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DIVISIONE DI LAVORO UNIVERSITARIA ( EINAUDI LUIGI , 1922 )
StampaPeriodica ,
Le ultime leggi sull ' istruzione superiore , le quali avevano lo scopo di migliorare la situazione economica dei professori universitari , sono riuscite , come era naturale , un bel monumento di ipocrisia demagogica . Prima della guerra , il professore ordinario partiva da uno stipendio di 7000 lire ed arrivava ad un massimo di 10.000; e poiché queste lire erano lorde di imposte e di ritenuta pensioni , lo stipendio effettivo andava da un minimo iniziale di 6100 ad un massimo finale di 8500 lire nette . Sarebbe bastato moltiplicare per tre queste cifre portando il minimo a circa 18.000 ed il massimo a 25.000 lire nette , perché i professori , pur sopportando una perdita , a cagion dell ' aumento più accentuato nel costo della vita , fossero contenti e non se ne parlasse più . Purtroppo , i professori universitari hanno nel mondo una brutta fama di mangiapani a tradimento : quelle tre ore settimanali di lezione e quei quattro o cinque o sei mesi di vacanze effettive fanno un gran dispetto al resto dei mortali , e specialmente a quei parecchi deputati , che hanno nutrito nei verdi anni l ' aspirazione a diventare anch ' essi professori di università , ma non ci sono riusciti od hanno dovuto fermarsi alla libera docenza , perché la chiacchiera , di cui sono abbondantemente forniti , non è un viatico bastevole per forzare il tempio della Scienza . Di qui l ' antipatia e quasi l ' odio cordiale dei moltissimi deputati per i professori . Siccome tra questi ultimi ci sono sventuratamente anche dei politici sopraffini - e ne sia prova il contingente esagerato che gli universitari danno al Parlamento ed al Governo , peculiarità che non trova riscontro se non forse in qualcuno degli Stati nuovi sorti dalla guerra - fu subito trovata la via per risolvere il conflitto tra l ' antipatia parlamentare , che avrebbe lasciato volentieri morire di fame i professori e le necessità di questi di vivere . Bisognava lasciare agli uomini politici la soddisfazione maligna di far cosa spiacevole agli universitari , pur ottenendo l ' intento di compensare in parte costoro del danno di cui essi , insieme con tutte le altre categorie di impiegati pubblici , erano rimasti vittime da quando cominciarono ad essere pagati in moneta falsa invece che in moneta buona . Si disse : il professore universitario guadagna troppo poco , perché lavora troppo poco . Facciamogli fare tre ore di più di lezione alla settimana e diamogli in più un fisso di 6000 lire all ' anno , più una partecipazione alla tassa variabile da 2500 a 6000 lire . Le tre ore in più le faccia , sia assumendo un secondo insegnamento scoperto nella sua facoltà , o scuola , sia facendo un corso di cosidette esercitazioni ai suoi allievi . Non parlo del fastidio che ne venne e ne verrà agli allievi ; i quali dovrebbero , se questo ordinamento si avverasse sul serio , correre da mane o sera a sentir professori e ad esercitarsi sotto la loro scuola , e non avrebbero più tempo e modo , - parlo degli scolari studiosi ed intelligenti , ché gli altri non vanno a scuola o sarebbe meglio se ne stessero lontani , - di studiare sui libri e meditare le cose sentite e lette . Ma è la concezione medesima del professore universitario , come colui che fa lezione e deve essere premiato se ne fa molte e punito se fa altro , la quale merita di essere esaminata . L ' uomo della strada e quello che fa le leggi considerano il professore universitario sotto la specie delle tre ore settimanali ; e le trovano irragionevolmente poche , perché in 50 o 60 ore annue non si può svolgere un corso " completo " , perché i professori sono tratti dalla brevità del tempo a parlare di un solo " capitolo " della materia ; ed i discepoli escono dall ' università asini in tutto il resto e sono bocciati agli esami di concorso agli impieghi a cui aspirano . L ' ideale medio o comune del professore presso i bravi padri di famiglia sarebbe quello di una persona incaricata di svolgere " tutta " la materia in modo " pratico " , cosicché il rampollo potesse , ricevuta la laurea , senz ' altro esercitare una professione o coprire un impiego . E poiché l ' Università non riesce , non è mai riuscita e non riescirà mai in nessun paese del mondo a questo grottesco risultato e sarebbe un disastro se ci riuscisse , così si grida al fallimento dell ' università e si conchiude che i professori sono fin troppo pagati e bisognerebbe ridurre loro lo stipendio . Bisogna riconoscere che gli universitari hanno contribuito a queste deplorevoli conclusioni dell ' opinione politica e volgare , non reagendo abbastanza energicamente contro la premessa da cui logicamente derivano le 6 e deriveranno le 12 ore : che cioè l ' ufficio per cui essi sono esclusivamente e principalmente pagati sia quello di far lezione . Io dico che invece gli uffici sono tre : di studioso , di insegnante e di esaminatore ; distinti nettamente l ' uno dall ' altro e tali che in un ideale ordinamento degli studi dovrebbero potere essere separati anche nelle persone che li coprono . Viene primo , per valore spirituale , per importanza sociale e per interesse pubblico l ' ufficio di studioso . Direi che è il solo ufficio il quale debba essere rimunerato dallo Stato , perché il solo per cui è impossibile trovare una clientela disposta a pagare il prezzo dei servizi resi in contraccambio alla collettività . Che lo studioso sia utile a questa non v ' è dubbio ; scopre le verità nuove , scientifiche , pure , da cui deriveranno col tempo applicazioni pratiche di gran momento ; crea , con le ricerche storiche filologiche e morali quell ' ambiente avido di sapere in cui soltanto può formarsi una classe dirigente colta , capace di condurre una nazione a grandi destini . Ma nessuno è disposto a pagare la scoperta di una verità di scienza pura . Sono merci senza prezzo , perché il loro pregio è così grande e così diffuso , eleva talmente il tono dell ' intiera società , che nessuno si sente in obbligo in modo particolare di far domanda , offrendo un prezzo , di verità pure filosofiche , matematiche , fisiche , economiche , storiche . La verità pura non può essere oggetto di privativa . Egrave ; come l ' aria , che tutti godono , senza pagarla . Perciò lo scienziato puro , se non è ricco di casa sua , sarebbe destinato a rimanere nudo ed affamato , se la collettività non venisse in suo soccorso . Benedetto Croce fu il maestro della nuova Italia e non ebbe mai alcuna cattedra ; ma avrebbe potuto fare a meno di chiederla , se non fosse stato provveduto di mezzi suoi , che gli consentirono di pensare e di scrivere tranquillamente , senza preoccupazioni materiali ? Quanti sono questi scienziati puri , i quali hanno diritto ad essere mantenuti dalla collettività , perché essi fruttano a questa il mille o il milione per uno ? Evidentemente pochissimi . Forse in ogni paese si possono contare sulle dita ( di una mano ; ed a volere , come del resto è giusto , tener conto non soltanto dei Benedetto Croce o dei Galileo Ferraris , ma anche di quei più modesti indagatori , che scavano in terreni inesplorati , suscitano curiosità , provocano indagini altrui , se pure non giungono propriamente essi alla scoperta della verità nuova , difficilmente si può supporre di superare il centinaio . Cifra elevata quella di cento ; forse non toccata neppure usando larghezza di criteri . Errerebbe gravemente chi pretendesse scegliere questi 100 direttamente con concorsi od a scelta fra i mille e più professori universitari che in ogni momento coprono in Italia una cattedra . E certo che questi 100 sono dappiù degli altri 900 , i quali non hanno la scintilla del genio o , pur essendo ottimi insegnanti od esaminatori , non hanno la virtù di scavare in terreno vergine . Ma sarebbe un disastro creare , ad esempio , accanto a quella dei professori straordinari ed ordinari , una categoria di super - professori meglio pagati , nella illusione che questi potessero per l ' appunto essere i 100 anzidetti . Non ce ne entrerebbe nessuno o pochissimi . Il ministro non li potrebbe scegliere , perché sarebbero preferiti coloro che hanno maggiori influenze politiche e quindi , con tutta probabilità , minori meriti scientifici . I colleghi inevitabilmente darebbero il posto ai più anziani , senza distinzione di meriti . Il concorso tra gli ordinari in carica perpetuerebbe il nefasto sistema della titolografia , per cui ognuno dei 1000 professori seguiterebbe a produrre titoli per tutta la vita , nella speranza di arrivare ad acciuffare uno dei 100 posti di super - professore . Senza volerlo , il sistema attuale per cui il professore , superato il periodo transitorio dello straordinariato , diventa ordinario e quindi inamovibile , non promovibile , uguale in grado a tutti i suoi colleghi , senza superiori e senza inferiori , é il sistema migliore per la scelta dei 100 chiamati a far progredire la scienza . Infatti : 1 ) una volta promosso ordinario , il professore non ha più bisogno di scrivere . E molti piantano lì ; e fanno benissimo . Se scrivessero , perderebbero il tempo essi e lo farebbero perdere agli altri . Giovano meglio agli studi , insegnando o esaminando . E ' un ' ubbia ridicola quella di lamentarsi dei professori , che , una volta ottenuto il bastone da maresciallo dell ' ordinariato , non " producono " più . La sola produzione utile è quella di coloro che hanno qualcosa da dire . Se un tale non scrive più , è chiaro che non ha nulla da dire . Il cielo volesse che la fabbrica di titoli cessasse coll ' ordinariato ! Sarebbe un flagello di meno . Purtroppo , invece , molti continuano inutilmente a " produrre " per abitudine , per ambizione , per erroneo concetto di sè medesimi , per far carriera extra - accademica . 2 ) l ' ordinario non ha più bisogno di fabbricar titoli . Il titolo è una specie particolare di scrittura , in cui lo scrivente non bada tanto alla verità delle cose scritte , quanto all ' effetto che esse faranno sull ' animo di quei cinque o sei che si suppone faranno parte della commissione esaminatrice dei concorsi . Tale prospettiva esercita una influenza dannosa anche sui migliori , simile a quella che produce sui candidati onesti la previsione di ciò che penseranno gli elettori . L ' ordinario tira il fiato e se scrive , può scrivere senza preoccupazioni . Saltano fuori cosidette " ingratitudini " , le quali sono invece umane rivolte di menti compresse dalla paura dei concorsi . 3 ) l ' ordinario può trascurare le lezioni , farle male , non dare importanza agli esami . Se il non scrivere affatto o il non scrivere più titoli è atto lodevole , questo è atto riprovevole moralmente . Lo si ricorda , solo per spiegare come possa essere un ' esigenza di certe menti astratte o distratte non occuparsi di doveri di secondo ordine , come sono le lezioni e gli esami . E ' un inconveniente , insito al sistema , e di cui non giova lamentarsi , perché è condizione necessaria per ottenere tutti quei 100 indagatori e scopritori di cui il paese abbisogna . 4 ) l ' ordinario non ha più speranze di progredire nella sua carriera , non ha superiori , non ha inferiori . Non avendo nulla da sperare né da temere , avendo il pane assicurato , può dedicarsi al suo ufficio , che è di pensare , di scrutare , scoprire . Molti non lo fanno : pensano a diventare senatori o deputati , fanno i professionisti o non fanno niente . Tanto meglio per la scienza , la quale ha tutto da guadagnare ad essere coltivata soltanto da coloro che spontaneamente vi si sentono attratti . Da questo punto di vista , lo stipendio pagato ai 100 scopritori si può definire una pensione vitalizia , pagata dallo Stato , senza obbligo di alcuna diretta controprestazione , allo scopo di dare allo studioso l ' agio di pensare e di lavorare senza le preoccupazioni della vita materiale . Affinché le 100 pensioni siano attribuite a persone degne è assolutamente necessario pagarne altre 900 a chi , privo del dono della scienza pura , ha però attitudine ad insegnare od esaminare o forse anche non ha voglia di far niente . L ' esistenza di 100 cattedre in confronto ai 100 scopritori può essere assomigliata a quella delle molte giocate in confronto ad una vincita al lotto . Per lo Stato è conveniente pagare 20.000 lire all ' anno a 100 detentori di pensioni universitarie , nella speranza che tra i 1000 ce ne siano 100 degni di coprire l ' ufficio di studioso ; è cioè più economico di quanto non sarebbe scegliere questi 100 in altro modo . Non li saprebbe scegliere e sprecherebbe i suoi denari . Nei tempi andati , lo Stato aveva risolto il problema anche in un ' altra maniera : con le accademie . Queste erano società a numero limitato , per es . 40 , eletti per la prima volta dal sovrano ed in seguito per cooptazione . I più anziani 20 o 24 avevano una pensione ; per es . a Torino , di 600 lire all ' anno . Ma nel 1783 a Torino con 600 lire l ' anno si viveva suppergiù come con 10.000 lire oggi . Il socio pensionato non aveva obbligo di lezione o di lavoro qualsiasi . Doveva solo partecipare alle sedute della dotta compagnia , una specie di circolo , i cui soci in amichevoli conversari si comunicavano , se e quando avevano studiato , i risultati dei loro studi . Adesso , le 600 lire sono rimaste tali quali ; anzi , ridotte da vani balzelli a 540 lire , valgono poco più di 540 soldi di una volta e non servono quindi più allo scopo per cui sono state largite , che era di dare comodità di riflettere a una piccola cerchia di uomini amanti della vita contemplativa e contenti di una vita modesta . Nelle vecchie università inglesi , ci sono ancora i fellows o compagni , i quali godono di una pensione vitalizia annua di 100 , 200 lire sterline ; e non hanno nessun obbligo . Possono , volendo , partecipare alla vita collegiale ; hanno stanza , vitto , uso della biblioteca e delle comodità del collegio ; ed in cambio non hanno altro obbligo salvo quello di pensare o di fantasticare , se lo credono . Cento sterline , oggi , sono poche , anche in Inghilterra ; ma ci sono dei frati laici , i quali , pagando alla mensa del Collegio un modesto scotto ed avendo una bella cella con dei bei libri , se ne contentano e danno utili contributi alla scienza . In Italia queste pensioni gratuite sono contrarie allo spirito democratico . Regalare 100 pensioni da 20.000 lire l ' una a gente aristocratica , neppure obbligata a dir grazie ? Ohibò ! Concorsi ci vogliono e titoli e sgobbamento di lezioni e di esami . Non che le lezioni non si debbano fare e che non siano necessari gli esami . Ma per le lezioni , il rapporto fra lo scienziato , lo Stato e lo studente è diverso da quello schizzato sopra . L ' inventore dell ' idea , il dissodatore di terreno vergine deve essere ricco di casa sua ovvero essere pagato dallo Stato , perché nessuno è disposto a comprare la sua merce , la quale acquista pregio solo se divulgata a tutti e quindi divenuta gratuita . Le lezioni invece sono utili a qualcuno ; possono essere impartite in locali chiusi . C ' è lo studente , il quale si avvantaggia a non imparare la scienza solo sui libri , ma a sentirla esporre dalla viva voce del professore , ad essere guidato nelle sue ricerche da qualcuno che ha provato , ha sbagliato ed è riuscito prima di lui ; c ' è il giovane il quale , posto innanzi alla letteratura scientifica , si smarrirebbe gettandosi sui libri più rumorosi , più moderni e meno consistenti ed ha bisogno di chi lo illumini , gli faccia risparmiare tempo e , attraverso ad uno sforzo lieto , perché definito e consapevole , lo conduca alla meta . Può darsi che l ' indagatore della verità sia anche il maestro dei giovani . Non sempre è così : ci sono dei magnifici maestri , per cui il laboratorio è nulla e la scuola è tutto ; i quali vibrano e crescono di statura intellettuale e morale nel comunicare ai giovani le idee create dai grandi pensatori . Vite spese nella formazione di successive generazioni della classe dirigente , sane vite nobilmente e fruttuosamente spese . Ognuno di noi ha aspirato a compiere questo ufficio ; ognuno di noi , non potendo toccare la più alta meta di chi scopre ed addita nuove vie , ha riposto il suo orgoglio nell ' introdurre i giovani nel vasto e grande e magnifico mondo delle idee . Anche per questa seconda categoria la moltiplicazione delle ore di insegnamento o la obbligatorietà delle esercitazioni è una goffaggine demagogica . Lasciamo stare le esercitazioni di laboratorio o di disegno o di clinica che si sono sempre fatte e per cui occorre un apparato di assistenti , di impianti e di materiale scientifico , senza di cui esse sono prive di senso . Nelle scienze astratte ed in quelle morali , letterarie e giuridiche , che cosa sono queste esercitazioni , se obbligatorie ? Io ho avuto la fortuna di avere per maestro di economia il professore Cognetti De Martiis , per cui la scuola consisteva nello stare tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 al Laboratorio di Economia Politica a lavorare in mezzo ai suoi allievi , sempre pronto a dar loro consigli , ad indicar libri , ad addestrarli a maneggiare inchieste e statistiche . Ma egli era un volontario e lavorava senza compenso , con entusiasmo giovanile , perché era insegnante nato . Anche qui bisogna rassegnarsi a giocare al lotto . L ' ufficio dell ' insegnante universitario è scelto da coloro che sanno insegnare , non certo perché più lucroso di altri , ma perché dà l ' assoluta indipendenza , la inamovibilità , la quiete nello studio , le ore di lezione numerate a distanze riposanti e con lunghi intervalli chiamati vacanze . Uomini dotati della capacità intellettuale che si suppone richiesta per coprire quel posto devono godere di certi " ozi " , se debbono rinunciare a maggiori lucri a cui potrebbero aspirare altrimenti . Perciò , bisogna rassegnarsi al fatto che non tutti i professori universitari siano dei maestri o che altri , dopo esserlo stati , stanchi abbiano perso un po ' del fuoco sacro che dianzi li animava . Non occorre che tutti i 10 o 15 professori di una facoltà siano degli animatori . Anche un numero minore basta a rendere fruttuoso un corso di studi . In fondo , il metodo critico necessario per lo studio dell ' economia politica è quello stesso che serve per la statistica o per la finanza ; e colui che si è assimilato in diritto civile o romano il criterio giuridico possiede uno strumento che gli servirà anche nelle altre scienze giuridiche . Ed è necessario che anche i mediocri siano tollerati , senza limiti d ' età , perché la scuola attragga i maestri capaci di formare le nuove generazioni . Né il fine di incitare i giovani allo studio , di formarne la mentalità , di introdurli con ordine nel mondo delle idee si raggiunge meglio moltiplicando il numero delle lezioni , facendone 100 invece che 50 . Solo la superstizione degli orari lunghi e della " materia completa " può spiegare l ' abnegazione delle molto ore . Quei geni , i quali si lamentano perché il professore non ha " svolto " tutta la materia e il loro figlio è stato bocciato agli esami di concorso , non sanno quel che si dicono . La " materia " sta scritta nei libri di testo ; e per svolgerla tutta basterebbe un fonografo messo sulla cattedra , col bidello accanto per mantenere l ' ordine . Il professore universitario ha ben altro da fare : deve inspirare ai giovani l ' amore per certe idee , il gusto per certe ricerche , il senso critico per le cose lette , il metodo per leggere ed imparar bene . A tal fine basta ugualmente trattare di un capitolo della cosiddetta materia , o dare ad essa uno sguardo sintetico o gittar luce di scorcio sui suoi problemi fondamentali . E gli studenti debbono aver il buon senso di comprendere che il corso universitario non è che un avviamento allo studio di certe scienze ; e che se vogliono conoscerle , debbono studiarsele da sé , con quel metodo che a scuola debbono avere imparato . Purtroppo , gli studenti seguono per lo più la linea del minimo sforzo ; e confondono l ' apprendimento della scienza con il superamento dell ' esame . Questa degli esami è una vera piaga , che turba la vita delle due categorie , gli indagatori ed i maestri , di cui ho cercato di schizzare sopra le esigenze . Come gli esami dovrebbero essere tenuti , se orali o scritti , se per materie singole o per gruppi di materie affini , se alla fine di ogni anno od al termine del corso di studi , se universitari o di Stato , sarebbe un discorso lungo a tenere . Qualunque sia il metodo seguito , certo è che essi dovrebbero essere affidati ad una speciale categoria di insegnanti , addestrati e specializzati nell ' ufficio di esaminatori . Maestri insigni sono tenuti in poco conto dagli allievi , o meglio dalla gran massa degli allievi , perché non sanno esaminare o si annoiano nel farlo o sono troppo severi o troppo indulgenti . Ci sono invece uomini che sanno trarre gioia anche da questo compito che ad altri pare seccantissimo ed aridissimo . Forse è il solo ufficio universitario per cui dovrebbero essere stabiliti bassi limiti d ' età . Questa , che è una goffa superstizione italiana , ha ragion d ' essere per gli esami , per cui occorre resistenza fisica , tensione nervosa , attenzione ferrea e seguitata , voglia di ribattere e chiarire gli errori , tutte qualità che coll ' andar degli anni vanno perdendosi , sottentrandovi il fastidio della ripetizione , la noia di rilevare errori le mille volte confutati , la consapevolezza della inutilità dei tentativi di cambiare le teste matte o i cervelli grassi . Coll ' età si accentuano i sentimenti di indulgenza e di compatimento verso le debolezze umane e si affievolisce il senso del dovere di giustizia verso coloro i quali potranno essere danneggiati da un laureato asino . Perciò una delle riforme più utili all ' università sarebbe la creazione di una classe di esaminatori , la quale fosse specializzata in questo ufficio e ne facesse lo scopo della sua vita . Noi economisti siamo portati a far uso del principio della divisione del lavoro ; e ciò che dico si inspira appunto a questo criterio . L ' università può trarre gran partito da uomini che non abbiano e non possano avere l ' ambizione di creatori e di maestri , ma aspirino al più modesto , ma ugualmente utile ufficio di collaboratori di quelli , alleviando ad essi la fatica materiale dell ' interrogare e del fare ripetere . L ' aspirazione di tanti padri di famiglia al Corso " completo " , potrebbe essere soddisfatta da questi " ripetitori " , pagati dagli studenti ed i cui corsi sarebbero probabilmente frequentatissimi dalla grande massa degli studenti , a cui importano poco le idee madri , i metodi di studio , gli strumenti della ricerca originale , ma vogliono invece ridotti in soldoni gli elementi delle discipline di studio . Gli studenti frequenterebbero i corsi privati dei ripetitori , quando questi fossero per l ' appunto corsi istituzionali e generali e quando i ripetitori fossero coloro su cui cadesse il carico precipuo degli esami , divenuti una cosa seria . Adesso gli esami non possono essere una cosa seria laddove gli studenti da esaminare sono centinaia e il tempo è limitato e la fatica è tutta del professore della materia , il quale al decimo interrogatorio praticamente è stordito , ripete senza volerlo le stesse domande , alla cui suggestione gli è impossibile sottrarsi . Gli esami dovrebbero essere organizzati ; né lo possono essere senza un costo piuttosto elevato . Io non credo che abbia importanza effettiva sulla cultura la questione dell ' esame accademico e dell ' esame di Stato , che in Italia sembra essere la sola questione esistente in argomento . L ' esame di Stato , introdotto nel nostro ordinamento scolastico attuale , peggiorerebbe grandemente la situazione , poiché al pappagallismo delle dispense - a cui qua e là si sottraggono gli insegnanti che all ' esame riescono a dedicare cure particolari - si surrogherebbe , peggiore e generalizzato , il pappagallismo dei libri di testo e dei questionari stabiliti per regolamento per i tali e tali diplomi . L ' esame non deve testimoniare che il candidato ha quelle tali nozioni , che lo Stato ha prescritto in un programma : l ' esame di Stato , checché profetizzino i suoi fautori , ha almeno altrettanta tendenza a degenerare come l ' esame accademico . Il diploma conseguito così è una ben meschina cosa . Invece l ' esame dovrebbe rendere testimonianza che il candidato si è impadronito dello spirito dell ' insegnamento , che in quella data scuola , e non in un ' altra , si impartisce . Esso perciò deve essere dato dall ' insegnante che di quella scuola è lo spirito animatore . Ma egli deve avere i mezzi di accertarsi seriamente quanto valga e cosa sappia il suo studente . L ' odierno esame orale , anche se prolungato dai consuetudinari quindici minuti a mezz ' ora o più , non dà nessuna garanzia in merito . L ' esame orale dovrebbe essere l ' ultimo atto di una serie di prove , principalmente scritte , da tenersi secondo un piano prestabilito dal capo di ogni istituto o gruppo di materie e concordato con i suoi colleghi . Chi abbia avuto sotto gli occhi qualcuno dei piani di studi e di esami che devono essere osservati nelle principali università inglesi ed americane per conseguire un qualunque grado , rimane stupito dello stato di anarchia in cui ci troviamo noi . Anarchia la quale dipende dalla circostanza che presso di noi tutto è affidato ad un unica persona , la quale dovrebbe nel tempo stesso scoprire nuovi veri , essere il maestro dei giovani che hanno l ' amore della scienza , il ripetitore e l ' esaminatore della massa degli studenti ordinari . Il che essendo di fatto impossibile , tutti tre i compiti sono adempiuti alla meglio , con risultati spesso deplorevoli . Non si dica che le prove scritte sarebbero la continuazione dei componimenti liceali e si ridurrebbero ad un cattivo riassunto scritto , invece che orale , delle dispense e dei testi stampati . E ' tutta una arte che deve perfezionarsi in materia di conoscere le fonti principali , i libri classici , possegga antologie dei testi fondamentali sulle teorie insegnate e sappia trarne partita . Il cosiddetto " paper " delle università inglesi meriterebbe di essere meglio conosciuto da noi : dal " paper " ossia saggio - scritto preparato tranquillamente a casa , a quello che deve essere composto nell ' aula , in non più di un dato tempo e in non più di tante parole ; prove differenti le quali permettono di giudicare il valore del giovane da differenti punti di vista . Ed il " saggio " di ogni studente deve essere su un argomento diverso da quello di ogni altro ; ed essi debbono essere parecchi per ogni disciplina e cose ben diverse dalla dissertazione originale di laurea . Fatica diabolica , si dirà , per i professori ; ed è perciò appunto che non è possibile farne nulla , prima che sia avvenuta quella suddivisione di funzioni fra lo studioso , il professore e l ' esaminatore che ho voluto delineare nel presente articolo .
ESISTE UNA ECONOMIA ITALIANA? ( EINAUDI LUIGI , 1922 )
StampaPeriodica ,
L ' infortunio capitato alla Banca Italiana di Sconto è stato l ' occasione che fossero ripetute in pubblici comizi parole ben note nella terminologia economica , ma relativamente oscure in quella volgare . Gli studiosi sanno come gli inglesi abbiano dato alla scienza economica il nome di " economia politica " ; nome che i trattatisti tedeschi amarono spesso cambiare in quello di " economia nazionale " , finché , più recentemente ancora , ad accentuare il carattere scientifico dei loro lavori , parecchi scrittori preferirono adoperare semplicemente la parola " Economics " od " Economica " , tale quale dicesi " Fisica " o " Chimica " . Tuttavia , quegli aggettivi " politica " o " nazionale " fanno ancora grande e bella impressione agli occhi di taluno , il quale volentieri , nel pronunciare , posa l ' accento su di essi , quasi a voler dire che la scienza economica merita o non merita rispetto a seconda che essa è più o meno " politica " o " nazionale " . Appunto in certi comizi romani recenti , provocati dalla moratoria della Banca di Sconto , pare si sia distinto tra una politica bancaria " nazionale " ed una " anti - nazionale " non si sa se francofila o tedescofila ed i convenuti si sarebbero dimostrati disposti a far entrare , coi randelli , nella mente dei governanti e dei banchieri l ' idea che ci ha da essere , accanto a banche antinazionali , una banca a cui sia specificamente affidato il compito di fare una politica economica " nazionale " o " italiana " . Prescindo dal fatto concreto , se vi sia tale o tale banca tedescofila o francofila o italianofila , sia perché è difficilissimo per i laici appurare le circostanze delle accuse e delle difese in modo esatto , sia perché qui si vuole soltanto discorrere della esatta definizione dell ' aggettivo " nazionale " od " italiana " aggiunto al sostantivo " economia " o " politica economica " o " banca " . Che cosa vuol dire " economia o banca nazionale , meglio , italiana " di diverso da " economia " o " banca " senza aggettivi ? Una banca - ed assumiamo questa come esempio e tipo delle altre economie esistenti in un paese , cosicché le osservazioni fatte per essa valgono per tutte le altre economie - fa operazioni diversissime , attive e passive , le quali economicamente si distinguono perché le une sono molto redditizie , le altre mediocremente , altre ancora poco o nulla , e le ultime finalmente possono procacciare la perdita di tutto o parte il capitale proprio della banca o dei depositanti . Per dare un esempio in cifre , si sono compiute cinque operazioni , le quali fruttano il +25 , il +10 , il 0 , il -10 ed il -26 per cento del capitale sociale . Quale di queste operazioni è " italiana " e quale " tedesco o franco o anglo - fila " ? Se , invece di una banca privata , si trattasse dello Stato o di un altro ente pubblico , si potrebbe essere in dubbio . Ad uno Stato può convenire compiere un ' operazione che gli cagiona una perdita " finanziaria " di 100.000.000 di lire , piuttostoché un ' altra che gli frutti un lucro finanziario di altrettanto . Anzi , è regola assoluta , che uno Stato deve prima adempiere ad uffici costosi e poi solo , dopo adempiuto ottimamente e con grave dispendio a questi , può , con molti ma molti se , tentare operazioni fruttifere . C ' è forse dubbio , che , sovra ogni altra cosa , lo Stato deve difendere , con l ' esercito e con la flotta , il territorio del paese o pagare i magistrati ed i poliziotti ed i medici della sanità pubblica ed i maestri elementari ? E c ' è dubbio che tutte queste faccende pressanti e necessarie costano molto e non rendono nulla ? Ed è forse dubbio che , tuttavia , uno Stato riscuote lode quando , pur spendendo solo il necessario , adempie al suo ufficio convenientemente ? Né è immaginabile che uno Stato trascuri i suoi uffici costosi per correre dietro alla speranza ed anche alla realtà di guadagni in imprese economiche di ferrovie , banche , navigazione , industrie . Anche ammettendo che il lucro sia scarso , lo Stato non può e non deve cercarlo , se prima non ha adempiuto bene ai suoi fini essenziali . Non essendo un Ente creato allo scopo di ottener lucri , il fatto che esso se li procaccia può essere un argomento per concludere che si è comportato male anziché bene in rapporto ai suoi fini . Sarà " nazionale " od " italiano " quello Stato il quale , a costo di perdite finanziarie , bene raggiunge i fini della collettività italiana ed " antinazionale " od " anti - italiano " quello Stato , il quale , a scopo di ingrassare sé stesso o i suoi cittadini , pospone gli ideali italiani a quelli di un altro paese e ci rende servi , in senso materiale o spirituale , di potenze o di ideali stranieri . Ma una banca ? È dessa creata per perdere o per guadagnare ? Evidentemente per guadagnare . Se perde , essa si suicida , distrugge sè stessa ed impedisce ai proprii dirigenti o soci di conseguire gli scopi per cui la banca sorse . Supponiamo che i fondatori della banca si siano proposto uno scopo qualunque non grettamente egoistico . Essi vogliono promuovere lo sviluppo delle energie del suolo e del sottosuolo nazionale , incoraggiare le iniziative dei cittadini italiani . Si promuove e si incoraggia tutto ciò col perdere denari ? A furia di lucrare il -10 od il -25 % del capitale , questo va in fumo , i depositanti pigliano paura , si determina un panico e vengono meno i fondi con cui incoraggiare e promuovere . Gira e rigira , per una banca non vi è altro metodo per raggiungere fini utili alla collettività nazionale fuorché quello che consiste nel fare affari buoni . In certi casi , e in limiti molto modesti , possono essere buoni " a lunga scadenza " ; ma in ogni modo debbono esser buoni e non cattivi . Il banchiere come l ' industriale non deve proporsi scopi non economici . Se dinanzi al banchiere compare un progettista e gli espone il programma di una iniziativa di miniere di lignite suffragandola " soltanto " col dire che così si contribuirà a liberare il paese dal tributo pagato all ' Inghilterra per l ' acquisto del carbon fossile , il banchiere ha il dovere di mettere con molta gentilezza il progettista alla porta . Costui infatti è uno scemo . Se la tonnellata di carbon fossile straniero costa 200 lire , ossia , per ipotesi , il prezzo di una merce che a noi è costata a produrla 10 giornate di lavoro ; mentre due tonnellate di lignite italiana , aventi lo stesso potere calorifico , costano soltanto 160 lire , ossia 8 giornate di lavoro , e se il lavoro italiano non può impiegarsi meglio che nell ' estrarre lignite , allora conviene coltivare lignite ed il banchiere opererà ottimamente anticipando fondi al progettista . Non perché la lignite sia italiana ; ma perché con sole 8 giornate di lavoro italiano otteniamo lo stesso risultato che otterremo spendendo , per comprar carbone , l ' equivalente di 10 giornate di lavoro medesimamente italiano ; quindi ci avanzano 2 giornate libere per produrre qualche altra cosa o forse anco per divertirci . Ma se le due tonnellate di lignite italiana costano 400 lire , ossia 20 giornate di lavoro italiano , in tal caso pazzo e antiitaliano sarebbe quel banchiere che anticipasse fondi a tale scopo . Egli incoraggerebbe così gli italiani a spendere 20 giornate di lavoro , laddove basterebbe impiegarne 10 a produrre qualche altra cosa che potremmo poi vendere per 200 lire e cosi procacciarci le tonnellate di carbon fossile inglese . Questo , benché inglese , deve essere preferito , nell ' interesse dell ' Italia , alla lignite italiana . Così facendo , noi non preferiamo la produzione inglese del carbone a quella italiana della lignite ; bensì preferiamo la produzione italiana dell ' uva o della seta , o della canapa o di certe macchine o di cappelli ecc . , alla produzione italiana della lignite ; ed a giusta ragione facciamo ciò , perché a produrre cappelli impieghiamo meglio e più fruttuosamente il nostro lavoro e il nostro capitale che a produrre lignite . Dunque , possiamo concludere che l ' aggettivo " italiano " applicato a " banca " , ad " industria " , ad " economia " ha un significato laudativo solo se equivale ad " economico " , e che una banca è italiana in quanto guadagna , antiitaliana ovvero tedesco - franco - anglo - fila in quanto perde . Guadagnare è sinonimo di incoraggiare industrie sane , vitali , rigogliose ; perdere è sinonimo di incoraggiare progetti mal combinati , fantastici , improduttivi . Guadagnare vuol dire rafforzare il paese , arricchirlo , renderlo atto a vincere nella concorrenza internazionale . Perdere vuol dire indirizzare il lavoro italiano in impieghi in cui esso è male rimunerato , in cui si producono cose non desiderate dai consumatori ; vuol dire immiserire il paese e renderlo facilmente servo delle più rigogliose economie straniere . La definizione ora data dell ' aggettivo italiano " dimostra che probabilmente hanno ragione quei trattatisti i quali amano poco le aggiunte " nazionale " o " politica " o " italiana " al sostantivo " Economica " . L ' aggettivo non aggiunge nulla al concetto e serve solo a confondere le idee , perché fa nascere l ' impressione negli inesperti che si debba incoraggiare un ' economia od una banca " nazionale " in contrapposto all ' economia od alla banca " semplice " ; mentre quelle sole banche ad economia sono nazionali od italiane le quali sono vere e semplici banche ed economie ; ossia banche ed economie , le quali adempiono semplicemente al loro fine proprio bancario od economico , senza l ' appiccicatura di nessun altro fine extra - vagante .
StampaPeriodica ,
Compagni ! La nuova forma che la commissione interna ha assunto nella vostra officina con la nomina dei commissari di reparto e le discussioni che hanno preceduto e accompagnato questa trasformazione non sono passate inavvertite nel campo operaio e padronale torinese . Da una parte si accingono a imitarvi le maestranze di altri stabilimenti della città e della provincia , dall ' altra i proprietari e i loro agenti diretti , gli organizzatori delle grandi imprese industriali , guardano a questo movimento con interesse crescente e si chiedono e chiedono a voi quale può essere lo scopo cui esso tende , quale il programma che la classe operaia torinese si propone di realizzare . Noi sappiamo che a determinare questo movimento il nostro giornale ha non poco contribuito . In esso la questione è stata esaminata da un punto di vista teorico e generale , non solo , ma sono stati raccolti ed esposti i risultati delle esperienze di altri paesi , per fornire gli elementi per lo studio delle applicazioni pratiche . Noi sappiamo però che l ' opera nostra ha avuto un valore in quanto essa ha soddisfatto un bisogno , ha favorito il concretarsi di un ' aspirazione che era latente nella coscienza delle masse lavoratrici . Per questo così rapidamente ci siamo intesi , per questo così sicuramente si è potuto passare dalla discussione alla realizzazione . Il bisogno , l ' aspirazione da cui trae la sua origine il movimento rinnovatore dell ' organizzazione operaia da voi iniziato , sono , crediamo noi , nelle cose stesse , sono una conseguenza diretta del punto cui è giunto , nel suo sviluppo , l ' organismo sociale ed economico basato sull ' appropriazione privata dei mezzi di scambio e di produzione . Oggigiorno l ' operaio dell ' officina e il contadino delle campagne , il minatore inglese e il mugik russo , i lavoratori tutti del mondo intero , in modo più o meno sicuro , sentono in modo più o meno diretto quella verità che gli uomini di studio avevano previsto , e di cui vengono acquistando certezza sempre maggiore , quando osservano gli eventi di questo periodo della storia dell ' umanità : siamo giunti al punto in cui la classe lavoratrice , se vuole non venir meno al compito di ricostruzione che è nei suoi fatti e nella sua volontà , deve incominciare a ordinarsi in modo positivo e adeguato al fine da raggiungere . E se è vero che la società nuova sarà basata sul lavoro e sul coordinamento delle energie dei produttori , i luoghi dove si lavora , dove i produttori vivono e operano in comune , saranno domani i centri dell ' organismo sociale e dovranno prendere il posto degli enti direttivi della società odierna . Come , nei primi tempi della lotta operaia , l ' organizzazione per mestiere era quella che meglio si prestava agli scopi di difesa , alle necessità delle battaglie per il miglioramento economico e disciplinare immediato , così oggi , che incominciano a delinearsi e sempre maggior consistenza vengono prendendo nelle menti degli operai gli scopi ricostruttivi , è necessario sorga accanto e in sostegno della prima , una organizzazione per fabbrica , vera scuola delle capacità ricostruttive dei lavoratori . La massa operaia deve prepararsi effettivamente all ' acquisto della completa padronanza di se stessa , e il primo passo su questa via sta nel suo più saldo disciplinarsi , nell ' officina , in modo autonomo , spontaneo e libero . Né si può negare che la disciplina che col nuovo sistema verrà instaurata condurrà a un miglioramento della produzione , ma questo non è altro che il verificarsi di una tesi del socialismo : quanto più le forze produttive umane , emancipandosi dalla schiavitù cui il capitalismo le vorrebbe per sempre condannate , prendono coscienza di sé , si liberano e liberamente si organizzano , tanto migliore tende a diventare il modo della loro utilizzazione : l ' uomo lavorerà sempre meglio dello schiavo . A coloro poi che obiettano che in questo modo si viene a collaborare con i nostri avversari , con i proprietari delle aziende , noi rispondiamo che invece questo è l ' unico mezzo di dominio , perché la classe operaia concepisce la possibilità di fare da sé e di fare bene : anzi , essa acquista di giorno in giorno più chiara la certezza di essere sola capace di salvare il mondo intiero dalla rovina e dalla desolazione . Perciò ogni azione che voi imprenderete , ogni battaglia che sarà data sotto la vostra guida sarà illuminata dalla luce del fine ultimo che è negli animi e nelle intenzioni di tutti voi . Un grandissimo valore acquisteranno quindi anche gli atti apparentemente di poca importanza nei quali si esplicherà il mandato a voi conferito . Eletti da una maestranza nella quale sono ancora numerosi gli elementi disorganizzati , vostra prima cura sarà certamente quella di farli entrare nelle file dell ' organizzazione , opera che del resto vi sarà facilitata dal fatto che essi troveranno in voi chi sarà sempre pronto a difenderli , a guidarli , ad avviarli alla vita della fabbrica . Voi mostrerete loro con l ' esempio che la forza dell ' operaio è tutta nell ' unione e nella solidarietà coi suoi compagni . Così pure a voi spetterà l ' invigilare affinché nei reparti vengano rispettate le regole di lavoro fissate dalle federazioni di mestiere e accettate nei concordati , poiché in questo campo anche una lieve deroga ai principi stabiliti può talora costituire una offesa grave ai diritti e alla personalità dell ' operaio , di cui voi sarete rigidi e tenaci difensori e custodi . E siccome in mezzo agli operai e al lavoro voi stessi vivrete di continuo , potrete essere in grado di conoscere le modificazioni imposte dal progresso tecnico della produzione e dalla progredita coscienza e capacità dei lavoratori stessi . In questo modo si verrà costituendo un costume di officina , germe primo della vera ed effettiva legislazione del lavoro , cioè delle leggi che i produttori elaboreranno e daranno a sé stessi . Noi siamo certi che l ' importanza di questo fatto non vi sfugge , che esso è evidente davanti alle menti di tutte le maestranze che con prontezza ed entusiasmo hanno compreso il valore e il significato dell ' opera che voi vi proponete di fare : si inizia l ' intervento attivo nel campo tecnico e in quello disciplinare , delle forze stesse del lavoro . Nel campo tecnico voi potrete da un lato compiere un utilissimo lavoro informativo , raccogliendo dati e materiali preziosi sia per le federazioni di mestiere che per gli enti centrali e direttive delle nuove organizzazioni di officina . Voi curerete inoltre che gli operai del reparto acquistino una sempre maggiore capacità , e farete sparire i meschini sentimenti di gelosia professionale che ancora li fanno essere divisi e discordi ; li allenerete così per il giorno in cui , dovendo lavorare non più per il padrone ma per sé , sarà loro necessario essere uniti e solidali , per accrescere la forza del grande esercito proletario , di cui essi sono le cellule prime . Perché non potreste far sorgere , nell ' officina stessa , appositi reparti di istruzione , vere scuole professionali , ove ogni operaio , sollevandosi dalla fatica che abbruttisce , possa aprire la mente alla conoscenza dei processi di produzione , e migliorare se stesso ? Certamente , per fare tutto ciò sarà necessaria della disciplina , ma la disciplina che voi richiederete alla massa operaia sarà ben diversa da quella che il padrone imponeva e pretendeva , forte del diritto di proprietà che costituisce a lui una posizione di privilegio . Voi sarete forti di un altro diritto , quello del lavoro che dopo essere stato per secoli strumento nelle mani dei suoi sfruttatori oggi vuole redimersi , vuole dirigersi da se stesso . Il vostro potere , opposto a quello dei padroni e dei suoi ufficiali , rappresenterà di fronte alle forze del passato , le libere forze dell ' avvenire , che attendono la loro ora , e la preparano , sapendo che essa sarà l ' ora della redenzione da ogni schiavitù . E così gli organi centrali che sorgeranno per ogni gruppo di reparti , per ogni gruppo di fabbriche , per ogni città , per ogni regione , fino ad un supremo Consiglio operaio nazionale , proseguiranno , allargheranno , intensificheranno l ' opera di controllo , di preparazione e di ordinamento della classe intiera a scopi di conquista e di governo . Il cammino non sarà breve , né facile , lo sappiamo : molte difficoltà sorgeranno e vi saranno opposte , e per superarle occorrerà fare uso di grande abilità , occorrerà forse talora fare appello alla forza della classe organizzata , occorrerà sempre essere animati e spinti all ' azione da una grande fede , ma quello che più importa , o compagni , è che gli operai , sotto la guida vostra e di coloro che vi imiteranno , acquistino la viva certezza di camminare ormai , sicuri della meta , sulla grande via dell ' avvenire .
CRONACHE DELL''ORDINE NUOVO' ( GRAMSCI ANTONIO , 1919 )
StampaPeriodica ,
L ' officina metallurgica Brevetti - Fiat - prima in Italia - ha costituito il Consiglio dei commissari di fabbrica . E ' la prima realizzazione concreta di una tesi sostenuta dall ' " Ordine Nuovo " ; l ' avvenimento , che ha colmato di entusiasmo e di fervore attivo gli animi di quei nostri compagni operai , appartiene quindi , un po ' , anche a noi . Rapidamente l ' esempio si moltiplicherà nelle officine torinesi : la massa operaia sente di aver iniziato l ' attuazione di una esperienza sindacale assolutamente nuova in Italia , di aver trovato la possibilità , coi suoi propri mezzi e i suoi propri fini di classe oppressa e sfruttata , di crearsi gli strumenti più idonei per determinare una perfetta coesione della classe lavoratrice , gli strumenti più idonei per realizzare , già fin d ' ora , l ' autogoverno della massa , di aver iniziato , come appunto disse un operaio della Brevetti , la marcia " nella " rivoluzione e non più verso la rivoluzione . La costituzione del Consiglio avvenne con una rapidità e una disciplina mirabili , sebbene si trattasse di una prima esperienza : prova di quanto i metodi proletari della delegazione di funzioni siano superiori in sé ai metodi parlamentari propri della borghesia . Le elezioni avvennero senza che si interrompesse il lavoro della produzione industriale , e anche per questo lato gli operai dimostrarono la superiorità dei loro sistemi sui sistemi borghesi : le lezioni borghesi sono una fiera di vanità , il trionfo della demagogia , della gazzarra , delle più basse passioni ; le elezioni d ' officina avvengono semplicemente come riflesso del lavoro , tra l ' immane ansare di tutto l ' apparato industriale di produzione , e gli operai , che non si staccano dall ' opera loro creatrice , conservano tutta la purezza del carattere , e il loro voto è anch ' esso una produzione , è anch ' esso un momento dell ' attività creatrice , perché riassumendo in pochi una funzione necessaria della vita sociale degli individui , determina un risparmio di energie , una concentrazione armonica e potente degli sforzi rivolti al fine di trionfare nella lotta di classe fino al raggiungimento dello scopo massimo : la liberazione del lavoro dalla schiavitù del capitale . Alla costituzione del Consiglio di fabbrica parteciparono tutti gli operai della Brevetti ( su circa 2000 operai si verificarono appena tre o quattro astensioni ) , organizzati e disorganizzati : i commissari risultarono tutti eletti fra gli organizzati ( eccetto uno che si è dimesso ) . Le elezioni avvennero per reparto , e , in ogni reparto , per lavorazione , in modo che ogni mestiere ha i suoi commissari capaci e competenti . Ricordiamo i loro nomi , i nomi dei primi deputati operai eletti direttamente dalla massa proletaria , coi suoi propri metodi , nel suo dominio specifico , il dominio del lavoro : REPARTO UTILENSERIA - Torneria : Pacotto ; Macchine : Baudino ; Aggiustatori : Micheletto ; Manutenzione : Aghemo . REPARTO TORNERIA - Griffa , Leone , Scicchetto , Norgia , Franco . REPARTO BRONZERIA - Torneria : Garello , Ghisio ; Frese : Fasce ; Trapani : Montano ; Torni assi : Bassi , De Prosperi , Canale . REPARTO PREPARAZIONE MONTAGGIO - Rettifiche : Orecchia ; Frese : Fracchia , Brusotto ; Trapani : Magnetti , Bodo ; taglio ruote : Tosatto . REPARTO CALDERAI - Regis , Graziano . REPARTO FONDERIA - Bertolone , Perone , Audino . LAVORAZIONI AGGIUNTE - Collaudo : Etipe ; Bolloneria : Baldo ; Sbavatori : Primo ; Alesatrici : Castagna ; Magazzino : Longhi .
LA CONQUISTA DELLO STATO ( GRAMSCI ANTONIO , 1919 )
StampaPeriodica ,
La concentrazione capitalistica , determinata dal modo di produzione , produce una corrispondente concentrazione di masse umane lavoratrici . In questo fatto bisogna cercare l ' origine di tutte le tesi rivoluzionarie del marxismo , bisogna cercare le condizioni del costume nuovo proletario , dell ' ordine nuovo comunista destinato a sostituire il costume borghese , il disordine capitalistico generato dalla libera concorrenza e dalla lotta di classe . Nella sfera dell ' attività generale capitalistica , anche il lavoratore opera sul piano della libera concorrenza , è un individuo - cittadino . Ma le condizioni di partenza della lotta non sono uguali per tutti , nello stesso tempo : l ' esistenza della proprietà privata pone la minoranza sociale in condizioni di privilegio , rende impari la lotta . Il lavoratore è continuamente esposto ai rischi più micidiali : la sua vita stessa elementare , la sua cultura , la vita e l ' avvenire della sua famiglia sono esposti ai contraccolpi bruschi delle variazioni del mercato del lavoro . Il lavoratore tenta allora di uscire dalla sfera della concorrenza e dell ' individualismo . Il principio associativo e solidaristico diventa essenziale della classe lavoratrice , muta la psicologia e i costumi degli operai e contadini . Sorgono istituti e organi nei quali questo principio si incarna ; sulla base di essi si inizia il processo di sviluppo storico che conduce al comunismo dei mezzi di produzione e di scambio . L ' associazionismo può e deve essere assunto come il fatto essenziale della rivoluzione proletaria . Dipendentemente da questa tendenza storica sono sorti nel periodo precedente all ' attuale ( che possiamo chiamare periodo della I e II Internazionale o periodo di reclutamento ) e si sono sviluppati i Partiti socialisti e i sindacati professionali . Lo sviluppo di queste istituzioni proletarie e di tutto il movimento proletario in genere non fu però autonomo , non ubbidiva a leggi proprie immanenti nella vita e nella esperienza storica della classe lavoratrice sfruttata . Le leggi della storia erano dettate dalla classe proprietaria organizzata nello Stato . Lo Stato è sempre stato il protagonista della storia , perché nei suoi organi si accentra la potenza della classe proprietaria , nello Stato la classe proprietaria si disciplina e si compone in unità , sopra i dissidi e i cozzi della concorrenza , per mantenere intatta la condizione di privilegio nella fase suprema della concorrenza stessa : la lotta di classe per il potere , per la preminenza nella direzione e nel disciplinamento della società . In questo periodo il movimento proletario fu solo una funzione della libera concorrenza capitalistica . Le istituzioni proletarie dovettero assumere una forma non per legge interna , ma per legge esterna , sotto la pressione formidabile di avvenimenti e di coercizioni dipendenti dalla concorrenza capitalistica . Da ciò hanno tratto origine gli intimi conflitti , le deviazioni , i tentennamenti , i compromessi che caratterizzano tutto il periodo di vita del movimento proletario precedente all ' attuale , e che hanno culminato nella bancarotta della II Internazionale . Alcune correnti del movimento socialista e proletario avevano posto esplicitamente come fatto essenziale della rivoluzione l ' organizzazione operaia di mestiere , e su questa base fondavano la loro propaganda e la loro azione . Il movimento sindacalista parve , per un momento , essere il vero interprete del marxismo , vero interprete della verità . L ' errore del sindacalismo consiste in ciò : nell ' assumere come fatto permanente , come forma perenne dell ' associazionismo , il sindacato professionale nella forma e con le funzioni attuali , che sono imposte e non proposte , e quindi non possono avere una linea costante e prevedibile di sviluppo . Il sindacalismo , che si presentò come iniziatore di una tradizione liberista " spontaneista " , è stato in verità uno dei tanti camuffamenti dello spirito giacobino e astratto . Da ciò gli errori della corrente sindacalista , che non riuscì a sostituire il Partito socialista nel compito di educare alla rivoluzione la classe lavoratrice . Gli operai e i contadini sentivano che , per tutto il periodo in cui la classe proletaria e lo Stato democratico - parlamentare dettano le leggi della storia , ogni tentativo d ' evasione dalla sfera di queste leggi è inane e ridicolo . E ' certo che nella configurazione generale assunta dalla società colla produzione industriale , ogni uomo può attivamente partecipare alla vita e modificare l ' ambiente solo in quanto opera come individuo cittadino , membro dello Stato democratico - parlamentare . L ' esperienza liberale non è vana e non può essere superata se non dopo averla fatta . L ' apoliticismo degli apolitici fu solo una degenerazione della politica : negare e combattere lo Stato è fatto politico tanto quanto inserirsi nell ' attività generale storica che si unifica nel Parlamento e nei comuni , istituzioni popolari dello Stato . Varia la qualità del fatto politico : i sindacalisti lavorano fuori dalla realtà , e quindi la loro politica era fondamentalmente errata ; i socialisti parlamentaristi lavoravano nell ' intimo delle cose , potevano sbagliare ( commisero anzi molti e pesanti sbagli ) ma non errarono nel senso della loro azione e perciò trionfarono nella " concorrenza " ; le grandi masse , quelle che con il loro intervento modificano obiettivamente i rapporti sociali , si organizzarono intorno al Partito socialista . Nonostante tutti gli sbagli e le manchevolezze , il Partito riuscì , in ultima analisi , nella sua missione : far diventare qualcosa il proletariato che prima era nulla , dargli una consapevolezza , dare al movimento di liberazione un senso diritto e vitale che corrispondeva , nelle linee generali , al processo di sviluppo storico della società umana . Lo sbaglio più grave del movimento socialista è stato di natura simile a quello dei sindacalisti . Partecipando all ' attività generale della società umana nello Stato , i socialisti dimenticarono che la loro posizione doveva mantenersi essenzialmente di critica , di antitesi . Si lasciarono assorbire dalla realtà , non la dominarono . I comunisti marxisti devono caratterizzarsi per una psicologia che possiamo chiamare " maieutica " ( metodo di interrogare l ' interlocutore per aiutarlo a mettere in luce il suo pensiero ) . La loro azione non è di abbandono al corso degli avvenimenti determinati dalle leggi della concorrenza borghese , ma di aspettazione critica . La storia è un continuo farsi , è quindi essenzialmente imprevedibile . Ma ciò non significa che " tutto " sia imprevedibile nel farsi della storia , che cioè la storia sia dominio dell ' arbitrio e del capriccio irresponsabile . La storia è insieme libertà e necessità . Le istituzioni , nel cui sviluppo e nella cui attività la storia si incarna , sono sorte e si mantengono perché hanno un compito e una missione da realizzare . Sono sorte e si sono sviluppate determinate condizioni obiettive di produzione dei beni materiali e di consapevolezza spirituale degli uomini . Se queste condizioni obiettive , che per la loro natura meccanica sono commensurabili quasi matematicamente , mutano , muta anche la somma di rapporti che regolano e informano la società umana , muta il grado di consapevolezza degli uomini ; la configurazione sociale si trasforma , le istituzioni tradizionali si immiseriscono , sono adeguate al loro compito , diventano ingombranti e micidiali . Se nel farsi della storia l ' intelligenza fosse incapace a togliere un ritmo , a stabilire un processo , la vita della civiltà sarebbe impossibile : il genio politico si riconosce appunto da questa capacità di impadronirsi del maggior numero possibile di termini concreti necessari e sufficienti per fissare un processo di sviluppo e della capacità quindi di anticipare il futuro prossimo e remoto e sulla linea di questa intuizione impostare l ' attività di uno Stato , arrischiare la fortuna di un popolo . In questo senso Carlo Marx è stato di gran lunga il più grande dei geni politici contemporanei . I socialisti hanno , supinamente spesso , accertato la realtà storica prodotto dell ' iniziativa capitalistica ; sono caduti nell ' errore di psicologia degli economisti liberali : credere alla perpetuità delle istituzioni dello Stato democratico , alla loro fondamentale perfezione . Secondo loro la forma delle istituzioni democratiche può essere corretta , qua e là ritoccata , ma deve essere rispettata fondamentalmente . Un esempio di questa psicologia angustamente vanitosa è data dal giudizio minossico di Filippo Turati , secondo il quale il parlamento sta al Soviet come la città all ' orda barbarica . Da questa errata concezione del divenire storico , dalla pratica annosa del compromesso e da una tattica " cretinamente " parlamentarista , nasce la formula odierna sulla " conquista dello Stato " . Noi siamo persuasi , dopo le esperienze rivoluzionarie della Russia , dell ' Ungheria e della Germania , che lo Stato socialista non può incarnarsi nelle istituzioni dello Stato capitalista , ma è una creazione fondamentalmente nuova per rispetto ad esse , se non per rispetto alla storia del proletariato . Le istituzioni dello Stato capitalista sono organizzate ai fini della libera concorrenza : non basta mutare il personale per indirizzare in un altro senso la loro attività . Lo Stato socialista non è ancora il comunismo , cioè l ' instauramento di una pratica e di un costume economico solidaristico , ma è lo Stato di transizione che ha il compito di sopprimere la concorrenza con la soppressione della proprietà privata , delle classi , delle economie nazionali : questo compito non può essere attuato dalla democrazia parlamentare . La formula " conquista dello Stato " deve essere intesa in questo senso : creazione di un nuovo tipo di Stato , generato dalla esperienza associativa della classe proletaria , e sostituzione di esso allo Stato democratico - parlamentare . E qui ritorniamo al punto di partenza . Abbiamo detto che le istituzioni del movimento socialista e proletario del periodo precedente all ' attuale , non si sono sviluppate autonomamente , ma come risultato della configurazione generale della società umana dominata dalle leggi sovrane del capitalismo . La guerra ha capovolto la situazione strategica della lotta di classe . I capitalisti hanno perduto la preminenza ; la loro libertà è limitata ; il loro potere è annullato . La concentrazione capitalistica è arrivata al massimo sviluppo consentitole , realizzando il monopolio mondiale della produzione e degli scambi . La corrispondente concentrazione delle masse lavoratrici ha dato una potenza inaudita alla classe proletaria rivoluzionaria . Le istituzioni tradizionali del movimento sono diventate incapaci a contenere tanto rigoglio di vita rivoluzionaria . La loro stessa forma è inadeguata al disciplinamento delle forze inseritesi nel processo storico consapevole . Esse non sono morte . Nate come funzione della libera concorrenza , devono continuare a sussistere fino alla soppressione di ogni residuo di concorrenza , fino alla completa espressione delle classi e dei partiti , fino alla fusione delle dittature proletarie nazionali nell ' Internazionale comunista . Ma accanto ad esse devono sorgere e svilupparsi istituzioni di tipo nuovo , di tipo statale , che appunto sostituiranno le istituzioni private e pubbliche dello Stato democratico parlamentare . Istituzioni che sostituiscano la persona del capitalista nelle funzioni amministrative e nel potere industriale , e realizzino l ' autonomia del produttore nella fabbrica ; istituzioni capaci di assumere il potere direttivo di tutte le funzioni inerenti al complesso sistema di rapporti di produzione e di scambio che legano i reparti di una fabbrica tra di loro , costituendo l ' unità economica elementare , che legano le varie attività dell ' industria agricola , che per piani orizzontali e verticali devono costituire l ' armonioso edifizio della economia nazionale ed internazionale , liberato dalla tirannia ingombrante e parassitaria dei privati proprietari . Ma la spinta e l ' entusiasmo rivoluzionario sono stati più fervidi nel proletariato dell ' Europa occidentale . Ma ci pare che alla coscienza lucida ed esatta del fine non si accompagni una coscienza altrettanto lucida ed esatta dei mezzi idonei , nel momento attuale , al raggiungimento del fine stesso . Si è ormai radicata la convinzione nelle masse che lo Stato proletario è incarnato in un sistema di Consigli di operai , contadini e soldati . Non si è ancora formata una concezione tattica che assicuri obiettivamente la creazione di questo Stato . E ' necessario perciò creare fin d ' ora una rete di istituzioni proletarie , radicate nella coscienza delle grandi masse , sicura della disciplina e della fedeltà permanente delle grandi masse , nelle quali la classe degli operai e dei contadini , nella sua totalità , assuma una forma ricca di dinamismo e di possibilità di sviluppo . E ' certo che se oggi , nelle condizioni attuali di organizzazione proletaria , un movimento di masse si verificasse con carattere rivoluzionario , i risultati si consoliderebbero in una pura correzione formale dello Stato democratico , si risolverebbero in un aumento di potere della Camera dei deputati ( attraverso una assemblea costituente ) e nella assunzione al potere dei socialisti pasticcioni anticomunisti . L ' esperienza germanica e austriaca deve insegnare qualcosa . Le forze dello Stato democratico e della classe capitalistica sono ancora immense : non bisogna dissimularsi che il capitalismo si regge specialmente per l ' opera dei suoi sicofanti e dei suoi lacchè , e la semenza di tale genia non è certo sparita . La creazione dello Stato proletario non è , insomma , un atto taumaturgico : è anch ' essa un farsi , è un processo di sviluppo . Presuppone un lavoro preparatorio di sistemazione e di propaganda . Bisogna dare maggiori poteri alle istituzioni proletarie di fabbrica già esistenti , farne sorgere di simili nei villaggi , ottenere che gli uomini che le compongono siano dei comunisti consapevoli della missione rivoluzionaria che l ' istituzione deve assolvere . Altrimenti tutto il nostro entusiasmo , tutta la fede delle masse lavoratrici non riuscirà ad impedire che la rivoluzione si componga miseramente in un nuovo Parlamento di imbroglioni , di fatui e di irresponsabili , e che nuovi e più spaventosi sacrifizi siano resi necessari per l ' avvento dello Stato dei proletari .
L'INNO AL CANAPE ( - , 1925 )
StampaPeriodica ,
Dal senatore Giovanni Gentile , che è l ' unico interprete autorizzato del pensiero di Farinacci , riceviamo la seguente lettera : Caro Becco Giallo , Da qualche tempo , sovraccarico di cure soloniche ed enciclopediche , ho trascurato di confortare con nuove prove la mia tesi storica , accolta con tanto favore da cotesto giornale , della diretta filiazione del fascismo dal Risorgimento italiano . Non si creda però che io l ' abbia abbandonata : anzi , a nuova conferma , mi si consenta di illustrare con testi del Risorgimento la recente proposta dell ' on . Farinacci , che si drizzino finalmente le forche nelle piazze d ' Italia . Il testo principale è un ' ode di Vittorio Zubriani , dal titolo " Inno al canape . " In coscienza , non potei sostenere che Farinacci ne fosse già a conoscenza quando lanciava la sua proposta ; ma i genii mistici di questa nostra età profondamente religiosa hanno chi la virtù profetica ( come Michelino Bianchi ) , chi la divinazione ( come Farinacci ) . Ed ecco , senz ' altri preamboli il nocciolo dell ' inno : Pugna il filantropo pei disumani e contro l ' uman genere , coi sofismi scalzando il patibolo pietra angolare del civil consorzio , baluardo dei Regni in pericolo , altar de la giustizia . Mannaia e canape , sommi argomenti , in piedi e in auge serbano leggi e costumi ... Si noti : mannaia e canape : invece il nostro Farinacci si accontenta del solo canape ; ma c ' è posto per gli ulteriori sviluppi della rivoluzione . E gustate questo impeto lirico , che sa d ' Imbriani , assai più che di Carducci , il poeta commosso della storia : O ferrei spiriti d ' un tempo ! o degni esempli ! o sante storie ! Carlo Quinto a le forche sberrettasi ... Ed ecco un gentile episodio : Vuotar le carceri solean d ' ospiti i papi , incoronandosi . Sisto impone che , invece , ne impicchino Quattro a Montecitorio e quattro al Popolo , mentre il rito in San Pietro si celebra : arra dei suoi propositi . Donde segue l ' ammaestramento : Quest ' egro popolo chirurgi vuol che trattin franco il bisturi ! Né quaterne , rinvilii , spettacoli ad ufo , imposte miti , alti salarii ama e brama al par d ' aspra giustizia , che il freni e che l ' emancipi . Prospera , o canape , ricchezza nostra ! incarirai ! Pronunzia del cancan demagogico il termine lo stesso apogeo suo ... Ilare semini canape il contadino , allegra l ' avola fili ; e tessa giuliva la giovane ; lavori lieto il funaiuol ; preparino , conscie braccia del fato , a ' colpevoli il capestro e il sudario . Ho trascelto gli squarci più espressivi ; ma chi desideri conoscere l ' ode integralmente , la troverà in " Studi letterari e bizzarrie satiriche " dell ' Imbriani , a cura di Benedetto Croce ( di quel Benedetto Croce che ora fa l ' antifascista , mentre ha preparato finanche i sacri testi dell ' era nuova ! ) . Giovanni Gentile
SFOTTÒ ( - , 1925 )
StampaPeriodica ,
10 giugno . L ' on . Tittoni ha dimostrata la sua fierezza commemorando un libertario pericoloso : Giovanni Pascoli . Tittoni è il vero terrore dei morti . Vettori , se non scende l ' Aventino , si annoia . Fate una discesa per il povero cieco . Sappiamo che la guerra fu fatta quando era ministro Salandra . Per la guerra civile un ministro qualunque basta . Casertano è ormai anch ' egli Gran Cordone . Se lo meritava . Giordana e Vettori seguono la stessa tattica : mostrano le ferite riportate in polemica " da tutte e due le parti . " Vettori parlerebbe diversamente se capisse che qui non si tratta di crisi ministeriale , ma d ' una crisi morale che investe tutta la nazione . Il 7 giugno v ' è stata una grande dimostrazione fascista .
DEMOCRAZIA OPERAIA ( GRAMSCI ANTONIO , 1919 )
StampaPeriodica ,
Un problema si impone oggi assillante a ogni socialista che senta vivo il senso della responsabilità storica che incombe sulla classe lavoratrice e sul Partito che della missione di questa classe rappresenta la consapevolezza critica e operante . Come dominare le immense forze sociali che la guerra ha scatenato ? Come disciplinarle e dar loro una forma politica che contenga in sé la virtù di svilupparsi normalmente , di integrarsi continuamente , fino a diventare l ' ossatura dello Stato socialista nel quale si incarnerà la dittatura del proletariato ? Come saldare il presente all ' avvenire , soddisfacendo le urgenti necessità del presente e utilmente lavorando per creare e " anticipare " l ' avvenire ? Questo scritto vuole essere uno stimolo a pensare e ad operare ; vuole essere un invito ai migliori e più consapevoli operai perché riflettano e , ognuno nella sfera della propria competenza e della propria azione , collaborino alla soluzione del problema , facendo convergere sui termini di esso l ' attenzione dei compagni e delle associazioni . Solo da un lavoro comune e solidale di rischiaramento , di persuasione e di educazione reciproca nascerà l ' azione concreta di costruzione . Lo Stato socialista esiste già potenzialmente negli istituti di vita sociale caratteristici della classe lavoratrice sfruttata . Collegare tra di loro questa istituti , coordinarli e subordinarli in una gerarchia di competenze e di poteri , accentrarli fortemente , pur rispettando le necessarie autonomie e articolazioni , significa creare già fin d ' ora una vera e propria democrazia operaia , in contrapposizione efficiente ed attiva con lo Stato borghese , preparata già fin d ' ora a sostituire lo Stato borghese in tutte le sue funzioni essenziali di gestione e di dominio del patrimonio nazionale . Il movimento operaio è oggi diretto dal Partito socialista e dalla Confederazione del Lavoro ; ma l ' esercizio del potere sociale del Partito e della Confederazione si attua , per la grande massa lavoratrice , indirettamente , per forza di prestigio e d ' entusiasmo , per pressione autoritaria , per inerzia persino . La sfera di prestigio del Partito si amplia quotidianamente , attinge strati popolari finora inesplorati , suscita consenso e desiderio di lavorare proficuamente per l ' avvento del comunismo in gruppi e individui finora assenti dalla lotta politica . E ' necessario dare una forma politica e una disciplina permanente a queste energie disordinate e caotiche , assorbirle , comporle e potenziarle , fare della classe proletaria e semiproletaria una società organizzata che si educhi , che si faccia una esperienza , che acquisti una consapevolezza responsabile dei doveri che incombono alle classi arrivate al potere dello Stato . Il Partito socialista e i sindacati professionali non possono assorbire tutta la classe lavoratrice , che attraverso un lavorio di anni e di decine di anni . Essi non si identificheranno immediatamente con lo Stato proletario ; nelle Repubbliche comuniste infatti essi continuano a sussistere indipendentemente dallo Stato , come istituti di propulsione ( il Partito ) o di controllo e di realizzazione parziale ( i sindacati ) . Il Partito deve continuare ad essere l ' organo di educazione comunista , il focolare della fede , il depositario della dottrina , il potere supremo che armonizza e conduce alla meta le forze organizzate e disciplinate della classe operaia e contadina . Appunto per svolgere rigidamente questo suo ufficio , il Partito non può spalancare le porte all ' invasione di nuovi aderenti , non abituati all ' esercizio della responsabilità e della disciplina . Ma la vita sociale della classe lavoratrice è ricca di istituti , si articola in molteplici attività . Questi istituti e queste attività bisogna appunto sviluppare , organizzare complessivamente , collegare in un sistema vasto e agilmente articolato che assorba e disciplini l ' intera la classe lavoratrice . L ' officina con le sue commissioni interne , i circoli socialisti , le comunità contadine , sono i centri di vita proletaria nei quali occorre direttamente lavorare . Le commissioni interne sono organi di democrazia operaia che occorre liberare dalle limitazioni imposte dagli imprenditori , e ai quali occorre infondere vita nuova ed energia . Oggi le commissioni interne limitano il potere del capitalista nella fabbrica e svolgono funzioni di arbitrato e di disciplina . Sviluppate ed arricchite , dovranno essere domani gli organi di potere proletario che sostituisce il capitalista in tutte le sue funzioni utili di direzione e di amministrazione . Già fin d ' ora gli operai dovrebbero procedere alla elezione di vaste assemblee di delegati , scelti fra i migliori e più consapevoli compagni , sulla parola d ' ordine : " Tutto il potere dell ' officina ai comitati d ' officina " , coordinata all ' altra : " Tutto il potere dello Stato ai Consigli operai e contadini " . Un vasta campo di propaganda concreta rivoluzionaria si aprirebbe per i comunisti organizzati nel Partito e nei circoli rionali . I circoli , d ' accordo con le sezioni urbane , dovrebbero fare un censimento delle forze operaie della zona , e diventare la sede del consiglio rionale dei delegati dell ' officina , il ganglio che annoda e accentra tutte le energie proletarie del rione . I sistemi elettorali potrebbero variare a seconda della vastità delle officine : si dovrebbe cercare però di far eleggere un delegato ogni 15 operai divisi per categoria ( come si fa nelle officine inglesi ) , arrivando , per elezioni graduali , a un comitato di delegati di fabbrica che comprenda rappresentanti di tutto il complesso del lavoro ( operai , impiegati , tecnici ) . Nel comitato rionale dovrebbe tendersi a incorporare delegati anche delle altre categorie di lavoratori abitanti nel rione : camerieri , vetturini , tranvieri , ferrovieri , spazzini , impiegati , privati , commessi , ecc . Il comitato rionale dovrebbe essere emanazione di tutta la classe lavoratrice abitante nel rione , emanazione e legittima e autorevole , capace di far rispettare una disciplina , investita del potere , spontaneamente delegato , ed ordinare la cessazione immediata e integrale di ogni lavoro in tutto il rione . I comitati rionali si ingrandirebbero in commissariati urbani , controllati e disciplinati dal Partito socialista e dalle federazioni di mestiere . Un tale sistema di democrazia operaia ( integrato con organizzazioni equivalenti di contadini ) darebbe una forma e una disciplina alle masse , sarebbe una magnifica scuola di esperienza politica e amministrativa , inquadrerebbe le masse fino all ' ultimo uomo , abituandole alla tenacia e alla perseveranza , abituandole a considerarsi come un esercito in campo che ha bisogno di una ferma coesione se non vuole essere distrutto e ridotto in schiavitù . Ogni fabbrica costruirebbe uno o più reggimenti di questo esercito , coi suoi caporali , coi suoi servizi di collegamento , con la sua ufficialità , col suo stato maggiore , poteri delegati per libera elezione , non imposti autoritariamente . Attraverso i comizi , tenuti all ' interno dell ' officina , con l ' opera incessante di propaganda e di persuasione sviluppata dagli elementi più consapevoli , si otterrebbe una trasformazione radicale della psicologia operaia , si renderebbe la massa meglio preparata e capace all ' esercizio del potere , si diffonderebbe una coscienza dei doveri e dei diritti del compagno e del lavoratore , concreta ed efficiente perché generata spontaneamente dall ' esperienza viva e storica . Abbiamo già detto : questi rapidi appunti si propongono solo di stimolare il pensiero e all ' azione . Ogni aspetto del problema meriterebbe una vasta e profonda trattazione , delucidazioni , integrazioni sussidiarie e coordinate . Ma la soluzione concreta e integrale dei problemi di vita socialista può essere data solo dalla pratica comunista : la discussione in comune , che modifica simpaticamente le coscienze unificandole e colmandole di entusiasmo operoso . Dire la verità , arrivare insieme alla verità , è compiere azione comunista e rivoluzionaria . La formula " dittatura del proletariato " deve finire di essere solo una formula , un ' occasione per sfoggiare fraseologia rivoluzionaria . Chi vuole il fine , deve volere anche i mezzi . La dittatura del proletariato è l ' instaurazione di un nuovo Stato , tipicamente proletario , nel quale confluiscono le esperienze istituzionali della classe oppressa , nel quale la vita sociale della classe operaia e contadina diventa sistema diffuso e fortemente organizzato . Questo Stato non si improvvisa : i comunisti bolscevichi russi per otto mesi lavorano a diffondere e far diventare concreta la parola d ' ordine : tutto il potere ai Soviet , ed i Soviet erano noti agli operai russi fin dal 1905 . I comunisti devono far tesoro dell ' esperienza russa ed economizzare tempo e lavoro : l ' opera di ricostruzione domanderà per sé tanto tempo e tanto lavoro , che ogni giorno e ogni atto dovrebbe poterle essere destinato .
I SINDACATI E LA DITTATURA ( GRAMSCI ANTONIO , 1919 )
StampaPeriodica ,
La lotta di classe internazionale è culminata nella vittoria degli operai e contadini di due proletariati internazionali . In Russia e in Ungheria gli operai e i contadini hanno instaurato la dittatura proletaria e tanto in Russia che in Ungheria la dittatura dovette sostenere un ' aspra battaglia non solo contro la classe borghese , ma anche contro i sindacati : il conflitto tra la dittatura e i sindacati fu anzi una delle cause della caduta del Soviet ungherese , poiché i sindacati , se mai apertamente tentarono di rovesciare la dittatura , operarono sempre come organismi " disfattisti " della rivoluzione e incessantemente seminarono lo sconforto e la vigliaccheria tra gli operai e i soldati rossi . Un esame anche rapido , delle ragioni e delle condizioni di questo conflitto non può non essere utile all ' educazione rivoluzionaria delle masse , le quali , se devono convincersi che il sindacato è forse l ' organismo proletario più importante della rivoluzione comunista , perché su di esso deve fondarsi la socializzazione dell ' industria , perché esso deve creare le condizioni in cui l ' impresa privata sparisce e non può più rinascere , devono anche convincersi della necessità di creare , prima della rivoluzione , le condizioni psicologiche e obiettive nelle quali sia impossibile ogni conflitto e ogni dualismo di potere tra i vari organismi in cui si incarni la lotta della classe proletaria contro il capitalismo . La lotta di classe ha assunto in tutti i paesi d ' Europa e del mondo un carattere nettamente rivoluzionario . La concezione , che è propria della III Internazionale , secondo la quale la lotta di classe deve essere rivolta all ' instaurazione della dittatura proletaria , ha il sopravvento sulla ideologia democratica e si diffonde irresistibilmente nelle masse . I Partiti socialisti aderiscono alla III Internazionale o almeno si atteggiano secondo i principi fondamentali elaborati al Congresso di Mosca ; i sindacati invece sono rimasti fedeli alla " vera democrazia " e non trascurano nessuna occasione per indurre o costringere gli operai a dichiararsi avversari della dittatura e non attuare manifestazioni di solidarietà con la Russia dei Soviet . Questo atteggiamento dei sindacati fu rapidamente superato in Russia , poiché allo sviluppo delle organizzazioni di mestiere e d ' industria si accompagnò parallelamente e con ritmo più accelerato lo sviluppo dei Consigli d ' officina ; esso ha invece eroso la base del potere proletario in Ungheria , ha determinato in Germania immani carneficine di operai comunisti e la nascita del fenomeno Noske , ha determinato in Francia il fallimento dello sciopero generale del 20-21 luglio e il consolidarsi del regime di Clemenceau , ha impedito finora ogni intervento diretto degli operai inglesi nella lotta politica e minaccia di scindere profondamente e pericolosamente le forze proletarie in tutti i paesi . I Partiti Socialisti acquistano sempre più un profilo nettamente rivoluzionario e internazionalista ; i sindacati invece tendono a incarnare la teoria ( ! ) e la tattica dell ' opportunismo riformista e a diventare organismi meramente nazionali . Ne nasce uno stato di cose insostenibile , una condizione di confusione permanente e di debolezza cronica per la classe lavoratrice , che aumentano lo squilibrio generale della società e favoriscono il pullulare dei fermenti di disgregazione morale e di imbarbarimento . I sindacati hanno organizzato gli operai secondo i principi della lotta di classe e sono stati essi stessi le prime forme organiche di questa lotta . Gli organizzatori hanno sempre detto che solo la lotta di classe può condurre il proletariato alla sua emancipazione e che l ' organizzazione sindacale ha precisamente il fine di sopprimere il profitto individuale e lo sfruttamento dell ' uomo sull ' uomo , poiché essa si propone di eliminare il capitalista ( il proprietario privato ) dal processo industriale di produzione e di eliminare quindi le classi . Ma i sindacati non potevano attuare immediatamente questo fine e pertanto essi rivolsero tutta la loro forza al fine immediato di migliorare le condizioni di vita del proletariato , domandando più alti salari , diminuiti orari di lavoro , un corpo di legislazione sociale . I movimenti successero ai movimenti , gli scioperi agli scioperi , la condizione di vita dei lavoratori divenne relativamente migliore . Ma tutti i risultati , tutte le vittorie dell ' azione sindacale si fondano sulle basi antiche : il principio della proprietà privata resta intatto e forte , l ' ordine della produzione capitalistica e lo sfruttamento dell ' uomo sull ' uomo restano intatti e anzi si complicano in forme nuove . La giornata di otto ore , l ' aumento del salario , i benefici della legislazione sociale non toccano il profitto ; gli squilibri che immediatamente l ' azione sindacale determina nel saggio del profitto si compongono e trovano una sistemazione nuova nel gioco della libera concorrenza per le nazioni a economia mondiale come l ' Inghilterra e la Germania , nel protezionismo per le nazioni a economia limitata come la Francia e l ' Italia . Il capitalismo cioè riversa o sulle masse amorfe nazionali o sulle masse coloniali le accresciute spese generali della produzione industriale . L ' azione sindacale si rivela così assolutamente incapace a superare nel suo dominio e con i suoi mezzi , la società capitalista , si rivela incapace a condurre il proletariato alla sua emancipazione , a condurre il proletariato all ' attuazione del fine alto e universale che si era inizialmente proposto . Secondo le dottrine sindacaliste , i sindacati avrebbero dovuto servire a educare gli operai alla gestione della produzione . Poiché i sindacati di industria , si disse , sono un riflesso integrale di una determinata industria , essi diventeranno i quadri della competenza operaia per la gestione di quella determinata industria ; le cariche sindacali serviranno a rendere possibile una scelta degli operai migliori , dei più studiosi , dei più intelligenti , dei più atti a impadronirsi del complesso meccanismo della produzione e degli scambi . I leaders operai dell ' industria del cuoio saranno i più capaci a gestire questa industria , e così per l ' industria metallurgica , per l ' industria del libro , ecc . Illusione colossale . La scelta dei leaders sindacali non avvenne mai per criteri di competenza industriale , ma di competenza meramente giuridica , burocratica o demagogica . E quanto più le organizzazioni andarono ingrandendosi , quanto più frequente fu il loro intervento nella lotta di classe , quanto più diffusa e profonda la loro azione , e tanto più divenne necessario ridurre l ' ufficio dirigente a ufficio puramente amministrativo e contabile , tanto più la capacità tecnica industriale divenne un non valore ed ebbe il sopravvento la capacità burocratica e commerciale . Si venne così costituendo una vera e propria casta di funzionari e giornalisti sindacali , con una psicologia di corpo assolutamente in contrasto con la psicologia degli operai , la quale ha finito con l ' assumere in confronto alla massa operaia la stessa posizione della burocrazia governativa in confronto dello Stato parlamentare : è la burocrazia che regna e governa . La dittatura proletaria vuole sopprimere l ' ordine della produzione capitalistica , vuole sopprimere la proprietà privata , perché solo così può essere soppresso lo sfruttamento dell ' uomo sull ' uomo . La dittatura proletaria vuole sopprimere la differenza delle classi , vuole sopprimere la lotta delle classi , perché solo così può essere completa l ' emancipazione sociale della classe lavoratrice . Per ottenere questo fine il Partito comunista educa il proletariato a organizzare la sua potenza di classe , a servirsi di questa potenza armata per dominare la classe borghese e determinare le condizioni in cui la classe sfruttatrice sia soppressa e non possa rinascere . Il compito del Partito comunista nella dittatura è dunque questo : organizzare potentemente e definitivamente la classe degli operai e contadini in classe dominante , controllare che tutti gli organismi del nuovo Stato svolgano realmente opera rivoluzionaria , e rompere i diritti e i rapporti antichi inerenti al principio della proprietà privata . Ma quest ' azione distruttiva e di controllo deve essere immediatamente accompagnata da un ' opera positiva di creazione di produzione . Se quest ' opera non riesce , è vana la forza politica , la dittatura non può reggersi : nessuna società può reggersi senza la produzione , e tanto meno la dittatura che , attuandosi nelle condizioni di sfacelo economico prodotto da cinque anni di guerra esasperata e da mesi e mesi di terrorismo armato borghese , ha bisogno anzi di una intensa produzione . Ed ecco il vasto e magnifico compito che dovrebbe aprirsi all ' attività dei sindacati d ' industria . Essi appunto dovranno attuare la socializzazione , essi dovranno iniziare un ordine nuovo di produzione , in cui l ' impresa sia basata non sulla volontà di lucro del proprietario , ma sull ' interesse solidale della comunità sociale che per ogni branca industriale esce dall ' indistinto generico e si concreta nel sindacato operaio corrispondente . Nel Soviet ungherese i sindacati si sono astenuti da ogni lavoro creatore . Politicamente i funzionari sindacali suscitarono continui ostacoli alla dittatura , costituendo uno Stato nello Stato , economicamente rimasero inerti : più di una volta le fabbriche dovettero essere socializzate contro la volontà dei sindacati . Ma i leaders delle organizzazioni ungheresi erano limitati spiritualmente , avevano una psicologia burocratico - riformista , e temevano continuamente di perdere il potere che avevano fino ad allora esercitato sugli operai . Poiché la funzione per cui il sindacato si era sviluppato fino alla dittatura era inerente al predominio della classe borghese , e poiché i funzionari non avevano una capacità tecnica industriale , essi sostenevano l ' immaturità della classe proletaria alla gestione diretta della produzione , essi sostenevano la " vera " democrazia , cioè la conservazione della borghesia nelle sue posizioni principali di classe proletaria , essi volevano perpetuare ed esasperare l ' era dei concordati , dei contratti di lavoro , della legislazione sociale , per essere in grado di far valere la loro competenza . Essi volevano che si attendesse la ... rivoluzione internazionale , non potendo comprendere che la rivoluzione internazionale si manifestava appunto in Ungheria con la rivoluzione ungherese , in Russia con la rivoluzione russa , in tutta l ' Europa con gli scioperi generali , con i pronunciamenti militari , con le condizioni di vita rese impossibili alla classe lavoratrice dalle conseguenze della guerra .
'LA CLASSE DI ASEN' ( - , 1927 )
StampaPeriodica ,
Il Divo , che si fa fotografare più di un attore cinematografico , prende spesso l ' aria atroce , ma più spesso ha l ' aria comica . Egli è , secondo la definizione di un grande scrittore inglese , un tragico buffone . È stata fatta in tante pubblicazioni una raccolta di scritti di Mussolini contro Dio , apologie di reato , esaltazioni dei delitti anarchici , ecc . Ma ciò che sarebbe più interessante è la raccolta degli spropositi . Nella sua movimentata vita di agitatore e di avventuriero , Mussolini non ha mai avuto tempo di studiare . La sua educazione mentale è stata fatta sulle edizioni illustrate di Perino , sui manualetti a 3 e 5 soldi dell ' editore Sonzogno . Come tutti gli autodidatti , però , Mussolini parla di tutto . È l ' uomo che ha studiato sui libri che fanno la storia universale a volo di uccello . Annunzia ( e non fa ) uno studio su Machiavelli , parla di Platone , disserta di filosofia , cita frasi latine ignorando il latino . L ' ultimo discorso del 26 maggio è una vera enciclopedia di spropositi . Ne prendiamo qualcuno a volo . A giustificare i delitti del fascismo , Mussolini è ricorso agli esempi della rivoluzione francese . " Garnier a Nantes " egli ha detto , " prometteva di uccidere tutti gli uomini di ingegno . " Chi era Garnier ? Il Ministero degli esteri francese nel suo Bulletin de la presse étrangère del 6 giugno ha pubblicato il discorso di Mussolini integralmente e vicino al nome di Garnier ha messo un punto interrogativo . In quale manualetto di Sonzogno , Mussolini ha trovato Garnier ? E chi è costui ? Le parole riprodotte dal Divo fan pensare piuttosto alla prosa di Augusto Turati e di de Vecchi , che a quella di un rivoluzionario francese . Nello stesso discorso Mussolini , riproducendo male alcuni dati statistici , ha voluto mostrare di essere un tecnico di demografia . L ' Italia che ha un breve suolo , egli ha detto , deve aver presto 60 milioni di abitanti . " Se si diminuisce , signori , non si fa l ' Impero , si diventa una colonia . " ( In parentesi : Si diminuisce , signori .. , quale stile da baraccone ! ) È vero invece che i paesi che han fatto l ' Impero , la Francia e l ' Inghilterra , hanno un minimo di natalità e che il massimo di natalità è in Bulgaria ! Ma Mussolini ricorre subito alla storia , e vuol dar prova di avere ancora le reminiscenze dei manuali Sonzogno : " Quand ' è , " egli esclama tra l ' ammirazione dei vari Casertano che ora compongono in regime fascista la così detta Camera italiana che la Francia domina il mondo ? Quando poche famiglie di baroni normanni erano così numerose che bastavano a comporre un esercito . Quando , durante il periodo brillante della Monarchia , la Francia avea questa orgogliosa divisa : Egale à plusieurs e quando accanto a 40 o 45 milioni di francesi non c ' erano che pochi milioni di tedeschi , pochi milioni di italiani , pochi milioni di spagnuoli . " Tante parole , tanti spropositi . Mussolini suppone ( ecco un errore storico che farebbe riprovare un alunno di ginnasio ) che i normanni siano andati da prima in Francia e che dalla Francia abbiano fatto le loro grandi conquiste e suppone che i normanni siano stati dei patriarchi guerrieri , circondati da famiglie numerosissime di almeno settanta , ottanta figli . Vi è un ' asinità maggiore ? Supporre che la Francia del secolo decimosettimo e decimottavo , avesse da 40 a 45 milioni di uomini e fosse circondata da pochi milioni di italiani , tedeschi e spagnuoli , è documento di ignoranza assoluta . Se Mussolini avesse letto il libro di Levasseur : Histoire de la population française saprebbe che la Francia del secolo decimosettimo aveva meno di 16 milioni di abitanti , meno di 20 al principio del secolo decimottavo e meno che 25 al tempo della rivoluzione francese e di Napoleone . D ' altra parte , tedeschi , italiani e spagnuoli non erano pochi milioni , ma assolutamente o proporzionalmente assai più numerosi dei francesi . La Norvegia e la Danimarca da cui vennero i grandi conquistatori normanni non avevano , al tempo delle maggiori conquiste , che una piccolissima popolazione , nel complesso forse appena un milione e mezzo di uomini e conquistavano popoli numerosissimi dall ' Inghilterra al mezzogiorno d ' Italia . E pensare che l ' ignoranza del Divo è superata solo dalla ignoranza di molti fascisti i quali dicono che l ' Italia deve pensare solo con il cervello di Mussolini !