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> anno_i:[1910 TO 1940} > categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"VINCI G."
NOMI E COSE ( VINCI G. , 1923 )
StampaPeriodica ,
Una delle affermazioni che più urtano in questi tempi taluni individui sensibili alla correttezza del linguaggio costituzionale e giuridico , è la definizione di Stato fascista che è invalsa ufficialmente nelle sfere governative ; e non si può negare che in realtà tale definizione non contenga in sé l ' errore fondamentale di attribuire allo Stato la funzione non di rappresentare , o meglio di essere la organizzazione politica di tutta la collettività , bensì di rappresentare e di essere un partito vittorioso , fattosi dominatore su tutti gli altri , e che nell ' esercizio di tale dominio intende imporre i suoi criteri , i suoi postulati , i suoi metodi . Anche non si può negare che la definizione di Stato fascista , e magari la semplice affermazione di esso , è in contrasto coi principii essenziali del diritto pubblico moderno , secondo i quali i partiti sono nello Stato , ma non sono mai lo Stato , ed hanno e devono avere al contrario dinnanzi allo Stato una posizione di assoluta uguaglianza ; donde l ' obbligo del partito o dei partiti vittoriosi , che abbiano cioè conquistato il potere , di non governare come partito o come partiti , bensì come espressione di tutto il popolo , serbando assoluta imparzialità nell ' amministrazione non soltanto in riguardo alle persone , ma pure agli organismi in cui tali persone si riuniscono per perseguire determinati fini politici anche in contrasto col governo del momento . Forse però se non ci fossero dei fatti per sé gravi indubbiamente , quale specialmente l ' esistenza e il funzionamento , di fianco al Consiglio dei ministri , di un Supremo Consiglio fascista che sembra troppo spesso essere il governo vero l ' uso e financo la ostentazione della espressione Stato fascista sarebbe più che altro una questione di convenienza , su cui si potrebbe sorpassare . Non possiamo infatti dimenticare che altre espressioni analoghe hanno avuto ed hanno tuttora corso ; invochiamo noi difatti lo Stato cristiano ; e dopo lo Stato cristiano e prima dello Stato fascista abbiamo avuto lo Stato liberale , lo Stato democratico senza contare il rischio corso di avere uno Stato socialista e forse comunista ; certo queste formule non hanno mai avuto l ' imperiosità quasi esclusivista che ha l ' espressione inaugurata dal fascismo ; ma d ' altra parte è d ' uopo riconoscere che se il fascismo vuole che lo Stato sia e si affermi oggi fascista , ciò è in quanto essenza politica del fascismo è proprio una rivendicazione dello Stato nella sua assoluta supremazia fino alla negazione della sua neutralità di fronte ai partiti , e fino alla proclamazione del suo diritto e del suo dovere di difendersi , ed al bisogno di offendere . Vada dunque per lo Stato fascista ; e non formalizziamocene troppo ; badiamo alla sostanza più che alle parole , teniamo conto delle circostanze storiche e psicologiche che hanno creato in Italia la situazione odierna , e preoccupiamoci piuttosto di vedere e di sapere se lo Stato fascista , al pari di uno Stato cristiano , di uno Stato liberale , di uno Stato democratico , ed a differenza di uno Stato socialista o comunista imperniantesi sulla dittatura di una classe , possa e voglia essere uno Stato di diritto , e cioè uno Stato che garantisca la parità dei cittadini , la incolumità della loro vita e dei loro beni materiali e spirituali , e in specie della libertà rettamente intesa , si capisce . Or qui la questione si riduce a termini semplici , che non è tuttavia inopportuno ricordare . La libertà in atto non esiste ( esiste potenzialmente ) come elemento assoluto della vita civile ; essa è in atto un elemento relativo , in quanto ha bisogno di essere definita e fissata dalle leggi ; si può ammettere che il cittadino rinunci a fare molte cose , e che lo Stato gli imponga , nell ' interesse comune , tali rinuncie ; ma attraverso il diritto scritto , che sarà tanto più perfetto quanto più potrà avvicinarsi al diritto ideale , o meglio all ' idea - diritto ; ma ammettere non si può che le rinuncie , le restrizioni , le imposizioni non siano codificate , cioè precostituite e rese note al cittadino , ed uguali per tutti ; questo è chiaro ; fuori di un tale principio non esistono che l ' arbitrio , la sopraffazione , la tirannide ; ed è quindi aperta la via alla ribellione . Leggi dunque , quali esse siano ; ma leggi generali , leggi che prevedano e regolino i fatti sociali , e che si applichino senza considerazione di individui , di classi , di partiti , di interessi . Questo e solo questo è lo Stato civile , e può allora essere uno Stato di diritto , sia esso e voglia chiamarsi Stato cristiano , fascista , liberale , democratico , socialista , ecc . Ma chi farà le leggi ? Ecco l ' altra fondamentale questione intorno a cui è maturata tutta la evoluzione politica del mondo in ogni età . Teoricamente , poiché la esigenza prima della società , anzi la condizione imprescindibile della sua esistenza , e in certo modo il suo vero fine , è l ' ordine , non v ' è motivo di escludere che si diano stadii di civiltà ( certo si son dati ) nei quali l ' ordine dipende dalla potestà di un solo , re o non re ; ma sarebbe un regresso inconcepibile e ad ogni modo ingiustificabile , che si negasse la partecipazione del popolo , cioè della collettività , alla legiferazione attraverso organi rappresentativi ; la sovranità popolare è un errore e una menzogna se si intende come una astrazione non vincolata alle necessità dell ' ordine sociale ; ma è una conquista sacrosanta se esprima il diritto del popolo di darsi , mediante istituti ed uomini liberamente scelti ( poco importano alla tesi il come e il quando ) le forme e le garanzie dell ' ordine stesso ; in altre parole : la sovranità popolare è un ' arma pericolosa se la società dovesse servirsene per il suicidio , ma è un ' arma legittima se la società sappia servirsene per la propria difesa e tutela . Leggi dunque , ripetiamo ; leggi emananti dalla volontà popolare organizzata in modo che possa e debba esprimersi in conformità delle esigenze dell ' ordine sociale ; ma non basta : leggi che siano applicate ed eseguite e fatte valere esclusivamente da organi dello Stato imparziali e inaccessibili alle utilità dei singoli o delle fazioni . Lo Stato di diritto pertanto , sia cristiano , fascista , liberale , socialista , democratico , ecc . , non potrà mai realizzarsi secondo i postulati della più elementare civiltà , se non abbia un corpo di funzionari amministrativi , una magistratura , una polizia , un esercito , aperti a tutti i cittadini degni , dipendenti esclusivamente dallo Stato e dai suo poteri politici , sottratti nonché al dominio , alle influenze di partiti , di fazioni , di sette più o meno occulte , ed operanti essi medesimi nell ' ambito di leggi ben definite . Se questo lo Stato fascista vorrà e saprà darci come esito finale della sua conquista , poco importerà che si chiami così ; sia pure lo Stato fascista , purché sia prima di tutto , e sopratutto , e solamente lo Stato .
I CARDINI ( VINCI G. , 1923 )
StampaPeriodica ,
La società umana o meglio le società umane , perché l ' umanità non può certo essere considerata , se non in via utopistica , come una collettività unica , mentre in fatto essa vive in famiglie diverse , di popoli e nazioni , aventi ciascuna una personalità propria guardata nelle sue origini , nel suo sviluppo storico , nei suoi ordinamenti essenziali e definitivi , presenta due aspetti contemporanei e concomitanti , ma che non possono confondersi l ' uno coll ' altro , in quanto , se è vero che si sovrappongono , è vero anche che essi rispondono a due distinte fasi della evoluzione sociale e a due diversi bisogni della vita collettiva ; e questi due aspetti possono definirsi l ' uno civile l ' altro politico ; abbiamo cioè la società ( o le società per il detto sopra ) civile e la società politica , che è quanto dire l ' organamento rivolto ai fini della elevazione individuale e famigliare , e l ' organamento diretto a regolare la convivenza degli individui e delle famiglie fra loro e la loro difesa interna ed esterna . La difficoltà di questa classificazione che logicamente non può non essere accolta come base di un razionale sistema di sociologia nasce da ciò , che essa prende la sua nomenclatura da parole che hanno lo stesso significato originario , e che contempla sotto due forme una stessa entità collettiva , mentre ambedue le forme hanno il medesimo oggetto , o meglio un oggetto che il linguaggio comune suole indicare colla stessa parola . Infatti civile deriva da civitas , e politico da pòlis ; le quali due parole , una latina e l ' altra greca , significano la stessa cosa , significano cioè l ' aggregazione di individui e di famiglie in una società retta da costumi e da leggi comuni : la civitas e la pòlis poi , la società civile e la società politica tendono ugualmente a procurare quello stato di benessere morale e materiale che si definisce la civiltà . Ma per la praticità delle trattazioni e delle discussioni bisogna pur dare alle parole un valore convenzionale prescindendo dai richiami etimologici : è del resto naturale che pochissime parole siano bastate nei primi stadii della vita collettiva a designare una quantità di fatti , di idee , di rapporti , che poi , attraverso l ' elaborazione letteraria e dottrinale , si sono differenziati , ed hanno formato materia di diversi capitoli della scienza sociologica , anzi perfino di diverse scienze . Comunque per le poche cose che vogliamo dire in questo articolo allo scopo di fissare , o meglio di richiamare , principii che nell ' ora attuale , in Italia e fuori d ' Italia , ci sembrano più che mai obliterati o malamente intesi , noi siamo indotti a considerare , almeno per un momento , separati i due aspetti civile e politico delle società umane , assegnando loro come campo di efficienza rispettivamente l ' individuo e la famiglia alla società civile , la nazione alla società politica , la quale prende praticamente nome di Stato . È superfluo avvertire che questa considerazione separata è puramente dialettica , e che essa non intende fare delle due società dei compartimenti stagni , non comunicanti fra di loro ; dicemmo anzi già che tanto comunicano che si sovrappongono , e ciò per la elementare ragione che lo Stato è la somma degli individui e delle famiglie e che gli individui e le famiglie vivono nello Stato , al quale come danno tributo e sangue occorrendo , così chiedono tutela e difesa . Ciò premesso pare a noi potersi e doversi affermare che la società civile poggia su due cardini che non sono quelli sui quali poggia la società politica ; affermazione che non è trascurabile in quanto conduce a precisare ed a chiarire molte difficoltà che gli studiosi di sociologia , a seconda delle scuole a cui appartengono , incontrano sul loro cammino . I cardini della società civile sono la religione e l ' istruzione : almeno noi teniamo che la religione e la istruzione debbano essere i cardini della società civile . Noi infatti siamo convinti che ( a parte casi individuali ) nessun uomo possa avere quel tanto di moralità indispensabile a fare di lui un galantuomo , a renderlo padrone dei suoi istinti inferiori e delle sue passioni , all ' infuori di una nozione sistematica di ciò che chiamasi religione ; vale a dire all ' infuori dei postulati circa l ' esistenza di un Dio creatore , legislatore e giudice , e di una vita oltremondana in cui ci sarà premio o castigo a seconda delle opere compiute ; non solo ; ma siamo pure convinti che nessuna religione possa esistere senza un culto , e nessun culto senza una chiesa , e nessuna chiesa senza una gerarchia : conseguentemente per noi l ' uomo areligioso astrattamente considerato non è uomo civile , perché sarà necessariamente uomo amorale , vale a dire svincolato da leggi che non corrispondano al suo egoismo . Discorso identico s ' ha da fare per la famiglia : essa è tutto un complesso di obbligazioni , di doveri , di affetti , di sacrifici , di interessi che importano la necessità di un governo domestico , di una autorità regolatrice , ma che sopratutto importano una coscienza ; e soltanto nella religione questa coscienza può attingere la ragione d ' essere come soltanto la religione può imporre le sanzioni atte a guidarla e a dominarla . Ma l ' uomo civile non ha soltanto bisogno di essere religioso : ha bisogno anche , nei successivi stadii del suo sviluppo , di essere istruito , di conoscere cioè il mondo dei fenomeni e le leggi della natura , di esplicare le proprie attitudini estetiche , di applicare alla ricerca del vero e del bello le proprie energie intellettuali , di comunicare coi suoi simili ; ecco perché , secondo noi , il dovere della istruzione precede ed eccede l ' organizzazione politica , come il diritto d ' insegnare precede ed eccede l ' azione dello Stato : lo Stato non ha di fronte al problema della istruzione altre funzioni che quelle di aiuto , di vigilanza , di integrazione : la scuola , al pari della chiesa , al pari della casa , è anteriore intesa come tipo realizzatore di un bisogno della civiltà agli istituti in cui si incarna la potestà più propriamente politica , perché la scuola corrisponde ad un bisogno che interessa la vita umana in uno stadio che precorre ideologicamente se non storicamente il formarsi e l ' organizzarsi dello Stato . Altri sono i cardini della società politica ; parliamo , si capisce , di una società politica ( come già prima di una società civile ) rispondente ad un grado di progresso sociale avanzato . E diremmo che tali cardini debbano essere stabiliti nel soddisfacimento dei due maggiori bisogni che l ' uomo politicamente ordinato non può fare a meno di sentire quando non li sentisse si dovrebbe considerarlo inferiore o regredito nella sua sensibilità politica e sente infatti , perfino talora esagerando e seguendo traccie fallaci per raggiungerli : vogliam dire la libertà e la giustizia . Libertà : vale a dire parificazione di tutti i cittadini nel diritto di far prevalere , attraverso le forme e per le vie legali , i propri criterii circa la gestione della cosa pubblica ; autorità dei governanti fondata sul consenso spontaneo e razionale della maggioranza dei cittadini nell ' orbita dei postulati essenziali alla conservazione dell ' ordine sociale , giuridico ed economico ; potere esecutivo distinto dal potere legislativo ; un solo esercito a servizio della nazione ; indipendenza dello Stato dai partiti ; funzione moderatrice della corona a difesa della costituzione contro gli arbitrii o le debolezze del potere esecutivo , contro le esorbitanze del potere legislativo , contro ogni sopraffazione di partiti o di classi . Giustizia : vale a dire applicazione imparziale e sollecita delle leggi a tutela delle ragioni private , a repressione dei reati , a garanzia della probità nella amministrazione pubblica ; applicazione fatta da organi inaccessibili alle pressioni dei politicanti , delle sette , delle fazioni . Effettivamente senza libertà e senza giustizia nessun ordinamento politico può accettarsi per buono e per degno di esseri intelligenti , se anche accada talvolta che momentanee contingenze storiche giustifichino regimi o dominii di fatto fondati sulla costrizione violenta delle volontà e sul disconoscimento , o sulla mancata tutela , dei diritti individuali o sociali . Strane confusioni si sono vedute spesso nella storia dei popoli , in periodi susseguiti a grandi sommovimenti , o militari od economici , o ad opera di personalità dominatrici comparse sulla scena politica ; e in sensi opposti , si badi bene ; perché l ' antitesi della libertà e della giustizia non sono soltanto la teocrazia o la monarchia assoluta o l ' oligarchia , la Bastiglia e le lettres de cachet , ma sono pure le demagogie e le dittature proletarie , i tribunali straordinari rivoluzionarii e i Comitati di salute pubblica . Importa perciò che i migliori cittadini considerino come l ' ottimo fra i governi , quello il quale mantenga libera la religione , libera l ' istruzione , libera la stampa , liberi i comizi elettorali , indipendente la magistratura , uguale la legge per tutti , e non consenta a nessun partito la sopraffazione armata o non armata , ma tutti obblighi a rispettare le leggi dello Stato deliberate o consentite dalle rappresentanze popolari costituzionalmente formate . Senza libertà e senza giustizia cioè senza leggi oneste onestamente applicate la vita politica non vale la pena di essere vissuta ; e le nazioni non possono sperare sorti tranquille e prospere , perché ripetiamolo alla società politica la libertà e la giustizia sono essenziali , come sono essenziali alla società civile la religione e l ' istruzione , e agli individui l ' aria e la luce .