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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Mathieu Vittorio"
StampaQuotidiana ,
La frode del 4 per mille è stata bloccata : ma , frattanto , ha riportato l ' attenzione del pubblico sul problema del finanziamento ai partiti . I contribuenti non sembrano entusiasti di devolvere una parte di quanto versato in imposte a questo scopo ( gestito con criteri automatici ) , anche se non ci rimettono nulla . Ancor meno entusiasti forse sarebbero , se si rendessero conto che c ' è un ' altra via , più subdola , attraverso cui finanziano i partiti : la retribuzione ai parlamentari di ogni ordine e grado . Di fatto , consiglieri regionali , deputati e senatori , parlamentari europei sono pagati dall ' erario , ma svolgono per i partiti compiti che costerebbero moltissimo se dovessero essere retribuiti a professionisti ad hoc . Un po ' di lavoro dei membri dei corpi elettivi è svolto nelle commissioni ( a parte chi lavora a tempo pieno per il governo o la giunta ) ; ma l ' attività più intensa è svolta a favore del partito , e vale assai più della modesta percentuale sugli emolumenti , che l ' eletto versa in denaro . Difficilmente uno impegna una sua specifica competenza nell ' elaborare le leggi : quasi sempre si limita a votarle , seguendo le indicazioni del capogruppo . Quando non lo fa , è perché c ' è stato un equivoco : o , peggio , perché è indisciplinato e segue le indicazioni di qualcun altro . Sotto questo riguardo , la pratica dei " pianisti " si potrebbe generalizzare : ad ogni elezione basterebbe assegnare a ciascun partito un peso proporzionale ai voti ricevuti , e poi far premere il tasto da un solo incaricato . L ' eloquenza parlamentare ne soffrirebbe , ma si otterrebbe un ' economia e si avrebbe , fra l ' altro , il vantaggio di evitare ribaltoni . I partiti , tuttavia , ci perderebbero : verrebbe loro mancare la collaborazione di persone preziose per l ' elaborazione della linea politica . Infatti , mentre le aule sono spesso deserte o quasi , i parlamentari si lamentano di condurre una vita faticosa , impegnati dal mattino alla sera in riunioni interminabili , al cui risultato non hanno interesse . Peggio : se lo hanno , non riescono a farlo prevalere . Per questo la maggioranza di loro - di cui il pubblico non conosce neppure il nome - viene qualificata con la qualifica di " peones " . Ma lo Stato spende per loro e per chi li aiuta somme ingenti , e dà l ' impressione che siano dei privilegiati sociali . Con ciò non voglio esprimere alcun giudizio morale o tecnico negativo : dico soltanto che buona parte di ciò che lo Stato o le regioni spendono per i parlamentari va considerata come una forma di finanziamento ai partiti . Del resto , in certo senso dovuta , se la politica si elabora in sede di partito e non di assemblea . I propositi di ridurre il numero di parlamentari sono accolti , perciò , con sfavore , non solo da chi ambisce a quelle funzioni , ma soprattutto da chi ha la responsabilità di un partito e si domanda ( con angoscia crescente dopo tangentopoli ) con quali mezzi e con quali aiuti vi farà fronte . L ' obiettivo dei partiti tocca il tema cruciale del loro rapporto con la democrazia , la cui degenerazione è espressa con una crasi linguisticamente scorretta , ma appunto perciò appropriata : partitocrazia . Se la politica è elaborata all ' interno dei partiti , anziché nelle sue sedi istituzionali , è naturale che i partiti la trattino come cosa loro e pretendano di esserne pagati . Però , visto che la Costituzione tratta i partiti come enti privati , meglio sarebbe se li gestissero i privati con fondi privati , e con quella " trasparenza " che è bene tener ferma , ma su cui è il caso di non far troppo conto , viste le stravaganze cui dà luogo ( pur in società così diverse tra loro come l ' americana e la russa ) quando la si pretende perfetta . Basta che non si esageri : ossia che gli eletti non credano che i loro doveri pubblici siano sostituibili del tutto con compiti privati . Ora , tra sei mesi , i partiti avranno una ghiotta occasione per concorrere a questa forma di finanziamento : le elezioni europee . Strasburgo è meno assorbente di Roma , e non ha la facoltà neppur formale di prendere decisioni operative . Perciò è giusto che i parlamentari europei lavorino più degli altri per il partito , senza il quale , tra l ' altro , avrebbero molta più difficoltà a farsi eleggere . Ma appunto perciò è convenienza dei partiti scegliere candidati affidabili e forniti di prestigio . Evitando , inoltre , di accollare più mansioni parlamentari a uno stesso soggetto : sia perché il titolare di più mandati contemporanei non avrebbe modo di dedicarsi al partito senza trascurare del tutto i suoi doveri pubblici , sia perché , in quel caso , in luogo di due parlamentari da utilizzare il partito ne avrebbe uno solo .