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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Montanelli Indro"
Molti, moltissimi lettori ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Molti , moltissimi lettori ci hanno fatto la stessa richiesta di Corrado Reboa . In effetti , il catastrofico sisma che colpì il Meridione , danneggiò anche lo stabilimento tipografico di Pompei dove si stampa , in foto - trasmissione , il Giornale destinato al Centro - Sud e alle Isole . Il nostro spazio è avarissimo , specie in queste giornate che richiamano la nostra particolare attenzione sull ' angoscio so dramma che si vive nelle zone terremotate . Tuttavia , l ' unico modo che ho di soddisfare le richieste dei lettori è quello di ripetere - in corpo tipografico più piccolo - il mio articolo del 24 novembre . Coloro che lo hanno già letto comprenderanno e mi perdoneranno questa replica , peraltro doverosa . Ecco quello che scrissi a Mazzotta e a Segni , sotto il titolo : « Proposta di bucato » . Non abbiamo nulla da obbiettare alla lettera , da noi ieri pubblicata , degli onorevoli Mazzotta e Segni . La sottoscriviamo in pieno . Vorremmo soltanto completarne il discorso da un ' ottica laica e non di partito . Premessa . Mazzotta e Segni appartengono , anzi sono i capifila , di quel gruppo di giovani democristiani che alle ultime elezioni noi additammo alle « preferenze » degli elettori . Allora si chiamarono « i cento » , e se ne parlò con dileggio . Si disse che i cento non erano in realtà più di trenta , e che presto anche quei trenta si sarebbero dissolti nelle varie « correnti » al servizio dei vari capataz . Non è stato così . Alcuni , è vero , forse parecchi , si sono persi per strada . Ma ben più di trenta sono quelli che , rimasti per conto loro , fanno capo non a una « corrente » , ma a un centro di studi , « Proposta » . Rappresentano la riserva più intatta della Dc , l ' unica su cui non ci sono ombre né schizzi di fango . E vi sembra poco , coi tempi che corrono ? Coloro che li hanno votati non hanno di che pentirsene . E nemmeno noi per averli indicati . E ora veniamo al contenuto della loro lettera sulla crisi che ci travaglia . Probabilmente essi hanno ragione quando dicono , con Forlani , che in tutti questi scandali , c ' è più fumo che arrosto , e che non ci si può lasciare travolgere da un accesso di furore , forse artatamente provocato da gente che ha interesse a un generale Kaput . Dopodiché però bisogna spiegare come mai la pubblica opinione si è lasciata incendiare fino a questo punto , che è un gran brutto e pericoloso punto . Noi arrossiamo di dover riferire certe cose . Ma se per strada , nei caffè , nelle case si sente dire ( e noi lo abbiamo sentito ) : « Ma allora forse hanno ragione i terroristi » , qualche motivo ci dev ' essere . Di questi motivi , Segni e Mazzotta ne hanno individuati alcuni , sui quali consentiamo in pieno . 1° ) La prevalenza assunta nei partiti dagli apparati che , chiusi nel loro palazzo o palazzetto , perdono ogni contatto non solo con l ' elettorato , ma anche coi militanti , e si tramutano in mafie . 2° ) La degenerazione delle « correnti » in meri strumenti di potere che fatalmente riducono la lotta politica a una lotta di cosche . 3° ) La metastasi della politica nel campo dell ' economia grazie all ' estendersi dell ' impresa pubblica . Lottizzata dai partiti , questa impresa non produce né può produrre altro che ladri ( questo non lo dicono Segni e Mazzotta , ma lo dico io ) : coloro che , alla testa di un ente di Stato , non lo diventano , meriterebbero una decorazione . Secondo noi però , a corrompere il sistema , c ' è anche un quarto fattore , che è la sua ibernazione . E mi spiego . In nessuna democrazia occidentale nessun partito rimane al potere più di due , cinque , al massimo dieci anni . Poi va all ' opposizione , e lì fa il bucato : si rivedono i programmi , si lavano i panni , si cambiano i capi , e anche quelli confermati , non avendo più il potere in mano , non offrono più pretesti a farsi « chiacchierare » , e così si rinverginano . In Italia la democrazia cristiana è al potere ininterrottamente da trentadue anni . E tutti sappiamo di essere condannati a tenercela , almeno fin quando il partito comunista resta qual è , cioè a perdita d ' occhio . Non c ' è partito né uomo che possano resistere a una simile prova . Andreotti disse un giorno che il potere logora chi non ce l ' ha . Come battuta , è buona . Come verità , un po ' meno . Ed egli stesso del resto ne incarna la smentita . Proprio perché è l ' uomo di potere di più lungo e continuo corso , Andreotti si trova a fare , di tutti gli scandali nazionali , il Sospettato n ° 1 , e la gente è convinta che nel suo armadio ci sia non qualche scheletro , ma un ossario . Probabilmente è tutto falso , come le voci su Bisaglia e su tanti altri il cui nome è stato trascinato nella melma . Probabilmente , ripeto , ha ragione Forlani quando dice che in questa Danimarca il puzzo di marcio soverchia il marcio . Ma né lui né Piccoli s ' illudano di potersela cavare con le solite « commissioni d ' inchiesta » . Stavolta ci vuol altro . Ci vuole il ricambio . E siccome il ricambio la Dc non può farlo con un ' altra forza politica perché non ce n ' è nessuna in grado di sostituirla come partito di governo , bisogna che lo faccia dentro di sé , nei propri quadri , che le dia un volto nuovo , una immagine diversa . Nella intervista che ci ha dato ieri , Piccoli sostiene che a questo la Dc ha già provveduto . Francamente , non ce ne siamo accorti . E questo è grave perché la « questione morale » - ci creda l ' on. Piccoli - non è soltanto , ma è anche , e forse principalmente una questione di cosmesi . Ci sono delle facce nella Dc che dopo decenni di primi piani , uno non può guardarle senza pensare con nostalgia ai carabinieri . E ' ingiusto , lo so . Ma è umano , e bisogna accettarlo .
Caro Giardini ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro Giardini , il motivo per cui non pubblichiamo più notizie dall ' Afghanistan è molto semplice : che di notizie non ce ne sono . Occupato il Paese , i russi lo hanno completamente isolato dal resto del mondo , non vi lasciano entrare i giornalisti , non ne lasciano uscire nessuno . E che notizie possiamo dare , in queste condizioni ? L ' Afghanistan è ormai come la Cambogia . Anche lì sappiamo che si sta perpetrando uno spaventoso genocidio . Ma non abbiamo elementi per descriverlo . Ogni tanto qualcuno scappa e racconta . Noi registriamo , e poi torna il silenzio . E ' verissimo che questo silenzio giova ai comunisti di tutto il mondo , e particolarmente ai nostri . Ma è proprio su questo che giuoca la loro propaganda . Essi sanno che quando i carri armati sovietici schiacciano un Paese , il mondo strilla ; ma che poi , chiuso il rubinetto delle notizie , gli strilli cessano , per mancanza di alimento . Infatti , cosa potremmo dire dell ' Afghanistan ? Che è stato occupato con la violenza , lo sappiamo . Che vi hanno istaurato un regime poliziesco e persecutorio , lo sappiamo . Non possiamo ripeterlo ogni giorno . Il confronto con gli americani nel Vietnam non regge : gli americani lasciavano alla stampa piena libertà d ' inchiesta , d ' indagine , d ' informazione e di commento , fino ad allevarsi in corpo e a fornire tutte le facilitazioni anche ai loro peggiori denigratori . Bisogna dire che ne sono stati molto mal ripagati . Ma da chi ? Dai cialtroni . Le persone oneste e di buon senso devono riconoscere che proprio in questo rispetto della libertà di critica sta la superiorità degli americani sui russi e loro affini . Ma per tornare alla sua critica : le sembra proprio , caro Giardini , che questo giornale la meriti ?
Caro Scansini ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro Scansini , non credo che la Rai l ' abbia con noi . Credo soltanto che i suoi dirigenti e operatori siano paralizzati dalla paura di dimostrare che non l ' hanno con noi . I partiti ai quali devono i loro posti e carriere li obbligano a darci l ' ostracismo , e loro ce lo danno nell ' unico modo in cui possono darcelo : ignorandoci . Le nostre notizie non sono considerate notizie , anche se poi si rivelano le più fondate di tutte . E le nostre opinioni vengono sottaciute sebbene noi siamo , per unanime riconoscimento , uno dei due unici giornali ( l ' altro è Repubblica ) che in Italia « fanno opinione » . Purtroppo , è un ' opinione che non coincide con quella dei partiti che si lottizzano la Rai trattandola come la nostra classe politica usa trattare tutte le cose e i servizi di Stato , e cioè come loro patrimonio privato , da spartire secondo i rapporti di forza , cioè come i predoni si spartiscono il bottino della diligenza assaltata . Naturalmente noi che li additiamo alla pubblica opinione come autentiche truffe e la causa di tutte le malversazioni , siamo esclusi da questi giuochi , e non soltanto da quelli della Rai - Tv . Ci sono giornali che , con centinaia di miliardi di debito , continuano a trovar credito presso le banche . Perché ? Perché sono nel giuoco . Noi che ne siamo fuori , se abbiamo bisogno di dieci milioni , dobbiamo chiederli ai lettori ( che ce li danno subito ) ; dalle banche , nemmeno una lira , perché nel giuoco non ci siamo . E ' la nostra debolezza materiale , caro Scansini , ma è anche la nostra forza morale . Ma non cerchi di persuaderne sua figlia : è inutile .
Caro presidente Forlani ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro presidente Forlani , non sapendo quale sia il ministro competente in materia , inoltro a lei questa lettera , che mi sembra giusta , sensata e da prendere in immediata considerazione . A dire il vero , io credevo che la misura sollecitata dal nostro anonimo lettore fosse in atto da sempre , sembrandomi sottinteso che quanto si offre , in caso di calamità nazionali , ai fratelli sinistrati , sia almeno esentato da tasse . Invece sembra che in Italia non sia così . E allora la prego di provvedere . Anzi , contando sulla sua intelligenza , mi permetto di dirle che , a nome della pubblica opinione - del cui totalitario consenso sono arcisicuro - , lo esigo . Questa misura va adottata , e va adottata subito . Perché colpire , e quindi scoraggiare , anche i gesti di altruismo e di solidarietà è non soltanto iniquo , ma immorale e indecente . La prego , signor Presidente , di dare o di far dare dal ministro competente , non a me , ma alla pubblica opinione , una risposta in proposito .
Caro Ventura ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Ventura , anch ' io mi sono sempre chiesto come fanno tanti nostri uomini politici ad andare a messa ogni mattina per poi passare il resto della giornata a imbrogliarsi e tradirsi l ' uno con l ' altro , se non a fare di peggio . Che cosa gli diranno , a Dio , quando in ginocchio , mani giunte e testa bassa , si raccolgono nel colloquio con Lui , quale dovrebb ' essere la preghiera ? Ma non mi chieda risposta a questi interrogativi perché nemmeno io riesco a darmela . E questo è proprio uno dei tanti motivi che mi spingono a preferire , almeno sul piano morale , i laici , i quali non sempre - e non tutti - sono più corretti , onesti e leali dei democristiani , ma almeno evitano di mescolare nelle loro furfanterie il buon Dio . E ' ciò che Disraeli diceva di Gladstone : « Che bari al giuoco , è naturale : lo faccio anch ' io . A infastidirmi è la sua pretesa che sia il Signore a infilargli la carta nel polsino » . Ecco , io sono della stessa opinione , e mi par di capire che lo sia anche lei . Anche ai cattolici osservanti e militanti è consentito , si capisce , far politica . Ma , per amor del cielo , non la confondano con la religione invocando « i valori cristiani » mentre si mettono l ' un l ' altro l ' arsenico nella minestra . Questo si può farlo in nome di Marx , e magari anche di Cavour . In nome di Dio , dovrebb ' essere proibito .
Caro Agosteo ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Agosteo , dissenta pure dalla mia risposta , ma mi sembra che lei dica le stesse cose che io ho detto a Cristina : « Va ' a votare per difendere il tuo diritto al voto » . E quanto , del resto , noi stessi facciamo da trent ' anni , ma non facciamo che questo , e non mi pare che i giovani abbiano di che complimentarcene . Lei dice ch ' essi dovrebbero esserci grati del fatto che il voto glielo abbiamo dato . Be ' , che glielo abbiamo dato proprio noi , è storicamente discutibile . Noi ( non lei ed io , si capisce , che a quei tempi avevamo il gonnellino , e forse lei nemmeno quello ) al voto rinunziammo senza proteste nel '22 , e a restituircelo ventitré anni dopo furono coloro che ci batterono in guerra . Lo accettammo , è vero , con entusiasmo . E io ( e anche lei , credo ) non saprei vivere senza di esso . Però che i giovani possano dirsi soddisfatti del modo in cui lo abbiamo per trent ' anni esercitato , solo facendo il catenaccio per difendere lo zero a zero come le cattive squadre di calcio , non mi sembra proprio . Anche di questo né lei né io , personalmente presi , abbiamo colpa . Ma forse io , per il mestiere che faccio , sono meno innocente di lei , e mi chiedo se ho veramente fatto tutto ciò che potevo e dovevo . Lo faccio ora , che avrei qualche giustificazione anagrafica per non farlo . Lo faccio per espiazione . Ma l ' espiazione comporta proprio quell ' umiltà che lei mi rimprovera di aver usato con Cristina . Mi pareva che le fosse dovuta , visto ch ' essa aveva rinunziato a rimproverarmi ciò che io stesso mi rimprovero .
Caro Rossetti ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Rossetti , tutte le sue argomentazioni sono giuste . Di sbagliato c ' è , mi scusi , soltanto il tono . Perché si arrabbia , e mi esorta ad arrabbiarmi ? Che la RaiTv sia un organo di regime , equamente lottizzato fra i padroni del medesimo , ormai lo sanno anche i sassi . E perché dovrebbe invitare a dir la sua un giornale come il nostro che dal regime è fuori , e anzi in posizione di irriducibile antitesi ? Io , personalmente debbo riconoscere che non sono stato affatto escluso . Mi sono autoescluso rifiutando l ' invito perché dalle cose di regime preferisco tenermi lontano . Ma ne aspetto sempre il peggio . E infatti non mi ha sorpreso nemmeno il fatto che perfino la rassegna - stampa del Gr2 - quello diretto dal mio amico Gustavo Selva - di martedì mattina , che ha citato i commenti di tutti i quotidiani dalle Alpi al Lilibeo , ne ha dimenticato uno solo : quello del nostro giornale che pure è stato , per unanime riconoscimento , quello che più ha inciso , prevedendoli , prevenendoli e auspicandoli , sui risultati : merito dei nostri lettori , intendiamoci , ma un pochino anche nostro . Proprio per questo , credo , ci hanno ignorato . E stia pur tranquillo che continueranno a farlo . Per il semplice motivo che i padroni vogliono così . Come hanno detto Longo e Pannella , entrambi con piena ragione . E d ' altra parte , se si comportasse diversamente , che regime sarebbe ? Si metta dunque , caro Rossetti , l ' anima in pace , come ce l ' ho io che , avendo sempre accusato la radiotelevisione di essere un organo di regime , non posso poi indignarmi per il fatto che agisce come tale . Non può fare altrimenti . Si ricorda i rabbuffi che le rivolse Repubblica - altro tipico organo di regime - quando Maurizio Costanzo m ' invitò a « Bontà loro » ? Sembrava che la mia comparsa avesse disonorato la trasmissione . E non meglio andò a Arrigo Petacco quando m ' intervistò per tre minuti su un mio libro di storia . Pensi che scandalo . Ma i regimi , caro Rossetti , son fatti così . A prova di vergogna .
Caro Turrini ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Turrini , io conosco poco Jiri Pelikan . Ebbe con noi qualche rapporto , poi dileguò forse temendo che la collaborazione al nostro giornale lo qualificasse come « reazionario » . Conosco però la sua vicenda di socialista cecoslovacco prima perseguitato dai nazisti che gli uccisero la madre , eppoi dalla polizia di Husak dopo la « primavera » di Praga . So che Pelikan , al culmine di una rapida e brillante carriera che lo aveva portato a posti di primissimo piano ( direttore generale della Tv cecoslovacca , deputato e presidente della Commissione affari esteri in Parlamento ecc . ) , buttò tutto alle ortiche per non subire il sopruso dei carri armati sovietici , e preferì venirsene esule in Italia , di cui ora ha preso la cittadinanza . Più che un uomo , egli è dunque un simbolo del socialismo democratico e libertario . Quindi trovo giusto che il Psi lo abbia assunto come tale , presentandolo come suo candidato alle elezioni europee , e mi auguro che gli elettori italiani avallino plebiscitariamente questa scelta piena di significato politico . L ' affermazione di Pelikan sarebbe quella di tutta la dissidenza dei Paesi dell ' Est , con la quale anche i non socialisti hanno il dovere di solidarizzare . Mi permetta però di ricordarle che in Italia vive , completamente nell ' ombra e mai ricordato da nessun partito politico , anche un altro cecoslovacco di rilievo non certo inferiore - era vice - ministro , mi pare , della stampa e propaganda : posto di delicatissima importanza , in quel regime - a quello di Pelikan : Vàclav Pélisek , che stenta oscuramente la vita come impiegato in una azienda di Verona . È un uomo , è vero , che non ha mai fatto nulla per attirare l ' attenzione su di sé . Ma non è una buona ragione per negargliela : anche lui incarna la dissidenza , e anche lui l ' ha duramente pagata . Questo , intendiamoci , non lo dico in contrapposizione a Pelikan , cui spero che gli elettori italiani diano un massiccio segno di solidarietà . Lo dico per uno scrupolo di giustizia verso Pélisek , a cui mi pare che non sé ne renda abbastanza .
Caro ragioniere ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro ragioniere , ciò che sta succedendo ha dell ' incredibile . Migliaia di lettori ci scrivono , ci telegrafano , ci telefonano per congratularsi con noi dei risultati elettorali , di cui forse ci attribuiscono un merito esagerato . Repubblicani , socialdemocratici , e perfino socialisti , per i quali riconosciamo di aver fatto ben poco , ci ringraziano per la parte che ci riconoscono di aver avuto nel successo dei partiti laici . La Dc , di cui avevamo invocato ( e abbiamo ottenuto ) « una leggera flessione » , non poteva ovviamente ringraziarci ; però ha taciuto , e Zaccagnini ha parlato di noi , da avversario , ma con rispetto . Gli unici che ci perseguitano con lettere di protesta , e qualche volta d ' insulti , sono i liberali , sebbene abbiamo dato loro tre parlamentari del peso di Bettiza , Zappulli e Sterpa ( voglio vedere le loro facce , caro ragioniere , quando leggeranno l ' accusa che lei mi muove di non averli aiutati ) . Solo Zanone e Malagodi ci hanno espresso la loro gratitudine . Gli altri , eccoli qui , a bersagliarci di cicchetti caporaleschi , e qualcuno addirittura di perentori inviti , dall ' alto in basso , a cambiare registro altrimenti ... Altrimenti che , signori liberali ? Alzi la mano quello tra voi che può vantare un credito nei nostri confronti . L ' ho già detto e lo ripeto : noi non siamo il foglio d ' ordini di nessun partito , nemmeno di quello liberale . E chi vuol ridurci a tanto , farà meglio a cambiar giornale : noi non rimpiangeremo di perdere dei lettori che con la loro intolleranza contraddicono in pieno , e disonorano , la qualifica di liberali . Ha capito , ragionier Bonacina ?
Caro Pastore ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Pastore , se mi parli a titolo personale , va bene . Ma se mi parli come redattore di Tg2 , non so chi ti dia il coraggio di appellarti all ' onestà e alla pulizia , perché se c ' è un telegiornale di regime , e quindi disonesto e fazioso come lo sono tutti gli organi di regime , è proprio il vostro , e per verdetto di voce pubblica . Per dimostrare che il Giornale è presente nelle vostre trasmissioni , tu citi Bartoli . Ma Bartoli non viene mai presentato come voce del Giornale , ed è giusto così perché Bartoli , prezioso e autorevolissimo collaboratore , non fa parte dello staff del Giornale : se ne facesse parte data la sua statura , non potrebbe occuparvi altro posto che quello di direttore . La prova del vostro settarismo la si ebbe alla chiusura delle elezioni nazionali quando , girovagando con le vostre macchine da presa di tipografia in tipografia , faceste il ventaglio di tutti i giornali , dimenticando il solo che aveva azzeccato in pieno i risultati e dato ad essi il maggior contributo : il nostro . E un ' altra prova la si era avuta poco prima quando , in un dossier sulle nuove tecnologie per la stampa , mostraste quelle delle testate che le hanno adottate soltanto a mezzo , dimenticando - al solito - la nostra , che è stata la prima a adottarle interamente , ed è considerata la più moderna e avanzata . E questo in una trasmissione che voi , con grande sussiego , gabellate come un modello di rigore scientifico . Te lo dico senza rabbia perché a questo tentativo d ' ignorarci e di ghettizzarci , da parte delle forze politiche di cui voi non siete che i trombettieri , siamo abituati fin da quando nascemmo . Non ci siete riusciti . E ora facciamo i conti . Sappiamo benissimo che avete in mano uno strumento infinitamente più potente del nostro . Ma sappiamo altrettanto bene ch ' è uno strumento discreditato dagli abusi che ne avete fatto e che continuate a farne . Non vi temiamo . I nostri lettori credono a noi , non a voi .