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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"ASSUNTO ROSARIO"
MITO E REALTÀ DEL TEATRO DI MASSE ( ASSUNTO ROSARIO , 1938 )
StampaPeriodica ,
Quando , alcuni anni or sono , una Voce elevatissima nominò , per la prima volta , il " teatro per ventimila , " tale frase fu interpretata come il cànone fondamentale di una nuova estetica teatrale . E fu , per lungo tempo un lungo e agitato discorrere di teatro di masse e teatro per masse , di masse - attori e masse spettatori , di teatro politico , e di teatro collettivistico : tutta una ridda di teoriche e programmi , con i quali si voleva aprire un nuovo capitolo della storia dell ' arte drammatica . Né mancarono tentativi di realizzazione pratica : tentativi di cui è rimasto il ricordo come di esperienze negative , utili appunto perché negative , in quanto per mezzo di esse ci si poté persuadere dell ' assoluta inutilità e dell ' assurdità insita nella pretesa di volere fare un teatro di cui fosse protagonista la collettività . L ' errore originario , che diede origine a tanta confusione di idee , consistette nella interpretazione estetica data a quella che era soltanto una direttiva politica . Avvicinare al teatro tutti coloro che , per ragioni pratiche , erano costretti a viverne lontani , restituire alla universalità originaria quello che pareva essersi ridotto un monopolio di pochi favoriti dalla sorte : ecco l ' unico vero significato della formula mussoliniana : " teatro per ventimila . " Difatti , quando si tacquero le polemiche e le teorie ; quando gli esperimenti cominciarono a perdersi nell ' oblio ; quando sui progetti , più o meno macchinosi , cominciò ad ammucchiarsi la polvere ; allora , quasi senza che ce ne accorgessimo , il teatro di masse cominciò ad essere realtà . Prima , l ' istituzione del sabato teatrale , riapri le porte degli antichi teatri ad un pubblico che del teatro aveva , sin ' allora , ignorata l ' esistenza : poi , vennero le prime rappresentazioni all ' aperto : una , due per ogni città , nelle scorse estati : quasi un modesto tentativo , quasi una prova : finalmente , in questa estate dell ' Anno sedicesimo , le grandi , trionfali stagioni liriche all ' aperto ; le antiche piazze italiane , i cortili storici , le rovine millenarie : eccoli , i teatri per ventimila , già pronti . E il cielo estivo è la cupola più bella e fastosa , per questi nuovissimi teatri . Il repertorio più popolare , nel senso migliore della parola , lo si è trovato nel melodramma . Né si può dire vi sia , in Italia , spettacolo che abbia più immediata ed universale risonanza . Ma non si può dire che esso , da solo fosse sufficiente . Era necessario il teatro , quello autentico . Molto opportunamente , si è colmata questa lacuna : spettacoli di prosa si alterneranno con i melodrammi , sin da questa stagione . E , negli anni venturi , sarà fatta parte uguale , nei programmi , alla prosa ed alla lirica . Ne c ' è da preoccuparsi , come qualcuno ha mostrato di credere , che il repertorio attualmente esistente non sia adeguato per degli spettacoli di massa . Non esiste un teatro per pochi e un teatro per molti . Esiste solo l ' arte , che è universale , e tutto ciò che arte non è . Per riportare il popolo a teatro , basterà selezionare le opere d ' arte , esse sole , eliminando tutto il resto , come scoria inutile e dannosa . E di opere d ' arte , e grandissime , il teatro di tutti i tempi ha grande abbondanza : opere che hanno in sé elementi di eternità e di universalità tali che tutti gli uomini , di tutti i tempi , di tutti i paesi , di tutte le categorie sociali , possono in essi riconoscersi e ritrovarsi .