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> anno_i:[1880 TO 1910} > autore_s:"CARDUCCI GIOSUÈ"
AL FERETRO DI GIUSEPPE REGALDI ( CARDUCCI GIOSUÈ , 1883 )
StampaPeriodica ,
Dicendo le ultime parole su gli avanzi mortali di Giuseppe Regaldi , che la città e la Università di Bologna onorando e commemorando restituiscono agli affetti de ' suoi e della terra natale , io farò prova di vincere la tristezza che m ' invade dinanzi al mancare di questo collega che anche mi fu per quindici anni amico buono , al disparire di questo quasi ultimo raggio della poesia de ' nostri padri . I pianti delle prefiche e gli strilli dei panegiristi sono per i morti volgari : dalle bare degli uomini che servirono nobilmente la patria sorge il documento della vita loro a confortare ad ammonire a illuminare i superstiti . Se bene a ripensare che della gioventù di quest ' uomo , il quale passò biondo cantore fra le genti latine , che vedendolo e udendolo si domandavano ammirate Or come ritornano gli aedi e i trovatori nell ' età della stampa e delle gazzette ? se bene , dico , a ripensare che di quella gioventù ed energia di spiriti , di quell ' espansione dell ' anima , di quelle gioie , di quelle glorie , di quelli amori , resta a pena una languida memoria , e che sparirono come l ' ombra d ' un sogno ; se bene , a ripensare tutto cotesto , la tristezza è necessaria e profondamente umana . Ma lasciamo alla storia letteraria le ricordanze di questo ultimo dei trovatori , il quale fu anche egli attratto , come i predecessori suoi del medio evo , dalla visione del mistico oriente , dal desio dei pellegrinaggi nella terra madre dei popoli , delle religioni e delle scienze , e infine , come i trovatori antichi si rendevano a Dio raccogliendo nella solitudine d ' un chiostro l ' età sfiorita , si raccolse , obbedendo ai tempi , in miglior solitudine , per consacrare alla scienza e all ' insegnamento gli anni della vita matura nell ' esperienza . Alla storia letteraria il giudizio e la lode del facile poeta ritemperato nei forti studi e nei fermi ideali . A noi , suoi colleghi ed amici , a voi , suoi discepoli , la testimonianza del culto ch ' egli ebbe per l ' arte e la scienza , della religione ch ' egli portò nell ' adempimento del dovere : della religione del dovere , che è la qualità più alta del carattere e la parte più nobile della vita , perché la più disinteressata . Per degnamente apprezzare la coscienza di Giuseppe Regaldi e trar documenti dal suo esempio , bisogna aver veduto e udito come cotesto poeta estemporaneo si fosse condotto a pesare , infaticato e incontentabile , su bilance sempre nuove di giudizio e disamina , non pure ogni fatto , ogni cifra , ogni asserzione , ma ogni espressione ed ogni parola , prima di pronunziarla dalla cattedra o di consegnarla al libro : bisogna aver saputo e veduto com ' egli , così innanzi negli anni , vegliasse le notti o sorgesse con l ' alba per preparare in lunghe cure di ricerche e raffronti quelle lezioni di storia , delle quali gli uditori ammiravano la colorita facondia . Come egli , già strascinantesi negli ultimi passi della vita , fosse rigido osservatore dell ' officio suo a tutte le lezioni , nelle ore anche men comode , nelle stagioni anche più rigide , gli studenti lo sanno : lo sappiamo , con dolore , noi suoi amici , che in vano ci adoperammo a persuaderlo di risparmiarsi . Il voto supremo del vecchio era finire il suo Egitto : come chiamava egli il libro , pubblicato nell ' ultima estate , ove raccolse le sue peregrinazioni di poeta e i suoi studi di professore . Gli ultimi due anni della vita egli travagliò intorno all ' Egitto , quasi ricercando dall ' oriente la luce che gli consolasse e riscaldasse il solitario crepuscolo . Finito il suo Egitto , al Regaldi parve oramai finita la parte sua nel mondo ; e rassegnato chinò il bianco capo sotto il volo della Parca che veniva . E la Parca lo toccò pur allora uscito dalle soglie dell ' Università , dal tempio , così egli diceva , della sapienza : lo toccò e gli disse : Basta , buono operaio ; va , e riposa . Or ecco quello che avanza di Giuseppe Regaldi . La spoglia e gli affetti ultimi del poeta , la gentile alterezza della sua fama , alla terra nativa : le sue ispirazioni e gli studi alla storia letteraria e civile d ' Italia : a noi suoi colleghi ed amici , la memoria , sempre onorata , sempre cara , delle virtù sue e della bontà ; a voi , giovani , l ' ammaestramento e l ' esempio . O giovani , ogni qual volta vi avviene ( in questi anni ahi troppo spesso ) di assistere al passaggio supremo di alcuno dei valenti di quella generazione che cooperò a riconstituirvi la patria , a riconstituire di tanti volghi dispersi , la più gloriosamente dotata delle nazioni latine , o giovani , voi dovete pensare : pensare quanto voi dovete ai vostri maggiori , quanto da voi aspetta la patria . I vostri maggiori , o giovani , come apprese loro il padre ideale della nuova Italia , vollero , sempre vollero , fortemente vollero ; e vollero le nobili e alte cose . Giuseppe Regaldi diceva a me nelle famigliari conversazioni , e lo scrisse per avventura in alcun de ' suoi libri : Io ebbi sempre innanzi tre ideali che mi si andavano a grado a grado allargando nella poesia e negli studi : Dio , Patria , Umanità . Tre grandi ideali in vero , o giovani : Dio empié la storia dei popoli semiti : la Patria fece la storia di Grecia e di Roma ; l ' Umanità va informando la storia nuova iniziata dal pensiero rivendicatosi a libertà . E o che gl ' ideali della Patria e dell ' Umanità si voglia considerare come trasformantisi rispecchiati nell ' ideale immanente di Dio , o che gl ' ideali di Dio e della Patria si considerino come trasformantisi e modificati nell ' ideale permanente dell ' Umanità , il vero è che senza ideali le civiltà non fioriscono , che senza ideali non v ' è disciplina non v ' è instituzione . L ' arte , per sé sola , è trastullo inutile : la scienza , fine a sé stessa , è inutile tormento : ambedue conspiranti all ' azione fraternamente umana nella luce che viene dagli esempi degli spiriti magni sono la corona della vita . Milizia è la vita degli uomini su la terra sentenziò il savio orientale : milizia di combattenti per il vero e per il buono , dove solo è la felicità . E se questo pensando , se ripensando al passato e all ' avvenire d ' Italia , con una mano sul cuore , voi solleverete un momento gli occhi al cielo della patria , vi parrà , o giovani , vedere i vostri padri , i vostri morti , accennarvi dall ' alto e inanimarvi con gli scudi circonfusi di gloria e rutilanti di luce , con i vessilli sventolanti vittoria nell ' azzurra eternità senza passione . Bologna , 16 Febbraio 1883 .
ETERNO FEMMININO REGALE ( CARDUCCI GIOSUÈ , 1882 )
StampaPeriodica ,
A Ravenna , dove io era il 6 giugno , per la inaugurazione del monumento al Farini , rappresentando la Deputazione storica romagnola instituita già dal dittatore , rividi , per la prima volta da che ministro , Benedetto Cairoli . O , a dir meglio , egli primo vide me ; e per la sala affollata di deputati , di senatori , di generali , mi corse incontro con quella sua bella faccia serena come un maggio di Lombardia , e mi abbracciò e mi strinse forte le mani guardandomi in viso , e mi batté su le spalle ; e tràttomi in disparte , e chiamati a sé gli onorevoli Baccarini e Zanardelli , tutti tre mi furono a dosso a mezza spada perché mi rendessi alla croce del merito civile di Savoia . Io risposi : ci pensassero su dell ' altro , e vedrebbero che sì per me sì per loro il meglio sarebbe non ne far nulla . La sera al tardi rividi gli onorevoli Baccarini e Zanardelli in un ritrovo di progressisti a cena . Con i progressisti di Ravenna si può anche andare a cena , senza pericolo che vi appioppino su le spalle un macigno di discorso politico o vi facciano scattare in faccia qualche macchinetta elettorale . E lì in mezzo a tutti quei progressisti , di colore anzi che no acceso , e taluno anche , se volete , repubblicano a larga cintura , il Zanardelli con quel suo fare tra dinoccolato e nervoso , cominciò a movere il discorso su la grande penetrazione d ' ingegno e la squisita coltura di S.M. la Regina . E poi , con un atto di testuggine ritraendo il collo per entro le spalle quasi per non parere d ' esser lui , seguitò della molta stima in che ella aveva i versi del Carducci e specialmente le odi barbare . A questo , riallungando il collo e volgendo in qua e in là la testa fine e la fronte irrequieta , come un baco da seta che vada al bosco ( chiedo perdòno all ' autore della riforma elettorale , a cui sono con molta stima affezionato : ma per la fedeltà della descrizione mi abbisognano questi paragoni ) , prese a raccontare come la Regina ricevendolo a udienza lo salutasse coi versi , Lieta del fato Brescia raccolsemi , Brescia la forte , Brescia la ferrea , Brescia leonessa d ' Italia , ecc . e poi rifacendosi da capo gli dicesse a mente tutta l ' ode . E qui mi guardava con que ' suoi occhi sbadatamente interrogatori . Io sorridevo . E il ministro seguitava come la Regina conchiudesse Ah sì , il ... è da vero il primo dei nostri poeti viventi ( qui il ministro è proprio mallevadore lui di tutto ) . Al che egli rispose con democratica cortigianeria Non so se a tal giudizio rimarrebbero contenti altri , ma non io oserò contraddire alla Maestà Vostra . Poi si passò ad altro ; ma su l ' uscire egli mi disse così sottovoce In somma la Regina vorrebbe che voi aveste la croce del merito civile . La mattina di poi , avviandomi con alcuni amici alla Pineta , ci scontrammo nelle carrozze che traevano i ministri alla stazione . E Benedetto Cairoli allungando e agitando le braccia tra i molti saluti mi gridò Dunque è fatto ; e il rumore delle ruote trascorrenti si portò il resto e mi tolse il rispondere . Io non ci pensava già più , quando di lì a un mese mi venne il decreto di nomina con gli statuti dell ' ordine , ove è fermato l ' obbligo di giurare fedeltà al re e ai successori , ponendo , inginocchiato , la mano destra su gli evangeli , tra due testimoni , dinanzi al ministro dell ' interno , che ha da firmare il verbale del giuramento . Rinunziai ; dico vero , con dispiacere ; co ' dispiacere di dover apparire , non essendo , sconoscente a chi mi tenne non indegno d ' una nobile onorificenza , fatta più insigne dall ' assentimento , che richiedesi a conferirla , degl ' illustri signori sedenti nel consiglio dell ' Ordine . Sì che , quando il rettore dell ' Università , un giorno prima che i Reali d ' Italia arrivassero a Bologna , chiamatomi a sé , cominciò a sollecitarmi che andassi anch ' io alla visita di ossequio , tanto più che la Regina aveva mostrato desiderio di vedermi , ecc . ecc . , l ' egregio rettore e amico senator Magni non ebbe a spendere parole molte . Che la Regina volesse proprio veder me , mi parve un tiro degli amici ministeriali per battermi nel debole ed espugnarmi . Ma io , che tante regine aveva cercate e osservate e studiate nella storia nell ' epopea e nel dramma , era ben io curioso di vedere una regina viva e vera e compiacentesi della poesia e delle arti . Intanto i Reali vennero . Erano di quelle giornate quali il novembre non ne dà , credo , che a Bologna . Fango in terra e fango in cielo : stillanti , grondanti , chiazzati in tetra umidità i tetti , le case , i muri : cinereo e grigio tutto : e dalla monotona deformità delle nubi filtrava un ' acquerugiola lenta , fredda , ostinata , che non si vedeva e immollava l ' anima , che non si sentiva ed empieva le contrade di una poltiglia mobile e appiccicaticcia , lubrica e attaccaticcia e impacciante , come eloquenza parlamentare : erano di quelle giornate che vien voglia di dar delle pedate alla gente in cui uno si abbatte , pensando Guarda quest ' altro fango che anche si move . In quel brutto vespero dunque del 4 novembre la confusione dell ' ingresso per via Galliera fu strana . Il popolo avea rotte e turbate le file e mescolati i colori officiali : erano aiuole di bianco e di turchino , di rosso e di nero , e sprazzi e barbagli d ' oro e d ' argento dagli elmi dai galloni dalle decorazioni dai gioielli per mezzo una gran massa oscura , una materia uniforme , che moveva moveva mugghiando e trasportando con sé cavalli e carrozze , e ufficiali e signore , e , al di sopra , le selve delle bandiere crollantisi e barcollanti quasi a un vento invisibile . Io era tra la folla che si pigiava innanzi dai portici ; e in quella confusione la figura della Regina mi passò davanti come un che bianco e biondo , come una imagine romantica in mezzo una descrizione verista , potente se volete , ma che non finisce mai ed annoia . La sera , nella piazza di San Petronio e nella attigua del Nettuno , lo spazio era , al paragone , più libero e l ' uomo poteva girare . E quando , ondeggiante per la fòsca storica piazza la variazione dei bengàla , uno dei finestroni di quel palazzo di mattone s ' aprì , e chiamati dagli applausi il Re e la Regina comparvero al verone , e dietro loro lo splendore della sala impallidiva in faccia alla gran tenebra e al fantastico alternare e mescolare dei tre colori , verde , candido , rosso ; quei due giovani , allora , risalutanti con effusione di gentilezza il popolo salutante , da quel luogo ove i legati pontificii s ' affacciavano a spargere le benedizioni per la morte e le maledizioni e le impiccagioni e le taglie e tutti i danni e i disonori della servitù e della viltà su la vita e su l ' Italia , doverono , io lo sento , toccare il cuore ai credenti di fede nelle sorti della monarchia unite alle sorti della patria . Io guardai la Regina , spiccante mite in bianco , bionda e gemmata , tra quel buio rotto ma non vinto da quelli strani bagliori o da quel rumore fluttuante . E una fantasia mi assalì , non ella fosse per avventura una delle Ore che attorniano il carro di Febo trionfante per l ' erte del cielo , e che attratta da un mago nordico nella notte del medio evo e imprigionata in quel castello di preti si affacciasse a vedere se anche venisse il momento di slanciarsi a volo dietro il carro del dio risalente . Ma la torre intanto del Potestà in quell ' emisfero di tenebre superiore si coronava di luce ; e io che ho pratica grande con quei monumenti , e ne so , massime di notte , tutti i segreti , vidi Enzo re di Sardegna ritto in piedi tra ' merli , senza spada e senz ' elmo , appoggiata la sinistra su lo scudo con l ' aquila nera dell ' impero e la destra su ‘ l petto ; e salutava e sorrideva , biondo anch ' egli e mestamente sereno . San Petronio taceva ; se non che quando un insolente riflesso di bengàla osava spingersi a quell ' ardua sua fronte ciclopica , cui questa grande intelligenza borghese vorrebbe appiccicare la maschera bianca d ' una facciata , pareva corrugarsi di dispetto : il vecchio gigante ingrugnato pensava ancora al suo piccolo comune trionfatore di re e di duchi , e non conosceva o non volea riconoscere . Gli entusiasmi andarono crescendo e vampeggiando più accesi il giorno appresso . Ai fuochi d ' artifizio e di frasi della gente per bene e sennata io non credo e non bado o rispondo con motti . Ma l ' entusiasmo degli artieri , dei lavoranti , dei facchini , l ' entusiasmo delle donne e dei ragazzi , mi trascina , mi eleva , m ' inumidisce qualche volta gli occhi . Ecco , io dico , questa parte men ragionevole e men culta , affermano , della razza umana , della razza in cui il primo e naturale reciproco saluto tra due individui che si riscontrino nella selva primitiva o nella selva civile è Io ti voglio mangiare o Io ti voglio ingannare ; questa parte men ragionevole e men culta di un popolo , il quale da molti e molti secoli credé ( le eccezioni confermano ) e crede che oltre e sopra la fisica tutto al mondo è impostura e ciarlataneria , che bisogna per altro mantenere pur con la forza per amore delle armonie sociali ; ecco , questa parte della razza feroce , questa classe del popolo scettico , si espande ancora spontanea ad amare e credere e godere qualche cosa fuori di sé , che a lei non giova ; l ' ideale . Perché , non mi si esca fuori con la servilità , con la viltà , con l ' ignoranza e con simili frasi fatte . Quei facchini , quei ragazzi , quelle donne , che sperano o che si ripromettono da que ' due giovani per sé ? D ' esser fatti ministri , come voi , repubblicani e papalini e borbonici dell ' altr ' ieri ? Di avere una prefettura o un posto di canattiere , uno spaccio di tabacco o una cattedra d ' economia ? No . La monarchia fu ed è un gran fatto storico , e rimane per molta gente una idealità realizzata : e il popolo acclama in que ' due giovani a punto una idealità realizzata . Di due sorte re ha la gente ariana : il conning germanico , quello che è forte ; il rex latino , quello che regge : nel primo , che vien da Dio , il popolo adora chi l ' ha fatto forte , Dio : nel secondo , che procede dall ' elezione , il popolo vede e riconosce la forma e il fine del reggimento , la legge e la patria . Ecco tutto . Altre idealità dovranno realizzarsi : va bene . O , più tosto , altre realità avverranno , che idealizzarsi non devono : va benissimo ; e vedremo . Queste cose io filosofo peripatetico andavo rimuginando sotto i portici del Pavaglione tra la folla . E mi fermai al negozio Zanichelli . Dove indi a poco entrò un signore , vecchio oltre gli ottanta , e dimandò volgendosi attorno Ma dove sono i repubblicani ? In Italia repubblicani non ce ne può essere ; o , se ce n ' è , non sono italiani . Io guardai quel vecchio signore ; poi volgendomi a un giovine dissi : Ecco , io son uno ; e al di là delle Alpi credono che io sia italiano . E la mattina di poi andai ad ossequiare i Reali d ' Italia . La mia bambina piccola mi disse Salutami la Regina . Ella ha nome Libertà ; e l ' augurio fu buono . Aspettando nell ' anticamera la nostra volta ( l ' anticamera era divisa in due spartimenti , in uno gli ufficiali , nell ' altro gli abiti neri ) io pensava meco stesso come io sapessi benissimo che fosse un re . Il re è un uomo allevato , vestito , decorato , stipendiato , nominato e salutato in una maniera convenuta , al quale anche si presta da alcuni o da molti leale e onorata obbedienza come da altri si fanno vili e perfide adulazioni . Ma in fondo il re è un essere governato , il quale dee moversi a posta di questo e di quello e cedere a esigenze e imperii anche impersonali . Sua Maestà è il più governato dei sudditi di Sua Maestà . Io per me non vorrei esser re , né meno per proclamar la repubblica . Ma il mondo quale ce lo siamo fatti o lo concepiamo e lo percepiamo noi è tutto fittizio : il discendente di Prometeo , animale plastico e artistico per eccellenza , fa suoi idoli diversi , e li vagheggia e adora o li vitupera e batte , perché rapito all ' ammirazione o all ' odio della sua idea nella imagine figurata dimentica che è opera sua , o perché l ' ha fatta a posta per isfogarci sopra i suoi capricci . E seguitavo discorrendo tra me e me . Io non ho per casa Savoia le antipatie , per esempio , della democrazia lombarda , suggellate in pagine di fuoco da Carlo Cattaneo . Degli Estensi non ce ne sono più e furon tutti mediocri : i Medici anche finirono come doveva finire una famiglia di banchieri illustrata dalla porpora e non dalla corazza : né la corazza deterse i Farnesi dalla macchia originale d ' esser figli di preti . Dunque , se il popolo italiano , persuaso non si potesse unificare la patria senza la monarchia , chiamò i Savoia , che colpa ne hanno essi , amico Alberto Mario ? L ' ambizione storica e politica della dinastia sarebbesi probabilmente limitata all ' Italia superiore : noi , noi stessi , Giuseppe Mazzini a capo , la tirammo nell ' Italia centrale : il Generale Garibaldi le conquistò il mezzogiorno e la conquistò al mezzogiorno . Ora , grazie a quella tendenza plastica dell ' animale umano a realizzare personalmente le sue idealità per poterle efficacemente adorare o vituperare a sua posta , il capo della famiglia di Savoia rappresenta l ' Italia e lo stato . Dunque viva l ' Italia ! Valletti , alzate la portiera , e passiamo a inchinare il Re . E la Regina ancora , l ' eterno femminino . Ella stava diritta e ferma in mezzo la sala ; e il Re , da parte , verso una finestra , passava , parlando accalorato e con forti strette di mano a tutti , di cerchio in cerchio . Benedetto Cairoli , raccolto nel suo giubbone di ministro , s ' era riparato in un canto ; e di lì , tal volta passando la mano destra sui mustacchi memori di una castanea sincerità e su la bocca sorridente , come per accarezzarsi , tale altra appoggiando il gomito sinistro a una colonna , mandava intorno intorno lo sguardo scintillante di contentezza . Diffuso era per gli occhi e per le gene di benigna letizia , in atto pio , quale a tenero padre si conviene . E avea ragione . Cotesto superstite d ' una famiglia di cittadini morti tutti per la patria ; cotesto cittadino che aveva il solo , assai curioso per un soldato , titolo di dottore ; cotesto uomo che camminando zoppica un po ' sempre e si appoggia volentieri al braccio di chi lo avvicina , Benedetto , in fine , come noi lo chiamiamo ; in quei giorni sorreggeva egli e portava e presentava agli entusiasmi del popolo d ' Italia la più antica famiglia reale d ' Europa , due giovani , cui la morte improvvisa del padre , forte ed esperto nocchiero , avea slanciato d ' un tratto nel difficile mareggio del regno e della popolarità . La Regina intanto , senza darsene l ' aria e non essendo nella sala né men l ' apparenza del trono , troneggiava ella da vero in mezzo . Tra quelli abiti neri a coda , come si dice , di rondine , e quelle cravatte bianche , ridicole insegne d ' eguaglianza sotto cui l ' invidia cinica del terzo stato accomunò l ' eroe al cameriere , ella sorgeva con una rara purezza di linee e di pòse nell ' atteggiamento e con una eleganza semplice e veramente superiore sì dell ' adornamento gemmato sì del vestito ( color tortora , parmi ) largamente cadente . In tutti gli atti , e nei cenni , e nel mover raro dei passi e della persona , e nel piegar della testa , e nelle inflessioni della voce e nelle parole , mostrava una bontà dignitosa ; ma non rideva né sorrideva mai . Riguardava a lungo , con gli occhi modestamente quieti , ma fissi ; e la bionda dolcezza del sangue sassone pareva temperare non so che , non dirò rigido , e non vorrei dire imperioso , che domina alla radice della fronte ; e tra ciglio e ciglio un corusco fulgore di aquiletta balenava su quella pietà di colomba . Delle soavità di colomba , de ' sorrisi più rosei , ella , la discendente degli Amidei e di Vitichindo , è cortese al popolo : in palazzo è regina . E se io le dissi Signora , non è vero che mi correggessi Volevo dire Maestà , non sono avvezzo a parlare con le regine . Cotesto è un madrigale ignorante . Come al Re nel vocativo si dice Sire , così alla Maestà della Regina d ' Italia si dice Signora , come Senora a quella di Spagna e Madame a quella di Francia quando ce n ' era . Cortigiani delle gazzette , imparate almeno le prime creanze del servaggio . Tali le impressioni e le ricordanze che di Sua Maestà la Regina d ' Italia io riportai e conservai da palazzo . Dove gentiluomini tutti croci e colonnelli tutti oro mi furono d ' intorno con grandi carezze , e mi lisciavano il pelo come a una belva oramai addomesticata 23 dec . 1881