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> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"BOSCOLO-ANZOLETTI ARMANDO"
FESTA DI MOTORI IN LAGUNA ( BOSCOLO-ANZOLETTI ARMANDO , 1938 )
StampaPeriodica ,
Chi conosce Venezia solo nel quadro , ormai oleografico , dei rii silenti con le gondole accoglienti che i vogatori discreti conducono sotto il chiaro di luna di tra l ' ombre oblunghe dei vecchi palazzi patrizi , non può avere idea di una Venezia vestita a nuovo per la festa dei motori . Ma anche così , con questo suo sfondo vitale per quanto meno romantico , Venezia è pur sempre bella , vorremmo anzi dire ch ' essa è più bella per quest ' altra malia men nota che ha il Bacino in fragore . I vecchi veneziani che vivono solo per la loro città dalla vita quieta , hanno aperto tanto d ' occhi vedendo sorgere le tribune imponenti sulla nuova Riva dell ' Impero , poi loro che non si fermano mai a leggere i manifesti murali - han visto caracollare sulle acque del Bacino alcuni infernali piccoli scafi che borbottavano una strana canzone metallica . In Canalazzo intanto son finite le chiazze oleose perse da quei piccoli mostriciattoli tonanti , chiazze che sono andate sin nei rii più nascosti a dar notizia di vigilia del Gran Premio Motonautico . E sulla Riva dell ' Impero , al sole d ' un luglio estroso , è stato levato un piccolo pavese di bandiere dei Paesi presenti alle prove veneziane , alle due giornate di passione sportiva vissuta nel nome della Serenissima . Si dice passione sportiva perché una folla enorme di spettatori s ' è affollata sulle tribune e durante il sabato e durante la domenica delle gare . Tutta Venezia s ' è riversata qui , dagli ospiti cosmopoliti agli sportivi locali ; solo i colombi , quei vecchi tranquilli colombi delle Procuratie si sono spaventati a tanto rumore e si sono rannicchiati sotto i volti dei palazzi e delle chiese istoriate . Ma i colombi non sono abbisognati per riempire le tribune affollate d ' un pubblico che sapeva perfettamente il valore delle competizioni in programma . Si trattava infatti di una prova per il campionato mondiale e di quattro gare per il campionato italiano . Complesso di manifestazioni quindi di sommo interesse essendo di scena non solo fuoribordo di tre diverse classi , ma pure motoscafi da corsa di 400 , 800 e 1.200 chili . E ' specialmente quest ' ultima categoria quella che ha portato alla ribalta del mondo sportivo la gara di Venezia in quanto la competizione a carattere intercontinentale è stata , tra l ' altro , dotata anche di Coppe del Re Imperatore e del Duce . Tale gara di motoscafi da corsa da 1.200 chili o , come più comunemente si dice , da 12 litri è stata un po ' il fulcro della riunione veneziana rivestendo essa il carattere di prima prova per il campionato mondiale della categoria . Valore eccezionale quindi di una competizione che da sola ha valso a richiamare la folla cosmopolita del Lido , quella sportiva di ogni centro della Penisola e sovrattutto un temibilissimo concorrente d ' oltre Oceano . John Rutherford , infatti , accogliendo l ' invito del suo amico conte Theo Rossi , ha voluto venir a correre la bella avventura sulle acque della Laguna movimentando così particolarmente una già bellissima riunione , anche se alla resa dei conti i risultai sono stati tutt ' altro che pari alle previsioni . Diciamo così per le basse medie raggiunte e anche perché nelle due prove è mancata completamente la lotta , non solo , ma in entrambi i casi si è finito per avere una semplice corsa ad uno . Impossibilitati ad intervenire i due francesi , Barrère e Piquerez , senza notizie del tedesco Mayenburg , hanno preso il « via » nella prima prova del Gran Premio Motonautico di Venezia prova del campionato mondiale i soli Rutherford , Cattaneo e Rossi . Senonché la battaglia a tre è stata brevissima con un Cattaneo costretto al ritiro già al primo giro e con lo « Juno » immobilizzato al nono . Come se non bastasse tuttavia il risultato si è ripetuto nella seconda prova , questa volta però ai danni di Theo Rossi costretto a vedere l ' indisturbata vittoria dell ' americano . Ha vinto il migliore ? Se lo son chiesto tanti degli spettatori mentre è inutile parlare , discutere sulla superiorità di uno o dell ' altro perché sono eloquenti le velocità raggiunte dai due diversi scafi . Escluso a priori l ' « Asso » che seppur accusante velocità superiore non ha dimostrato praticamente il suo valore , l ' « Alagi » di Rossi ha reso a ragion veduta molto di più dello « Juno » se non altro almeno perchè l ' italiano ha realizzato una media generale di 99,923 ed una sul giro di 112,970 contro 93,732 e 100 dell ' americano . Sarebbe stato tuttavia interessante vedere , in confronto diretto e completo , i due avversari che così non hanno potuto rendere a dovere come ebbe a dire dopo la prima prova vittoriosa - al gen . Vaccaro il conte Rossi : u Non spingevo perchè mi sentivo troppo solo » . Allo scafo di Rutherford deve del resto aver nuociuto , come ci faceva personalmente osservare poche ore avanti della gara lo stesso conte Ravizza , la lunga traversata ed il celerissimo trasporto terrestre ( un giorno da Napoli a Venezia ) senza dare possibilità al pilota di provare il motore prima della competizione . Si aggiunga che Rutherford ha corso sempre con tanto di compressore e vedrete poi se egli non doveva venir considerato inizialmente come disponente di un motore inferiore . Di contro i nostri spettatori hanno potuto rendersi esatto conto della stabilità notevole dello scafo americano che sembrava non subire minimamente le influenze ... sussultorie del movimentato percorso - circuito . La tendenza alla stabilità nelle costruzioni americane è provata del resto pure dal « Baby Juno » , lo scafo con il quale Maud Rutherford la bionda compagna del vincitore della Coppa del Duce si è piazzata al secondo posto tra i motoscafi da corsa 400 e 800 chili . La questione si può basare tutta sul sistema italiano che sinora ha teso sempre ad ottenere barche atte a correre per superare primati . Oggi pertanto , specie nella classe dei 400 chili , abbiamo degli scafi velocissimi , velocità però accresciuta procurando una riduzione di dimensioni a tutto detrimento della stabilità dell ' imbarcazione . Ecco perché tanto indovinato è tale indirizzo per quanto si riferisce a scafi speciali per superare , su basi misurate e tranquille , primati di categoria quanto esso è errato per correre in circuito dove le acque mosse richiedono sufficienti doti di stabilità . È questo il caso tipico del primatista romano Franco Venturi che , pur dopo la magnifica sua prodezza di Sabaudia ( km . 83,230 sulle 24 miglia ) , malgrado una prova eccellente di coraggio ed abilità non ha saputo resistere al treno regolarissimo imposto da Passarin . Ma l ' ennesimo « Mariella » , questa volta vittorioso , senza metter da parte lo scopo primo , « velocità » , ha donato il suo bravo peso a quell ' altro elemento basilare che è la « stabilità » . È merito completo di Passarin questo di aver voluto fare una imbarcazione da circuito , vale a dire una imbarcazione che , ospitando i 330 cavalli di un motore « Alfa Romeo » , può poggiare sempre su criteri razionali di costruzione , criteri sinora non seguiti per alcun altro motoscafo da 400 chili . Proprio qui , cioè nella stabilità ridotta , vanno ricercate le ragioni degli incidenti di Moretti , Lapeyre , Roncoroni e Franco Venturi il quale ultimo attuale primatista di categoria ha fatto per breve tempo pensare che , grazie all ' audacia ed alla abilità personali , la vittoria potesse finire in ... Campidoglio . Se la poca stabilità ha prodotto tali conseguenze fra i motoscafi , vale a dire tra imbarcazioni che se anche più veloci possono pur sempre contare su una maggiore superficie di immersione e di galleggiamento , lasciamo ai lettori pensare ai danni subiti dai fuoribordo che , passando sulle acque scompigliate dalle scie , sembravano in qualche momento invasati dalla misteriosa forza che produce il non meno famigerato ballo di San Vito . Dopo una gara di queste fuoribordo da corsa di classe « C » vedemmo infatti una sequenza di imbarcazioni ( sei o sette ) rimorchiate da una gondola , senza contare i concorrenti attraccati alle « briccole » o naviganti a ... remi , spettacolo curioso di un raduno di motori . Salvo questo inconveniente , del resto la gara è stata ottima sotto ogni rapporto anche perché animata dallo splendido inseguimento di Guerini il quale però ha finito per rimanere vittima della sua stessa generosa condotta di gara . La competizione è stata pertanto appannaggio di un pilota dalle pretese limitate e sfruttanti la situazione creatasi con i ritiri di Guerini e Pedrali - Noy . Si tratta tuttavia d ' un buon corridore accorto e abile , il cremonese Sabatucci che ha avuto come avversari più duri da piegare il consocio Morosi , il napoletano Scalero ed altri ancora tra cui il francese Mayet . Gara giudiziosa quella del vincitore , malgrado ciò però si sono registrati dei discreti risultati tecnici , in primo piano il giro più veloce di Guerini ( km . 67,331 ) . Se appassionante , agli effetti di una affermazione dell ' industria e dei piloti nazionali , è stata la prova dei fuoribordo di classe « C » , entusiasmante addirittura è risultata la competizione di classe « A » , dove la Luchini ha gareggiato con generosità non certo inferiore a quella di Guerini ; peccato che la prova sia stata tanto bella quanto sfortunata giacché la gentile guidatrice è stata costretta a ritirarsi dopo aver guidato per parecchi giri . Sfortuna nera , « pegola » come dicono i triestini e lacrimuccie femminili perché si è dovuto dar via libera a quegli altri che potevano rincorrere quella chimera pur donna che è la « vittoria » e che a Venezia ha voluto donarsi solo ai cavalieri dell ' acqua . Il rito nuziale ( ! ) della categoria è stato celebrato per Carlo Toselli , un pilota che non si è peritato di superare ... anticavallerescamente ma in modo sportivissimo la signorina Lombardi che ha vendicato l ' amica Luchini facendo tirar il collo al vincitore e lasciandosi dietro la poppa molti altri uomini . Piccole vendette del debole sesso che conquista ormai tanto spavaldamente le poltrone sportive che un tempo eran riserbate solo agli uomini . In tutte le gare veneziane ( nella prima prova dei 12 litri la Rutherford ha corso con il compagno ) all ' infuori di una - sono state presenti le donne ; solo nei fuoribordo da corsa di classe « X » infatti non ci sono state signorine e la competizione ( che le gentili piloti siano come la famosa coda del diavolo ? ) è stata l ' unica ad andar via senza sussulti anche se Sestini ha tentato di soffiar forte nel fuoco con quei suoi 80 km . sul giro . La gara infatti l ' ha vinta comodamente Augusto Romani regolante senza molta difficoltà Scalero e Forni quando ormai gli « ossi » , tipo Casalini , Schiller , Segurini , erano stati liquidati per incidenti o bagni involontari . Gara piana insomma . « Ma se c ' eravamo noi ... » ha detto una signorina lasciandoci la conclusione . Sì , se c ' eran le donne sarebbero stati dolori perché son loro che hanno un diavolo per capello ( o per cappello ? ) e si buttan nella lotta peggio degli uomini anche se ora , mentre qualche ritardatario continua a girare in bacino col fuori bordo tonante , anche se ora ripetiamo una di loro è seduta sulle tribune , intenta a passarsi il rossetto sulle labbra arse dalla salsedine . Poco lungi , quel vecchietto brontolone che non legge mai i manifesti murali e che ama Venezia quieta è ritornato a sedersi sulla panchina della Riva dell ' Impero , proprio sotto alle tribune quasi vuote . Un colombo curioso è venuto forse a vedere se è finito quell ' inferno di motori che è durato due giorni e che non ha lasciato dormire un attimo l ' acqua del Bacino ; i compagni di questo ficcanaso hanno intanto ripreso i loro voli intorno all ' angelo del « campaniel » mentre le ragazze d ' ogni paese son tornate al Lido per arrostire quelle loro belle schiene al sole d ' Italia .