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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Brera Gianni"
StampaQuotidiana ,
Barcellona , 5 . È vero : ho chiesto a tutti , non credendo ai miei occhi e nemmeno al mio taccuino , che pure è pieno zeppo di note : l ' Italia ha battuto il Brasile ed ha acquisito il diritto a giocarsi giovedì la prima semifinale con la Polonia ! Io dunque metterò il saio dei flagellanti e seguirò la processione di san Bartolomeo il mese d ' agosto al mio paese . Ha vinto l ' Italia , sì , e il magno Brasile è andato insieme - come si dice in lombardo - ed ora torna a casa scornato . Un uruguagio che non dico mi ha rivelato di averli battuti nel '50 , quando erano infinitamente più forti di oggi , buttandosi su ogni palla e gridando con sleale insolenza : « Dejame la pelota , negro ! » ( « lasciami la palla , negro ! » ) . I poveri brasiliani diventavano matti e gemevano rabbia e impotenza , e gli uruguagi , perfidi razzisti per l ' occasione , li hanno sistemati quando loro avevano già pronto il disco con l ' inno per i campeaos do mundo . Io non credo che gli italiani abbiano usato le stesse armi degli uruguagi nel '50 ( e magari anche l ' anno scorso , al Mundialito ) : so tuttavia che hanno seguito la stessa tattica : li hanno lasciati giocare e illusi di essere i più forti in terra . Loro ci hanno creduto e sono stati presi d ' infilata . Per due volte sono riusciti a pareggiare i gol di Rossi , e il pareggio bastava loro a passare il turno per differenza reti , ma alla terza prodezza di Rossi non sono più riusciti a raccattarsi . Ciascuno di loro ha preteso di sbrigarsela per suo conto : e quali che fossero le sue prodezze doveva arrendersi alla fine , perché gli azzurri facevano squadra e loro , i brasiliani , non la facevano . E s ' incaponivano fino a perdere il color cioccolato o liquirizia e farsi lividi com ' erano lividi i loro compagni bianchi , Oscar in retrovia , Zico e Falcao e Socrates in centrocampo e in attacco . Onestamente , io avevo parlato di un pellegrinaggio al Tibidabo . Costretto a tradurre in cifre il mio pronostico , temevo che dovessimo perdere di goleada , dico per quattro o cinque gol a pochi : e quasi tutti che ho sentito parlare dell ' incontro , domandavano scherzosamente quando sarebbe partito l ' autobus per l ' allenamento del magno Brasile . Invece è vero che l ' Italia ha vinto e che il magno Brasile torna a casa . La spiegazione si rifà al sempiterno mistero agonistico che è stato , rimane e sarà il gioco del calcio . Ha incornato Rossi e i brasiliani si sono guardati sgrullando come mule assediate dai tafani . Hanno quasi subito pareggiato e si sono illusi . Rossi gli ha rubato una palla avvelenata ed ha riportato l ' Italia sul 2 a 1 con un tiro dal limite che ha fatto secco Valdir Peres . Poi sono stati arrembaggi roventi . I brasiliani soffocavano se stessi intasando a frotte la nostra area : non riuscivano letteralmente a controllare la palla , non dico a tirare . Un rimpallo fortuito ha messo Serginho in condizione di pareggiare prima di Socrates ( al 10' ) : ha dovuto affrettarsi tanto da mettere ignobilmente fuori . Dalla panchina l ' ha maledetto Telê Santana e fin da allora dev ' essere andato granendo in lui il proposito di metterlo fuori alla prima occasione . L ' ha lasciato alle prese con Collovati e poi con Bergomi , che si è conquistato brillantemente i galloni di azzurro . Bergomi è un jolly , cioè uno dei pochi , pochissimi che possono servire in tutti i quattro ruoli della difesa . Serginho si è arreso . E con lui si sono via via arresi i suoi compagni . Andare insieme , in lombardo , è un modo di dire che si rifà al gergo dei tecnici caseari : il latte si coagula e guasta : il siero si confonde con la panna e rende acido tutto . Per farlo quaglíare bene il latte va trattato con un caglio speciale . Così il calcio , e se io mi tiro fuori da queste metafore ( elle prometto di abbandonare in fretta il canone dei formaggiatti per tornare al calcio , che è mattissimo sport e rispetta l ' agonismo quando così vogliono gli astri ed Eupalla , rispetta la tecnica , ma soprattutto la tattica , senza la quale non è pensabile che si possa giocare un incontro degno . Gli italiani parevano discesi da Marte anche dopo che uno li aveva visti arrabbattarsi e lottare allo stremo con gli argentini . Proprio allora ho pensato agli uruguagi e all ' inferiority complex che afferra alla gola i negri quando non si chiamano Pelé ( ma anche del Rey ho saputo che nell ' intervallo della finale 1970 piangeva in aramaico : ed eravamo sull'1 a 1 , non certo in vantaggio sul Brasile ) . Sicuro . Gli azzurri parevano marziani . Se avessero giocato su uno standard possibile anche Antognoni e Conti e Graziani , forse la scoppola inferta ai brasiliani sarebbe stata più perentoria . Anche nell ' intervallo , quando si era in vantaggio per 2 a 1 , io riflettevo che ben tre uomini di primo piano non avevano giocato fra gli azzurri e quindi era impensabile che i brasiliani si lasciassero toreare come avevano fatto fino al 45' , ciascuno incornando per conto suo : Zico mostrando invano all ' arbitro la maglia strappatagli da Sala ed Din Gentile , Socrates corricchiando sornione con un distacco da calci nel sedere , Falcao picchiando anche mica male nei recuperi difensivi , Serginho sbattendo le palpebre da allocco al veder Collovati andarsene con le lacrime agli occhi , i difensori concedersi al centrocampo e all ' attacco con la degnazione di chi si ritiene troppo forte per dimostrarsi minimamente preoccupato . Rileggo il taccuino : trovo ancora dei « siamo cotti » da uomo di poca fede . E si badi la cottura era evidente , i raccordi fra i nostri saltavano spesso . Le difese erano sempre più ansiose . Muraglie umane si ergevano innanzi a Dino Zoff in un pirlare continuo di gente con gli occhi fissi e sbarrati . I miei timori non nascevano dallo scetticismo , bensì da constatazioni perfino troppo ovvie . Uscivamo da un incubo per rientrarvi subito dopo . Nessuno riusciva a tenere palla in centrocampo . Rossi aveva perduto smalto nel lottare quasi sempre da solo contro giganti che lo sovrastavano . Se tentava il dribbling di scatto lo spingevano con astuzia sleale . Una volta l ' hanno anche abbattuto di spinta in area . Klein non ha voluto mollare su nulla . È stato splendido anche nella pervicacia del sadico . Ma quando una palla era buona , Rossi tornava a impettire come certi cavalli da guerra al suonare della tromba : ha fallito il possibile 3 a 1 perché forse l ' occasione era troppo agevole , e nonché impuntarsi su quella vi si è rilassato anzitempo . Il recupero di Rossi è un merito del quale va senz ' altro lodato Bearzot . Mi sono stupito invece che non abbia pensato di toglier fuori Graziani , che non ne azzeccava una e troppo dimenticato dai compagni si andava disanimando a vista d ' occhio . Bearzot aveva preannunciato una marcatura mista , a uomo e a zona : non si è smentito per banale gusto di far pretattica . In effetti non si è mai visto un avversario che non avesse di fronte o alle costole un azzurro . E quando i brasiliani facevano muro a ridosso di Zoff , anche i nostri facevano muro , timorosi di nulla , sicuri , perfino spavaldi in certi atteggiamenti agonistici . Quando è stato picchiato duro Tardelli , è entrato il mio caro Marini con l ' esperienza del vecchio drago che ha fiutato il colpo e non se ne voleva lasciar scappare a nessun costo . Marini ha perseguito Cerezo fino a fargli perdere la sinteresi . Socrates , lui girava a largo . Il sostituto di Serginho , nero come un blocco di antracite , ha tentato invano di filtrare dalla destra . Qui tiravano gli ultimi fiati Cabrini e Gentile , accanto a loro si battevano Bergomi e Scirea , e Zoff con giovanile prontezza saltava su ogni palla . In una sola occasione è uscito da l ' area fallendo di ciccata una respinta con il destro : negli ultimi istanti è sceso in picchiata come un falco sulla palla che stava entrando : la TV ha dimostrato che aveva soltanto sfiorato la linea ; e perché fosse gol avrebbe dovuto superarla . Con quali stranguglioni io abbia seguito l ' incontro nella sua parte finale non sto a dire per comune pudore . Sul piano tecnico ho detto quanto ho potuto , vibrando fin troppo frettolosi polpastrelli sulla tastiera . L ' incontro ha una sua spiegazione che risulterà sempre più logica via via che potremo riflettere sulle sue fasi salienti . La vittoria è legittima e acquista sicuro valore storico . Come ai tempi del 4 a 3 con la Germania , il dubbioso e incerto prestigio del nostro calcio è stato risollevato d ' un colpo . Il merito è di tutti , dei dirigenti , dei tecnici e ovviamente dei giocatori . Sento dire , mentre chiudo , che parecchi dei nostri prodi sono stati duramente segnati nel corso di un combattimento che non ha mai concesso pause . Chi possa giocare contro la Polonia non è dato sapere . Per il momento è solo da deplorare che una formula largamente astrusa riproponga incontri già delibati e sofferti nel primo turno come la Polonia e l ' Italia . Pensare a domani è troppo presto . Io sono stremato per l ' emozione e per l ' ennesima conferma dell ' imprevedibilità del calcio a certi livelli . Per la prossima mi propongo uno studio accurato dei particolari , che almeno venga onorata la storia di questo sport così protervamente legato ai capricci del caso e alla indole precaria di chi lo fa . Se non pigio troppo sui pistoni della tromba , mi perdoni il lettore . Di calcio preferisco sempre parlare a freddo . Quando il cuore salta in gola , ovviamente per l ' emozione e la gioia , il cervello stenta ad argomentare . E poi debbo farmi tagliare addosso i panni del flagellante . Al Tibidabo li farò benedire . Parola di Gianni Brera .