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> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"CAPALDO ENZO"
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V ' è un problema posto dalla conquista etiopica , che è fondamentale tra quelli che si presentano alla vita italiana , quale quindici anni di Regime e i recenti avvenimenti sono venuti determinando : quello dato dalla necessità di « sistemare » il fatto nuovo , l ' Impero , nella vita e nella coscienza degli Italiani di tutti gli Italiani . Oggi l ' Impero , come realtà materiale e ideale , è ancora lontano ed estraneo alla grande maggioranza di essi una cosa che ancora non è entrata nel circolo vivo e reale delle loro esistenze . Il che è naturale , non avendo esso che un anno di vita : e mai come oggi , checché se ne sia pensato e scritto prima , è apparso chiaro che a formare la « coscienza imperiale » è necessario anzitutto , l ' Impero . Tuttavia , pur lasciando al naturale corso delle cose la parte che gli spetta , non sembra del tutto inutile anche la meditazione e l ' indagine teorica del problema . Porselo fin da principio con chiarezza è la condizione migliore per impegnarvisi coscientemente nella pratica , con lucida fermezza di propositi e di fede . E , giacché siamo giovani , ci piace porlo qui rispetto a noi stessi , per la parte che ci contempla . La posizione delle nuove generazioni di fronte all ' Impero si riassume in poche semplici parole : L ' Impero , « mèta verso la quale furono sollecitate durante quattordici anni le prorompenti energie delle giovani generazioni italiane » , deve essere ora il campo naturale , la materia della loro affermazione . Perché esso è sopratutto avvenire , e l ' avvenire per finora ineluttabili ragioni fisiologiche è cosa che riguarda i giovani più direttamente di ogni altro . Tale priorità implica doveri e diritti , va intesa come privilegio e come compito . In linea generale , crediamo di poter affermare che nessuno più delle generazioni dei giovani merita quello ed è idoneo a questo : perché di nessuno la sensibilità è più naturalmente vicina e idonea al gran « fatto nuovo » a comprenderlo e sentirlo in tutta la sua interezza , sopratutto in tutta la sua attualità , cioè concreta , necessaria « presenza » in ogni campo e riflesso della vita ideale e fisica del popolo italiano . Più che per ogni altra parte del popolo è quindi necessario per noi giovani realizzare alcune idee fondamentali . 1 ) La guerra etiopica ha chiuso un periodo di storia italiana e ne ha aperto uno tutto nuovo , diverso , con il quale viene a finire per sempre il nostro modo di essere ( per dir così ) puramente nazionale , per iniziarsene quello veramente , costituzionalmente « mondiale » . Chiameremmo ciò avere il senso della novità dell ' Impero . Novità significa che qualcosa di profondamente mutato c ' è ora nella nostra realtà di Nazione e di individui , anche se ciò non apparisca facilmente agli occhi di tutti i superficiali , esterni ed interni : mutamento che informa di sé ogni fatto , rapporto , problema connesso all ' esistenza di questi o di quella e lo fa esistere sotto una luce , gli dà una rilevanza diversa da prima . Da cui la necessità che vi corrisponda da parte nostra un atteggiamento , una considerazione diversa in un costante sforzo di adeguamento di tutto ciò che ci riguarda alla nuova realtà . 2 ) L ' Impero non è solo presente , ma è , come dicevamo , sopratutto avvenire . Ciò significa che esso comincia il 9 maggio XIV , non si realizza ed è compreso tutto in tale data , nella sua incarnazione odierna . Avere questo senso dell ' Impero nel tempo considerandone la realizzazione attuale come un inizio e un impegno non come qualcosa di già definitivamente determinato , conchiuso è un ' altra delle condizioni necessarie per porne nella giusta luce tutti i problemi , e quindi uno dei punti su cui il convincimento e l ' azione dei giovani deve poggiare ben fermo . Questo è necessario affermare verso tutti coloro , e non mancano neppure tra i giovani , che con facile ironia tendono a svalutare , in sé o negli altri , in buona o in cattiva fede , l ' importanza intrinseca di ciò che abbiamo conquistato laggiù e la sua capacità ad essere promosso alla dignità di Impero riapparso sui colli di Roma . Posizione superficiale ed erronea , dannosa a un ' esatta comprensione delle cose , che i fatti si incaricheranno di smentire , contraria com ' è alla dinamica storica dell ' epoca che andiamo vivendo . Ma anche prescindendo da ciò , sappiamo bene che l ' Impero come realizzazione compiuta , storica , è ancor lontano da noi . Ma è stupido atteggiarsi a derisori e scontenti della realtà odierna , quando è chiaro che a raggiungere quella maturità ideale e materiale non basta certo un anno e nemmeno un decennio , ma occorre l ' opera intelligente e continuata di molte generazioni . Piuttosto , da ciò nasce soltanto un dovere : quello di sentire l ' Impero nel nostro spirito come una cosa da costruire , una mèta da raggiungere di cui spettano a noi il compito e la responsabilità . 3 ) L ' Impero , infine , non è tutto e solo in Africa , non si circoscrive in quel pezzo di terra chiamato Etiopia . Spiritualmente e materialmente esso è sì gran fatto da avere relazioni e ripercussioni che vanno assai oltre , che hanno influenza rispetto a tutti gli Italiani ovunque essi si trovino : prospettando per essi del tutto nuove evenienze , impegnandoli tutti in modo che prima non era . Il suo fronte è quindi ovunque , si difende e si potenzia , o si danneggia , ovunque in Italia , in Africa , in Europa , in ogni altro continente . Di fronte agli utili che esso può arrecare stanno quindi per tutti noi dei doveri , delle responsabilità nuove da mantenere : verso noi stessi , tra noi , verso lo straniero . È l ' esigenza che il Duce per primo , come sempre , ha sentito e indicato ( « portare sul piano dell ' Impero tutta la vita nazionale » ) , e che è essenziale non sbandierare sui giornali e nei discorsi , ma assolvere concretamente , ognuno nell ' intimo delle proprie , piccole o grandi , responsabilità quotidiane . E anche questa è una delle cose da tenersi bene presenti , facendone sostanza del nostro modo di pensare e d ' agire . Su queste premesse non peregrine ( ma l ' importante non è fare delle scoperte , bensì dicevamo riconoscere praticamente nel proprio io quelle verità su cui tutti sono d ' accordo pubblicamente e in teoria ) deve basarsi ogni nostra volontà di essere e di fare nel clima imperiale , nella realtà italiana degli anni avvenire , in cui la nostra vita si troverà a svolgere le sue energie . L ' Impero sarà quindi naturalmente il nostro campo d ' affermazione e dovrà esserlo su due fronti : quello Africano della valorizzazione politico - economico - sociale dei territori conquistati , e quello italiano e mondiale dell ' elevazione a nuovo livello di tutta la nostra dignità di Nazione in politica , in economia , nella cultura . Bisogna che sopratutto dei giovani siano mandati in Africa , e sopratutto essi sentano il richiamo di andar là a costruire per sé e per la patria , dal nulla , una vita . In nessun altro luogo e modo potranno avere questa gioia orgogliosa della creazione ex - novo , dell ' essere agenti e partecipi di un ' affermazione di civiltà in ciò che essa ha di più fondamentale , grandioso , evidente . Gioia sana e ineguagliabile del lavoro plasticamente creatore , per noi e per quelli che verranno da noi , per oggi e per un domani che la nostra fede intravede grande che vale da sola a giustificare una vita . E d ' altra parte nessuno meglio di elementi giovani dà sicuro affidamento di continuità e di durata : siano contadini , operai , commercianti , artigiani , professionisti , dirigenti o funzionari di governo essi hanno tutti nei confronti dei più anziani maggiore indipendenza di affetti e interessi , meno abitudini , meno attaccamenti rispetto alla vita dei loro paesi e città , e più facilmente , legati dal loro lavoro alla vita che essi stessi costruiscono , creeranno là i loro affetti , le loro abitudini , il loro ambiente e costituiranno la base di quelle generazioni di coloni stabilmente residenti e interessati alla colonia , che dovranno essere la caratteristica e la forza del nostro Impero . Ma , dicevamo , l ' Impero non è tutto e solo in Africa : ci sono dei compiti , delle responsabilità derivanti da esso , che hanno valore per tutta la vita nazionale e per tutti gli Italiani . E su questo , che è forse il lato più delicato , perché più sfuggevole e complesso del problema , sarebbe necessario un lungo discorso , dato che enorme è la sua entità e abbraccia tutti i rami , tutti i campi della vita della Nazione , tutte le possibilità dei suoi individui . È in sostanza un processo di adeguamento in alto quello che si richiede è quello che fin dal 9 maggio proclamazione dell ' Impero il Duce ha espresso in un enorme , tragico interrogativo lanciato alla folla , e su cui la facile retorica dei quotidiani e delle esibizioni oratorie ha sempre preferito sorvolare . Ha detto il Duce : « Ne sarete voi degni ? » . Meditiamo su questo interrogativo : anziani e giovani , illustri e oscuri . Solo un Capo come lui poteva , in quella sera di gioia e di trionfo , averne presente la formulazione superando la contingenza dell ' ora e degli avvenimenti per mirare alle profondità dello spirito , alle doti primigenie e creative di una stirpe prospettate sul quadrante dei secoli . Meditiamoci tutti , e provvediamo . È un monito e un imperativo , che vengono da quelle parole perché di risposte non se ne può concepire che una , quella che ha dato la folla . Ma è un giuramento che va mantenuto : e sopratutto noi giovani abbiamone il senso religioso e impegnamo la nostra coscienza poiché è nostro compito naturale a realizzarlo in tutta la nostra realtà di Nazione : Scuola e cultura , vita politica ed economica . Partito e Forze Armate . Ovunque , c ' è bisogno ora più che mai di intelligenze sveglie , di valori spirituali e morali sopratutto di fede integra . Attenzione ai periodi che seguono a una vittoria : già Mazzini avvertiva che sono sempre i più pericolosi . L ' Italia è oggi nella condizione di chi ha fatto realmente qualcosa d ' aver molto mutato e camminato dal punto ove le classi dirigenti del dopoguerra l ' avevano fermata : il pericolo è ora , fatale , che avendo fatto molto si creda dai più di aver fatto quasi tutto , e sia consentito adagiarsi in un ' ottimistica posizione di quiescenza e di riposo . Tendenza inavvertita ma in un certo senso spiegabile dopo quindici anni di Regime che hanno pungolato tutte le energie , teso tutte le volontà , chiesto molti sacrifici e maggiormente nei ranghi di coloro che dirigono , che hanno compiti di responsabilità e di comando , in qualunque campo . Mai come ora invece è stato necessario il contrario un clima più duro , una tensione ideale più alta . Tutto ha ora relazioni più lontane , riflessi più vasti e insospettati , ripercussioni più profonde , importando con sé la necessità di non trascurare nessuna di quelle cose e questioni che sembrano piccole e secondarie e non lo sono , perché tutto si lega e fa sistema , ogni cosa ha con le altre mille rapporti sottili e tenaci , nel piano fisico e in quello spirituale . Nella delicatezza dell ' ara in cui il respiro della nostra vita nazionale si è improvvisamente ingigantito e approfondito mentre problemi nuovi e imponenti si affacciano alla soglia del futuro , alla considerazione degli spiriti pensosi , e si svolgeranno per secoli condizionando l ' avvenire all ' impostazione che oggi se ne fa sia di conforto al Capo e di garanzia del domani la vigile coscienza di noi giovani , questa nostra intelligente e serena volontà di essere presenti e partecipi , di affermare noi stessi nell ' Impero e l ' Impero nel mondo .