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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"PAPINI GIOVANNI"
SOSPIRI DI NEGRO ( PAPINI GIOVANNI , 1915 )
StampaPeriodica ,
Ci sono stati di quelli che mi hanno guardato come si guarda il vitello squartato sui ganci del macellaro ; e altri hanno voltato , verso i vetri aperti nei muri , i risi rattratti nel finto soprappensiero . Ho avvertito ne ' loro tacchi , dietro dietro inciampicando , uno scricco di più , quasi un singulto risareccio per la buona riuscita . Eppure , eppure ! Chi vi chiamò intorno a me se non quei due occhi miei così ghiotti dietro gli spazzolini corti de ' cigli , quei due occhi che sotto la facciata unita della fronte ingoiano tutti i momenti le cose come quelli di un negro ? Mi bastano , nel piazzone guarnito di ragazzi in maglia rossa , due botte di tamburo per rifarmi in un lampo l ' anima che sta bene al deserto . L ' anima del nero che sa ballare al colore del sole e del fuoco . Una negra soltanto poteva essere la donna che avrebbe steso sopra le mie palpebre grinzose di troppo lume lo scialle bianco del sonno . Sarò , nella seconda parte del mondo , un buon negro di romanzo che si bagnerà dopo il rinoceronte e avrà una religione di legno scolpita a coltello . Oggi , cavallo di privata scuderia , tagliata a striscie la pelle dal cuoio lucente , col muso tra il fieno che non vidi verdeggiare , porto a spasso nella vettura di nolo tutte le signore delle mie immaginazioni . Un salto di qua e uno di là : per giorni e per giorni appena un raggio la mattina , eppoi tutto il giorno , imbiancato , senza sole , finiva prima di sera come un trasporto per carità . Laggiù sarei stato proprietario della mia spelonca di travi colla maschera di cinabro inchiodata alla soglia . Dentoni bianchi di conchiglie avrei messo fra labbro e labbro a inorridire gli spiriti e avrei sorseggiato il rhum cristiano la domenica sera , di nascosto a tutti . Mia moglie , spalmata d ' olio e rasa la testa , avrebbe guardato , alla destra della stoia coniugale , le sue cioccie pendenti a guanciale fino al bellico , il suo grasso bellico spiombante a grembiule fin sopra le cosce . Ora aspetto , sull ' ora di cena , chi passa nel vento e nei riflessi della gran piazza schiacciata da ' marmi . E mi sento così scompagnato dalla mia razza vestita di lana , così intirizzito di freddo e d ' incerto dolore ! Se un ' ora di gioia smarrita viene a visitarmi , vestita a lutto come il prete per sempre , non so riceverla in casa mia . Non mi appartiene . Da nessuno mi fu destinata . Viene e sparisce senza toccarmi e se nel polso il sangue vuol battere la misura del risorgimento non vien risposta dalla parte del cuore . Nella solitudine , invece , mi sollevo più alto di me come il giovane vincitore di bronzo sotto gli archi della loggia . Mi crescono intorno ai capelli foglie di sempre - verdi e duri fiori d ' inverno . Rido col mio specchio ; segno il passo nel vuoto armonico delle dodici scoccate ; gusto ed assaggio con indicibile raccoglimento tutta la soavità della mia tristezza bastarda . Nessuno può prendermi il braccio in quell ' ore . Si spengono i lumi e si vedon meglio le strade del cielo fra palazzo e palazzo e il getto dell ' acqua nella rotonda fontana dà bianche faville di goccie sulla brunità della pietra invecchiata . Passo e ripasso per rivedere quel che ho visto mezz ' ora fa né mi stanco di questo giro di cose intorno a me stesso , più fresco di amore che al momento della levata . Le carrozze son ferme e chiuse come bare d ' epidemia : se tutti gli orologi dei dintorni suonano , l ' un dopo l ' altro , il primo tocco del nuovo giorno penso con fremiti di passione alla bellezza dell ' eternità . Non svegliatemi . Ripenso alla donna alta e matura che si fece guardare da me verso l ' otto , tutta chiusa nei suoi grossi vestiti di velluto e di pelli , colla faccia nascosta dietro la veletta , tesa come una finestra di filo tra i capelli ed il mento . La pelliccia lunga che le rimodellava in dolci monti il corpo grande e fasciato mi lasciò un cattivo senso di fortezza da prendere . E quando mi fu lontana fui contento più del momento innanzi . Accesi pronto una sigaretta come una ricompensa odorosa . Non potrò essere un negro . Se questa pelle di secca recluta che consumò camicie troppo fini lustrasse di grana mora sotto il sole d ' Uganda e degli occhi non si vedesse che il bianco , più bianco di tutto sopra il mio naso camuso di cane , non avrei , né alla luce né al buio , questi amari passatempi . Dormirei come un ceppo collo scudo sotto la parrucca cresputa come i primi cavalieri né mi sveglierebbe infingarda la luce bigia degli orti . Avrei tanto bisogno d ' esser più barbaro ! E di stringere al mio un corpo ubbidiente con diti sudici di sangue infedele . Partirò , partirò qualche mattina . Sarà liscio il mare come la saponata nella conca e sarà il cielo tutto disteso e tirato come una pezza di seta nuova . Partirò senza pianti dal granito del molo e navigherò verso il calore e l ' allegrezza cantando a mezza voce tra il sorriso de ' mozzi .
DISARMARE! ( PAPINI GIOVANNI , 1921 )
StampaPeriodica ,
... L ' importante è sopprimere e sopraffare coll ' odio e coll ' armi gli avversari . Non vale che il fine di tutti quanti sia unico , che il metodo sia sempre lo stesso da tutte due le parti . Non vale che l ' odio partorisca odio anche maggiore , che il sangue chiami altro sangue , che i morti chiedano , come vittime espiatorie , altri morti . La pazzia che succede alle lunghe febbri ci possiede tutti e non v ' è chi vada per la strada senza sospettare nel passante un nemico e senza temere , certi giorni , la scheggia d ' una bomba o un proiettile che ( sbagli la mira ...
CI SIAMO! ( PAPINI GIOVANNI , 1915 )
StampaQuotidiana ,
La polemica è chiusa . Possiamo smettere la nostra guerra contro la sudicia e conigliesca neutralità dei preti rossi e neri . Sta per cominciare , e più presto che non s ' immagini , un ' altra e più seria guerra . L ' intervento è deciso . Chi doveva persuadersi s ' è persuaso . Tutto è pronto . La risoluzione che sola doveva scegliersi è stata presa . Dentro gennaio , verso la fine di gennaio , non più tardi del mese di gennaio entreremo , in ritardo , ma non troppo tardi , in campagna . Avremo circa un milione e mezzo di soldati di prima linea ; la Rumenia ne metterà fuori , nello stesso momento , un altro mezzo milione . Due milioni di giovanotti freschi e ben armati si presenteranno su diversi punti contro gli sbattuti austriaci e , se occorre , contro gli scossi germanici . Quando poi , in aprile , sbarcherà sul continente l ' altro esercito inglese di un milione e più d ' uomini l ' anello di fuoco attorno alla doppia tedescheria sarà chiuso per bene e guai a chi ci sarà dentro . Prima che s ' arrivi un ' altra volta all ' agosto , i conti saranno saldati e gli alti malfattori di Vienna e di Berlino si saranno avvisti che l ' Europa non è ancora matura o marcia per la civiltà del bastone , dell ' elmo a punta , della forca e del bigottismo civico o cattolico o protestante che sia . Finalmente ! Dopo cinque mesi d ' ansia e di attesa ; dopo giornate d ' angoscia e di vergogna ; dopo settimane di falsi allarmi e di abbattimenti ; dopo tanto battere , picchiare , dimostrare e , ripetere , ragionare , urlare e strepitare siamo arrivati alla vigilia vera del giorno che ci riscatterà dal disonore passato e ci assicurerà le strade per la libertà futura . Ce n ' è voluto a farli muovere , quei signori di Roma . Non che avessero poi tutti i torti ad aspettare . Ma se avessero aspettato di più o avessero davvero ceduto agl ' inabili approcci dei nemici del nord e dell ' est e all ' accomodante vigliaccheria paesana sarebbe stato un po ' troppo . Avrebbero fatto male i conti per oggi e per domani e avrebbero messo in pericolo proprio quel che volevan salvare . L ' esercito non era pronto : lo sanno tutti . Ma ora hanno avuto carta bianca e centinaia di milioni e cinque mesi di tempo per prepararlo . Ormai è quasi pronto . Non ci son più scuse . Non c ' è più tempo da perdere . Potremo aspettare un altro mese ma non di più . Dopo mezz ' anno di preparazione intensa con mezzi larghissimi non esistono altri pretesti possibili e ragionevoli per rinviar la partita . Infatti l ' hanno capito . A Roma sono ormai d ' accordo . Il re vuol la guerra . Salandra è per la guerra . Anche Sonnino s ' è rivelato diverso da quel che i più e i suoi amici medesimi temevano . Anche lui è persuaso . Martini era persuaso da un pezzo . I nostri ambasciatori più sperimentati hanno fatto quel ch ' era in loro per rinforzare e giustificare questa persuasione . Allo stato maggiore non vi sono più dubbi e si lavora per le ultime riforniture e perché tutto sia preveduto e provvisto in tempo . Il Cadorna ha la fiducia del re e dell ' esercito meno qualche generale scontento e sembra che perfino il nuovo ed ignoto ministro della guerra si sia rivelato una buona testa organizzatrice . S ' è rimediato per l ' artiglieria e s ' è ricevuto materiale dall ' America e , pare , anche da altri paesi . Non manca più nulla o mancano cose che si posson mettere insieme in tempo breve . Non mancherà , speriamo , neppur l ' animo alla nazione che deve per forza superare questa prova se vuol viver tranquilla e sicura in casa sua e pensare , in seguito , a cose più importanti e fruttifere della guerra . Ma oggi , piaccia o dispiaccia alle diverse categorie di cretini , qui ed altrove più volte frustati , non c ' è cosa più urgente di questa . Lo stato d ' Europa è tale che dobbiamo muoverci o ci saranno altri che penseranno a farci muovere colle cattive e se non ci si volesse muovere a nessun patto l ' Italia si renderebbe complice del più mostruoso tamerlanismo de ' tempi moderni e dovrebbe pagare la sua immobilità colle più dure taglie che rammenti la storia . Colla diminuzione , coll ' invasione , colla soggezione , colla decadenza della civiltà a cui appartiene e collabora , coll ' impossibilità di svilupparsi nel senso di una maggior libertà all ' interno e all ' esterno , col disonore che ci vuoi secoli a sbiadirlo e si traduce poi in sanzioni offensive e materialissime in mille casi . Sanzioni che toccherebbero tutti , signori e poveri , alti e bassi , e quelle stesse idee o idealità per le quali combattemmo e combattiamo e che non son da buttarsi via se la vita degli individui ne viene , ad ogni momento , migliorata e magnificata . Ma , come ripeto , le esitazioni son finite . Si sta per marciare . Si può indire la tregua che è necessaria alla concordia della vigilia e dell ' azione . Le contese passano ormai alla storia dello spirito pubblico italiano della seconda metà dell ' anno 1914 . Comincia , coll ' anno nuovo , la nuova certezza . Quelli stessi che hanno tentato di far argine , pagati o no , al sentimento irrompente che portava il nostro popolo verso il vero suo posto hanno detto e ridetto , a scusa del loro appariscente o ipocrita germanismo , che nell ' ora decisiva sarebbero stati coll ' Italia e avrebbero dimenticato e fatto dimenticare i loro suggerimenti sospetti e pericolosi . Vediamoli alla prova . Il momento è venuto che per salvare non soltanto l ' idea italiana e la missione italiana ma lo stesso fondamento della civiltà che fu liberazione e sempre più sarà liberazione per tutti e per il corpo e per lo spirito occorre , spaventosa necessità , metter peso di carne e di piombo sulla bilancia che ora oscilla dalla Fiandra alla Polonia . È venuto il momento : li aspettiamo all ' opera . Noi siamo disposti a lasciarli stare e magari a scordarci del male che hanno tentato di fare al nostro popolo e alla civiltà del mondo ma loro devon risolversi e stare attenti a rigar diritti . Ché in tempo di guerra i primi nemici sono i traditori che si trovassero per caso tra noi . È passata o sta per passare la finta battaglia della discussione , della propaganda e della teoria . Domani parleranno i fatti ed è bene che tutti siano avvertiti e preparati . Preti farneticanti di restaurazioni e di vendette ; senatori rammolliti o spinitici che non ebbero neppur la pudicizia del silenzio ; socialisti imbecilli che non vedono come ora si combatta in grande la guerra da loro tanto desiderata contro il militarismo , il clericalismo e il cattedrismo addormentatore ; mariti passivi di mogli troppo attive ; contrabbandieri titolati e ben remunerati , signoracci e lazzaroni tremanti per il portafoglio o la trippa tutti quanti avete chiesta , desiderata , imposta ed aiutata questa neutralità che minacciava di farci servi ed infami per tutta la vita , la vostra ora è passata , il vostro sforzo è fallito e potete andare a nascondervi in cantina o in sagrestia a tremar di paura e di rabbia . Noi non abbiamo nulla da rimproverarci . I fatti e gli uomini ci hanno dato ragione . Io credo , e me ne vanto , di essere stato il primo , fin dai primi d ' agosto si veda il mio articolo « Il dovere d ' Italia » uscito in « Lacerba » il 15 ma scritto diversi giorni innanzi a dire « chiaramente » ciò che molti pensavano fin d ' allora ma non osavano scrivere , ciò che ora i più fra i pensanti pensano e i governanti finalmente vogliono . Il dovere che additavo esplicitamente cinque mesi fa l ' Italia sta per compierlo . Mentre molti , che ora battono il ferro e gridano all ' armi , allora tacevano o rinvoltavano l ' indeciso pensiero in mille fascie di precauzioni e sottintesi io vidi fin da quei giorni , quel che bisognava fare e lo feci capire , e lo stampai in tutte le lettere salve le righe minacciate dalla censura e non ho mai smesso fino ad oggi . insieme ai miei amici , di proclamarlo con tutte le insistenze e dilucidazioni necessarie . Non son pazzo fino al punto di credere che le mie parole abbiano avuto una qualunque influenza sul cambiamento di opinione che si va delineando nel paese e nel governo , ma oggi sono contento e orgoglioso di non avere sbagliato . Ormai la prima guerra , quell ' interna a colpi d ' idee contro la bestialità e la bassezza dei neutralisti , è vinta . Ora ne comincia un ' altra , senza confronti , più grave , ma ho ferma speranza che il popolo italiano , finalmente pronto e convinto , vincerà anche questa .