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Resta solo Mastella ( Baget Bozzo Gianni , 2000 )
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La crisi della sinistra ha raggiunto una comicità obiettiva : la sinistra autocensura la sinistra . La candidatura Rutelli è appunto questo : Rutelli va bene come candidato premier perché si è depurato , facendo il sindaco di Roma , di ogni memoria della sinistra , della sua stessa sinistra , quella radicale . E con ciò si è separato da ogni contenuto politico : Rutelli è oggi solo un volto . Sentire il comunista Diliberto affermare seriamente che Rutelli va bene appunto per questo pone la domanda : perché la sinistra si è convinta che il modo per vincere elettoralmente sia quello di annullarsi politicamente ? D ' Alema si è sottratto al gioco con la fuga , dopo aver perso le europee , le regionali e il referendum elettorale . La via socialdemocratica dei postcomunisti si è dissolta da sola a opera del suo inventore . La sinistra ha in realtà politicamente una forza maggiore di quella che i suoi dirigenti le attribuiscono . Il problema è la viltà dei dirigenti della sinistra : nessuno di essi vuole rischiare una sconfitta elettorale . C ' è dignità anche in una sconfitta elettorale . Se D ' Alema dicesse « ci sto » , avrebbe ancora le migliori chance a sinistra : non quella di vincere ma quella di salvare la storia della sinistra . Solo chi sa reggere le sconfitte merita la vittoria , Berlusconi lo ha dimostrato . Oggi la sinistra preferisce Rutelli ad Amato : e anche questa è una storia della autoliquidazione della sinistra . Amato pensava di lanciare lui , in nome dell ' eredità socialista , la linea socialdemocratica o qualcosa di simile . Lo respingono sia i socialisti sia i postcomunisti . Amato , nonostante le sue performance al governo , è sempre l ' uomo di qualcun altro ; in sé non ha immagine politica , è come se non ne avesse mai raggiunto lo status . Rutelli ha più chance perché è un re gioioso di essere nudo : può essere candidato perché non rappresenta nulla . La sinistra è giunta veramente a questo stato pietoso : o è lo stato di coscienza dei suoi dirigenti che ha bisogno della sconfitta purificatrice ? Paradossalmente l ' unico leader che emerga in questa maggioranza è il capo della lobby democristiana campana : Clemente Mastella . E ' divenuto l ' unico capitano coraggioso della sinistra . E mi meraviglio che chi conosce Mastella pensi di consigliarlo di abdicare a questo ruolo di re in potenza per ritornare tra le braccia di Casini . Mastella è l ' unico che rappresenta a sinistra la volontà di vincere . Ha capito che il vero leader della sinistra , l ' unico macho della maggioranza , è lui : Ceppaloni è divenuto il centro strategico della sinistra italiana . Se Berlusconi chiedesse veramente le elezioni , le otterrebbe . Egli può calcolare che questa sinistra lo conduce alla vittoria tanto più facilmente quanto più a lungo possibile . Anche se questo fosse vero , come pare , carità di patria dovrebbe obbligare il leader del Polo a chiedere subito le elezioni . Ma la sinistra , che accetta la sua liquefazione al fuoco lento del governo Amato , mostra che alle sue parole orgogliose non corrisponde alcun vero orgoglio di sé . Se Berlusconi esita a cogliere la vittoria , la sinistra è paralizzata dalla sconfitta che non è ancora avvenuta . Ma che è già scritta nella sua grande paura : di temere che , perso il corpo del governo , essa si trovi a dover riconoscere di avere , in quel corpo , lasciato l ' anima .
Ruini, rifletti sull'Islam ( Baget Bozzo Gianni , 2000 )
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Società aperta ? Non demonizziamo le idee di Biffi ( e Sartori ) . Ho ammirato la relazione del cardinale Ruini ai vescovi italiani riuniti a Torino per un pellegrinaggio alla Sindone : una relazione di lucidità e di equilibrio , fredda come la ragion politica . Ruini ha governato con finezza il grande trapasso dalla Dc al postcomunismo e oggi alla nascita del centrodestra . Ha lasciato cadere del tutto gli accenni del cardinale Biffi alla questione islamica , perché è politicamente esplosiva . E il cardinale Ruini come ogni fine politico non ama l ' esplosione . Solo il grande ossequio della sinistra per tutto ciò che è ecclesiastico ha evitato al cardinale Biffi l ' accusa di razzista . Però il cardinale di Bologna ha posto il problema islamico non come un problema religioso ma come un problema civile . E , se avesse letto il testo di Giovanni Sartori su pluralismo e multiculturalismo , avrebbe potuto farlo in termini concettualmente più ricchi e perfettamente sociologici . Esiste un problema islamico come problema religioso . I maggiori studiosi dell ' Islam in Italia si sono convertiti all ' Islam , per il fascino di questa religione . La decristianizzazione della teologia che è in corso da decenni nel nostro Paese ha debilitato il Cristianesimo sino al punto che esso vive solo con le devozioni alla Madonna , le reliquie e il Giubileo : le idee sono bandite dalla catechesi , lo constata con gioia persino il vescovo della Cei che si occupa della catechesi , Chiarinelli . L ' Islam oggi trova in Italia una cultura cristiana decristianizzata ed esercita il fascino del pensiero e quello della religione . lo considero la sfida islamica religiosa un bene . Prima o poi nella Chiesa qualcuno si accorgerà che ci sarebbe bisogno anche di pensiero cattolico e non solo di politica , di giubilei e di devozioni . Ben venga un Islam di religione e di pensiero di fronte a dei cristiani senza religione e senza pensiero . Ma il cardinale Biffi ha posto il problema dei limiti della società aperta che Sartori ha analizzato in termini chiarissimi . La società aperta può aprirsi a tutti ma non a coloro che contestano la società aperta . L ' Islam è la negazione della società aperta , non vi è altra via umana significativa che il Corano : come se la società occidentale accettasse ancora i cattolici e i protestanti delle guerre di religione . Spero che venga tradotto in italiano il bel libro di Gilles Kepel sulla « guerra santa » islamica . Anche se ne dubito . Esso mette ben in luce che nei paesi islamici il nazionalismo arabo può limitare , anche se sempre meno , il sorgere dell ' islamismo politico mediante il controllo istituzionale . Ma qui in Italia , dove non c ' è alcun controllo istituzionale di un regime arabo , abbiamo il fiorire dell ' Islamismo politico che punta sulla differenza e sul conflitto con l ' Occidente . Il cardinale Ruini ci faccia qualche riflessione . Perché non invitare Sartori invece di Massimo Cacciari ai convegni dei vescovi italiani ? Io credo che i vescovi avrebbero occasione di imparare qualcosa invece di fare la parte del pubblico beota innanzi alle divagazioni sul corpo astrale del filosofo veneziano .
Decentriamo, ma con judicio ( Baget Bozzo Gianni , 2000 )
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Sì all ' autonomia amministrativa , occhio a quella fiscale I referendum regionali sono un prezzo politico per chiudere la questione dello scisma del Nord , un fatto spirituale e sociale che ha dominato la vita italiana degli anni Novanta ; una vera crisi della Nazione come forma dell ' Italia . Per questo i referendum consultivi sono ancora carichi di una potenza mitica come se essi dovessero segnare un evento spirituale nella figure del rifacimento istituzionale . E non sarà così perché le esigenze dell ' unità di un sistema giuridico , economico , sociale nazionale si impongono nella società mondiale molto più di quando accadesse quando vigeva intatta la sovranità statale . I vincoli internazionali rafforzano , non indeboliscono le esigenze della certezza e dell ' eguaglianza del diritto in ogni parte dello Stato . La capacità di imposizione fiscale delle regioni non può essere sopravvalutata . Le regioni a statuto speciale già esistenti ce l ' hanno e non ne hanno mai fatto uso . L ' autonomia regionale ha un senso solo se determina una diminuzione del peso burocratico e consente una maggiore disponibilità all ' esigenza della società civile . Ma si deve tenere conto che la società civile non è la terra degli angeli e che le lobby esistono ancora , rese più forti dalla fine dei partiti storici . Le decisioni che contano saranno sempre prese a livello nazionale proprio perché lo Stato nazionale è l ' agente inevitabile del sistema internazionale . In una società ormai internazionalizzata , le nazioni acquistano come sistemi economici e sociali il peso che hanno perso come sovranità nazionale . Vi è inoltre il rischio che la moltiplicazione delle fonti di diritto aumenti i vincoli e quindi i poteri della burocrazia e le difficoltà amministrative poste all ' azione del cittadino . Si è visto che difficoltà ha avuto a imporsi la legge Bassanini , il corpo morto che la burocrazia ha contrapposto all ' iniziativa del governo . Quello che è proposto con i referendum consultivi delle regioni padane è un decentramento di compiti alle regioni che lo chiederanno . Con ciò avremmo altre regioni a statuto speciale , che comporterà in altro modo il trasferimento di mezzi dallo Stato alle regioni . Questo è un processo nazionale che deve essere governato a livello nazionale e che richiede un contratto tra le regioni settentrionali a quelle meridionali . Per questo è valido l ' impegno posto dal presidente del Piemonte Ghigo per trovare una piattaforma comune con le regioni di sinistra . Infine merito di Berlusconi è di essere riuscito a porre in termini di decentramento ciò che era nato in forma di rivoluzione . Sul piano etico politico , la riforma ha importanza maggiore che sul piano amministrativo . Si tratta di deporre l ' ormai scomposto mito del Risorgimento e le criminalizzazioni che ne sono seguite e di recuperare la storia dell ' Italia preunitaria . Sarebbe un bel sogno se sul tricolore giacobino che Ciampi esalta si potessero porre i simboli delle repubbliche marinare che combatterono contro la pressione islamica . E ' certo che la nuova legislatura sarà finalmente costituente se il centrodestra , che ha posto con la riforma regionale il superamento della Costituzione del '48 , potrà finalmente portare fuori il Paese dalla crisi esistenziale dell ' identità della sinistra .