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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"CASINI GHERARDO"
ELOGIO DEL BOIA ( CASINI GHERARDO , 1926 )
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Ogni conquista ottenuta a prezzo di dolore e di sangue va difesa con qualunque mezzo , anche se questo infranga gli schemi dell ' usuale vita civile . Tutta la Rivoluzione è per noi fascisti la lunga vicenda tormentosa di sette anni di lotte , di sacrifici , di passione vissuta nella ferma fede di grande avvenire italiano . Impeto di vendetta contro i nemici della Vittoria , prima ; coordinamento disciplinato , cosciente e instancabile di tutte le energie della Nazione , oggi ; il Fascismo - occorre forse ripeterlo ancora - non è un partito in lotta con altri partiti , ma la rivoluzione innovatrice che ha fondato un Regime , il primo da quando l ' unità d ' Italia si è compiuta . Non è quindi sola appartenenza nostra la Rivoluzione , ma fase di civiltà della storia italiana . Difenderla vuol dire difendere il passato e l ' avvenire d ' Italia , e s ' impone come un dovere più che non appaia come un diritto . Il terzo attentato che nel giro di pochi mesi si è verificato contro la vita del Duce ci pone ormai dinanzi al preciso dovere di fissare le sanzioni capitali per la difesa della Rivoluzione ... La minaccia delle pene comuni non è stata evidentemente sufficiente a spezzare la rete dei complotti che i rinnegati ordiscono Oltralpe contro il Fascismo e il suo Duce . Ogni tentativo di morte dev ' essere inesorabilmente pagato con la morte . Riponiamo oggi in un canto , fra i ferrivecchi delle ideologie liberali , le fisime sentimentali e umanitaristiche che indussero a bandire dai nostri codici la pena capitale , e a nascondere sotto il velo della pietà le tremende realtà della vita umana che è necessario scontare con espiazioni altrettanto tremende . Non invochiamo il boia sulle piazze d ' Italia per un ' esibizione di inutile ferocia rivoluzionaria , ma perché vogliamo ripristinare l ' unico mezzo umano di giustizia divina che sia dato attuare in terra ... I nomi dei caporioni del sovversivismo antifascista sono noti e ormai posti al bando . Ma chiediamo di più , prime condanne a morte devono colpire proprio loro , i capi , coloro che credono di potere impunemente assassinare l ' Italia protetti dalla compiacente ospitalità straniera . Le sanzioni contro i fuorusciti sono troppo blande . Se l ' amicizia delle altre Nazioni ove si trama contro il Fascismo non è una convenzionale formula di fredda diplomazia internazionale , chiediamo che i fuorusciti siano consegnati alla giustizia italiana . Bazzi , Fasciolo , De Ambris , Donati , Salvemini tutti coloro che hanno armato la mano dei sicari debbono essere i primi a pagare con la vita la loro sciagurata vergogna . Il Fascismo e l ' Italia non tollerano più che si colpisca alle spalle chi marcia sicuro verso l ' avvenire . I rottami del passato che si ostinano ad ostacolarci debbono essere stritolati nell ' ingranaggio della macchina micidiale che essi stessi hanno costruito . Questa non è ferocia . È senso di giustizia , volontà di bene che senza pietà , fermissimamente , deve distruggere ogni vestigia di male .
PERCHÉ TRAMONTA LA LOTTA DI CLASSE ( CASINI GHERARDO , 1929 )
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... I conflitti del lavoro , gli scioperi , gli episodi della guerriglia sociale non sono affatto venuti scemando in questi ultimi anni . Ma numerosi e anche gravi talora essi sono apparsi appunto guerriglia e non guerra , episodi sporadici e non lotta organizzata , sistematica , metodica . Significa questo che la lotta è tuttavia immanente , o non sta a dimostrare piuttosto che l ' autodifesa è il mezzo a cui si ricorre quando non esistono i mezzi protettivi legali ? La seconda ipotesi è suffragata dai tentativi ormai numerosi di istituire i mezzi legali di difesa , principalmente attraverso la conciliazione e l ' arbitrato obbligatorio , inadeguati allo scopo , ma sintomatici . E si verifica così che mentre l ' ultimo grande sciopero che si è avuto in Europa rimonta a tre anni or sono lo sciopero dei minatori in Inghilterra e mentre il lavorio che da Mosca la Terza Internazionale prosegue senza posa si disperde nei rigagnoli delle violenze sporadiche ; si viene affermando l ' idea del regolamento giuridico dei conflitti professionali . A questo punto ogni deduzione sarebbe forzata se non ci soccorressero altri elementi . Nelle classi operaie , e si badi bene , sopratutto nelle organizzazioni sindacali operaie si avverte una progressiva tendenza ad uscire dai miti internazionalisti per trincerarsi entro un nazionalismo che arriva fino ad invocare misure protettive contro le importazioni di merci e di mano d ' opera straniera . Gli esempi vanno dai socialisti australiani ai sindacati degli operai cotonieri inglesi , e al deciso pronunciamento dell ' American Federation of Labor contro l ' immigrazione . Due sintomi dunque : il frantumarsi della lotta di classe accompagnato dai tentativi di sistemazione legale , e l ' orientamento nazionalista contrassegnano il comportamento delle classi operaie . Occorre vedere se ciò corrisponde ad uno stato di quiescenza , e cioè a dire alla fine della lotta fra le classi come preludio a quello che i socialisti designano come il " pericolo dell ' imborghesimento " delle classi operaie , oppure se , come crediamo , la fine di un ciclo storico è foriera dell ' avvento di un nuovo ordine sociale e politico . Torniamo alla nostra attuazione corporativa . Se nel suo complesso dimostra una ammirabile architettura giuridica , capace di contenere e di plasmare i più audaci sviluppi , storicamente essa coincide con il riscatto delle masse operaie italiane dallo stato di minorità politica in cui le aveva poste il liberalismo . Il Sindacalismo fascista non rappresenta più una posizione di difesa , ma di autonomia . La preesistente condizione d ' inferiorità si tramuta nella formazione politica di una classe , fornita di tutti i mezzi di azione e di organizzazione capaci di permetterle la collaborazione con le altre classi , non solo sul terreno delle condizioni di lavoro , ma anche e sopratutto su quello del regolamento della produzione . Quando al lavoratore si sono assicurate le giuste condizioni di vita , si è senza dubbio eliminata la prima causa della lotta di classe , ma non si potrebbe però dare completamente torto a coloro che ci accusano di averne fatto " un borghese " nel senso filisteico e gretto del termine . Il problema viceversa è quello di fare del lavoratore un produttore , e cioè di dargli un giusto senso di conservatorismo , un minimo indispensabile di sicurezza materiale , non disgiunto però dalla coscienza con - creta e costruttiva di collaboratore attivo della produzione , di elemento formativo della Nazione ...