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La trasgressione impossibile ( Perina Flavia , 2000 )
StampaQuotidiana ,
POTREBBE essere un racconto di Pirandello . Il racconto di un uomo sempre controcorrente , che sul marciare controvento ha costruito una clamorosa e onoratissima carriera diventando il simbolo stesso della demolizione delle regole e del rovesciamento degli schemi , che tuttavia non riesce ad ammettere - neanche per un attimo , nemmeno con se stesso - la prima e la più assoluta delle sue trasgressioni : l ' adesione a una " causa sbagliata " , poi diventata nell ' arco degli anni un autentico tabù sociale e storico . Potrebbe essere un racconto di Pirandello , e invece è la vicenda di Dario Fo , tornata d ' attualità sull ' onda della polemica sulle " confessioni " di Roberto Vivarelli riguardo all ' adesione alla Rsi . Anche Dario Fo vestì la divisa della Rsi . Anche lui è stato interpellato di recente sui motivi di quella scelta . A oltre cinquantanni di distanza , da uno così uno che sul " coraggio di dire di no " ha costruito una carriera da Nobel , ci si poteva aspettare un fulminante " outing " . E vero , l ' ho fatto . Invece è arrivato un deprimente contorcimento . Deprimente sia per il compagno di " Guerra di popolo in Cile " sia per il camerata di " Battaglioni del Duce battaglioni " . " A differenza di Vivarelli che , sebbene per poco , ci credette - ha spiegato Dario Fo al " Corriere " - io aderii alla Rsi per ragioni molto più pratiche : cercare di imboscarmi , portare a casa la pelle " . Fo dice di aver scelto l ' artiglieria contraerea di Varese perché tanto " non aveva cannoni " ed era facile prevedere che gli arruolati sarebbero presto stati rimandati a casa . Quando capì che invece rischiava di essere spedito in Germania " a sostituire gli artiglieri tedeschi massacrati dalle bombe " , trovò un ' altra scappatoia . Si arruolò nella scuola paracadutisti di Tradate . Frequentò il corso . E " finito l ' addestramento , fuga finale . Tornai nelle mie valli , cercai di unirmi a qualche gruppo di partigiani , ma non ne era rimasto nessuno " . E ' una versione ben differente da quella che lo stesso Fo fornì vent ' anni fa , e di cui diamo conto nell ' articolo qui a fianco . All ' epoca il giullare di " Mistero buffo " sosteneva addirittura di essere entrato nella Rsi su incarico di formazioni partigiane . Smentito in processo , è stato probabilmente costretto a " emendare " i suoi ricordi . Resta da chiedersi come mai nemmeno dopo mezzo secolo , nemmeno dopo il Nobel , nemmeno dopo l ' incrinatura del tabù che ha ossessionato due generazioni di italiani , un pluri - settantenne del calibro di Fo , ormai al riparo dalle intemperie della discriminazione , riesca a riconciliarsi con le scelte della sua giovinezza . Delle due l ' una : o la gabbia creata dalle vestali del " politicamente corretto " è infrangibile , o è molto fragile - debole , succubo conformista - lui .
StampaQuotidiana ,
Sugli organismi geneticamente modificati , i famigerati Ogm , gli scienziati hanno sollevato un grosso polverone , e come succede sempre a chi non vuol capire , la loro sordità è stata palese , e la loro volontà di confondere le idee dei non addetti ai lavori , assumendo la parte di Galileo o di Giordano Bruno , si è rivelata appieno nell ' accusa lanciata agli ambientalisti di oscurantismo , se non di propensioni teologiche da Malleus maleficarum , il manuale degli Inquisitori . Denuncio questa accusa come spudoratamente falsa e mi sforzerò di fare un po ' di chiarezza . Penso di essere autorizzato , visto che di recente , al Parlamento Europeo , mi sono dissociato dai Verdi , astenendomi quando mi si è proposto di votare contro l ' impiego degli embrioni inglesi in freezer . Si trattava di destinarli alla cura di gravi patologie e il mio punto di vista resta sempre che la salute sia un bene che vada tutelato su tutto . Il bello è che proprio per questo , per questa tutela irrinunciabile , nutro delle perplessità sulle biotecnologie in agricoltura : se da un canto le reputo affascinanti , e auspico , se fatte in laboratorio , che proseguano felicemente , d ' altro canto sono convinto che non siamo affatto pronti a estendere le esperienze in pieno campo , e tanto meno a immetterne i prodotti sui banconi dei supermercati . E a proposito di queste pretese di pronta commercializzazione , mi sembra diventi chiaro come non sia in gioco tanto la libertà di ricerca scientifica , che nessuno intende negare , quanto la corsa all ' Eldorado dei brevetti , e quindi al « far soldi » nel nome del progresso della conoscenza . Ma la storia sembra ancora una volta ripetersi . Oscurantismo ? Amarcord : trent ' anni fa chi , come me , faceva notare che l ' uso dei pesticidi in agricoltura castigava duramente la biodiversità degli ecosistemi e la salute dei consumatori con i residui rimasti negli ortofrutticoli , veniva bollato di oscurantismo , e di affamatore dei paesi in via di sviluppo . Bene , attualmente , 800 milioni di persone , malgrado la diffusione ubiquitaria delle molecole di sintesi , sono ancora sottoalimentate , e in compenso migliaia di contadini che operano in quelle latitudini sono morti intossicati dai fosforganici . Voglio ricordare , allora , come l ' agricoltura industriale , fondata sulla chimica , stia mostrando la corda , e l ' agricoltura biologica , o ancor più sostenibile , la stia sostituendo a poco a poco in Europa . In altre parole si sta affermando una nuova maniera , moderna e dinamica , di gestire il campo coltivato , screditata solo da qualche tetro vivisettore che , tra l ' altro , non ha nessuna competenza in merito . Mi sembra , come ha scritto Vattimo su questo giornale , che la ricerca scientifica sia diventata , oggi , così socialmente importante che non può più essere affidata soltanto agli scienziati , anche perché tutto quello che ho chiamato in causa è dipeso principalmente da loro . In realtà , rispetto ai prodotti delle piante geneticamente modificate , risulta evidente come non siano state mai fatte ricerche a lunga scadenza sui possibili danni all ' ambiente e alla salute umana . Quando Regge , dall ' alto della sua cattedra , afferma che in Cina ci si serve in tavola da tempo del transgenico , ma non si sono avuti danni alla salute dei consumatori , è proprio sicuro che sia così ? Dobbiamo concludere che per le multinazionali delle biotecnologie , e per gli scienziati che lavorano per loro , noi tutti siamo delle cavie su cui sperimentare . Non sono contro la ricerca scientifica , come potrei ? L ' ho fatta , con alterne fortune , per tutta la vita . Tuttavia , sono stato sempre a favore del principio di precauzione e pongo la vita umana al di sopra dell ' economia , e delle pretese degli scienziati , che non invocano quella che chiamano la libertà di ricerca , ma la licenza di fare quello che vogliono , perfino una bomba atomica se è il caso . Sembra che Fermi , assistendo a una conflagrazione sperimentale della bomba H , sussurrasse a Teller : « E ' terribile , ma è un così bell ' esperimento ! » . Per fortuna , si ricordi di Asilomar , non tutti gli scienziati sono fatti della stessa pasta , e molti di loro non sono affatto tranquilli sulle ricadute negative possibili della cosiddetta ingegneria genetica . Per sfortuna , i semi terminator della Monsanto ci hanno chiarito in che cosa consistano , per loro , gli aiuti al Terzo Mondo , compendiabili nel dilemma « o compri da noi , o muori di fame » . Una sintesi brutale ? Forse , ma non per questo meno veritiera . Al Parlamento Europeo è stata presentata nei giorni scorsi una direttiva sulla immissione degli Ogm in campo e nei supermercati . E ' stata votata dalla maggioranza , ma io , con i Verdi , mi sono astenuto . Il perché è presto detto : da un lato , la direttiva prendeva in seria considerazione il problema dell ' etichettatura e della tracciabiltà dei prodotti transgenici , però , d ' altro lato , sospendeva ogni azione concreta in merito , promettendo di risolvere la questione entro quest ' anno . Una sorta di amplexus interruptus , e l ' astensione mi è sembrata la sola via possibile da percorrere . Ma il bello è questo : la direttiva consente che nei prodotti Ogm siano ancora presenti , fino al 2004 , i marcatori di resistenza agli antibiotici . Bene , come ho fatto osservare in aula , se le multinazionali sostengono di essere pronte a sostituire questi marcatori con mezzi alternativi , perché insistono nel mantenere la suddetta dilazione ? E se progettano delle alternative , non significherà che li considerano pericolosi per la salute , anche se hanno sempre assicurato il contrario ? Si tenga presenta , allora , che tutti quei prodotti che si vogliono far piovere nel nostro piatto sono dotati di questi geni : per cui si predica bene e si razzola male . Ma , alla fin fine , che cosa chiedono tutti questi irrequieti scienziati in coro ? Che si mangi il pappone , e si stia zitti ? E se qualcuno chiede il menù , bene , è uno che si propone di mettere alla tortura Galileo .
StampaQuotidiana ,
Maria Grazia Cutuli è stata assassinata in Afghanistan , sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul , a 90 chilometri dalla capitale in un posto orribile che si chiama Pouli - es - the - Kam . Maria Grazia era lì inviata dal Corriere della Sera e aveva trentanove anni . Era lì , da quelle parti , prima in Pakistan e infine in Afghanistan , dal giorno successivo all ' attacco alle Torri Gemelle . Pare sia stata un ' esecuzione . Secondo la ricostruzione di una televisione spagnola le hanno sparato alle spalle . Con lei sono stati uccisi altri tre giornalisti . Uno è Julio Fuentes , spagnolo , di El Mundo , di cui Maria Grazia parlava spesso . Erano stati anche fidanzati , Maria Grazia e Julio . Insieme , domenica , erano entrati in una delle più grandi basi militari di bin Laden , abbandonata dopo la ritirata dei talebani da Jalalabad . Lì hanno trovato una serie di fialette di Sarin , il gas nervino . Ieri il Corriere e il Mundo hanno pubblicato il racconto in prima pagina . C ' è chi dice che con la loro inchiesta e con le loro domande abbiano infastidito il leader locale . Si chiama Younis Khalis , una vecchia gloria del Jihad anti sovietico , ed è l ' uomo che dopo un lungo negoziato ha costretto i talebani a lasciare Jalalabad . I due giornalisti hanno scritto che Khalis nel 1996 diede a Osama ospitalità e il permesso di costruire la base sui suoi terreni . Secondo altri si è trattato di un ' imboscata a scopo di rapina , in una terra di nessuno tra le più pericolose dell ' Afghanistan . Su quelle montagne , a metà strada tra Kabul e Jalalabad , ci sono sia gli arabi di bin Laden sia i talebani scappati dalle due città . In fondo , conoscere il motivo della strage non conta molto : tutti e quattro i giornalisti sono morti . Questo conta . L ' intrattabile miss Kigali Dei quattro , Maria Grazia Cutuli è quella che conosciamo meglio . Era di Catania . Il mese scorso aveva compiuto 39 anni . Lavorava alla redazione Esteri del Corriere della Sera . Si occupava di Africa , di Medio Oriente , di Balcani , di Afghanistan . Era la più grande esperta di madrasse , le scuole coraniche del Pakistan dove hanno , si fa per dire , studiato i talebani . Di lei sappiamo che era una donna tosta , tostissima . Sappiamo che era considerata una intrattabile , a tratti insopportabile . Maria Grazia si lamentava , si lamentava sempre , le sue lamentele erano leggendarie , e gli amici la sfottevano per questo . Non riusciva a restare chiusa in redazione a passare pezzi , come si dice nel nostro gergo , o a fare interviste al telefono . Era monomaniaca : raccontare la guerra , meglio la guerriglia , era la sua fissazione . Voleva sempre andare dove c ' era un conflitto . Ci andava , poi . Ci riusciva . Perché era testarda da non immaginarsi . Poi tornava e sfiancava gli amici con i suoi racconti , e non smetteva di raccontare e lamentarsi , perché quando arrivava lì , fosse in Ruanda o in Medio Oriente , improvvisamente e felicemente si fermava tutto . Non si sparava più , si trattava improvvisamente la pace . I suoi colleghi dicevano che era meglio dell ' Onu : arrivava lei e la guerra si fermava . Era contenta di questo . Ironizzava su di sé . A chi la andava a trovare a casa mostrava sempre le sue fotografie scattate in Ruanda il Ruanda era la sua vera fissazione , ci tornava pure in vacanza . A Kigali arrivò proprio alla fine del genocidio tra hutu e tutsi . Per andarci si dimise da Epoca , dove lavorava ; ci andò con un contratto a termine delle Nazioni Unite . Da lì scrisse anche per questo giornale . Era orgogliosa delle sue foto del Ruanda . Gli amici la prendevano in giro perché quelle foto raccontavano un Ruanda diverso da quello terribile della guerra civile . Quelle foto la ritraevano danzante su un magnifico prato all ' inglese . Il machete aveva appena cessato di mozzare teste e lei , per scherzo e per esorcizzare la paura , quella sera , su quel prato , fu eletta Miss Kigali . Fare il giornalista di guerra , si sa , è pericoloso . Le parole contano meno delle armi da fuoco . Chi decide questa vita ne è perfettamente consapevole . Ed è felice . Maria Grazia aveva già rischiato la vita almeno un paio di volte . In Ruanda si salvò grazie a un febbrone che la costrinse a un ricovero all ' ospedale di Kigali . La sua abitazione , quella notte fu attaccata e quattro suoi colleghi delle Nazioni Unite furono trucidati . In Sudan , sui monti Nuba , al seguito della guerriglia cristiano - animista evitò per un niente una smitragliata da un Antonov governativo . I suoi amici erano abituati a questi racconti , non ci facevano più caso . Per coinvolgerli , per fare fino in fondo il suo mestiere , lei raccontava loro queste immani tragedie in modo lieve . Per non annoiarli . Ci riusciva . Come quando andò a Sarajevo per Epoca . La città fu presa d ' assedio e lei costretta a dormire per tre settimane nell ' edificio della televisione bosniaca . Appena mettevi il naso fuori un cecchino prendeva la mira e sparava . Scrisse articoli bellissimi . A cena , un tocco mondano . Agli amici faceva credere che per lei la cosa peggiore era guardarsi allo specchio i capelli sformi .
Il vero conflitto di interessi ( Belpietro Maurizio , 2001 )
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Per tutta la lunga campagna elettorale , la sinistra ha sognato di poter trovare una scorciatoia che le consentisse di sorpassare in fretta una Casa delle Libertà che la precedeva di molti chilometri . Certi com ' erano del ritardo accumulato in cinque anni di governi inconcludenti , e abituati a imboccare vie giudiziarie e ad aprire cantieri istituzionali per far ribaltare la macchina dell ' opposizione , anche questa volta i piloti dell ' Ulivo hanno premuto l ' acceleratore alla ricerca della strada breve e sbrigativa , evitando il normale confronto elettorale . Naturalmente , per costringere l ' auto della Casa delle Libertà a fermarsi o , meglio , a uscire di strada , bisognava incepparne il motore , ossia Silvio Berlusconi . Così in tutta fretta sono state riesumate le carte sulla nascita delle sue fortune , affidando ai comici l ' incarico di gettare olio sulla pista . Ma ciò non è bastato ed ecco allora spuntare magicamente sulle pagine di « Repubblica » la divisione guastatori scelti della sinistra , un rapporto sui conti della Fininvest preparato dalla società di revisione Kpmg per incarico della procura di Milano . Nella relazione si congettura di società fiscalmente impenetrabili e di intrecci segreti : il tutto certificato da un perito , cioè la Kpmg , che - spiega Ezio Mauro , direttore di « Repubblica » - è un gigante dell ' accounting , una multinazionale della revisione ; insomma , in fatto di conti sarebbe , secondo il direttore del quotidiano ulivista , appena sotto Dio . Mauro naturalmente evita di dire che la Kpmg è stata la prima società di revisione a essere condannata in Italia per aver cagionato danni ai risparmiatori che avevano affidato il loro denaro ai simpatici fratelli Canavesio e per questo - per le sue gravi disattenzioni - è stata costretta a pagare 8,8 miliardi di lire . Nel primo di una serie di scivolosi articoli che sono stati stesi in mezzo alla strada per far sbandare la Casa delle Libertà , il direttore di « Repubblica » dimentica anche di riferire che la stessa Kpmg è stata coinvolta nel crac dell ' Ifm leasing ( per chiudere la vicenda accettò di pagare 18 miliardi alla Banca Popolare di Milano ) e nel fallimento della Scotti finanziaria , e in quello della Trevitex , e in quello della Sasea . E scorda di precisare che su alcune di queste vicende sta ancora indagando la procura di Milano , sì - avete letto bene - la stessa procura che ha incaricato la Kpmg di studiare le carte della Fininvest . Naturalmente in questo caso non c ' è conflitto d ' interesse . No , no , qui è tutto regolare , tutto certificato con i timbri al posto giusto . Dimenticavo : la Kpmg è coinvolta anche nel crac del Crédit Lyonnais , una grande banca francese . Secondo gli avvocati che si occupano di recuperare il denaro di quella banca , la Kpmg , « in spregio alle regole legate al suo ruolo di revisore di conti , ha scientemente ingannato il Crédit Lyonnais sulla qualità dei crediti poi concessi dalla sua filiale olandese al gruppo Fiorini - Parretti , spingendo così la banca nella voragine di perdite storiche » . E per tali motivi , gli avvocati hanno chiesto al gigante dell ' accounting citato da Ezio Mauro 22 miliardi di franchi francesi , equivalenti a 6500 miliardi di lire . Potrei proseguire , ma non voglio annoiarvi in una domenica così radiosa . Comunque , neanche lo sgambetto di « Repubblica » , con la sua Kpmg , è servito a metter fuori pista Berlusconi e allora nelle settimane successive si è puntato tutto sulla curva pericolosa del conflitto d ' interessi . Il tempo stringe , il divario tra Ulivo e CDL s ' allarga , ed ecco che il capo dell ' opposizione diventa un pericoloso attentatore degli interessi pubblici nazionali . Egli è ricco , possiede TV e giornali , non può governare . In nessun Paese del mondo potrebbe diventare presidente del Consiglio , scrivono e dicono gli uomini di sinistra . Deve vendere , non basta che abbia rinunciato ai consigli di amministrazione , non basta neppure che faccia un blind trust , ossia che affidi ad amministratori privati il proprio patrimonio . No , o vende o consegna i suoi averi ad amministratori nominati dalla sinistra . Se non lo fa - insistono i cantori dell ' Ulivo - saremo lo zimbello d ' Europa , ci escluderanno dai consessi internazionali , saremo tenuti a distanza come appestati . I più eleganti dicono che un Berlusconi al governo sarebbe un ' anomalia della democrazia . La realtà , naturalmente , è ben diversa . Basta conoscere appena l ' Europa . Uno degli uomini più ricchi di Francia , André Bettencourt , proprietario di L'Oréa1 , è stato per anni ministro degli Esteri , e Marcel Dassault - fondatore , proprietario e presidente dell ' omonima industria aeronautica - entrò in Parlamento e continuò a vendere i suoi aerei allo Stato francese . In Germania , il padrone della Rosenthal fu invece al fianco del primo ministro socialdemocratico Helmut Schmidt . Potrei citarne altri , ma anche stavolta mi fermo qui , sempre per via della domenica radiosa . Comunque , in tutti questi casi non ci fu alcuno scandalo , non scattò nessuna legge sul conflitto d ' interessi , nessuno parlò di anomalia , per la semplice ragione che in questi Paesi le leggi sul conflitto d ' interessi non sono delle trappole , ma delle norme severe , ma per niente punitive . Al punto che in Germania un ministro - se autorizzato dal Parlamento - può sedere nel consiglio di amministrazione di una società privata e in qualche caso è successo . Vi chiederete perché nel giorno in cui dovete decidere come votare vi tedio con queste storie di Kpmg e di ministri europei e relativi patrimoni . È solo per rimarcare come su questa campagna elettorale , una campagna decisiva per archiviare l ' era dell ' Ulivo , siano state sparse montagne di menzogne . Bugie , colpi bassi , calunnie e strumentalizzazioni . Pur di non perdere il potere , tutto ciò che era possibile fare la sinistra lo ha fatto . Anche a costo di danneggiare il proprio Paese . Nelle scorse settimane vi abbiamo dato conto degli articoli che la stampa internazionale ha pubblicato contro Berlusconi e la Casa delle Libertà , articoli che naturalmente hanno fatto strillare l ' Ulivo , il quale ne ha approfittato per avvisare gli elettori che un governo di centrodestra sarebbe stato severamente giudicato dai nostri partner europei . La verità , anche in questo caso , è molto più banale e l ' ha confessata lo stesso direttore di « Repubblica » un paio di giorni fa , quando ha scritto che « gli inviati dei giornali stranieri che visitano l ' Italia in questi giorni elettorali passano ogni tanto da " Repubblica " e verificano le notizie raccolte » . Se c ' era un dubbio su quale fosse la centrale di smistamento degli articoli anti - italiani - perché di questo si tratta - improvvisamente comparsi sulla stampa estera , ora questo dubbio ci è tolto . Se c ' era un dubbio - e non c ' era - sul perché « la Repubblica » avesse celato o mutilato gli articoli positivi a favore di Berlusconi e dei suoi alleati apparsi sulla stampa estera , ora questo dubbio ci è caduto . Quella cui abbiamo assistito è stata la campagna più feroce e aspra che si sia mai vista negli ultimi trent ' anni . E la ragione di tanta durezza è una sola . Qui si tratta di risolvere il vero conflitto d ' interesse di cui patisce l ' Italia : quello tra una casta politica che ha occupato lo Stato e il futuro del Paese . Per sciogliere questo conflitto non serve una legge : basta un voto . Oggi . E per questa sinistra ogni scorciatoia da domani diventerà un vicolo cieco .
StampaQuotidiana ,
L ' articolo comparso sulla rivista The Journal of Regenerative Medicine , che i ricercatori dell ' Advanced Cell Technology hanno pubblicato in data 26 novembre 2001 , mostra in tutta la sua drammaticità la gravità dell ' evento che è stato realizzato : la produzione di un embrione umano in vitro , anzi di diversi embrioni , che si sono sviluppati rispettivamente fino allo stadio di due , quattro , sei cellule . L ' evento è documentato da chiare immagini a colori al microscopio a scansione , che mettono in evidenza le prime fasi dello sviluppo di queste vite umane , a cui è stato dato inizio non attraverso la fecondazione di un ovocita con uno spermatozoo , ma attivando ovociti con nuclei di cellule somatiche . Gli autori hanno ribadito che la loro intenzione non è quella di dare origine ad un individuo umano . Ma quello che essi nel loro articolo chiamano , da scienziati , early embryo , embrione allo stadio iniziale , che cos ' è ? Ecco allora che ritorna in tutta la sua attualità l ' interrogativo bioetico , mai sopito per la verità , su quando considerare l ' inizio della vita umana . Al di là dell ' evento scientifico , infatti , rimane questo l ' oggetto del contendere , essendo fuor di dubbio - per indicazione stessa dei ricercatori - che qui ci troviamo di fronte ad embrioni umani e non a cellule , come qualcuno vorrebbe far credere . L ' evento ci riporta , dunque , prepotentemente , a ribadire con forza che l ' inizio della vita umana non può essere fissato per convenzione ad un certo stadio dello sviluppo dell ' embrione ; esso si situa , in realtà , già al primo istante di esistenza dell ' embrione stesso . Ciò si coglie più facilmente nella modalità " umana " della fecondazione fra ovocita e spermatozoo , ma dobbiamo imparare a riconoscerlo anche di fronte ad una modalità " disumana " , come è quella della riprogrammazione di un nucleo somatico in una cellula uovo : anche con questa modalità si può dare origine ad una nuova vita - come purtroppo l ' esperimento annunciato ha dimostrato - vita che conserva comunque la sua dignità come quella di ogni vita umana alla quale sia data l ' esistenza . Perciò , nonostante i dichiarati intenti " umanistici " di chi preannuncia guarigioni strepitose per questa strada , che passa attraverso l ' industria della clonazione , è necessaria una valutazione pacata ma ferma , che mostri la gravità morale di questo progetto e ne motivi la condanna inequivocabile . Il principio che di fatto viene introdotto , in nome della salute e del benessere , sancisce , infatti , una vera e propria discriminazione tra gli esseri umani in base alla misurazione dei tempi del loro sviluppo ( così un embrione vale meno di un feto , un feto meno di un bambino , un bambino meno di un adulto ) , capovolgendo l ' imperativo morale che impone , invece , la massima tutela e il massimo rispetto proprio di coloro che non sono nelle condizioni di difendere e manifestare la loro intrinseca dignità . D ' altra parte , le ricerche sulle cellule staminali indicano che altre strade sono percorribili , lecite moralmente e valide dal punto di vista scientifico , come l ' utilizzazione di cellule staminali prelevate , per esempio , dall ' individuo adulto ( ne esistono diverse in ciascuno di noi ) , dal sangue materno o da feti abortiti spontaneamente . È questa la strada che ogni scienziato onesto deve perseguire al fine di riservare il massimo rispetto all ' uomo , cioè a se stesso
Finale di partito ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
L ' Unità ha dato ieri le cifre dei congressi di sezione ds finora svolti , circa la metà delle seimila sezioni ancora in vita . Sarebbero centomila partecipanti su seicentomila iscritti dichiarati . Cifre in parte litigiose , ma non tanto da modificare il risultato : la mozione Fassino ha il 64% , quella di Berlinguer circa il 32% e quella di Morando circa il 4% . La partecipazione è scarsa , il dibattito pressoché nullo . Il congresso Ds non fa neanche notizia . Questo è il dato più impressionante . Dopo la sconfitta del 13 maggio pareva incalzare l ' interrogativo : com ' è che una grande forza politica , che aveva retto al 1989 , è scesa al minimo storico , pesa meno delle altre , già assai meno forti , sinistre moderate europee ? Non era un interrogativo soltanto degli iscritti , ma del paese , che aveva amato o detestato il Pci e poi , benché ridimensionato , il Pds , ma su di esso si divideva o determinava , i suoi congressi infiammavano gli spiriti . Ora al congresso ci siamo ma non interessa più di un congresso , che so , delle Acli . E ' la guerra , si dice , che offusca tutto il resto . E ' vero , ma perché dai Democratici di sinistra non è venuta su di essa una sola parola diversa da quella del governo , che era uguale a quella di Bush ? Se non si sente la voce dei ds è perché non c ' è . E non c ' è da nessuna parte , benché per la prima volta essi andassero con mozioni separate al congresso . Ma sulla guerra Giovanni Berlinguer non s ' è espresso diversamente da Fassino . Nessuna analisi differente , neppure un tentativo di chiedersi perché il jihad , che dieci anni fa era pochissima cosa , sia cresciuto fino a diventare un pericolo mortale , perché il tollerante Islam sia oggi in così gran parte fondamentalista , e il fondamentalismo diventi terrorismo . Nessun ammonimento sulla inaccettabilità della guerra prima ancora che sulla sua insensatezza , perché se di odio all ' occidente si tratta non farà che alimentarlo . Nessuna proposta su un che fare che modifichi un Medio Oriente che noi , occidentali , abbiamo strutturato , risanandone almeno le ferite più purulente come quelle della Palestina . L ' Europa è scomparsa nel generale ossequio al Dipartimento di stato e in essa sono affondati i ds . La guerra è , come sempre per la sinistra , un crudele rivelatore . La sinistra ds credeva di potersi distinguere da D ' Alema sul lavoro , senza andare troppo in fondo sulla globalizzazione , che è stretta all ' impero unico , a sua volta stretto , checché si speri , al sistema militare di dominio , chiamato ormai ogni due anni a preservare coi carri armati l ' ordine mondiale . Pensava in questo modo di allargare i consensi raccogliendo anche un centro veltroniano che a una presa di posizione più netta non sarebbe stato . Era una modesta operazione e non ha funzionato . In tre settimane la mozione di Giovanni Berlinguer è precipitata dall ' adesione di quasi la metà degli iscritti a un po ' meno di un terzo . Meglio sarebbe stato partire e tener fermo su una identità più limpida che funzionasse contro il liberismo e la guerra , perché se si tratta di dividersi almeno farlo su questioni fondamentali . In mancanza di questo , i congressi sono diventati una modesta conta con scarsa partecipazione . Delusione o indifferenza o tutt ' e due : se l ' esito è scontato , discutere che senso ha ? Eppure pareva , ed era stato detto , che era in causa la sopravvivenza stessa di un grande partito : D ' Alema e Veltroni credono di non averne bisogno , credono che gli basti un comitato elettorale e l ' entratura nei luoghi giusti . Ma la mozione di sinistra non puntava a una rianimazione di quel corpo collassato ? Non c ' è stata , se al congresso dei ds nessuno bada è perché non c ' è a che badare .
Trappole ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Alcune sedicenti avanguardie si stanno sprecando in gesticolazioni , persuase che sono i simboli a fare i poteri e non viceversa . La soddisfazione di stare sui giornali li compensa dalla frustrazione di non saper che fare se non aspettare un appuntamento di qualche vertice per essere sicuri di esistere . C ' è qualcuno disposto a sostenere che a Genova i Black bloc hanno messo in difficoltà il G8 ? Non credo . Si riuniranno nelle Montagne Rocciose o non avranno bisogno di riunirsi affatto . C ' è qualcuno disposto a sostenere che spaccando vetrine e provocando tafferugli hanno reso un servizio al Genoa Social Forum ? Non credo . La polizia si è scatenata , Fini e Cossiga le hanno garantito ogni appoggio , Berlusconi sostituirà i muscoli con i muscoli . Alcune sedicenti avanguardie si stanno sprecando in gesticolazioni , persuase che sono i simboli a fare i poteri e non viceversa . O , se hanno abbastanza sale in zucca per sapere come funziona , la soddisfazione di stare sui giornali li compensa dalla frustrazione di non saper che fare se non aspettare un appuntamento di qualche vertice per essere sicuri di esistere . Sarebbe un fenomeno sociale di modesto interesse se , oltre a dare pretesti al monopolio statale della violenza , non danneggiasse l ' estendersi a macchia d ' olio di gruppi , soggetti , genti che hanno capito che cos ' è il dominio mondiale del capitale e del mercato , ne studiano e attaccano i meccanismi , destabilizzano le tradizionali forze politiche , hanno già spostato in Italia il più importante sindacato , fanno e comunicano politica in tutto il pianeta . Sono confluiti a Genova come a Porto Alegre e sono il solo fenomeno politico grosso e nuovo . Che di essi non si riesca neanche a parlare - e tantomeno delle tesi che hanno sviluppato a Genova , oltre che nei cortei , in un mese di riunioni e colloqui dove avveniva un vero salto di coscienza e cultura - perché la scena è occupata dall ' immagine della polizia che picchia e dai giovani con le mani alzati , e perché di questo scenario si sono impadronite per le loro schermaglie maggioranza e opposizione a Genova assenti , è già un paradosso . Ovvio , obbligatorio , ma paradosso . Genova non era un appuntamento per il diritto di manifestare , era per far sentire le tesi di gruppi che lavorano da anni , si sono creati un enorme ascolto , i cui argomenti , come nel caso di Attac , danno il mal di testa ai governi , che non solo denunciano ma sono e fanno , e invadono territori che la politica politicante aveva bruciato . Gli occorre sfondare l ' egemonia dei luoghi comuni , non uno schieramento di polizia . Gli occorre costruirsi delle sponde , non venire isolati . Susan George si domandava in questi giorni come il movimento potrà manifestare se ogni volta sarà parassitato da gruppi che , se va bene , sfogano nello spaccar vetrine un vero disagio esistenziale o pretendono di insegnare ai poveri nonviolenti come stanno veramente le cose e quel che bisognerebbe fare . Susan George è pessimista , ma si capisce che sia preoccupata . Già ieri le gazzette hanno premurosamente offerto uno specchio al ragazzo di Napoli che dichiara guerra al vertice di settembre della Nato , e oggi parleranno del documento di un deficiente che minaccia di morte De Gennaro . Così possono fare a meno di scrivere che cosa è e a che serve lo scudo spaziale di Bush del quale si parlerà a Napoli , come qualmente l ' Italia sia il solo paese europeo che lo sostiene , e come questo succeda anche perché è passata sotto silenzio l ' adesione di D ' Alema alla Nato 2 durante la guerra del Kosovo . Né l ' una né l ' altra sarebbero andate lisce se due o trecentomila persone invece che quattro gatti fossero andate in tempo , un po ' più informati e decisi , davanti a Palazzo Chigi . Possibile che l ' esperienza non insegni niente ?
Fine delle regole ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Affermare , come fanno gli Usa , che non ci possono essere regole è una maniera di legittimare uno stato di guerra di tutti contro tutti , o della guerra del più forte contro chi lo è meno . Ha ragione Luigi Pintor di chiedersi dove va a parare il presidente americano Bush ripetendo che il peggio della guerra deve ancora venire . Pensa soltanto che l ' Alleanza del Nord , da lui armata e finanziata , l ' aviazione e le forze speciali americane e inglesi a terra e in Afghanistan dovranno affrontare , dopo essersi rapidamente impadronite del territorio , una sanguinosa guerriglia fra montagne e grotte , come accadde all ' Urss dal 1979 al 1989 ? O prevede che impadronirsi di bin Laden , ora assediato anche via mare perché non possa riparare fuori dalla regione , non basterebbe a metter fine al terrorismo islamico , perché al Qaeda non è una banda personale e la cattura del suo leader - preferibilmente morto , dice con la consueta spigliatezza Rumsfeld - ne farebbe un martire ? Oppure intende contrapporre alla natura trasversale della Jihad un intervento allargato fuori dei confini afghani ? In questi giorni diverse voci , anche dall ' interno dell ' amministrazione americana , accennano a una possibile offensiva contro l ' Iraq , che abbatterebbe stavolta Saddam Hussein e forse rassicurerebbe Israele , poiché gli Stati uniti , direttamente o per interposta Onu , certo non lascerebbero per un pezzo il controllo del paese . Tanto più che , non essendo il " laico " Saddam Hussein una delle figure più amate da al Qaeda , susciterebbe minori problemi di altri con il fondamentalismo islamico . Ma certo ne susciterebbe , e quindi sarebbe di disturbo per i governi arabi che chiamiamo " moderati " , perlopiù corrotti e legati a filo doppio da interessi economici e finanziari agli Stati uniti . Ma non solo quelli . E come prenderebbe questa estensione delle operazioni nella regione del Golfo , la coalizione mondiale che Bush è riuscito a mettere assieme contro il terrorismo ? Certo è che un eventuale attacco all ' Iraq incontrerebbe forse delle difficoltà politiche , ma non implicherebbe nessuna conseguenza di diritto negli Stati uniti e forse neanche in sede Onu . Gli Stati uniti hanno messo in atto il 14 settembre un dispositivo che , come in caso di guerra dichiarata o imminente fra due stati , consente al loro presidente di disporre delle forze armate fuori del loro territorio contro qualsiasi " paese , gruppo o anche persone " che si presume possano attuare un attentato nel territorio degli States , e anche contro paesi gruppi o persone che offrano loro rifugio o protezione . Non è un dispositivo inventato per l ' occasione , risale al 1973 ( quando si vollero ridefinire i poteri di Nixon ) , e tocca agli esperti di diritto internazionale dire come convivesse con la Carta delle Nazioni unite in tema di divieto del ricorso alla guerra . In ogni caso nelle sedute del 12 e 28 settembre le Nazioni unite non hanno sollevato problemi sull ' argomentazione americana , accettando per buona la formula generica dell ' autodifesa . E infatti gli Stati uniti non presentano l ' intervento in Afghanistan come una " azione di polizia internazionale " , per cui si sarebbero dovuti limitare ad azioni di intelligence dei servizi ( e alla licenza di uccidere di nuovo rilasciata loro ) ; questo termine , inventato credo da Andreotti durante la guerra del Golfo , è una definizione europea . In realtà siamo di fronte a un intervento di tutto il loro sistema militare , e di quello che gli altri paesi della coalizione hanno deciso di aggiungervi , in una guerra dai confini vaghi e illimitati . Non sembra che i presidenti degli stati aderenti alla coalizione ne siano allarmati . Anzi , si è aperta una discussione nella quale , prendendo atto della " asimmetria " di conflitti che non oppongono più due o più stati , ne traggono - per dirla con Habermas - la constatazione che il mondo vive una sorta di guerra civile interna , ma non ne derivano la conclusione che le guerre sono più illecite che mai e tutto quel che serve è appunto un ' intelligence e una magistratura sovranazionale , ma che il diritto internazionale concepito dopo il 1945 è sostanzialmente superato o - vedi il supplemento di Le Monde del 17/18 scorso - " de - formalizzato " . Non ci sarebbero più regole applicabili . E ' una parafrasi , straordinariamente amplificata , della discussione che di solito segue gli attentati armati all ' interno di un paese : siamo tenuti ad applicare le regole del gioco contro chi per definizione si mette fuori di esso ? Può appellarsi allo stato di diritto chi non si è attenuto allo stato di diritto ? Nei conflitti interni , gli stati si sono generalmente dati delle leggi di emergenza , che sappiamo quanto siano difficili da estinguere . Ma chi ha deciso di darsele in sede internazionale ? E quali ? Affermare che non ci possono essere regole è una maniera di legittimare uno stato di guerra di tutti contro tutti , o della guerra del più forte contro chi lo è meno . Ma di questo sarebbe opportuno quantomeno informare popoli e cittadini , in modo che siano coscienti dell ' impresa nella quale sono stati coinvolti , prima di una sua catastrofica deriva .
Votati alla guerra ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Secondo la carta costituzionale , e il nostro modestissimo parere , non c ' è ragione alcuna per entrare in guerra , salvo che il paese sia attaccato . Cosa che non è . E qualche agitazione dei giorni scorsi fra i Democratici di sinistra faceva supporre che nel parlamento si delineasse una minoranza di qualche spessore contro questo folle conflitto . Non è stato così . Non solo maggioranza e , chiamiamola così , opposizione hanno votato un dispositivo comune , ma i loro discorsi esprimevano la medesima soddisfazione : siamo riusciti a farci invitare da Bush , ci siamo imposti a cena da Blair , Chirac e Schroeder , siamo stati ammessi in serie A e questo val bene una guerra . In tutto 35 voti contro alla Camera , 32 al Senato . Chi , pur pensando da un pezzo assai male dell ' Ulivo , si attendeva almeno un dubbio sull ' efficacia di questa spedizione - se non si vada alla cieca a colpire degli innocenti e ad alimentare il fondamentalismo nazionalista , terreno di coltura dei talebani , o almeno l ' ombra di un caso di coscienza , perché d ' una decisione tremenda si tratta - si era sbagliato . E anche chi , giudicando abbastanza cinici quei gruppi dirigenti , pensava almeno al rapporto di scambio sulla Palestina ha sentito invece ripetere dall ' Ulivo e i Ds le parole , non so se più stolte o offensive , di Berlusconi su un piano Marshall : come se si trattasse di sfamare pezzenti palestinesi e così tutto si risolvesse . Una guerra è tragica , il livello delle nostre Camere è stato derisorio . I nostri rappresentanti sembrano non sapere di che parlano . Nulla sanno dell ' Afghanistan , nulla suppongono sulle radici del nuovo e temibile fondamentalismo , nulla propongono su come limitare le derive del Jihad o Al Qaeda . Nulla di bin Laden , la cui storia americana preferiscono tacere e del quale si sono lasciati sequestrare le parole più recenti come gattini ciechi . Non hanno registrato che , la guerra non essendo cominciata oggi e i bombardamenti sempre più fitti non avendo ottenuto nulla , gli Usa e Blair sono già impantanati in quel territorio miserabile malgrado la magnitudine dei mezzi , anzi non sono in grado di usarli tutti ( e l ' Italia corre a metterne altri ) . Sono , deputati e senatori , i soli a non sapere che lo stato maggiore di Bush è in allarme , è diviso , e un uomo d ' arme sperimentato come Powell è silenziato . Che Bush parla d ' una guerra a tempi e confini illimitati perché non ne vede uno sbocco . E che ogni tanto su quel confuso vociare plana il vocabolo " atomica " - magari una bella atomica tattica che sbricioli un po ' di montagne afghane - la cui utilizzazione non è annunciata ma nemmeno esclusa . Un alleato entrerebbe nel merito , un vassallo tace e acconsente . Chi ha veduto quei volti fra annoiati e imbarazzati , chi ha sentito Fassino e Adornato che - forse perché provenienti dalla stessa covata - dicevano le stesse cose , usavano gli stessi argomenti , duettavano , ha avuto un ' impressione di irrealtà . Non un ' eco della preoccupazione che si sente sottovoce per strada . Solo uno di Rifondazione , uno dei Verdi , uno del Pcdi ha detto qualche verità . E hanno taciuto coloro che avevano dissentito nel gruppo ds : che cos ' è una guerra davanti alla disciplina di partito , e quel partito ? Il tutto in tempi minimi , passaggio obbligato e via - guerra o rogatorie fa lo stesso .
Alla cieca ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno puntato sulla carta sbagliata , come con l ' Iraq contro l ' Iran . E tardi si accorgono di essere stati imprudenti nel dare per anni una copertura alla destra israeliana , ormai poco docile , invece che far rispettare a Israele la decisione delle Nazioni Unite per il rientro nei confini del 1967 . E adesso è tutto più difficile . Non ce l ' aspettavamo . Non ci aspettavamo che due boeing fossero scagliati contro le torri gemelle di New York , pieni di gente da far morire e guidati da gente decisa a morire , metafora gigantesca della tecnica che si autodistrugge , messa in atto per vulnerare gli Stati Uniti . Non ci aspettavamo , scrive ieri Bernardo Valli , che bin Laden , emaciato e visionario , mandasse in onda appena scattata l ' operazione americana sulla sua rete tv al Jazeera , un video girato in anticipo per dire che con l ' attentato alle torri era iniziata la guerra santa contro gli Stati Uniti e le dirigenze arabe corrotte , aggiungendo crudelmente che ora l ' Occidente prova quello che noi proviamo da ottant ' anni . Non ce lo aspettavamo che un fondamentalismo , roba da paesi terzi , usasse sapientemente capitali , tecniche di comunicazione , reti di intelligence , servizi e infine i media , come se non avessimo predicato a destra e a sinistra che la tecnologia cambiava anche possibilità , condizioni e perfino soggetti del conflitto . E ancora , non ce lo aspettavamo - dicono i più - perché non siamo mostri e bin Laden lo è . Semplicissimo , perché farla lunga , è un terrorista , punto , distruggiamo il terrorista , punto . Altri non si aspettavano una così enorme " operazione di polizia internazionale " - una guerra che pretende di non esserlo contro una guerra che non lo è ma pretende di esserlo - perché chi può temere una banda di talebani ? Altri ancora non cessano di stupirsi dell ' insorgenza fondamentalista dopo dieci anni che intonano il lamento funebre sulla fine della ragione e consegnano l ' etica alle religioni . Forse è il momento di stupirsi di meno e interrogarsi di più sulle ferite del mondo . Sembra averlo fatto più dell ' Europa l ' amministrazione Bush , stretta fra la necessità conclamata di far vendetta e il ragionevole timore di non riuscire a infliggere una punizione decisiva all ' ex alleato , ora nemico , dal perimetro incerto , dalla collocazione fluida e trasversale , con troppi punti di appoggio e troppi focolai . Gli Usa hanno cercato il massimo delle coperture internazionali - in Europa le hanno avute gratis - perché non escludono affatto che bin Laden non sia facilmente acchiappabile e se anche lo fosse non sono certi che quel terrorismo finirebbe con lui ; secondo , perché temono che i bombardamenti dell ' Afghanistan siano di scarso valore strategico ma , colpendo quella sciagurata popolazione , inneschino una ulteriore ondata antiamericana , mettendo in pericolo le deboli e non amate dirigenze dei paesi arabi che definiamo " moderati " , primo il Pakistan ; terzo , perché cominciano a chiedersi se al miliardario saudita bin Laden non prema , più che la Palestina e i luoghi santi , un rovesciamento dei poteri e delle alleanze internazionali a Ryad , chiave per il possesso del petrolio e quindi decisivo per pesare sull ' economia mondiale . Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno puntato sulla carta sbagliata , come con l ' Iraq contro l ' Iran . E tardi si accorgono di essere stati imprudenti nel dare per anni una copertura alla destra israeliana , ormai poco docile , invece che far rispettare a Israele la decisione delle Nazioni Unite per il rientro nei confini del 1967 : nell ' infinito succedersi di negoziati più o meno fitti e di autentici fatti compiuti , è stato indebolito Arafat ed è stata alimentata Hamas . Adesso spegnere l ' incendio è ancora più difficile sia in Israele , sia fra i palestinesi , sia in tutta la regione . Il tentativo di far passare la rappresaglia e la messa in guardia del mondo arabo per un sostegno a una " liberazione " dell ' Afghanistan dai talebani indica l ' ampiezza della preoccupazione americana . Ma non è detto che l ' operazione riesca , malgrado l ' aiuto di Putin : l ' Afghanistan è immenso , impervio , è una trappola , i talebani sono stati addestrati , e il tempo è poco prima che esplodano altre polveriere . E anche se l ' immensa superiorità delle armi riuscisse a vincere a Kabul , sarebbe finita ? Sgomenta che nessuna riflessione sui nodi avvelenati del mondo arabo venga avanzata in Europa . Sgomenta non solo che per l ' Italia parli un Berlusconi , che perfino Bush preferisce tener fuori , ma che tutto l ' Ulivo parli come il premier , e tutti i Ds , nessuna mozione esclusa , tutti pronti ad andare in guerra . Domenica un popolo marcerà fra Perugia e Assisi , ma tolte le esili forze di Rifondazione comunista , Pdci e Verdi , chi ne tradurrà in politica l ' esigenza di fermare le armi e di lavorare almeno per spezzoni alle condizioni della pace ?