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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Sciascia Leonardo"
Buscetta, la piuma e il piombo ( Sciascia Leonardo , 1986 )
StampaQuotidiana ,
Buscetta parla con voce ferma , pacata . Quale che sia la domanda che gli si rivolge , non si innervosisce , a momenti sembra anzi divertirsene . Come quando l ' avvocato di Greco gli domanda se ricorda di essere stato arrestato dalla Guardia di finanza , il tale anno , il tale giorno , nelle acque di Crotone . Che cosa vuol dire « nelle acque » ? domanda Buscetta : a mollo , sul bagnasciuga , su una barca ? E poi - chiarito il senso della domanda - risponde che non nelle acque di Crotone era stato quel giorno arrestato , ma sulla terraferma di Taranto . Si sarà benissimo accorto , in questi giorni , di aver perduto la benevolenza della stampa : ma non sembra darsene pensiero . E ' presumibile che sia soltanto impaziente di liberarsi dell ' incombenza che il processo di Palermo gli assegna e di tornarsene negli Stati Uniti dove , esaurito il suo ruolo di testimone d ' accusa , spera di avere - con altro nome e altro volto - una sicura cittadinanza . Benissimo sa pure che gli basterebbe fare il nome di un uomo politico , magari di un solo uomo politico , e preferibilmente democristiano , per riguadagnare al doppio il favore della stampa . Ma non lo fa . Anzi : se , quando il giudice gli domanda il nome dell ' uomo politico che lui aveva detto di avere incontrato nell ' atrio di un albergo romano insieme a Nino Salvo , risponde di non ricordare , alla stessa domanda fatta da un avvocato di parte civile risponde di non ricordare nemmeno l ' incontro . E così la parte civile contribuisce a destituire di credibilità la testimonianza di Buscetta , che è l ' operazione cui prevalentemente si dedicano gli avvocati della difesa . Dovrebbe esser chiaro a tutti coloro che agiscono in questo processo che tutto quello che era possibile spremere da Buscetta si trova negli atti istruttori : e per ragioni comprensibilissime , considerando la situazione ambientale e psicologica di un imputato o testimonio di fronte a un solo giudice ; del tutto diversa da quella in cui viene a trovarsi nel processo dibattimentale . E non parliamo poi di quel che è sempre accaduto nei processi dibattimentali che hanno a che fare con la mafia , in cui regolarmente , tipicamente , le dichiarazioni rese in istruttoria subiscono una riduzione o negazione . Sperare che Buscetta dica qualcosa di più è alquanto insensato . Se mai , qualcosa di meno : come di fatto accade . Invece di ironizzare sul « cantare » di Buscetta e sulle sue « stecche » la stampa dovrebbe fare un po ' di autocritica sul fatto di aver creduto e di aver fatto credere che Buscetta fosse l ' angelo sterminatore incombente sull ' intera mafia siciliana e internazionale . Buscetta è semplicemente un uomo che ha visto intorno a sé cadere familiari ed amici , che sente in pericolo la sua vita , e vuole dalla parte della legge trovare vendetta e riparo . Con tutto quel che la stessa stampa gli propina sui letali pericoli che chi parla o è sul punto di parlare corre in Italia , e persino nelle carceri di massima sicurezza , è umanamente spiegabile che Buscetta tenda a non moltiplicare il numero dei suoi nemici , e specialmente di quei nemici che ancora « possono » . Che poi dai suoi ospiti americani abbia avuto ammonizione a non far nomi di politici italiani , ipotesi che si sente aleggiare tra coloro che seguono attivamente questo processo , è anche possibile : benché viene da pensare che almeno un nome , uno solo , in questo momento avrebbe fatto gioco a certa insofferenza della polizia americana nei riguardi dell ' Italia . Peraltro , la mentalità di Buscetta è perfettamente mafiosa : la sua alleanza con la legge non l ' ha per nulla scalfita . Dalla parte della legge continua a fare quel che avrebbe fatto dentro una « famiglia » ancora capace di far qualcosa : restituisce i colpi ricevuti , si vendica . Ed è appunto perciò credibile in quel che rivela . Nella misura , insomma , per cui è incredibile non sappia certe altre cose è credibile conosca bene e colpisca giusto nelle cose che afferma . Giustamente si dice « dissociato » e non « pentito » . Non è pentito di aver fatto parte della mafia , ne coltiva anzi l ' ideologia , la nobiltà : della mafia , s ' intende , di una volta . Che cosa poi fosse la mafia di una volta , non si capisce bene . Non ammazzava giudici e carabinieri , non produceva e commerciava droga : va bene . Ma omicidi , taglieggiamenti , usurpazioni e soprusi indubbiamente ne faceva . E c ' è una impagabile battuta di Buscetta , in risposta all ' avvocato che gli domanda di Sindona e di quel che era venuto a fare in Sicilia . Vale la pena trascrivere l ' intera sequenza : Avvocato Maffei : « Si ricorda per quali canali avvenne l ' incontro tra Sindona e i suoi amici Bontade e Inzerillo ? » . Buscetta : « Non ne parlammo mai ... Bontade mi disse che Sindona era solo un pazzo ... Non c ' era niente da parlare » . Avvocato Maffei : « Ma Sindona parlò di una rivoluzione . Bontade non era preoccupato di essere custode di simili segreti ? » . Buscetta ( ridendo ) : « I segreti di Sindona ! Erano una piuma , in confronto ai segreti che aveva Bontade » . Una piuma , i segreti di Sindona . Si può immaginare dì qual piombo fossero i segreti della vecchia , buona , nobile mafia , che Bontade custodiva .
Una cultura antimafia ( Sciascia Leonardo , 1987 )
StampaQuotidiana ,
Il comunicato del cosiddetto Coordinamento antimafia è la dimostrazione esatta che sulla lotta alla mafia va fondandosi o si è addirittura fondato un potere che non consente dubbio , dissenso , critica . Proprio come se fossimo all ' anno 1927 . Nel mio articolo di sabato 10 gennaio , c ' era in effetti soltanto un richiamo alle regole , alle leggi dello stato , alla Costituzione della repubblica : e questo cosiddetto Coordinamento - frangia fanatica e stupida di quel costituendo o costituito potere - risponde con una violenza che rende più che attendibili le mie preoccupazioni , la mia denuncia . Ne sono soddisfatto : si sono consegnati all ' opinione di chi sa avere un ' opinione , nella loro vera immagine . Ed è chiaro che non da loro né da chi sta dietro a loro - e ne è riconoscibile ( si dice per dire ) lo stile - verrà una radicale lotta alla mafia . Loro sono affezionati alla " tensione " , e si preoccupano che non cada . Ma le " tensioni " sono appunto destinate a cadere : e specialmente quando obbediscono a giochi di fazione e mirano al conseguimento di un potere . In quanto al dottor Borsellino , non ho messo in discussione la sua competenza , che magari può essere oggetto di discussione per i suoi colleghi ; sono le modalità della suanomina che mi sono apparse e mi appaiono preoccupanti . Ed è proprio nella sentenza di un processo che mi pare sia stato appunto istruito dal dottor Borsellino , sentenza pronunciata dalla corte d ' assise di Palermo , seconda sezione , íl 10 novembre dell ' anno scorso , che trovo la migliore ragione , perché non ci si acquieti agli intendimenti del cosiddetto Coordinamento . Una sentenza che ha mandato assolti gli imputati e in cui ad un certo punto si legge : " Non può essere consentito al giudice lo stravolgimento delle regole probatorie da applicare solo ai processi di mafia ; necessita sempre un serio e rigoroso controllo di tutti gli elementi del reato : le prove devono assumere carattere di certezza e gli indizi devono essere concordanti ed univoci ; non c ' è ingresso nel processo penale ai semplici sospetti e alle generiche opinioni . La lotta concreta al crimine potrà essere fatta solo con la seria utilizzazione degli strumenti normativi " . Parole che credo nessuna persona onesta e intelligente rifiuterebbe di sottoscrivere .