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> autore_s:"' CASA BELLA '" > anno_i:[1910 TO 1940}
ALLA RICERCA DELLE NUOVE VIE ( ' CASA BELLA ' , 1928 )
StampaPeriodica ,
Il problema che affanna i cultori dell ' arte in ogni paese , in ogni campo di manifestazione estetica , è ormai maturo in sintomi e fenomeni molto evidenti in Italia e sopratutto nel campo delle arti decorative . Un campo specialissimo , nel quale non si tratta più di semplici astrazioni estetiche , di concezioni cerebrali , di tendenze tecniche , ma di nuove abitudini e di nuovi bisogni del pubblico che attendono di essere , dall ' arte dell ' arredamento , interpretati e soddisfatti prontamente . Da questa necessità di risolvere in breve tempo dei problemi ardui e complicatissimi mentre i bisogni incombenti non sono ben precisati , i desideri non definiti ed il gusto delle masse non ancora orizzontate verso linee sicure , nasce il periodo caotico , pieno di disagi e di incertezze , nel quale minacciano di naufragare la buona volontà ed i precedenti - non del tutto sfortunati - tentativi di riscatto dalla routine abitudinaria . Poiché la urgenza assillante della soluzione ha interrotto in Italia quel sereno e vigoroso lavoro di ricerche che - iniziato dai futuristi - aveva attratto nel movimento innovatore , poco a poco , buon numero d ' artisti nostri di alto valore e di provata serietà . Noi siamo i primi a riconoscere - e non da oggi certamente - come la tendenza dell ' epoca moderna sia rivolta alla semplificazione e spesso anche alla schematizzazione delle forme , assegnando alla linea ed alla bellezza intrinseca della materia quel compito decorativo che una volta chiamava a raccolta tanta orgia di fronzoli e di ornati . Ma non bisogna esagerare riducendo a povertà squallida e derelitta quella semplicità che dev ' essere la suprema espressione della eleganza decorativa , né confondere l ' austerità della linea colla monotonia uggiosa della retta , dimenticando che la sobrietà non può andare disgiunta dalla grazia . E un altro feticcio ha trovato oggi un culto troppo bigotto : la tecnica , che si vuole promuovere a scopo mentre non è che uno strumento dell ' arte . Nessuno piú di noi ha vagheggiato ed auspicato la rinascita del mestiere e della buona tradizione nell ' artigianato nostro , la cui opera si umiliò per tanto tempo , per la dura costrizione industriale , alla lavorazione in serie . Ma i fautori di certo mobile iper - moderno nel quale ogni oggetto , ogni intaglio , ogni ornamento sono banditi con intransigente rigore per il trionfo indisturbato della sola materia e della linea costruttiva , non rappresentano più la virtù e la conoscenza del mestiere , bensì dei saggi di meccanica di precisione , inesorabilmente perfetti : hanno l ' odore della macchina non della mano dell ' uomo che li abbia elaborati per l ' uomo , accarezzandoli amorosamente ... Queste correnti meccanizzatrici del mobile che si prefiggono apertamente una standardizzazione del gusto , sono accettate dall ' esempio estero , per puro omaggio alla moda , senza profondità di convinzione , senza sincerità di espressione , senza neppur uno sforzo di adattamento ad una visione personale ed al gusto nazionale . E c ' è in questa apologia della pretesa modernità oltremontana una scimmiesca voluttà di dedizione ingenua , provincialesca , desolante ... Si è cominciato a plagiare per mancanza di tempo e di riflessione e si è finito per illudersi di creare ed inventare del nuovo , ripetendo le forme esotiche assai spesso imitate dai nostri modelli dei secoli d ' oro ! Il plagio - del resto - non ha mai fecondato forme nuove e durature : ha soltanto documentato l ' immobilità e l ' impotenza , in ogni sua manifestazione ed in ogni sua mascheratura . E dal plagio è inutile aspettarsi il nuovo stile italiano . Ogni stile veramente nazionale non si riallaccia mai a suggestioni ed a maniere esotiche : si salda con un robusto anello di congiunzione ad uno stile che l ' abbia preceduto nell ' arte del popolo che lo crea . Se il secolo XIX troppo preso dalle grandi trasformazioni tecniche che hanno sconvolto il mondo e l ' esistenza umana con tante mirabili conquiste della scienza - il vapore ed il telegrafo , il campo elettrico rotante e l ' aviazione , la telefonia senza fili e la radiofonia - non ha potuto scrivere nell ' arte pagine profondissime né legarci uno stile suo proprio , il passato remoto dell ' Italia è così glorioso , così ricco , così meraviglioso da offrire mille fonti d ' ispirazione a chi lo voglia interrogare senza ricorrere alle grottesche farneticazioni avveniriste di Monaco o di Vienna né alle sdolcinature del neo - impero francese né alle rigide aridità del " Trafalgar " britannico . La salvezza è nella tradizione nostra che non è culto accademico né astrazione immobile , ma forza meravigliosa , pulsante , in continuo divenire . La tradizione italiana ha illuminato nel cammino evolutivo tutti i trionfi gloriosi delle nostre arti in ogni tempo . E deve continuare a svolgere questa sua altissima funzione , avviandoci a trovare le audaci e sicure vie della nuova arte italiana .
SANT'ELIA, OGGI ( ' CASA BELLA ' , 1930 )
StampaPeriodica ,
Non è ora il caso di illustrare quale sia stata l ' importanza teorica del futurismo , che rappresenta in fondo un tentativo di evasione dalle estetiche positiviste dell ' ottocento ; ma conviene stabilire che nelle idee , e nei progetti di Sant ' Elia sono chiariti i principii fondamentali di quella che sarà , in Europa , a distanza di anni , e contro l ' avversione di un mondo a cavallo fra due epoche , la nuova architettura . Questi principii si possono sintetizzare così : 1 . Abolizione del decorativismo di stili sovrapposti . 2 . Razionalità della fabbrica , per la corrispondenza dello scopo con la forma . 3 . Equilibrio plastico della massa con la pianta . 4 . Utilizzazione dei nuovi materiali costruttivi . L ' architettura europea ha talmente fatto suoi questi principii , che non la si potrebbe pensare contenuta in altre regole . Ma il valore di Sant ' Elia non è , in fondo , nell ' aver intuito e disegnato un sistema nuovo di costruzione : consiste piuttosto nel modo con cui ha sentito l ' impostazione del problema di un ' architettura moderna , ed il fine a cui essa è indirizzata . Come in tutti i precursori , in lui contano piú i motivi dell ' azione , che l ' azione stessa . Questo progetto di Sant ' Elia è un ' anticipazione dei grattacieli a terrazze , nel tempo in cui gli americani costruivano i grattacieli gotici o veneziani di Cass . Gilbert ; o quest ' altro è una sistemazione prodigiosamente " moderna " di una città nuova , pensata nella Milano borghese a cui parve convenire soltanto lo stile della nuova stazione : ma queste , e tante altre anticipazioni resterebbero la fatica solitaria e melanconica di uno sterile sognatore , se non fossero sorrette e giustificate da quello spirito nuovo che ha creato l ' Europa dei nostri giorni . La polemica di Sant ' Elia contro i plagiarii ed i pasticcieri sottointende principii di onestà morale e di dignità dell ' opera d ' arte che sono identici a quelli che gli architetti moderni oppongono ai costruttori di vecchio stile : questa opposizione che sembrerebbe , a prima vista , un mero fatto di tecnica è nel suo contenuto maggiore una controversia morale nei cui termini è la lotta di un mondo giovane , pieno di iniziative e di volontà , contro un altro che scade fatalmente giorno per giorno . Le case nuove per gli uomini nuovi : non è una formula estetica , è un presupposto morale . Sant ' Elia ha posto i termini di questo problema con una intransigenza che giustifica in pieno il giudizio che certi tedeschi danno sul futurismo , considerandolo come una scuola essenzialmente sociale . La città futurista " simile ad un immenso cantiere tumultuante , agile , mobile , dinamico in ogni sua parte " presuppone una civiltà di produttori , educati alla disciplina del mondo moderno . La casa " senza pittura , senza scultura " , è già , in progetto , l ' abitazione moderna di quelli che hanno rinunziato ai piccoli agi ed ai piccoli divertimenti della borghesia ottocentesca , per ritrovarsi in un ambiente parallelo a quello che determina l ' atmosfera e la consuetudine puritana della fabbrica . La " machine à habiter " di Le Corbusier , che crea i piani regolatori delle città nuove , è presentita da Sant ' Elia come la " casa futurista simile ad una macchina gigantesca " , nel quadro dell ' Europa moderna . Questo è la maggior originalità di Sant ' Elia : il coraggio delle idee precise , e il rigore di restarvi fedele ad ogni costo . " L ' architettura si stacca dalla tradizione . Si ricomincia da capo per forza " . Perché fra le estetiche antiche e il mondo di Sant ' Elia stanno , com ' egli dice , la scoperta di nuove leggi naturali , e nuovi usi scientifici : cioè il fondamento moderno dell ' arte .
UN POCO D'INTAGLIO O UN POCO D'INTARSIO ( ' CASA BELLA ' , 1932 )
StampaPeriodica ,
A Firenze , si è chiusa la Fiera Nazionale dell ' Artigianato . Ugo Ojetti non è contento , e lo ha detto in un lungo articolo sul " Corriere della Sera " . Da qualche tempo , Ojetti è l ' uomo più incontentabile che esista in Italia ; e verrebbe voglia di battergli le mani , se tutte le sue critiche , lettere , apposizioni e sentenze avessero un motivo preciso , un obbietto - per parlar pulito - bene individuato . Il male è che l ' irrequietudine di Ojetti rappresenta piuttosto il disagio di chi fra il vecchio ed il nuovo non ha forza , e desiderio , di decidersi ; e se ne sta sulla soglia come certi pacieri che a furia di mezze parole e con un gran dimenar di braccia vorrebbero mettere d ' accordo quelli che stanno dentro e quelli che stanno fuori , le ragioni degli uni con le pretese degli altri . In tanto daffare la posizione di Ojetti è la stessa di quei ceti italiani , intellettuali e sociali , che sorpresi dal rumore delle novità nel bel mezzo di un ozio che era profittevole ed adatto alla vita provinciale di dieci o vent ' anni fa , da una parte si sforzano di conservare un atteggiamento di decoro e di prosopopea e dall ' altra danno una mano al nuovo , ma " con juicio " . Questo " juicio " nel caso di Ojetti , e non in quello dei centomila poltroni che infestano l ' arte italiana , potrebbe essere preso in considerazione se fosse soltanto un pretesto critico , un modo di frenare le impazienze degli improvvisatori ; ma quando Ojetti scende in lizza , si mette fra i contendenti - cioè fra quelli che praticano l ' arte e non la giudicano soltanto - rende un cattivo servizio alla critica , perché le toglie la possibilità di giudicare con serenità e la riduce ad una polemica mediocre , ed un peggiore servizio all ' arte , o meglio agli artisti , perché confonde le idee , confonde le mansioni , confonde i lettori , avendo la pretesa di dire come " si deve fare " e come " non si deve fare " . Questo tipo di critico estroso ed irrequieto , è stato messo tante volte fuori della critica , perché noi dobbiamo preoccuparci di dimostrare ad Ojetti che , per lo meno , la sua lettera a Pavolini sull ' architettura ed il suo articolo sull ' artigianato non sono né critiche , né belle prose : perché per essere le une mancano di metodo , e per essere le altre sono compilazioni giornalistiche di un uomo che a furia di reggere la penna crede di reggere lo scettro del buon gusto o la bacchetta magica dell ' invenzione . Si chiede , dunque , a Ojetti un po ' di tregua ; lo si vorrebbe decidere a tornare alle " Cose viste " in cui può narrare con bella prosa , come , per esempio , Tizio ha disegnato un volo di rondini per il salotto di una signora , o come Cajo ha inventato - per parlare all ' antica - un mobile di metallo . Ojetti non confonderebbe così lo stile di Tizio con il gusto di Cajo , e non concorrerebbe a rovinare quel poco di buona volontà che è rimasta agli artisti e agli artigiani d ' Italia , pur in tempo di crisi .