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> anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"PIO XI"
Miscellanea ,
INTRODUZIONE 1 . Quarant ' anni sono passati dalla pubblicazione della magistrale enciclica Rerum Novarum di Leone XIII , Nostro Predecessore di v . m . , e tutto il mondo cattolico , mosso da un impeto di calda riconoscenza , ha preso a celebrarne la commemorazione con uno splendore degno del memorabile documento . 2 . Vero è che a quell ' insigne testimonianza di sollecitudine pastorale il Nostro Predecessore aveva già in certo modo spianata la via con altre encicliche , come quella sui fondamenti della società umana , la famiglia cioè e il venerando Sacramento del matrimonio ( enc . Arcanum del 10 febbraio 1880 ) ; sull ' origine del potere civile ( enciclica Diuturnum del 29 giugno 1881 ) ; sull ' ordine delle sue relazioni con la Chiesa ( enc . Immortale Dei del l ° novembre 1885 ) ; sui principali doveri del cittadino cristiano ( enc . Sapientiae Christianae del 10 gennaio 1890 ) ; contro gli errori del socialismo ( enc . Quod apostolici muneris del 28 dicembre 1878 ) e la prava dottrina intorno all ' umana libertà ( enc . Libertas del 20 giugno 1888 ) e altre di ugual genere , dove Leone XIII aveva già espresso ampiamente il suo pensiero . Ma l ' enciclica Rerum Novarum , rispetto alle altre , ebbe questo di proprio , che allora appunto quando ciò era sommamente opportuno e anzi necessario , diede a tutto il genere umano norme sicurissime , per la debita soluzione degli ardui problemi della società umana , che vanno sotto il nome di questione sociale . L ' occasione della « Rerum Novarum » 3 . E veramente , verso la fine del secolo XIX , il nuovo sistema economico da poco introdotto e i nuovi incrementi dell ' industria erano giunti a far sì che la società in quasi tutte le nazioni apparisse sempre più recisamente divisa in due classi : l ' una , esigua di numero , che godeva di quasi tutte le comodità in sì grande abbondanza apportate dalle invenzioni moderne ; l ' altra , composta da una immensa moltitudine di operai i quali , oppressi da rovinosa penuria , indarno s ' affannavano per uscire dalle loro strettezze . 4 . A tale condizione di cose non trovavano certo difficoltà ad adattarsi coloro che , ben forniti di ricchezze , la ritenevano effetto necessario delle leggi economiche e perciò volevano affidata soltanto alla carità la cura di sovvenire agli indigenti , come se alla carità toccasse l ' obbligo di stendere un velo sulla violazione manifesta della giustizia , sebbene tollerata non solo , ma talvolta sancita dai legislatori . Ma di tale condizione invece erano più che mai insofferenti gli operai oppressi dalla ingiusta sorte e perciò ricusavano di restare più a lungo sotto quel giogo troppo pesante . Alcuni perciò , abbandonandosi all ' impeto di malvagi consigli , miravano a una totale rivoluzione della società , mentre altri , trattenuti da una solida educazione cristiana a non trascorrere in così insani propositi , persistevano tuttavia nel credere che molte cose in questa materia fossero da riformare interamente e al più presto . 5 . Né altrimenti pensavano quei molti cattolici , e sacerdoti e laici , i quali , mossi da un sentimento di una carità certamente ammirabile , si sentivano già da lungo tempo sospinti a lenire l ' immeritata indigenza dei proletari , né riuscivano in alcun modo a persuadersi come un così forte e ingiusto divario nella distribuzione dei beni temporali potesse davvero corrispondere ai disegni del sapientissimo Creatore . 6 . In tale disordine lacrimevole della società essi cercavano bensì con sincerità un pronto rimedio e una salda difesa contro i pericoli peggiori : ma per la fiacchezza della mente umana anche nei migliori , vedendosi respinti da una parte quasi perniciosi novatori , dall ' altra intralciati dagli stessi compagni di opere buone , ma seguaci di altre idee , esitando tra le varie opinioni , non sapevano dove rivolgersi . 7 . In così grande urto e dissenso di animi , mentre dall ' una parte e dall ' altra si dibatteva , e non sempre pacificamente , la controversia , gli occhi di tutti , come in tante altre occasioni , si volgevano alla Cattedra di Pietro , deposito sacro di ogni verità , da cui si diffondono le parole di salute in tutto il mondo ; e accorrendo , con insolita frequenza , ai piedi del Vicario di Cristo in terra , sì gli studiosi di cose sociali , come i datori di lavoro e gli stessi operai , andavano supplicando unanimi perché fosse loro finalmente additata una via sicura . 8 . Tutto ciò il prudentissimo Pontefice ponderò a lungo tra sé al cospetto di Dio , richiese consiglio ai più esperti , vagliò attentamente gli argomenti che si portavano da una parte e dall ' altra , e in ultimo , ascoltando la voce della coscienza dell ' ufficio Apostolico ( enc . Rerum novarum del 15 maggio 1891 ) , per non sembrare , tacendo , di mancare al proprio dovere ( cfr . Rerum novarum n . 13 ) , deliberò in virtù del divino magistero , a lui affidato , di rivolgere la parola a tutta la Chiesa , anzi a tutta l ' umana società 9 . Risonò dunque , il 15 maggio 1897 , quella tanto desiderata voce , la quale , non atterrita dalle difficoltà dell ' argomento , né affievolita dalla vecchiaia , ma anzi rafforzata da ridestato vigore , ammaestrò l ' umana famiglia a tentare nuove vie in materia di dottrina sociale . Punti fondamentali della « Rerum Novarum » 10 . Voi conoscete , venerabili Fratelli e diletti Figli , anzi avete familiare la mirabile dottrina onde l ' enciclica Rerum novarum resterà gloriosa nei ricordi dei secoli . In essa l ' ottimo Pastore , lamentando che una sì grande parte degli uomini , si trovano ingiustamente in uno stato misero e calamitoso , con animo invitto prende a tutelare egli stesso in persona la causa degli operai che le circostanze hanno consegnati soli e indifesi alla inumanità dei padroni e alla sfrenata cupidigia della concorrenza ( enc . Rerum novarum , n . 2 ) , senza chiedere aiuto alcuno né al liberalismo né al socialismo , dei quali l ' uno si era mostrato affatto incapace di dare soluzione legittima alla questione sociale , l ' altro proponeva un rimedio che , di gran lunga peggiore del male , avrebbe gettato in maggiori pericoli la società umana . 11 . Il Pontefice dunque , nel pieno esercizio del suo diritto e quale buon custode della Religione e dispensatore di quanto con essa in stretto vincolo si connette , trattandosi di un problema del quale nessuna soluzione plausibile si potrebbe dare , senza richiamarsi alla Religione e alla Chiesa ( cfr . enc . Rerum novarum , n . 13 ) , partendo unicamente dagli immutabili principi attinti dal tesoro della retta ragione e della divina Rivelazione , con tutta sicurezza e come avente autorità ( Mt 7,29 ) , indicò e proclamò i diritti e i doveri dai quali conviene che vicendevolmente si sentano vincolati e ricchi e proletari , e capitalisti e prestatori d ' opera ( enc . Rerum novarum , n . 12 ) , come pure le parti rispettive della Chiesa , dei poteri pubblici e anche di coloro che più vi si trovano interessati . 12 . Né quella voce apostolica risonò invano ; che anzi l ' udirono con stupore e l ' accolsero con il più grande fervore non solo i figli obbedienti della Chiesa , ma anche un buon numero di uomini lontani dalla verità e dall ' unità della fede e quasi tutti coloro che d ' allora in poi s ' occuparono della questione sociale ed economica , sia come studiosi privati , sia come pubblici legislatori . 13 . Ma più di tutti accolsero con giubilo quell ' enciclica gli operai cristiani , i quali si sentirono patrocinati e difesi dalla più alta Autorità della terra , e tutti quei generosi , i quali già da lungo tempo sollecitati di recare sollievo alla condizione degli operai , sino allora non avevano trovato quasi altro che la noncuranza degli uni e persino gli odiosi sospetti , per non dire l ' aperta ostilità di molti altri . Meritatamente dunque tutti costoro d ' allora in poi tennero sempre in tanto onore quell ' enciclica che è venuto in uso di commemorarla ogni anno nei vari paesi con varie manifestazioni di gratitudine . 14 . Tuttavia la dottrina di Leone XIII , così nobile , così profonda e così inaudita al mondo , non poteva non produrre anche in alcuni cattolici una certa impressione di sgomento , anzi di molestia e per taluni anche di scandalo . Essa infatti affrontava coraggiosamente gli idoli del liberalismo e li rovesciava , non teneva in nessun conto pregiudizi inveterati , preveniva i tempi oltre ogni aspettazione ; ond ' è che i troppo tenaci dell ' antico disdegnavano questa nuova filosofia sociale , i pusillanimi paventavano di ascendere a tanta altezza ; taluno anche vi fu , che pure ammirando questa luce , la riputava come un ideale chimerico di perfezione più desiderabile che attuabile . Scopo della presente enciclica 15 . Per queste ragioni , venerabili Fratelli e diletti Figli , mentre con tanto ardore da tutto il mondo , e specialmente dagli operai cattolici , che d ' ogni parte convengono in quest ' alma Città , si va solennemente celebrando la commemorazione del quarantesimo anniversario della enciclica Rerum novarum , stimiamo opportuno di servirCi di questa ricorrenza , per ricordare i grandi beni che da quella enciclica ridondarono alla Chiesa , anzi a tutta l ' umana società ; per rivendicare la dottrina di tanto Maestro sulla questione sociale ed economica , contro alcuni dubbi sorti in tempi recenti e per svolgerla con maggior ampiezza in questo o in quel punto ; e infine , dopo una accurata disamina dell ' economia moderna e del socialismo , per scoprire la radice del presente disagio sociale , e insieme additare la sola via di una salutare restaurazione , cioè la cristiana riforma dei costumi . Queste cose , che ci proponiamo di trattare , costituiranno i tre punti , nell ' esposizione dei quali si svolgerà tutta intera la presente enciclica . I - Frutti dell ' enciclica « RERUM NOVARUM » 16 . E anzitutto , per cominciare di là donde avevamo appunto in animo di esordire , seguendo l ' avvertimento di sant ' Ambrogio che diceva non esservi nessun dovere maggiore del ringraziare ( S . Ambrogio , De excessu fratris sui Satyri , lib . I , 44 ) , non possiamo trattenerci dal rendere amplissime grazie a Dio onnipotente per gli insigni benefici dell ' enciclica leoniana , provenuti alla Chiesa e all ' umana società . I quali benefici se volessimo anche di volo accennare , dovremmo richiamare alla memoria quasi tutta la storia dell ' ultimo quarantennio per quanto riguarda la questione sociale . Ma li possiamo tutti ridurre a tre capi principali , secondo le tre classi di aiuti che il Nostro Antecessore desiderava per il compimento della sua grande opera restauratrice . 1 - L ' opera della Chiesa 17 . In primo luogo lo stesso Leone XIII aveva splendidamente dichiarato che cosa si dovesse aspettare dalla Chiesa : Difatti la Chiesa è quella che trae dal Vangelo dottrine atte a comporre o certo a rendere assai meno aspro il conflitto ; essa procura con gli insegnamenti suoi , non pur di illuminare la mente , ma d ' informare la vita e i costumi di ognuno ; essa con un gran numero di benefiche istituzioni migliora le condizioni medesime del proletario ( enc . Rerum novarum , n . 13 ) . a ) nella dottrina 18 . Ora la Chiesa non lasciò stagnare nell ' inerzia queste preziose fonti , ma a esse attinse copiosamente per il bene comune della pace desiderata . Lo stesso Leone infatti e i suoi Successori non desistettero mai dal proclamare e inculcare ripetutamente , ora a voce , ora con gli scritti , la dottrina stessa dell ' enciclica Rerum novarum sulle materie sociali ed economiche , e adattarla opportunamente secondo le esigenze delle circostanze dei tempi , mostrando sempre carità di padri e costanza di pastori nella difesa massima dei poveri e dei deboli . Lo stesso fecero tanti Vescovi , spiegando la medesima dottrina con assiduità e saggezza , chiarendola con i loro commenti , e applicandola alle condizioni dei paesi diversi , giusta la mente e le istruzioni della Santa Sede . 19 . Non fa quindi meraviglia che sotto il magistero e la guida della Chiesa molti uomini dotti , ecclesiastici e laici , prendessero a trattare con ardore la scienza sociale ed economica secondo le esigenze dei nostri tempi , mossi particolarmente dall ' intento di opporre con più efficacia la dottrina immutata e immutabile , della Chiesa alle nuove necessità . 20 . Così , additata e rischiarata la via dall ' enciclica leoniana , ne sorse una vera sociologia cattolica , che viene ogni giorno alacremente coltivata e arricchita da quelle scelte persone che abbiamo chiamato ausiliari della Chiesa . E questi non la lasciano già confinata all ' ombra di eruditi convegni , ma la espongono alla pubblica luce , come ne danno splendida prova le scuole istituite e frequentate con molta utilità nelle Università cattoliche , nelle Accademie , nei Seminari ; e i congressi o « settimane » sociali , tenuti con una certa frequenza e fecondi di lieti frutti ; e l ' istituzione di circoli di studi e infine la larga e industriosa diffusione di scritti sani e opportuni . 21 . Né va ristretto a questi limiti il bene derivato dal documento leoniano ; perché gli insegnamenti della enciclica Rerum novarum a poco a poco fecero breccia anche in persone che , stando fuori della cattolica unità , non riconoscono il potere della Chiesa ; sicché i principi cattolici della sociologia penetrarono a poco a poco nel patrimonio di tutta la società . E non raramente avviene che le eterne verità , tanto altamente proclamate dal Nostro Predecessore di f . m . , non solamente siano riferite e sostenute in giornali e libri anche cattolici , ma altresì nelle Camere legislative e nelle aule dei Tribunali . 22 . Che più ? Dopo l ' immane guerra , quando i governanti delle nazioni principali , al fine di reintegrare una vera e stabile pace con un totale riassetto delle condizioni sociali , ebbero sancito fra le altre norme allora stabilite quelle che dovevano regolare secondo equità e giustizia il lavoro degli operai , tra quelle norme non ne ammisero forse molte , così concordanti coi principi e i moniti leoniani , da sembrare di proposito dedotte da quelli ? E veramente l ' enciclica Rerum novarum resta un monumento memorando a cui si possono applicare con diritto le parole di Isaia : Alzerà un vessillo alle nazioni ( Is 11 , 12 ) . b ) nella pratica applicazione 23 . Frattanto , mentre le prescrizioni leoniane , previe le investigazioni scientifiche , avevano larga diffusione nelle menti , si venne pure alla loro applicazione pratica . E anzitutto con un ' operosa benevolenza si rivolsero tutte le cure alla elevazione di quella classe di uomini , che , per i moderni progressi dell ' industria cresciuti immensamente , non occupava ancora nella società umana un posto o grado conveniente , e perciò giaceva quasi trascurata e disprezzata ; la classe operaia , diciamo , alla cui cultura , seguendo l ' esempio dell ' Episcopato , lavorarono assai alacremente con gran profitto delle anime , sacerdoti dell ' uno e dell ' altro clero , quantunque già sopraffatti da altre cure pastorali . E questa costante fatica , intrapresa per informare a spirito cristiano gli operai , proponendo loro con chiarezza i diritti e i doveri della propria classe , giovò pure in gran maniera a renderli più consapevoli della loro vera dignità e abili a progredire per vie legittime e feconde nel campo sociale ed economico , e a divenire altresì guide degli altri . 24 . Quindi un più sicuro rifornimento di più copiosi mezzi di vita ; giacché non solo si moltiplicarono mirabilmente le opere di beneficenza e di carità secondo le esortazioni del Pontefice , ma si vennero pure istituendo dappertutto associazioni nuove e sempre più numerose nelle quali , col consiglio della Chiesa e per lo più sotto la guida di sacerdoti , si danno e ricevono mutua assistenza e aiuto operai , artieri , contadini , salariati di ogni specie . 2 - L ' opera dello Stato 25 . Quanto al potere civile , Leone XIII , superando arditamente i limiti segnati dal liberalismo , insegna coraggiosamente che esso non è puramente un guardiano dell ' ordine e del diritto , ma deve adoperarsi in modo che con tutto il complesso delle leggi e delle politiche istituzioni ordinando e amministrando lo Stato , ne risulti naturalmente la pubblica e privata prosperità ( enc . Rerum novarum , n . 26 ) . E ' bensì vero che si deve lasciare la loro giusta libertà di azione alle famiglie e agli individui , ma questo senza danno del pubblico bene e senza offesa di persona . Spetta poi ai reggitori dello Stato difendere la comunità e le parti di essa , ma nella protezione dei diritti stessi dei privati si deve tener conto principalmente dei deboli e dei poveri . Perché , come dice il Nostro Antecessore , il ceto dei ricchi , forte per sè stesso , abbisogna meno della pubblica difesa : le misere plebi invece , che mancano di sostegno proprio , hanno somma necessità di trovarlo nel patrocinio dello Stato . E però agli operai , che sono nel numero dei deboli e bisognosi , deve lo Stato a preferenza rivolgere le cure e la provvidenza sua ( enciclica Rerum novarum , n . 29 ) . 26 . Non neghiamo che alcuni reggitori di popoli , anche prima dell ' enciclica di Leone XIII , provvidero ad alcune necessità più urgenti degli operai e repressero le ingiustizie più atroci a loro fatte . Ma è certo che allora finalmente , quando risonò dalla Cattedra di Pietro la parola pontificia per tutto il mondo , i reggitori dei popoli , fatti più consci del proprio dovere , rivolsero i pensieri e l ' attenzione loro a promuovere una più intensa politica sociale . 27 . In verità l ' enciclica Rerum novarum , mentre vacillavano le massime del liberalismo , che da lungo tempo intralciavano l ' opera efficace dei governanti , mosse i popoli stessi a promuovere con più sincerità e più impegno la politica sociale , e indusse i migliori tra i cattolici a prestare in questo il loro utile concorso ai reggitori dello Stato sicché spesso si dimostrarono nelle Camere legislative sostenitori illustri di questa nuova politica ; anzi le stesse leggi sociali moderne furono non di rado proposte ai voti dei rappresentanti della nazione e la loro esecuzione fu richiesta e caldeggiata da ministri della Chiesa , imbevuti degli insegnamenti leoniani . 28 . Da tale continua ed indefessa fatica sorse un nuovo ramo della disciplina giuridica del tutto ignorato nei tempi passati , il quale difende con forza i sacri diritti dei lavoratori che loro provengono dalla dignità di uomini e di cristiani ; giacché queste leggi si propongono la protezione degli interessi dei lavoratori , massime delle donne e dei fanciulli : l ' anima , la sanità , le forze , la famiglia , la casa , le officine , la paga , gli infortuni del lavoro ; in una parola tutto ciò che tocca la vita e la famiglia dei lavoratori . Che se tali statuti non si accordano dappertutto e in ogni cosa con le norme di Leone XIII , non si può tuttavia negare che in molti punti vi si sente una eco dell ' enciclica Rerum novarum , alla quale pertanto è da attribuirsi in parte assai notevole la migliorata condizione dei lavoratori . 3 - L ' opera delle parti interessate 29 . Insegnava per ultimo il sapientissimo Pontefice come i padroni e gli operai medesimi possono recarvi un gran contributo , con istituzioni cioè ordinate a porgere opportuni soccorsi ai bisognosi e ad avvicinare e unire le due classi tra loro ( enc . Rerum novarum , n . 36 ) . Ma il primo posto tra tali istituzioni egli voleva attribuito alle corporazioni che abbracciano o i soli operai o gli operai e i padroni insieme . E nell ' illustrarle e raccomandarle insiste a lungo , dichiarandone con mirabile sapienza , la natura , la causa , l ' opportunità , i diritti , i doveri , le leggi . 30 . Quegli insegnamenti furono pubblicati in un tempo veramente opportuno ; quando in parecchie nazioni i pubblici poteri , totalmente asserviti al liberalismo , poco favorivano , anzi avversavano apertamente le menzionate associazioni di operai : e mentre riconoscevano consimili associazioni di altre classi e le proteggevano , con ingiustizia esosa negavano il diritto naturale di associarsi proprio a quelli che più ne avevano bisogno per difendersi dallo sfruttamento dei potenti . Né mancava tra gli stessi cattolici chi mettesse in sospetto i tentativi di formare siffatte organizzazioni , quasi sapessero di un certo spirito socialistico o sovversivo . a ) associazioni dei lavoratori 31 . Sono dunque sommamente raccomandabili le norme date autorevolmente da Leone XIII , perché valsero a infrangere le opposizioni e dissipare i sospetti . E d ' importanza anche maggiore riuscirono per aver esse esortato i lavoratori cristiani a stringere fra di loro simili organizzazioni , secondo la varietà dei mestieri insegnandone loro il modo , e molti di essi validamente rassodarono nella via del dovere , mentre erano fortemente adescati dalle associazioni dei socialisti , le quali , con incredibile impudenza , si spacciavano per uniche tutrici e vindici degli umili e degli oppressi . 32 . Ma assai opportunamente l ' enciclica Rerum novarum dichiarava che , nel fondare tali associazioni , queste si dovevano ordinare e governare in modo da somministrare i mezzi più adatti e spediti al conseguimento del fine , il quale consiste in questo , che ciascuno degli associati ne tragga il maggior aumento possibile di benessere fisico , economico , morale ; ed è evidente che bisogna avere di mira , come . scopo principale il perfezionamento religioso e morale , e che a questo perfezionamento vuolsi indirizzare tutta la disciplina sociale ( enc . Rerum novarum , n . 42 ) . Poiché , posto il fondamento nella religione , è aperta la strada a regolare le mutue attinenze dei soci per la tranquillità della loro convivenza e per il loro benessere economico ( enc . Rerum novarum , n . 43 ) . 33 . Ad istituire simili sodalizi , si consacrarono dappertutto con lodevole ardore sacerdoti e laici in gran numero , bramosi di attuare davvero integralmente il disegno di Leone XIII . E così queste associazioni formarono dei lavoratori schiettamente cristiani , i quali sapevano ben congiungere insieme la diligente pratica del loro mestiere coi salutari precetti della religione , e difendere con efficacia e fermezza i propri interessi e diritti temporali , mantenendo il debito ossequio alla giustizia e il sincero intento di cooperare con le altre classi della società al rinnovamento cristiano di tutta la vita sociale . 34 . Questi consigli poi e questi moniti di Leone XIII , furono messi in atto dove in un modo dove in un altro , secondo le varie circostanze nei vari luoghi . Così in alcuni paesi una stessa associazione si propose di raggiungere tutti quanti gli scopi assegnati dal Pontefice ; in altre , così richiedendo e consigliando le condizioni locali , si venne a una certa divisione di lavoro e furono istituite distinte associazioni , di cui le une si assumessero la difesa dei diritti e dei legittimi vantaggi dei soci nei contratti di lavoro , altre si occupassero del vicendevole aiuto da prestarsi nelle cose economiche , altre finalmente si dedicassero tutte alla cura dei doveri morali e religiosi e di altri obblighi simili . 35 . Questo secondo metodo fu adoperato principalmente là dove i cattolici non potevano formare sindacati cattolici , perché impediti o dalle leggi del paese o da altre tali istituzioni economiche , o da quel lacrimevole dissidio delle intelligenze e dei cuori , tanto largamente disseminato nella società moderna , e dalla stringente necessità di resistere con fronte unico alle schiere irrompenti dei partiti sovversivi . In tali circostanze pare che i cattolici siano quasi costretti ad iscriversi a sindacati neutri , i quali tuttavia professino sempre la giustizia e l ' equità e lascino ai loro soci cattolici la piena libertà di provvedere alla propria coscienza e di obbedire alle leggi della Chiesa . Spetta però ai Vescovi , dove secondo le circostanze credano necessarie tali associazioni e le vedano non pericolose per la religione , acconsentire che gli operai cattolici vi aderiscano , avendo sempre l ' occhio ai principi e alle garanzie , che il Nostro Predecessore Pio X , di s . m . , raccomandava ( Pio X , enc . Singulari quadam , del 24 sett . 1912 ) : delle quali garanzie la prima e principale sia questa , che insieme con quei sindacati , sempre vi siano altri sodalizi , i quali si adoperino con diligenza a educare profondamente i loro soci nella parte religiosa e morale , affinché questi possano d . i poi compenetrare le associazioni sindacali di quel buono spirito , con cui si devono reggere in tutta la loro condotta ; e cosi avverrà che tali sodalizi rechino ottimi frutti , anche oltre la cerchia dei loro soci . 36 . All ' enciclica leoniana dunque si deve attribuire se queste associazioni di lavoratori fiorirono dappertutto in tal modo , che ormai , sebbene purtroppo ancora inferiori di numero alle corporazioni dei socialisti e dei comunisti , raccolgono una grandissima moltitudine di operai e possono vigorosamente rivendicare i diritti e le aspirazioni legittime dei lavoratori cristiani , tanto nell ' interno della propria nazione , quanto in convegni più estesi , e con ciò promuovere i salutari principi cristiani intorno alla società . b ) associazioni fra altre classi 37 . Oltre ciò , le verità tanto saggiamente discusse e validarnente propugnate da Leone XIII , circa il diritto naturale di associazioni , si cominciarono ad applicare con facilità anche ad altre associazioni e non solo a quelle degli operai ; onde alla stessa enciclica leoniana si deve in non poca parte il tanto rifiorire di simili utilissime associazioni ; anche tra agricoltori e altre classi felicemente si unisce al vantaggio economico la cultura delle anime . c ) associazioni padronali 38 . Non si può dire lo stesso delle Associazioni vivamente desiderate dal Nostro Antecessore , tra gli imprenditori di lavoro e gli industriali . Che se di queste dobbiamo lamentare la scarsezza , ciò non si deve attribuire unicamente alla volontà delle persone , ma alle difficoltà molto più gravi che si oppongono a consimili associazioni e che Noi conosciamo benissimo e teniamo nel giusto conto . Ci arride tuttavia la ferma speranza che anche questi impedimenti si possano tra breve rimuovere , e fin d ' ora con intima consolazione del cuore Nostro salutiamo alcuni non inutili tentativi fatti in questa parte , i cui frutti copiosi ripromettono una più ricca messe in avvenire ( cfr . Lettera della Sacra Congregazione del Concilio al Vescovo di Lilla , 5 giugno 1929 ) . 4 - Conclusione : la « Rerum Novarum » magna charta dell ' ordine sociale 39 . Tutti questi benefici dell ' enciclica leoniana , venerabili Fratelli e diletti Figli , da noi accennati piuttosto che ricordati , sorvolando piuttosto che illustrando , sono tanti e così grandi che dimostrano chiaramente come quell ' immortale documento sia ben lungi dal rappresentarci un ideale di società umano bellissimo sì , ma fantastico e troppo lontano dalle vere esigenze economiche dei nostri tempi e per ciò stesso inattuabile . Per contrario , essi dimostrano che il Nostro Antecessore attinse dal Vangelo , e perciò da una sorgente sempre viva e vitale , quelle dottrine che possono , se non subito comporre , mitigare almeno in gran parte quella lotta esiziale e intestina che dilania la famiglia umana . Che poi una parte di quel buon seme , tanto copiosamente sparso or sono quaranta anni , sia caduta in terra buona , vediamo dalle messi lietissime che la Chiesa di Cristo , e quindi l ' intero gregge umano , con la grazia di Dio , ne ha raccolto a sua salvezza . E ben a ragione si può dire che l ' enciclica leoniana nella lunga esperienza si è dimostrata come la Magna Charta , sulla quale deve posare tutta l ' attività cristiana del campo sociale come sul proprio fondamento . Coloro poi che mostrano di fare poco conto di quell ' enciclica e della sua commemorazione , bisogna ben dire che , o bestemmiano quel che non sanno , o non capiscono quello di cui hanno solo una superficiale cognizione , o se la capiscono meritano d ' essere solennemente tacciati d ' ingiustizia e di ingratitudine . 40 . Se non che , nello stesso decorso di anni , essendo sorti alcuni dubbi circa la retta interpretazione di parecchi punti dell ' enciclica leoniana o circa le conseguenze da trarsene , dubbi che hanno dato origine a controversie non sempre serene fra gli stessi cattolici ; e d ' altra parte le nuove necessità dei nostri tempi e la mutata condizione delle cose richiedendo una più accurata applicazione della dottrina leoniana o anche qualche aggiunta , cogliamo ben volentieri questa opportuna occasione per soddisfare , quanto è da Noi , ai dubbi e alle esigenze dei tempi moderni , secondo l ' apostolico Nostro mandato per cui siamo a tutti debitori ( cfr . Rom 1 , 14 ) . II - LA DOTTRINA DELLA CHIESA IN MATERIA SOCIALE ED ECONOMICA 41 . Ma prima di iniziare a dare queste spiegazioni , occorre premettere il principio , già da Leone XIII con rara chiarezza stabilito , che cioè risiede in Noi il diritto e il dovere di giudicare con suprema autorità intorno a siffatte questioni sociali ed economiche ( enc . Rerum novarum , n . 13 ) . Certo alla Chiesa non fu affidato l ' ufficio di guidare gli uomini a una felicità solamente temporale e caduca , ma all ' eterna . Anzi non vuole né deve la Chiesa senza giusta causa ingerirsi nella direzione delle cose puramente umane ( enc . Ubi arcano del 23 dicembre l922 ) . In nessun modo però può rinunziare all ' ufficio da Dio assegnatole , d ' intervenire con la sua autorità , non nelle cose tecniche , per le quali non ha né i mezzi adatti né la missione di trattare , ma in tutto ciò che ha attinenza con la morale . Infatti in questa materia , il deposito della verità a Noi commesso da Dio e il dovere gravissimo impostoCi di divulgare e di interpretare tutta la legge morale ed anche di esigerne opportunamente ed importunamente l ' osservanza , sottopongono ed assoggettano al supremo Nostro giudizio tanto l ' ordine sociale , quanto l ' economico . 42 . Sebbene l ' economia e la disciplina morale , ciascuna nel suo ambito , si appoggino sui principi propri , sarebbe errore affermare che l ' ordine economico e l ' ordine morale siano così disparati ed estranei l ' uno all ' altro , che il primo in nessun modo dipenda dal secondo . Certo , le leggi , che si dicono economiche , tratte dalla natura stessa delle cose e dall ' indole dell ' anima e del corpo umano , stabiliscono quali limiti nel campo economico il potere dell ' uomo non possa e quali possa raggiungere , e con quali mezzi ; e la stessa ragione , dalla natura delle cose e da quella individuale e sociale dell ' uomo , chiaramente deduce quale sia il fine da Dio Creatore proposto a tutto l ' ordine economico . 43 . Soltanto la legge morale è quella la quale , come ci intima di cercare nel complesso delle nostre azioni il fine supremo ed ultimo , così nei particolari generi di operosità ci dice di cercare quei fini speciali , che a quest ' ordine di operazioni sono stati prefissi dalla natura , o meglio , da Dio , autore della natura , e di subordinare armonicamente questi fini particolari al fine supremo . E ove a tal legge da noi fedelmente si obbedisca , avverrà che tutti i fini particolari , tanto individuali quanto sociali , in materia economica perseguiti , si inseriranno convenientemente nell ' ordine universale dei fini , e salendo per quelli come per altrettanti gradini , raggiungeremo il fine ultimo di tutte le cose , che è Dio , bene supremo e inesauribile per se stesso e per noi . 1 - Il dominio o diritto di proprietà 44 . Ed ora , per venire ai singoli punti , cominciamo dal dominio o diritto di proprietà . Voi conoscete , venerabili Fratelli e diletti Figli , come il Nostro Predecessore di f . m . , abbia difeso gagliardamente il diritto di proprietà contro gli errori dei socialisti del suo tempo , dimostrando che l ' abolizione della proprietà privata tornerebbe , non a vantaggio , ma a estrema rovina della classe operaia . E poiché vi ha di quelli che , con la più ingiuriosa delle calunnie , accusano il Sommo Pontefice e la Chiesa stessa , quasi abbia preso o prenda ancora le parti dei ricchi contro i proletari , e poiché tra i cattolici stessi si riscontrano dissensi intorno alla vera e schietta sentenza leoniana , Ci sembra bene ribattere ogni calunnia contro quella dottrina , che è la cattolica , su questo argomento , e difenderla da false interpretazioni . a ) sua indole individuale e sociale 45 . In primo luogo , si ha da ritenere per certo , che né Leone XIII né i teologi che insegnarono sotto la guida e il vigile magistero della Chiesa , negarono mai o misero in dubbio la doppia specie di proprietà , detta individuale e sociale , secondo che riguarda gli individui o spetta al bene comune ; ma hanno sempre unanimemente affermato che il diritto del dominio privato viene largito agli uomini dalla natura , cioè dal Creatore stesso , sia perché gli individui possano provvedere a sé e alla famiglia , sia perché , grazie a tale istituto , i beni del Creatore , essendo destinati a tutta l ' umana famiglia , servano veramente a questo fino ; il che in nessun modo si potrebbe ottenere senza l ' osservanza di un ordine certo e determinato . 46 . Pertanto occorre guardarsi diligentemente dall ' urtare contro un doppio scoglio . Giacché , come negando o affievolendo il carattere sociale e pubblico del diritto di proprietà si cade e si rasenta il cosiddetto « individualismo » , così respingendo e attenuando il carattere privato e individuale del medesimo diritto , necessariamente si precipita nel « collettivismo » o almeno si sconfina verso le sue teorie . E chi non tenga presente queste considerazioni , va logicamente a cadere negli scogli del modernismo murale , giuridico e sociale , da Noi denunciati nella Nostra prima enciclica ( enc . Ubi arcano del 23 dicembre 1922 ) . E di ciò si persuadano coloro specialmente che , amanti delle novità , non si peritano d ' incolpare la Chiesa con vituperose calunnie , quasi abbia permesso che nella dottrina dei teologi s ' infiltrasse il concetto pagano della proprietà , al quale bisognerebbe assolutamente sostituire un altro , che con strana ignoranza essi chiamano cristiano . b ) doveri inerenti alla proprietà 47 . Per contenere poi nei giusti limiti le controversie , sorti ultimamente intorno alla proprietà e ai doveri a essa inerenti , rimanga fermo anzitutto il fondamento stabilito da Leone XIII : che il diritto cioè di proprietà si distingue dall ' uso di esso ( enc . Rerum novarum , n . 19 ) . La giustizia , infatti , che si dice commutativa , vuole che sia scrupolosamente mantenuta la divisione dei beni , e che non si invada il diritto altrui col trapassare i limiti del dominio proprio ; che poi i padroni non usino se non onestamente della proprietà , ciò non è ufficio di questa speciale giustizia , ma di altre virtù , dei cui doveri non si può esigere l ' adempimento per vie giuridiche ( cfr . enc . Rerum novarum , n . 19 ) . Onde a torto certuni pretendono che la proprietà e l ' onesto uso di essa siano ristretti dentro gli stessi confini ; e molto più è contrario a verità il dire che il diritto di proprietà venga meno o si perda per l ' abuso o il non uso che se ne faccia . 48 . Per il che compiono opera salutare e degna di ogni encomio tutti quelli che , salva la concordia degli animi e l ' integrità della dottrina , quale fu sempre predicata dalla Chiesa , si studiano di definire l ' intima natura e i limiti di questi doveri , coi quali o il diritto stesso di proprietà ovvero l ' uso o l ' esercizio del dominio vengono circoscritti dalle necessità della convivenza sociale . S ' ingannano invece ed errano coloro che si studiano di sminuire talmente il carattere individuale della proprietà , da giungere di fatto a distruggerla . c ) poteri dello Stato sulla proprietà 49 . E veramente dal carattere stesso della proprietà , che abbiamo detta individuale insieme e sociale , si deduce che in questa materia gli uomini debbono aver riguardo non solo al proprio vantaggio , ma altresì al bene comune . La determinazione poi di questi doveri in particolare e secondo le circostanze , e quando non sono già indicati dalla legge di natura , è ufficio dei pubblici poteri . Onde la pubblica autorità può con maggior cura specificare , considerata la vera necessità del bene comune e tenendo sempre innanzi agli occhi la legge naturale e divina , che cosa sia lecito ai possidenti e che cosa no , nell ' uso dei propri beni . Anzi Leone XIII aveva sapientemente sentenziato : avere Dio lasciato all ' industria degli uomini e alle istituzioni dei popoli la delimitazione delle proprietà private ( enc . Rerum novarum , n . 7 ) . E invero , come dalla storia si provi che , al pari degli altri elementi della vita sociale , la proprietà non sia affatto immobile . Noi stessi già lo dichiarammo con le seguenti parole : Quante diverse forme concrete ha avuto la proprietà dalla primitiva forma dei popoli selvaggi , della quale ancora ai dì nostri si può avere una certa esperienza , a quella proprietà nei tempi e nelle forme patriarcali , e poi via via nelle diverse forme tiranniche ( diciamo nel significato classico della parola ) , poi attraverso le forme feudali , poi in quelle monarchiche e in tutte le forme susseguenti dell ' età moderna ( Alloc . al Comitato dell 'A.C . per l ' Italia , 16 maggio 1926 ) . La pubblica autorità però , come è evidente , non può usare arbitrariamente di tale suo diritto ; poichè bisogna che rimanga sempre intatto e inviolato il diritto naturale di proprietà privata e di trasmissione ereditaria dei propri beni , diritto che lo Stato non può sopprimere , perché l ' uomo é anteriore allo Stato ( enc . Rerum novarum , n . 6 ) , ed anche perché il domestico consorzio è logicamente e storicamente anteriore al civile ( enc . Rerum novarum , n . l0 ) . Perciò il sapientissimo Pontetice aveva già dichiarato non essere lecito allo Stato di aggravare tanto con imposte e tasse esorbitanti la proprietà privata da renderla quasi stremata . Poichè non derivando il diritto di proprietà privata da legge umana , ma da legge naturale , lo Stato non può annientarlo , ma semplicemente temperarne l ' uso e armonizzarlo col bene comune ( enc . Rerum novarum , n . 35 ) . Quando poi la pubblica autorità mette così d ' accordo i primati domìni con le necessità del bene comune , non fa opera ostile ma piuttosto amichevole verso i padroni privati , come quella che in tal modo validamente impedisce che il privato possesso dei beni , voluto dal sapientissimo Autore della natura a sussidio della vita umana , generi danni intollerabili e così vada in rovina ; né abolisce i privati possessi , ma li assicura ; né indebolisce la proprietà privata , ma la rinvigorisce . d ) i redditi liberi 50 . Non sono neppure abbandonate per intero al capriccio dell ' uomo le libere entrate di lui , quelle cioè di cui egli non abbisogna per un tenore di vita conveniente e decorosa ; ché anzi la sacra Scrittura e i santi Padri chiarissimamente e continuamente denunciano ai ricchi il gravissimo precetto da cui sono tenuti , di esercitare l ' elemosina , la beneficenza , la liberalità . 51 . L ' impiegare però più copiosi proventi in opere che diano più larga opportunità di lavoro , purché tale lavoro sia per procurare beni veramente utili , dai principi dell ' Angelico Dottore ( cfr . S . Thom . , Summ . Theol . , II - II , q . 134 ) si può dedurre che non solo ciò è immune da ogni vizio o morale imperfezione , ma deve ritenersi per opera cospicua della virtù della magnificenza , in tutto corrispondente alle necessità dei tempi . e ) titoli della proprietà 52 . Che la proprietà poi originariamente si acquisti e con l ' occupazione di una cosa senza padrone ( res nullius ) e con l ' industria e il lavoro , ossia con la « specificazione » , come si suol dire , è chiaramente attestato sia dalla tradizione di tutti i tempi , sia dall ' insegnamento del Pontefice Leone XIII , Nostro Predecessore . Non si reca infatti torto a nessuno , checché alcuni dicano in contrario , quando si prende possesso di una cosa che è in balia del pubblico , ossia non è di nessuno ; l ' industria poi che da un uomo si eserciti in proprio nome e con la quale si aggiunga una nuova forma o un aumento di valore , basta da sola perché questi frutti si aggiudichino a chi vi ha lavorato attorno . 2 - Capitale e lavoro 53 . Assai diversa è la natura del lavoro , che si presta ad altri e si esercita sopra il capitale altrui . A questo lavoro soprattutto si addice quel che Leone XIII disse essere cosa verissima : cioè che non d ' altronde è prodotta la pubblica ricchezza , se non dal lavoro degli operai ( enc . Rerum novarum , n . 37 ) . Non vediamo noi infatti con gli occhi nostri , come l ' ingente somma dei beni , di cui è fatta la ricchezza degli uomini , esce prodotta dalle mani degli operai , le quali o lavorano da sole , o mirabilmente moltiplicano la loro efficienza valendosi di strumenti , ossia di macchine ? Non v ' è anzi chi ignori come nessun popolo mai dalla penuria e dall ' indigenza sia arrivato a una migliore o più alta fortuna , se non mediante un grande lavoro compiuto insieme da tutti quelli del paese , tanto da coloro che dirigono , quanto da coloro che eseguiscono . Ma non meno chiaro apparisce che quei sommi sforzi sarebbero riusciti del tutto inutili , anzi non sarebbe stato neppure possibile il tentarli , se Dio Creatore di tutti non avesse prima largito , per sua bontà , le ricchezze e il capitale naturale , i sussidi e le forze della natura . Che cosa è infatti lavorare se non adoperare ed esercitare le forze dell ' animo e del corpo , circa queste cose e con queste cose medesime ? Richiede poi la legge di natura e la volontà di Dio , dopo la promulgazione di questa legge , che si osservi il retto ordine nell ' applicare agli usi umani il capitale naturale ; e tale ordine consiste in ciò , che ogni cosa abbia il suo padrone . 54 . Di qui avviene che , tolto il caso che altri lavorino intorno al proprio capitale , tanto l ' opera altrui quanto l ' altrui capitale debbono associarsi in un comune consorzio , perché l ' uno senza l ' altro non valgono a produrre nulla . Il che fu bene osservato da Leone XIII , quando scrisse : Non può sussistere capitale senza lavoro , né lavoro senza capitale ( enc . Rerum novarum , n . 16 ) . Per cui è del tutto falso ascrivere o al solo capitale o al solo lavoro ciò che si ottiene con l ' opera unita dell ' uno e dell ' altro ; ed è affatto ingiusto che l ' uno arroghi a sé quel che si fa , negando l ' efficacia dell ' altro . a ) ingiuste rivendicazioni del capitale 55 . Per lungo tempo certamente il capitale troppo aggiudicò a sé stesso . Quanto veniva prodotto e i frutti che se ne ricavavano , ogni cosa il capitale prendeva per sé , lasciando appena all ' operaio tanto che bastasse a ristorare le forze e a riprodurre . Giacché andavano dicendo che per una legge economica affatto ineluttabile , tutta la somma del capitale apparteneva ai ricchi , e per la stessa legge gli operai dovevano rimanere in perpetuo nella condizione di proletari , costretti cioè a un tenore di vita precario e meschino . E ' bensì vero che con questi principi dei liberali , che volgarmente si denominano di Manchester , l ' azione pratica non si accordava né sempre né dappertutto ; pure non si può negare che gli istituti economico - sociali avevano mostrato di piegare verso quei principi con vero e costante sforzo . Ora , che queste false opinioni , questi fallaci supposti siano stati fortemente combattuti , e non da coloro solo che per essi venivano privati del naturale diritto di procurarsi una migliore condizione di vita , nessuno vi sarà che se ne meravigli . b ) ingiuste rivendicazioni del lavoro 56 . Perciò agli operai angariati , si accostarono i cosiddetti intellettuali , contrapponendo a una legge immaginaria un principio morale parimenti immaginario : che cioè quanto si produce e si percepisce di reddito , trattone quel tante che basti a risarcire e riprodurre il capitale , si deve di diritto all ' operaio . Questo errore , quanto è più lusinghevole di quello di vari socialisti , i quali affermano che tutto ciò che serve alla produzione si ha da trasfondere allo Stato , o come dicono da « socializzare » , tanto è più pericoloso e più atto a ingannare gli incauti : blando veleno , che fu avidamente sorbito da molti , che un aperto socialismo non aveva mai potuto trarre in inganno . c ) principio direttivo di giusta ripartizione 57 . Certo , ad impedire che con queste false teorie non si chiudesse l ' adito alla giustizia e alla pace tanto per il capitale quanto per il lavoro , avrebbero dovuto giovare le sapienti parole del Nostro Predecessore , che cioè la terra , sebbene divisa tra i privati , resta nondimeno a servizio e utilità di tutti , ( enc . Rerum novarum , n . 7 ) . E ciò stesso Noi pure abbiamo insegnato poc ' anzi nel riaffermare che la spartizione dei beni in private proprietà è stabilita dalla natura stessa , affinché le cose create possano dare agli uomini tale comune utilità stabilmente e con ordine . Il che conviene tenere di continuo presente , se non si vuole uscire dal retto sentiero della verità . 58 . Ora , non ogni distribuzione di beni e di ricchezze tra gli uomini è tale da ottenere il fine inteso da Dio o pienamente o con quella perfezione che si deve . Onde è necessario che le ricchezze le quali si amplificano di continuo grazie ai progressi economici e sociali , vengano attribuite ai singoli individui e alle classi in modo che resti salva quella comune utilità di tutti , lodata da Leone XIII , ovvero , per dirla con altre parole , perché si serbi integro il bene comune dell ' intera società . Per questa legge di giustizia sociale non può una classe escludere l ' altra dalla partecipazione degli utili . Che se perciò è violata questa legge dalla classe dei ricchi , quando spensierati nell ' abbondanza dei loro beni stimano naturale quell ' ordine di cose , che riesce tutto a loro favore e niente a favore dell ' operaio ; è non meno violata dalla classe proletaria , quando , aizzata per la violazione della giustizia e tutta intesa a rivendicare il suo solo diritto , di cui è conscia , esige tutto per sé , siccome prodotto dalle sue mani , e quindi combatte e vuole abolita la proprietà e i redditi o proventi non procacciati con il lavoro , di qualunque genere siano o di qualsiasi ufficio facciano le veci nell ' umana convivenza , e ciò non per altra ragione se non perché son tali . 59 . E a questo proposito occorre osservare che fuori di argomento e bene a torto applicano alcuni le parole dell ' Apostolo : chi non vuole lavorare non mangi ( 2 Tess 3 , 10 ) , perché la sentenza dell ' Apostolo è proferita contro quelli che si astengono dal lavoro , quando potrebbero e dovrebbero lavorare , e ammonisce a usare alacremente del tempo e delle forze del corpo e dell ' anima , né aggravare gli altri , quando da noi stessi ci possiamo provvedere ; ma non insegna punto che il lavoro sia l ' unico titolo per ricevere vitto e proventi ( cfr . 2 Tess 3,8-10 ) . 60 . A ciascuno dunque si deve attribuire la sua parte di beni e bisogna procurare che la distribuzione dei beni creati , la quale ognuno vede quanto ora sia causa di disagio , per il grande squilibrio fra i pochi straricchi e gli innumerevoli indigenti , venga ricondotta alla conformità con le norme del bene comune e della giustizia sociale . 3 - La elevazione dei proletari 61 . Tale è l ' intento che il Nostro Predecessore proclamò doversi raggiungere : la elevazione del proletario . E ciò si deve asserire tanto più forte e ripetere tanto più instantemente , in quanto non di rado le prescrizioni così salutari del Pontefice furono messe in dimenticanza , o perché di proposito passate sotto silenzio , o perché l ' eseguirle si reputò non possibile , mentre pure e si possono e si debbono eseguire . Né sono esse diventate ai nostri giorni meno sagge ed efficaci perché meno imperversa oggi quell ' orrendo « pauperismo » da Leone XIII considerato . Certo , la condizione degli operai s ' è fatta migliore e più equa . massime negli Stati più colti e nelle Nazioni più grandi , dove non si può dire che tutti gli operai siano afflitti dalla miseria o travagliati dal bisogno . Ma dopo che le arti meccaniche e le industrie dell ' uomo sono penetrate e si sono diffuse con tanta rapidità in regioni senza numero , tanto nelle terre che si dicono nuove , quanto nei regni del lontano Oriente , già famosi per antichissima civiltà , è cresciuta smisuratamente la moltitudine dei proletari bisognosi , e i loro gemiti gridano a Dio dalla terra . S ' aggiunga il grandissimo esercito di braccianti della campagna , ridotti ad una infima condizione di vita e privi di speranza d ' ottenere mai alcuna porzione di suolo ( enc . Rerum novarum , n . 35 ) e quindi sottoposti in perpetuo alla condizione proletaria , se non si adoperino rimedi convenevoli ed efficaci . 62 . Ma benché sia verissimo che la condizione proletaria debba ben distinguersi dal pauperismo , pure la stessa foltissima moltitudine dei proletari è un argomento ineluttabile , che le ricchezze tanto copiosamente cresciute in questo nostro secolo detto dell ' industrialismo , non sono rettamente distribuite e applicate alle diverse classi di uomini . 63 , È necessario dunque con tutte le forze procurare che in avvenire i capitali guadagnati non si accumulino se non con equa proporzione presso i ricchi , e si distribuiscano con una certa ampiezza fra i prestatori di opera , non perché questi rallentino nel lavoro , essendo l ' uomo nato al lavoro come l ' uccello al volo , ma perché con la economia aiutino il loro avere , e amministrando con saggezza l ' aumentata proprietà possano più facilmente e tranquillamente sostenere i pesi della famiglia , e usciti da quell ' incerta sorte di vita , in cui si dibatte il proletariato , non solo siano in grado di sopportare le vicende della vita , ma possano ripromettersi che alla loro morte saranno convenientemente provveduti quelli che lasciano dopo di sé . 64 . Tutti questi suggerimenti furono dal Nostro Predecessore non soltanto insinuati , ma apertamente proclamati e Noi con questa Nostra Enciclica torniamo a vivamente inculcarli . Che se ora non si prende finalmente a metterli in esecuzione senza indugio e con ogni vigore , niuno potrebbe ripromettersi passibile un ' efficace difesa dell ' ordine pubblico e della tranquillità sociale contro i seminatori di novità sovversive . 4 - Il giusto salario 65 . Ma tale attuazione non sarà possibile se i proletari non giungeranno , con la diligenza e con il risparmio , a farsi un qualche modesto patrimonio , come abbiamo detto riferendoci alla dottrina del Nostro Predecessore Leone XIII . Orbene , chi per guadagnarsi il vitto e il necessario alla vita altro non ha che il lavoro , come potrà , pur vivendo parcamente , mettersi da parte qualche fortuna se non con la paga , che trae dal lavoro ? Affrontiamo dunque la questione del salario , da Leone XIII definita assai importante ( enc . Rerum novarum , n . 34 ) , svolgendone e dichiarandone , ove occorra , la dottrina e i precetti . A ) il contratto di lavoro non è di sua natura ingiusto 66 . E da prima l ' affermazione che il contratto di offerta di prestazione d ' opera sia di sua natura ingiusto , e quindi si debba sostituire con contratto di società , è affermazione gratuita e calunniosa contro il Nostro Predecessore , la cui enciclica Rerum novarum non solo lo ammette , ma ne tratta a lungo sul modo di disciplinarlo secondo le norme della giustizia . 67 . Tuttavia , nelle odierne condizioni sociali , stimiamo sia cosa più prudente che , quando è possibile , il contratto del lavoro venga temperato alquanto col contratto di società , come già si è incominciato a fare in diverse maniere , con non poco vantaggio degli operai stessi e dei padroni . Così gli operai diventano cointeressati o nella proprietà o nell ' amministrazione , e compartecipi in certa misura dei lucri percepiti . 68 . Né la giusta proporzione del salario deve calcolarsi da un solo titolo , ma da più , come già sapientemente aveva dichiarato Leone XIII scrivendo : Il determinare la mercede secondo la giustizia dipende da molte considerazioni ( enc . Rerum novarum , n . 17 ) . Con le quali parole fin da allora confutò la leggerezza di coloro i quali credono facilmente , ricorrendo a un ' unica misura , e questa , ben lontana dalla realtà . 69 . Sono certamente in errore coloro i quali non dubitano di proclamare come principio , che tanto vale il lavoro ed altrettanto deve essere rimunerato , quanto valgono i frutti da esso prodotti , e perciò il prestatore del lavoro ha il diritto di esigere quanto si è ottenuto col suo lavoro : principio la cui assurdità apparisce anche da quanto abbiamo esposto , trattando della proprietà . B ) carattere individuale e sociale del lavoro 70 . Ora è facile intendere che oltre al carattere personale e individuale deve considerarsi il carattere sociale , come della proprietà , così anche del lavoro , massime di quello che per contratto si cede ad altri ; giacché se non sussiste un corpo veramente sociale o organico , se un ordine sociale e giuridico non tutela l ' esercizio del lavoro , se le varie parti , le une dipendenti dalle altre , non si collegano fra di loro e mutuamente non si compiono , se , quel che è più , non si associano , quasi a formare una cosa sola , l ' intelligenza , il capitale , il lavoro , l ' umana attività non può produrre i suoi frutti ; e quindi non si potrà valutare giustamente né retribuire adeguatamente , dove non si tenga conto della sua natura sociale e individuale . C ) tre punti da tener presenti 71 . Da questo doppio carattere , insito nella natura stessa del lavoro umano , sgorgano gravissime conseguenze , a norma delle quali il salario vuole essere regolato e determinato . a ) il sostentamento dell ' operaio e della sua famiglia 72 . In primo luogo , all ' operaio si deve dare una mercede che basti al sostentamento di lui e della sua famiglia ( cfr . enc . Casti connubii del 31 dicembre 1930 ) . È bensì giusto che anche il resto della famiglia , ciascuno secondo le sue forze , contribuisca al comune Sostentamento , come già si vede in pratica specialmente nelle famiglie dei contadini , e anche in molte di quelle degli artigiani e dei piccoli commercianti ; ma non bisogna che si abusi dell ' età dei fanciulli né della debolezza della donna . Le madri di famiglia prestino l ' opera loro in casa sopra tutto o nelle vicinanze della casa , attendendo alle faccende domestiche . Che poi le madri di famiglia , per la scarsezza del salario del padre , siano costrette ad esercitare un ' arte lucrativa fuori delle pareti domestiche , trascurando così le incombenze e i doveri loro propri , e particolarmente la cura e l ' educazione dei loro bambini , è un pessimo disordine , che si deve con ogni sforzo eliminare . Bisogna dunque fare di tutto perché i padri di famiglia percepiscano una mercede tale che basti per provvedere convenientemente alle comuni necessità domestiche . Che se nelle presenti circostanze della società ciò non sempre si potrà fare , la giustizia sociale richiede che s ' introducano quanto prima quelle mutazioni che assicurino ad ogni operaio adulto siffatti salari . Sono altresì meritevoli di lode tutti quelli che con saggio e utile divisamento hanno sperimentato e tentano diverse vie , onde la mercede del lavoro si retribuisca con tale corrispondenza ai pesi della famiglia , che , aumentando questi , anche quella si somministri più larga ; e anzi , se occorra , si soddisfaccia alle necessità straordinarie . b ) la condizione dell ' azienda 73 . Nello stabilire la quantità della mercede si deve tener conto anche dello stato dell ' azienda e dell ' imprenditore di essa ; perché è ingiusto chiedere esagerati salari , quando l ' azienda non li può sopportare senza la rovina propria e la conseguente calamità degli operai . È però vero che se il minor guadagno che essa fa è dovuto a indolenza , a inesattezza e a noncuranza del progresso tecnico ed economico , questa non sarebbe da stimarsi giusta causa per diminuire la mercede agli operai . Che se l ' azienda medesima non ha tante entrate che bastino per dare un equo salario agli operai , o perché è oppressa da ingiusti gravami , o perché è costretta a vendere i suoi prodotti ad un prezzo minore del giusto , coloro che così la opprimono si fanno rei di grave colpa ; perché costoro privano della giusta mercede gli operai ; i quali , spinti dalla necessità , sono costretti a contentarsi di un salario inferiore al giusto . 74 . Tutti adunque , e operai e padroni , in unione di forza e di mente , si adoperino a vincere tutti gli ostacoli e le difficoltà , e siano aiutati in quest ' opera tanto salutare dalla sapiente provvidenza dei pubblici poteri . Che se poi il caso fosse arrivato all ' estremo , allora dovrà deliberarsi se l ' azienda possa proseguire nella sua impresa , o se sia da provvedere in altro modo agli operai . Nel qual punto , che è certo gravissimo , bisogna che si stringa ed operi efficacemente una certa colleganza e concordia cristiana tra padroni e operai . c ) La necessità del bene comune 75 . Finalmente la quantità del salario deve contemperarsi col pubblico bene economico . Già abbiamo detto quanto giovi a questa prosperità o bene comune , che gli operai mettano da parte la porzione di salario , che loro sopravanza alle spese necessarie , per giungere a poco a poco a un modesto patrimonio ; ma non è da trascurare un altro punto di importanza forse non minore e ai nostri tempi affatto necessario , che cioè a coloro i quali e possono e vogliono lavorare , si dia opportunità di lavorare . E questo non poco dipende dalla determinazione del salario ; la quale , come può giovare là dove è mantenuta tra giusti limiti , così alla sua volta può nuocere se li eccede . Chi non sa infatti che la troppa tenuità e la soverchia altezza dei salari è stata la cagione per la quale gli operai non potessero aver lavorato ? Il quale inconveniente , riscontratosi specialmente nei tempi del Nostro Pontificato in danno di molti , gettò gli operai nella miseria e nelle tentazioni , mandò in rovina la prosperità delle città e mise in pericolo la pace e la tranquillità di tutto il mondo . È contrario dunque alla giustizia sociale che , per badare al proprio vantaggio senza aver riguardo al bene comune , il salario degli operai venga troppo abbassato o troppo innalzato ; e la medesima giustizia richiede che , nel consenso delle menti e delle volontà , per quanto è possibile , il salario venga temperato in maniera che a quanti più è possibile , sia dato di prestare l ' opera loro e percepire i frutti convenienti per il sostentamento della vita . 76 . A ciò parimenti giova la giusta proporzione tra i salari ; con la quale va strettamente congiunta la giusta proporzione dei prezzi , a cui si vendono i prodotti delle diverse arti , quali sono stimate l ' agricoltura , l ' industria e simili . Con la conveniente osservanza di queste cautele , le diverse arti si comporranno e si uniranno come in un sol corpo , e come tra membra si presteranno vicendevolmente aiuto e perfezione . Giacché allora l ' economia sociale veramente sussisterà e otterrà i suoi fini , quando a tutti e singoli i soci saranno somministrati tutti i beni che si possono apprestare con le forze e i sussidi della natura , con l ' arte tecnica , con la costituzione sociale del fatto economico ; i quali beni debbono essere tanti quanti sono necessari sia a soddisfare ai bisogni e alle oneste comodità , sia promuovere tra gli uomini quella più felice condizione di vita , che , quando la cosa si faccia prudentemente , non solo non è d ' ostacolo alla virtù , ma grandemente la favorisce ( cfr . S . Th . , De regimine principum , 1 , 15; enc . Rerum novarum , n . 27 ) . 5 - Restaurazione dell ' ordine sociale 77 . Le indicazioni finora date intorno all ' equa divisione dei beni e alla giustizia dei salari riguardano gli individui e solo per indiretto toccano l ' ordine sociale , alla cui restaurazione soprattutto secondo i principi della sana filosofia e i precetti altissimi della legge evangelica che lo perfezionano , applicò ogni sua cura e attenzione il Nostro Antecessore Leone XIII . 78 . Fu allora aperta la via ; ma perché siano perfezionate molte cose che ancora restano da fare e ne ridondino più copiosi ancora e più lieti vantaggi all ' umana famiglia , sono soprattutto necessarie due cose : la riforma delle istituzioni e la emendazione dei costumi . a ) riforma delle istituzioni 79 . E quando parliamo di riforma delle istituzioni , pensiamo primieramente allo Stato , non perché dall ' opera sua si debba aspettare tutta la salvezza , ma perché , per il vizio dell ' individualismo , come abbiamo detto , le cose si trovano ridotte a tal punto , che abbattuta e quasi estinta l ' antica ricca forma di vita sociale , svoltasi un tempo mediante un complesso di associazioni diverse , restano di fronte quasi soli gli individui e lo Stato . E siffatta deformazione dell ' ordine sociale reca non piccolo danno allo Stato medesimo , sul quale vengono a ricadere tutti i pesi , che quelle distrutte corporazioni non possono più portare , onde si trova oppresso da una infinità di carichi e di affari . 80 . È vero certamente e ben dimostrato dalla storia , che , per la mutazione delle circostanze , molte cose non si possono più compiere se non da grandi associazioni , laddove prima si eseguivano anche delle piccole . Ma deve tuttavia restare saldo il principio importantissimo nella filosofa sociale : che siccome è illecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e l ' industria propria per affidarlo alla comunità , così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori comunità si può fare . Ed è questo insieme un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società ; perché l ' oggetto naturale di qualsiasi intervento della società stessa è quello di aiutare in maniera suppletiva le membra del corpo sociale , non già distruggerle e assorbirle . 81 . Perciò è necessario che l ' autorità suprema dello stato , rimetta ad associazioni minori e inferiori il disbrigo degli affari e delle cure di minor momento , dalle quali essa del resto sarebbe più che mai distratta ; e allora essa potrà eseguire con più libertà , con più forza ed efficacia le parti che a lei solo spettano , perché essa sola può compierle ; di direzione cioè , di vigilanza di incitamento , di repressione , a seconda dei casi e delle necessità . Si persuadano dunque fermamente gli uomini di governo , che quanto più perfettamente sarà mantenuto l ' ordine gerarchico tra le diverse associazioni , conforme al principio della funzione suppletiva dell ' attività sociale , tanto più forte riuscirà l ' autorità e la potenza sociale , e perciò anche più felice e più prospera la condizione dello Stato stesso . 82 . Questa poi deve essere la prima mira , questo lo sforzo dello Stato e dei migliori cittadini ; mettere fine alle competizioni delle due classi opposte , risvegliare e promuovere una cordiale cooperazione delle varie professioni dei cittadini . b ) concordia delle classi 83 . La politica sociale porrà dunque ogni studio a ricostruire le professioni stesse ; giacché la società umana si trova al presente in uno stato violento , quindi instabile e vacillante , perchè appunto si fonda su classi di diverse tendenze , fra loro opposte e propense , quindi , a lotte e inimicizie . 84 . E per verità , quantunque il lavoro , come spiega egregiamente il Nostre Predecessore nella sua enciclica ( enc . Rerum novarum , n . 16 ) , non sia una vile merce , anzi vi si debba riconoscere la dignità umana dell ' operaio e quindi non sia da mercanteggiare come una merce qualsiasi , tuttavia , come stanno ora le cose , nel mercato del lavoro l ' offerta e la domanda divide gli uomini come in due schiere ; e la disunione che ne segue trasforma il mercato come in un campo di lotta , ove le due parti si combattono accanitamente . E a questo grave disordine , che porta al precipizio l ' intera società , ognuno vede quanto sia necessario portare rimedio . Ma la guarigione perfetta si potrà ottenere allora soltanto , quando , tolta di mezzo una tale lotta , le membra del corpo sociale si trovino bene assestate , e costituiscano le varie professioni , a cui ciascuno dei cittadini aderisca non secondo l ' ufficio che ha nel mercato del lavoro , ma secondo le diverse parti sociali . che i singoli esercitano . Avviene infatti per impulso di natura che , siccome quanti si trovano congiunti per vicinanza di luogo si uniscono a formare municipi , così quelli che si applicano ad un ' arte medesima formino collegi o corpi sociali ; di modo che questo corporazioni , con diritto loro proprio , da molti si sogliono dire , se non essenziali alla società civile , almeno naturali . 85 . Siccome poi l ' ordine , come ragiona ottimamente san Tommaso ( cfr . S . Thom . , Contra Gent . , 3 , 71; cfr . Summ . Theol . , I , q . 65 , a . 2 , i . c . ) , è l ' unità che risulta dall ' opportuna disposizione di molte cose , il vero e genuino ordine sociale esige che i vari membri della società siano collegati in ordine ad una sola cosa per mezzo di qualche saldo vincolo . La qual forza di coesione si trova infatti tanto nell ' identità dei beni da prodursi o dei servizi , da farsi , in cui converge il lavoro riunito dai datori e prestatori di lavoro della stessa categoria , quanto in quel bene comune , a cui tutte le varie classi , ciascuna per la parte sua , devono unitamente e amichevolmente concorrere . E questa concordia sarà tanto più forte e più efficace , quanto più fedelmente i singoli uomini e i vari corpi professionali si studieranno di esercitare la propria professione e di segnalarsi in essa . 86 . Dal che facilmente si deduce che in tali corporazioni primeggiano di gran lunga le cose che sono comuni a tutta la categoria . Tra esse poi principalissima è il promuovere più che mai intensamente la cooperazione della intiera corporazione dell ' arte al bene comune , cioè alla salvezza e prosperità pubblica della nazione . Quanto agli affari invece , in cui si devono specialmente procurare e tutelare i vantaggi e gli svantaggi speciali dei padroni e degli artieri , se occorrerà deliberazione , dovrà farsi dagli uni e dagli altri separatamente . 87 . Appena occorre ricordare che , con la debita proporzione , si può applicare alle corporazioni professionali quanto Leone XIII insegnò circa la forma del regime politico , che cioè resta libera la scelta di quella forma che meglio aggrada , purché si provveda alla giustizia e alle esigenze del bene comune ( enc . Immortale Dei del 1° novembre 1885 ) . 88 . Orbene , a quel modo che gli abitanti di un municipio usano associarsi per fini svariatissimi , e a tali associazioni ognuno è libero di dare o non dare il suo nome , così quelli che attendono all ' arte medesima , si uniranno pure fra loro in associazioni libere per quegli scopi che in qualche modo vanno connessi con l ' esercizio di quell ' arte . Ma poiché su tali libere associazioni già furono date ben chiare e distinte spiegazioni nell ' enciclica del Nostro Predecessore di illustre memoria , crediamo che basti ora inculcare questo solo : che l ' uomo ha libertà non solo di formare queste associazioni che sono di ordine e di diritto privato , ma anche di introdurvi quell ' ordinamento e quelle leggi che si giudichino le meglio conducenti al fine ( enc . Rerum novarum , n . 42 ) . E la stessa libertà si ha da rivendicare per le fondazioni di associazioni che sorpassino i limiti delle singole arti . Le libere associazioni poi , che già fioriscono e portano frutti salutari , si debbono aprire la via alla formazione di quelle corporazioni più perfette , di cui abbiamo già fatto menzione , e con ogni loro energia promuoverle secondo le norme della sociologia cristiana . c ) principio direttivo dell ' economia 89 . Un ' altra cosa ancora si deve procurare , che è molto connessa con la precedente . A quel modo cioè che l ' unità della società umana non può fondarsi nella opposizione di classe , cosi il retto ordine dell ' economia non può essere abbandonato alla libera concorrenza delle forze . Da questo capo anzi , come da fonte avvelenata , sono derivati tutti gli errori della scienza economica individualistica , la quale dimenticando o ignorando che l ' economia ha un suo carattere sociale , non meno che morale , ritenne che l ' autorità pubblica la dovesse stimare e lasciare assolutamente libera a sé , come quella che nel mercato o libera concorrenza doveva trovare il suo principio direttivo o timone proprio , secondo cui si sarebbe diretta molto più perfettamente che per qualsiasi intelligenza creata . Se non che la libera concorrenza , quantunque sia cosa equa certamente e utile se contenuta nei limiti bene determinati ; non può essere in alcun modo il timone dell ' economia ; il che è dimostrato anche troppo dall ' esperienza , quando furono applicate nella pratica le norme dello spirito individualistico . È dunque al tutto necessario che l ' economia torni a regolarsi secondo un vero ed efficace suo principio direttivo . Ma tale ufficio molto meno può essere preso da quella supremazia economica , che in questi ultimi tempi è andata sostituendosi alla libera concorrenza ; poiché , essendo essa una forza cieca e una energia violenta , per diventare utile agli uomini ha bisogno di essere sapientemente frenata e guidata . Si devono quindi ricercare più alti e più nobili principi da cui questa egemonia possa essere vigorosamente e totalmente governata : e tali sono la giustizia e la carità sociali . Perciò è necessario che alla giustizia sociale si ispirino le istituzioni dei popoli , anzi di tutta la vita della società ; e più ancora è necessario che questa giustizia sia davvero efficace , ossia costituisca un ordine giuridico e sociale a cui l ' economia tutta si conformi . La carità sociale poi deve essere come l ' anima di questo ordine , alla cui tutela e rivendicazione efficace deve attendere l ' autorità pubblica ; e lo potrà fare tanto più facilmente se si sbrigherà da quei pesi che non le sono propri , come abbiamo sopra dichiarato . 90 . Che , anzi , conviene che le varie nazioni , unendo propositi e forze insieme , giacché nel campo economico stanno in mutua dipendenza e debbono aiutarsi a vicenda , si sforzino di promuovere con sagge convenzioni e istituzioni una felice cooperazione di economia internazionale . 91 . Pertanto , se le membra del corpo sociale saranno così rinfrancate , e ne verrà raddrizzato il principio direttivo quale timone della economia sociale , si potrà dire in qualche modo dell ' ordine sociale ciò che dice l ' Apostolo del corpo mistico di Gesù Cristo : che tutto il corpo compaginato e connesso per via di tutte le giunture di comunicazione , in virtù della proporzionata operazione sopra di ciascun membro , prende l ' aumento proprio del corpo per la sua perfezione mediante la carità ( Ef 4 , 16 ) . 92 . Recentemente , come tutti sanno , venne iniziata una speciale organizzazione sindacale e corporativa , la quale , data la materia di questa Nostra Lettera enciclica , richiede da Noi qualche cenno e anche qualche opportuna considerazione . 93 . Lo Stato riconosce giuridicamente il sindacato e non senza carattere monopolistico , in quanto che esso solo , così riconosciuto , può rappresentare rispettivamente gli operai e i padroni , esso solo concludere contratti e patti di lavoro . L ' iscrizione al sindacato è facoltativa , ed è soltanto in questo senso che l ' organizzazione sindacale può dirsi libera ; giacché la quota sindacale e certe speciali tasse sono obbligatorie per tutti gli appartenenti a una data categoria , siano essi operai o padroni , come per tutti sono obbligatori i contratti di lavoro stipulati dal sindacato giuridico . Vero è che venne autorevolmente dichiarato che il sindacato giuridico non escluse l ' esistenza di associazioni professionali di fatto . 94 . Le Corporazioni sono costituite dai rappresentanti dei sindacati degli operai e dei padroni della medesima arte e professione , e , come veri e propri organi ed istituzioni di Stato , dirigono e coordinano i sindacati nelle cose di interesse comune . 95 . Lo sciopero è vietato ; se le parti non si possono accordare , interviene il Magistrato . 96 . Basta poca riflessione per vedere i vantaggi dell ' ordinamento per quanto sommariamente indicato ; la pacifica collaborazione delle classi , la repressione delle organizzazioni e dei conati socialisti , l ' azione moderatrice di une speciale magistratura . Per non trascurare nulla in argomento di tanta importanza , ed in armonia con i principi generali qui sopra richiamati , e con quello che inibito aggiungeremo , dobbiamo pur dire che vediamo non mancare chi teme che lo Stato si sostituisca alle libere attività invece di limitarsi alla necessaria e sufficiente assistenza ed aiuto , che il nuovo ordinamento sindacale e corporativo abbia carattere eccessivamente burocratico e politico , e che , nonostante gli accennati vantaggi generali , possa servire a particolari intenti politici piuttosto che all ' avviamento ed inizio di un migliore assetto sociale . 97 . Noi crediamo che a raggiungere quest ' altro nobilissimo intento , con vero e stabile beneficio generale , sia necessaria innanzi e soprattutto la benedizione di Dio e poi la collaborazione di tutte le buone volontà . Crediamo ancora e per necessaria conseguenza che l ' intento stesso sarà tanto più sicuramente raggiunto quanta più largo sarà il contributo delle competenze tecniche , professionali e sociali e più ancora dei principi cattolici e della loro pratica , da parte , non dell ' Azione Cattolica ( che non intende svolgere attività strettamente sindacali o politiche ) , ma da parte di quei figli Nostri che 1'Azione Cattolica squisitamente forma a quei principi ed al loro apostolato sotto la guida ed il Magistero della Chiesa ; della Chiesa , la quale anche sul terreno più sopra accennato , come dovunque si agitano e regolano questioni morali , non può dimenticare o negligere il mandato di custodia e di magistero divinamente conferitole . 98 . Se non che , quanto abbiamo detto circa la restaurazione e il perfezionamento dell ' ordine sociale , non potrà essere attuato in nessun modo , senza una riforma dei costumi come la storia stessa ce ne dà splendida testimonianza . Vi fu un tempo infatti in cui vigeva un ordinamento sociale che , sebbene non del tutto perfetto e in ogni sua parte irreprensibile , riusciva tuttavia conforme in qualche modo alla retta ragione , secondo le condizioni e la necessità dei tempi . Ora quell ' ordinamento è già da gran tempo scomparso ; e ciò veramente non perché non abbia potuto , col progredire , svolgersi e adattarsi alle mutate condizioni e necessità di cose e in qualche modo venire dilatandosi , ma perché piuttosto gli uomini induriti dall ' egoismo ricusarono di allargare , come avrebbero dovuto , secondo il crescente numero della moltitudine , i quadri di quell ' ordinamento , o perché , traviati dalla falsa libertà e da altri errori e intolleranti di qualsiasi autorità , si sforzarono di scuotere da sé ogni restrizione . 99 . Resta adunque che , dopo aver nuovamente chiamato in giudizio l ' odierno regime economico , e il suo acerrimo accusatore , il socialismo , e aver dato giusta ed esplicita sentenza sull ' uno e sull ' altro , indaghiamo più a fondo la radice di tanti mali e ne indichiamo il primo e più necessario rimedio , cioè la riforma dei costumi . III - MUTAZIONI PROFONDE DELLA SOCIETA ' DOPO LEONE XIII 100 . E veramente profonde sono le mutazioni che dai tempi di Leone XIII in qua hanno subìto tanto il regime economico quanto il socialismo . E anzitutto , che le condizioni economiche siano profondamente trasformate è una cosa a tutti evidente . E voi sapete , venerabili Fratelli e diletti Figli , che il Nostro Predecessore di f . m . nella sua enciclica contemplava soprattutto quell ' ordinamento economico con cui generalmente si contribuisce all ' attività economica dagli uni col capitale , dagli altri con il lavoro , secondo che egli definiva con felice espressione : Non può esservi capitale senza lavoro né lavoro senza capitale ( enc . Rerum novarum , n . l5 ) . 1 - Mutazioni nell ' ordinamento economico a ) relazioni fra capitale e operai 101 . Orbene , Leone XIII adottò ogni mezzo per disciplinare questo ordinamento economico , secondo le norme della rettitudine ; sicché è evidente che esso non è in sé da condannarsi . E infatti non è di sua natura vizioso : allora però viola il retto ordine , quando il capitale vincola a sé gli operai , ossia la classe proletaria , col fine e con la condizione di sfruttare a suo arbitrio e vantaggio le imprese e quindi l ' economia tutta , senza far caso , né della dignità umana degli operai , né del carattere sociale dell ' economia , né della stessa giustizia sociale e del bene comune . 102 . Vero è che neppure oggi è questo il solo ordinamento economico vigente in ogni luogo ; un ' altra forma vi è che abbraccia ancora grande moltitudine di persone , importante per numero e potere , quale , ad esempio , la classe degli agricoltori , in cui la maggior parte del genere umano si procura con probo e onesto lavoro quanto è necessario alla vita . Anche essa ha le sue angustie e le sue difficoltà , alle quali allude il Nostro Predecessore in parecchi tratti della sua enciclica e Noi pure in questa vi abbiamo più di una volta accennato . b ) capitalismo industriale 103 . Ma , l ' ordinamento capitalistico dell ' economia , col dilatarsi dell ' industrialismo per tutto il mondo , dopo l ' enciclica di Leone XIII si è venuto esso pure allargando per ogni dove , a tal punto da invadere e penetrare anche nelle condizioni economiche e sociali di quelli che si trovano fuori della sua cerchia , introducendovi in certo modo la sua impronta . 104 . Perciò quando invitiamo a studiare le trasformazioni che l ' ordinamento capitalistico dell ' economia subì dopo il tempo di Leone XIII , non solamente procuriamo il bene di coloro che abitane in paesi dominati dal capitale e dall ' industria , ma di tutto intero il genere umano . c ) concentrazione della ricchezza 105 . E in primo luogo ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri tempi non vi è solo concentrazione della ricchezza , ma l ' accumularsi altresì di una potenza enorme , di una dispotica padronanza dell ' economia in mano di pochi , e questi sovente neppure proprietari , ma solo depositari e amministratori del capitale , di cui essi però dispongono a loro grado e piacimento . 106 . Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che , tenendo in pugno il danaro , la fanno da padroni ; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso , di cui vive l ' organismo economico , e hanno in mano , per così dire , l ' anima dell ' economia , sicché nessuno , contro la loro volontà , potrebbe nemmeno respirare . 107 . Una tale concentrazione di forze e di potere , che è quasi la nota specifica della economia contemporanea , è il frutto naturale di quella sfrenata libertà di concorrenza che lascia sopravvivere solo i più forti , cioè , spesso i più violenti nella lotta e i meno curanti della coscienza . 108 . A sua volta poi la concentrazione stessa di ricchezze e di potenza genera tre specie di lotta per il predominio : dapprima si combatte per la prevalenza economica ; di poi si contrasta accanitamente per il predominio sul potere politico , per valersi delle sue forze e della sua influenza nelle competizioni economiche ; infine si lotta tra gli stessi Stati , o perchè le nazioni adoperano le loro forze e la potenza politica a promuovere i vantaggi economici dei propri cittadini , o perché applicano il potere e le forze economiche a troncare le questioni politiche sorte fra le nazioni . d ) funeste conseguenze 109 . Ultime conseguenze dello spirito individualistico nella vita economica sono poi quelle che voi stessi , venerabili Fratelli e diletti Figli , vedete e deplorate ; la libera concorrenza cioè si è da se stessa distrutta ; alla libertà del mercato è sottentrata la egemonia economica ; alla bramosia del lucro è seguita la sfrenata cupidigia del predominio ; e tutta l ' economia è così divenuta orribilmente dura , inesorabile , crudele . A ciò si aggiungono i danni gravissimi che sgorgano dalla deplorevole confusione delle ingerenze e servizi propri dell ' autorità pubblica con quelli della economia stessa : quale , per citarne uno solo tra i più importanti , l ' abbassarsi della dignità dello Stato , che si fa servo e docile strumento delle passioni e ambizione umane , mentre dovrebbe assidersi quale sovrano e arbitro delle cose , libero da ogni passione di partito e intento al solo bene comune e alla giustizia . Nell ' ordine poi delle relazioni internazionali , da una stessa fonte sgorgò una doppia corrente : da una parte , il nazionalismo o anche l ' imperialismo economico ; dall ' altra non meno funesto ed esecrabile , l ' internazionalismo bancario o imperialismo internazionale del denaro , per cui la patria è dove si sta bene . e ) i rimedi 110 . Ora , con quali mezzi si possa rimediare a un male così profondo , già l ' abbiamo indicato nella seconda parte di questa enciclica , dove ne abbiamo trattato di proposito sotto l ' aspetto dottrinale : qui ci basterà ricordare la sostanza del Nostro insegnamento . Essendo dunque l ' ordinamento economico moderno fondato particolarmente sul capitale e sul lavoro , devono essere conosciuti e praticati i precetti della retta ragione , ossia della filosofia sociale cristiana , concernenti i due elementi menzionati e le loro relazioni . Così , per evitare l ' estremo dell ' individualismo da una parte , come del socialismo dall ' altra , si dovrà soprattutto avere riguardo del pari alla doppia natura , individuale e sociale propria , tanto del capitale o della proprietà , quanto del lavoro . Le relazioni quindi fra l ' uno e l ' altro devono essere regolate secondo le leggi di una esattissima giustizia commutativa , appoggiata alla carità cristiana . È necessario che la libera concorrenza , confinata in ragionevoli e giusti limiti , e più ancora che la potenza economica siano di fatto soggetti all ' autorità pubblica , in ciò che concerne l ' ufficio di questa . Infine le istituzioni dei popoli dovranno venire adattando la società tutta quanta alle esigenze del bene comune cioè alle leggi della giustizia sociale ; onde seguirà necessariamente che una sezione così importante della vita sociale , qual è l ' attività economica , verrà a sua volta ricondotta ad un ordine sano e bene equilibrato . 2 - Trasformazione del socialismo 111 . Non meno profonda che quella dell ' ordinamento economico è la trasformazione che dal tempo di Leone XIII ebbe il socialismo , con cui specialmente lottò il Nostro Predecessore . Allora infatti esso poteva quasi dirsi uno e propugnatore di principi dottrinali ben definiti o raccolti in un sistema : ora invece va diviso in due partiti principali , discordanti per lo più fra loro e inimicissimi , ma pur tali che nessuno dei due si scosta dal fondamento proprio di ogni socialismo , e contrario alla fede cristiana . a ) socialismo più violento o comunismo 112 . Un partito infatti del socialismo andò soggetto alla trasformazione stessa che abbiamo spiegato sopra , rispetto all ' economia capitalistica , e precipitò nel comunismo ; il quale insegna e persegue due punti , né già per vie occulte o per raggiri , ma alla luce aperta e con tutti i mezzi , anche più violenti una lotta di classe la più accanita e l ' abolizione assoluta della proprietà privata . E nel perseguire i due intenti non v ' ha cosa che esso non ardisca , niente che rispetti : e dove si è impadronito del potere , si dimostra tanto più crudele e selvaggio , che sembra cosa incredibile e mostruosa . Di che sono prova le stragi spaventose e le rovine che esso ha accumulato sopra vastissimi paesi dell ' Europa Orientale e dell ' Asia . Quanto poi sia nemico dichiarato della santa Chiesa , e di Dio stesso , è cosa purtroppo dimostrata dall ' esperienza e a tutti notissima . Non crediamo perciò necessario premunire i figli buoni e fedeli della Chiesa contro la natura empia e ingiusta del Comunismo ; ma non possiamo tuttavia , senza un profondo dolore , vedere l ' incuria e l ' indifferenza di coloro che mostrano di non dar peso ai pericoli imminenti , e con una passiva fiacchezza lasciano che si propaghino per ogni parte quegli errori , da cui sarà condotta a morte la società tutta intera con le stragi e la violenza . Ma soprattutto meritano di essere condannati coloro che trascurano di sopprimere o trasformare quelle condizioni di cose , che esasperano gli animi dei popoli e preparano con ciò la via alla rivoluzione e alla rovina della società . b ) socialismo più mite 113 . Più moderato è l ' altro partito che ha conservato il nome di socialismo ; giacché non solo professa di rigettare il ricorso alla violenza , ma se non ripudia la lotta di classe e l ' abolizione della proprietà privata , la mitiga almeno con attenuazioni e temperamenti . Si direbbe quindi che , spaventato dei suoi principi e delle conseguenze che ne trae il comunismo , il socialismo si pieghi e in qualche modo si avvicini a quelle verità che la tradizione cristiana ha sempre solennemente insegnate ; poiché non si può negare che le sue rivendicazioni si accostino talvolta , e molto da vicino , a quelle che propongono a ragione i riformatori cristiani della società . c ) la lotta di classe 114 . La lotta di classe , infatti , quando si astenga dagli atti di inimicizia e dall ' odio vicendevole , si trasforma a poco a poco in una onesta discussione , fondata nella ricerca della giustizia : discussione che non è certo quella felice pace sociale che tutti vagheggiano , ma che può e deve essere un punto di partenza per giungere alla mutua cooperazione delle classi . Così anche la guerra dichiarata alla proprietà privata si viene sempre più calmando e restringendosi a tal segno , che alla fine non viene più assalita in sé la proprietà dei mezzi di produzione , ma una certa egemonia sociale , che la proprietà contro ogni diritto si è arrogata e usurpata . E infatti tale supremazia non deve essere propria dei semplici padroni , ma del pubblico potere . Con ciò si può giungere insensibilmente fino al punto che le massime del socialismo più moderato non discordino più dai voti e dalle rivendicazioni di coloro che , fondati sui principi cristiani , si studiano di riformare la società umana . E in verità si può ben sostenere , a ragione , esservi certe categorie di beni da riservarsi solo ai pubblici poteri , quando portano seco una tale preponderanza economica , che non si possa lasciare in mano ai privati cittadini senza pericolo del bene comune . 115 . Cotali giuste rivendicazioni e desideri non hanno più nulla che ripugni alla verità cattolica e molto meno sono rivendicazioni proprie del socialismo . Quelli dunque che a queste sole mirano , non hanno ragione di dare il nome al socialismo . 116 . Né perciò si dovrà credere che quei partiti o gruppi di socialisti , che non sono comunisti , si siano ricreduti tutti a tal segno , o di fatto o nel loro programma . No , perché essi per lo più , non rigettano né la lotta di classe , né l ' abolizione della proprietà , ma solo la vogliono in qualche modo mitigata . Senonché , essendosi i loro falsi principi così mitigati e in qualche modo cancellati , ne sorge , o piuttosto viene mosso da qualcuno , il dubbio : se per caso anche i principi della verità cristiana non si possano in qualche modo mitigare o temperare , per andare così incontro al socialismo e quasi per una via media accordarsi insieme . E vi ha di quelli che nutrono la vana speranza di trarre a noi in questo modo i socialisti . Vana speranza , diciamo . Quelli , infatti , che vogliono essere apostoli tra i socialisti , devono professare apertamente e sinceramente , nella sua pienezza e integrità , la verità cristiana , ed in nessuna maniera usare connivenza con gli errori . Che , se veramente vogliono essere banditori del Vangelo , devono studiarsi anzitutto di far vedere ai socialisti che le loro rivendicazioni , in quanto hanno di giusto , si possono molto più validamente sostenere coi principi della fede cristiana e molto più efficacemente promuovere con le forze della cristiana carità . d ) socialismo e cristianesimo 117 . Ma che dire nel caso che , rispetto alla lotta di classe e alla proprietà privata , il socialismo sia realmente così mitigato e corretto da non aver più nulla che gli si possa rimproverare su questi punti ? Ha con ciò forse rinunziato ai suoi principi , alla sua natura contraria alla religione cristiana ? Qui sta il punto , su cui molte anime si trovano esitanti . E non pochi sono pure i cattolici , i quali ben conoscendo come i principi cristiani non possono essere né abbandonati , né cancellati , sembrano rivolgere lo sguardo a questa Santa Sede e domandare con ansia , che decidiamo se questo socialismo si sia ricreduto dei suoi errori a tal segno , che senza pregiudizio di nessun principio cristiano , si possa ammettere e in qualche modo battezzare . Ora per soddisfare , secondo la Nostra sollecitudine paterna , a questi desideri , proclamiamo che il socialismo , sia considerato come dottrina , sia considerato come fatto storico , sia come « azione » , se resta veramente socialismo , anche dopo aver ceduto alla verità e alla giustizia su questi punti che abbiamo detto , non può conciliarsi con gli insegnamenti della Chiesa cattolica . Giacché il suo concetto della società è quanto può dirsi opposto alla verità cristiana . 118 . Infatti , secondo la dottrina cristiana , il fine per cui l ' uomo dotato di una natura socievole , si trova su questa terra , è questo che , vivendo in società e sotto un ' autorità sociale ordinata da Dio ( cfr . Rom 13,1 ) , coltivi e svolga pienamente tutte le sue facoltà a lode e gloria del Creatore ; e adempiendo fedelmente i doveri della sua professioni o della sua vocazione , qualunque sia , giunga alla felicità temporale ed insieme alla eterna . Il socialismo al contrario , ignorando o trascurando del tutto questo fine sublime , sia dell ' uomo come della società , suppone che l ' umano consorzia non sia istituito se non in vista del solo benessere . 119 . Infatti , da ciò che una divisione conveniente del lavoro , più efficacemente che lo sforzo diviso degli individui , assicura la produzione , i socialisti deducono che l ' attività economica , nella quale essi considerano solamente il fine materiale , deve per necessità essere condotta socialmente . E da siffatta necessità , secondo essi , deriva che gli uomini sono costretti , per ciò che riguarda la produzione , a sottomettersi interamente alla società ; anzi il possedere una maggiore abbondanza di ricchezze che possa servire alle comodità della vita , è stimato tanto che gli si debbono posporre i beni più alti dell ' uomo , specialmente la libertà , sacrificandoli tutti alle esigenze di una produzione più efficace . Questo pregiudizio dell ' ordinamento « socializzato » della produzione portato alla dignità umana , essi credono che sarà largamente compensato dall ' abbondanza dei beni , che gli individui ne ritrarranno per poterli applicare alle comodità e alle convenienze della vita secondo i loro piaceri . La società dunque , qual è immaginata dal socialismo , non può esistere né concepirsi disgiunta da una costrizione veramente eccessiva , e d ' altra parte resta in balia di una licenza non meno falsa , perché mancante di una vera autorità sociale : poiché questa non può fondarsi sui vantaggi temporanei e materiali , ma solo può venire da Dio Creatore e fine ultimo di tutte le case ( enc . Diuturnum del 9 giugno 1881 ) . 120 . Che se il socialismo , come tutti gli errori , ammette pure qualche parte di vero ( il che del resto non fu mai negato dai Sommi Pontefici ) , esso tuttavia si fonda su una dottrina della società umana , tutta sua propria e discordante dal vero cristianesimo . Socialismo religioso e socialismo cristiano sono dunque termini contraddittori : nessuno può essere buon cattolico ad un tempo e vero socialista . 121 . Tutte queste verità pertanto , da Noi richiamate e confermate solennemente con la Nostra autorità , si debbono applicare del pari a una totale nuova forma o condotta del socialismo poco nota finora in verità , ma che al presente si va diffondendo tra molti gruppi di socialisti . Esso attende soprattutto a informare di sé gli animi e i costumi ; particolarmente alletta sotto colore di amicizia la tenera infanzia per trascinarla , seco , ma abbraccia altresì la moltitudine degli uomini adulti ; per formare in fine « l ' uomo socialistico » , sul quale vuole appoggiare l ' umana società plasmata secondo le massime del socialismo . 122 . Senonché , avendo Noi spiegato già largamente nella Nostra enciclica Divini illius Magistri su quali principi si fondi e quali fini intenda l ' educazione cristiana ( enc . Divini illius Magistri del 31 dicembre 1929 ) , è tanto chiaro ed evidente che ad essi contraddice quanto fa e cerca il socialismo educatore , che non occorre altra dichiarazione . Ma quanto siano gravi e terribili i pericoli che questo socialismo porta seco , sembra che l ' ignorino o non vi diano gran peso coloro che non si curano punto di resistervi con zelo e coraggio secondo la gravità della cosa . È Nostro dovere pastorale quindi mettere costoro in guardia dal danno gravissimo e imminente , e si ricordino tutti che di cotesto socialismo educatore è padre bensì il liberalismo , ma l ' erede è e sarà il bolscevismo . e ) diserzione dei cattolici verso il socialismo 123 . Da ciò , venerabili Fratelli , voi potete intendere , con quanto dolore vediamo , in taluni paesi specialmente , non pochi dei Nostri figli - di cui non possiamo persuaderci che abbiano abbandonato del tutto la vera fede e la buona volontà - aver disertato il campo della Chiesa per passare alle file del socialismo : gli uni professandosi apertamente socialisti e professandone le dottrine ; gli altri per indifferenza , o anche con ripugnanza , per aggregarsi alle associazioni che si professano o sono di fatto socialistiche . 124 . Con paterna ansietà Noi andiamo pensando e investigando come sia potuto accadere una tanta aberrazione , e Ci sembra di sentire che molti di essi Ci rispondano a loro scusa : la Chiesa e quelli che alla Chiesa si proclamano più aderenti , favoriscono i ricchi , trascurando gli operai e non se ne dànno pensiero alcuno : perciò questi hanno dovuto , al fine di provvedere a sé , aggregarsi alle schiere dei socialisti . 125 . Ed è questa , senza dubbio , cosa ben lacrimevole , venerabili Fratelli , che vi siano stati e ancora vi siano di quelli che , dicendosi cattolici , quasi non ricordino la legge sublime della giustizia e della carità , la quale non solamente ci prescrive di dare a ciascuno quello che gli tocca , ma ancora di soccorrere ai nostri fratelli indigenti come a Cristo medesimo ( Lett . di S . Giacomo , c . 2 ) ; e , cosa ancora più grave , per ansia di guadagno non temono di opprimere i lavoratori . E vi ha pure chi abusa della religione stessa , facendo del suo nome un paravento alle proprie ingiuste vessazioni per potersi sottrarre alle rivendicazioni pienamente giustificate degli operai . Noi non cesseremo mai di riprovare una simile condotta ; poiché sono costoro la causa per cui la Chiesa , senza averlo punto meritato , ha potuto aver l ' apparenza , e quindi essere accusata , di prendere parte per i ricchi e di non aver alcun senso di pietà per le pene di quelli che si trovano come diseredati della loro parte di benessere in questa vita . Ma che questa apparenza e questa accusa sia immeritata ed ingiusta , tutta la storia della Chiesa dà testimonianza ; e l ' enciclica stessa , di cui celebriamo l ' anniversario , è la più splendida prova della somma ingiustizia di simili contumelie e calunnie , lanciate contro la Chiesa e i suoi insegnamenti . f ) paterno invito a ritornare 126 . Ma per quanto provocati dagli insulti e trafitti nel cuore di padre , siamo ben lungi dal rigettare da Noi questi figli , sebbene così miseramente traviati e lontani dalla verità e dalla salvezza . Con tutto l ' ardore anzi e con tutta la più viva sollecitudine li invitiamo a ritornare al materno seno della Chiesa . E Dio faccia che prestino orecchio alla Nostra voce ! Ritornino donde sono partiti , alla casa cioè del Padre e ivi perseverino dove è il loro proprio luogo , tra le file cioè di quelli che seguendo gli insegnamenti di Leone XIII , da Noi ora solennemente rinnovati , si studiano di restaurare la società secondo lo spirito della Chiesa , rassodandovi la giustizia e la carità sociale . E si persuadano essi che non potranno mai trovare altrove una felicità maggiore , anche su questa terra , se non vicino a Colui che per amore nostro « essendo ricco , diventò povero , affinché dalla povertà di Lui diventassimo ricchi » ( 2 Cor 8,9 ) , che fu povero e in mezzo alle fatiche fino dalla sua giovinezza , che invita a sé tutti gli oppressi dalla fatica e dalle afflizioni per dar loro un pieno conforto nella carità del suo Cuore ( Mt 11,28 ) ; e che infine , senza accettazione di persone , richiederà di più da quelli ai quali avrà dato di più ( cfr . Luc 12,48 ) , e renderà a ciascuno secondo il suo operato ( Mat 16,27 ) . 3 - Rinnovamento dei costumi 127 . Ma se consideriamo la cosa con più diligenza e più a fondo , chiaramente vediamo che a questa tanto desiderata restaurazione sociale deve precedere l ' interno rinnovamento dello spirito cristiano , dal quale purtroppo si sono allontanati tanti di coloro che si occupano di cose economiche ; se no , tutti gli sforzi cadranno a vuoto , non costruendosi l ' edificio sulla roccia , ma su la mobile arena ( cfr . Mat 7,24 ) . 128 . E infatti , venerabili Fratelli e diletti figli , abbiamo dato uno sguardo all ' odierno ordinamento economico , e l ' abbiamo trovato guasto profondamente . Di poi , richiamato a nuovo esame il comunismo e il socialismo , e tutte le loro forme , anche più mitigate , abbiamo trovato che sono molto lontani dagli insegnamenti del Vangelo . 129 . Quindi , per usare le parole del Nostro Predecessore , se un rimedio si vuole dare alla società umana , questo non sarà altro che il ritorno alla vita e alle istituzioni cristiane ( enc . Rerum novarum , n . 22 ) . Giacché questo solo può distogliere gli occhi degli uomini affascinati e al tutto immersi nelle cose transitorie di questo mondo , e innalzarli al cielo : questo solo può portare efficace rimedio alla troppa sollecitudine per i beni caduchi , che è l ' origine di tutti i vizi . Del quale rimedio chi può negare che la società umana non abbia al presente un sommo bisogno ? a ) il principale disordine dell ' odierno sistema : il danno delle anime 130 . Tutti restano quasi unicamente atterriti dagli sconvolgimenti , dalle stragi , dalle rovine temporali . Ma se consideriamo i fatti con occhio cristiano , com ' è dovere , che cosa sono tutti questi mali in paragone della rovina delle anime ? Eppure si può dire senza temerità essere tale oggi l ' andamento della vita sociale ed economica , che un numero grandissimo di persone trova le difficoltà più gravi nell ' attendere a quell ' uno necessario all ' opera capitale fra tutte , quella della propria salute eterna . 131 . Di queste innumerevoli pecorelle costituiti Pastore e Tutore dal Principe dei Pastori , che le redense col suo sangue , non possiamo contemplare con indifferenza tale sommo pericolo ; che anzi , memori dell ' ufficio pastorale , con paterna sollecitudine andiamo di continuo ripensando come recare ad esse aiuto , ricorrendo altresì allo studio indefesso di altri , che vi sono impegnati per debito di giustizia e di carità . Che cosa gioverebbe infatti che gli uomini con più saggio uso delle ricchezze si rendessero più capaci di fare acquisto anche di tutto il mondo , se poi ne ricevessero danno per l ' anima ? ( cfr . Mat 15,26 ) . Che cosa gioverebbe insegnar loro sicuri principi intorno alla economia , se poi si lasciano trascinare dalla sfrenata cupidigia e dal gretto amore proprio a tal segno che pur avendo udito gli ordini del Signore , abbiano poi a fare tutto all ' opposto ! ( cfr . Fudic . 2,17 ) . b ) cause del danno spirituale 132 . Questa defezione della vita sociale ed economica dalla legge cristiana e l ' apostasia che ne consegue di molti operai dalla fede cattolica , hanno la loro radice e la loro fonte negli affetti disordinati dell ' anima , triste conseguenza del peccato originale che ha distrutto l ' equilibrio meraviglioso delle facoltà umane ; sicché l ' uomo facilmente trascinato da perverse cupidigie , viene fortemente spinto ad anteporre i beni caduchi di questo mondo a quelli imperituri del cielo . Di qui una sete insaziabile di ricchezze e di beni temporali che , se in ogni tempo fu solita a spingere gli uomini a trasgredire le leggi di Dio e calpestare i diritti del prossimo , oggi col moderno ordinamento economico , offre alla fragilità umana incentivi assai più numerosi . E poiché l ' instabilità della vita economica e specialmente del suo organismo , richiede uno sforzo sommo e continuo di quanti vi si applicano , alcuni vi hanno indurito la coscienza a tal segno che si danno a credere lecita l ' aumentare i guadagni in qualsiasi modo e difendere poi con ogni mezzo dalle repentine vicende della fortuna le ricchezze accumulate con tanti sforzi . I facili guadagni , che l ' anarchia del mercato apre a tutti , allettano moltissimi allo scambio e alla vendita , e costoro unicamente agognando di fare guadagni pronti e con minima fatica , con la sfrenata speculazione fanno salire e abbassare i prezzi secondo il capriccio e l ' avidità loro , con tanta frequenza , che mandano fallite tutte le sagge previsioni dei produttori . Le disposizioni giuridiche poi , ordinate a favorire la cooperazione dei capitali , mentre dividono la responsabilità e restringono il rischio del negoziare , hanno dato ansa alla più biasimevole licenza ; giacché vediamo che , scemato l ' obbligo di dare i conti , viene attenuato il senso di responsabilità nelle anime , e sotto la coperta difesa di una società che chiamano anonima , si commettono le peggiori ingiustizie e frodi , e i dirigenti di queste associazioni economiche , dimentichi dei loro impegni , tradiscono non rare volte i diritti di quelli di cui avevano preso ad amministrare i risparmi . Né per ultimo si può omettere di condannare quegli ingannatori che , non curandosi di soddisfare alle oneste esigenze di chi si vale dell ' opera loro , non si peritano invece di aizzare le cupidigie umane , per venirle poi sfruttando a proprio guadagno . 133 . Questi così gravi inconvenienti non potevano essere emendati , o piuttosto prevenuti , se non da una severa disciplina morale , rigidamente mantenuta dall ' autorità sociale . Ma questa purtroppo mancò . Infatti , avendo il nuovo ordinamento economico cominciato appunto quando le massime del razionalismo erano penetrate in molti e vi avevano messo radici , ne nacque in breve una scienza economica separata dalla legge morale ; e per conseguenza alle passioni umane si lasciò libero il freno . Quindi avvenne che in molto maggior numero di prima furono quelli che non si diedero più pensiero di altro che di accrescere ad ogni costo la loro fortuna , e cercando sopra tutte le cose e in tutto i loro propri interessi , non si fecero coscienza neppure dei più gravi delitti contro gli altri . I primi poi che si misero per questa via larga . che conduce alla perdizione ( cfr . Mat 7,13 ) , trovarono molti imitatori della loro iniquità sia per l ' esempio della loro appariscente riuscita , sia per il fasto insolito delle loro ricchezze , sia per il deridere che fecero , quasi vittima di scrupoli insulsi , la coscienza altrui , sia infine schiacciando i loro competitori più timorosi . 134 . Così , traviando dal retto sentiero i dirigenti della economia , fu naturale che anche il volgo degli operai venisse precipitando nello stesso abisso , e ciò tanto più che molti sovraintendenti delle officine sfruttavano i loro operai , come semplici macchine , senza curarsi delle loro anime , anzi neppure pensando ai loro interessi superiori . E in verità fa orrore il considerare i gravissimi pericoli a cui sono esposti nelle moderne officine i costumi degli operai ( dei giovani specialmente ) e il pudore delle giovani e delle donne , gli impedimenti che spesso il presente ordinamento economico e soprattutto le condizioni affatto irrazionali dell ' abitazione recano all ' unione e alla intimità della vita di famiglia ; alle difficoltà di santificare debitamente i giorni di festa ; all ' universale indebolimento di quel senso veramente cristiano , onde prima anche persone rozze e ignoranti , sapevano elevarsi ad alti ideali , laddove ora è sottentrata l ' unica ansia di procacciarsi comecchessia la vita quotidiana . E così il lavoro corporale , che la divina Provvidenza , anche dopo il peccato originale , aveva stabilito come esercizio in bene del corpo insieme e dell ' anima , si viene convertendo in uno strumento di perversione : la materia inerte , cioè esce nobilitata dalla fabbrica , le persone invece si corrompono e si avviliscono . 4 - Rimedi a ) cristianizzazione della vita economica 135 . A una strage così dolorosa di anime , che durando farà cadere a vuoto ogni sforzo di rigenerazione della società , non si può rimediare altrimenti se non col ritorno manifesto e sincero degli uomini alla dottrina evangelica , ai precetti cioè di Colui che solo ha parole di vita eterna ( cfr . Giov 6,70 ) , e quindi parole tali che , passando cielo e terra , esse non passeranno mai ( cfr . Mat 24,35 ) . Così quanti sono veramente sperimentati nelle cose sociali , invocano con ardore quella che chiamano perfetta « realizzazione » della vita economica . Ma un tale ordinamento , che Noi pure ardentemente desideriamo e con fervido studio promuoviamo , riuscirà incompleto e imperfetto , se tutte le forme dell ' attività umana amichevolmente non si accordano ad imitare ed a raggiungere , per quanto è dato all ' uomo , la meravigliosa unità del disegno divino ; quell ' ordine perfetto , diciamo , che a gran voce la Chiesa proclama e la stessa retta ragione richiede : che cioè le cose tutte siano indirizzate a Dio come a primo supremo termine di ogni attività creata , e tutti i beni creati siano riguardati come semplici mezzi , dei quali in tanto si deve far uso in quanto conducono al fine supremo . 136 . Né si deve credere che perciò le professioni lucrative siano meno stimate ovvero ritenute come poco conformi alla dignità umana . Al contrario , anzi , noi impariamo a riconoscere in esse con venerazione la manifesta volontà del Creatore , il quale ha posto l ' uomo sulla terra perché la venga lavorando , facendola servire alle sue molteplici necessità . Né si proibisce a quelli che attendono alla produzione , l ' accrescere nei giusti e debiti modi la loro fortuna ; anzi la Chiesa insegna essere giusto che chiunque serve alla comunità e l ' arricchisce con l ' accrescere i beni della comunità stessa , ne divenga anch ' egli più ricco , secondo la sua condizione , purché tutto ciò si cerchi col debito ossequio alla legge di Dio e senza danno dei diritti altrui e se ne faccia un uso conforme all ' ordine della fede e della retta ragione . 137 . Che se queste norme saranno da tutti , in ogni luogo e sempre mantenute , non solamente la produzione e l ' acquisto dei beni , ma anche l ' uso delle ricchezze , che ora si vede così spesso disordinato , verrà tosto ricondotto nei limiti della equità e della giusta distribuzione . Così alla sordida cupidigia dei soli interessi propri , che è l ' obbrobrio e il grande peccato del nostro secolo , si opporrà davvero e col fatto la regola , soavissima insieme ed efficacissima , della moderazione cristiana , onde l ' uomo deve cercare anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia , ritenendo per certo che i beni temporali gli saranno dati per giunta , in quanto avrà bisogno , in forza della sicura promessa della liberalità divina ( cfr . Mat 6,33 ) . b ) legge della carità 138 . Se non che per assicurare appieno queste riforme , è necessario che si aggiunga alla legge della giustizia , la legge della carità la quale è il vincolo della perfezione ( Col 3,14 ) . Quanto dunque s ' ingannano quei riformatori imprudenti , i quali solo curando l ' osservanza della giustizia e della sola giustizia commutativa , rigettano con alterigia il concorso della carità ! Certo , la carità non può essere chiamata a fare le veci della giustizia , dovuta per obbligo e iniquamente negata . Ma quando pure si supponga che ciascuno abbia ottenuto tutto ciò che gli spetta di diritto , resterà sempre un campo larghissimo alla carità . La sola giustizia , infatti , anche osservata con la maggiore fedeltà , potrà bene togliere di mezzo le cause dei conflitti sociali , non già unire i cuori e stringere insieme la volontà . 139 . Ora tutte le istituzioni ordinate a consolidare la pace e promuovere il mutuo soccorso tra gli uomini , per quanto sembrino perfette , hanno il loro precipuo fondamento di sodezza nel legame vicendevole , delle volontà onde i soci vanno uniti fra loro ; e mancando questo , come spesso vediamo per esperienza , riescono vane le migliori prescrizioni . Una vera intesa di tutti ad uno stesso bene comune non potrà dunque aversi altrimenti , che quando tutte le parti della società sentano di essere membri di una sola grande famiglia e figli di uno stesso Padre celeste , anzi di essere un solo corpo in Cristo e membri gli uni degli altri ( Rom 12,0 ) in modo che se un membro patisce , patiscono insieme tutti gli altri ( 1Cor 12,26 ) . Allora soltanto i ricchi e gli altri dirigenti muteranno la primitiva loro freddezza verso i loro fratelli più poveri , in calda e operosa affezione ; ne accoglieranno le giuste domande con volto benigno e cuore largo , e , al bisogno , ne perdoneranno anche cordialmente le colpe e gli errori . Gli operai poi , dal loro canto , deposto sinceramente ogni sentimento di odio e di invidia , che i fautori della lotta di classe sfruttano tanto astutamente , non solo non disdegneranno il posto loro assegnato dalla Provvidenza divina nella società umana , ma l ' avranno anzi in gran pregio , perché ben consapevoli di cooperare davvero utilmente e onoratamente , ciascuno secondo il proprio grado e ufficio , al bene comune , e seguendo in ciò più da vicino gli esempi di Colui che , essendo Dio , ha voluto essere sulla terra un operaio e stimato figlio di operaio . c ) difficoltà dell ' impresa 140 . Da questa nuova diffusione pertanto dello spirito evangelico nel mondo , che è spirito di moderazione cristiana , e di carità universale , sorgerà , speriamo , quella piena e desideratissima restaurazione della umana società in Cristo e quella pace di Cristo nel regno di Cristo a cui fin dall ' inizio del Nostro Pontificato abbiamo fermamente proposto di consacrare tutte le Nostre cure e la Nostra pastorale sollecitudine ( cfr . lett . enc . Ubi arcano del 23 dicembre 1922 ) . E voi pure , venerabili Fratelli , che insieme con Noi per mandato dello Spirito Santo governate la Chiesa di Dio ( cfr . At 20,28 ) , con molto lodevole zelo allo stesso intento , come a cosa capitale e al presente più necessaria che mai , indefessamente lavorate , in tutte quante le parti del mondo , anche nei paesi delle sacre Missioni tra gl ' infedeli . A voi dunque siano date le meritate lodi , ed insieme con voi a quelli tutti , siano chierici o laici , che vediamo con gioia esservi ogni giorno compagni e validi cooperatori della stessa opera grandiosa . Diciamo i diletti figli Nostri iscritti all ' Azione Cattolica , i quali con particolare studio si occupano con Noi della questione sociale , in quanto questa spetta e compete alla Chiesa , per la sua stessa divina istituzione . E Noi li esortiamo tutti caldamente . nel Signore che non tralascino fatiche , non si lascino vincere da difficoltà , ma crescano ogni giorno più nello zelo e nel vigore ( cfr . Deut 31,7 ) . Ardua , per certo , è l ' impresa che loro proponiamo , giacché ben sappiamo che da una parte e dall ' altra , sia tra le classi superiori come tra le inferiori della società , si oppongono in gran numero ostacoli e difficoltà da superare ; ma non perciò si perdano essi di animo , né si lascino a nessun conto distogliere dal proposito . L ' affrontare aspre battaglie è proprio dei cristiani ; sostenere gravi fatiche è proprio di quelli che , quali buoni soldati di Cristo , lo seguono più da vicino ( cfr . 2 Tim . 2,3 ) . 141 . Fidati dunque nell ' onnipotente aiuto di Colui che vuole salvi gli uomini tutti ( cfr . Tim . 2,4 ) , procuriamo con tutte le forze di giovare a quelle anime infelici , lontane da Dio , e distaccandole dalle cure temporali , nelle quali troppo si avviluppano , insegniamo loro a volgere con fiducia il desiderio alle cose eterne . Il che talvolta si otterrà più agevolmente di quanto a prima vista non sembrava forse sperabile ; poiché , se nell ' intimo dell ' uomo anche più rotto all ' iniquità si nascondono , come favilla sotto la cenere , delle mirabili forze spirituali , testimoni non dubbi di quell ' anima naturalmente cristiana , quanto più nel cuore di tanti altri che furono indotti in errore piuttosto per ignoranza e per le circostanze esteriori . 142 . Del resto , alcuni lieti indizi di sociale rinnovamento si presagiscono già nelle stesse ordinate schiere degli operai , tra cui con somma Nostra allegrezza , vediamo anche folti stuoli di giovani cattolici , i quali con docilità ricevono le ispirazioni della grazia divina e con incredibile zelo si studiano di guadagnare a Cristo i propri compagni . Né meritano minor lode i capi delle associazioni operaie , i quali , posposti i propri interessi e unicamente solleciti del bene dei propri compagni si sforzano di conciliare e promuovere con prudenza le loro giuste rivendicazioni con la prosperità di tutta la maestranza , né per qualsivoglia impedimento o aspetto si lasciano rimuovere da questo nobile impiego . Che anzi vediamo pure in gran numero giovani destinati o per ingegno o per ricchezze ad occupare tra poco un bel posto tra i dirigenti della società , i quali si applicano con più intenso studio alle questioni sociali , e danno liete speranze di dedicarsi un giorno pienamente all ' opera della restaurazione sociale . d ) la via da seguire 143 . Le condizioni presenti , venerabili Fratelli , ci additano la via che occorre tenere . Come in altre età della storia della Chiesa , noi dobbiamo lottare con un mondo ricaduto in gran parte nel paganesimo . Ora per ricondurre a Cristo le classi diverse di uomini che l ' hanno rinnegato , è necessario anzitutto scegliere nel loro seno e formare ausiliari della Chiesa , che ne comprendano lo spirito e i desideri e sappiano parlare ai loro cuori con senso di fraterno amore . I primi ed immediati apostoli degli operai , devono essere operai ; industriali e commercianti , gli apostoli degli industriali e degli uomini di commercio . 144 . A Voi soprattutto , venerabili Fratelli , e al vostro Clero spetta cercare con diligenza , scegliere con prudenza , formare ed istruire con opportunità questa schiera di laici apostoli , sia di operai come di padroni . Un ' opera certamente ardua s ' impone ai sacerdoti , e per sostenerla , tutti quelli che crescono nelle speranze della Chiesa , debbono venirsi preparando con lo studio assiduo delle cose sociali . Ma soprattutto è necessario che quelli da Voi applicati in modo particolare a questo ministero , si mostrino tali , cioè forniti di tanto squisito senso di giustizia , da opporsi con una costanza del tutto virile , alle rivendicazioni esorbitanti ed alle ingiustizie , da qualunque parte vengano ; è necessario che siano segnalati per prudenza e discrezione lontana da qualsiasi esagerazione ; ma specialmente che siano intimamente compenetrati della carità di Cristo , che sola vale a sottomettere con forza e soavità i cuori e le volontà degli uomini alle leggi della giustizia e dell ' equità . Questa è la via già più di una volta raccomandata dal felice esito , e che ora si deve seguire con ogni alacrità e senza titubanze . 145 . Quanto poi ai cari figli Nostri scelti ad un ' opera così grande , vivamente li esortiamo nel Signore a consacrarsi totalmente alla formazione delle anime loro affidate ; e nell ' adempimento di questo ufficio il più sacerdotale ed apostolico , con opportunità si avvalgano di tutti i mezzi più efficaci dell ' educazione cristiana , come istruzione della gioventù , istituzione di cristiane associazioni , fondazioni di circoli di studio , conformi alla regola della fede . Ma soprattutto facciano grande stima e applichino al bene dei loro discepoli quel mezzo preziosissimo di rinnovamento individuale e sociale che Noi abbiamo additato negli Esercizi spirituali con . l ' enciclica Mens Nostra . Nella quale enciclica abbiamo esplicitamente ricordato e caldamente raccomandato , con gli Esercizi a pro dei laici tutti , anche i Ritiri in specie utilissimi per gli operai ( enc . Mens Nostra del 20 dicembre 1929 ) . In questa scuola dello spirito infatti non solo si formano gli ottimi cristiani , ma anche si addestrano i veri apostoli per qualsiasi condizione di vita , riscaldandosi alla fiamma del Cuore di Gesù Cristo . Da questa scuola , come gli Apostoli dal Cenacolo di Gerusalemme , usciranno uomini fortissimi nella fede , di costanza invitta nelle persecuzioni , ardenti di zelo e premurosi unicamente di propagare per ogni dove il regno di Cristo . 146 . E certamente , ai nostri tempi più che mai si ha bisogno di tali valorosi soldati di Cristo che si affatichino con tutte le forze a preservare la famiglia umana dalla spaventosa rovina che la incoglierebbe , se , col disprezzo degli insegnamenti del Vangelo , si lasciasse prevalere un ordine di cose che conculcano le leggi della natura non meno che quelle di Dio . La Chiesa di Cristo edificata sulla pietra incrollabile , non ha nulla da temere per sé , ben sapendo che le porte dell ' inferno non prevarranno mai contro di essa ( cfr . Mat 16,18 ) ; sicura come é , per la prova dell ' esperienza di tanti secoli , che dalle tempeste anche più violente uscirà sempre più forte e gloriosa di nuovi trionfi . Ma il suo cuore di madre non può non commuoversi ai mali innumerevoli che queste tempeste accumulerebbero sopra migliaia di uomini , e soprattutto agli enormi danni spirituali che ne sgorgherebbero a rovina di tante anime redente dal sangue di Cristo . 147 . Tutto dunque deve essere tentato per distogliere la società umana da mali così grandi . A ciò debbono tendere le nostre fatiche , a ciò le nostre cure e le nostre continue e ferventi preghiere a Dio . Perché mediante il soccorso della grazia divina noi abbiamo in mano la sorte della famiglia umana . 148 . Non permettiamo dunque , venerabili Fratelli e diletti Figli , che i figliuoli di questo secolo si mostrino più accorti , nel loro genere , di noi i quali per divina bontà siamo i figliuoli della luce ( cfr . Luc 16,18 ) . Noi infatti vediamo con quale meravigliosa sagacia si adoperino a scegliersi aderenti operosi e formarseli atti a diffondere sempre più largamente i loro errori fra tutte le classi e in tutte le parti del mondo . Quando poi prendono ad impugnare la Chiesa di Cristo , li vediamo mettere a tacere le varie loro interne dissenzioni e costituire come un solo concorde esercito per raggiungere con l ' unione delle forze il comune intento . e ) unione e cooperazione di tutti i buoni 149 . Ora , nessuno certamente ignora a quante e quanto grandi opere si stenda dappertutto l ' indefesso zelo dei cattolici , sia in ordine al bene sociale ed economico , sia in materia scolastica e religiosa . Ma questa azione mirabile e faticosa non di rado perde di efficacia per la troppa dispersione delle forze . Si uniscano dunque tutti gli uomini di buona volontà quanti sotto la guida dei Pastori della Chiesa amano di combattere questa buona e pacifica battaglia di Cristo ; e tutti , sotto la guida ed il magistero della Chiesa , secondo il genio , le forze , la condizione di ciascuno , cerchino di contribuire in qualche misura a quella cristiana restaurazione della società , che Leone XIII auspicò con l ' immortale enciclica Rerum novarum ; non mirando a se stesso e agli interessi propri , ma a quelli di Gesù Cristo ( cfr . Fil 2,21 ) ; non , pretendendo di imporre le proprie idee , comunque belle ed opportune esse sembrino , ma mostrandosi disposti a rinunziarvi per il bene comune , affinché in tutto e soprattutto Cristo regni , Cristo imperi , e al quale sia onore e gloria e potere nei secoli ( cfr . Apoc 5,13 ) . Benedizione finale 150 . E perché così felicemente avvenga , a Voi tutti , venerabili Fratelli e diletti figli , quanti fate parte dell ' immensa famiglia cattolica a Noi affidata , ma con un particolare affetto del Nostro cuore agli operai e a quanti altri lavorano nelle arti manuali , dalla divina Provvidenza a Noi più vivamente raccomandati , come pure ai padroni ed imprenditori cristiani , impartiamo con paterno amore l ' Apostolica Benedizione . Dato a Roma , presso san Pietro , il 15 maggio 1931 , anno decimo del Nostro Pontificato . PIO PP . XI
Miscellanea ,
Con viva ansia e con stupore sempre crescente , veniamo osservando da lungo tempo la via dolorosa della Chiesa e il progressivo acuirsi dell ' oppressione dei fedeli ad essa rimasti devoti nello spirito e nell ' opera ; e tutto ciò in quella terra e in mezzo a quel popolo a cui S . Bonifacio portò un giorno il luminoso e lieto messaggio di Cristo e del regno di Dio . Tale nostra ansia non è stata alleviata dalle relazioni che i Reverendissimi rappresentanti dell ' Episcopato , conforme al loro dovere , Ci fecero secondo verità , visitandoCi durante la Nostra infermità . Accanto a molte notizie , che Ci furono di consolazione e conforto , sulla lotta sostenuta dai loro fedeli a causa della religione , non poterono , nonostante l ' amore al loro popolo e alla loro patria e la cura di esprimere un giudizio ben ponderato , passare sotto silenzio innumerevoli altri avvenimenti tristi e riprovevoli . Quando Noi udimmo le loro relazioni , con profonda gratitudine verso Dio potemmo esclamare con l ' Apostolo dell ' amore : « Non ho gioia più grande di quando sento : i miei figli camminano nella verità » . Ma la franchezza , che si addice alla grave responsabilità del Nostro ministero apostolico , e la decisione di presentare davanti a voi e all ' intero mondo cristiano la realtà in tutta la sua crudezza esigono anche che aggiungiamo : - - non abbiamo maggiore ansia né più crudele afflizione pastorale di quando sentiamo : molti abbandonano il cammino della verità . Il Concordato del 1933 1 . Quando Noi , Venerabili Fratelli , nell ' estate del 1933 , a richiesta del governo del Reich , accettammo di riprendere le trattative per un Concordato , in base ad un progetto elaborato già vari anni prima , e addivenimmo così ad un solenne accordo , che riuscì di soddisfazione a voi tutti , fummo mossi dalla doverosa sollecitudine di tutelare la libertà della missione salvifica della Chiesa in Germania e di assicurare la salute delle anime ad essa affidate , e in pari tempo dal sincero desiderio di rendere un servizio di interesse capitale al pacifico sviluppo e al benessere del popolo tedesco . Nonostante molte e gravi preoccupazioni , pervenimmo allora , non senza sforzo , alla determinazione di non negare il Nostro consenso . Volevamo risparmiare ai Nostri fedeli , ai Nostri figli e alle Nostre figlie , della Germania , secondo le umane possibilità , le tensioni e le tribolazioni , che , in caso contrario , si sarebbero dovute con certezza aspettare , date le condizioni dei tempi . E volevamo dimostrare col fatto a tutti , che Noi , cercando solo Cristo e ciò che appartiene a Cristo , non rifiutiamo ad alcuno , se egli stesso non la respinga , la mano pacifica della Madre Chiesa . Se l ' albero di pace , da Noi piantato in terra tedesca con puro intento , non ha prodotto i frutti , da Noi bramati nell ' interesse del vostro popolo , non ci sarà alcuno al mondo intero , che abbia occhi per vedere e orecchi per sentire , il quale potrà dire ancor oggi la colpa essere della Chiesa e del suo Capo Supremo . L ' esperienza degli anni trascorsi mette in luce le responsabilità , e svela macchinazioni , che già dal principio non si proposero altro scopo se non una lotta fino all ' annientamento . Nei solchi , in cui Ci eravamo sforzati di gettare la semenza della vera pace , altri sparsero - - come l ' inimicus homo della Sacra Scrittura - - la zizzania della sfiducia , della discordia , dell ' odio , della diffamazione , di un ' avversione profonda , occulta e palese , contro Cristo e la sua Chiesa , scatenando una lotta che si alimentò in mille fonti diverse , e si servì di tutti i mezzi . Su di essi e solamente su di essi , e sui loro protettori , occulti o palesi , ricade la responsabilità se all ' orizzonte della Germania apparisce , non l ' arcobaleno della pace , ma il nembo minaccioso delle dissolvitrici lotte religiose . Venerabili Fratelli , Noi non Ci siamo stancati di far presente ai reggitori , responsabili delle sorti della vostra nazione , le conseguenze , che sarebbero necessariamente derivate dalla tolleranza , o peggio ancora dal favoreggiamento di quelle correnti . Abbiamo fatto di tutto per difendere la santità della parola solennemente data , la inviolabilità degli obblighi volontariamente contratti , contro teorie e pratiche , le quali , se ufficialmente ammesse , avrebbero dovuto spegnere ogni fiducia e svalutare intrinsecamente ogni parola data , anche per l ' avvenire . Se verrà il momento di esporre agli occhi del mondo questi nostri sforzi , tutti i ben pensanti sapranno dove son da cercarsi i tutori della pace e dove i suoi perturbatori . Chiunque abbia conservato nel suo animo un residuo di amore per la verità , e nel suo cuore anche un ' ombra del senso di giustizia , dovrà ammettere che negli anni difficili e gravi di vicende , susseguitesi al Concordato , ciascuna delle Nostre parole e delle Nostre azioni ebbe per norma la fedeltà degli accordi sanciti . Ma dovrà anche riconoscere , con stupore e con intima ripulsa , come dall ' altra parte si sia eretto a norma ordinaria lo svisare arbitrariamente i patti , l ' eluderli , lo svuotarli e finalmente il violarli più o meno apertamente . La moderazione , da Noi finora mostrata , nonostante tutto ciò , non Ci è stata suggerita da calcoli di interessi terreni né tanto meno da debolezza , ma semplicemente dalla volontà di non strappare insieme con la zizzania , anche qualche buona pianta ; dalla decisione di non pronunziare pubblicamente un giudizio , prima che gli animi fossero maturi per riconoscerne l ' ineluttabilità ; dalla determinazione di non negare definitivamente la fedeltà di altri alla parola data , prima che il duro linguaggio della realtà avesse strappati i veli , con cui si è saputo e si cerca anche adesso mascherare , secondo un piano prestabilito , l ' attacco contro la Chiesa . Anche oggi , che la lotta aperta contro le scuole confessionali , tutelate dal Concordato , e l ' annientamento della libertà di voto , per coloro che hanno diritto all ' educazione cattolica , manifestano , in un campo particolarmente vitale per la Chiesa , la tragica serietà della situazione e una non mai vista pressione spirituale dei fedeli , la sollecitudine paterna per il bene delle anime Ci consiglia di non lasciare senza considerazione le prospettive , per quanto scarse , che possono ancora sussistere , di un ritorno alla fedeltà dei patti e ad una intesa , permessa dalla Nostra coscienza . Seguendo le preghiere dei Reverendissimi membri dell ' Episcopato non Ci stancheremo anche nel futuro di difendere il diritto leso presso i reggitori del vostro popolo , incuranti del successo o dell ' insuccesso del momento , ubbidienti solo alla Nostra coscienza ed al Nostro ministero pastorale , e non cesseremo di opporCi ad una mentalità , che cerca , con aperta od occulta violenza , di soffocare il diritto , autenticato da documenti . Lo scopo però della presente lettera , o Venerabili Fratelli , è un altro . Come voi Ci avete visitato amabilmente durante la Nostra infermità , così Noi ci rivolgiamo oggi a voi e per mezzo vostro , ai fedeli cattolici della Germania , i quali , come tutti i figli sofferenti e perseguitati , stanno molto vicini al cuore del Padre comune . In questa ora , in cui la loro fede viene provata , come vero oro , nel fuoco della tribolazione e della persecuzione , insidiosa o aperta , ed essi sono accerchiati da mille forme di organizzata compressione della libertà religiosa , in cui l ' impossibilità di aver informazioni , conformi a verità , e di difendersi con mezzi normali , molto li opprime , hanno un doppio diritto ad una parola di verità e d ' incoraggiamento morale da parte di Colui , al cui primo predecessore il Salvatore diresse quella parola densa di significato : « Io ho pregato per te , affinché la tua fede non vacilli , e tu a tua volta corrobora i tuoi fratelli » . Dio vero e dèi falsi 2 . - - E anzitutto , Venerabili Fratelli , abbiate cura che la fede in Dio , primo e insostituibile fondamento di ogni religione , rimanga pura e integra nelle regioni tedesche . Non si può considerare come credente in Dio colui che usa il nome Dio rettoricamente , ma solo colui che unisce a questa venerata parola una vera e degna nozione di Dio . Chi con indeterminatezza panteistica , identifica Dio con l ' universo , materializzando Dio nel mondo e deificando il mondo in Dio , non appartiene ai veri credenti . Né è tale chi , seguendo una sedicente concezione pre ­ cristiana dell ' antico germanesimo , pone in luogo del Dio personale il fato tetro e impersonale , rinnegando la sapienza divina e la sua provvidenza , la quale « con forza e dolcezza domina da una estremità all ' altra del mondo » e tutto dirige a buon fine . Un simile uomo non può pretendere di essere annoverato fra i veri credenti . Se la razza o il popolo , se lo Stato o una sua determinata forma , se i rappresentanti del potere statale o altri elementi fondamentali della società umana hanno nell ' ordine naturale un posto essenziale e degno di rispetto ; chi peraltro li distacca da questa scala di valori terreni , elevandoli a suprema norma di tutto , anche dei valori religiosi , e divinizzandoli con culto idolatrico , perverte e falsifica l ' ordine , da Dio creato e imposto , ed è lontano dalla vera fede in Dio e da una concezione della vita ad essa conforme . Rivolgete , o Venerabili Fratelli , l ' attenzione all ' abuso crescente che si manifesta in parole e per iscritto , di adoperare il tre volte santo nome di Dio quale etichetta vuota di senso per un prodotto più o meno arbitrario di ricerca o aspirazione umana , e adoperatevi che tale aberrazione incontri tra i vostri fedeli la vigile ripulsa che merita . Il nostro Dio è il Dio personale , trascendente , onnipotente , infinitamente perfetto , uno nella trinità delle persone e trino nell ' unità della essenza divina , creatore dell ' universo , signore , re e ultimo fine della storia del mondo , il quale non ammette , né può ammettere , altre divinità accanto a sé . Questo Dio ha dato i suoi comandamenti in maniera sovrana , comandamenti indipendenti da tempo e spazio , da regione e razza . Come il sole di Dio splende indistintamente su tutto il genere umano , così la sua legge non conosce privilegi né eccezioni . Governanti e governati , coronati e non coronati , grandi e piccoli , ricchi e poveri dipendono egualmente dalla sua parola . Dalla totalità dei suoi diritti di Creatore promana essenzialmente la sua esigenza ad un ' ubbidienza assoluta da parte degli individui e di qualsiasi società . E tale esigenza all ' ubbidienza si estende a tutte le sfere della vita , nelle quali questioni morali richiedono l ' accordo con la legge divina e con ciò stesso l ' armonizzazione dei mutevoli ordinamenti umani col complesso degli immutabili ordinamenti divini . Solamente spiriti superficiali possono cadere nell ' errore di parlare di un Dio nazionale , di una religione nazionale , e intraprendere il folle tentativo di imprigionare nei limiti di un solo popolo , nella ristrettezza etnica di una sola razza , Dio , Creatore del mondo , re e legislatore dei popoli , davanti alla cui grandezza le nazioni sono piccole come gocce in un catino d ' acqua . I Vescovi della Chiesa di Cristo preposti a quelle cose che riguardano Dio devono invigilare perché non si affermino tra i fedeli tali perniciosi errori , ai quali sogliono tener dietro pratiche ancora più perniciose . Appartiene al loro sacro ministero di fare tutto il possibile affinché i comandamenti di Dio siano considerati e praticati quali obbligazioni inconcusse di una vita morale e ordinata , sia privata sia pubblica ; i diritti della maestà divina , il nome e la parola di Dio non vengano profanati ; le bestemmie contro Dio in parole , scritti e immagini , numerose talvolta come l ' arena del mare , vengano ridotte al silenzio , e di fronte allo spirito caparbio e insidioso di coloro , che negano , oltraggiano e negano Dio , non si illanguidisca mai la preghiera espiatrice dei fedeli , la quale sale ad ogni ora come incenso all ' Altissimo , rattenendone la mano punitrice . Noi ringraziamo , Venerabili Fratelli , voi , i vostri sacerdoti e tutti i fedeli che nella difesa dei diritti della divina Maestà contro un provocante neopaganesimo , appoggiato purtroppo , spesso da personalità influenti , avete adempiuto e adempite il vostro dovere di cristiani . Questo ringraziamento è particolarmente intimo e unito ad una riconosceste ammirazione per coloro i quali , nel compimento di questo loro dovere , si sono resi degni di sopportare per la causa di Dio sacrifici e dolori . L ' Antico Testamento e Gesù Cristo 3 . - - La fede in Dio non si manterrà , a lungo andare , pura e incontaminata , se non si appoggerà nella fede in Gesù Cristo . « Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui a cui il Figlio lo vuole rivelare » . « Questa è la vita eterna : che essi riconoscano te , unico vero Dio , e colui che hai mandato , Gesù Cristo » . A nessuno dunque è lecito dire : io credo in Dio , e ciò è sufficiente per la mia religione . La parola del Salvatore non lascia posto a scappatoie di simil genere : « Chi rinnega il Figlio non ha neanche il Padre ; chi riconosce il Figlio ha anche il Padre » . In Gesù Cristo , incarnato Figlio di Dio , è apparsa la pienezza della rivelazione divina : « In varie maniere e in diverse forme , Dio un giorno parlò ai padri per mezzo dei profeti . Nella pienezza dei tempi ha parlato a noi per mezzo del Figlio » . I libri santi dell ' Antico Testamento sono tutti parola di Dio , parte organica della sua rivelazione . Conforme allo sviluppo graduale della rivelazione , su di essi si posa il crepuscolo del tempo che doveva preparare il pieno meriggio della redenzione . In alcune parti si narra dell ' imperfezione umana , della sua debolezza e del peccato , come non può accadere diversamente , quando si tratta di libri di storia e di legislazione . Oltre a innumerevoli cose alte e nobili , essi parlano della tendenza superficiale e materiale , che appariva a varie riprese nel popolo dell ' antico patto , depositario della rivelazione e delle promesse di Dio . Ma per ogni occhio , non accecato dal pregiudizio o dalla passione , non può che risplendere ancora più luminosamente , nonostante la debolezza umana , di cui parla la storia biblica , la luce divina del cammino della salvezza , che trionfa alla fine su tutte le debolezze e i peccati . E proprio su questo sfondo , spesso cupo , la pedagogia della salute eterna si allarga in prospettive , le quali nello stesso tempo dirigono , ammoniscono , scuotono , sollevano e rendono felici . Solo cecità e caparbietà può far chiudere gli occhi davanti ai tesori di salutari insegnamenti , nascosti nell ' Antico Testamento . Chi quindi vuole banditi dalla Chiesa e dalla scuola la storia biblica e i saggi insegnamenti dell ' Antico Testamento , bestemmia la parola di Dio , bestemmia il piano della salute dell ' Onnipotente ed erige a giudice dei piani divini un angusto e ristretto pensar umano . Egli rinnega la fede in Gesù Cristo , apparso nella realtà della sua carne , il quale prese natura umana da un popolo , che doveva poi configgerlo in croce . Non comprende nulla del dramma mondiale del Figlio di Dio , il quale oppose al misfatto dei suoi crocefissori , qual sommo sacerdote , l ' azione divina della morte redentrice e fece così trovare all ' Antico Testamento il suo compimento , la sua fine e la sua sublimazione nel Nuovo Testamento . La rivelazione culminata nell ' Evangelo di Gesù Cristo è definitiva e obbligatoria per sempre , non ammette appendici di origine umana e , ancora meno , succedanei o sostituzioni di « rivelazioni » arbitrarie , che alcuni banditori moderni vorrebbero far derivare dal così detto mito del sangue e della razza . Da che Cristo , l ' Unto del Signore , ha compìto l ' opera di redenzione , infrangendo il dominio del peccato e meritandoci la grazia di diventare figli di Dio , da allora non è stato dato agli uomini alcun altro nome sotto il cielo , per diventare beati , se non il nome di Gesù . Anche se un uomo identifichi in sé ogni sapere , ogni potere e tutta la possanza materiale della terra , non può gettare fondamento diverso da quello che Cristo ha gettato . Colui quindi che con sacrilego misconoscimento delle diversità essenziali tra Dio e la creatura , tra l ' Uomo ­ Dio e il semplice uomo , osasse di porre accanto a Cristo o , ancora peggio , sopra di Lui o contro di Lui , un semplice mortale , fosse anche il più grande di tutti i tempi , sappia che è un profeta di chimere , a cui si applica spaventosamente la parola della Scrittura : « Colui che abita nel cielo , ride di loro » . Cattolicità della Chiesa di Cristo 4 . - - La fede in Gesù Cristo non resterà pura e incontaminata , se non sarà sostenuta e difesa dalla fede della Chiesa , colonna e fondamento della verità . Cristo stesso , Dio benedetto in eterno , ha innalzato questa colonna della fede ; il suo comandamento di ascoltare la Chiesa e di sentire , attraverso le parole e i comandamenti della Chiesa , le sue parole stesse ed i suoi stessi comandamenti , vale per gli uomini di tutti i tempi e di tutte le regioni . La Chiesa , fondata dal Salvatore , è unica per tutti i popoli e per tutte le nazioni , e sotto la sua volta , la quale si inarca come il firmamento sull ' universo intero , trovano posto ed asilo tutti ì popoli e tutte le lingue , e possono svolgersi tutte le proprietà , qualità , missioni e compiti , che sono stati assegnati da Dio , creatore e salvatore , agli individui e alle società umane . L ' amore materno della Chiesa è tanto largo da vedere nello sviluppo , conforme al volere di Dio , di tali peculiarità e compiti particolari piuttosto la ricchezza delle varietà che il pericolo di scissioni ; gode dell ' elevato livello spirituale degli individui e dei popoli , scorge con gioia e alterezza materna nelle loro genuine attuazioni frutti di educazione e di progresso , che benedice e promuove , ogni qualvolta lo può secondo verità . Ma sa pure che a questa libertà son segnati limiti dal comandamento della divina maestà , che ha voluto e fondato questa Chiesa come unità inseparabile nelle sue parti essenziali . Chi attenta a questa inscindibile unità toglie alla sposa di Cristo uno dei diademi , con cui Dio stesso l ' ha coronata ; sottomette l ' edificio divino , che posa su fondamenta eterne , al riesame e alla trasformazione da parte di architetti , ai quali il Padre Celeste non ha concesso alcun potere . La divina missione , che la Chiesa compie tra gli uomini e deve compiere per mezzo di uomini , può essere dolorosamente oscurata dall ' umano , talvolta troppo umano , che , in certi tempi , ripullula quasi zizzania in mezzo al grano del regno di Dio . Chi conosce la parola del Salvatore sopra gli scandali e coloro che li dànno , sa come la Chiesa e ciascun individuo deve giudicare su ciò che fu ed è peccato . Ma chi , fondandosi su questi lamentevoli contrasti tra fede e vita , tra parola e azione , tra il contegno esteriore e l ' interno sentire di alcuni - - e fossero anche molti - - pone in oblio , o coscientemente passa sotto silenzio , l ' immenso capitale di genuino sforzo verso la virtù , lo spirito di sacrificio , l ' amore fraterno , l ' eroismo di santità in tanti membri della Chiesa , manifesta una cecità ingiusta e riprovevole . E quando poi si vede che quella rigida misura , con cui egli giudica la odiata Chiesa , viene messa da canto se si tratta di altre società , a lui vicine per sentimento o interesse , allora riesce evidente che , ostentandosi colpito nel suo presunto senso di purezza , si appalesa simile a coloro i quali , secondo la tagliente parola del Salvatore , osservano la pagliuzza nell ' occhio del fratello , ma non scorgono la trave nel proprio . Altrettanto men pura è la intenzione di coloro i quali pongono a scopo della loro vocazione proprio quel che vi è di umano nella Chiesa , talvolta facendone persino un losco affare , e sebbene la potestà di colui che è insignito della potestà ecclesiastica , posando in Dio , non sia dipendente dalla sua elevatezza umana e morale , non vi è epoca alcuna , né individuo , né società che non debba esaminarsi onestamente la coscienza , purificarsi inesorabilmente , rinnovarsi profondamente nel sentire e nell ' operare . Nella Nostra Enciclica sopra il Sacerdozio , in quella sull ' Azione Cattolica , abbiamo con implorante insistenza attirata l ' attenzione di tutti gli appartenenti alla Chiesa , e sopratutto degli ecclesiastici , dei religiosi e dei laici , i quali e collaborano nell ' apostolato , al sacro dovere di mettere fede e condotta in quell ' armonia richiesta dalla legge di Dio e domandata con instancabile insistenza dalla Chiesa . Anche oggi Noi ripetiamo con gravità profonda : non basta essere annoverati nella Chiesa di Cristo , bisogna essere in spirito e verità membri vivi di quella Chiesa . E tali sono solamente coloro che stanno nella grazia del Signore e continuamente camminano alla sua presenza , sia nell ' innocenza sia nella penitenza sincera e operosa . Se l ' Apostolo delle genti , « il vaso di elezione » , teneva il suo corpo sotto la sferza della mortificazione affinché , dopo aver predicato agli altri , non venisse egli stesso riprovato , può darsi forse per quelli , nelle cui mani è posta la custodia e l ' incremento del regno di Dio , via diversa da quella dell ' intima unione dell ' apostolato e della santificazione propria ? Solo così si mostrerà agli uomini di oggi , e in prima linea agli oppositori della Chiesa , che il sale della terra e il lievito del cristianesimo non è diventato inefficace , ma è potente e pronto a portare rinnovamento spirituale e ringiovanimento a coloro che sono nel dubbio e nell ' errore , nell ' indifferenza e nello smarrimento spirituale , nel rilassamento della fede e nella lontananza da Dio , di cui essi - - l ' ammettano o lo neghino - - hanno più bisogno che mai . Una Cristianità , in cui tutti i membri vigilino su sé stessi , che espella ogni tendenza a ciò che è puramente esteriore e mondano , si attenga seriamente ai comandamenti di Dio e della Chiesa , e si mantenga quindi nell ' amore di Dio e nella solerte carità verso il prossimo , potrà e dovrà essere esempio e guida al mondo profondamente infermo , che cerca sostegno e direzione , se non si vuole che sopravvenga un immane disastro o un indescrivibile decadimento . Fedeltà alla Chiesa Ogni riforma genuina e duratura ha avuto propriamente origine dal santuario , da uomini infiammati e mossi dall ' amore di Dio e del prossimo ; i quali , per la loro grande generosità nel rispondere ad ogni appello di Dio e nel metterlo in pratica anzitutto in se stessi , cresciuti in umiltà e con la sicurezza di chi è chiamato da Dio , hanno illuminato e rinnovato i loro tempi . Dove lo zelo dì riforma non scaturì dalla pura sorgente dell ' integrità personale , ma fu effetto dell ' esplosione di impulsi passionali , invece di costruire distrusse , e fu sovente punto di partenza di errori ancora più funesti dei danni , a cui si volle e si pretese portare rimedio . Certamente lo spirito di Dio spira dove vuole , dalle pietre può suscitare gli esecutori dei suoi disegni , e sceglie gli strumenti della sua volontà secondo i suoi piani , non secondo quelli degli uomini . Ma Egli , che ha fondato la Chiesa e l ' ha chiamata in vita nella Pentecoste , non spezza la struttura fondamentale della salutare istituzione , da Lui stesso voluta . Chi è mosso dallo spirito di Dio ha perciò stesso un contegno esteriore ed interiore rispettoso verso la Chiesa , nobile frutto dell ' albero della Croce , dono dello Spirito della Pentecoste al mondo bisognoso di guida . Nelle vostre contrade , Venerabili Fratelli , si elevano voci in coro sempre più forte , che incitano ad uscire dalla Chiesa , e sorgono banditori i quali per la loro posizione ufficiale , cercano di risvegliare l ' impressione che tale distacco dalla Chiesa , e conseguentemente l ' infedeltà verso Cristo Re , sia una testimonianza particolarmente persuasiva e meritoria della loro fedeltà al regime presente . Con pressioni , occulte e palesi , con intimidazioni , con prospettive di vantaggi economici , professionali , civili o d ' altra specie , l ' attaccamento alla fede dei cattolici , e specialmente di alcune classi di funzionari cattolici , viene sottoposto ad una violenza tanto illegale quanto inumana . Con commozione paterna Noi sentiamo e soffriamo profondamente con coloro che hanno pagato a sì caro prezzo il loro attaccamento a Cristo e alla Chiesa ; ma si è ormai giunti a un tal punto , che è in giuoco il fine ultimo e più alto , la salvezza o la perdizione ; e quindi unico cammino di salute per il credente resta la via di un generoso eroismo . Quando il tentatore o l ' oppressore gli si accosterà con le insinuazioni traditrici di uscire dalla Chiesa , allora egli non potrà che contrapporgli , anche a prezzo dei più gravi sacrifici terreni , la parola del Salvatore : « Allontanati da me , o satana , perché sta scritto : adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo servirai » . Alla Chiesa invece rivolgerà queste parole : O tu , che sei madre mia fin dai giorni della mia fanciullezza , mio conforto in vita , mia avvocata in morte , si attacchi la lingua al mio palato , se io , cedendo a terrene lusinghe o minacce , dovessi tradire il mio voto battesimale . A coloro poi , i quali si lusingassero di potere conciliare con l ' esterno abbandono della Chiesa la fedeltà interiore ad essa , sia di monito severo la parola del Salvatore : « Chi mi rinnega davanti agli uomini , lo rinnegherò davanti al Padre mio , che è nei cieli » . Il papato insostituibile 5 . - - La fede nella Chiesa non si manterrà pura e incontaminata , se non sarà appoggiata nella fede al primato del Vescovo di Roma . Nello stesso momento in cui Pietro , prevenendo gli altri apostoli e discepoli , professò la sua fede in Cristo , Figlio del Dio vivente , l ' annunzio della fondazione della sua Chiesa , dell ' unica Chiesa , su Pietro , la roccia , fu la risposta di Cristo , che lo ricompensò della sua fede e di averla professata . La fede in Cristo , nella Chiesa e nel Primato stanno perciò in un sacro legame di interdipendenza . Un ' autorità genuina e legale è dappertutto un vincolo di unità e una sorgente di forza , un presidio contro lo sfaldamento e la disgregazione , una garanzia dell ' avvenire . E ciò si verifica nel senso più alto e nobile , dove , come nel caso della Chiesa , a tale autorità venne promessa l ' assistenza soprannaturale dello Spirito Santo e il suo appoggio invincibile . Se persone , che non sono neanche unite nella fede in Cristo , vi adescano e vi lusingano col fantasma di una « chiesa tedesca nazionale » sappiate ciò non essere altro se non un rinnegamento dell ' unica Chiesa di Cristo , un ' apostasia manifesta del mandato di Cristo di evangelizzare tutto il mondo , che solo una Chiesa universale può attuare . Lo sviluppo storico di altre chiese nazionali , il loro irrigidimento spirituale , il loro soffocamento e asservimento da parte dei poteri laici mostrano la desolante sterilità , che colpisce con ineluttabile sicurezza il tralcio separatosi dal ceppo vitale della Chiesa . Colui che a questi erronei sviluppi fin da principio oppone il suo vigile e irremovibile no , rende un servizio non solo alla purezza della sua fede , ma anche alla sanità e forza vitale del suo popolo . Gli elementi della fede cristiana 6 . - - Venerabili Fratelli , abbiate un occhio particolarmente vigile , quando nozioni religiose vengono svuotate del loro contenuto genuino ed applicate a significati profani . Rivelazione , in senso cristiano , significa la parola di Dio agli uomini . Usate questo stesso termine per suggestioni provenienti dal sangue e dalla razza , per le irradiazioni della storia di un popolo , è , in ogni caso , causare disorientamento . Tali false monete non meritano di passare nel tesoro linguistico di un fedele cristiano . La fede consiste nel tener per vero ciò che Dio ha rivelato e mediante la Chiesa impone di credere : è « dimostrazione di cose che non si vedono » . La fiducia gioiosa e altera sull ' avvenire del proprio popolo , cosa cara ad ognuno , significa ben altra cosa che la fede in senso religioso . L ' usare l ' una per l ' altra , il volere sostituire l ' una con l ' altra e pretendere con ciò di essere riconosciuto come « credente » da un convinto cristiano , è un vuoto gioco di parole , una consapevole confusione di termini , o anche peggio . L ' immortalità , in senso cristiano , è la sopravvivenza dell ' uomo dopo la morte terrena , come individuo personale , per l ' eterna ricompensa o per l ' eterno castigo . Chi con la parola immortale non vuole indicare altro che una sopravvivenza collettiva nella continuità del proprio popolo , per un avvenire di indeterminata durata in questo mondo , perverte e falsifica una verità fondamentale della fede cristiana e scuote le fondamenta di qualsiasi concezione religiosa , la quale richiede un ordinamento morale universale . Chi non vuole essere cristiano dovrebbe almeno rinunziare a volere arricchire il lessico della sua miscredenza col patrimonio linguistico cristiano . Il peccato originale è la colpa ereditaria , propria , sebbene non personale , di ciascuno dei figli di Adamo , che in lui hanno peccato , perdita della grazia e , conseguentemente , della vita eterna , con la concupiscenza che ciascuno deve soffocare e domare per mezzo della grazia , della penitenza , della lotta e dello sforzo morale . La passione e morte del Figlio di Dio ha redento il mondo dal maledetto retaggio del peccato e della morte . La fede in queste verità , fatte oggi bersaglio del basso scherno dei nemici di Cristo nella vostra patria , appartiene all ' inalienabile deposito della religione cristiana . La croce di Cristo , anche se il suo solo nome sia diventato per molti follia e scandalo , resta per il cristiano il segno sacrosanto della redenzione , il vessillo di grandezza e forza morale . Nella sua ombra viviamo , nel suo bacio moriamo ; sul nostro sepolcro starà come annunziatrice della nostra fede , testimonio della nostra speranza , protesa verso la vita eterna . L ' umiltà nello spirito del Vangelo e la implorazione dell ' aiuto di Dio si accordano bene con la propria dignità , con la fiducia in sé e coll ' eroismo . La Chiesa di Cristo , che in tutti i tempi , fino a quelli a noi vicinissimi , conta più confessori e martiri eroici di qualsiasi altra società morale , non ha certo bisogno di ricevere da tali campi insegnamenti sul sentimento e l ' azione eroica . Nel rappresentare stoltamente l ' umiltà cristiana come avvilimento e meschinità , la ripugnante superbia di questi innovatori rende irrisoria soltanto sé stessa . Grazia , in senso largo , può chiamarsi ciò che proviene alla creatura dal Creatore . Grazia , nel senso proprio cristiano della parola , comprende però le gratificazioni soprannaturali dell ' amore divino , la degnazione e l ' opera per cui mezzo Dio eleva l ' uomo a quella intima comunione della sua vita , che il Nuovo Testamento chiama figliuolanza di Dio : « Vedete quale grande amore il Padre ci ha mostrato : noi ci chiamiamo figliuoli di Dio , e siamo realmente tali » . Il ripudio di questa elevazione soprannaturale alla grazia , a causa di una pretesa peculiarità del carattere tedesco , è un errore , un ' aperta dichiarazione di guerra ad una verità fondamentale del Cristianesimo . L ' equiparare la grazia soprannaturale coi doni della natura significa violentare il linguaggio , creato e santificato dalla religione . I pastori e i custodi del popolo di Dio faranno bene ad opporsi a questo furto sacrilego e a questo lavorio di traviamento degli spiriti . I fondamenti della morale 7 . - - Sulla fede in Dio genuina e pura si fonda la moralità del genere umano . Tutti i tentativi di staccare la dottrina dell ' ordine morale dalla base granitica della fede , per ricostruirla sulla sabbia mobile di norme umane , portano , tosto o tardi , individui e nazioni al decadimento morale . Lo stolto , che dice nel suo cuore : « non c ' è Dio » , si avvierà alla corruzione morale . E questi stolti , che presumono di separare la morale dalla religione , sono oggi divenuti legione . Non si accorgono , o non vogliono accorgersi , che col bandire l ' insegnamento confessionale , ossia chiaro e determinato , dalle scuole e dall ' educazione , con l ' impedirgli di contribuire alla formazione della società e della vita pubblica , si percorrono sentieri di impoverimento e di decadenza morale . Nessun potere coercitivo dello Stato , nessun ideale puramente terreno , per quanto grande e nobile , potrà sostituire a lungo andare i più profondi e decisivi stimoli , che provengono dalla fede in Dio e in Gesù Cristo . Se a chi è chiamato ai più ardui cimenti , al sacrificio del suo piccolo io in bene della comunità , si toglie il sostegno morale , che gli viene dall ' eterno e dal divino , dalla fede elevante e consolatrice in Colui che premia ogni bene e punisce ogni male , allora il risultato finale per innumerevoli uomini non sarà l ' adesione al dovere , ma piuttosto la diserzione . L ' osservanza coscienziosa dei dieci comandamenti di Dio e dei precetti della Chiesa , i quali ultimi non sono altro che regolamenti derivati dalle norme del Vangelo , è per ogni individuo una incomparabile scuola di disciplina organica , di rinvigorimento morale e di formazione di carattere . È una scuola che esige molto ; ma non oltre le forze . Dio misericordioso , quando ordina come legislatore : « tu devi » , dà colla sua grazia la possibilità di eseguire il suo comando . Il lasciare quindi inutilizzate energie morali di così potente efficacia , o sbarrar coscientemente ad esse il cammino nel campo dell ' istruzione popolare , è opera da irresponsabili , che tende a produrre deficienza religiosa nel popolo . Il connettere la dottrina morale con opinioni umane , soggettive e mutevoli nel tempo , invece di ancorarle nella santa volontà dell ' eterno Dio e nei suoi comandamenti , significa spalancare le porte alle forze dissolvitrici . Perciò il promuovere l ' abbandono delle eterne direttive di una dottrina morale per la formazione delle coscienze , per la nobilitazione di tutti i campi della vita e di tutti gli ordinamenti , è attentato peccaminoso contro l ' avvenire del popolo , i cui tristi frutti amareggeranno le generazioni future . Il diritto naturale 8 . - - È una caratteristica nefasta del tempo presente il volere distaccare non solo la dottrina morale , ma anche le fondamenta del diritto e della sua amministrazione dalla vera fede in Dio e dalle norme della rivelazione divina . Il nostro pensiero si rivolge qui a quello che si suole chiamare diritto naturale , che il dito dello stesso Creatore impresse nelle tavole del cuore umano e che la ragione umana sana e non ottenebrata da peccati e passioni può in esse leggere . Alla luce delle norme di questo diritto naturale , ogni diritto positivo , qualunque ne sia il legislatore , può essere valutato nel suo contenuto etico e conseguentemente nella legittimità del comando e nella obbligatorietà dell ' adempimento . Quelle leggi umane , che sono in contrasto insolubile col diritto naturale , sono affette da vizio originale , non sanabile né con le costrizioni né con lo spiegamento di forza esterna . Secondo questo criterio va giudicato il principio : « Diritto è ciò che è utile alla nazione » . Certo a questo principio può darsi un senso giusto , se si intende che ciò che è moralmente illecito non può essere mai veramente vantaggioso al popolo . Persino l ' antico paganesimo ha riconosciuto che , per essere giusta , questa frase dovrebbe essere capovolta e suonare : « Non vi è mai alcunché di vantaggioso , se in pari tempo non è moralmente buono , e non perché è vantaggioso è moralmente buono , ma perché moralmente buono è anche vantaggioso » . Questo principio , staccato dalla legge etica , significherebbe , per quanto riguarda la vita internazionale , un eterno stato di guerra tra le nazioni ; nella vita nazionale poi misconosce nel confondere interesse e diritto , il fatto fondamentale che l ' uomo , in quanto persona , possiede diritti dati da Dio , che devono essere tutelati da ogni attentato della comunità , che avesse per scopo di negarli , di abolirli e di impedirne l ' esercizio . Disprezzando questa verità , si perde di vista che il vero bene comune , in ultima analisi , viene determinato e conosciuto mediante la natura dell ' uomo con il suo armonico equilibrio fra diritto personale e legame sociale , come anche dal fine della società determinato dalla stessa natura umana . La società è voluta dal Creatore come mezzo per il pieno sviluppo delle facoltà individuali e sociali , di cui l ' uomo ha da valersi , ora dando ora ricevendo per il bene suo e quello degli altri . Anche quei valori più universali e più alti che possono essere realizzati , non dall ' individuo , ma solo dalla società , hanno per volontà del Creatore come ultimo scopo l ' uomo e il suo sviluppo e perfezionamento naturale e soprannaturale . Chi si allontana da questo ordine , scuote i pilastri , su cui riposa la società , e ne pone in pericolo la tranquillità , la sicurezza e l ' esistenza . Il credente ha un diritto inalienabile di professare la sua fede e di praticarla in quella forma che ad essa conviene . Quelle leggi , che sopprimono o rendono difficile la professione e la pratica di questa fede , sono in contrasto col diritto naturale . I genitori coscienziosi e consapevoli della loro missione educativa hanno prima di ogni altro il diritto essenziale alla educazione dei figli , loro donati da Dio , secondo lo spirito della vera fede e in accordo con i suoi principii e le sue prescrizioni . Leggi , o altre simili disposizioni , le quali non tengono conto nella questione scolastica della volontà dei genitori o la rendono inefficace colle minacce o colla violenza , sono in contradizione col diritto naturale e nella loro intima essenza immorali . La Chiesa , la cui missione è di custodire e di interpretare il diritto naturale , non può fare altro che dichiarare essere effetto di violenza , e quindi prive di ogni valore giuridico , le iscrizioni scolastiche avvenute in un recente passato in una atmosfera di notoria mancanza di libertà . Esortazioni alla gioventù tedesca 9 . - - Rappresentanti di Colui che nell ' Evangelo disse ad un giovane : « Se vuoi entrare nella vita eterna , osserva i comandamenti » , Noi indirizziamo una parola particolarmente paterna alla gioventù . Da mille bocche viene oggi ripetuto al vostro orecchio un Evangelo che non è stato rivelato dal Padre celeste ; migliaia di penne scrivono a servizio di una larva di cristianesimo , che non è il cristianesimo di Cristo . Tipografia e radio vi inondano giornalmente con produzioni di contenuto avverso alla fede e alla Chiesa , e , senza alcun riguardo e rispetto , assaltano ciò che per voi deve essere sacro e santo . Sappiamo che moltissimi tra voi , a causa dell ' attaccamento alla fede e alla Chiesa e dell ' appartenenza ad associazioni religiose , tutelate dal Concordato , hanno dovuto e devono attraversare periodi tenebrosi di misconoscimento , di sospetto , di vituperio , di accusa di antipatriottismo , di molteplici danni nella loro vita professionale e sociale . E ben sappiamo come molti ignoti soldati di Cristo si trovano nelle vostre file , che con cuore affranto , ma a testa alta , sopportano la loro sorte e trovano conforto solo nel pensiero che soffrono contumelie nel nome di Gesù . Ed oggi , che incombono nuovi pericoli e nuove tensioni , Noi diciamo a questa gioventù : « Se alcuno vi volesse annunziare un Evangelo diverso da quello che avete ricevuto sulle ginocchia di una pia madre , dalle labbra di un padre credente , dall ' insegnamento di un educatore fedele a Dio e alla sua Chiesa , costui sia anatema . Se lo Stato organizza la gioventù in associazione nazionale obbligatoria per tutti , allora , salvi sempre i diritti delle associazioni religiose , i giovani hanno il diritto ovvio e inalienabile , e con essi i genitori responsabili di loro dinanzi a Dio , di esigere che questa associazione sia mondata da ogni tendenza ostile alla fede cristiana e alla Chiesa , tendenza che sino al recentissimo passato , anzi presentemente , stringe i genitori credenti in un insolubile conflitto di coscienza , poiché essi non possono dare allo Stato , ciò che viene loro richiesto in nome dello Stato , senza togliere a Dio ciò che appartiene a Dio . » Nessuno pensa di porre alla gioventù tedesca pietre di inciampo sul cammino , che dovrebbe condurre all ' attuazione di una vera unità nazionale e fomentare un nobile amore per la libertà e una incrollabile devozione alla patria . Quello contro cui Noi Ci opponiamo e Ci dobbiamo opporre , è il contrasto voluto e sistematicamente inasprito , mediante il quale si separano queste finalità educative da quelle religiose . Perciò Noi diciamo a questa gioventù : cantate i vostri inni di libertà , ma non dimenticate che la vera libertà è la libertà dei figli di Dio . Non permettete che la nobiltà di questa insostituibile libertà scompaia nei ceppi servili del peccato e della concupiscenza . A chi canta l ' inno della fedeltà alla patria terrena non è lecito divenire transfuga e traditore con l ' infedeltà al suo Dio , alla sua Chiesa e alla sua patria eterna . Vi parlano molto di grandezza eroica , contrapponendola volutamente e falsamente all ' umiltà e alla pazienza evangelica ; ma perché vi nascondono che si dà anche un eroismo nella lotta morale ? e che la conservazione della purezza battesimale rappresenta un ' azione eroica , che dovrebbe essere apprezzata meritevolmente nel campo sia religioso sia naturale ? Vi parlano delle fragilità umane nella storia della Chiesa ; ma perché vi nascondono le grandi gesta , che l ' accompagnarono attraverso i secoli , i santi che essa ha prodotto , il vantaggio che provenne alla cultura occidentale dall ' unione vitale tra questa Chiesa e il vostro popolo ? Vi parlano molto di esercizi sportivi , i quali , usati secondo una ben intesa misura , dànno una gagliardia fisica , che è un beneficio per la gioventù . Ma ad essi viene assegnata oggi spesso un ' estensione , che non tiene conto né della formazione integrale e armonica del corpo e dello spirito , né della conveniente cura della vita di famiglia , né del comandamento di santificare il giorno del Signore . Con un ' indifferenza , che confina col disprezzo , si toglie al giorno del Signore il suo carattere sacro e raccolto , che corrisponde alla migliore tradizione tedesca . Attendiamo fiduciosi dai giovani tedeschi cattolici che essi nel difficile ambiente delle organizzazioni obbligatorie dello Stato rivendichino esplicitamente il loro diritto a santificare cristianamente il giorno del Signore , che la cura di irrobustire il corpo non faccia loro dimenticare la loro anima immortale , che non si lascino sopraffare dal male e cerchino piuttosto di vincere il male col bene , che quale loro altissima e nobilissima meta ritengano quella di conquistare la corona della vittoria nello stadio della vita eterna . Il compito dei sacerdoti 10 . - - Una parola di particolare riconoscimento , di incoraggiamento , di esortazione rivolgiamo ai sacerdoti della Germania , ai quali , in sottomissione ai loro Vescovi , spetta il compito , in tempi difficili e circostanze dure , di mostrare al gregge di Cristo i retti sentieri con la dottrina e con l ' esempio , con la dedizione quotidiana , con la pazienza apostolica . Non vi stancate , diletti figli e partecipi dei divini misteri , di seguire l ' eterno sommo sacerdote Gesù Cristo nel suo amore e nel suo ufficio di buon samaritano . Camminate ognora in condotta immacolata , davanti a Dio , in incessante disciplinatezza e perfezionamento , in amore misericordioso verso quanti sono a voi affidati , specialmente i pericolanti , i deboli e i vacillanti . Siate guida ai fedeli , appoggio ai titubanti , maestri ai dubbiosi , consolatori degli afflitti , disinteressati soccorritori e consiglieri per tutti . Le prove e le sofferenze , per cui il vostro popolo è passato nel periodo del dopo guerra , non sono trascorse senza lasciar traccie nella sua anima . Vi hanno lasciato tensioni e amarezze , che solo lentamente potranno guarirsi ed essere superate nello spirito di un amore disinteressato e operante . Questo amore , che è l ' armatura indispensabile dell ' apostolo , specialmente nel mondo presente , agitato e sconvolto , Noi lo desideriamo e lo imploriamo per voi da Dio in misura copiosa . L ' amore apostolico , se non vi farà dimenticare , vi farà almeno perdonare molte immeritate amarezze , che sul vostro cammino di sacerdoti e di pastori di anime sono più numerose che in qualsiasi altro tempo . Quest ' amore intelligente e misericordioso verso gli erranti e gli stessi oltraggiatori non significa peraltro , né può per nulla significare , rinunzia a proclamare , a far valere e a difendere coraggiosamente la verità e ad applicarla liberamente alla realtà che vi circonda . Il primo e il più ovvio dono di amore del sacerdote al mondo è di servire la verità , tutta intera la verità , smascherare e confutare l ' errore , qualunque sia la sua forma o il suo travestimento . La rinunzia a ciò sarebbe non solo un tradimento verso Dio e la vostra santa vocazione , ma un delitto nei riguardi del vero benessere del vostro popolo e della vostra patria . A tutti quelli che hanno mantenuto verso i loro Vescovi la fedeltà promessa nell ' ordinazione , a quelli i quali nell ' adempimento del loro ufficio pastorale hanno dovuto e devono sopportare dolori e persecuzioni - - e alcuni sino ad essere incarcerati e mandati ai campi di concentramento , - - vada il ringraziamento e l ' encomio del Padre della Cristianità . E il Nostro ringraziamento paterno si estende ugualmente ai religiosi di ambo i sessi : un ringraziamento congiunto ad una partecipazione intima per il fatto che , in seguito a misure contro gli Ordini e le Congregazioni religiose , molti sono stati strappati dal campo di un ' attività benedetta e a loro cara . Se alcuni hanno mancato e si sono mostrati indegni della loro vocazione , i loro falli , condannati anche dalla Chiesa , non diminuiscono i meriti della stragrande maggioranza di essi , che con disinteresse e povertà volontaria si sono sforzati di servire con piena dedizione il loro Dio e il loro popolo . Lo zelo , la fedeltà , lo sforzo di perfezionarsi , l ' operosa carità verso il prossimo e la prontezza soccorritrice di quei religiosi , la cui attività si svolge nella cura pastorale , negli ospedali e nella scuola , sono e restano un glorioso contributo al benessere privato e pubblico , a cui un tempo futuro più tranquillo renderà giustizia più che il turbolento presente , Noi abbiamo fiducia che i superiori delle comunità religiose piglieranno argomento dalle difficoltà e prove presenti , per implorare dall ' Onnipotente nuovo rigoglio e nuova fertilità sul loro duro campo di lavoro , per mezzo di uno zelo raddoppiato , di una vita spirituale approfondita , di una santa serietà conforme alla loro vocazione e di una genuina disciplina regolare . I doveri del laicato cattolico 11 . - - Davanti ai nostri occhi sta l ' immensa schiera dei Nostri diletti figli e figlie , a cui le sofferenze della Chiesa in Germania e le proprie nulla hanno tolto della loro dedizione alla causa di Dio , nulla del loro affetto verso il Padre della Cristianità , nulla della loro ubbidienza verso i Vescovi e sacerdoti , nulla della gioiosa prontezza di rimanere anche in futuro , qualunque cosa avvenga , fedeli a ciò che essi hanno ricevuto in prezioso retaggio dagli avi . Con cuore commosso inviamo loro il Nostro paterno saluto . E in primo luogo ai membri delle associazioni cattoliche , che strenuamente e a prezzo di sacrifici spesso dolorosi si sono mantenuti fedeli a Cristo , e non sono stati mai disposti a cedere quei diritti che una solenne Convenzione aveva autenticamente garantito alla Chiesa e a loro . Un saluto particolarmente cordiale va anche ai genitori cattolici . I loro diritti e i loro doveri nell ' educazione dei figli , da Dio loro donati , stanno , al momento presente , nel punto cruciale di una lotta , della quale appena si può immaginarne un ' altra più grave . La Chiesa di Cristo non può cominciare a gemere e a deplorare solo quando gli altari vengono spogliati e mani sacrileghe mandano in fiamme i santuari . Quando si cerca di profanare il tabernacolo dell ' anima del fanciullo , santificata dal battesimo , con un ' educazione anticristiana , quando viene strappata da questo vivo tempio di Dio la fiaccola della fede e viene posta in suo luogo la falsa luce di un succedaneo della fede , che non ha più nulla in comune con la fede della Croce , allora la profanazione spirituale del tempio è vicina ed è dovere di ogni credente di scindere chiaramente la sua responsabilità da quella della parte contraria e la sua coscienza da qualsiasi peccaminosa collaborazione a tale nefasta distruzione . E quanto più i nemici si sforzano di negare od orpellare i loro tetri disegni , tanto più necessaria è una diffidenza oculata e una vigilanza diffidente , stimolata da un ' amara esperienza . La formalistica conservazione di un ' istruzione religiosa , e per di più controllata e inceppata da gente incompetente , nell ' ambiente di una scuola , la quale in altri rami dell ' istruzione lavora sistematicamente e astiosamente contro la stessa religione , non può mai presentare titolo giustificativo al fedele cristiano , perché liberamente acconsenta a una tal sorta di scuola , deleteria per la religione . Sappiamo , diletti genitori cattolici , che non è il caso di parlare , riguardo a voi , di un tale consenso e sappiamo che una libera votazione segreta tra voi equivarrebbe ad uno schiacciante plebiscito in favore della scuola professionale . E perciò non Ci stancheremo neanche nell ' avvenire di rinfacciare francamente alle autorità responsabili l ' illegalità delle misure violente prese finora , e il dovere di permettere la libera manifestazione della volontà . Intanto non vi dimenticate di ciò : nessuna potestà terrena può sciogliervi dal vincolo di responsabilità voluto da Dio , che unisce voi con i vostri figli . Nessuno di quelli che oggi opprimono il vostro diritto all ' educazione e pretendono sostituirsi a voi nei vostri doveri di educatori , potrà rispondere per voi al Giudice eterno , quando egli vi rivolgerà la domanda : dove sono coloro che io vi ho dati ? Possa ciascuno di voi essere in grado di rispondere : non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dati . La voce d ' un padre 12 . - - Venerabili Fratelli ! Siamo certi che le parole , che Noi rivolgiamo a voi , e per mezzo vostro ai cattolici del Reich germanico , in quest ' ora decisiva troveranno nel cuore e nelle azioni dei Nostri fedeli figliuoli un ' eco corrispondente alla sollecitudine amorosa del Padre Comune . Se vi è cosa , che Noi imploriamo dal Signore con particolare fervore , essa è che le Nostre parole pervengano anche all ' orecchio e al cuore di quelli che hanno già cominciato a lasciarsi prendere dalle lusinghe e dalle minacce dei nemici di Cristo e del suo santo Vangelo , e li facciano riflettere . Abbiamo pesato ogni parola di questa Enciclica sulla bilancia della verità e insieme dell ' amore . Non volevamo con silenzio inopportuno esser colpevoli di non aver chiarita la situazione , né con rigore eccessivo di aver indurito il cuore di quelli che , essendo sottoposti alla Nostra responsabilità pastorale , non sono meno oggetto del Nostro amore , perché ora camminano sulle vie dell ' errore e si sono allontanati dalla Chiesa . Anche se molti di questi , conformatisi alle abitudini del nuovo ambiente , non hanno se non parole di infedeltà , di ingratitudine , e persino di ingiuria , per la casa paterna abbandonata e per il padre stesso , anche se dimenticano quanto prezioso sia ciò di cui essi hanno fatto getto , verrà il giorno in cui il raccapriccio che essi sentiranno della lontananza da Dio e della loro indigenza spirituale , graverà su questi figli oggi perduti , e il rimpianto nostalgico li ricondurrà a Dio , che allietò la loro giovinezza , e alla Chiesa , la cui mano materna loro insegnò il cammino verso il Padre celeste . L ' affrettare quest ' ora è l ' oggetto delle Nostre incessanti preghiere . Come altre epoche della Chiesa , anche questa sarà preannunziatrice di nuovi progressi e di purificazione interiore , quando la fortezza della professione della fede e la prontezza nell ' affrontare i sacrifici da parte dei fedeli di Cristo saranno abbastanza grandi da contrapporre alla forza materiale degli oppressori della Chiesa l ' adesione incondizionata alla fede , l ' inconcussa speranza , ancorata nell ' eterno , la forza travolgente di amore operoso . Il sacro tempo della Quaresima e di Pasqua , che predica raccoglimento e penitenza e fa rivolgere lo sguardo del cristiano più che mai alla Croce , ma insieme anche allo splendore del Risorto , sia per tutti e per ciascuno di voi un ' occasione che saluterete con gioia e sfrutterete con ardore , per riempire tutto l ' animo dello spirito eroico , paziente e vittorioso che si irradia dalla Croce di Cristo . Allora i nemici di Cristo - - di ciò siamo sicuri - - che vaneggiano sulla scomparsa della Chiesa , riconosceranno che troppo presto hanno giubilato e troppo presto hanno voluto seppellirla . Allora verrà il giorno , in cui , invece dei prematuri inni di trionfo dei nemici di Cristo , si eleverà al cielo dai cuori e dalle labbra dei fedeli il « Te Deum » della liberazione : un « Te Deum » di ringraziamento all ' Altissimo , un « Te Deum » di giubilo perché il popolo tedesco , anche nei suoi membri erranti , avrà ritrovato il cammino del ritorno alla religione , con una fede purificata dal dolore , piegherà di nuovo il ginocchio dinanzi al Re del tempo e dell ' eternità , Gesù Cristo , e si accingerà in lotta contro i rinnegatori e i distruttori dell ' occidente cristiano , in armonia con tutti gli uomini ben pensanti delle altre nazioni , a compiere la missione , che gli hanno assegnato i piani dell ' Eterno . Egli , che scruta i cuori e i reni , Ci è testimonio che Noi non abbiamo aspirazione più intima che quella del ristabilimento di una vera pace tra la Chiesa e lo Stato in Germania . Ma se , senza colpa Nostra , la pace non verrà , la Chiesa di Dio difenderà i suoi diritti e le sue libertà , in nome dell ' Onnipotente , il cui braccio anche oggi non si è abbreviato . Pieni di fiducia in Lui « non cessiamo di pregare e di invocare » per voi figli della Chiesa , affinché i giorni della tribolazione vengano accorciati e voi siate trovati fedeli nel dì della prova ; anche ai persecutori e agli oppressori possa il Padre di ogni luce e di ogni misericordia concedere l ' ora del ravvedimento per sé e per i molti che insieme con loro hanno errato ed errano . Con questa implorazione nel cuore e sulle labbra , Noi impartiamo , quale pegno del divino aiuto , quale appoggio nelle vostre decisioni difficili e piene di responsabilità , quale corroboramento nella lotta , quale conforto nel dolore , a Voi Vescovi , pastori del Vostro fedele popolo , ai sacerdoti , ai religiosi , agli apostoli laici dell ' Azione Cattolica e a tutti i Vostri diocesani , e non ultimi agli ammalati ed ai prigionieri , con amore paterno , la Benedizione Apostolica . Dato in Vaticano , nella Domenica di Passione , 14 marzo 1937 .
Miscellanea ,
La nuova civiltà cristiana , nata con l ' avvento del Salvatore , superiore ad ogni altra civiltà 1 . La promessa di un Redentore illumina la prima pagina della storia dell ' umanità ; e così la fiduciosa speranza di tempi migliori lenì il rimpianto del paradiso perduto e accompagnò il genere umano nel suo tribolato cammino , finché nella pienezza dei tempi il Salvatore del mondo , venendo sulla terra , compì l ' attesa e inaugurò una nuova civiltà universale , la civiltà cristiana , immensamente superiore a quella che l ' uomo aveva fino allora laboriosamente raggiunto in alcune nazioni più privilegiate . Il consumismo bolscevico e ateo minaccia tremenda per la civiltà umana 2 . Ma la lotta fra il bene e il male rimase nel mondo come triste retaggio della colpa originale ; e l ' antico tentatore non ha mai desistito con fallaci promesse d ' ingannare l ' umanità . Perciò nel corso dei secoli uno sconvolgimento è succeduto all ' altro fino alla rivoluzione dei nostri giorni , la quale o già imperversa o seriamente minaccia , si può dire , dappertutto e supera in ampiezza e violenza quanto si ebbe a sperimentare nelle precedenti persecuzioni contro la Chiesa . Popoli interi si trovano nel pericolo di ricadere in una barbarie peggiore di quella in cui ancora giaceva la maggior parte del mondo all ' apparire del Redentore . 3 . Questo pericolo tanto minaccioso , Voi l ' avete già compreso , Venerabili Fratelli , è il comunismo bolscevico ed ateo che mira a capovolgere l ' ordinamento sociale e a scalzare gli stessi fondamenti della civiltà . Condanne anteriori del comunismo 4 . Di fronte a tale minaccia la Chiesa Cattolica non poteva tacere e non tacque . Non tacque specialmente questa Sede Apostolica che sa essere sua specialissima missione la difesa della verità e della giustizia e di tutti quei beni eterni che il comunismo misconosce e combatte . Fin dai tempi in cui circoli colti pretesero liberare la civiltà umana dai legami della morale e della religione , i Nostri Predecessori attirarono l ' attenzione del mondo apertamente ed esplicitamente alle conseguenze della scristianizzazione della società umana . E quanto al comunismo , già fin dal 1846 il venerato Nostro Predecessore Pio IX di s . m . pronunciò solenne condanna , confermata poi nel sillabo , contro " quella nefanda dottrina del così detto comunismo , sommamente contraria allo stesso diritto naturale , la quale , una volta ammessa , porterebbe al radicale sovvertimento dei diritti , delle cose , delle proprietà di tutti , e della stessa società umana " ( Enciclica Qui pluribus , del 9 novembre 1846 : Acta Pii IX , vol . I , p . 13 . Cfr . Syllabus , IV : A.A.S. , vol . III , p . 170 ) . Più tardi , l ' altro Nostro Predecessore di immortale memoria , Leone XIII , nell ' Enciclica Quod apostolici muneris lo definiva " peste distruggitrice , la quale , intaccando il midollo della società umana , la condurrebbe alla rovina " ( Enciclica Quod apostolici muneris , del 28 dicembre 1878 : Acta Leonis XIII , vol . I , p . 40 ) ; e con chiara visione indicava che i movimenti atei delle masse nell ' epoca del tecnicismo traevano origine da quella filosofia , che già da secoli cercava separare la scienza e la vita dalla fede e dalla Chiesa . Atti del presente pontificato 5 . Noi pure durante il Nostro pontificato abbiamo sovente e con premurosa insistenza denunziate le correnti atee minacciosamente crescenti . Quando nel 1924 la Nostra missione di soccorso ritornava dall ' Unione Sovietica , Ci siamo pronunziati contro il comunismo in apposita Allocuzione diretta al mondo intero ( 18 dicembre 1924 : A.A.S. , vol . XVI ( 1924 ) , pp . 494-495 ) . Nelle Nostre Encicliche Miserentissimus Redemptor ( 8 maggio 1928 : AA.S. , vol . XX ( 1928 ) , pp . 165-178 ) , Quadragesimo anno ( 15 maggio 1931 : A.A.S. , vol . XXIII ( 1931 ) , pp . 177-228 ) , Charitate Christi ( 3 maggio 1932 : A.A.S. , vol . XXIV ( 1932 ) , pp . 177-194 ) , Acerba animi ( 29 settembre 1932 : A.A.S. , vol . XXIV ( 1932 ) , pp . 321-332 ) , Dilectissima nobis ( 3 giugno 1933 : A.A.S. , vol . XXV ( 1933 ) , pp . 261-274 ) , abbiamo elevato solenne protesta contro le persecuzioni scatenate ora in Russia , ora nel Messico , ora nella Spagna ; né si è ancora spenta l ' eco universale di quelle allocuzioni da Noi tenute l ' anno scorso in occasione dell ' inaugurazione della Mostra mondiale della Stampa cattolica , dell ' udienza ai profughi spagnuoli e del Messaggio per la festa del Santo Natale . Persino gli stessi più accaniti nemici della Chiesa , i quali da Mosca dirigono questa lotta contro la civiltà cristiana , con i loro ininterrotti attacchi a parole e a fatti rendono testimonianza che il Papato , anche ai giorni nostri , ha continuato fedelmente a tutelare il santuario della religione cristiana , e più frequentemente e in modo più persuasivo che qualsiasi altra pubblica autorità terrena ha richiamato l ' attenzione sul pericolo comunista . Necessità di un altro documento solenne 6 . Ma nonostante questi ripetuti avvertimenti paterni , che sono stati da Voi , Venerabili Fratelli , con Nostra grande soddisfazione , così fedelmente trasmessi e commentati ai fedeli con tante Vostre recenti Lettere pastorali anche collettive , il pericolo sotto la spinta di abili agitatori non fa che aggravarsi di giorno in giorno . Perciò Noi ci crediamo in dovere di elevare di nuovo la Nostra voce con un documento ancora più solenne , com ' è costume di questa Sede Apostolica , maestra di verità , e come lo rende naturale il fatto che un tale documento è nel desiderio di tutto il mondo cattolico . E confidiamo che l ' eco della Nostra voce giunga dovunque si trovino menti scevre di pregiudizi e cuori sinceramente desiderosi del bene dell ' umanità ; tanto più che la Nostra parola ora viene dolorosamente avvalorata dalla vista dei frutti amari delle idee sovversive , quali Noi abbiamo previsti e preannunziati e che si vanno paurosamente moltiplicando o di fatto nei paesi già dominati da esso o in minaccia in tutti gli altri paesi del mondo . Solo la civiltà cristiana è veramente umana 7 . Noi , quindi , vogliamo ancora una volta esporre come in breve sintesi i principi del comunismo ateo come si manifestano principalmente nel bolscevismo , con i suoi metodi di azione , contrapponendo a questi falsi principi la luminosa dottrina della Chiesa ed inculcando di nuovo con insistenza i mezzi coi quali la civiltà cristiana , sola Civitas veramente humana , può essere salvata da questo satanico flagello e maggiormente sviluppata , per il vero benessere dell ' umana società . La dottrina del comunismo ha un falso ideale di giustizia , di eguaglianza e di fraternità 8 . Il comunismo di oggi , in modo più accentuato che altri simili movimenti del passato , nasconde in sé un ' idea di falsa redenzione . Uno pseudo - ideale di giustizia , di uguaglianza e di fraternità nel lavoro , pervade tutta la sua dottrina e tutta la sua attività d ' un certo falso misticismo , che alle folle adescate da fallaci promesse comunica uno slancio e un entusiasmo contagioso , specialmente in un tempo come il nostro , in cui da una distribuzione difettosa delle cose di questo mondo risulta una miseria non consueta , si vanta anzi questo pseudo - ideale come se fosse stato iniziatore di un certo progresso economico , il quale , quando è reale , si spiega con ben altre cause , come con l ' intensificare la produzione industriale in paesi che ne erano quasi privi , valendosi anche di enormi ricchezze naturali , e con l ' uso di metodi brutali per fare ingenti lavori con poca spesa . Il materialismo evoluzionistico di Marx 9 . La dottrina che il comunismo nasconde sotto apparenze talvolta così seducenti , in sostanza oggi si fonda sui principi già predicati da Marx del materialismo dialettico e materialismo storico , di cui i teorici del bolscevismo pretendono possedere l ' unica genuina interpretazione . Questa dottrina insegna non esserci che una sola realtà , la materia , con le sue forze cieche , la quale evolvendosi diventa pianta , animale , uomo . Anche la società umana non è altro che un ' apparenza e una forma della materia che si evolve nel detto modo , e per ineluttabile necessità , tende , in un perpetuo conflitto delle forze , verso la sintesi finale : una società senza classi . In tale dottrina , com ' è evidente , non vi è posto per l ' idea di Dio , non esiste differenza fra spirito e materia , né tra anima e corpo ; non si dà sopravvivenza dell ' anima dopo morte , e quindi nessuna speranza in un ' altra vita . Insistendo sull ' aspetto dialettico del loro materialismo i comunisti pretendono che il conflitto che porta il mondo verso la sintesi finale , può essere accelerato dagli uomini . Quindi si sforzano di rendere più acuti gli antagonismi che sorgono fra le diverse classi della società , e la lotta di classe con i suoi odi e le sue distruzioni , prende l ' aspetto d ' una crociata per il Progresso dell ' umanità . Invece , tutte le forze , quali che esse siano , che resistono a quelle violenze sistematiche , debbono essere annientate come nemiche del genere umano . L ' uomo viene spogliato della vera libertà e della sua dignità 10 . Inoltre , il comunismo spoglia l ' uomo della sua libertà , principio spirituale della sua condotta morale , toglie ogni dignità alla persona umana e ogni ritegno morale contro l ' assalto degli stimoli ciechi . All ' uomo individuo non è riconosciuto , di fronte alla collettività , alcun diritto naturale della personalità umana , essendo essa , nel comunismo , semplice ruota e ingranaggio del sistema ; nelle relazioni poi degli uomini fra loro è sostenuto il principio dell ' assoluta uguaglianza , rinnegando ogni gerarchia e ogni autorità che sia stabilita da Dio , compresa quella dei genitori ; ma tutto ciò che tra gli uomini esiste della così detta autorità e subordinazione , tutto deriva dalla collettività come da primo e unico fonte . Né viene accordato agli individui diritto alcuno di proprietà sui beni di natura e sui mezzi di produzione , poiché essendo essi sorgente di altri beni , il loro possesso condurrebbe al potere di un uomo sull ' altro . Per questo appunto dovrà essere distrutta radicalmente questa sorta di proprietà privata , come la prima sorgente di ogni schiavitù economica . Distruzione dei valori fondamentali del matrimonio e della famiglia 11 . Rifiutando alla vita umana ogni carattere sacro e spirituale , una tale dottrina naturalmente fa del matrimonio e della famiglia una istituzione puramente artificiale e civile , ossia il frutto di un determinato sistema economico ; viene rinnegata l ' esistenza di un vincolo matrimoniale di natura giuridico - morale che sia sottratto al beneplacito dei singoli o della collettività , e , conseguentemente l ' indissolubilità di esso . In particolare per il comunismo non esiste alcun legame della donna con la famiglia e con la casa . Esso , proclamando il principio della emancipazione della donna , la ritira dalla vita domestica e dalla cura dei figli per trascinarla nella vita pubblica e nella produzione collettiva nella stessa misura che l ' uomo , devo1vendo alla collettività la cura del focolare e della prole . È negato infine ai genitori il diritto di educazione , essendo questo concepito come un diritto esclusivo della comunità , nel cui nome soltanto e per suo mandato i genitori possono esercitarlo . La società diverrebbe una collettività col solo scopo della produzione 12 . Che cosa sarebbe dunque la società umana , basata su tali fondamenti materialistici ? Sarebbe una collettività senz ' altra gerarchia che quella del sistema economico . Essa avrebbe come unica missione la produzione di beni per mezzo del lavoro collettivo e per fine il godimento dei beni della terra in un paradiso in cui ciascuno " darebbe secondo le sue forze , e riceverebbe secondo i suoi bisogni " . Alla collettività il comunismo riconosce il diritto , o piuttosto l ' arbitrio illimitato , di aggiogare gli individui al lavoro collettivo , senza riguardo al loro benessere personale , anche contro la loro volontà e persino con la violenza . In essa tanto la morale quanto l ' ordine giuridico non sarebbero se non un ' emanazione del sistema economico del tempo , di origine quindi terrestre , mutevole e caduca . In breve si pretende di introdurre una nuova epoca e una nuova civiltà , frutto soltanto di una cieca evoluzione : " una umanità senza Dio " . Il potere statale è il mezzo più efficace per conseguire i fini del comunismo 13 . Quando poi le qualità collettive saranno finalmente acquisite da tutti , in quella condizione utopistica di una società senza alcuna differenza di classi lo Stato politico , che ora si concepisce solo come lo strumento di dominazione dei capitalisti sui proletari , perderà ogni sua ragione d ' essere e si " dissolverà " ; però , finché questa beata condizione non sarà attuata , lo Stato e il potere statale è per il comunismo il mezzo più efficace e più universale per conseguire il suo fine . Il comunismo bolscevico ed ateo quale nuovo Vangelo 14 . Ecco , Venerabili Fratelli , il nuovo presunto Vangelo , che il comunismo bolscevico ed ateo annunzia all ' umanità quasi messaggio salutare e redentore ! Un sistema , pieno di errori e sofismi , contrastante sia con la ragione sia con la rivelazione divina ; sovvertitore dell ' ordine sociale , perché equivale alla distruzione delle sue basi fondamentali , misconoscitore della vera origine della natura e del fine dello Stato , negatore dei diritti della personalità umana , della sua dignità e libertà . La diffusione del comunismo aiutata da abbaglianti promesse di un futuro di benessere 15 . Ma come mai può avvenire che un tale sistema , scientificamente da lungo tempo sorpassato , confutato dalla realtà pratica ; come può avvenire , diciamo , che un tale sistema possa diffondersi così rapidamente in tutte le parti del mondo ? La spiegazione sta nel fatto che assai pochi hanno potuto penetrare la vera natura del comunismo ; più invece cedono alla tentazione abilmente presentata sotto le più abbaglianti promesse . Sotto pretesto che si vuole soltanto migliorare la sorte delle classi lavoratrici , togliere abusi reali prodotti dall ' economia liberale e ottenere una più equa distribuzione dei beni terreni ( scopi senza dubbio pienamente legittimi ) , e profittando della mondiale crisi economica , si riesce ad attirare nella sfera d ' influenza del comunismo anche quei ceti della popolazione che per principio rigettano ogni materialismo e ogni terrorismo . E siccome ogni errore contiene sempre una parte di vero , questo lato della verità che abbiamo accennato , messo astutamente in mostra a tempo e luogo per coprire , quando conviene , la crudezza ributtante e inumana dei princìpi e dei metodi del comunismo , seduce anche spiriti non volgari , fino a diventarne a loro volta gli apostoli presso giovani intelligenze ancora poco atte ad avvertirne gli intrinseci errori . I banditori del comunismo sanno inoltre profittare anche degli antagonismi di razza , delle divisioni od opposizioni di diversi sistemi politici , perfino della disorientazione nel campo della scienza senza Dio , per infiltrarsi nelle Università e corroborare i principi della loro dottrina con argomenti pseudoscientifici . Il liberalismo ha preparato la strada al comunismo 16 . Per spiegare poi come il comunismo sia riuscito a farsi accettare senza esame da tante masse di operai , conviene ricordarsi che questi vi erano già preparati dall ' abbandono religioso e morale nel quale erano stati lasciati dall ' economia liberale . Con i turni di lavoro anche domenicale non si dava loro tempo neppur di soddisfare ai più gravi doveri religiosi nei giorni festivi ; non si pensava a costruire chiese presso le officine né a facilitare l ' opera del sacerdote ; anzi si continuava a promuovere positivamente il laicismo . Si raccoglie dunque ora l ' eredità di errori dai Nostri Predecessori e da Noi stessi tante volte denunziati , e non è da maravigliarsi che in un mondo già largamente scristianizzato dilaghi l ' errore comunista . La diffusione del comunismo frutto di una propaganda astuta 17 . Inoltre la diffusione così rapida delle idee comuniste che si infiltrano in tutti i paesi grandi e piccoli , colti e meno sviluppati , sicché nessun angolo della terra è libero da esse , si spiega con una propaganda veramente diabolica quale forse il mondo non ha mai veduto : propaganda diretta da un solo centro e che abilissimamente si adatta alle condizioni dei diversi popoli ; propaganda che dispone di grandi mezzi finanziari , di gigantesche organizzazioni , di congressi internazionali di innumerevoli forze ben addestrate ; propaganda che si fa attraverso fogli volanti e riviste , nei cinematografi , nei teatri , con la radio , nelle scuole e persino nelle Università , penetra a poco a poco in tutti i ceti delle popolazioni anche migliori , senza che quasi si accorgano del veleno che sempre più pervade le menti e i cuori . Congiura del silenzio nella stampa mondiale 18 . Un terzo potente aiuto al diffondersi del comunismo è una vera congiura del silenzio in una grande parte della stampa mondiale non cattolica . Diciamo congiura , perché non si può altrimenti spiegare che una stampa così avida di mettere in rilievo anche i piccoli incidenti quotidiani , abbia potuto per tanto tempo tacere degli orrori commessi in Russia , nel Messico e anche in gran parte della Spagna , e parli relativamente così poco d ' una sì vasta organizzazione mondiale quale è il comunismo di Mosca . Questo silenzio è dovuto in parte a ragioni di una politica meno previdente , ed è favorito da varie forze occulte le quali da tempo cercano di distruggere l ' ordine sociale cristiano . Persecuzione anticristiana del comunismo in Russia e in Messico 19 . Intanto i dolorosi effetti di quella propaganda ci stanno dinanzi . Dove il comunismo ha potuto affermarsi e dominare - e qui Noi pensiamo con singolare affetto paterno ai popoli della Russia e del Messico , - ivi si è sforzato con ogni mezzo di distruggere ( e lo proclama apertamente ) fin dalle sue basi la civiltà e la religione cristiana , spegnendone nel cuore degli uomini , specie della gioventù , ogni ricordo . Vescovi e sacerdoti sono stati banditi , condannati ai lavori forzati , fucilati e messi a morte in maniera inumana ; semplici laici , per aver difeso la religione , sono stati sospettati , vessati , perseguitati e trascinati nelle prigioni e davanti ai tribunali . Orrori del comunismo in Spagna 20 . Anche là dove , come nella Nostra carissima Spagna , il flagello comunista non ha avuto ancora il tempo di far sentire tutti gli effetti delle sue teorie , vi si è , in compenso , scatenato purtroppo con una violenza più furibonda . Non si è abbattuta l ' una o l ' altra chiesa , questo o quel chiostro , ma quando fu possibile si distrusse ogni chiesa e ogni chiostro e qualsiasi traccia di religione cristiana , anche se legata ai più insigni monumenti d ' arte e di scienza ! Il furore comunista non si è limitato ad uccidere Vescovi e migliaia di sacerdoti , di religiosi e religiose , cercando in modo particolare quelli e quelle che proprio si occupavano con maggior impegno degli operai e dei poveri ; ma fece un numero molto maggiore di vittime tra i laici di ogni ceto , che fino al presente vengono , si può dire ogni giorno , trucidati a schiere per il fatto di essere buoni cristiani o almeno contrari all ' ateismo comunista . E una tale spaventevole distruzione viene eseguita con un odio , una barbarie e una efferatezza che non si sarebbe creduta possibile nel nostro secolo . Non vi può essere uomo privato , che pensi saggiamente , né uomo di Stato , consapevole della sua responsabilità , che non rabbrividisca al pensiero che quanto oggi accade in Ispagna non abbia forse a ripetersi domani in altre nazioni civili . Le persecuzioni e le violenze sono i frutti naturali dei sistema comunista 21 . Né si può dire che tali atrocità siano un fenomeno transitorio solito ad accompagnarsi a qualunque grande rivoluzione , isolati eccessi di esasperazione comuni ad ogni guerra ; no , sono frutti naturali del sistema , che manca di ogni freno interno . Un freno è necessario all ' uomo sia individuo che in società . Anche i popoli barbari ebbero questo freno nella legge naturale scolpita da Dio nell ' animo di ciascun uomo . E quando questa legge naturale venne meglio osservata , si videro antiche nazioni assurgere ad una grandezza che abbaglia ancora , più di quel che converrebbe , certi superficiali studiosi della storia umana . Ma se si strappa dal cuore degli uomini l ' idea stessa di Dio , essi necessariamente sono dalle loro passioni sospinti alla più efferata barbarie . Il comunismo è antireligioso per natura e lotta contro tutto ciò che è divino 22 . È quello che purtroppo stiamo vedendo : per la prima volta nella storia stiamo assistendo ad una lotta freddamente voluta e accuratamente preparata dall ' uomo contro " tutto ciò che è divino " ( 1Ts 2 , 4 ) . Il comunismo è per sua natura antireligioso , e considera la religione come " l ' oppio del popolo " perché i princìpi religiosi che parlano della vita d ' oltre tomba , distolgono il proletario dal mirare al conseguimento del paradiso sovietico , che è di questa terra . Il comunismo ha imposto la schiavitù a milioni di uomini 23 . Ma non si calpesta impunemente la legge naturale e l ' Autore di essa : il comunismo non ha potuto né potrà ottenere il suo intento neppur nel campo puramente economico . È vero che nella Russia ha potuto contribuire a scuotere uomini e cose da una lunga e secolare inerzia , e ottenere con ogni sorta di mezzi , spesso senza scrupoli , qualche successo materiale ; ma sappiamo per testimonianze non sospette , anche recentissime , che di fatto neppur là ha raggiunto lo scopo che aveva promesso ; senza contare poi la schiavitù che il terrorismo ha imposto a milioni di uomini . Anche nel campo economico è pur necessaria qualche morale , qualche sentimento morale della responsabilità , che invece non trova posto in un sistema prettamente materialistico come il comunismo . Per sostituirlo non rimane che il terrorismo , quale appunto vediamo ora nella Russia , dove gli antichi compagni di congiura e di lotta si dilaniano a vicenda ; un terrorismo , il quale per altro non riesce ad arginare non che la corruzione dei costumi , ma neppure il dissolvimento della compagine sociale . Un paterno pensiero ai popoli oppressi in Russia 24 . Con questo però non vogliamo in nessuna maniera condannare in massa i popoli dell ' Unione Sovietica , per i quali nutriamo il più vivo affetto paterno . Sappiamo come non pochi di essi gemono sotto il duro giogo loro imposto con la forza da uomini in massima parte estranei ai veri interessi del paese , e riconosciamo che molti altri furono ingannati da fallaci speranze . Noi colpiamo il sistema e i suoi autori e fautori , i quali hanno considerato la Russia come terreno più atto per introdurre in pratica un sistema già elaborato da decenni , e di là continuano a propagarlo in tutto il mondo . La luminosa dottrina sociale della Chiesa 25 . Esposti così gli errori e i mezzi violenti e ingannevoli del comunismo bolscevico ed ateo , è tempo ormai , Venerabili Fratelli , di presentare brevemente la vera nozione della Civitas humana , della umana Società , quale ce l ' insegnano la ragione e la rivelazione per il tramite della Chiesa Magistra gentium , e quale Voi già conoscete . Per la Chiesa c ' è una suprema realtà : Dio 26 . Al di sopra di ogni altra realtà sta il sommo , unico supremo Essere , Dio , Creatore onnipotente di tutte le cose , Giudice sapientissimo e giustissimo di tutti gli uomini . Questa suprema realtà , Dio , è la condanna più assoluta delle impudenti menzogne del comunismo . E in verità , non perché gli uomini credono , Dio è ; ma perché Egli è , perciò lo crede e lo prega chiunque non chiuda volontariamente gli occhi di fronte alla verità . Che cosa è l ' uomo secondo la ragione e la fede 27 . Quanto all ' uomo , ciò che la ragione e la fede dicono di lui , Noi ne abbiamo esposto i punti fondamentali nell ' Enciclica sull ' educazione cristiana ( Enciclica Divini illius Magistri , del 31 dicembre 1929 : A.A.S. , voi . XXII ( 1930 ) , pp . 49-86 ) . L ' uomo ha un ' anima spirituale e immortale ; è una persona , dal Creatore ammirabilmente fornita di doni di corpo e di spirito , un vero " microcosmo " come dicevano gli antichi , un piccolo mondo , che vale di gran lunga più di tutto l ' immenso mondo inanimato . Egli ha in questa e nell ' altra vita solo Dio per ultimo fine , è dalla grazia santificante elevato al grado di figlio di Dio e incorporato al regno di Dio nel mistico corpo di Cristo . Conseguentemente Dio l ' ha dotato di molteplici e svariate prerogative : diritto alla vita , all ' integrità del corpo , ai mezzi necessari all ' esistenza ; diritto di tendere al suo ultimo fine nella via tracciata da Dio : diritto all ' associazione , alla proprietà e all ' uso della proprietà . Dio stesso ha voluto il matrimonio e la famiglia 28 . Come il matrimonio e il diritto all ' uso naturale di esso sono di origine divina , così anche la costituzione e le prerogative fondamentali della famiglia sono state determinate e fissate dal Creatore stesso , non dall ' arbitrio umano né da fattori economici . Nell ' Enciclica sul matrimonio cristiano ( Enciclica Casti connubii , del 31 dicembre 1930 : A.A.S. , vol . XXII ( 1930 ) , pp . 539-582 ) e nell ' altra Nostra , sopra accennata , sull ' educazione , Ci siamo largamente diffusi su questi argomenti . Mutui diritti e doveri tra l ' uomo e la società 29 . Ma Dio ha in pari tempo ordinato l ' uomo anche alla società civile , richiesta dalla sua stessa natura . Nel piano del Creatore la società è un mezzo naturale , di cui l ' uomo può e deve servirsi per il raggiungimento del suo fine , essendo la società umana per l ' uomo , e non viceversa . Ciò non è da intendersi nel senso del liberalismo individualistico , che subordina la società all ' uso egoistico dell ' individuo ; ma solo nel senso che , mediante l ' unione organica con la società , sia a tutti resa possibile per la mutua collaborazione l ' attuazione della vera felicità terrena ; inoltre nel senso che nella società trovano sviluppo tutte le doti individuali e sociali , inserite nella natura umana , le quali , sorpassano l ' immediato interesse del momento , rispecchiano nella società la perfezione divina , ciò che nell ' uomo isolato non può verificarsi . Ma anche quest ' ultimo scopo è in ultima analisi in ordine all ' uomo , perché riconosca questo riflesso della perfezione divina , e lo rimandi così in lode e adorazione al Creatore . Solo l ' uomo , la persona umana , è dotato di ragione e di volontà moralmente libera . La società non può frodare l ' uomo dei suoi diritti personali dati dal Creatore 30 . Pertanto come l ' uomo non può esimersi dai doveri voluti da Dio verso la società civile , e i rappresentanti dell ' autorità hanno il diritto , quando egli si rifiutasse illegittimamente , di costringerlo al compimento del proprio dovere . così la società non può frodare l ' uomo dei diritti personali che gli sono stati concessi dal Creatore , i più importanti dei quali sono stati da Noi sopra accennati , né rendergliene impossibile per principio l ' uso . È quindi conforme alla ragione e da essa voluto che alla fin fine tutte le cose terrestri siano ordinate alla persona umana , affinché per mezzo suo esse trovino la via verso il Creatore . E si applica all uomo , alla persona umana , ciò che l ' Apostolo delle Genti scrive ai Corinti sull ' economia della salvezza cristiana : " Tutto è vostro , voi siete di Cristo , Cristo è di Dio " ( 1Cor 3 , 23 ) . Mentre il comunismo impoverisce la persona umana , capovolgendo i termini della religione , dell ' uomo e della società , la ragione e la rivelazione la elevano cosi in alto ! Giustizia sociale e amore cristiano nell ' ordine economico - sociale 31 . Sull ' ordine economico - sociale i princìpi direttivi sono stati esposti nell ' Enciclica sociale di Leone XIII sulla questione del lavoro ( Enciclica Rerum novarum , del 15 maggio 1891 , Acta Leonis XIII , vol . XI , pp . 97-144 ) , e nella Nostra sulla ricostruzione dell ' ordine sociale ( Enciclica Quadragesimo anno , del 15 maggio 1931 : A.AS . , vol . XXIII ( 1931 ) , pp . 177-228 ) sono stati adattati alle esigenze del tempo presente . Poi , insistendo di nuovo sulla dottrina secolare della Chiesa circa il carattere individuale e sociale della proprietà privata . Noi abbiamo precisato il diritto e la dignità del lavoro , i rapporti di vicendevole appoggio e aiuto che devono esistere tra quelli che detengono il capitale e quelli che lavorano , il salario dovuto per stretta giustizia all ' operaio per sé e per la sua famiglia . Richiamo ai principi sociali svolti dalla " Quadragesimo anno " 32 . Nella stessa Nostra Enciclica abbiamo mostrato che i mezzi per salvare il mondo attuale dalla triste rovina nella quale il liberalismo amorale ci ha piombati , non consistono nella lotta di classe e nel terrore , e neppure nell ' abuso autocratico del potere statale , ma nella penetrazione della giustizia sociale e del sentimento di amore cristiano nell ' ordine economico e sociale . Abbiamo mostrato come una sana prosperità deve essere ricostruita secondo i veri princìpi di un sano corporativismo che rispetti la debita gerarchia sociale , e come tutte le corporazioni devono unirsi in armonica unità , ispirandosi al principio del bene comune della società . E la missione più genuina e principale del potere pubblico e civile consiste appunto nel promuovere efficacemente questa armonia e la coordinazione di tutte le forze sociali . Gerarchia sociale e prerogative dello Stato secondo la dottrina cattolica 33 . In vista di questa collaborazione organica verso la tranquillità , la dottrina cattolica rivendica allo Stato la dignità e l ' autorità di un vigilante e previdente difensore dei diritti divini e umani , sui quali le Sacre Scritture e i Padri della Chiesa insistono tanto spesso . Non è vero che tutti abbiano uguali diritti nella società civile , e che non esista legittima gerarchia . Ci basti richiamarci alle Encicliche di Leone XIII , sopra accennate , specialmente a quella sul potere dello Stato ( Enciclica Diuturnum illud , del 29 giugno 1881 : Acta Leonis XIII , vol . II , pp . 269-287 ) e all ' altra sopra la costituzione cristiana dello Stato ( Enciclica Immortale Dei , del 1° novembre 1885 : Acta Leonis XIII , vol . V , pp . 118-150 ) . In esse il cattolico trova esposti luminosamente i principi della ragione e della fede , che lo renderanno capace di proteggersi contro gli errori e i pericoli della concezione statale comunista . La spogliazione dei diritti e l ' asservimento dell ' uomo , il rinnegamento dell ' origine prima e trascendente dello Stato e del potere statale , l ' abuso orribile del potere pubblico a servizio del terrorismo collettivista sono proprio il contrario di ciò che corrisponde all ' etica naturale e alla volontà dei Creatore . Sia l ' uomo sia la società civile traggono origine dal Creatore , e sono da Lui mutualmente ordinati l ' uno all ' altra ; quindi nessuno dei due può esimersi dai doveri correlativi , né rinnegare o menomarne i diritti . Il Creatore stesso ha regolato questo mutuo rapporto nelle sue linee fondamentali ed è ingiusta usurpazione quella che il comunismo si arroga , d ' imporre cioè in luogo della legge divina basata sugli immutabili principi della verità e della carità , un programma politico di partito , che promana dall ' arbitrio umano ed è pieno di odio . Bellezza della dottrina sociale della Chiesa che vuole un felice progresso della società 34 . La Chiesa , nell ' insegnare questa luminosa dottrina , non ha altra mira che di attuare il felice annunzio cantato dagli Angeli sulla grotta di Betlemme alla nascita del Redentore " Gloria a Dio ... e ... pace agli uomini " ( Lc 2 , 14 ) pace vera e vera felicità , anche quaggiù quanto è possibile , in vista e in preparazione della felicità eterna , ma agli uomini di buona volontà . Questa dottrina è ugualmente lontana da tutti gli estremi dell ' errore come da tutte le esagerazioni dei partiti o sistemi che vi aderiscono , si attiene sempre all ' equilibrio della verità e della giustizia ; lo rivendica nella teoria , lo applica e lo promuove nella pratica ; conciliando i diritti e i doveri degli uni con quelli degli altri , come l ' autorità con la libertà , la dignità dell ' individuo con quella dello Stato , la personalità umana nel suddito con la rappresentanza divina nel superiore , e quindi la doverosa soggezione e l ' amore ordinato di sé , della famiglia e della patria , con l ' amore delle altre famiglie e degli altri popoli , fondato nell ' amore di Dio , padre di tutti , primo principio ed ultimo fine . Essa non disgiunge la giusta cura dei beni temporali dalla sollecitudine degli eterni . Se quelli subordina a questi , secondo la parola del suo divino Fondatore : " Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato per giunta " . ( Mt 6 , 33 ) ; è lungi dal disinteressarsi delle cose umane e dal nuocere ai progressi civili e ai vantaggi materiali , che anzi li sostiene e li promuove nella più ragionevole ed efficace maniera . Così , anche nel campo economico - sociale , la Chiesa , benché non abbia mai offerto un determinato sistema tecnico , non essendo questo compito suo , ha però fissato chiaramente punti e linee che , pur prestandosi a diverse applicazioni concrete secondo le varie condizioni dei tempi , dei luoghi e dei popoli , indicano la via sicura per ottenere il felice progresso della società . Nella " Rerum novarum " e nella " Quadragesimo anno " sapienti principi di ordine sociale 35 . La saggezza e somma utilità di questa dottrina viene ammessa da quanti veramente la conoscono . Ben a ragione insigni statisti poterono affermare che , dopo aver studiato i diversi sistemi sociali , non avevano trovato nulla di più sapiente che i princìpi esposti nelle Encicliche : Rerum novarum e Quadragesimo anno . Ma anche in paesi non cattolici , anzi neppur cristiani , si riconosce quanto siano utili per la società umana le dottrine sociali della Chiesa ; così , or fa appena un mese , un eminente uomo politico dell ' Estremo Oriente , non cristiano , non dubitò di proclamare che la Chiesa con la sua dottrina di pace e di fraternità cristiana porta un altissimo contributo allo stabilimento e al mantenimento della pace operosa tra le nazioni . Perfino gli stessi comunisti , come sappiamo dalle sicure relazioni che affluiscono da ogni parte a questo Centro della cristianità , se non sono ancora del tutto corrotti , quando viene loro esposta la dottrina sociale della Chiesa , ne riconoscono la superiorità sulle dottrine dei loro capi e maestri . Soltanto gli accecati dalla passione e dall ' odio chiudono gli occhi alla luce della verità e la combattono ostinatamente . Fu il cristianesimo ad innalzare il lavoro manuale alla sua vera dignità 36 . Ma i nemici della Chiesa , pur costretti a riconoscere la sapienza della sua dottrina , rimproverano alla Chiesa di non aver saputo agire in conformità di quei principi , e perciò affermano di doversi cercare altre vie . Quanto questa accusa sia falsa e ingiusta lo dimostra tutta la storia del cristianesimo . Per non accennare che a qualche punto caratteristico , fu il cristianesimo a proclamare per primo , in una maniera e con una ampiezza e convinzione sconosciute ai secoli precedenti , la vera e universale fratellanza di tutti gli uomini di qualunque condizione e stirpe , contribuendo così potentemente all ' abolizione della schiavitù , non con sanguinose rivolte , ma per l ' interna forza della sua dottrina , che alla superba patrizia romana faceva vedere nella sua schiava una sua sorella in Cristo . Fu il cristianesimo , che adora il Figlio di Dio fattosi uomo per amor degli uomini e divenuto come " Figlio del Fabbro " , anzi " Fabbro " Egli stesso ( 1 Mt 13 , 55; Mc 6 , 3 ) , fu il cristianesimo ad innalzare il lavoro manuale alla sua vera dignità ; quel lavoro manuale prima tanto disprezzato , che perfino il discreto Marco Tullio Cicerone , riassumendo l ' opinione generale del suo tempo , non si peritò di scrivere queste parole di cui ora si vergognerebbe ogni sociologo : " Tutti gli artigiani si occupano in mestieri spregevoli , poiché l ' officina non può avere alcunché di nobile " ( De officiis , lib . I , c . 42 ) . L ' azione della Chiesa ha rigenerato la società umana 37 . Fedele a questi principi la Chiesa ha rigenerato la società umana ; sotto il suo influsso sorsero mirabili opere di carità , potenti corporazioni di artigiani e lavoratori d ' ogni categoria , derise bensì dal liberalismo del secolo scorso come cose da Medio Evo , ma ora rivendicate all ' ammirazione dei nostri contemporanei che cercano in molti paesi di farne in qualche modo rivivere il concetto . E quando altre correnti intralciavano l ' opera e ostacolavano l ' influsso salutare della Chiesa , questa fino ai giorni nostri non desisteva dall ' ammonire gli erranti . Basti ricordare con quanta fermezza , energia e costanza il Nostro Predecessore Leone XIII rivendicasse all ' operaio il diritto di associazione , che il liberalismo dominante negli Stati più o meno potenti si accaniva a negargli . E questo influsso della dottrina della Chiesa anche al presente è più grande che non sembri , perché grande e certo , benché invisibile e non facilmente mensurabile , è il predominio delle idee sui fatti . Dal disprezzo degli insegnamenti della Chiesa sono derivati il socialismo e il comunismo 38 . Si può ben dire con tutta verità che la Chiesa , a somiglianza di Cristo , passa attraverso i secoli facendo del bene a tutti . Non vi sarebbe né socialismo né comunismo se coloro che governano i popoli non avessero disprezzati gli insegnamenti e i materni avvertimenti della Chiesa : essi invece hanno voluto sulle basi del liberalismo e del laicismo fabbricare altri edifici sociali , che sulle prime parevano potenti e grandiosi , ma ben presto si videro mancare di solidi fondamenti , e vanno miseramente crollando l ' uno dopo l ' altro , come deve crollare tutto ciò che non poggia sull ' unica pietra angolare che è Gesù Cristo . Necessità di ricorrere ai ripari di fronte all ' ideologia comunista 39 . Questa , Venerabili Fratelli , è la dottrina della Chiesa , l ' unica che possa apportare vera luce , come in ogni altro campo , così anche nel campo sociale , e possa recare salvezza di fronte all ' ideologia comunista . Ma bisogna che tale dottrina passi sempre più nella pratica della vita , secondo l ' avvertimento dell ' Apostolo San Giacomo : " Siate ... operatori della parola e non semplici uditori , ingannando voi stessi " ( Gc 1 , 22 ) ; perciò quello che più urge al presente è di adoperare con energia gli opportuni rimedi per opporsi efficacemente al minaccioso sconvolgimento che si va preparando . Nutriamo la ferma fiducia che almeno la passione con cui i figli delle tenebre giorno e notte lavorano alla loro propaganda materialistica e atea , valga a santamente stimolare i figli della luce ad uno zelo non dissimile , anzi maggiore , e per l ' onore della Maestà divina . Tutti i cristiani sono impegnati in questa grande lotta 40 . Che cosa bisogna dunque fare , di quali rimedi servirsi per difendere Cristo e la civiltà cristiana contro quel pernicioso nemico ? Come un padre nel cerchio della sua famiglia , Noi vorremmo intrattenerci quasi nell ' intimità sui doveri che la grande lotta dei giorni nostri impone a tutti i figli della Chiesa , indirizzando il Nostro paterno avvertimento anche a quei figli che si sono allontanati da essa . Il rinnovamento della vita cristiana è il rimedio fondamentale che preserva dal comunismo 41 . Come in tutti i periodi più burrascosi della storia della Chiesa , così ancor oggi il fondamentale rimedio è un sincero rinnovamento di vita privata e pubblica secondo i principii del Vangelo in tutti quelli che si gloriano di appartenere all ' Ovile di Cristo , affinché siano veramente il sale della terra che preservi la società umana da una tale corruzione . Consolazione per i segni di rinnovamento spirituale 42 . Con animo profondamente grato al Padre dei lumi , da cui discende " ogni cosa ottima data e ogni dono perfetto " ( Gc 1,17 ) , vediamo dappertutto consolanti segni di questo rinnovamento spirituale , non solo in tante anime singolarmente elette che in questi ultimi anni si sono innalzate al vertice della più sublime santità e in tante altre sempre più numerose che generosamente camminano verso la stessa luminosa meta , ma anche nel rifiorire di una pietà sentita e vissuta in tutti i ceti della società , anche nei più colti , come abbiamo rilevato nel Nostro recente Motu - proprio In multis solaciis del 28 ottobre scorso , in occasione del riordinamento della Pontificia Accademia delle Scienze ( In multis solaciis , del 28 ottobre 1936 : A.A.S- , vol . XXVIII ( 1936 ) , pp . 421-424 ) . Necessità di professare la religione non solo esteriormente 43 . Non possiamo però negare che molto ancora resta a fare su questa via del rinnovamento spirituale . Anche in paesi cattolici , troppi sono quelli che sono cattolici quasi solo di nome ; troppi quelli che , pur seguendo più o meno fedelmente le pratiche più essenziali della religione che si vantano di professare , non si curano di conoscerla meglio , di acquistarne una più intima e più profonda convinzione , e meno ancora di far sì che all ' esterna vernice corrisponda l ' interno splendore di una coscienza retta e pura , che sente e compie tutti i suoi doveri sotto lo sguardo di Dio . Sappiamo quanto il Divin Salvatore aborrisse questa vana e fallace esteriorità , Egli che voleva che tutti adorassero il Padre " in spirito e verità " ( Gv 4 , 23 ) . Chi non vive veramente e sinceramente secondo la fede che professa , non potrà oggi , mentre tanto gagliardo soffia il vento della lotta e della persecuzione , reggersi a lungo , ma verrà miseramente travolto da questo nuovo diluvio che minaccia il mondo , e così mentre si prepara da sé la propria rovina , esporrà al ludibrio anche il nome cristiano . Il distacco dai beni terreni e il precetto della carità sono due insegnamenti particolarmente attuali 44 . E qui vogliamo , Venerabili Fratelli , insistere piu particolarmente sopra due insegnamenti del Signore , che hanno speciale connessione con le attuali condizioni del genere umano : il distacco dei beni terreni e il precetto della carità . " Beati i poveri di spirito " furono le prime parole che uscirono dalle labbra del Divin Maestro , nel suo sermone della montagna ( Mt 5 , 3 ) . E questa lezione è più che mai necessaria in questi tempi di materialismo assetato dei beni e piaceri di questa terra . Tutti i cristiani ricchi o poveri , devono sempre tener fisso lo sguardo al cielo , ricordandosi che " non abbiamo qui una città permanente , ma cerchiamo quella avvenire " ( Eb 13 , 14 ) . I ricchi non devono porre nelle cose della terra la loro felicità né indirizzare al conseguimento di quelle i loro sforzi migliori ; ma , considerandosene solo come amministratori che sanno di doverne rendere conto al supremo Padrone , se ne valgano come i mezzi preziosi che Dio loro porge per fare del bene ; e non lascino di distribuire ai poveri quello che loro avanza , secondo il precetto evangelico ( Lc 11 , 41 ) . Altrimenti si verificherà di loro e delle loro ricchezze la severa sentenza di San Giacomo Apostolo : " Su via adesso , o ricchi , piangete , urlate a motivo delle miserie che verranno sopra di voi . Le vostre ricchezze si sono imputridite e le vostre vestimenta sono state rose dalle tignole . L ' oro e l ' argento vostro è arrugginito ; e la loro ruggine sarà una testimonianza contro di voi , e quasi fuoco , divorerà le vostre carni . Vi siete adunati tesori d ' ira per gli ultimi giorni ... " ( Gc 5 , 1-3 ) . La miseria e la sofferenza non potranno mai scomparire dal mondo 45 . Ma anche i poveri , a loro volta , pur adoperandosi secondo le leggi della carità e della giustizia a provvedersi del necessario e anche a migliorare la loro condizione , devono sempre rimanere essi pure " poveri di spirito " ( Mt 5 , 3 ) , stimando più i beni spirituali che i beni e godimenti terreni . Si ricordino poi che non si riuscirà mai a fare scomparire dal mondo le miserie , i dolori , le tribolazioni , alle quali sono soggetti anche quelli che nell ' apparenza sembrano più fortunati . E quindi , per tutti e necessaria la pazienza , quella pazienza cristiana che solleva il cuore alle divine promesse di una felicità eterna . " Siate dunque pazienti , o fratelli - vi diremo ancora con San Giacomo - sino alla venuta del Signore . Ecco , l ' agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra , e l ' aspetta con pazienza finché riceva il frutto primaticcio e il serotino . Siate anche voi pazienti , e rinfrancate i vostri cuori , perché la venuta del Signore è vicina " ( Gc 5 , 7-8 ) . Solo così si adempirà la consolante promessa del Signore : " Beati i poveri ! " . E non è questa una consolazione e una promessa vana come sono le promesse dei comunisti ; ma sono parole di vita che contengono una somma realtà e che si verificano pienamente qui in terra e poi nell ' eternità . Quanti poveri , infatti , in queste parole e nell ' aspettativa del regno dei cieli che è già proclamato loro proprietà : " perché il regno di Dio è vostro " ( Lc 6 , 20 ) , trovano una felicità , che tanti ricchi non trovano nelle loro ricchezze , sempre inquieti e sempre assetati come sono di averne di più . La carità cristiana testimonia che la Chiesa sta dalla parte dei poveri e dei lavoratori 46 . Ancora più importante , come rimedio del male di cui trattiamo , o certo più direttamente ordinato a risanano , è il precetto della carità . Noi pensiamo a quella carità cristiana , " paziente e benigna " ( 1Cor 13 , 4 ) , la quale evita ogni aria di avvilente protezione e ogni ostentazione ; quella carità che fin dagli inizi del cristianesimo guadagnò a Cristo i più poveri tra i poveri , gli schiavi ; e ringraziamo tutti coloro che nelle opere di beneficenza , dalle conferenze di S . Vincenzo de ' Paoli fino alle grandi recenti organizzazioni d ' assistenza sociale , hanno esercitato ed esercitano le opere della misericordia corporale e spirituale . Quanto più i lavoratori e i poveri sperimenteranno in se stessi ciò che lo spirito dell ' Amore animato dalla virtù di Cristo fa per essi , tanto più si spoglieranno del pregiudizio che il Cristianesimo abbia perduto della sua efficacia e la Chiesa stia dalla parte di quelli che sfruttano il loro lavoro . La giustizia e la carità cristiana non sempre sono state vissute nella pratica quotidiana 47 . Ma quando vediamo da un lato una folla di indigenti per varie ragioni indipendenti da loro veramente oppressi dalla miseria , e dall ' altro lato accanto ad essi , tanti che si divertono spensieratamente e spendono enormi somme in cose inutili , non possiamo non riconoscere con dolore che non solo non è ben osservata la giustizia ma che pure il precetto della carità cristiana non è approfondito abbastanza , non è vissuto nella pratica quotidiana . Desideriamo pertanto , Venerabili Fratelli , che venga sempre più illustrato con la parola e con gli scritti questo divino precetto , preziosa tessera di riconoscimento lasciata da Cristo ai suoi veri discepoli ; questo precetto , che ci insegna a vedere nei sofferenti Gesù stesso e ci impone di amare i nostri fratelli come il divin Salvatore ha amato noi , cioè fino ai sacrificio di noi stessi , e , se occorre , anche della propria vita . Si meditino poi da tutti e spesso queste parole , per una parte consolanti ma per l ' altra terribili , della sentenza finale , che pronuncerà il Giudice Supremo nel giorno dell ' estremo Giudizio : " Venite , o benedetti dal Padre mio : ... Perché io ebbi fame , e voi mi deste da mangiare ; ebbi sete e mi deste da bere ... In verità vi dico , che tutte le volte che avete fatto qualche cosa a uno di questi minimi tra i miei fratelli , l ' avete fatto a me " ( Mt 25 , 34-40 ) . E di contro : " Andate via da me , maledetti nel fuoco eterno .. , perché io ebbi fame , e voi non mi deste da mangiare ; ebbi sete , e non mi deste da bere ... Io vi dico in verità che tutte le volte che voi non l ' avete fatto a uno di questi minimi tra i miei fratelli , non l ' avete fatto a me " ( Mt 25 , 41-45 ) . Osservare il " nuovo precetto " della carità 48 . Per assicurarsi dunque la vita eterna e poter efficacemente soccorrere gli indigenti , è necessario ritornare ad una vita più modesta ; rinunziare ai godimenti , spesso anche peccaminosi , che il mondo oggi offre in tanta abbondanza ; dimenticare se stesso per l ' amore del prossimo . Una divina forza rigeneratnice si trova in questo " precetto nuovo " ( come Gesù lo chiamava ) di carità cristiana ( Gv 13 , 34 ) , la cui fedele osservanza infonderà nei cuori un ' interna pace sconosciuta al mondo , e rimedierà efficacemente ai mali che travagliano l ' umanità . Carità e giustizia debbono operare insieme 49 . Ma la carità non sarà mai vera carità se non terrà sempre conto della giustizia . L ' Apostolo insegna che " chi ama il prossimo , ha adempiuto la legge " ; e ne da la ragione : " poiché il Non fornicare , Non uccidere , Non rubare ... e qualsiasi altro precetto , si riassume in questa formula : Amerai il tuo prossimo come te stesso " ( Rm 13 , 8-9 ) . Se dunque , secondo l ' Apostolo , tutti i doveri si riducono al solo precetto della vera carità , anche quelli che sono di stretta giustizia , come il non uccidere e il non rubare ; una carità che privi l ' operaio del salario a cui ha stretto diritto , non è carità , ma un vano nome e una vuota speranza di carità . Né l ' operaio ha bisogno di ricevere come elemosina ciò che a lui tocca per giustizia ; né si può tentare di esimersi dai grandi doveri imposti dalla giustizia con piccoli doni di misericordia . Carità e giustizia impongono dei doveri , spesso circa la stessa cosa , ma sotto diverso aspetto ; e gli operai , a questi doveri altrui che li riguardano , sono giustamente sensibili per ragione della loro stessa dignità . Invito agli imprenditori cristiani ad osservare l ' insegnamento sociale della Chiesa 50 . Perciò Ci rivolgiamo in modo particolare a voi , padroni e industriali cristiani , il cui compito è spesso tanto difficile perché voi portate la pesante eredità degli errori di un regime economico iniquo che ha esercitato il suo rovinoso influsso durante più generazioni ; siate voi stessi memori della vostra responsabilità . E purtroppo vero che il modo di agire di certi ambienti cattolici ha contribuito a scuotere la fiducia dei lavoratori nella religione di Gesù Cristo . Essi non volevano capire che la carità cristiana esige il riconoscimento di certi diritti , che sono dovuti all ' operaio e che la Chiesa li ha esplicitamente riconosciuti . Come è da giudicarsi l ' operato di quei padroni cattolici , i quali in qualche luogo sono riusciti ad impedire la lettura della Nostra Enciclica Quadragesimo anno , nelle loro chiese patronali ? o di quegli industriali cattolici che si sono mostrati fino ad oggi gli avversari di un movimento operaio da Noi stessi raccomandato ? E non è da deplorare che il diritto di proprietà , riconosciuto dalla Chiesa , sia stato talvolta usato per defraudare l ' operaio del suo giusto salario e de ' suoi diritti sociali ? La giustizia sociale è il segno della salute del corpo sociale 51 . Difatti , oltre la giustizia commutativa , vi è pure la giustizia sociale , che impone anch ' essa dei doveri a cui non si possono sottrarre né i padroni né gli operai . Ed è appunto proprio della giustizia sociale l ' esigere dai singoli tutto ciò che è necessario al bene comune . Ma come nell ' organismo vivente non viene provvisto al tutto , se non si dà alle singole parti e alle singole membra tutto ciò di cui esse abbisognano per esercitare le loro funzioni ; così non si può provvedere all ' organismo sociale e al bene di tutta la società se non si dà alle singole parti e ai singoli membri , cioè uomini dotati della dignità di persone , tutto quello che devono avere per le loro funzioni sociali . Se si soddisferà anche alla giustizia sociale , un ' intensa attività di tutta la vita economica svolta nella tranquillità e nell ' ordine ne sarà il frutto e dimostrerà la sanità del corpo sociale , come la sanità del corpo umano si riconosce da una imperturbata e insieme piena e fruttuosa attività di tutto l ' organismo . La giustizia sociale esige che gli operai dispongano anche di una serie di provvidenze 52 . Ma non si può dire di aver soddisfatto alla giustizia sociale se gli operai non hanno assicurata la propria sostentazione e quella delle proprie famiglie con un salario proporzionato a questo fine ; se non si facilita loro l ' occasione di acquistare qualche modesta fortuna , prevenendo così la piaga del pauperismo universale ; se non si prendono provvedimenti a loro vantaggio , con assicurazioni pubbliche o private , per il tempo della loro vecchiaia , della malattia o della disoccupazione . In una parola , per ripetere quello che abbiamo detto nella Nostra Enciclica Quadragesimo anno : " allora l ' economia sociale veramente sussisterà e otterrà i suoi fini , quando a tutti e singoli soci saranno somministrati tutti i beni che si possono apprestare con le forze e i sussidi della natura , con l ' arte tecnica , con la costituzione sociale del fatto economico ; i quali beni debbono essere tanti quanti sono necessari sia a soddisfare ai bisogni e alle oneste comodità sia a promuovere gli uomini a quella più felice condizione di vita , che , quando la cosa si faccia prudentemente , non solo non è d ' ostacolo alla virtù , ma grandemente la favorisce " ( Enciclica Quadragesimo anno , del 15 maggio 1931 : A.A.S. , vol . XXIII ( 1931 ) , p . 202 ) . Realizzare associazioni tra datori di lavoro per adempiere i doveri di giustizia 53 . Se poi , come avviene sempre più frequentemente nel salariato , la giustizia non può essere osservata dai singoli , se non a patto che tutti si accordino a praticarla insieme mediante istituzioni che uniscano tra loro i datori di lavoro , per evitare tra essi una concorrenza incompatibile con la giustizia dovuta ai lavoratori , il dovere degli impresari e padroni è di sostenere e di promuovere queste istituzioni necessarie , che diventano il mezzo normale per poter adempiere i doveri di giustizia . Ma anche i lavoratori si ricordino dei loro obblighi di carità e di giustizia verso i datori di lavoro , e siano persuasi che con questo salvaguarderanno meglio anche i propri interessi . Necessità di istituzioni professionali e interprofessionali 54 . Se dunque si considera l ' insieme della vita economica , - come l ' abbiamo già notato nella Nostra Enciclica Quadragesimo anno , - non si potrà far regnare nelle relazioni economico - sociali la mutua collaborazione della giustizia e della carità , se non per mezzo di un corpo di istituzioni professionali e interprofessionali su basi solidamente cristiane , collegate tra loro e formanti , sotto forme diverse e adattate ai luoghi e circostanze , quello che si diceva la corporazione . Studio e diffusione della dottrina sociale cristiana 55 . Per dare a questa azione sociale una più grande efficacia , è molto necessario di promuovere lo studio dei problemi sociali alla luce della dottrina della Chiesa e diffonderne gli insegnamenti sotto l ' egida dell ' Autorità di Dio costituita nella Chiesa stessa . Se il modo di agire di taluni cattolici ha lasciato a desiderare nel campo economico - sociale , ciò stesso avvenne perché essi non hanno abbastanza conosciuto e meditato gli insegnamenti dei Sommi Pontefici su questo argomento . Perciò è sommamente necessario che in tutti i ceti della società si promuova una più intensa formazione sociale corrispondente al diverso grado di cultura intellettuale , e si procuri con ogni sollecitudine e industria la più larga diffusione degli insegnamenti della Chiesa anche tra la classe operaia . Siano illuminate le menti alla luce sicura della dottrina cattolica e inclinate le volontà a seguirla e ad applicarla come norma del retto vivere , per l ' adempimento coscienzioso dei molteplici doveri sociali , opponendosi così a quella incoerenza e discontinuità nella vita cristiana da Noi varie volte lamentata , per cui taluni , mentre sono apparentemente fedeli all ' adempimento dei loro doveri religiosi , nel campo poi del lavoro o dell ' industria o della professione o nel commercio o nell ' impiego , per un deplorevole sdoppiamento di coscienza , conducono una vita troppo difforme dalle norme così chiare della giustizia e della carità cristiana , procurando in tal modo grave scandalo ai deboli e offrendo ai cattivi facile pretesto di screditare la Chiesa stessa . Il ruolo della stampa cattolica nell ' opera di rinnovamento 56 . Grande contributo a questo rinnovamento può rendere la stampa cattolica . Essa può e deve dapprima procurare in vari e attraenti modi di far sempre meglio conoscere la dottrina sociale , informare con esattezza ma anche con la debita ampiezza sull ' attività dei nemici , e riferire sui mezzi di combattere che si sono mostrati i più efficaci in varie regioni , proporre utili suggerimenti e mettere in guardia contro le astuzie e gli inganni coi quali i comunisti procurano , e sono già riusciti ad attrarre a sé uomini in buona fede . Premunirsi contro le insidie del comunismo 57 . Su questo punto abbiamo già insistito nella Nostra Allocuzione del 12 maggio dell ' anno scorso , ma crediamo necessario , Venerabili Fratelli , di dover in modo particolare richiamarvi sopra di nuovo la vostra attenzione . Il comunismo nel principio si mostrò quale era in tutta la sua perversità , ma ben presto si accorse che in tale modo allontanava da sé i popoli e perciò ha cambiato tattica e procura di attirare le folle con vari inganni nascondendo i propri disegni dietro idee che in sé sono buone ed attraenti . Così vedendo il comune desiderio di pace , i capi del comunismo fingono di essere i più zelanti fautori e propagatori del movimento per la pace mondiale ; ma nello stesso tempo eccitano a una lotta di classe che fa correre fiumi di sangue , e sentendo di non avere interna garanzia di pace , ricorrono ad armamenti illimitati . Così , sotto vari nomi che neppure alludono al comunismo , fondano associazioni e periodici che servono poi unicamente a far penetrare le loro idee in ambienti altrimenti a loro non facilmente accessibili ; anzi procurano con perfidia di infiltrarsi in associazioni cattoliche e religiose . Così altrove , senza punto recedere dai loro perversi principi , invitano i cattolici a collaborare seco sul campo così detto umanitario e caritativo , proponendo talvolta anche cose del tutto conformi allo spirito cristiano e alla dottrina della Chiesa . Altrove poi spingono l ' ipocrisia fino a far credere che il comunismo in paesi di maggior fede o di maggior cultura assumerà un altro aspetto più mite , non impedirà il culto religioso e rispetterà la libertà delle coscienze . Vi sono anzi di quelli che riferendosi a certi cambiamenti introdotti recentemente nella legislazione sovietica , ne concludono che il comunismo stia per abbandonare il suo programma di lotta contro Dio . Non è ammessa alcuna collaborazione con il comunismo 58 . Procurate , Venerabili Fratelli , che i fedeli non si lascino ingannare ! Il comunismo è intrinsecamente perverso e non si può ammettere in nessun campo la collaborazione con lui da parte di chiunque voglia salvare la civilizzazione cristiana . E se taluni indotti in errore cooperassero alla vittoria del comunismo nel loro paese , cadranno per i primi come vittime del loro errore e quanto più le regioni dove il comunismo riesce a penetrare si distinguono per l ' antichità e la grandezza della loro civiltà cristiana , tanto più devastatore vi si manifesterà l ' odio dei " senza Dio " . Preghiera e penitenza 59 . Ma " se il Signore non sarà il custode della città , indarno veglia colui che la custodisce " ( Sal 126 , 1 ) . Perciò , come ultimo e potentissimo rimedio , vi raccomandiamo , Venerabili Fratelli , di promuovere e intensificare nel modo più efficace nelle vostre diocesi lo spirito di preghiera congiunta con la cristiana penitenza . Quando gli Apostoli chiesero al Salvatore perché non avessero essi potuto liberare dello spirito maligno un demoniaco , il Signore rispose : " Demoni siffatti non si scacciano , se non con la preghiera e col digiuno " ( Mt 17 , 21 ) . Anche il male che oggi tormenta l ' umanità non potrà esser vinto se non da una universale santa crociata di preghiera e di penitenza ; e raccomandiamo singolarmente agli Ordini contemplativi , maschili e femminili , di raddoppiare le loro suppliche e i loro sacrifici per impetrare dal Cielo alla Chiesa un valido soccorso nelle lotte presenti , con la possente intercessione della Vergine Immacolata , la quale , come un giorno schiacciò il capo all ' antico serpente , così è sempre il sicuro presidio e l ' invincibile " Aiuto dei Cristiani " . Ai sacerdoti il compito di tenere accesa la fiaccola della fede 60 . Per l ' opera mondiale di salute che siamo venuti tracciando e per l ' applicazione dei rimedi che abbiamo brevemente indicati , ministri e operai evangelici designati dal divino Re Gesù Cristo sono in prima linea i sacerdoti . Ad essi , per vocazione speciale , sotto la guida dei sacri Pastori e in unione di filiale obbedienza al Vicario di Cristo in terra , è affidato il compito di tenere accesa nel mondo la fiaccola della fede e di infondere nei fedeli quella soprannaturale fiducia colla quale la Chiesa nel nome di Cristo ha combattuto e vinto tante battaglie . " Questa è la vittoria che vince il mondo , la fede nostra " ( 1Gv 5 , 4 ) . I sacerdoti esortati ad operare a vantaggio dei poveri e degli operai 61 . In modo particolare ricordiamo ai sacerdoti l ' esortazione del Nostro Predecessore Leone XIII , tante volte ripetuta , di andare all ' operaio ; esortazione che Noi facciamo Nostra e completiamo : " Andate all ' operaio , specialmente all ' operaio povero , e in generale , andate ai poveri " , seguendo in ciò gli ammaestramenti di Gesù e della sua Chiesa . I poveri difatti sono i più insidiati dai mestatori , che sfruttano la loro misera condizione per accenderne la invidia contro i ricchi ed eccitarli a prendersi con la forza quello che sembra loro ingiustamente negato dalla fortuna ; e se il sacerdote non va agli operai , ai poveri , per premunirli o disingannarli dai pregiudizi e dalle false teorie , essi diventeranno facile preda degli apostoli del comunismo . Utilizzare nuove forme di apostolato per riguadagnare a Cristo le masse operaie 62 . Non possiamo negare che molto si è fatto in questo senso , specialmente dopo le Encicliche Rerum novarum e Quadragesimo anno ; e con paterna compiacenza salutiamo le industriose cure pastorali di tanti Vescovi e Sacerdoti , che vanno escogitando e provando , sia pure con le debite prudenti cautele , nuovi metodi di apostolato meglio corrispondenti alle esigenze moderne . Ma tutto questo è ancora troppo poco al bisogno presente . Come , quando la patria è in pericolo , tutto ciò che non è strettamente necessario o non è direttamente ordinato all ' urgente bisogno della difesa comune , passa in seconda linea ; così anche nel caso nostro , ogni altra opera , per quanto bella e buona , deve cedere il posto alla vitale necessità di salvare le basi della fede e civiltà cristiana . E quindi nelle parrocchie i sacerdoti , pur dando naturalmente quello che è necessario alla cura ordinaria dei fedeli , riservino il più e il meglio delle loro forze e della loro attività a riguadagnare le masse dei lavoratori a Cristo e alla Chiesa e a far penetrare lo spirito cristiano negli ambienti che ne sono più alieni . Essi poi , nelle masse popolari troveranno una corrispondenza e un ' abbondanza di frutti inaspettata , che li compenserà del duro lavoro del primo dissodamento ; come abbiamo visto e vediamo in Roma e in molte altre metropoli , dove al sorgere di nuove chiese nei quartieri periferici si vanno raccogliendo zelanti comunità parrocchiali e si operano veri miracoli di conversioni tra popolazioni che erano ostili alla religione solo perché non la conoscevano . L ' apostolato più efficace è dato dai sacerdoti che vivono in povertà e umiltà 63 . Ma il più efficace mezzo di apostolato tra le folle dei poveri e degli umili è l ' esempio del sacerdote , l ' esempio di tutte le virtù sacerdotali , quali le abbiamo descritte nella Nostra Enciclica Ad catholici sacerdotii ( del 20 dicembre 1935 : A.AS . , vol . XXVIII ( 1936 ) , pp . 5-53 ) , ma nel caso presente in modo speciale è necessario un luminoso esempio di vita umile , povera , disinteressata , copia fedele del Divin Maestro che poteva proclamare con divina franchezza : " Le volpi hanno delle tane e gli uccelli dell ' aria dei nidi , ma il Figliuolo dell ' uomo non ha dove posare il capo " ( Mt 8 , 20 ) . Un sacerdote veramente ed evangelicamente povero e disinteressato fa miracoli di bene in mezzo al popolo , come un S . Vincenzo de ' Paoli , un Curato d ' Ars , un Cottolengo , un Don Bosco e tanti altri ; mentre un sacerdote avaro e interessato , come abbiamo ricordato nella già citata Enciclica , anche se non precipita come Giuda nel baratro del tradimento , sarà per lo meno un vano " bronzo risonante " e un inutile " cembalo squillante " ( 1Cor 13 , 1 ) , e troppo spesso un impedimento piuttosto che uno strumento di grazia in mezzo al popolo . E se il sacerdote secolare o regolare per obbligo del suo ufficio deve amministrare dei beni temporali , si ricordi che non soltanto deve scrupolosamente osservare tutto ciò che prescrive la carità e la giustizia , ma deve mostrarsi in modo particolare veramente un padre dei poveri . Invito all ' Azione cattolica per un apostolato sociale 64 . Dopo che al Clero , Noi rivolgiamo il Nostro paterno invito ai carissimi figli Nostri del laicato , che militano nelle file della tanto a Noi diletta Azione Cattolica , che dichiarammo in altra occasione ( 12 maggio 1936 ) " un sussidio particolarmente provvidenziale " all ' opera della Chiesa in queste contingenze tanto difficili . Infatti l ' Azione Cattolica è pure apostolato sociale , in quanto tende a diffondere il Regno di Gesù Cristo non solo negli individui , ma anche nelle famiglie e nella società . Deve perciò anzi tutto attendere a formare con cura speciale i suoi soci e prepararli alle sante battaglie del Signore . A tale lavoro formativo , quanto mai urgente e necessario , che si deve sempre premettere all ' azione diretta e fattiva , serviranno certamente i circoli di studio , le settimane sociali , corsi organici di conferenze e tutte quelle altre iniziative atte a far conoscere la soluzione dei problemi sociali in senso cristiano . I membri dell ' Azione cattolica sono i primi apostoli dei compagni di lavoro 65 . Militi dell ' Azione Cattolica così ben preparati ed addestrati saranno i primi ed immediati apostoli dei loro compagni di lavoro e diventeranno i preziosi ausiliari del sacerdote per portare la luce della verità e sollevare le gravi miserie materiali e spirituali , in innumerevoli zone refrattarie alla azione del ministro di Dio , o per inveterati pregiudizi contro il Clero o per deplorevole apatia religiosa . Si coopererà in tal modo , sotto la guida di sacerdoti particolarmente esperti , a quella assistenza religiosa alle classi lavoratrici , che Ci sta tanto a cuore , come il mezzo più adatto per preservare quei Nostri diletti figli dall ' insidia comunista . L ' Azione cattolica deve operare anche con una vasta propaganda orale e scritta 66 . Oltre a questo apostolato individuale , spesse volte nascosto , ma oltre modo utile ed efficace , è compito dell ' Azione Cattolica fare con la propaganda orale e scritta una larga seminagione dei princìpi fondamentali che servano alla costruzione di un ordine sociale cristiano , quali risultano dai documenti Pontifici . Organizzazioni ausiliarie 67 . Attorno all ' Azione Cattolica si schierano le organizzazioni che Noi abbiamo già salutato come ausiliarie della stessa . Anche queste così utili organizzazioni , Noi esortiamo con paterno affetto a consacrarsi alla grande missione di cui trattiamo , che attualmente supera tutte le altre per la sua vitale importanza . Organizzazioni di classe 68 . Noi pensiamo altresì a quelle organizzazioni di classe : di lavoratori , di agricoltori , di ingegneri , di medici , di padroni , di studiosi , e altre simili ; uomini e donne , i quali vivono nelle stesse condizioni culturali e quasi naturalmente sono stati riuniti in gruppi omogenei . Proprio questi gruppi e queste organizzazioni sono destinate ad introdurre quell ' ordine nella società , che Noi abbiamo avuto di mira nella Nostra Enciclica Quadragesimo anno , e a diffondere così il riconoscimento della regalità di Cristo nei diversi campi della cultura e del lavoro . L ' Azione cattolica deve operare in campo sociale anche con lo studio dei nuovi problemi 69 . Che se , per le mutate condizioni della vita economica e sociale , lo Stato si è creduto in dovere di intervenire fino ad assistere e regolare direttamente tali istituzioni con particolari disposizioni legislative , salvo il rispetto doveroso delle libertà e delle iniziative private ; anche in tali circostanze l ' Azione Cattolica non può tenersi estranea alla realtà , ma deve dare con saggezza il suo contributo di pensiero , con lo studio dei nuovi problemi alla luce della dottrina cattolica , e di attività con la partecipazione leale e volenterosa dei suoi inscritti alle nuove forme ed istituzioni , portando in esse lo spirito cristiano , che è sempre principio di ordine e di mutua e fraterna collaborazione . Appello agli operai cattolici 70 . Una parola particolarmente paterna vorremmo qui indirizzare ai Nostri cari operai cattolici , giovani e adulti , i quali forse in premio della loro fedeltà talvolta eroica in questi tempi tanto difficili , hanno ricevuto una missione molto nobile e ardua . Sotto la guida dei loro Vescovi e dei loro Sacerdoti , essi devono ricondurre alla Chiesa e a Dio quelle moltitudini di loro fratelli di lavoro , i quali , esacerbati per non essere stati compresi o trattati con la dignità alla quale avevano diritto , si sono allontanati da Dio . Gli operai cattolici col loro esempio , con le loro parole , dimostrino a questi loro fratelli traviati , che la Chiesa è una tenera Madre per tutti quelli che lavorano e soffrono , e non ha mai mancato , né mai mancherà al suo sacro dovere materno di difendere i suoi figli . Se questa missione , che essi debbono compiere nelle miniere , nelle fabbriche , nei cantieri , dovunque si lavora , richiede alle volte dei grandi sacrifizi , si ricorderanno che il Salvatore del mondo ha dato non solo l ' esempio del lavoro , ma anche quello del sacrificio . Necessità della concordia tra i cattolici 71 . A tutti i Nostri figli poi , d ' ogni classe sociale , d ' ogni nazione , di ogni gruppo religioso e laico nella Chiesa , vorremmo indirizzare un nuovo e più urgente appello alla concordia . Più volte il Nostro cuore paterno è stato addolorato dalle divisioni spesso futili nelle loro cause , ma sempre tragiche nelle loro conseguenze , che mettono alle prese i figli d ' una stessa Madre , la Chiesa . Così si vede che i sovversivi , che non sono tanto numerosi , approfittando di queste discordie , le rendono più acute , e finiscono per gettare gli stessi cattolici gli uni contro gli altri . Dopo gli avvenimenti di questi ultimi mesi , dovrebbe sembrare superfluo il Nostro monito . Lo ripetiamo però una volta ancora per quelli che non hanno capito , o forse non vogliono capire . Quelli che lavorano ad aumentare le discordie fra cattolici prendono sopra di sé una terribile responsabilità dinanzi a Dio e alla Chiesa . Appello a quanti credono in Dio 72 . Ma a questa lotta impegnata dal potere delle tenebre contro l ' idea stessa della Divinità , Ci è caro sperare che , oltre tutti quelli che si gloriano del nome di Cristo , si oppongano pure validamente quanti ( e sono la stragrande maggioranza dell ' umanità ) credono ancora in Dio e lo adorano . Rinnoviamo quindi l ' appello che già lanciammo cinque anni or sono nella Nostra Enciclica Caritate Christi , affinché essi pure lealmente e cordialmente concorrano da parte loro " per allontanare dall ' umanità il grande pericolo che minaccia tutti " . Poiché - come allora dicevamo , - siccome " il credere in Dio è il fondamento incrollabile di ogni ordinamento sociale e di ogni responsabilità sulla terra , perciò tutti quelli che non vogliono l ' anarchia e il terrore devono energicamente adoperarsi perché i nemici della religione non raggiungano lo scopo da loro così apertamente proclamato " ( Enciclica Caritate Christi , del 3 maggio 1932 : A.A.S. , vol . XXIV ( 1932 ) , p . 184 ) . Doveri dello Stato cristiano : aiutare la Chiesa ad opporsi al comunismo 73 . Abbiamo esposto , Venerabili Fratelli , il compito positivo , l ' ordine dottrinale insieme e pratico , che la Chiesa si assume per la sua stessa missione affidatale da Cristo , di edificare la società cristiana e , ai nostri tempi , di oppugnare e infrangere gli sforzi del comunismo ; e abbiamo fatto appello a tutte e singole le classi della società . A questa medesima impresa spirituale della Chiesa lo Stato cristiano deve pure positivamente concorrere , aiutando in tale compito la Chiesa coi mezzi a lui propri , i quali , benché siano mezzi esterni , non mirano meno , in primo luogo al bene delle anime . Negli stati cristiani deve essere impedita la propaganda atea e senza alcuna legge morale 74 . Perciò gli Stati porranno ogni cura per impedire che una propaganda atea , la quale sconvolge tutti i fondamenti dell ' ordine , faccia strage nei loro territori , perché non si potrà avere autorità sulla terra , se non viene riconosciuta l ' autorità della Maestà divina , né sarà fermo il giuramento , se non si giura nel nome del Dio vivente . Noi ripetiamo ciò che spesso e così insistentemente abbiamo detto , nominatamente nella Nostra Enciclica Caritate Christi : " Come può sostenersi un contratto qualsiasi e quale valore può avere un trattato , dove manchi ogni garanzia di coscienza ? E come si può parlare di garanzia di coscienza , dove è venuta meno ogni fede in Dio , ogni timor di Dio ? Tolta questa base , ogni legge morale cade con essa e non vi è più nessun rimedio che possa impedire la graduale ma inevitabile rovina dei popoli , della famiglia , dello Stato , della stessa umana civiltà " (A.A.S., vol . XXIV ( 1932 ) , p . 190 ) . Prendere provvedimenti per il bene comune 75 . Inoltre lo Stato deve mettere ogni cura per creare quelle condizioni materiali di vita senza cui un ' ordinata società non può sussistere , e per fornire lavoro specialmente ai padri di famiglia e alla gioventù . S ' inducano a questo fine le classi possidenti ad assumersi , per la urgente necessità del bene comune , quei pesi , senza cui la società umana non può essere salvata né esse stesse potrebbero trovar salvezza . I provvedimenti però che lo Stato prende a questo fine , devono essere tali che colpiscano davvero quelli che di fatto hanno nelle loro mani i maggiori capitali e vanno continuamente aumentandoli con grave danno altrui . Richiamo ad operare con una prudente e sobria amministrazione pubblica 76 . Lo Stato medesimo , memore della sua responsabilità davanti a Dio e alla società , con una prudente e sobria amministrazione sia di esempio a tutti gli altri . Oggi più che mai la gravissima crisi mondiale esige che quelli che dispongono di fondi enormi , frutto del lavoro e del sudore di milioni di cittadini , abbiano sempre davanti agli occhi unicamente il bene comune e siano intenti a promuoverlo quanto più è possibile . Anche i funzionari dello Stato e tutti gli impiegati adempiano per obbligo di coscienza i loro doveri con fedeltà e disinteresse , seguendo i luminosi esempi antichi e recenti di uomini insigni , che con indefesso lavoro sacrificarono tutta la loro vita per il bene della patria . Nel commercio poi dei popoli fra loro , si procuri sollecitamente di rimuovere quegli impedimenti artificiali della vita economica , che promanano dal sentimento della diffidenza e dell ' odio , ricordandosi che tutti i popoli della terra formano un ' unica famiglia di Dio . Lasciare libertà alla Chiesa nel compimento della sua missione 77 . Ma nello stesso tempo lo Stato deve lasciare alla Chiesa la piena libertà di compiere la sua divina e del tutto spirituale missione per contribuire con ciò stesso potentemente a salvare i popoli dalla terribile tormenta dell ' ora presente . Si fa oggi dappertutto un angoscioso appello alle forze morali e spirituali , e ben a ragione , perché il male che si deve combattere è prima di tutto , considerato nella sua prima sorgente , un male di natura spirituale , ed è da questa sorgente che sgorgano per una logica diabolica tutte le mostruosità del comunismo . Ora , tra le forze morali e religiose eccelle incontestabilmente la Chiesa Cattolica ; e perciò il bene stesso dell ' umanità esige che non si pongano impedimenti alla sua operosità . Operando solo con mezzi economici e politici lo Stato non raggiunge lo scopo del bene comune 78 . Se si agisce altrimenti e si pretende in pari tempo di raggiungere lo scopo con mezzi puramente economici e politici , si è in balìa di un errore pericoloso . E quando si esclude la religione dalla scuola , dall ' educazione , dalla vita pubblica e si espongono a ludibrio i rappresentanti del cristianesimo e i suoi sacri riti , non si promuove forse quel materialismo donde germoglia il comunismo ? Né la forza , neppure la meglio organizzata , né gli ideali terreni , siano pur essi i più grandi e i più nobili , possono padroneggiare un movimento , che getta le sue radici proprio nella troppa stima dei beni del mondo . Appello ai governanti a non porre impedimenti alla missione della Chiesa 79 . Confidiamo che quelli che dirigono le sorti delle nazioni , per poco che sentano il pericolo estremo da cui oggi sono minacciati i popoli , sentiranno sempre meglio il supremo dovere di non impedire la Chiesa di compiere la sua missione ; tanto più che nel compierla , mentre mira alla felicità eterna dell ' uomo , essa lavora inseparabilmente anche alla vera felicità temporale . Appello paterno ai seguaci del comunismo 80 . Ma non possiamo porre fine a questa Lettera Enciclica senza rivolgere una parola a quegli stessi Nostri figli che sono già intaccati quasi dal male comunista . Li esortiamo vivamente ad ascoltare la voce del Padre che li ama ; e preghiamo il Signore che li illumini affinché abbandonino la via sdrucciolevole che travolge tutti in una immensa catastrofica rovina e riconoscano anch ' essi che l ' unico Salvatore è Gesù Cristo Signor Nostro : " perché non c ' è sotto il cielo alcun altro nome dato agli uomini , dal quale possiamo aspettarci d ' esser salvati " ( At 4 , 12 ) . Conclusione . S . Giuseppe modello e patrono della classe operaia 81 . E per affrettare la tanto da tutti desiderata " Pace di Cristo nel Regno di Cristo " ( Enciclica Ubi arcano , del 23 dicembre 1922 : A.A.S. , vol . XIV ( 1922 ) , p . 619 ) poniamo la grande azione della Chiesa Cattolica contro il comunismo ateo mondiale sotto l ' egida del potente Protettore della Chiesa , S.Giuseppe . Egli appartiene alla classe operaia ed ha sperimentato il peso della povertà , per sé e per la Sacra Famiglia , di cui era il capo vigile ed affettuoso ; a lui fu affidato il Fanciullo divino , quando Erode sguinzagliò contro di Lui i suoi sicari . Con una vita di fedelissimo adempimento del dovere quotidiano , ha lasciato un esempio a tutti quelli che devono guadagnarsi il pane col lavoro delle loro mani e meritò di esser chiamato il Giusto , esempio vivente di quella giustizia cristiana , che deve dominare nella vita sociale . 82 . Con gli occhi rivolti in alto , la nostra fede vede i nuovi cieli e la nuova terra , di cui parla il primo Nostro Antecessore , S . Pietro . Mentre le promesse dei falsi profeti in questa terra si spengono nel sangue e nelle lacrime , risplende di celeste bellezza la grande apocalittica profezia del Redentore del mondo : « Ecco , Io faccio nuove tutte le cose » . Non Ci resta , Venerabili Fratelli , che alzare le mani paterne e fare scendere sopra di Voi , sopra il Vostro Clero e popolo , su tutta la grande Famiglia Cattolica , l ' Apostolica Benedizione . Dato a Roma , presso S . Pietro , nella festa di San Giuseppe , Patrono della Chiesa Universale , il dì 19 di marzo del 1937 , l ' anno XVI del Nostro pontificato .