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> anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Veneziani Marcello"
StampaQuotidiana ,
Non è solo questione di facce , di vendette personali e di arboristeria tra querce e ulivi . La guerra tra Prodi e D ' Alema tocca il Dna della sinistra italiana . E tocca alle radici l ' egemonia del centrosinistra . Non è possibile infatti pensare a un equilibrio perfetto tra le due componenti : ci sarà sempre la prevalenza dell ' una sull ' altra , legittimata da ragioni di forza elettorale o di agibilità politica , di organizzazione di partito o di maggiore presentabilità sociale e internazionale . E non possiamo obiettivamente sentirci europei se pensiamo che , unici in Europa , abbiamo al governo personaggi e partiti che fanno capo ai due principali schieramenti antagonisti in Europa : da una parte i popolari moderati di centro e dall ' altra l ' internazionale socialista e democratica di sinistra . L ' equivoco non può durare in eterno ; con i parametri politici di Maastricht non siamo a posto , abbiamo due piedi in uno Stivale . Ma il problema di fondo è che le due mentalità sinistresi , quella ulivista e quella quercista , sono incompatibili alla radice ; la prima fa perno sulla società civile , la seconda sul Partito ; la prima è virale , mira a contaminare e ungere la società come una macchia oleosa ; la seconda è batterica e mira a egemonizzare la società ; la prima è pacionista , punta cioè sui faccioni di Prodi , Di Pietro , Rutelli , e via dicendo ; la seconda è professionista , e scommette sulla consumata capacità di navigazione degli apparati . E poi , la sinistra nel caso ulivista è una specie di clima , di habitat , che si mescola con cattolicesimo e tecnocrazia . Nel caso quercista è invece una sinistra che si trasforma di volta in volta in cattolicesimo e tecnocrazia . La prima ha come modello il melting pot , la seconda ha come modello il trasformismo . L ' Ulivo è bisessuale ( maschio con Tonino , materno con Romano , ombroso con Cacciari , puer glabro con Rutelli ) , la Quercia è transessuale ( da comunista a democratico di sinistra , da filosovietico a filoamericano , dal Cremlino a Casablanca ) . O , se preferite un paragone alimentare , l ' Ulivo è un passato di verdura , in cui tutti gli ingredienti risultano fusi in un pappone ; la Quercia è un minestrone di verdure in cui galleggiano i pezzi di vecchie provenienze : si distinguono ancora i tranci di rape verdi , patate cattoliche , cavoli udierrini , barbabietole comuniste . A livello internazionale , l ' Ulivo vorrebbe essere più liberal , ma in salsa parrocchiale ; la Quercia vorrebbe essere più socialdemocratica , ma in salsa gramsciana . Cos ' hanno allora in comune le due sinistre ? Un retrogusto ideologico all ' insegna dell ' antifascismo e un giacobismo dolciastro , strisciante . In fondo , quello è l ' unico cemento a cui si richiama disperatamente Walter Veltroni per salvare l ' alleanza e soprattutto la sua biografia personale . Veltroni infatti è diventato un caso umano perché ha la testa nell ' Ulivo ma i piedi nella Quercia ; deve fare gli interessi dalemiani pur avendo le stimmate dell ' Ulivo . E allora punta su questo esile tratto comune giacobino e antifascista , e ogni giorno chiede a Prodi e indirettamente a D ' Alema di sparare sulla destra , di rivolgere le proprie polemiche contro il Nemico . Perché se togli quel collante , l ' odio per l ' Italia di Berlusconi e Fini , non resta nulla . La stessa coalizione di governo va in pezzi e i suoi tronconi schizzano da tutte le parti . Sul piano pratico il punto di unione tra sinistra e sinistra coincide con il punto di maggiore tensione : il potere . È quella , in fondo , l ' unica ragione che unisce una coalizione così eterogenea : se non fossero ministri , sindaci o presidenti , ognuno sparerebbe palate di fango sugli altri alleati . Però il luogo di incontro più morboso è anche il luogo di scontro più feroce . Prendete la lottizzazione : c ' è una guerra civile intestina e clandestina da far spavento . Provate a sentire le redazioni della Rai , i vertici di molti enti , le giunte di molte città : la caccia all ' uomo , la resa dei conti tra bande rivali e il proselitismo door to door prosegue incessante e senza esclusione di colpi bassi . Gli ulivisti si insinuano come testimoni di Geova nelle case dei cattolici . E viceversa , i quercisti li respingono come se fossero una setta satanica . Se vogliamo localizzare il bubbone della guerra civile a sinistra dobbiamo andare a Bologna , eletta capitale da entrambe le sinistre : gli ulivisti perché è la loro città del Vaticano , dove vive il loro papa Romano Prodi , i quercisti perché è la capitale morale dell ' italocomunismo , l ' epicentro dei Ds . Anche storicamente , Bologna è per Prodi la città del suo padre spirituale , Dossetti ; e per D ' Alema la storica Stalingrado del suo partito . Scoppierà dunque la guerra del tortellino . Anche perché , nel frattempo , Bologna la rossa è diventata la città del nord dove si vive peggio , a cominciare dalla sicurezza e dall ' ordine pubblico . E ciò grazie a una sinistra di governo che ha disarmato psicologicamente le forze di polizia . Ottenendo , fra l ' altro , la testa del vicequestore Giovanni Preziosa , trasferito da Bologna , perché reo di usare la mano pesante con la criminalità , ieri con l ' ultrasinistra , oggi con gl ' immigrati irregolari . Insomma Bologna sarà probabilmente la pietra dello sfascio . Non a caso , l ' ultima tempesta tra ulivisti e quercisti è stata scatenata proprio sul fronte di Bologna : capeggiate da Lerner , le truppe ulivastre hanno attaccato l ' approdo di D ' Alema nel programma C ' era un compagno che come me … del mito canoro bolognese più celebre dell ' italocomunismo : Gianni Morandi . Dal presidente della Regione La Forgia al compagno Morandi : Bologna la rossa sarà probabilmente la prima città dove la sinistra consumerà la sua lotta fratricida .
Elogio funebre della democrazia. ( Veneziani Marcello , 1998 )
StampaQuotidiana ,
Che cosa resta della democrazia a due passi dal Duemila ? Credo ben poco , a giudicare dal caso francese . Dunque , facciamo due conti . Alle ultime , parziali elezioni in Francia l ' esito è stato il seguente : su cinque francesi due non sono andati a votare , due hanno votato per le forze del centrodestra , uno ha votato a sinistra . Ma alla fine ha vinto la sinistra per la quale ha votato solo un francese su cinque . Nessuno ha niente da dire ? Nessuno . Anzi , quasi tutti titolano complimentosi nei confronti di Jospin , cerimoniosi nei confronti della normalizzazione politica del Paese . Eppure così la democrazia non può andare avanti . Così rischia di spegnersi . É in atto , non solo in Francia , una graduale espropriazione della sovranità popolare . Avevamo messo in conto l ' eventualità di vedere espropriate quote sensibili di sovranità nazionale ; ma adesso mi pare di poter dire che si sta paurosamente restringendo la democrazia . Che cosa accade ? Dunque accadono due cose . La prima è che cresce paurosamente la disaffezione , il disinteresse per la politica ; ma anche la sensazione di non poter mutare gli assetti , di non poter cambiare . Perché ? Ma perché la gente è meno scema di quel che pensano i loro rappresentanti . Si avverte precisa la sensazione che i processi decisionali siano trasferiti altrove , nelle mani dei tecnocrati , delle oligarchie finanziarie , dei grandi fabbricanti d ' opinione . Oggi più di ieri e meno di domani . Si avverte la sensazione dell ' intercambiabilità dei politici . Si avverte la sensazione dell ' intercambiabilità dei programmi politici . Si avverte la sensazione di versare la propria preferenza in un imbuto che poi la trasforma , attraverso alchimie di sistemi elettorali , poteri di veto e di coalizione , in un altro verdetto . Ho sentito giorni fa , in un convegno , illuminati campioni della sinistra arrogarsi il diritto di frenare i verdetti della volontà popolare : se prestiamo ascolto alla maggioranza - dicevano - bocciano Maastricht , vince il nazionalismo , vince la pena di morte , frenano l ' immigrazione . Dunque , teniamoli sotto tutela . E qui si entra nella seconda e più scabrosa ragione della volontà popolare . Dunque , è consentito alla sinistra allearsi con chiunque . Liberali e cattolici , protestanti ed ebrei , industriali e sindacati , potenti e perfino massoni . Ed è soprattutto permesso alla sinistra moderata allearsi con la sinistra radicale , che non esita a definirsi ancora comunista . Al centro o alla destra questo non è consentito . Sono precluse le porte di un ' alleanza a tutto campo , non è possibile godere dell ' appoggio di una classe imprenditoriale senza scatenare la piazza ; non è possibile unirsi alla destra radicale e nazionalista . Non dico nazista . Non dico nemmeno fascista . Ma anche solo nazionalista , tradizionalista o radicale . Prendete il caso francese , ma il discorso è esportabile , anche altrove ( l ' Austria , per restare ai confini ) . Una democrazia compiuta dovrebbe porsi un problema : come costituzionalizzare la destra e la sinistra radicale , come farle entrare nel gioco . Oppure , come escluderle dal gioco . E invece no : in Francia , e non solo in Francia , ai comunisti è consentito persino andare al governo ; con Le Pen non è consentito neanche un patto tecnico di desistenza . Chirac e Giscard sarebbero massacrati dai poteri che contano e dalle fabbriche del consenso . Questa anomalia sta uccidendo la democrazia , sta impedendo l ' alternanza , sta bloccando in una forma di centrosinistra globale l ' assetto di potere . Che tende a divenire assetto di regime e riflettersi nell ' assetto culturale egemone . Ancora una volta l ' alibi sono i fantasmi del passato . Su Le Pen pesa il passato nazista che obbiettivamente nulla ha a che vedere con il Front national . Sul Pc francese non pesa il passato comunista che è invece rivendicato apertamente dal medesimo partito . La stessa operazione agisce in Italia con l ' interdizione del piccolo ma decisivo partitino di Rauti , con le barriere verso intese destrorse con la Lega e perfino - a corrente alternata - con An ; in semilibertà vigilata . Al centrodestra non è possibile sommarsi , vige la logica inesorabile dell ' aut aut . Al centrosinistra invece no , vige la logica dell ' et et . Perciò io dico : attenzione , sta morendo la democrazia , tra astensionismo e veti ideologici di ritorno , sistemi bloccati e alternanze impossibili . Con tutte le giustificate diffidenze maturate da una nobile letteratura elitaria e antidemagogica , tocca oggi al centrodestra rappresentare le ragioni della sovranità popolare .