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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Petruccioli Claudio"
I dioscuri del privilegio ( Petruccioli Claudio , 1976 )
StampaQuotidiana ,
Che perfetta sintonia , quale identico istinto , quanta reciproca simpatia fra Montanelli , Pannella e De Carolis ! La stessa vena trascorre nelle frasi che il primo ha scritto ieri e nelle battute che i due dioscuri radicali ( ambedue tali per definizione del " Giornale nuovo " ) hanno affastellato l ' altra sera a Roma . E non è la vena dell ' anticomunismo che pure , ribollente e inquieta , li accomuna ; è una vena più profonda e limacciosa , che si snoda lungo tutto il percorso dell ' Italia contemporanea , di volta in volta emerge in superficie o si occulta in percorsi sotterranei . È la vena astiosa e arrogante , allusiva e incolta , insinuante e ricattatoria che raccoglie la schiuma degli umori , delle paure , delle presunzioni , delle aggressività di quanti , in questa società , anche quando non detengono il potere , godono di privilegi . Martedì , pomeriggio e sera , Milano è stata sconvolta da uno stillicidio di vandalismi , di violenze , di scontri con la polizia ad opera di un paio di migliaia di giovani messi in campo da " Circoli giovanili proletari " . Fra le molte cose oscure e confuse che hanno ispirato questa azione e altre analoghe dei cosiddetti " autoriduttori " , del tutto chiaro è proprio il loro atteggiamento verso il privilegio ; la loro ribellione è sì contro il privilegio , ma in quanto li esclude . È qui la caratterizzazione piccolo borghese e irrazionale della loro ideologia ; è questa la diversità , enorme e decisiva , dalle proteste del '68 che , per quanto talvolta infantili , si ispiravano sempre a ideali di razionalità sociale , di eguaglianza collettiva , mai di appropriazione individuale . Non è stata neppure , come scrive il " Corriere " una jacquerie ; perché le jacqueries , disperate e inefficaci , esposte sempre alla più sanguinosa rivincita repressiva , sono state fiammate e rivolte di contadini , di dannati della terra contro un privilegio che si voleva incendiare e annientare . Come poteva Montanelli soffermarsi su questo e indignarsi per questo , visto che la sua ideologia ha lo stesso impasto di quella degli autoriduttori ? Certo , una differenza c ' è , e grande : Montanelli è ben dentro il recinto del privilegio , mentre gli agitatori di martedì sono ancora fuori . E poi Montanelli è più esperto , più scaltro : sa che il privilegio , per perpetuarsi e proteggersi , deve servire il potere e servirsi del potere , deve dimostrare al potere che gli è utile . Ed ecco , ieri , il compito puntualmente svolto : quella dell ' altra sera a Milano è da lui trasformata in una minacciosa esplosione della violenza delle masse , con il PCI pronto ad approfittarne . Anticomunismo , si può dire , certo : ma c ' è qualcosa di ancestrale , che viene prima ancora dell ' anticomunismo , ed è l ' odio per le masse , escluse dal potere e nemiche dei privilegi , che si muovono e avanzano con fatica e con tenacia passo dopo passo spinte non da ingordigia di appropriazione ma dalla volontà di giustizia , di pulizia , di eguaglianza , di libertà , di onestà , di sincerità , dalla decisione di modellare tutta la società in questi valori . Montanelli per difendere i privilegi posseduti e l ' autoriduttore per aspirare ai privilegi idolatrati devono schierarsi contro queste masse , devono considerarle il peggior nemico : e così fanno . È lo stesso fastidio , lo stesso odio che trasuda dal duetto Pannella De Carolis . Qui il privilegio da difendere è quello del " personaggio " , un privilegio che si manifesta anche nel gesto , nella esibizione , nel gusto del paradosso , nella ammirazione di sé ; fra Pannella e De Carolis non c ' è accordo , c ' è qualcosa di più , c ' è intesa . " Noi ci intendiamo " . Si sono reciprocamente riconosciuti . Sono , Pannella e De Carolis , la vera incarnazione politica e culturale di quella profezia pseudoperaia rappresentata dallo slogan " vogliamo tutto " lanciato qualche anno fa da Balestrini . Ogni idea e ogni valore vanno bene se goduti e consumati individualmente ; ogni idea e ogni valore divengono perversi quando se ne impadroniscono le masse , e tanto più quando li usano per organizzarsi , per costruire un moto di emancipazione , per estendere e approfondire la propria coscienza . Non sorprende affatto , perciò , che Pannella vagheggi i tempi di Scelba né che un corifeo del seguito di Montanelli , riferendo compiaciuto le parole del deputato radicale , si confessi a lui affine . Siamo di fronte alle manifestazioni di un male antico che in Italia ha segnato profondamente anche la storia delle idee e degli intellettuali , non solo sul versante conservatore ; il distacco , la sfiducia e la contrapposizione verso le masse , che si vogliono tenere in una condizione di passività , perché siano oggetto e non soggetto della politica e della cultura , considerate al più quando lo sono campo di esercitazione e di affermazione per il singolo che le interpreta , le guida o le agita . È un male che ci sembra nient ' altro che il riflesso , sullo schermo delle ideologie e dei comportamenti , della avida e gretta difesa di tutti i privilegi materiali , protetti con tanta maggiore protervia quanto più si sa che sono arbitrari e ingiustificati . L ' anticomunismo certo , c ' entra , ma non è il punto di partenza , è la inevitabile conseguenza di ciò . E ' un anticomunismo non vecchio , non tradizionale ; è anzi nuovo , e tanto più aspro e agitato perché ha a che fare con il Partito comunista italiano così come è oggi , per quello che rappresenta , per quello che è , per quello che dice , per quello che fa ; soprattutto per gli aspetti che più esprimono la originalità e la novità del PCI . Perché non siete ci rimproverano Montanelli e Pannella come noi vi immaginiamo , vi vogliamo , vi descriviamo ? Perché non esprimete , voi che siete partito di massa e di masse per eccellenza , l ' immagine che noi diamo di orde minacciose e distruttive , ignare e cieche ? Il fastidio e l ' odio di costoro per il PCI si alimentano per il nostro testardo impegno di organizzare la democrazia con le masse e le masse con la democrazia ; per l ' importanza che attribuiamo alla fatica dell ' apprendere e del lavorare ; per la nostra affermazione dei diritti di libertà degli individui e delle garanzie che li devono proteggere ; perché sosteniamo e dimostriamo che essi devono e possono congiungersi fino a rafforzarsi reciprocamente con i diritti collettivi e i bisogni sociali . Provoca ira in costoro questo nostro volere e sapere essere trasformatori e costruttori , insieme . Gli ingordi di privilegi , gli autoriduttori di ogni risma , i chierici esibizionisti che " vogliono tutto " non ci sopportano perché siamo di un ' altra stoffa .