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> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"CASSOLA CARLO"
TEMPI MEMORABILI ( CASSOLA CARLO , 1939 )
StampaPeriodica ,
Una libecciata aveva messo fine alla stagione dei bagni e poche famiglie erano rimaste , oltre quella di Fausto . Uno dei primi pomeriggi di settembre lui , la cugina , uno stuolo di altre ragazze e un giovanotto che si chiamava Carlo , fecero una passeggiata nel retroterra . Uscirono in una campagna uniforme . In fondo i monti degradavano lentamente . Gli olivi ricorrevano sui declivi più dolci e altrove , più fitto , si stendeva il bosco . Fausto aveva ceduto la bicicletta a una ragazza . Carlo gli strizzò l ' occhio . - Come va la biondina ? - domandò . - Quale biondina ? - balbettò Fausto . - Quale ? - ma aveva subito intuito che alludeva a Bianca . - È partita da quindici giorni - ammise poi . - Oh ! - esclamò il giovanotto . - Ha cambiato quindicina . Fausto lo guardò . Non vorrei essere io a insegnarti certe cose - fece il giovanotto perplesso . Fausto pensava a Bianca . Era certo una ragazza frivola : i suoi occhi freddi e ironici lo avevano sempre canzonato perché era ancora un fanciullo . Una delle ragazze prese da parte la cugina e cominciò a parlare sottovoce . Fausto tese gli orecchi : parlava di paste , di purga e di Carlo , e il senso era sufficientemente chiaro . La strada divenne tortuosa e il bosco fece la sua comparsa . Un mulino a vento girava ininterrottamente nella pianura . Intanto si succedevano gli scherzi sull ' atteso malore del giovanotto . - Sono cominciati i sintomi ? - domandò una ragazza . - Non tarderanno - rispose un ' altra ; e scoppiò in una risata . - Nessun sintomo rumoroso ? - insisté la prima scoppiando a ridere alla sua volta . Ma la purga non sembrava fare effetto . A questo punto Fausto cominciò a star male , come se la purga l ' avessero data a lui . Dopo un lungo esitare , montò in bicicletta e partì via . Quando fu ben sicuro d ' essere a una distanza sufficiente , entrò nella macchia . Tornando li trovò che s ' erano fermati in un prato , e sedette vicino a una ragazza chiamata Clara . Fallito lo scherzo , volevano vendicarsi di Carlo ad ogni costo : una bimba gli si accovacciava dietro , e una delle ragazze tentava di farlo ruzzolare con uno spintone . Ma non riuscirono nemmeno a questo.173 CARLO CASSOLA Clara sfogliava indolentemente una margherita . - A chi pensa ? - le domandò Fausto . Clara scosse la testa . - Pure si fa quel gioco pensando a qualcuno - disse ancora Fausto . - Io lo faccio per passare il tempo - rispose Clara . Fausto cercò invano di aggiungere qualcosa . Clara sembrava assente ; ma di tanto in tanto prendeva parte alla conversazione generale . In quei momenti Fausto se la sentiva sfuggire ; sentiva ancora il distacco tra i grandi e lui . Ella cantava sottovoce " Tommy " . - È dell ' anno passato - disse improvvisamente Fausto . - Anche quelle del " Cavallino bianco " sono dell ' anno passato . Clara lo guardò curiosamente . - Quali ha detto ? - domandò . - Mi pare un sogno un ' illusione - rispose Fausto confondendosi . Voleva parlare di quel tempo ma non ne ebbe il coraggio . Clara lo fissava , poi distolse lo sguardo con una risatina . Gli altri la distrassero e Fausto tacque . La vicinanza della ragazza gli aveva irrigidito la persona e la mente ; ma poi si dimenticò di lei e fece ritorno all ' isolamento abituale . Tutto il prato era in ombra . Le margherite spiccavano nel verde cupo dell ' erba ; il sole era impresso sulle fronde più alte del bosco , e sul disuguale orizzonte . Fausto restò a guardare lontano . In quella dolce luce familiare i crinali rivolti al cielo erano sparsi d ' immobili paesi . E la conversazione dei grandi , staccandosi dal verde silenzio , lo feriva : acute ferite di gioia : parole , risa , piccoli gridi lontani . Poi i grandi decisero di proseguire e si levarono in piedi . - Non ho voglia di continuare - disse Clara . Fausto che stava per alzarsi si fermò . - Oh , vada pure con gli altri - fece la ragazza che aveva notato l ' atto . Fausto biascicò che non gliene importava . - Resto col mio cavaliere - disse forte Clara . La compagnia scomparve alla voltata , e Fausto si trovò solo con la ragazza . Dapprima ebbe timore di non avere argomenti , ma la conversazione si avviò da sé . - Ha qualche libro da prestarmi ? - domandò Clara . Fausto non ne aveva . - Me ne consigli qualcuno , allora - insisté la ragazza . - I Miserabili e David Copperfield - rispose Fausto con convinzione . - Davvero ? - esclamò lei . - Oh , sono due libri bellissimi - rispose Fausto . La ragazza si mise a ridere . Poi gli parlò della sua vita durante l ' anno . Andava in campagna , nelle belle giornate . Metteva insieme un mazzo di fiori o di verde , a seconda della stagione : le piacevano tanto le felci e i Non ti scordar di me . Quando rimaneva in casa , curava il giardino . Disse che s ' annoiava molto e che avrebbe voluto vivere come lui in una grande città . - Che belle - esclamò indicando un ciuffo di canne in fondo al prato . - Mi piace tanto quando il vento le curva . Fausto guardò le canne , ma poi le sue pupille si sollevarono per spaziare lontano , verso l ' orizzonte e il cielo . Come poteva Clara annoiarsi ? Come poteva aver desiderio di luoghi diversi da quelli ? Il suo sguardo tornò ancora verso di lei : aveva un vestito molto semplice , indicibilmente grazioso . Poi gli altri ricomparvero e passarono oltre , portandosi via Clara . Allora Fausto si distese più comodamente . La sua felicità era immensa : vicino le felci e i mirtilli erano nell ' ombra , ma lontano un sole rosato , quasi rosso , illuminava i paesi e i campi . Il cielo era limpidissimo . Una villa serrata dai cipressi appariva in una distesa di olivi . Qual ' era la causa di quella commozione ? Forse la scappata nel bosco ? O il colloquio con Clara ? Risali in macchina e si lanciò nell ' inebriante vento della discesa . Quasi subito udì le loro voci . Dopo che li ebbe raggiunti , proseguì a piedi . Cantò con gli altri " Quel mazzolin di fiori " e " Sul ponte di Bassano " : e come gli tremava il cuore quando spiegava tutta la voce nel punto : " Noi ci darem la mano - ed un bacin d ' amor " ! Rientrarono in paese a buio . Le vie erano illuminate e animate ; la cugina si attardò per salutare e per far delle compere , cosí quando ripresero la via di casa era molto tardi . Lungo la strada avevano già tutti cenato e stavano fuori dell ' uscio a godersi la mitezza della stagione ; passando davanti alla casa , vide anche Anna in mezzo ai suoi . Sentì che il petto non reggeva al tumulto del sentimento . E domani sarebbe tornato per l ' ultima volta nei luoghi cari al suo amore .