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> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"BINNI WALTER"
LA GERMANIA E LA CIVILTÀ EUROPEA ( BINNI WALTER , 1934 )
StampaPeriodica ,
In questi ultimi mesi , dopo gli avvenimenti di Germania che hanno tolto molte illusioni sulla vera natura dell ' Hitlerismo e del nuovo risorgimento tedesco , si è formata in parecchi un ' opinione che va energicamente respinta . Si dice che la Germania è fuori dello sviluppo della civiltà europea , che si può , senza perder nulla di essenziale , astrarre dalla sua funzione spirituale . E , per mostrare la sua qualità di estremismo sconclusionato , di orgoglio barbarico , si tende a trovare una coerenza evolutiva perfetta tra il Germanesimo della Riforma e del Romanticismo , e il Germanesimo del Nazionalsocialismo , per finir poi con l ' auspicare ( il che può essere anche legittimo ) una civiltà totalmente latina . Queste opinioni , che non sarebbero in sé troppo considerevoli , ci offrono lo spunto a tratteggiare sinteticamente , nei momenti principali , lo sviluppo della Germania in seno alla civiltà europea , a mostrarne i contributi essenziali , ineliminabili , che si incentrano in un originale carattere di estremismo rivoluzionario distinguente appunto , nella storia passata , la funzione dello spirito tedesco nella formazione del mondo europeo . Vogliamo dire che la Germania ha portato alla civiltà europea un elemento di approfondita interiorità , un impulso a calare l ' ideale nel reale interamente : ha rappresentato quasi l ' avvertimento religioso contro ogni accasciarsi della spiritualità europea . Se si potesse antistoricamente , assurdamente astrarre dalla Germania , si perderebbe un duplice interiorizzamento di capitale importanza nella storia dello spirito . La storia europea si apre con un dualismo perfin troppo sfruttato dagli storiografi : Germanesimo e Romanesimo , che , fuori delle qualificazioni nazionali , si potrebbe ridurre a dualismo di barbarie giovane , feconda e di nobile saggezza , di forza e legge ecc . In realtà fu questo il vero atto di nascita alla storia della civiltà per lo spirito germanico , al quale il Romanesimo fu essenziale come cultura , dopo la cui assimilazione , la personalità non più ingenua comincia davvero a riconoscer se stessa . Perciò non ci fermiamo ad insistere su questo primo contatto della Germania col mondo latino , che è alla base e non ancora nel seno , della civiltà europea . La riforma era stata annunciata anche in Italia da spunti magnifici di neoplatonismo idealistico di grande profondità filosofica ( Valla , Ficino , Pico ) e , d ' altra parte , un grande tedesco direttamente vicino alla mentalità dei riformatori , il Cusano , si era formato sulla cultura e nell ' ambiente italiano . E furono poi il Socino e gli altri riformatori italiani a battere sul concetto essenziale della tolleranza . Ma insomma la potente scossa alle coscienze sonnecchianti e sorridenti fu data dalla riforma di Lutero , per opera di Lutero e dei decisi riformatori tedeschi avvenne la nuova nascita dell ' anima religiosa nel suo senso di completa fiducia in un Dio che agisce , sostiene , conduce dal di dentro le opere umane . Da una parte tornava la persuasione che solo l ' eterno ha valore , che l ' uomo deve annullarsi in Dio ( un approfondimento dei rapporti tra Dio e uomo , della completa dedizione del particolare all ' universale che è squisitamente religiosa e che si ritrova in seguito nello sfortunato movimento giansenista ) , dall ' altra invece si affermava la libertà dell ' uomo a pensare da sé , a staccarsi dalla mano materna della chiesa , a celebrare la propria spirituale originalità . Era insomma un riprendere contatto con il divino , fuori dei sillogismi e fuori dell ' elargizione ecclesiastica , dovuto a un estremismo , a un semplicismo distruttore il cui valore dialettico non può sfuggire a chi abbia un chiaro concetto dello spirito . L ' influenza diretta della Riforma sul mondo latino specialmente in Francia , è innegabile : è stato perfino notato che proprio la Riforma ha costretto violentemente la Chiesa cattolica a mettere bene in chiaro le sue carte e a definire per sempre il complesso delle sue leggi culturali , dei suoi dogmi , delle sue pretese di monopolio di salvezza . Ha rotto insomma la civiltà cattolica ed obbligato il cattolicismo ad entrare come una semplice forza nel giuoco più ampio della civiltà moderna . Ma a noi preme sopratutto in queste note far vedere la funzione dialettica della Germania come necessaria in una civiltà che va considerata come un risultato , una corposa sintesi di forze originali , native e perciò tra di loro contrastanti . Più confuso e complicato per gli stretti legami che ormai intercedevano fra le varie nazioni europee , si presenta il contributo dell ' elemento tedesco con il Romanticismo . Bisogna anzitutto notare che , per quante colorazioni diverse abbia potuto prendere in alcuni suoi rappresentanti , il romanticismo genuino è decisamente idealistico e trova il suo centro vitale nei teorici del trascendentale e dell ' assoluto . La collaborazione di poeti e filosofi nel primo romanticismo alla formazione di una nuova mentalità filosofica è così intensa e comune , che non si sa bene ancora se l ' autore del « Das älteste System - programm des Deutschen Idealismus » sia stato Schelling , Hegel o Hölderlin : il romanticismo era idealista e l ' idealismo essenzialmente romantico . Quello che abbia dato Kant al mondo dello spirito lo sa anche chi possiede una conoscenza minima del pensiero moderno : come sia da considerarsi uno stretto attraverso cui è dovuta passare tutta la precedente elaborazione concettuale della filosofia europea , come abbia fondato il nuovo Regnum Dei del disinteresse e della dignità umana extrateleologica ; come sia nata da lui una chiarezza cristallina al più assoluto dominio della coscienza , come per opera sua sia caduto , per non più tornare , il trascendente e tutto ciò che ne consegue . Rispetto al vero romanticismo fu soprattutto la base granitica , la salvaguardia contro le facilonerie e le intuizioni torbide . Il suo richiamo di eroe della morale alla universalità della coscienza legiferante è l ' inizio di un nuovo impeto religioso , di una nuova ribellione contro il formalismo del pietismo , il mondanizzamento della riforma e il materialismo illuministico troppo sorridente e sicuro di sé . I successori di Kant approfittarono della rottura del vecchio mondo per una nuova nascita dell ' uomo nella consapevolezza del proprio potere creativo . Il romanticismo più genuino è veramente uno « Streben » , un tendere generoso a nuovi valori spirituali . C ' è in tutti i romantici uno sforzo a chiudere l ' universale , l ' assoluto in ogni atto di vita , a realizzare il paradiso sulla terra , che era ignoto alla mentalità precedente , ed è proprio nell ' ambito del romanticismo tedesco che l ' aspirazione all ' universale e la sua giustificazione filosofica raggiungono un massimo che nessuna altra epoca ha toccato . Ci ricordiamo sì , fuori d ' Europa , delle profondità indiane , ma direi che restino per lo più in un cerchio pacato di moralismo e di saggezza senza quel senso della conquista che caratterizza il lato positivo del romanticismo . La vecchia metafisica , scartata e derisa più che abbattuta dall ' illuminismo , trovò davvero la sua fine nel criticismo kantiano , ma la nascita della nuova metafisica , della nuova teologia , sia pure troppo spesso trionfale e rapsodica , la dobbiamo all ' idealismo assoluto dei romantici . Essi ci diedero un Dio propagginato nella storia dello spirito perché ne rifiorisse ad ogni momento di espressione , e ci fossero resi impossibili i titanismi atei e negatori di un divino che si suppone diverso , lontano da noi . Quello che ci abbia dato il Romanticismo in ogni campo spirituale è tanto che ce ne sentiamo ancora , anche negandolo , eredi ; ma basterà qui notare l ' importanza del romanticismo per il fiorire dei principi nazionalistici nella loro massima purezza . La prima nazione europea che abbia coscientemente propugnato il principio nazionalistico con quella speciale giustificazione ideale di funzionalità delle nazioni al progresso dell ' umanità , è stata appunto la Germania di Fichte . Dopo il romanticismo , il mondo europeo prese coscienza del genio germanico e applaudì alle ceneri della gran fiamma romantica . Allora cominciò l ' oppressione del tedeschismo sul mondo occidentale , l ' ammirazione degli ingenui per le industrie del Reno e per le manifestazioni militariste del popolo tedesco . In realtà allora la Germania tradiva se stessa e il suo compito nella civiltà europea . Non si insisterà troppo sulla passività del materialismo in Germania : si perde la misura dello spirito e ci si volge all ' esterno , al « kolossal » , al quantitativo , si proclama : « Die Kunst hat die Tendenz wieder die Nator zu sein » , si prende il superuomo di Nietzsche per un volgare conquistador e si fonda la possibilità del kaiserismo . Spiritualmente Sedan fu l ' inizio della decadenza della Germania , della morte alla sua funzione , e il Sedanlächeln di cui parlava acutamente Giorgio Polverini nell ' « Italia letteraria » del 29 settembre , è il pietoso indice di un popolo che ha perduto il senso del divino per divinizzare la materia e la grandezza in estensione . Tutto ciò che è venuto dopo , è malato di intimo kaiserismo e di americanismo impesantito , incupito . La grandezza materiale parve stravolgere in un senso imbastardito , esteriore , i motivi più genuini del romanticismo : perciò si parlò di Kant che aguzza le baionette prussiane e si sentì indigesto per naturale reazione ogni prodotto dello spirito tedesco . Neppure la sconfitta della grande guerra , da cui « La Voce » nel '14 s ' aspettava mirabilia ( « Perché torni uomo bisogna che le tocchi . ... Una sconfitta tedesca farà prima di tutto del bene ai tedeschi stessi » ) cambiò l ' indirizzo della Germania e la fece ripiegare sulla sua tradizione migliore . Subito dopo la guerra era proprio l ' orgoglio della grandezza imperialistica che spezzava nelle mani di Liebknecht e della Luxemburg i loro sogni comunistici . Ora la Germania di Hitler non ha fatto altro che riacutizzare questa deviazione dal meglio della tradizione tedesca , con un ' audacia che non mancò neppure alla Germania di Guglielmo II . Noi rispettiamo moltissimo chi , in buona fede , prende una strada e la prosegue fino in fondo a costo di cascare in un burrone , e crediamo che questo sia un carattere rilevantissimo , così indiscriminato , dello spirito tedesco , ma qui è proprio il caso di fare giudizi qualitativi , di contenuto spirituale . Allora si vede che l ' Hitlerismo ha un valore di esperienza , sconta in certo senso i nostri possibili peccati , ma non contiene nulla di paragonabile a ciò che trovammo nella Germania pre - Sedan . L ' Hitlerismo , da una parte nega antistoricamente l ' essenza del Cristianesimo , congiungendo il proprio ideale eroico , ariano alla Germania barbara preromana ( ed è questa la vena più assurda ed ingenua del movimento ) , dall ' altra non vuole perdere dei momenti ( non dei valori ) della storia tedesca per lo spunto di glorificazione razzista che presentano : ci si riattacca così alla riforma luterana . Ciò ha fatto pensare a molti che non si tratti di una coincidenza , ma proprio di una vicinanza nucleare di Lutero e Hitler . L ' equivoco su questa parentela è patente : si presta fede al discendente che vanta il titolo nobiliare e non si guarda a ciò che sostiene le due personalità , le due affermazioni . In Lutero c ' era sì , ad esempio la tendenza ad una chiesa nazionale e cioè ad una svalutazione dell ' unica mastodontica chiesa gerarchica , per sfruttare ai fini religiosi la concordia di un popolo di uguale mentalità , ma non ad una chiesa di razza , in cui neppure il battesimo ha il potere di annullare le disparità naturali , non ad una chiesa che vive funzionalmente alla politica e perciò stesso nega la propria qualità religiosa . Cosa c ' entra la riforma di Lutero , sostenuta da tanto impeto spirituale , con la riforma del Keichbischof Müller che scristianizza il protestantesimo senza dargli nulla di nuovo ? Così come , se Fichte favorì il principio nazionalistico e per la nazione morì nella guerra di indipendenza contro Napoleone , il valore di quel nazionalismo , non era proprio la negazione di ogni nazionalismo , non era dominio di razza ? In quel momento lo spirito era con quel nazionalismo di alta coscienza morale , ora lo spirito è contro il razzismo barbarico della nuova Germania . Potrà sembrare assurda una assoluzione totale della Germania passata ( sentita come un elemento importantissimo , essenziale alla civiltà europea ) e una condanna pure totale della Germania moderna , e sembrerà troppo netta la separazione tra le due Germanie . Si dirà che il modo con cui si afferma l ' Hitlerismo è anch ' esso prettamente tedesco , estremista , vibrato , non patteggiatore . Infatti è questo l ' unico motivo per cui sinceramente rispettiamo lo sforzo del Tertium Imperium cui si può riconoscere una non ipocrita coscienza di missione divina , un certo senso teologale ( come accenna Delio Cantimori , recensendo , nel « Giornale critico della filosofia » del giugno , l ' antinazista Barth ) . Ma questa volta bisogna domandarsi : Cui bono ? A quale fine ? Ché un tuffo nella barbarie non è certo il migliore contributo che si possa portare alla civiltà europea . Nella Riforma e nel Romanticismo , la deduzione spirituale era esattissima , la fecondità di svolgimento patente , ma nel Nazismo le cose che più ci impressionano , oltre il coraggio che abbiamo già lodato , sono le corna barbariche del dio Wotan e la repugnante croce uncinata . Ad ogni modo c ' era nel nostro articolo un ' intenzione di esasperare i motivi estremi , di mettere in luce i caratteri fondamentali . E contentissimi se qualcuno ci mostrerà gli scarsi meriti della Riforma e del Romanticismo , ci farà vedere nel movimento nazista quelle idee e quel significato spirituale notevole per l ' Europa che noi non ci abbiamo saputo vedere .