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> anno_i:[1880 TO 1910} > autore_s:"PAPINI GIOVANNI - PREZZOLINI GIUSEPPE"
LA FINE ( PAPINI GIOVANNI - PREZZOLINI GIUSEPPE , 1907 )
StampaPeriodica ,
Questo è l ' ultimo numero del Leonardo . Il Leonardo non " sospende le pubblicazioni " , come usano dire le riviste vergognose , ma le cessa e le chiude assolutamente e definitivamente . Se per caso riapparisse in seguito una rivista collo stesso nome - e vi fosse pur dentro qualcuno dei nostri collaboratori di secondo ordine - avvertiamo fin da ora che si tratterebbe di una illegittima contraffazione messa insieme da imitatori maligni . Il Leonardo nostro , quello che tutti conoscono odiano e amano , scompare oggi per nostra volontà e scompare per sempre . Ma non vogliamo lasciare quest ' impresa - nella quale per cinque anni abbiamo speso entusiasmo energia e denaro - senza dire brevemente e sinceramente perché abbiamo presa questa decisione . Tanto più che il Leonardo non muore per le cause che portano di solito la morte alle altre riviste . Cominciamo pure , senza complimenti , dalle cose più volgari ! Il Leonardo non muore per mancanza di denaro . Muore , piuttosto , per una certa minaccia di futura prosperità . Già da tre anni il numero degli abbonati s ' è decuplicato , la vendita è aumentata e si prevedeva prossimo il momento in cui sarebbe divenuto inutile ogni sacrificio personale dei redattori . In seguito a ciò alcune persone ci avevano offerto di prendere per conto loro la gestione del Leonardo , facendolo diventare mensile e lasciando interamente a noi la direzione . Se avessimo altre anime tutto questo ci avrebbe fatto molto piacere . A poco a poco il Leonardo sarebbe divenuto un buon affare ; ci sarebbe stata una amministrazione regolare e forse dei guadagni e più tardi noialtri , invece di essere obbligati a spendere , saremmo stati pagati per la nostra opera . Ma questa appunto è stata una delle ragioni per cui ci fermiamo . Il Leonardo non ha mai avuto , nella nostra mente , niente di commerciale e l ' idea di avere accanto degli amministratori , e magari degli azionisti , i quali più o meno direttamente ci avrebbero forzato a modificare lentamente la nostra impresa per accrescere o per non diminuire gli utili , ci repugna completamente . Noi abbiamo scritto sempre per pochi , sapendo bene che le cose da noi dette potevano essere comprese e vissute soltanto da quelli che avevano anime ed esperienze simili alle nostre , e questa frotta di abbonati professori , dottori , avvocati , dilettanti che andava crescendo intorno a noi ha finito con lo annoiarci . Anche involontariamente un giornale diventa ciò che vogliono i suoi lettori e per quanto abbiamo resistito abbastanza fino ad oggi sarebbe impossibile continuare a far concessioni a quelli che ci seguono . Il Leonardo deve sopportare il destino di tutte le cose che hanno una certa fortuna . Finché s ' è in pochi e si combatte , da soli , contro tutti , non ci son pericoli di transazioni e di degenerazioni . Appena si comincia a fare del rumore la gente viene intorno e i curiosi , gli snobs , gli interessati , gli arrivisti , gli adulatori , i paurosi si mettono a batter le mani , a far complimenti e ad offrir servigi . Si finisce , a questo modo , soffocati in un terribile circolo vizioso . Il fatto di esser soli ci permette di esser buoni e indipendenti e queste qualità attirano la gente perché la folla è attirata dalla solitudine che la disprezza ; e la folla che si stringe intorno fa sparire , col solo suo contatto , quelle nostre qualità che l ' avevano attirata . Cosa volete fare contro questi venefici cortigiani ? L ' unico rimedio sarebbe di rispondere con sgarberie alle lodi e con dei calci alle profferte di aiuti per conservare , a forza di villanie , il cerchio di solitudine , ma la raffinata civiltà dei nostri tempi non permetterebbe tali eccessi di difesa e anche dei convinti maleducati quali noi siamo , non vogliono correre il rischio di esser rinchiusi in una casa di salute . Ma il fatto è questo : che il Leonardo è costretto a sparire , oltre che per altre ragioni , perché troppi s ' interessavan di noi . Come i nostri lettori ricorderanno più volte ci siamo lamentati di questo superfluo successo . Non solo in Italia , ma in Francia , in Inghilterra , in America , in Germania - perfino a Tien - tsin e al Cairo - c ' erano uomini che credevano farci piacere e onore occupandosi delle cose nostre . Il più delle volte , naturalmente , si trattava di uomini che non ci comprendevano e non potevano comprenderci , che ci lodavano di qualità senza importanza ; che ci difendevano con ragioni stupide ; che ci opponevano obiezioni alle quali avevamo già risposto : che ci accusavano delle nostre migliori qualità ; oppure che si limitavano freddamente a dire cosa avevamo fatto . Pochissime volte c ' è accaduto di scoprire qualche anima che valesse la pena di esser conosciuta . E questo diciamo anche per quelli che ci furono più vicini ; anche per quelli che più o meno abilmente ci seguirono e ci imitarono . Da loro , anzi , ci vennero i maggiori , per quanto taciti , ammonimenti di finire . Gli intrighi , le rivalità , le bizze , le mutue concessioni , le involontarie ipocrisie , le interessate rivolte , gli umilianti maneggi ; tutto ciò che rende frivola e falsa la vita delle riviste “ giovani " ci ha costretti a guardare con occhio meno indulgente le nostre apparenti complicità e solidarietà . Un ' altra delle ragioni del suicidio del Leonardo è la cattiva riuscita dei connubi che abbiamo fatto con altri gruppi . A causa appunto dell ' interesse da noi svegliato non è stato possibile , meno che per un brevissimo periodo , fare una rivista assolutamente personale , vale a dire scritta interamente da noi due . Per tre volte abbiamo accolto con noi uomini diversi e per tre volte abbiamo dovuto riconoscere l ' impossibilità delle mescolanze . Il primo connubio è stato quello coi letterati e i pittori che finì subito , grazie alla fondazione dell ' effimero Hermes ; il secondo è stato coi logici , coi matematici e gli analitici i quali si son resi intollerabili per la loro mancanza di tolleranza e per la loro incapacità di comprendere il lato artistico e avventuroso della nostra opera ; e il terzo cogli occultisti dai quali , fin dall ' ultimo numero , ci siamo definitivamente staccati . Per tornare del tutto soli bisognerebbe rompere violentemente amicizie , rapporti , interessi , e d ' altra parte non vogliamo tentare nuove combinazioni che non potrebbero avere miglior fine delle altre e non vogliamo , soprattutto , che il Leonardo possa essere sfruttato da piccoli arrivisti intellettuali che si divertono a giuocare la terna della ribellione per giungere più facilmente ad arraffare una qualsiasi gloriuccia . I resultati di queste nostre associazioni momentanee sono stati poco piacevoli e per quanto fino all ' ultimo il Leonardo non abbia perduto quella fierezza e quella spontaneità , che furono fra le sue doti migliori , pure le varie influenze che in esso si sono avvicendate hanno lasciato le loro traccie e in certi momenti il Leonardo è stato un po ' troppo agghindato e decadente - in altri troppo serio e quasi accademico - e perfino , per quanto ci meravigli questa confessione , troppo assurdo e fantastico . Ma poiché non vogliamo tener niente nascosto diremo apertamente che tutto questo non sarebbe bastato a farci interrompere l ' opera nostra se non vi fossero state altre ragioni più interne e . perciò più importanti . Il Leonardo è stato sempre da noi considerato come un apparecchio per eseguire determinate esperienze sull ' anima vile italiana . Dopo cinque anni di queste esperienze , dopo aver cercato con questa rivista e con altre opere , di scoprire uomini , di svegliare e trasformare anime , di trovare giovini che fossero per noi compagni e schermidori e non pappagalli male ammaestrati , ci siamo persuasi che non vale la pena di continuare . Quelli che abbiamo trovato - o meglio ci hanno cercato - ci sono apparsi , in fondo , non troppo dissimili dagli altri . Erano diversi in quanto parlavano di cose nuove e rispettavano autorità prima non riconosciute ma non diversi per anima , non diversi per vita morale . Ma questo è ciò che conta per noi e perciò abbandoniamo l ' improvvisata professione " di pescatori di anime " . Noi abbiamo certamente ottenuto qualche cosa . Abbiamo fatto conoscere agli italiani dottrine e uomini che per loro erano ignoti ; abbiamo discusso e combattuto con fortuna scuole vecchie e nuove o rinascenti , quale sarebbe il positivismo , il modernismo cattolico , il neo - hegelismo ; abbiamo imposto all ' attenzione delle persone prudenti soggetti e studi troppo disdegnati ; abbiamo contribuito a far cambiare il tono ipocrita e melato che regnava nelle discussioni intellettuali e abbiamo mostrato con l ' esempio che le idee non sono delle parole che s ' imparano ma delle cose vive che si possono vivere , godere ed uccidere . Ma tutto ciò non è abbastanza per noi . Siamo sempre stati dei megalomani e sempre perseguitati dal bisogno di proporci e di conseguire fini grandiosi . Sia per fretta o per impotenza non siamo riusciti e abbandoniamo la nostra maggiore arma . Il Leonardo è venuto fuori da un lungo periodo di fremebonda e laboriosa solitudine e ora noi torniamo un po ' inquieti e un po ' fiduciosi alla solitudine che lasciammo or son molti anni con tanti sogni nel cuore . Noi lasciamo volentieri il posto agli altri . Il Leonardo ha già prodotto delle imitazioni ed è questo il segno migliore che il suo tempo è passato . Quello che in esso poteva esserci di assimilabile per la folla sarà continuato e il nostro albero , dopo aver fatto cadere qualche fiore , può essere tagliato senza rimpianto . Senza rimpianto ! Per quanto possa parer singolare in noi questa freddezza di fronte a ciò che fu la nostra cosa più cara , noi scriviamo sinceramente queste due parole . Diremo apertamente che negli ultimi tempi il Leonardo non c ' interessava più come prima . Mentre andava crescendo l ' interesse degli altri scemava il nostro . Da qualche tempo abbiamo seguitato a fare il Leonardo semplicemente perché questo esisteva di già , perché era atteso , perché ci eravamo impegnati moralmente a continuarlo con tutti quelli che ci amavano e soprattutto con quelli che ci combattevano . Ma il Leonardo non era più per noi - come ai primi tempi - l ' espressione necessaria ed appassionata delle nostre scoperte e dei nostri desideri . A poco a poco andava diventando qualche cosa di meccanico , di abituale , di routinier . Si andava creando il tipo del Leonardo : in ogni numero bisognava trovare uno straniero da rivelare all ' Italia ; un programma nuovo da gettare davanti ai nostri simili e quella certa quantità di sdegno e di rabbia che dovevan contenere le schermaglie . Le cose non potevano continuare così . Per noi il Leonardo è stato sempre qualcosa di necessario , di personale , di sentimentale ; la voce che non potevamo far tacere dentro di noi , il diario dei nostri viaggi spirituali di Ebrei Erranti della cultura . È stato fin da principio un ' eruzione passionale e appunto perché eruzione non poteva durare a lungo . Quando la lava che scende si calma e diventa un rigagnolo lento il vulcano fa ridere . Non diciamo con questo di essere dei vulcani spenti . Noi continueremo ancora a fare , a pensare , a cercare ed anche a pubblicare . Ma noi sentiamo pure il bisogno di ripensare ai problemi che c ' immaginammo di aver fatto dissolvere nell ' aria ; di riesaminare tutte le nostre opinioni espresse con tanta leggera sicurezza ; di cercare nuove soluzioni a problemi già messi a posto ; a rivedere e verificare i nostri giudizi su cose e persone ; di ricominciare , insomma , ancora una volta , la nostra vita intellettuale . Tutto questo non possiamo farlo che nella solitudine . Pubblicando un giornale bisogna pur sempre seguire una tradizione , bisogna rispettare troppo le proprie opinioni passate , bisogna per forza trinciar giudizi su argomenti che non s ' è avuto il tempo di conoscere a fondo e continuamente bisogna fare degli sforzi per mantenere la necessaria abitudine della sincerità . Val molto meglio lasciar la gente ; scender dalla cattedra ; gettar via la nostra veste di docenti e ridiventare gli umili scolari del mondo , di questo terribile mondo nel quale non siamo ancora capaci di trovare la vera ragione di vivere - cioè la cosa più necessaria - ma nel quale siamo immersi e dal quale dobbiamo estrarre il meglio del nostro pensiero e del nostro essere . Non sappiamo per ora ciò che faremo in seguito . Non amiamo le fermate e le lunghe soste . Cerchiamo la calma , la pace , la certezza come tutti gli uomini ma finora l ' abbiamo trovata soltanto nel viaggio e nella inquietudine . Crediamo che vi sia una pace d ' altra specie e continuiamo a cercarla . Continueremo perciò a narrare a quelli che vorranno ascoltarci ciò che vedremo e scopriremo . Oggi , per il rispetto che dobbiamo alle nostre anime , sentiamo la necessità di far colare a fondo questa barca che ci fu cara . A quelli che la seguirono non chiediamo condoglianze o pietà . Non ne abbiamo affatto bisogno . Li esortiamo a fare per loro conto ciò che noi vogliamo fare : uno spietato esame di coscienza . Cerchino , s ' è possibile , di guardare sé stessi come un altro potrebbe guardarli e se riusciranno a considerarsi senza disgusto , anche il Leonardo non sarà morto invano .