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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Baduel Ugo"
StampaQuotidiana ,
Palermo . Corre questo interrogativo : perché La Torre oggi ? Tante risposte , tanti possibili " fili di ragionamento " , tanti possibili paradigmi indiziari . Si cerca di rispondere nelle riunioni e negli incontri di magistrati , di funzionari e ufficiali che svolgono le indagini . Si cerca di rispondere anche nei crocchi agli angoli di piazza Politeama e di piazza Massimo , e questo chiedevano , con quegli applausi tutti ben mirati e pensati , con quei volti di anziani rigati di lacrime , di giovani storditi , quei siciliani , quei cittadini di Palermo che a decine di migliaia erano in piazza ieri mattina a salutare Pio La Torre e Rosario Di Salvo . Questo si è chiesto a un certo punto del suo discorso anche Enrico Berlinguer : perché La Torre oggi ? La risposta sta proprio in quella capacità di suscitare movimenti di massa - come già avvenne negli anni 50 , gli anni di Li Causi , alla cui scuola furono educati La Torre e tanti altri dirigenti del movimento operaio - che ancora una volta i comunisti stanno dimostrando in Sicilia . Il potere mafioso ha sempre bisogno di una grande pace . Una pace generalizzata , una quiete sociale fatta di rassegnazione e di arrangiamenti spiccioli , un torpore differenziato che non attragga attenzioni , che non faccia puntare i riflettori , che non ecciti le forze dell ' indagine e della repressione del crimine , che non faccia scrivere i giornali . Tanto più questa pace serve quando c ' è in gioco un " business " della portata di quello di questi anni e mesi . Un " business " che coinvolge i fratelli della costa atlantica USA , che porta nell ' isola la silenziosa ed esplosiva ricchezza di oltre ventimila miliardi di lire all ' anno per la produzione e il traffico della droga pesante . Questo gigantesco " laboratorio " ( in senso proprio di raffinerie per l ' eroina e in senso metaforico ) deve essere lasciato nella più grande " pace " , perché i traffici prolifichino , innocui e benefici , senza che alcuno vada a vedere di dove sorgono . Pier Santi Mattarella aveva cominciato a dare qualche segno di rinnovamento nel governare questa regione . Uomo doppiamente pericoloso : figlio di un esponente politico discusso per i suoi rapporti col mondo della mafia approdò infatti a una maturazione di cattolico e democratico pensoso del bene comune , innovatore prudente ma saldo di stampo moroteo . Gaetano Costa , il Procuratore , aveva impresso una svolta , diciamo così " teorica " alle indagini giudiziarie contro la mafia . Si era mosso cioè con i mezzi tecnici di un magistrato , ma con la statura di un intellettuale che minacciava di porre micidiali mine a scoppio ritardato sotto le potenti " mura di Gerico " della cittadella mafiosa . Ecco , ci pare giusto ricordare questi due fra i tanti che la mafia ha assassinato in questi ultimi anni , perché la loro uccisione avviene sotto lo stesso segno politico - tutto politico - che caratterizza quella di Pio La Torre . Il potere mafioso non ha bisogno di uffici studi per capire queste cose , ha antenne sensibili ed intelligenti . Pio La Torre era arrivato qui caricato di un " animus " già di per sè inquietante . Era arrivato forte di una sua nuova , aggiornata cultura su ciò che era la mafia di oggi . E si era mosso subito con una capacità di mobilitazione , un attivismo , una inventiva che sconcertavano il pianeta mafioso e che facevano presa in modo imprevisto fra la gente , fra i giovani , negli ambienti più diversi . Pensiamo a questa campagna per la pace contro i missili a Comiso . Di colpo questa Sicilia , questa Comiso , diventavano una grande scritta in tedesco , in fiammingo o in svedese su cartelli portati da cortei imponenti del movimento per la pace nelle capitali d ' Europa . E La Torre , il PCI , avevano insistito : un milione di firme siciliane contro la base di Comiso . Qualcosa di cui era arrivata notizia persino sui giornali degli Stati Uniti dove dell ' Italia ci si occupa ben di rado . E pensiamo intanto a quello che stava avvenendo in questa isola . Tavoli per le firme della pace davanti alle chiese , anche nei punti più remoti delle città e delle campagne , bene accettati dai parroci ; un banchetto anche davanti al Duomo di Monreale ; il cardinal Pappalardo che dice " Non posso oppormi ad un movimento che chiede la pace " ; i centomila della marcia di Comiso ; dieci deputati regionali dc ( la DC di Sicilia ) che firmano la petizione contro i missili a Comiso ; il presidente dell ' Assemblea Regionale , il socialista Lauricella , che si schiera per le firme ; il sindacato che prima è incerto e poi si mobilita ; il tavolo per le firme davanti alla stazione ferroviaria di Palermo dove fanno la coda , in arrivo da ogni provincia , casuali passanti per firmare ; centomila firme solo nel capoluogo regionale dopo pochi giorni . E intanto , si badi , i convegni del PCI sulla mafia e con la partecipazione di magistrati ; magistrati che vanno poi al congresso regionale del PCI e parlano dalla tribuna contro la mafia . E la delegazione guidata da La Torre che va da Spadolini . E la pronta nomina di Dalla Chiesa prefetto a Palermo , nella città nella quale sino a poco tempo fa si pensava che bastasse per fare il questore uno che non era nemmeno funzionario di polizia , che era solo iscritto alla P2 , come tutto merito . Ma tutto questo non fa rizzare quelle tali antenne mafiose ? Per una serie di ragioni anche generali e di diverso genere questo movimento stava attecchendo in modo imprevedibile . E una delle ragioni era proprio questa nuova capacità impressa al PCI di incidere , di darsi una cultura politica di massa adeguata . C ' è un " antico " che può finire con il coincidere con la neo - cultura del " post - moderno " . La Torre lo aveva felicemente capito . Ha ricordato un suo compagno palermitano della prima ora , Mario Collarà che è segretario della sezione " Francesco Losardo " che era da sempre , qui a Palermo , quella di La Torre : " Mi ricordo negli anni 50 , quando si faceva la diffusione domenicale de L ' Unità e Pio , in una mattinata , riusciva a vendere 700 copie . E quelli erano tempi nei quali qui al quartiere del " Capo " a saper leggere erano ben pochi " . E ha detto un altro compagno di quella sezione comunista palermitana , Mario Viale : " Sono stato con Pio due domeniche fa a raccogliere le firme per la pace . Era allegro , scherzava e convinceva tutti a firmare " . Ecco , appunto , l ' antico che diventa messaggio moderno , che colpisce i giovani come una novità piena di fascino , come un " modo nuovo " di fare politica . Questo , tutto questo , sfasciava il clima della " pax mafiosa " , quella tale pace all ' ombra della quale si è potuto operare tranquilli per due anni dopo l ' intimidazione degli assassinii di Mattarella e di Costa : quando le varie " famiglie " regolavano i conti tra loro ( 130 i morti negli ultimi 13 mesi , opportunamente " potate " le vecchie piante dei Badalamenti , degli Inzerillo , dei Bontade nella disperata lotta per il controllo del " business " dell ' eroina ) e la gente badava solo ai fatti suoi . Ha detto Ninni Guccione , presidente regionale delle ACLI , pochi minuti dopo aver appreso la notizia dell ' uccisione di La Torre : " Chi riesce a muovere le cose , ad innescare processi che comunque cambino le cose , qualcosa , che siano unitari e collettivi , qui in Sicilia ha solo una risposta , che è il piombo , la sentenza di morte " . Non crediamo che sia sempre così . Questa volta il potere mafioso ha lanciato una sfida troppo ardita e dubitiamo fortemente che quel movimento che esso tanto teme , possa fermarsi - piuttosto che intensificarsi - perché il compagno Pio La Torre è stato fucilato a tradimento .