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> anno_i:[1880 TO 1910} > autore_s:"LA_SELVI FILIPPO"
IN MORTE DI FRANZ LISZT ( LA_SELVI FILIPPO , 1886 )
StampaQuotidiana ,
Un telegramma da Bayreuth annunzia seccamente che l ' abate Liszt è morto iersera alle ore 11,15 . La notizia qui in Roma sarà appresa da molti con dolore , poiché il grande pianista ungherese aveva qui molti ammiratori e discepoli e una specie di piccola corte muliebre che lo seguiva cerimoniosamente tutte le volte ch ' ei si mostrava al pubblico stupefatto . E si mostrava per lo più nei concerti primaverili della sala Palestrina e della sala Costanzi , in ispecie quando suonava una di quelle cento pallide fanciulle che rispondono a un nome romantico e sonoro ed hanno la fronte luminosa poiché le ha baciate in sogno Federico Chopin . Il vecchio sedeva sempre in prima fila , tra due signore elette ; ascoltava con molta benevolenza , e sorrideva assai dolcemente da quella sua bocca lunga e sottile . Teneva il capo un po ' inclinato da una parte ; e la sua portentosa capellatura , che pareva tutta d ' argento massiccio , scintillava da lontano e dava alle adoratrici riguardanti una specie di estasi religiosa , simile a quella che dà ai devoti nelle chiese cattoliche il fulgore dell ' ostensorio tra le nuvole dell ' incenso . In questi ultimi tempi la figura di Franz Liszt aveva acquistata una solennità leggendaria ; era come una reliquia preziosa . Nelle sue attitudini il maestro teneva una immobilità scultoria . Io l ' ho visto una volta conservare la stessa posa , durante circa mezz ' ora ; e mi parve quasi ch ' egli non fosse più un uomo vivente ma un idolo , un idolo materiato di metallo e di cera . Alla fine dei concerti , egli usciva a braccio d ' una signora , tra due ale di gente riverente . Il corteo consueto gli veniva dietro ; e nel corteo c ' era Giovanni Sgambati con la sua faccia plenilunare indiata dalla raggiera de ' capelli , e c ' era la signora Helbig dal sorriso così giovenilmente fresco che le rischiarava tutta la gran persona , e c ' erano i giovini maestri , Gullì , Consolo , Rosati , e c ' era una schiera misteriosa di lisztiani che andavano innanzi trasognati , con dei visi sacerdotali raggianti ispirazione tra l ' ombra spiovente delle chiome . Chi non ricorda quella scena che era sempre la medesima ? Ora Franz Liszt è morto , e la notizia ci empie di meraviglia . Pareva che l ' autore delle Consolations dovesse rimaner tale qual era , eternamente , quasi pietrificato in quella sua vecchiezza gloriosa , all ' ombra della sua magica capelliera . Noi non lo vedremo più qui a Roma ; e i giovini pianisti non saranno più consacrati dal suo sorriso . L ' ultima volta che lo vedemmo fu qualche mese fa alla cerimonia di fondazione della sala per concerti nell ' Accademia di Santa Cecilia . Egli , grave e solenne come un apostolo , scrisse il suo nome sul libro che gli presentarono . Le acclamazioni facevano tremare l ' edifizio . La gran chioma d ' argento radiava come non mai . Quando sorrise , un baleno di giovinezza gli passò nelli occhi che aveva dolci e profondi , e la sua faccia si animò come la faccia d ' una statua marmorea su cui fosse caduto d ' improvviso un chiarore . Quella forse fu l ' ultima sua gioia ; e gliela diede Roma .