Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"BERNASCONI UGO"
UN UOMO CON LA PIPA ( BERNASCONI UGO , 1914 )
StampaPeriodica ,
Di primavera - in un treno campagnuolo - al tramonto . Sabato . È l ' ora in cui gli ultimi operai rientrano dalla città alle lor case sparse pe ' cascinali . Sono ora i ritardatari : i vecchi , gli alcoolizzati , gli scemi . Il grosso degli operai - i validi - rincasarono già . Nel mio compartimento io son rimasto solo ; e mi diverto a trar fumo da una sigaretta . Sale un operaio . È vecchio - ed ha l ' aspetto imbecille . Dev ' esser di quelli che vivono tra la calce ; perché tutta la sua persona , l ' abito la faccia i capelli le mani , sono macchiati e inaspriti dalla calce seccata . Veramente , su ' suoi capelli , non si sa dire qual sia bianco di calce e quale di canizie : è tutto bianco indelebile e antico . È molto vecchio ? - Chissà . La sua faccia nasconde l ' età dentro le rughe e i solchi : somiglia una povera terra magra , nuda se non di poveri sterpi ( le sopracciglia e i baffi sembrano stipe ) - e ricca soltanto di spaccature e buche . Perfino il cuoio delle scarpe - enormi e riquadre - è straziato e aggrinzito dalla materia erodente ; ed è del resto molto simile al cuoio delle sue mani e del volto . I suoi occhi sono grossi ; e girano lo sguardo così lentamente , che a momenti sembrano spenti . Pure l ' espressione totale del viso non è triste ; è piuttosto di un ' ebetudine tranquilla che sia in aspettativa di qualche giocondità . Sul banco egli ha deposto un fagotto , ch ' è fatto della sua giacca con ravvoltivi i suoi ferri ; e più vicino a sé , un grosso pane di frumento , bianco , ravvolto in carta , sul quale ha pur cura di stendere ancora una sua larga pezzuola . Forse è quello il dono domenicale che egli porta a ' suoi - e lo protegge così come un tesoro . Quando il treno riparte il vecchio conta una manciata di monete . Quasi tutte di rame : e forse è il prezzo della sua fatica di sei dì . Scerne le poche lire , poi le conta sulle dita : e pare del suo conto soddisfatto ; perché riponendo il poco gruzzolo in tasca , mette un sospiro che par di sollievo . Dopo di che , s ' abbandona sulla spalliera di legno , rovescio il capo , gli occhi e la bocca socchiusi , come aspettando il sonno ; in un rilassamento totale dei muscoli e della volontà - come se costretti per sei giorni consecutivi , gli si allentino insieme improvvisamente . Ma l ' abbandono è breve . Raddrizza tosto la schiena ( il suo volto si schiude ) e cacciatasi una mano tra la camicia e il petto , ne trae una rozza pipa di legno abbruciacchiata - un cartoccetto di tabacco - e carica la sua pipa sospirando . Forse è quella la giocondità che il suo viso attendeva . Ma quando l ' ha presa tra le labbra e vuol accenderla , ecco s ' accorge che la pipa è ingombra . Pazientemente la rivuota , la rivolge : poi soffiando aspirando battendo , invano s ' adopra a liberarla . Si fruga nelle tasche : snoda il fagotto ; cerca tra i ferri ; ne cava un lungo chiodo puntuto , e con quello , già un po ' stizzoso , gratta e rispazza il macero fornello della sua pipa . Prova di nuovo - ma la pipa è ingombra . È evidentemente contrariato . Si guarda intorno , come per cercare un aiuto un consiglio un ' ispirazione . Il suo sguardo s ' arresta sul fumo ch ' io getto di bocca copioso : poi su me ; e pare ch ' egli abbia formulata in sulle labbra una domanda da rivolgermi - ma non osa . Forse è l ' aspetto decente del mio vestire che paralizza tutto il suo ardire . Finalmente si risolve : - " El gavaria no , sciôr una paja de sigar ? " - dice , dimostrandomi col gesto della mano verso la sua pipa il desiderio che le sue parole non sanno esprimere intero . Io mi palpo le tasche : - No . Tentenna egli il capo . Un momento ristà meditabondo : guarda di traverso dentro il nero fornello della sua pipa , come dentro un abisso che gli nasconda agguati : la batte ancora , sulle ginocchia , sulla mano , sul banco - inutilmente . Scorge al suolo un fuscello e si china a raccôrlo ( pare quando si risolleva che il fuscello pesi enormemente al suo braccio che sia indolorito ) - e si riaccinge con quello . Il volto è intento , la mano trema ... Ma il fuscello introdotto nella cannula si spezza , ed egli non può più ritrarnelo . " Gesuddiu ! " Ma sbollitagli appena la bestemmia , già si rinverde la sua lena industre . Straccia dal foglio che ravvolge il suo pane un piccolo lembo di carta ( piccolo , come per tema di scovrir troppo il tesoro ) e lo rivolve penosamente fra le dita - aspre e grosse dita inette alla materia lieve - a fabbricarne un ' asticina . Riesce alfine , e si riprova . L ' asticciuola entra : ma al minimo sforzo cede , ed egli è costretto a gettarla . Brontola ancora bestemmie , gli occhi nell ' alto . Ma ancora la sua voglia si rimpunta . Si rifruga per tutte le sue tasche : ne trae uno zolfanello : l ' appunta : si riprova con quello : gli si spezza ; non può . Adesso l ' uomo appare proprio costernato . Batte ancora la pipa in sul palmo - questa volta , pare assai più per dispetto che speranza . Poi ristà immoto , con l ' avversaria pipa in sulla mano , fitto lo sguardo su , stretta la fronte come per una straordinaria intensione d ' ingegno . Certo dentro di lui qualche cosa s ' inerpica e s ' imbizza ... Ma ecco si rispiana la sua fonte ; si riscuote ; ha trovato . Lesto cava di tra i suoi ferri un coltellaccio incurvo : l ' apre ; n ' esamina il filo ; considera il legno della panca su cui siede ; e pare si accinga a scheggiarla in sullo spigolo . Già la mano all ' atto ; - ma ristà . Par quasi che un ' altra - invisibile mano ma più forte - l ' abbia ghermito e lo ritenga . Sente egli la gravità dell ' atto ch ' è per compiere ? - un ' azione di quelle proibite , per cui ci sono i carabinieri i giudici gli avvocati il carcere e la multa ; qualche cosa come un delitto contro la proprietà ... Guarda a me di sottecchi , forse per convincersi se spio , forse per leggere nel mio volto , nel mio contegno , un incitamento in un senso o nell ' altro : correr dietro al suo lungo desiderio , o ascoltare il monito sopraggiunto ? - Io continuo a fumare , impassibile . L ' uomo ha scrollato un pochettino una spalla . Si direbbe che lo scrupolo gli pesasse materialmente in su quella , ed egli l ' abbia ributtato così . Ora infatti è spedito alla sua voglia : con un colpo secco stacca tra le sue ginocchia un lungo stecco di legno ( sùbito si rinserran le ginocchia ad occultar sulla panca la ferita ) - ed ecco intorno alla sottil scheggia staccata già s ' industria col ferro ; l ' aguzza , l ' assottiglia , l ' arrotonda . Prova . Ancora un poco in punta , un pochetto al mezzo ... Mette nel suo lavoro maggiore studio e maggiore attenzione che se costruisse l ' arco di un ponte . È fatto . Riprova . Lo stecco è rigido e esatto : sforza , passa , trascorre , due e tre volte . Accosta ancora la pipa alle labbra ; soffia ... Libera , libera ! ... Sbuffa adesso l ' uomo come se tenesse in petto , adunata nella lunga contensione chissà qual forza di troppo - ed anche si batte un buon pugno sulla coscia come suggello alla vittoria ghermita . Riprende il cartoccio del tabacco e si ricarica la sua pipa con la pacata sicurezza dell ' uomo che avendo definitivamente sterminato ogni resistenza nemica , si vede ormai dinanzi la via libera e piana alla sua gioia . Uno zolfanello in pronto - e attende ad accenderlo che il treno sosti . Forse è quello l ' ultimo fuoco che gli rimane e non vuole rischiarlo . Il treno sosta - riparte . Una fanciulla è salita nel compartimento ; e s ' è seduta fronte a fronte del vecchio , presso lo sportello , lo sguardo fuori , come tenendosi presta a fuggir fuori ancora . È giovanetta ed elegante , e bella molto . Come capitata là dentro ? - Sembra esiliata in quel riparto squallido . Quasi sdegnosa dell ' istess ' aria che le circola intorno , si tiene tutta raccolta in un ampio mantello bigio - funereo nel bel lume d ' aprile siccome i cieli del novembre lontano - e le pendono in basso sovra i piccoli piedi , le gonne soffici nere . Nera la mano che s ' adunca sul petto . Nero il cappello che le ombreggia la fronte . Ma albeggia sotto , di un pallore trasparente di miele , il viso piccolo elittico , concluso in due cortine di capelli ramei : vivono gli occhi lontani in aloni d ' ombra alabastrina . Ma le sgorga sotto il mento , fuor della clausura del mantello cinereo - quasi fosse il zampillo di qualche antica profondissima incontenibile gioia - roseo e leggero il nodo di una cravatta di tulle , come un vapore di nuvole aurorali . Il vento che irrue per la finestrella la investe circonfondendole il viso nel nimbo dei capelli agitati e del velo chiaro . Guarda ella china all ' urto villano , verso l ' occidua luce - una nemica ruga in sulla fronte . Il vecchio ha acceso la sua pipa - e trae ora il primo denso sbuffo di fumo ; quando il suo sguardo si arresta sulla nuova venuta che gli sta di fronte . La guata ritraendosi un poco , come dinanzi a improvviso nemico ; e gli esce intanto da un angolo della bocca uno zampilletto malsicuro di fumo : dall ' angolo della bocca che è il più lontano da colei che i suoi occhi scandagliano . Colei tosse . L ' uomo si riscuote . Come se il piccolo urto dell ' altrui tossire , meccanicamente , per occulti tramiti , si propagasse alla sua stessa persona - l ' uomo si toglie la sua pipa di bocca . Allunga una mano a toccar nel ginocchio l ' assorta . Quella trasale . L ' uomo tace - ma indica con la mano la sua pipa fumante . " Le fa male ? " - pare che voglia chiedere . Quella sorride , e accenna " no " col capo . Ma il suo sorriso è più triste della ruga che le incide la fronte ; e sùbito rifugge il suo sguardo al di fuori . E ancora tosse ; e sempre il vento la batte . L ' uomo , con la pipa in mano , sembra inebetito . Guarda la fanciulla , la sua pipa , me . ( Io ho finito allora di fumare e ho gettato il mozzico ) . Infine col pollice , lentamente - senza che il suo viso partecipi a quel che la mano fa - copre il focolare della pipa ; lo preme ; lo soffoca . Un estremo fumarello vien su pulverulento . Egli lo sta a guardare : poi , rivolta d ' ogni lato la sua pipa , se la ripone in seno . Scaracchia ora forte l ' uomo , come a divellere da ' suoi tessuti più intimi qualcosa di molto avvinto ; e si riabbandona contro la spalliera ; rovescio il capo , occhi e bocca socchiusi , come aspettando il sonno . Pendono e vanno alle scosse del treno , tra le ginocchia aperte , le mani gravi . L ' esiliata a un fischiar del treno , ha tese le gambe levando i piedi in un brivido . Quasi viene a toccare co ' suoi piccoli piedi insieme attorti le mani dell ' uomo pandenti . Sono di così piccola e fragiletta mole , che entrambi capirebbero annidati in una di quelle mani . Se la mano stringesse , s ' infrangerebbero entrambi .