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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"PANUNZIO SERGIO"
L'IPOCRISIA DELLA LOGICA INTERNAZIONALE ( PANUNZIO SERGIO , 1915 )
StampaQuotidiana ,
È principio di diritto razionale che chi rompe la pace perde la pace . La società internazionale si regge sulla osservanza reciproca dei trattati e delle norme e consuetudini degli Stati : donde uno stato di equilibrio instabile e delicatissimo di rapporti . Data la solidarietà e l ' interessenza dei rapporti economici e culturali nella società moderna , tutte le nazioni sono legate l ' una a l ' altra . La rottura dell ' equilibrio cagionata dall ' urto violento di una nazione si ripercuote in tutte le altre . Di maniera che se è vero che chi rompe la pace perde la pace , non è meno vero , nel campo internazionale , che tutte le nazioni che subiscono i contraccolpi diretti o indiretti dello stato di guerra perdono la pace . La pace esiste fino al momento in cui tutti gli stati la vogliono e la conservano . Cessata per uno , cessa per tutti gli altri . Anche lo « stato di neutralità » è una conseguenza dello stato di guerra , e partecipa della natura dello stato di guerra . Non per niente tutti sostengono a proposito della neutralità italiana che essa vuole essere e dev ' essere armata e guardinga . Questa in breve la concezione e la fisionomia dell ' ordine giuridico internazionale . E quando dico ordine giuridico voglio dire ordine statico ed estrinseco di rapporti di pura meccanica coesistenza . Domando : l ' internazionale socialistica obbediva , obbedisce al principio della meccanica coesistenza o del puro ordine giuridico e statico dei rapporti fra proletariato e proletariato ? O , invece , se è , o se era , una internazionale socialistica , obbedisce , e obbediva , al principio della interna coesione e coestensione morale di tutti i proletariati del mondo , a un principio insomma non di ordine statico e meccanico , ma dinamico e spirituale ? Nella prima ipotesi , è logico il rinchiudersi di ogni proletariato nel suo sacro egoismo meccanico nazionale . Il legame internazionale tra operai francesi , italiani , tedeschi , inglesi , russi , vige fin quando dura lo stato di equilibrio . Rotto l ' equilibrio , ogni proletariato rientra in se stesso e si rinserra nei propri confini . Non è chi non vede che in questo modo il proletariato scimmiotta la politica e la diplomazia degli stati , politica gelata senza sangue e senza cuore , ma tutto calcolo gelido di interessi e di rapporti da comporre superata la crisi in un nuovo equilibrio statico . Ma questa è statica e meccanica di rapporti , non dinamica etica e pedagogica . Si presenta il problema : il socialismo è etica o meccanica , riposo o movimento e attesa accettazione del fatto compiuto o rivolta ? Non si dura nessuna fatica , non c ' è nessun merito , se i proletariati di tutti i paesi vanno di accordo quando gli stati (borghesi...) rispettivi vanno d ' accordo . L ' amicizia internazionale dei proletariati è un riverbero dell ' equilibrio internazionale degli stati , è un rimbalzo , una conseguenza , un imprestito . Cessato l ' accordo degli Stati . non vigendo nessun principio etico , veramente internazionale , è logica la bancarotta dell ' internazionalismo operaio . Dunque voi socialisti internazionalisti e neutralisti seguite le leggi della diplomazia e dei calcoli diplomatici ? Ma proprio quando l ' internazionale è infranta e oltraggiata dagli stati , dovete lavorare per ricomporla dinamicamente . E lavorare significa , in questo caso , non tenervi ad uno stato di inerzia dentro i propri egoistici confini , ma se si è veramente ed eticamente internazionalisti , dare qualche cosa di se stessi per aiutare gli operai delle altre nazioni . E l ' internazionalismo dei veri e non dei falsi e sedicenti socialisti è , o era , etico e non economico e diplomatico . Grazie tanto ! voi andavate di accordo prima della guerra con gli operai francesi , inglesi , tedeschi ... Ma era facile allora l ' accordo ; e , in fondo , non davate niente del vostro , oppure non davate in perdita . Ma è venuto il momento vero del volersi e del farsi bene internazionalmente con le prove del fuoco e del sangue , e voi vi siete internazionalmente squagliati e vi siete internazionalmente chiusi in voi stessi , pacificamente neutralisteggiando . Ossia : avete detto : il Partito socialista d ' Italia deve ricomporre il Bureau Internationale trasportandolo da Bruxelles a Roma ( ? ) con la presenza del dott . Sudekum , reinstaurando quel famoso sinedrio di imbecillità e cretinismo internazionale che oggi fa ridere ... soltanto . Siete o no diplomatici ? Poi dite che no ... A questo si riduce il vostro internazionalismo . Se professaste l ' altro , se foste convinti che vero internazionalista è colui che non se ne sta a casa sua a guardare la roba sua ma colui che vede gli altri e ama gli altri più o almeno come se stesso , fareste qualche cosa per risollevare l ' internazionale dando la mano socialisticamente a operai francesi , belgi , ecc . , ecc . Lo so , la guerra ha rovinato tutto , ma appunto perciò , appunto per la guerra dovreste lavorare internazionalmente . Se no , come dicevo , la vostra internazionale di ieri era non altro che un riflesso della falsa ed esterna meccanica internazionale degli Stati borghesi . Non si sfugge . Perché proclamate l ' inerzia e la neutralità ? Perché ? Voi rispondete : C ' è la guerra , e non vogliamo partecipare alla guerra esaltandoci e contaminandoci . La morale degli impotenti . Vero ? La guerra c ' è . E se c ' è per uno , c ' è per tutti . E egoista e malvagio colui che la vuole fare ricadere sugli altri per la salvezza ipernazionale della propria pelle . Se era vero e sentito il vostro amore internazionale verso gli operai degli altri paesi , questo era il momento di osservarlo con le opere . L ' accordo non costa caro in tempi di pace , in condizioni di equilibrio statico ed economico , non costa molto , e quindi ha vero valore , in tempi di guerra , di crisi e di dinamismo storico e morale . Uscite alla luce , e aiutate gli operai degli altri paesi se dell ' internazionalismo operaio oltre al nome conservate ancora lo spirito . Se rimanete ancora nella inerzia oltre a conservare la vostra adesione al sistema egoistico e meccanico della diplomazia borghese , voi affermate che è l ' essenziale un ' altra cosa ; questa : Non vogliamo prendere le armi , non perché contrari alla guerra , ma perché non possiamo andare contro i tedeschi . Insomma voi volete l ' internazionalismo o per tutti o per nessuno . Risposta : il vostro è un atteggiamento farisaico , assurdo in teoria , perché inconcludente , in pratica , perché impotente . Sciogliete la reticenza . Dite : i tedeschi , gli operai compresi , hanno rotto la pace e la devono pagare , e la lezione la devono avere anche i pretesi compagni tedeschi di ieri che facevano i padri , i pedagoghi e i caporioni dell ' internazionalismo , e che oggi meritano di essere pigliati a calci o a fucilate , che è meglio . Parlate chiaro . Dite : a chi spetta la responsabilità della guerra ? Ricordate l ' atteggiamento dei socialisti al Parlamento tedesco ! E se non parlate chiaro , per amor di dio , non parlate in nome dell ' internazionale contro la guerra , ma in nome del vostro perfetto addomesticamento , diplomatico ; e apriti cielo , in nome di von Bülow e del barone Macchio .
I DUE PARTITI DI OGGI E DI DOMANI ( PANUNZIO SERGIO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Vogliamo prescindere dal nostro , dirò così , antiparlamentarismo aprioristico e teorico . Vogliamo ammettere il parlamento e i diritti di esso , dei quali tanto si è , speriamo , astrattamente e dottrinariamente , preoccupato nel non mai abbastanza deplorato discorso di Torino l ' on . Salandra . Abbiamo capito il latino . Come già scrivemmo in un nostro articolo dell ' estate scorsa ne la « Monarchia Nazionale » , ripetendo un pensiero diffuso nella coscienza generale , e come osservarono ultimamente e in forma incisiva il Popolo d ' Italia ed altri giornali , la guerra italiana è stata voluta dal popolo italiano fuori e contro il Parlamento . Non è il caso di ricordare che complici e secondo noi nobilissimi corresponsabili della rivoluzione anti - parlamentare del maggio furono non pochi organi e non poche voci ufficiose o quasi dell ' attuale Gabinetto . Se non mi sbaglio , proprio un magnifico e ... indimenticabile articolo del Giornale d ' Italia metteva in evidenza a chiare note e con parole terribili il « delitto di Stato » consumato , o in via di consumazione , da parecchi noti uomini politici e parlamentari nostrani , il giorno delle dimissioni del Gabinetto Salandra , ed eccitava quasi la Nazione ad esprimere dal suo fondo la rivolta del suo senso giuridico e costituzionale . Vera lezione pratica di diritto pubblico contro la vecchia teorica pubblicistica esiziale come la peste bubbonica della « onnipotenza parlamentare » . E proprio in un altro « indimenticabile » articolo dello stesso giorno il Corriere della Sera « svelando » che la Triplice era stata denunziata , metteva in istato d ' accusa formale i capeggiatori del complotto parlamentare e contro questi , se non direttamente indirettamente , eccitava la Nazione . Richiamiamo questi dati di fatto ( perché la storia di ieri è , a quanto pare , diventata troppo vecchia , mentre è viva ancora nei « nostri » cuori e nei « nostri » cervelli ) per ribadire il carattere anti - parlamentare delle giornate di maggio e della guerra italiana . C ' è chi ne dubita ancora ? È indubitabile che il Parlamento italiano , Camera e Senato , non voleva la guerra , era neutralista ad oltranza , cioè giolittiano , cioè tedescofilo , se non austrofilo . È indubitabile come Salandra disse in Campidoglio che non l ' Italia governava l ' Italia , ma la Germania , per mezzo di Bülow e per mezzo di un pugno di parlamentari consumati non si sa come sfuggiti al codice penale e di procedura e non si sa perché qualificati ancora come uomini « politici » e « di stato » e discussi come si fa nei giornali e altrove con criteri politici e non con quelli giuridici della R . Procura o del Senato costituito in Alta Corte . E dire che ... dalle solenni parole « accusatrici » del discorso del Campidoglio , siamo passati alla flebile critica psicologico - letteraria di S . E . Orlando a Palermo e alla qualifica di « pessimisti » affibbiata ai parlamentari di cui sopra . E la parabola discendente non si ferma . Il Parlamento , svalutato fino a ieri , ritorna in iscena nel funebre discorso di Torino . Salandra pare che abbia avuto paura delle origini « popolari » della guerra . E crediamo per omaggio teorico e dottrinario , più come giurista e come uomo politico timorato , disse a Torino che a un Partito spetta il potere , al partito liberale . Tutti sanno che dire Parlamento e diritto parlamentare , è dire gioco dei partiti e diritto dei partiti . Salandra è il tipo più schietto del conservatore , è il tipo che meno è adatto a comprendere , e più è adatto a distruggere mentalmente e a condannare politicamente le giornate rivoluzionarie di maggio . Siamo intesi ? E non ricordate forse che il Reale Imperiale Governo austriaco nel Libro Rosso osservò , in nome del sacro e santo diritto costituzionale e parlamentare caro a Bülow e a Macchio , che nelle mani di Sonnino e compagni lo stato italiano non era più un Governo « legale » ma un Governo « rivoluzionario » , diretto da criteri illegali , moventesi in un ' orbita illegale ? Forse anche la lezione di diritto pubblico del Libro Rosso incute paura e reverenziale timore . E si è recitato a Torino il mea culpa e si è proclamato pieni di contrizione e con un velo di faringite nella voce : Torniamo al Parlamento . Macchina indietro , dunque . E sia . Ma che cosa ha fatto dopo maggio il Parlamento per riabilitarsi , per riaccreditarsi , per distruggere le nostre fisime , per rafforzare le « nostre » pur mo ' nate tendenze parlamentaristiche ? Un po ' di coraggio , signori deputati . Noi vogliamo prendere anche atto della riabilitazione parlamentare di Salandra . Vogliamo per carità di patria ( dico bene ? ) ingoiare anche questo rospo . ( Per il momento , domani i conti finali ! ) . Noi vogliamo disporci con l ' animo più benigno alla ripresa dei vostri lavori , o signori di Montecitorio . Noi consentiamo a che vi pigliate il disturbo di riunirvi . Noi non esigiamo niente che sia contro il vostro diritto legale . Fate pure . Vero che nel maggio stavate per essere nei vostri « capi » più cospicui cacciati da Montecitorio . Rientrate pure . La nostra pazienza è infinita . Ma che cosa avete fatto da Maggio in poi per curare le nostre allucinazioni antiparlamentariste , se allucinazioni sono le nostre ? Ecco un altro articolo ancora fresco del Corriere . È del gennaio scorso . Dice : «...le radici del malessere nostro contro noi stessi risiedono nel fatto che il Parlamento italiano mai a guerra dichiarata ha solennemente proclamato di « volere » estendere la guerra , per esempio alla ... Germania » . Il Governo si sa , quello costituzionale deve fondarsi sugli umori e sulla maggioranza parlamentare . Ma quando mai nelle poche sedute parlamentari di « dopo maggio » si è sentita una sola voce , un solo accento politico ? Se ne togli , come diceva il Corriere , l ' on . Colajanni , tutti muti , tutti sordi , sul problema dei problemi : la guerra alla Germania . Anche la notevole dichiarazione di Sonnino dell ' adesione al patto di Londra , non suscitò entusiasmi eccessivi e prorompenti . Chi dominò ancora il Parlamento , nell ' anno di grazia 1915 , a guerra inoltrata , con le truppe al fronte , con i cadaveri sul suolo , con i destini della Patria in gioco ? I « soliti » mestatori politici e parlamentari . Si permise , e con tutta la benevolenza di Salandra , che il del resto molto abile Treves rompesse le nostre scatole perfino in Parlamento e con un cospicuo discorso parlamentare sul convegno di Zimmerwald , che ormai è il cavallo di battaglia di tutti i lavapiatti del cretinismo socialista e del giolittismo in putrefazione . E poi avemmo lo spettacolo triste di un ... Enrico Ferri , che rinnovò peggiorato nel dolo , nei mezzi e nelle forme il tentativo e l ' atto criminoso dei « parlamentari » di maggio . Dal lato personale , Ferri , sferzato a sangue da Barzilai , fu conciato per oggi e speriamo per sempre , per la dignità della specie umana nell ' ordine universale di tutte le cose . Ma occorse un discorso di Ciccotti per risollevare ( si badi ) la « chimica » parlamentare . E se ne togliamo il discorso vivo di frasi , ma pieno di timori e di circospezioni di Raimondo , e i discorsi « tecnici » dei finanzieri , degli economisti e di altrettali scocciatori di anime , non troviamo che l ' aria ghiacciata del nulla . Eppure il dissidio veramente tragico che agita in quest ' ora la coscienza nazionale , e che era presente anche nello scorso novembre , è questo : dobbiamo o no trasformare in europea la « nostra » guerra e per l ' effetto fare la guerra alla Germania ? Come il problema del maggio era di rompere la neutralità e di dichiarare la guerra all ' Austria , così il problema di oggi è della guerra o della ... neutralità ( ? ? ? ) con la Germania . Questo problema non fu toccato , come giustamente osservò il Corriere , nelle sedute parlamentari dello scorso novembre . Perché ? Forse non esisteva ? E si parlò del ... pacifismo di Zimmerwald e di altrettali coglionerie socialistiche . Vergogna e miseria ! Noi siamo ... parlamentari , ma , signori deputati , abbiate coraggio . Se la parola non viene da voi che sedete in alto , se la luce non viene da voi sui più capitali e formidabili problemi dell ' esistenza nazionale , se voi siete sordi e muti , che cosa deve fare il popolo che sta in basso ? Deve rassegnarsi alle tenebre e al silenzio , o deve trovare in sé la forza di esigere la chiusura e la soppressione di un organo che si mostra alla prova se non dannoso ... superfluo e inutile ? E se la luce non viene da voi che siete in alto , perché si protesta quando la luce sale dal basso , perché si protesta contro i generosi istinti di verità e di conquista del popolo , e perché allora opporsi alle sacrosante e irresistibili « usurpazioni » del diritto non scritto del popolo ? Sapete voi che cosa vuole il Popolo d ' Italia ? Ne interpretate la coscienza ? E allora , parlate dell ' Italia , dei problemi dell ' Italia , e occupatevi dell ' Italia e della « esplicazione » della sua guerra , e non vi preoccupate di ... Zimmerwald e del gruppo parlamentare socialista ... ; e di Ferri e dei tronconi morti del giolittismo , e della legge delle Guarentigie ... Come alla vigilia di maggio in Italia esistevano due partiti , e tutto il resto era mistificazione : neutralisti e interventisti ; oggi , ben voi lo sapete a memoria , in Italia , sopra un unico e dominante problema , esistono due partiti , che saranno i veri partiti politici di domani a guerra finita : tedescofili e francofili o , se si vuole , intesofili . Non ci sono più neutralisti e interventisti . Anche i giolittiani , anche i socialisti , anche Costanzo Chauvet , anche i preti , tipi che si equivalgono tutti intellettualmente , moralmente e politicamente , sono oggi interventisti , contro l ' Austria . L ' antitesi di ieri : neutralisti e interventisti è superata . In guardia dagli « interventisti » di oggi ; sono tedescofili . Oggi da una parte vi sono coloro che vogliono , dall ' altra coloro che non vogliono la guerra alla Germania . I primi sono i moderni , i dinamici , i veri amici dell ' Italia : i secondi i vecchi , i morti e i morituri , i traditori , per usare la parola adeguata , d ' Italia : preti , socialisti , giolittiani . Due i partiti : tedescofili , francofili o meglio italianofili . In Italia vi sono molti italiani che odiano l ' Italia e amano la Germania : ma ce ne sono pure moltissimi che amano l ' Italia e che vogliono , per il bene della Patria , che l ' Italia si stringa fino alla morte alla Intesa e per questa alla Francia . Tutte le altre distinzioni e partizioni politiche siano bandite , in quanto mistificatorie . Questa è la politica dell ' Italia : si occupi di questo il Parlamento . E noi aspetteremo benevoli e pazienti . Ma la pazienza ha i suoi limiti . La Politica è odio . La Politica non è sorda . Il Governo e il Parlamento sanno quale è l ' antitesi che si svolge nelle coscienze degli italiani . Non si abbia la paura di odiare . Il Partito Liberale invocato da Salandra è una finzione giuridico - costituzionale : dietro di esso possono celarsi gli amici della Germania , e i nemici dell ' Italia : giolittiani , preti , socialisti . Noi vinceremo solo il giorno in cui potremo pestare sotto i piedi i socialisti di Zimmerwald , il giolittismo parlamentare , e il pretismo extra , intra e super - parlamentare . E dopo di ciò attendiamo le decisioni e le discussioni parlamentari e vediamo se saranno estirpate le radici del malessere . E se il Parlamento ha ancora il diritto e la ragione di essere e di funzionare .
EDUCAZIONE POLITICA ( PANUNZIO SERGIO , 1916 )
StampaQuotidiana ,
Le recenti discussioni parlamentari hanno ancora una volta dimostrato se ce n ' era bisogno la inutilità , almeno nella forma attuale , e la insincerità politica del Parlamento . Se ne sarà certamente convinto anche il più strenuo difensore del diritto parlamentare , l ' on . Turati . Ma le ultime discussioni hanno dimostrato in certo qual modo e sebbene con molti sotterfugi quali e quante siano le forze in conflitto al fatto che tutti gli altri contiene e involge ; la guerra . Nel Parlamento si sono disegnate , a contorni più o meno precisi , le forze che si agitano nel paese . Abbandoniamo dunque il Parlamento , e rivolgiamo , ciò ch ' è più essenziale , i nostri sguardi al Paese , per trarne dall ' osservazione degli ultimi fenomeni politici e parlamentari provvisorie contingenti , ma reali e pratiche norme di condotta . Stiamo freschi ad attendere la orientazione dal Parlamento . È il Paese che può e deve dare la orientazione al Parlamento . Questo avviene nei paesi in cui esiste una vera e propria educazione politica . Se in questi ultimi mesi l ' opinione pubblica italiana fosse stata netta , precisa , concentrata , univoca , solida e intransigente come lo fu già alla vigilia dell ' intervento almeno da parte dei gruppi interventisti non avremmo assistito allo spettacolo del Parlamento e dei partiti parlamentari disorientati e ciechi come pazzi e ubriachi . Se la corrente interventista fosse stata animosa e precisa nel paese , la crisi voluta dai partiti parlamentari interventisti si sarebbe effettuata , e non si sarebbe data la soluzione che si è ... avuta . Io non so né voglio pesare le ragioni recondite delle ultime agitazioni parlamentari dei nostri amici . Se si sono agitati dovevano pur avere le loro buone ragioni , che sono però rimaste forse per ragioni superiori nascoste . Se le masse avessero in questi giorni avuto , come in maggio , la loro voce in capitolo , la tesi « interventista » parlamentare sarebbe stata vittoriosa , e Salandra avrebbe acceduto a Bissolati e non Bissolati a Salandra . Né con ciò vogliamo censurare la condotta inspirata anzi a motivi nobilissimi dell ' on . Bissolati e della falange da lui rappresentata ; vogliamo dire solo che su l ' anima del Capo del Governo hanno fatto forse più peso le minaccie stolide di agitazioni nel paese dei socialisti ufficiali i quali nel maggio furono squalificati che non le logiche richieste di parte nostra . Non vogliamo allarmarci troppo , e siamo anzi contenti per il momento della soluzione . Il Governo ha sentito la volontà nazionale . Il Governo va a Parigi . E oggi il Governo è che conta . Il Parlamento giunge sempre tardi , quando qualche cosa è già compiuta . Non ci allarmiamo dunque per il presente . Ma , per ogni evenienza , dobbiamo tenerci pronti . Dal maggio 1915 al marzo 1916 , vuoi per rassegnazione alle cose e agli eventi , vuoi per cieca fiducia negli uomini , vuoi per non sembrare i fautori della discordia nazionale , vuoi , sopra tutto , per l ' assenza dei nostri capi e migliori gregari , quasi tutti nell ' esercito , gli interventisti attivi del paese si sono un po ' sparpagliati , dispersi , cioè quasi annullati . Ma dal momento che i pericoli ci sono sempre , che possono presentarsi certe evenienze , che la discordia non siamo noi a porla , che già gli avversari si sono nettamente manifestati , spetta a noi di riordinarci in ischiera di combattimento . E ripeto non siamo noi che dobbiamo orientarci secondo le orientazioni che non ... ci vengono da Montecitorio , ma sono i nostri deputati che si devono rendere esecutori delle nostre volontà chiare , nette e precise . Chi avesse voluto trarne partito dai quotidiani articoli del Popolo d ' Italia e dal significativo articolo del gennaio scorso del Corriere della Sera : Alle fonti del malessere , per determinare nel paese la lotta politica ( giacché anche in guerra la buona lotta politica non cessa mai ) avrebbe potuto , e come ! , fornire materia e piattaforma al Parlamento . In complesso l ' ultimo voto ha quasi , in forma indiretta , significato adesione alla tesi dei due giornali nominati : guerra unica , guerra alla Germania ; ma siamo sempre al quasi e alla forma indiretta . Ma chi si è fatto a sostenere in paese la tesi , e prima che il Parlamento si riaprisse ? Nessuno . Dunque dobbiamo riorganizzarci e subito , e senza perdere un minuto di tempo . Oramai è chiaro che siamo entrati nel periodo decisivo della guerra europea . Bisogna che i partiti prendano posizione , e si tengano pronti a sostenere anche durante le future , lunghe , laboriose e dolorose trattative di pace TUTTE le ragioni ideali e reali della guerra e a sostenere con coraggio e a fronte alta , contro tutti gli avversari interni , le responsabilità e le conseguenze della guerra . Tutta la politica di domani , estera , interna , economica , finanziaria , scolastica , doganale , sarà dominata dall ' idea o dal fatto della guerra . Coloro che hanno voluto ieri la guerra , devono volerla anche domani , nelle conseguenze e sistemazioni finali . Altrimenti i deboli e i vigliacchi non saranno lontani da noi . Noi lasciamo e lasceremo ai socialisti l ' oramai vecchio mestiere di sfruttare come jene fameliche le conseguenze della guerra . È l ' unica loro attuale speranza di fortuna ... politica , l ' unica loro tavola di appoggio . Perduto il contatto con l ' avvenire giacché la vittoria immancabile dell ' Intesa darà ragione A NOI Si limiteranno a sfruttare indecentemente , secondo la loro solita mentalità , i residui morti del passato . Le jene si nutrono di carogne . Ma noi proprio non ci spaventiamo e non ci dobbiamo spaventare se e in quanto organizzati e coraggiosi come nel maggio 1915 delle carnevalate elettorali stile 1913 . Oramai è evidente , e solo per questo le ultime scene della commedia parlamentare hanno un grande valore di ammonimento . La lotta è già iniziata . L ' ora della Patria a parte , la discordia l ' hanno già provocata . Da una parte coloro che negarono , negano , sabotano la guerra , dall ' altra coloro che la vollero e la vogliono e fortemente la vogliono . Da un lato coloro che già per speculazione elettorale si apprestano a negare la responsabilità delle conseguenze della guerra e coerentemente AUGURANO la pace , cioè la vittoria germanica e il disastro dell ' Italia e dell ' Intesa . Dall ' altro coloro che vogliono affrontare fin da oggi tutte le responsabilità e che lavoreranno sempre per la vittoria della guerra . Dirò prossimamente , sui modi , i limiti e gli obiettivi di questa nostra organizzazione di cui mi limito oggi a indicare la imminente generica necessità . Ma non voglio chiudere senza esprimere il mio compiacimento nel notare che l ' on . Bonomi , in un articolo del Giornale del Mattino , di cui avrò modo di parlare , per quanto con criteri diversi e forse contrari , sia venuto alla stessa conclusione dell ' organizzazione delle forze interventiste NEL PAESE . L ' on . Bonomi vuole che si costituisca nel paese a simiglianza di quanto sul voto recente è avvenuto a Montecitorio , una alleanza democratica . Io dico che non il Paese deve scimmiottare il Parlamento e i fenomeni più o meno sinceri parlamentari : ma il Parlamento e i suoi partiti devono adeguarsi al Paese e alle sue reali e concrete tendenze di fatto . Brevemente , salvo a spiegarmi in seguito , io non sono per il vecchio bandierone democratico che , non meno della ideologia socialistica , è stato seppellito dalla guerra europea . Socialismo e Democrazia sono la medesima cosa . Morto l ' uno , in una certa sua forma , morta l ' altra . Alleanza democratica ! Un nome e una cosa suggestiva ! Ma toh ! chi si vede ! Ritornano a galla i cadaveri ? Ritornano i fenomeni politici che spazzammo via con un riuscito colpo di mano nelle giornate di maggio ? La piattaforma ci è data dalla piazza comiziante in maggio nel 1915 . Non facciamo passi sbagliati , e , sopra tutto , non facciamo passi indietro , non rivalorizziamo , in nome della democrazia , ciò che deponemmo nella fossa . Altro che democrazia e Alleanza democratica ! La vecchia mentalità formalistica , dommatica , canonica , massonica , teutonica - lazzariana dev ' essere credo finita . La nuova mentalità politica vuol essere , dev ' essere libera , realistica , pragmatistica , cioè veramente idealistica . Quanto idealismo senza formule , senza programmi , senza partiti , senza bandierone e nessuna congrega nelle giornate di maggio ! Furono giorni di vivida creazione ! Questo è pure mi piace il dirlo il pensiero in private conversazioni espressomi dal nostro migliore duce Benito Mussolini , assente . Non impegniamoci troppo per scadenze lontane . Vogliamo programmi concreti , PER LA VITTORIA , per il DOPO GUERRA , per questi soli concreti obiettivi . Per ora . I partiti restino pure ligi ai loro ideali per l ' anno 2000 . Fascio non vuoi dire abolizione dei « partiti » e omicidio di coloro che vogliono prestar fede alle loro care ed eterne immacolate idee . Non partiti statici , ma dinamici . Non alleanze , ma intese , fasci , unioni , leghe provvisorie , temporanee , a scadenza breve , fino a quando ( e ci vorranno anni e anni ! ) si liquiderà la guerra in sé e nelle sue complesse e connesse conseguenze . Lavoro ce n ' è per i buoni e per i sapienti . Non Alleanza democratica , ma Fascio nazionale . Non nazionalista . I nazionalisti verranno a noi . Anche perché sulla piazza in maggio furono con noi ai primi posti . Bisogna andare innanzi , ma guardarci indietro : al maggio 1915 , punto di origine della nuova storia e lotta politica italiana . DAL PAESE AL PARLAMENTO , NON VICEVERSA , on . Bonomi . E non abbiamo bisogno della democrazia . È una parola vana . Col diavolo , anche con un forcaiuolo , se vorranno la vittoria d ' Italia e se accetteranno fino alle estreme conseguenze il fatto e l ' idea della guerra . Oggi e specialmente domani . Ma ne riparleremo .