioè a dire in tempi diversi e , o per occasioni date dal caso , o per condizioni sociali più o meno stabili che le reclamavano . Tanto che , sopravvivendo , esse rimangono la testimonianza viva delle epoche anche da lungo tempo tramontate e delle cose anche del tutto scomparse ; e sopratutto del contrasto fra le condizioni materiali e morali di una età e quelle di un ' altra . Le dette istituzioni però , sopravvivendo ai tempi che le produssero , mutandosi in seguito le circostanze a poco a poco , non si conservano poi colla vigoria e colla forma del primo loro nascere e fiorire . Il moltiplicarsi delle istituzioni dà origine alla tendenza e all ' opera di conciliarle fra di loro e di armonizzarle nell ' unità del corpo sociale : il sorgere delle istituzioni nuove è accompagnato dallo sforzo di sopprimere e di eliminare le vecchie che sono con esse in opposizione . Se non che il detto lavoro , sia di coordinamento sia di sostituzione , si compie sempre solo parzialmente . E ciò dipende sopratutto : primo , dal grado elevatissimo di resistenza che hanno acquistato le istituzioni vecchie colle abitudini secolari indotte onde si sono incastrate profondissimamente nella vita del popolo foggiandola a loro immagine e somiglianza ; secondo , dalla forza limitata delle istituzioni nuove volgenti ad orientazione contraria l ' organismo sociale ; terzo , dalle difficoltà delle distanze per cui lo sforzo riordinatore decresce rapidissimamente estendendosi dalla sfera in cui nasce a quelle più e più rimote alle quali si porta successivamente ; quarto , dalla lunghezza del tempo occorrente alla trasformazione degli ordini sociali ricomponibili vitalmente solo per via dei loro elementi minimi ad uno ad uno . Da ciò quindi il fatto notato sopra delle istituzioni , non solo varie , ma disparate anzi opposte e pugnanti fra loro , in una stessa città ; e malgrado la connessione strettissima delle sue parti e l ' unità della vita in cui si fondono , costituendone una vera e propria individualità . Essendo naturale il fatto in discorso , nessuna meraviglia che se ne trovi l ' analogia in tutte le altre unità della natura . Più in grande nelle maggiori , come ad esempio nel mondo vegetale ; più in piccolo nelle minori , come ad esempio nel mondo delle idee di un uomo solo . Il mondo vegetale è costituito attualmente di produzioni di moltissime specie , e di più ordini , e differentissimi gli uni dagli altri . E anche qui le diversità sono la testimonianza durevole dei tempi precorsi e delle circostanze d ' ogni maniera che influirono a trasformare i tipi e le grandezze delle flore dei periodi precedenti . La forza trasformatrice degli organismi fitologici valse a modificare , di età in età , di regione in regione , le forme anteriori dei vegetali delle specie svariate preesistenti in modo da produrvi un certo carattere di consonanza per ogni età e per ogni regione , ma non a sopprimere interamente le distinzioni essenziali proprie delle specie medesime . E valse a creare gli ordini nuovi più recenti , ma non ad eliminare del tutto i vecchi contrastanti colle esigenze degli ambienti mutati . La forza accumulata nei germi delle specie primitive dal lavoro della più antica vegetazione resistette tanto o quanto agli impedimenti delle condizioni telluriche divenute sfavorevoli e alle influenze degli ambienti mutati , e bastò a conservare fino ad oggi dei rappresentanti delle piante delle prime età , quantunque di gran lunga più rari e impiccoliti . E lo stesso nel mondo delle idee di un uomo solo . La psiche umana è la unità più compatta che possiamo immaginare ; e tuttavia gli elementi che la costituiscono presentano la stessa molteplicità varia , incoerente , discorde , contrastante che rilevammo nelle istituzioni di una stessa città , e nelle specie e negli ordini del mondo vegetale ; e per le ragioni medesime . Sicché la verità della espressione L ' uomo è un essere logico è molto , ma molto , relativa . Si immagina volgarmente e si sentenzia nella filosofia tradizionale comune che le cognizioni umane escono da una sostanza semplicissimamente unica e quindi modellate tutte sul suo stampo logico sempre uguale a sé stesso ; sicché debbano necessariamente e consentire tra loro assolutamente e subordinarsi alla perfine infallibilmente , da sfera a sfera , ad una sola ragione suprema di tutte . Ma lo stampo unico è una chimera . E la coerenza logica delle idee di un uomo è una supposizione falsa contraddetta apertissimamente dal fatto . I dati della cognizione di un uomo cadono nella sua coscienza a poco a poco , in tempi diversi , per vie disparate , in modi vari , con direzioni opposte . E vi si incontrano a caso , come i detriti e gli oggetti d ' ogni sorta trascinati dagli affluenti nel fondo di un grande fiume da plaghe opposte e lontanissime . Anzi , siccome il massiccio fondamentale della psiche individua è lo stesso patrimonio comune delle cognizioni tradizionali della società nella quale si forma , e questo patrimonio è la sovrapposizione storica dei trovati disformi e discordanti delle età passate , così la coscienza può paragonarsi alla roccia geologica costituita di una serie di stratificazioni affatto diverse l ' una dall ' altra . La logica non precede le cognizioni , ma le segue . Le cognizioni quindi si accampano nella mente prima che sia intervenuta nessuna ragione dialettica di principii che ne decretino l ' accesso e l ' ordine e il modo di dipendenza da tutte le altre prima accettate ; e vi possono restare senza e malgrado questa ragione . Quante idee , se facciamo un poco di esame di coscienza , noi possediamo che non ci siamo ancora mai domandati in che rapporto stiano e come si debbano conciliare con quelli che chiamiamo i nostri principii ; ovvero che solo in progresso di tempo accordammo con essi , magari anche con un accordo puramente provvisorio e mutabile ad ogni lieve occasione ! La logica non è la causa , ma l ' effetto delle cognizioni già possedute . Come il fermento non è la causa ma l ' effetto delle miscele fermentabili . Le idee si orientano le une verso le altre e si aggruppano intellettualmente nelle generalità e nei sistemi dipendenti per l ' incontro accidentale che se ne dà nella mente , secondo le ragioni delle loro attinenze naturali e delle disposizioni del pensante , sia generali sia del momento , e della vivezza colla quale gli appariscono . Ma la forza organizzatrice così sorta , essendo sempre limitata , si esaurisce in una quantità proporzionata di lavoro , che non arriva mai , di gran lunga , a smuovere l ' intera massa dei dati della cognizione , e si limita anzi ai più superficiali ; verificandosi anche nel mondo del pensiero la legge del mondo fisico , nel quale la resistenza alla scomposizione cresce portandosi verso le formazioni così dette elementari , fino a diventare una resistenza assoluta relativamente alle forze attualmente disponibili . Non solo ; ma la forza stessa agisce con intermittenza e a sbalzi , e rifacendo e disfacendo e con energia incostante il lavoro fatto innanzi ; e sopratutto poi stabilendosi come dei fochi molteplici , diversi , e tra loro pugnanti di ordinamento logico , in modo che la mente riesce sempre , oltre che ad essere solo affatto incompletamente logica dove lo è , ad avere poi anche più logiche opposte nello stesso tempo . E insomma non è l ' uomo che domini il suo pensiero , ma è il pensiero , che la natura gli insinua suo malgrado , che domina lui . Perché poi il lavoro logico , che si trova già fatto nella mente di un individuo , e che dicemmo derivare dalla stessa virtù nativa delle idee che vi si riscontrano , solo in piccolissima parte è un prodotto individuale : nella parte immensamente maggiore è un prodotto collettivo ; e quindi nell ' individuo è importazione dal di fuori . La logica comune del pensiero di un europeo del secolo decimonono è l ' accumulamento dei lavori logici di tutti i precedenti fissatisi nel patrimonio cogitativo generale e imposto ad esso indeclinabilmente dalla eredità fisiologica , dalla educazione , dalla lingua , dalle istituzioni , dall ' arte , dalla convivenza . Cioè a dire , è quel massiccio fondamentale della coscienza del quale parlammo sopra . E siccome un uomo , oltreché alla società in generale , appartiene ad una sua classe speciale , e la sua educazione l ' ha compiuta sotto l ' influenza di una qualche istituzione particolare della città , mettiamo della chiesa , della milizia , del teatro , e via dicendo , così le sue idee , oltre l ' assetto fondamentale comune a tutti , hanno poi una varietà forzata di orientazione determinata dalla suddetta specialità di educazione subìta . Sotto l ' impero ineluttabile delle dette logiche imposte resta poi un piccolo campo di libertà logica individuale . Ed è in questo campo che si maturano i tipi logici individuali . I quali , se più rilevati , fanno risaltare fra le ordinarie le individualità straordinarie , cioè gli uomini eccentrici e i sapienti . Il lavoro logico dell ' eccentrico è una anormalità non vitale destinata a svanire con esso ; quello del sapiente è una formazione nuova progressiva durevole nella lotta per la esistenza e gli sopravvive , e s ' innesta nel grande organismo logico che sarà ereditato dai posteri . Ma fosse l ' uomo coerente con sé stesso almeno nella logica piena di incoerenze impostagli dal di fuori ! Nemmeno questo . La regola di ragionare nell ' uomo ha le sue fasi , come la luna . In lui si alternano le logiche più contraddittorie coll ' alternarsi delle condizioni del vivere e del sentire . I Tedeschi designano l ' anima con un nome derivante da una parola che anticamente significava il mare . E con ragione , essendo l ' anima mobile , varia , tempestosa al pari di esso . Ancor meglio però si potrebbe assomigliare l ' essere instabile , mutevolissimo e burrascoso dell ' anima umana all ' atmosfera e ai relativi fenomeni meteorologici , per l ' incessante succedervi della luce e delle tenebre , del caldo e del freddo , della calma , della serenità , del vento , della pioggia e della gragnuola . Anche nel sogno colle sue immagini or liete or tristi il sentimento ondeggia fra il piacevole e il doloroso . Assai più vivamente e rapidamente sale e discende il termometro della passione nella veglia pel contatto continuo e variato delle cose reali ora gradite or disgustose . Assai curioso è il fenomeno per chi arriva a notarlo e a seguirlo ne ' suoi momenti fuggevolissimi , come avviene per esempio in chi sta giocando mettiamo al bigliardo . Ad ogni colpo di stecca , ad ogni corsa di biglia il cuore passa rapidamente e vivamente , colle gradazioni più variate , dal timore alla speranza , dalla soddisfazione allo sconforto , dalla gioia allo sdegno , riproducendosi nell ' adulto il fatto del bambino che passa in un attimo dal pianto al sorriso per la sola vista improvvisa di un giocattolo o di una ciambella . Or bene , cambiandosi così lo stato del sentimento , che si dice cieco , si cambia del pari la ragione del vero e del falso , del giusto e dell ' ingiusto nella logica dell ' intelletto , al quale pure si attribuisce il vedere . Chi non l ' ha provato , chi non l ' ha visto , chi ne dubita ? La benevolenza ha la sua logica ; una contraria ne ha la malevolenza . Il dispetto ragiona in un modo , in un altro la compiacenza . La logica dell ' amore è di cappotto il rovescio di quella dell ' odio . E così via per tutti i mille registri di quello strumento curiosissimo che è il cuore umano . Mantova , 2 agosto 1881