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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Coen Leonardo"
La verità nelle mani del coroner ( Coen Leonardo , 1982 )
StampaQuotidiana ,
Londra , 21 . Il cadavere di Roberto Calvi è da tre giorni là dentro , nella « city mortuary » di Moor Lane Street , sotto lo squallido edificio a tre piani , tutto cemento grezzo della Milton Court , una lugubre serranda nera abbassata che viene sollevata soltanto per far passare le auto con le bare , un guardiano dai capelli rossi che protegge la privacy dell ' obitorio e tiene lontano i curiosi . Sul corpo del finanziere milanese non ci sono tracce né di ferite , né di lesioni o di violenza . Al secondo piano di questa corte , l ' ufficio del coroner Paul , il magistrato che deve stabilire se il finanziere italiano si è ucciso , impiccandosi sotto un ponte sul Tamigi , o se è stato « suicidato » , è sbarrato . Inutile suonare . Ma in Moor Lane finora non si è fatto vivo nessuno : non la moglie di Calvi , signora Clara , che da qualche tempo se ne stava a Washington , dove probabilmente avrebbe dovuto raggiungerla il marito , non il figlio Carlo , che pure Londra la conosce bene per averci trascorso qualche mese quando frequentava uno stage dell ' Hambros Bank , non la figlia Anna che l ' anno scorso i vicini di casa a Milano in via Frua , vedevano spesso piangere straziata dalle vicende giudiziarie e dagli scandali del padre . Persino gli avvocati di famiglia ritardano il viaggio e con loro il perito di parte civile prof. Giusti . L ' appuntamento con le autorità inglesi è rinviato a domani , infatti per il primo pomeriggio è previsto l ' arrivo dei legali e dei familiari . I conoscenti della City si sono volatilizzati : « Calvi ? Quasi uno sconosciuto » , eppure era socio del riservato St . James Club . « Il signor Calvi ? È parecchio che non lo vediamo » . La polizia brancola nel buio , è costretta a lanciare appelli per scovare possibili testimoni , il « Times » insiste sul mistero . Lo stesso Hugh Moore , comandante della stazione di polizia della City , oggi si è limitato a dire che « non ci sono ancora prove dalle quali risulti che la morte è stata provocata da cause diverse dal suicidio . Il caso è ancora oggetto di indagini e così pure le circostanze : restiamo aperti ad ogni ipotesi fino a quando il nostro lavoro non sarà completato » . La stazione di Polizia è a Snow Hill , dietro il mercato all ' ingrosso delle carni da macello e poco lontano c ' è 1'Old Bailey , il tribunale più famoso di tutta l ' Inghilterra . Il ponte del mistero dista cinque minuti a piedi : Black Friars Bridge , il ponte dei domenicani . Dipinto di celeste , con la statua della regina Vittoria , protetto dal motto « Domine dirige nos » un ponte della rivoluzione industriale che collega il South Wark alla City , alla Cattedrale di San Paolo . Ecco la prima arcata , sulla sinistra , guardando la forte corrente limacciosa che trascina alla foce detriti , rifiuti . C ' è una stradina per i pedoni , un lungo Tamigi che costeggia l ' argine , protetto da un robusto parapetto , qui le maree sono di sei metri . I lampioni , il fracasso assordante della strada che costeggia il fiume , la sera la luce fioca dei lampioni moderni e brutti ... Come si può pensare di impiccarsi proprio qui sotto ? L ' arcata è irraggiungibile , anche se invitante , con tutte le nervature d ' acciaio . Tuttavia , sotto questa struttura , il parapetto ospita una scaletta di metallo larga non più di una trentina di centimetri . Tre gradini dalla parte dei pedoni , una ventina sul fiume . Una scaletta simile a quella che í piroscafi hanno sulle ciminiere . Il mattino di venerdì 18 giugno , piovigginava , alle 7.50 un passante - così affermano gli investigatori londinesi - chiama il 999 . « Pronto polizia ? C ' è un morto nel Tamigi ! È un impiccato , correte ! » Quel passante si era sporto casualmente dal parapetto proprio all ' altezza di quella scaletta , incuriosito da alcuni pali arrugginiti , vecchi tubi Innocenti piantati nel fiume alla distanza di un metro dalla riva , un ' impalcatura abbandonata da chissà quanto tempo . A metà , vede spuntare dall ' acqua la testa e parte del busto di un uomo , il volto tumefatto , cianotico . Ha una giacca chiara , grigia . La camicia bianca con righine blu è aperta sul collo . Al posto della cravatta , una cordicella rossa , sembra di canapa , spessa un dito . La City Police , per tirar su il cadavere , fatica non poco : perché l ' impalcatura metallica non ha tavole . Perché la scaletta è adatta agli acrobati . E poi , ci vuole un coltellaccio per tranciare la corda . Il morto , sulla sessantina , è piccolo , dal cranio forte . È vestito molto elegantemente , « un abito da almeno 500 sterline » osservano con britannico stile i poliziotti , ha mocassini neri e calze in tinta , la camicia porta le iniziali , «R.C.», gli frugano in tasca . Uno strano suicidio : perché nelle tasche dell ' uomo ci trovano foglietti di carta per gli appunti , ma nessuna lettera di addio alla vita , pezzi di calcestruzzo grandi come mattoni , pesanti quasi dieci chili , e poi un mare di quattrini : 54 mila lire , 10 mila franchi svizzeri , 20 scellini austriaci , 10.700 dollari e soltanto 47 sterline . Tradotto in lire , quasi 23 milioni . Coi soldi anche una penna stilografica . Gli agenti ora vogliono scoprire chi è questo milionario che hanno trovato strangolato , appeso all ' impalcatura sul fiume , sotto il Black Friars Bridge : è un italiano , il passaporto è verde , porta il numero G 116847 , è intestato a un certo Gian Roberto Calvini , nato il 13 aprile 1920 . Rilasciato a Roma il 12 marzo 1981 , con un visto per il Brasile di poco successivo . Scatta il meccanismo di controllo internazionale : i telex di Londra avvisano l ' Interpol e questa la polizia italiana . Ci vuol poco per verificare che il passaporto è stato contraffatto abilmente e che con quel numero è stato rilasciato a Napoli . Mette in sospetto quel nome , Calvini , da Londra fanno sapere che le ultime sillabe sembrano aggiunte , Gian Roberto Calvini si trasformerebbe allora in Gian Roberto Calvi , il banchiere scomparso a Roma la sera di giovedì 10 giugno dalla sua abitazione romana di piazza Capranica , scappato si diceva in America , chi nelle Bahamas , chi in Austria . La data di nascita corrisponde , è la stessa del finanziere . Da Roma partono immediatamente con un volo speciale il giudice Domenico Sica accompagnato da quattro agenti dell ' Interpol e da un funzionario del ministero degli Interni . Tre ore dopo , grazie alla tattiloscopia , il confronto cioè delle impronte digitali , l ' uomo del Tamigi ha una precisa identità : è proprio lui , il banchiere milanese Roberto Calvi . « Un suicidio » pensano i poliziotti inglesi , non l ' aveva già tentato undici mesi prima in prigione , a Lodi ? Non aveva dichiarato lui stesso , nella sua ultima intervista , che quella notte tra 1'8 ed il 9 luglio 1981 aveva cercato d ' uccidersi « per una specie di lucida disperazione » ? Allora , sosteneva Calvi , i motivi c ' erano : « Perché non vi era traccia di giustizia in tutto quel che si stava facendo contro di me » . Anche oggi , sostengono i policemen , Calvi era incappato in una giornata nera : un crack , un giovedì 17 giugno così disgraziato da potergli aver distrutto l ' equilibrio psichico . Alle ore 17 l ' esclusione dalla presidenza del Banco Ambrosiano ; due ore dopo il volo dal quarto piano della sua segretaria Graziella Teresa Corrocher . Al mattino , l ' epurazione dal consiglio di amministrazione della Banca del Gottardo . In più , la sindrome del fuggiasco , del fallito , il « buco » di quasi 2000 miliardi ... Per la City Police tutto quadra . O , almeno , si fa credere che sia così . Perché ? I dubbi ci sono , eccome . Da quanti giorni Calvi si era rifugiato a Londra ? Chi aveva offerto appoggio e rifugio ? « Io non sono piduista » dichiarava orgoglioso , « io appartengo alla massoneria seria , quella del Duca di Kent . » Solidarietà massonica ? Perché allora nessuno parla ? La polizia non è riuscita a trovare ancora gli effetti di Calvi , i bagagli che si presume si fosse portato via dall ' Italia , non è riuscita a sapere dove abbia trascorso questi ultimi giorni di vita . Qualcuno pensa : cercava aiuto , ma quale tipo di aiuto ? I banchieri della City sono scettici , « se aveva bisogno di aiuto e di quattrini , non sarebbe stato impossibile trovarli ... » . Davvero , strano suicidio quello di un uomo che decide di uccidersi , presumibilmente a tarda notte ( l ' ora del decesso non ci è stata ancora comunicata , ndr ) con in tasca un mucchio di denaro , e magari perché « travolto » dal rimorso : ma tutti sanno che Calvi era un uomo gelido , un uomo , come disse il suo avvocato Valerio Mazzola , dai due cervelli , e poi , anche ammesso che qualcuno lo avesse informato da Milano della morte della sua segretaria , tutti sanno che lui della Corrocher non parlava granché bene : « è in menopausa ... » diceva . E poi , l ' operazione suicidio , quell ' issarsi sulla scaletta , preparare il cappio , portarsi con un balzo sulla impalcatura un metro più in là sul Tamigi , lasciarsi cadere , e tutto questo a sessantadue anni , con un fisico appesantito dal lavoro d ' ufficio ma anche da dieci chili di calcestruzzo . Più semplice che qualcuno , con una barca dal fiume , l ' abbia portato li - cloroformizzato - e lasciato in balia della marea ? La marea qui è mostruosa , un metro ogni ora , basta lasciare un corpo inanimato legato al collo e tenuto fermo a un paletto e il peso del corpo completa l ' opera , strangolando la persona via via che la bassa marea si fa più forte . L ' acqua stessa , così pare , fa sparire le tracce del cloroformio . Delitto perfetto , ma perché allora tutta questa messinscena ? La chiave di tutto sta nel ricostruire gli ultimi giorni di vita del finanziere , i suoi incontri , í suoi progetti . A chi poteva far paura un Calvi in libertà e magari desideroso di vendere cara la sua caduta dal trono di via Clerici ?