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> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"BURATTI GIOVANNI"
DOPO I CAMPIONATI ATLETICI D'EUROPA ( BURATTI GIOVANNI , 1938 )
StampaPeriodica ,
Il bilancio che s ' usa fare a chiusura di un periodo di lavoro questa volta non risulta in attivo per gli italiani . I Campionati d ' Europa , banco di prova severo ove si misura con un metro assai pratico , quello dei risultati , il progresso tecnico e qualitativo delle Nazioni europee , messesi d ' impegno per contenere la supremazia americana e frenare l ' invadente progresso dei giapponesi , ci han rimandati a casa senza un titolo che appaghi la nostra ambizione e che premi i nostri atleti . Teoricamente le cose sono andate male : la vittoria è il segno che esprime una superiorità di metodo , di volontà . Questa vittoria noi non l ' abbiamo , eppure non ci sentiamo per nulla inferiori a chi nell ' indice numerico dei primi posti ci sopravanza ma non ci eguaglia nel totale . All ' infuori del conteggio delle vittorie vi è da guardare anche a qualche altra cosa e cioè alla quantità dei risultati complessivi e alla loro qualità . Ci possiamo noi sentire inferiori ad esempio alla Francia che si onora di un titolo europeo colto con un atleta d ' eccezione e non figura poi in nessun altro dei posti d ' onore ? Rispetto ai primi campionati d ' Europa , quelli di Torino del 1934 , l ' Italia nella classifica per Nazioni mantiene il suo posto pur avendo sceso un gradino . Quarta allora e quinta oggi , ma con questa differenza : che a Torino l ' Inghilterra era assente ed in questo tempo s ' è presentata alla ribalta del mondo atletico una Svezia che già nel 1935 a Berlino nell ' incontro a cinque fra Germania , Italia , Ungheria , Svezia e Giappone , aveva dimostrato di essere in progresso , un progresso poi confermato alle Olimpiadi del '36 e sanzionato otto giorni prima di questi campionati d ' Europa a Stoccolma dove la squadra svedese , a programma completo , perdeva di fronte alla strapotente Germania con un distacco di soli otto punti . Non c ' è davvero da spargere cenere e lacrime sui risultati di Parigi , c ' è invece da consolarsi per quanto i nostri ragazzi hanno saputo fare : i nostri ragazzi di vent ' anni , quelli dell ' ultima leva , quelli ai quali affideremo la maglia azzurra per le Olimpiadi . I campionati d ' Europa vanno presi per quel che sono : una interessante rassegna , un confronto pieno di utilità , un ponte di passaggio fra una Olimpiade e l ' altra . Non si deve svalutarne il contenuto , ma neppure innalzarli al di sopra della loro giusta misura . Siamo partiti per Parigi non avendo che sei uomini di punta : Mariani , Lanzi , Beccali , Beviacqua , Maffei , Oberveger ; gli altri 24 ( ad eccezione di due o tre anziani per i quali i campionati rappresentavano forse l ' ultima soddisfazione e l ' ultimo premio ) costituivano la schiera dei giovani dai quali non si attendevano miracoli perché in materia di atletica i miracoli non esistono , ma si voleva che prendessero lievito di passione ed acquistassero esperienza d ' arte e di tecnica . Ed i giovani non han deluso : taluni di essi ci hanno dimostrato , raggiungendo quote insperate , che forse siamo più avanti di quello che non ci si immaginava . Lasciamo quindi da parte i piagnistei e abbandoniamo a se stesse le prefiche dagli occhi ottusi e abbiamo fiducia piena in questa gioventù che sotto i segni del Littorio esprime pienezza di vita e ardore di fede . Che cosa han fatto i nostri sei moschettieri ? Sarà bene dire avanti quel che essi potevano fare . Gli unici che a nostro avviso avevano piena possibilità di vincere erano Lanzi , Maffei , Oberveger : tempi e misure parlavano in loro favore . Più aspro il compito di Mariani , difficilissimo quello di Beccali , impossibile la vittoria di Beviacqua chiuso sulla carta da almeno quattro uomini . Alla prova pratica noi abbiamo perduto tre titoli che potevano benissimo venire all ' Italia : quello dei m . 100 , quello del salto in lungo , quello del disco . Il bilancio degli azzurri è il seguente : Quattro secondi posti : m . 100 Mariani , m . 10.000 Beviacqua , disco Oberveger , salto in lungo Maffei . Due terzi posti : Lanzi m . 800 , Beccali m . 1500 . Un quarto posto : staffetta 4 x 100 , avuta a Milano , otto giorni dopo le gare di Parigi , nella grande riunione internazionale che ha avuto il potere di raccogliere all ' Arena 24.000 persone , un primato anche questo . Oberveger e Maffei si sono presi una netta rivincita , il primo lasciando a netta distanza Schöreder e con una misura ( metri 50,25 ) assai superiore a quella del tedesco nel campionato d ' Europa , il secondo ha inchiodato Leichum al posto d ' onore e se il risultato tecnico non è stato altrettanto brillante come quello di Parigi la colpa è della pedana troppo molle per la pioggia che la vigilia aveva quasi devastato lo stadio milanese . Oltre queste rivincite , anelate ed ottenute , altre due erano in palio a Milano : negli 800 metri fra Harbig e Lanzi , nei 150 fra Wooderson e Beccali . A Parigi la gara di Lanzi è stata una gara non incomprensibile nello svolgimento ma nel risultato . Assente Wooderson sembrava che finalmente l ' azzurro avrebbe dovuto aver via libera per una grande affermazione per quanto la minaccia di Harbig non fosse sconosciuta . Lanzi era già andato sotto agli 1'51 " il che non era riuscito a Harbig , Lanzi era il secondo campione olimpionico e soltanto l ' inglese quest ' anno era riuscito a realizzare un tempo migliore del suo : il primato del mondo ! Un passaporto in regola quindi ed invece un risultato non conforme a quel che Lanzi può fare . Si è detto che egli ha sbagliato tattica , ci diceva Lovelok che Lanzi si era « suicidato » col passare i 400 metri in 53 " 3/I0 . Nessun suicidio , nessun sbaglio di tattica : un errore invece scontato a caro prezzo . Fattosi chiudere in partenza , obbligato a navigare quasi nelle posizioni di coda per cento metri , Lanzi è scattato all ' uscita della prima curva per poter passare in testa e fare l ' andatura . La gara doveva esser da lui condotta a forte andatura , egli doveva gareggiare sul tempo per sfiancare Harbig ben sapendo quanto forte sia lo spunto finale del tedesco e come egli manchi invece di questa punta di velocità . Quindi non sbagliò di tattica ma invece fu errore lo scatto fatto in modo sì repentino per portarsi in testa , scatto che lo ha poi « imballato » in modo da fargli risentire lo sforzo prematuro nel finale quando non ha potuto reagire neppure al francese che alla corda lo sorpassava . Nulla da dire quindi sulla sconfitta ma sul modo come essa è venuta è giusto discuterne . Si aggiunga che quest ' anno Lanzi non è mai stato nella pienezza della forma , che è apparso troppo pesante nel passo per una gara sì veloce e questo è dovuto anche al fatto di un non completo allenamento . Lanzi è di quegli atleti che hanno bisogno di molto lavoro non solo in vista di una gara , ma per tutta l ' intera stagione e non va dimenticato che proprio nel pieno della preparazione ha dovuto troncare ogni cosa a causa di un grave lutto famigliare . A Milano s ' è avuta la prova che Lanzi non si era e suicidato e con la tattica di Parigi , qui la condotta di gara fu tutta a favore dell ' azzurro , il quale tentò a 200 metri di sorprendere Harbig con uno scatto deciso ma la velocità finale del tedesco neutralizzò l ' attacco e gli consentì di vincere come a Parigi con la sola variante che a Milano il tempo ottenuto fu peggiore di quello del campionato europeo . Di altro tipo la sconfitta di Beccali scontata in partenza per l ' intervento di Wooderson . Il nostro atleta sapeva già quanta difficoltà presentava la gara ed è da ammirare il fatto che egli abbia voluto essere presente lo stesso , egli campione olimpionico , primatista mondiale e che a trentun anno è ancora un esempio di passione e di fede . Beccali meritava il secondo posto e se lo sarebbe aggiudicato senza l ' incidente capitatogli all ' imbocco del rettilineo d ' arrivo mentre tentava di sorpassare Hartikka all ' esterno e veniva arrestato nella sua azione dal belga Mostert che poi doveva tagliare il traguardo nella scia del vincitore . Appunto per questo tanto più ingiusti ci sono apparsi quei fischi isolati che hanno accolto Beccali quando è salito sul podio per la premiazione in quanto Beccali è stato campione di atletica e sarà sempre un campione di lealtà . Milano ha confermato che Wooderson è imbattibile e che Beccali resta ancora il nostro elemento migliore . Ma c ' è stata una gara che ci ha ripagati ad usura di tante speranze svanite e di tante sfortune : quella dei 10 chilometri di corsa per merito di quel prodigioso ragazzo che si chiama Beviacqua . Una gran fiamma ci ha scaldato il cuore nel seguire l ' impari duello fra il gigantesco finlandese Salminen , campione e primatista mondiale , e il nostro piccolo rappresentante . Il campionato d ' Europa si può ben definire il campionato del mondo che né l ' America e forse neppure il Giappone hanno oggi uomini da poter opporre ai migliori specialisti del vecchio continente . C ' è stato sì a Berlino quel Murakoso che seppe tener testa ai finlandesi , ma neppur lui è riuscito a fare quel che ha fatto Beviacqua , cioè a impegnare a fondo Salminen che in cuor suo per un attimo deve aver dubitato di poter restare in piedi sul suo piedistallo di gloria . C ' erano in campo Syring , Szilagyi , Tillman , oltre al finlandese , cioè gli uomini realmente i migliori del mondo e contro costoro , solo , tenace , prepotente s ' è battuto l ' azzurro strappando , è la parola esatta , l ' applauso alla folla parigina , a questa folla che si infiamma se un francese riesce a spuntarla per salvarsi dall ' ultimo posto , ma che resta quasi indifferente in ogni altra occasione . Dieci chilometri , una corsa estenuante dove sembrerebbe che la sola potenza della forza potesse aver ragione ed invece è stata il trionfo della logica e dell ' intelligenza espresse da un italiano . Questo secondo posto vale per noi più di una vittoria , esso ci ripaga di quel che abbiamo sofferto in altre gare , del disappunto per altre mancate affermazioni magari più onorifiche ma che non avrebbero espressa con tanta eloquenza la volontà fiera della razza italiana . Ma oltre a queste sei gare nelle quali noi allineavamo gli nomini migliori ve n ' era una che ci stava particolarmente a cuore : quella della staffetta 4 x 100 . Vi era da difendere il secondo posto di Berlino che ci faceva virtualmente i migliori d ' Europa , un prestigio quindi da salvaguardare , un titolo da consolidare . Non ci siamo riusciti e per colpa nostra . Il quartetto del '36 , già privato di Ragni , ha mostrato che ha bisogno di altre sostituzioni , come del resto la prova supplementare dell'11 settembre a Milano , ha confermato . Malissimo anche i cambi nella 4 per 400 e in questa specialità è necessario lavorare parecchio per rinfittire le schiere poiché manchiamo di uomini che abbiano nelle gambe tempi da competizioni internazionali . Dorascenzi è in questa specialità una nostra speranza e Missoni con un cauto lavoro potrà esser riportato alla forma dimostrata lo scorso anno . Son due ragazzi di venti anni ed hanno tempo per assodare le ossa . Capitato nella più dura delle semifinali dei 400 ostacoli l ' universitario Russo , pur finendo al terzo posto e rimanendo escluso dalla finale , s ' è messo in luce per l ' ottimo stile sull ' ostacolo e per il tempo realizzato che fu migliore degli altri due secondi arrivati nelle altre semifinali . I tempi della finale confermano questo giudizio . Del resto in fatto di stile tutti i nostri si son dimostrati fra i migliori e molti di questi giovani non hanno potuto realizzare di più un po ' per mancanza di esperienza in gare importanti un po ' appunto perché non sono giunti ancora nella piena loro maturità fisica . Ricorderemo così De Maestri , giovane fascista , classificato quinto nella marcia dei 50 chilometri , Migliaccio settimo nei 3000 ostacoli , Daelli uno dei migliori nella staffetta 4 x 100 , il lanciatore di peso Profeti classificatosi settimo , ed infine l ' altra grande nostra speranza : un altro giovane fascista : Consolini . Il veronese che da soli 15 mesi lancia il disco è ormai un elemento di massima sicurezza sui 48 metri ed il quinto posto di Parigi è la conferma che moltissimo ci si può attendere da lui quando avrà completamente assimilato lo stile di lancio . Ma l ' elenco dei giovani non è chiuso : ecco Turco , altro universitario , al quinto posto nel salto triplo con la bella misura di M . 14,64 che ha preceduto l ' altro universitario Bini recente primatista italiano , ecco Romeo che vinta la crisi morale che lo ha colpito nel periodo di preparazione , ha saltato con l ' asta m . 4 cioè quanto il secondo classificato e che è elemento da poter arrivare con facilità ai 4,10 , ed ecco De Florentis questo non più giovanissimo ma neppure da considerare un anziano , che alla sua prima prova sulla maratona ci ha rassicurati sulla tenuta , della distanza giungendo in buone condizioni di freschezza ed in un tempo davvero non disprezzabile . Che a Parigi sia scaturito il maratoneta per l ' Olimpiade del 1940 ? Lippi , Gobbato , Balbusso gli anzianoni della compagnia , meritano una parola di schietto elogio più che per i risultati conseguiti per la disciplina , la volontà e lo spirito di sacrificio dimostrati .