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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"PINI GIORGIO"
LE APOLOGIE DEL DUCE ( PINI GIORGIO , 1927 )
StampaPeriodica ,
Ormai anche all ' estero si afferma il riconoscimento di una personalità d ' eccezione nel Duce . Tuttavia , se si guarda con attenzione , è difficile trovare fra le tante apologie degli stranieri un passo che riveli intuito commosso e profondità di conoscenza . Mentre le apologie degli italiani possono appesantirsi nella forma retorica e riuscire spesso stucchevoli , quelle straniere si mantengono parziali e sopratutto superficiali . Mi sembra che la differenza derivi da una causa identificabile : gli italiani esprimono un entusiasmo sincero , un sentimento vivo per l ' uomo la cui grandezza li onora e li riguarda in mille sensi ; gli stranieri invece sono tenuti distanti dal loro spirito unilaterale e romantico , ossia da una naturale incomprensione psicologica . I loro mezzi comuni d ' indagine , suggeriti dal metodo giornalistico delle interviste istantanee , non possono valere alla bisogna , anche se integrati dall ' esame delle opere compiute da Mussolini . Né gli stranieri potranno intendere appieno la personalità del Duce anche se si gettano a frugare nei più minuziosi dettagli della sua vita privata ; perché il problema che il biografo di Mussolini deve risolvere è di ricostruzione artistica animata da una simpatia naturale . Per ottenere un profilo compiuto non basta registrare le impronte della marcia eccezionale condotta dal Duce fino ad oggi e integrarle con le impressioni suggestive che si possono ricavare da un colloquio nel salone della Vittoria , ma bisogna in qualche modo aderire all ' altissimo tono spirituale del suo genio , esserne illuminati , presagire la ricchezza delle sue energie potenziali , misurare le proporzioni classiche della sua figura in una sintesi storica senza errori di prospettiva , sentire sopratutto come realtà provvidenziale la sua apparizione . A tutto questo par difficile possa pervenire uno straniero ...
IL GIORNALISMO FASCISTA ( PINI GIORGIO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
La responsabilità è il fattore che ormai ci distingue più nettamente dal passato . È vero che il principio della responsabilità predomina ugualmente in tutti i campi dell ' attività fascista , ma per il giornalista , anche il più modesto , questa responsabilità è accresciuta dal fatto di essere pubblica . Ogni nostra parola , ogni nostro atto , è pubblico per sua natura . Perciò deve essere due volte meditato . Generalmente il libero professionista che sbaglia provoca il danno proprio o quello del cliente , o di ambedue , ma il suo errore , nella maggior parte dei casi , rimane in un ambito privato . Invece il giornalista che sbaglia può provocare un danno morale o materiale tanto più grave quanto maggiore è la diffusione del suo giornale . Il pregiudizio politico e sociale di ogni nostro atto può diventare , in certe contingenze , enorme , perché ogni giornalista , attraverso la tiratura del suo giornale , raggiunge tante coscienze quanti sono i lettori , vale a dire di decine o centinaia di migliaia di persone . Il terreno che noi coltiviamo non è un chiuso orticello , ma un campo talvolta vasto come una provincia , una regione o molte regioni , e , per i massimi quotidiani , la nazione intera . L ' eco del nostro lavoro si ripercuote anche all ' estero e può , in certi momenti delicati , compromettere interessi d ' ordine superiore . Data questa premessa , è naturale che il giornalismo fascista non si possa concepire libero nel senso democratico e liberale , cioè libero fino all ' arbitrio . Vi sono degli estremi oltre i quali l ' interesse della collettività può essere compromesso dall ' arbitrio del singolo . Tutte le volte che il giornalista , dalla sua doverosa , indispensabile attività di critica in buona fede , accenna a passare alla difesa di interessi particolari ed oscuri , all ' offesa di istituzioni sacre , alla violazione di principi superiori , deve essere bloccato , perché il fascismo sostiene tutte le libertà individuali ma nega fermamente la libertà dell ' illecito . Sono già abbastanza enormi le difficoltà che la Nazione incontra ogni giorno nello sforzo permanente di progredire ; sono già fin troppi gli ostacoli opposti dalla natura delle cose , dal contrasto degli interessi fra le nazioni , perché noi possiamo prenderci il lusso di sperperare energie sopra il terreno della piccola polemica disgregatrice di vecchio stile , o perché si possa riconoscere a chicchessia la facoltà di mettere bastoni fra le ruote dell ’ ingranaggio , per incapacità o per ambizione o per malafede . L ’ interesse della collettività nazionale sta nettamente al di sopra dell ' interesse individuale . Questo criterio base non si discute , e va applicato nel campo giornalistico in pieno , come va applicato in tutti gli altri campi di attività professionale . Questa e soltanto questa è la limitazione alla libertà come la si concepiva un tempo . Altre limitazioni non esistono . E se sentite qualche giornalista lamentarsi di essere costretto all ' inazione o al silenzio , non gli credete . In questo caso egli parla per intima mancanza di spirito di iniziativa o per timor panico di responsabilità ...