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> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"BIROLLI RENATO"
STORIA DI CENTO PITTORI PIÙ UNO ( BIROLLI RENATO , 1935 )
StampaPeriodica ,
Il giovane pittore di provincia giunge nella grande città . Ecco che cosa avviene : 1 ) Evolversi della coscienza per lento e progressivo acclimatarsi ; 2 ) uscita dal gretto determinismo di luogo ; 3 ) partecipazione alle aspirazioni artistiche della nuova e più vasta collettività : tutti fatti positivi e che non gravano sulle spalle del padron di casa . E poiché alla coscienza morale di questo giovane s ' impone la liberazione , il suo travaglio sarà un certo qual modo necessario alla dinamica del centro artistico . Egli si libererà spontaneamente delle scorie , innocue alle grandi dominanti del momento . Se non lo farà , di lui non si sentirà più parlare . Passando da un clima all ' altro è necessario , è conveniente accettarne le caratteristiche ( almeno come reagente ) e chi passa da quota 10 a quota 90 deve convenire che vi si respira meglio . Il nuovo centro artistico gli apparirà esigente ; esso vuole riconoscersi al più presto nell ' opera del giovane venuto ; vuole che sia dei suoi , che non si attardi nei suoi dimessi costumi . Più tardi , se il giovane avrà genio , potrà concedersi ogni violenza . Il giovane , quando lascia le piccole città , o il borgo così uguali nel servire lo stesso pane vero alla stessa annoiata mensa è straricco di cognizioni inutili e dannose . Ha una cultura il cui senso può essere sbagliato . È antimodaiolo , ma nel senso di un conformismo tradizionalistico . Nel nuovo ambiente egli respira , per così dire , aria di speranza . Incominciano i più intimi confronti tra lui e gli altri . Se il giovane è intelligente e sincero , noterà l ' abisso da colmare . Poi vengono i confronti ufficiali . Batoste da ogni lato . Gli rimane per poco in petto l ' amore pei suoi vecchi feticci , i quali intristiscono nel ricordo e s ' allontanano dall ' affetto dei vivi . Ciò gli parrà dapprima ingiusto ma poi rinuncerà definitivamente al grigio e laido museo dei suoi falsi profeti : l ' immagine feeristica dell ' arte , i capricciosi sentimentalismi saranno finiti . In provincia gli poteva accadere di aver la possibilità manuale di dipingere 400 mq . di tela e non sfiorare mai un solo problema pittorico e peggio artistico . Egli era edotto ( con profonda conoscenza ) sui cromatismi atonali , sugli oggettivismi estemporanei , sul nichilismo naturalistico o tutt ' al più su quel novecentismo di maniera che nasconde sotto un contrasto tipografico di bianco e nero un nuovo e profondo materialismo , l ' equivoco fanciullesco della pittura = volume + peso . I cosidetti maestri provinciali , peggiori dei giovani , soffiano sull ' ignoranza , che è il loro fuoco divino . Non si avvedono di essere degli incivili senza barbarie . Il giovane che evade è invece un incivile che si condanna per un certo tempo alla barbarie . Da ciò ne deriva che gli sarà possibile partecipare in via assoluta al rinnovamento artistico . Egli apprende a sue spese vari postulati , cioè non allo stato di definizione ma di esperienza . Egli impara che le forme non sono che larve se vengano espresse nello stesso ciclo fenomenico della natura : poi che l ' arte è un ' espressione etica e una esperienza . Egli spregia anche le generiche idealizzazioni plastiche di ogni neoclassicismo , che fanno dell ' arte un orrido ( apparentemente bello ) museo d ' atteggiamenti già noti . Tutto ciò che un tempo aveva sembianze di sublime raggiungimento , ora non è che la fattispecie plastica della rettorica . Anche la vita dell ' artista gli si presenta come azione . Le proposizioni si disgrovigliano dalla complicata sintassi . Il giovane sprovincializzato abbandona i suoi amori di ieri : la ricerca atmosferica , il taglio da natura , tutte insomma le cattive interpretazioni dell ' impressionismo . Vede i moderni . Perché dalla città nativa non gli riusciva di capirli ? Ora gli appaiono nuovi e ossessi quei gialli , quei rossi , quegli azzurri e come ispirati a sensi stranieri al comune . L ' equilibrio formale lo vede risolversi in se stesso , cioè entro i confini del quadro . Non deve immaginare più un mondo troppo traslato per capire queste nuove espressioni dell ' arte . Non deve chieder in prestito più nulla alla letteratura , alla storia , ecc . S ' egli pensa alla struttura d ' un uomo e alla struttura d ' un uomo e alle vere generatrici dell ' emozione , s ' accorge che tutto ciò che è fondamentale in natura , tutto ciò che è primordiale , cioè necessario , qui tenta d ' essere espresso . Lo turba il coraggio di una sincerità così disperata , capace di classificar l ' uomo per gli elementi che lo compongono innanzitutto . E la natura ? si domanda ancora una volta . Va dagli antichi . S ' accorge che , attraverso le epoche , v ' è qualcosa che domina al di fuori e al disopra di ogni contingenza storica . Essi esprimono dei valori assoluti perché autonomi , perché conchiusi in sé stessi , non ripiegati ma asserviti ad una grande intenzione . E se gli appaiono in così nuova grandezza , come fossero preesistiti alla creazione del mondo per suggerirne gli aspetti più enormi , è perché ogni intenzione armonizzatrice del ritmo spirituale , ebbe la sua realizzazione . Oggi , molti moderni , restano a mezz ' aria cosicché l ' intenzione rimane polemica e difficilmente si eleva ad arte . Un colore o una linea , sono in pochi a farli funzionare . Li accennano e lì per lì si disamorano d ' una conclusione ben chiara . Il nostro giovane pittore s ' avvede che la storicità d ' una opera è un dato involontario che l ' artista non cerca . Un nuovo vero sorge dal colore e dal disegno , sorge dalla forma . Essere naturali in arte è una fatalità dell ' artista , non è un ricordo del vero . Molti problemi gli si presentano ancora . Egli intuisce la tabe dell ' astrattismo che crede nel parallelismo di velocità tra pensiero e realizzazione . Il pensiero corre più avanti e l ' artista per seguirlo non insiste in profondità . Non si sofferma più sull ' opera . Presunzione estensiva . Così tutto si anemizza , si svuota . Il giovane intravvede una nuova generazione di creatori lenti , che non è sinonimo di tardi . Il pittore rifà le sue cognizioni critiche e si viene formando una nuova personalità spirituale . Egli rivendica i dati elementari ed eterni della pittura . Per questi motivi la storia del giovane provinciale è un episodio di civiltà , cioè di moralità . Poi la sua storia diventa un ' altra , ma non muta mai quello che è il ritmo incalzante di ricerca . Persiste in lui il meraviglioso retaggio degli anni senza tregua . La maturità non è più un invecchiamento , è una conquista .