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> autore_s:"CECCHI EMILIO" > categoria_s:"StampaPeriodica"
OSPITI ( CECCHI EMILIO , 1919 )
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Chi sieno e perché sieno in questa nostra Ronda alcuni ospiti stranieri - per esempio , Hilaire Belloc , che contribuì al primo numero , e Gilbert K . Chesterton , che ha scritto per noi le pagine che si leggono in altra parte del presente fascicolo - abbiamo sentito intorno parecchi che se lo domandavano sommessamente . Intanto , avrebbe dovuto esser chiaro , anche ai più illetterati , che non poteva trattarsi di gente assolutamente importante , per aver voluto che comparisse nella pattuglia rondesca . Riguardo a Belloc , poiché pel momento egli è in Italia , crediamo utile fornire ai lettori alcuni connotati da riconoscerlo , in caso se lo trovassero davanti a una cantonata . E diremo che , con una corazza sul petto , Belloc potrebbe passar benissimo per il più marziale fra i centurioni di Augusto . Ma con uno straccio rosso sulle spalle , tutti lo prenderebbero per il cardinale più in voce d ' esser fatto papa . Vestito borghesemente di nero , tarchiato , brusco , autoritario , sembra soltanto Hilaire Belloc , cioè a dire , come giudicava Broocke , il miglior prosatore inglese fra i vivi ; o addirittura , secondo Mandell , Shanks e non pochi altri , il migliore da ' tempi di Dryden . È nato nel 1870 a La Celle , Saint Cloud , vicino Parigi , da madre inglese e padre francese ; ha servito nell ' ottavo reggimento d ' artiglieria francese ; ha studiato storia a Oxford . È mezzo francese e cattolico intiero . In critica povera , dovendo accostarlo a qualcuno di quelli che qui son conosciuti un poco meglio , noi penseremmo soltanto a Péguy per il senso della terra , delle opere degli uomini , e delle gerarchie temporali e soprannaturali . Wandering Peter di Belloc , sul letticiuolo di morte , parla dei campi , delle città dell ' ordine naturale e umano come poi ne ha parlato il Péguy dei Misteri . I cannot get away the Thames may be alive and London most certainly is dice Belloc nel libro sul Tamigi ; " vivi " , s ' intende , non in senso panteistico ed entusiastico , ma in un senso positivo , organico e cristiano . La natura è circoscritta dall ' uomo ; e tutte le solitudini romantiche e le selvaggerie del mondo non valgono un giardino di Francia . Non valgono il podere , e non valgono il pezzo di sole dove la femminetta stende un bucato . E in fondo a tutti gli itinerari di Belloc , in fondo a tutti i suoi libri di pellegrinaggio , si ritrova questo pezzo di sole , e il podere e il campanile ; come se lo spettacolo degli uomini che lavorano e costruiscono gli piaccia tanto da andare apposta dimenticandoselo pei monti e pei boschi , pel gusto di riscoprirlo , tutte le volte uguale e nuovo , all ' uscita di una forra , a ' piedi di un precipizio , fra uno strapparsi di nubi . Manalive di Chesterton lasciò la propria casa , per poter ritrovare la casa . Belloc esce da una città , ma soltanto per ritrovare la città . Ma il motivo lirico che da Chesterton riceve più intimità e una grazia tutto inglese di capricciosi paradossi , in Belloc è trattato con semplicità e durezza latina ; con lo stile della storia e quasi della legge ; e difatti la disposizione del sangue , e il culto della civiltà continentale e insomma di Roma , hanno portato questo scrittore a un tipo di prosa che possiede la mobilità inglese con la solidità , la squadratura e la ridondante chiarezza mediterranea . Da coteste condizioni è determinata strettamente tutta l ' opera di Belloc , per divaganti che possano sembrare certi aspetti . Gli itinerari : The Path in Rome , The River of London , Esto Perpetuo , ecc . segnano la conoscenza , il contatto con la terra . I volumi di saggi : On nothing , On everything , Hills and the Sea danno incontri più brevi , ancora di cotest ' ordine ; o scorci umoristici della nostra società , vista con cotest ' anima , o infine veri e propri poemi in prosa , come Home , On Sacramental things , The death of Wandering Peter , ecc . ecc . ne ' quali Belloc ha fissato i suoi motivi e le sue figure fondamentali . I could easily believe that not only whole Countries , but particular persons have their Tutelary and Guardian Angels , aveva lasciato Thomas Browne . Nella Buona Donna Belloc segnava appunto il ritratto di una di coteste creature tutelari . E lasciamo i lavori storici , e i lavori di critica delle operazioni della guerra , nei quali è per sé evidente la funzione di quel senso della terra , sia inteso nelle relazioni superiori , sia inteso come modesta topografia . Un ' opera che importa molto di più è : The Servile State , dove Belloc ha mostrato come la società industriale , quale conosciamo e alla quale apparteniamo , non tenda altro che a ristabilire la schiavitù economica e politica . L ' ha mostrato traverso un ' analisi della formazione dell ' attuale sistema economico inglese , dai fondamenti romani , alla perfezione raggiunta sotto le istituzioni medioevali monastiche . Anche per lui , come per Chesterton , la Riforma rappresenta una specie di cataclisma nella storia inglese ; e il sistema di distribuzione della proprietà seguito alla distruzione dei monasteri , segna per lui il principio delle oligarchie che già verso il 1630-40 si erano consolidate e impadronite della terra e della potenza , e oggi si son trasformate nelle oligarchie industriali che detengono i monopoli , e attraverso le coalizioni giornalistiche corrompono e dirigono la vita politica e culturale del paese . Con queste idee e con energia militare , Belloc ha condotto per lunghi anni e conduce ancora la sua opera di giornalista . E qui bisognerebbe scoprire l ' altra batteria . Qui vien fuori il secondo Ajace , Gilbert K . Chesterton . ( La figura di Cecil Chesterton , morto il 6 dicembre 1918 , è notevole , ma molto minore ) . Nelle polemiche son sempre accanto ; e Shaw che ormai è abituato a trovarseli pericolosissimamente a ridosso , un giorno li ha definiti burlescamente con un nome solo : " lo Chesterbelloc , questo grottesco elefante da fiera , composto di due animali , etc . " . Ma di Gilbert K . Chesterton ho scritto già tante e tante volte , che alla fine dev ' esser cominciata a sembrare quasi una mania . Veda chi vuole , il libro del West su Chesterton , come quello di Mandell e Shanks su Belloc , per la storia di coteste campagne contro la corruzione capitalistica e parlamentare , contro gli ebrei internazionali che la fomentano , contro il socialismo astrattista e disintegratore , contro gli esteti , e altre sottospecie di parassiti . E se in Ortodoxy ed Heretics , Gilbert K . Chesterton ha dato i più bei libri moderni in difesa della morale cristiana , è certo che da Belloc gli è venuto almeno in parte l ' orientamento a quelle interpretazioni storiche alle quali ultimamente egli ha dedicato l ' opuscolo : The crimes of England e la Short History of England , due opere così serie che tutti , al solito , hanno creduto preferibile pensare fossero state scritte per chiasso . E dal fratello Cecil e da Belloc gli è ancora venuta la fede nella possibilità d ' una ricostruzione sociale secondo l ' antico sistema delle gilde ; uno schema autoctono , ma con curiosi riscontri e contrasti con quello di Georges Sorel . L ' elezione della Coalizione , gli scioperi di Glasgow e Belfast , gli hanno offerto ultimamente le più stimolanti opportunità di ribattere nella sua rivista The New Witness , su tutti questi punti . Si può essere sicuri che non s ' è fatto pregare . Dicevo che , ormai da molti anni , noi ci siamo sentiti interessati in questi scrittori , per vari atteggiamenti del loro stile e della loro politica , per la loro ostinazione di uomini di fede , e la loro grande capacità di fumisti e umoristi ; infine per quel costante sguardo filiale verso Roma . Per parte loro essi non hanno voluto trovare troppo immatura o comunque disdicevole la nostra compagnia ; e , così , eccoli nella nostra rivista .
ROBERT LOUIS STEVENSON ( CECCHI EMILIO , 1920 )
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Non mi meraviglierei se anche Stevenson fosse di quegli scrittori che , per un complesso di circostanze piuttosto difficili a spiegare , i conterranei ammirano , spesso anche enfaticamente , ma in un modo intrigato . Nei riguardi di questi scrittori , gli stranieri godono un privilegio di spregiudicatezza e candore , o diciamo addirittura d ' ignoranza : ignoranza che , come in altri casi , finisce per contare come una buona azione ad esser premiata . Si potrebbe obbiettare , quanto all ' Italia , che Stevenson non è ammirato in nessuno dei due modi , perché sostanzialmente è ignorato ; e lo considerano , alla lontana , come un autore di libri d ' avventure pei ragazzi : un quissimile di Salgari o di Verne . Ed è vero . Ma se , nel testo o in traduzioni fatte con arte , Stevenson sarà più letto , non credo improbabile si riconoscerà , d ' istinto e con molta chiarezza , il suo significato vitale , che , studiando alcuni scritti inglesi intorno a lui , ho visto che invece è scoperto , quando è scoperto , soltanto tra frasche e andirivieni ; e definito , quasi sempre , incidentalmente o a mezza voce . È uno di quei casi che si cerca la seggiola sulla quale siamo seduti ; e che il problema letterario s ' inacerbisce appunto perché si parla troppo d ' un problema letterario e ci si monta il capo . Probabilmente la vera soluzione la dettero , fin da ' primi giorni di Treasure Island , i ragazzi . È l ' unica cosa che resterebbe da fare ai grandi , forse non sarebbe altro che mettere in forma , con più riguardo possibile , le impressioni dei piccini . Ha osservato Chesterton , discutendo un libro di H . Bellyse Baildon su Stevenson , che , nell ' ammirazione dei lettori colti , l ' incanto delle straordinarie virtù di questo scrittore è in certo modo turbato dall ' eccesso d ' una virtù addizionale : " la versatilità e destrezza artistica " . " Egli sofferse della sua versatilità , non perché riuscì abbastanza bene nei generi più diversi , ma perché , nei generi più diversi riuscì troppo bene " . " Capace di realizzare il proverbiale miracolo d ' essere in cinque posti allo stesso tempo , portò gli altri a ritenere ch ' egli fosse cinque diverse persone " . ( Twelve Types , 115 ) . E cinque persone , specie se coperte d ' un sol nome , finiscon sempre coll ' essere molto meno convincenti di una sola persona . Ma vorrei dire , piuttosto , che non soltanto Stevenson fu capace di trovarsi in cinque posti allo stesso tempo , in modo che la gente poté pensare ch ' egli fosse cinque diverse persone . Completamente in alcuni dei suoi libri , saltuariamente in altri , tutte le sue cinque , sette o otto persone : il ragazzo , il cockney , il letterato , il pirata , il puritano , si riabbracciavano fraternamente e ridiventavano una ; e fu , per l ' appunto , nei luoghi più semplici dei libri abili e versatili , quando non fu nei più semplici fra tutti i suoi libri . In realtà , uno scrittore come lui , ricchissimo di senso del romanzo peccava , almeno in certo senso , di eccesso romanzesco , quando , pur con tutta la sua scaltra discrezione e la sua facoltà di dare alle immagini la positività d ' un documento storico , si metteva ad architettare un romanzo . Senza contare che per questo scrittore così dotato la vita vissuta era stata , quasi dal principio , straordinaria come il più incredibile dei romanzi . " Questo clima ; questi viaggi ; e l ' apparire delle terre all ' aurora ; le nuove isole che spuntavano dai banchi di nebbie mattutine ; e nuovi approdi boscosi ; e nuovi allarmi di temporali e risacche - tutta la storia della mia vita è per me più bella di qualsiasi poema " ( Letters , 11 , 160 ) . Per questo scrittore , la disposizione più feconda veniva ad essere non dico tanto rituffarsi nella propria storia " più bella di qualsiasi poema " , quanto lasciarsi galleggiare alla superficie di cotesta storia ; non tanto raccontarsi nel passato , quanto rivedersi nelle cose , semplicemente posando gli occhi sul mondo . La sapienza ingenua del suo sguardo bastava a creare , con la materia immediata del mondo , il più pacifico e vertiginoso miracolo , al quale era impossibile potessero aggiunger qualcosa anche le più acute invenzioni . Tutta la sua mitologia è , così , colore istantaneo e suono . Ci son parole semplicissime , portate senza epiteti : la parola surf , per esempio ; che nessun altro scrittore sembra possa mai più , in nessun modo , adoprarle , senza accettare nello stesso tempo tutto quello che in lui voglion dire , tanto il suo romanzo ormai le riempie e le preme . E se guarda : " la ciocca secca d ' un palmizio come un ventaglio d ' oro fra la verzura " o " l ' acqua dell ' atollo azzurra e grigia ; e nella trasparenza della luce sottomarina il corallo rameggiante e fiorito e la moltitudine dei pesci che volteggiano , punteggiati , striati , perfino rostrati come pappagalli ... " ( In The South Seas , 167 ) ; il suo colore è in sé la più fantastica delle favole ; e qualsiasi avventura , dopo , non sembra che un ' estensione e un commento . Come il suo stile è , costantemente , così delicato e fermo , leggero e governato , che l ' unica sorpresa ch ' egli riesce ad aggiungergli è d ' arrivare quasi ad obliarlo , ritrovando nelle lettere e diari , e nelle pagine di In The South Seas , una familiare chiarezza anche superiore a quella sua chiarezza temperata su Livio ; una naturale finitezza , anche più raffinata di quella sua industriosa finitezza francese . Intendo che , per mio conto , è impossibile , nei riguardi di Stevenson , eresia più rozza e pedantesca di quella proposta dal suo biografo e critico Graham Balfour , secondo la quale , una volta entrato nei mari del Sud e nell ' ultimo periodo della sua vita , Stevenson non avrebbe prodotto più nulla d ' assolutamente grande . E , in ogni caso , sarei piuttosto per un ' eresia che sostenesse il contrario . Comunque , posso assicurare , che quella versatilità e ubiquità la quale determina , come s ' è visto , in alcuni lettori , una sorta di diminuzione di fede , per conto mio non mi ha mai impedito di essere a tutti i suoi spettacoli e col più innocente abbandono . Ho detto che , riguardo a Stevenson , forse converrebbe fare come i bambini . E anche in questo caso , oltre mille altri , mi trovo davvero ad avere fatto in tutto come i bambini . Al pappagallo di cucina , sulla nave che porta i pirati verso l ' isola del tesoro , io gli ho voluto più bene che se fosse stato il pappagallo di casa mia ; molti anni prima di sapere che c ' erano stati anche i pappagalli di Daniel Defoe , e che cotesto , probabilmente , veniva da quella famiglia di pappagalli . E son sicuro d ' aver sgranato gli occhi come un bambino , quando in Treasure Island la nave deserta viene bordeggiando sul risucchio come la più indubitabile e pazza delle apparizioni ; e d ' averli sgranati con non meno stupore , più tardi , e , questa volta , non più soltanto come un bambino ma anche come un critico , nell ' accorgermi che cotesta nave , il più perfezionato dei vascelli fantasma , apparteneva alla stessa flottiglia della nave - scheletro in Coleridge e del pontone abbandonato di Gordon Pym . La voce spettrale presso la tomba del tesoro , il campanello del lebbroso in The Black Arrow , il gemito delle sirene in The Beach of Falesa , e quel cantarellare di Keawe nella stanza da bagno , che bruscamente s ' interruppe e non si sentì più ( The Bottle Imp ) , se qualcuno poté udirli e scordarsene , per me li sentii con troppo spavento da potermene mai più dimenticare . Il diabolismo di The Master of Ballantrae e Dr . Jekyll , appena per un miracolo non mi fece davvero credere , anche me come tanti , a un pessimismo di Stevenson . E se , infine , c ' era da applaudire una trovata da maestro , un ' alzata di genio nel cavarsi d ' impaccio , nel rianimare e risolvere una situazione ( per esempio il duello notturno di Wiltshire e Case in The Beach of Falesa che poteva , da un minuto all ' altro , diventar banale , io ho applaudito con la compunzione con cui si applaudono i portenti che non sapremo far mai , ma ai quali la bontà di Dio ci permette , qualche volta , d ' assistere di dietro le quinte , o dalla buca del suggeritore . Con tutto questo , so che ci son cose nelle quali Stevenson è Stevenson più che in tutte queste cose . E toni anche più suoi di tutti questi toni . Verità sue , più romanzesche di tutte queste strepitose invenzioni . Ripeto ch ' egli era troppo immediatamente pieno di romanzo da aver bisogno di romanzi . Era di quei poeti che dicono qualche gran cosa lirica , tutte le volte che scrivono una lirica , ma forse ne dicono una anche più grande , quando si crederebbe soltanto che avessero tirato giù il più vago degli appunti , o magari avessero chiesto un cerino . Era di quei pittori che stemperano gli ori e le gemme del Sultano e i colori del tramonto , nella loro nuova edizione delle Mille e una notte . Ma poi si scopre che la figura più luminosa la tinsero " con una scatola di acquarelli da una lira " , come quelle che , per dipingere i mari e i regni delle loro carte geografiche , adoprano i bambini . Era di quei sognatori che convincono a tutti i sogni , e specialmente ai più eccessivi e assurdi sogni ; e così ci ha fatto credere d ' aver visto con questi poveri occhi il diavolo stesso uscire e rientrare nella boccetta più lesto d ' un lucertolino ( The Bottle Imp ) . Ma non c ' è sogno che non imbianchi , quando s ' è visto che cosa sieno una proda d ' erba , una donna lungomare , il muro d ' una casa specchiati nelle sue infantili e tremende pupille . Era di quei raccontatori che posson fare anche a meno delle suggestive distanze che altri ricava dalle cronache e dalle leggende , o trova nelle architetture e prospettive del racconto ; perché tutto in lui , all ' atto della parola , precipitava in ingenuità trasparenti e vivi colori , ma portando seco come il rombo d ' un ' avventura e d ' una lontananza infinita . Questa chiarezza misteriosa diventa più fissa e più alta , quando gli arcipelaghi tropicali gli galleggiarono incontro , come paradisi emersi di fondo al tempo e al dolore : " e s ' udirono sopra bordo belare gli agnelli e un uccello che cantava alla collina ; e ci fiatò incontro l ' odore della terra e della frutta e dei fiori ; ed ecco , una casa o due apparvero ... " ( In the South Seas , 6 ) . Ma l ' accento leggendario è in ogni impressione della sua vita ; né ricordi di Barbizon e del lago artico di Saranac ; di Davos Platz e della domestica Edimburgo ; fino a quelli della miseria infantile , nelle interminabili notti di tosse e di febbre , in braccio alla nutrice : " Come mi ricordo bene di quando ella m ' alzava di letto , e portandomi alla finestre mi mostrava una o due finestre accese di là dal nero cerchio dei giardini ; e l ' un con l ' altra ci dicevamo che forse anche laggiù c ' eran dei bambini malati con le loro nutrici e come noi aspettavano l ' alba ! " ( Underwoods : The Sick Child ) . Nei mari del Sud il suo miracolo riceve soltanto l ' ultima evidenza ; e succede qualcosa di simile a quando Wiltshire sulla nave porta all ' occhio il cannocchiale e regola la vite , e la spiaggia s ' accostò di salto . Vita e fantasia si sovrapposero in assoluta e storica identità ; e veramente ormai non c ' era che dimenticarsi e guardare . Tutti i suoi personaggi , anche quelli che non aveva avuto coraggio di descrivere , eran diventati vivi e parlanti , di carne e d ' ossa ; e venivano a pigliare il thè e chiedergli un consiglio in casa sua e sulla veranda : i capi tribù , le regine cannibali ora spotestate e ospiti delle monache ; i pirati ridotti a mestieri ragionevoli , i ravveduti bucanieri . Così le sue lettere e diari di questi anni son la miniera d ' un materiale che non ha quasi subìto ritocchi , e non ne aveva bisogno , passando negli ultimi racconti famosi ; ma c ' è passato soltanto in piccola parte . Daremo prossimamente la traduzione d ' alcune di coteste pagine ; e , oltre alla gioia che potrà offrire la loro bellezza , saranno la più netta riprova di quel che abbiamo voluto dire della visionarietà di Stevenson e del suo particolare senso del romanzo . I rematori di The Beach of Falesa ; che vanno con il loro canotto verso le cascate dove son le fate ; quella magica barca del missionario dipinta di bianco , la cui sagoma sembra d ' aver visto ( con la seggiola a dondolo e l ' elmo di sughero del prete e ogni cosa ) sulla pancia d ' un vaso cretese ; l ' " atollo " di The Isle of Voices , con la frangia di dattolieri e la laguna tempestata di stelle ; e Kokua ch ' esce dal bagno col suo cappellone di paglia ; e Urna sulla riva di Falesa nella sua nudità d ' antica statua greco buddhista , non son che poche figure d ' un album che ne ha mille . E quanto ai guerrieri e capi , lasceremo giudicare quelli che conoscono , o ai quali faremo conoscere , Tembinok re di Apemama , in tight o in uniforme navale , con la pipa di schiuma e gli occhiali verdi . Tutti i suoi personaggi eran diventati veri , e si raccoglievano intorno a lui : e perfino l ' orrendo lebbroso di The Black Arrow , dall ' antichità medievale era disceso nel lazzeretto di Molokai , con centinaia di fratelli . Stevenson volle vivere insieme a loro parecchi giorni . La cristiana giovialità ch ' è la gran logica dei suoi racconti , gli si trasformava , o meglio finiva di trasformarglisi , in atto ; e questo è forse l ' ultimo segreto anche della sua perfezione di poeta , conquistato attraverso le sue infinite e quasi quotidiane morti ; il segreto di quel suo ultimo sguardo , umido e sfolgorante sopra le cose . Com ' è diverso , anzi contrario a tutti gli artisti che si misero in giro pel mondo , disperati predoni ! Gauguin , che va a Tahiti per ragion . d ' estetica , e , dipingendo Tahiti , con la coda dell ' occhio guarda Parigi ; e s ' abbevera di vita primordiale , come uno che beve vino non perché il vino è una cosa gioconda , ma perché ci son casi che il vino può esser anche una medicina . La volontà arcaica di Gauguin a Tahiti non è spiritualmente più sana dell ' atto col quale il decadente fuma l ' oppio per sognare e cavare una poesia da cotesti sogni . Niente di simile in Stevenson ; e niente di quella cupidità ch ' è in Henley , di caricare i toni della vita barbarica . La sua passione per le avventure , i combattimenti , il sangue che corre , è tutta ariostesca . E niente della professionalità di Kipling , della sua enfasi imperiale . Stevenson gira soltanto per le necessità della salute distrutta ; e nella sua casa di Vailima seguita di buona voglia a scriver fiabe scozzesi . Non ha nessuna velleità di allargare il mondo , come fa Kipling , che non è mai sazio delle diversità più mostruose ; e il suo interesse , invece d ' allargare il mondo è stranirlo , è di famigliarizzarlo e riempirlo d ' intimità . In confronto all ' improntitudine del Kipling , giornalista e militare , che commovente confessione quella di Stevenson , la notte che precede il suo approdo alle isole dei mari del Sud ! " A un tratto sentii vergogna che quelle notti fossero più belle delle nostre notti , gli astri più dolci e lucenti , le costellazioni più armoniose . Sentii vergogna , dico , come d ' un ' estrema infedeltà , d ' aver disertato le stelle che brillano sui miei padri ... " ( In the South Sea , 14 ) . È questo scrupolo di possedere , che dà benedizione al suo possesso . E per questo i suoi arcipelaghi equatoriali sembran visti nella santa luce che illuminò le prime navigazioni mediterranee . E per questo la vita di Samoa e di Honololu ha la domestica universalità che prima avevan avuto soltanto quei risvegli borghigiani e giuochi di fanciulle e marini colloqui dell ' Odissea .
CARLO CATTANEO ( CECCHI EMILIO , 1920 )
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La natura d ' un artista , e specie d ' uno storico , essendo una con la materia delle sue verità , non si può parlare dello stile di Cattaneo senza toccare delle sue idee , sebbene qui egli c ' importi soprattutto per l ' aspetto plastico della sua arte . Pare , da molti luoghi de ' suoi libri , ch ' egli si considerasse poco più d ' un " novelliere letterario " come dicevano al tempo del Vico , un divulgatore , o insomma uno , secondo le sue proprie parole , che " riassumeva e ventilava dottrine altrui " : " per suscitare , innalzare i pensieri della nazione , le sue speranze , i voleri , gli ardimenti " . Ma il Croce ha già avuto occasione di mettere in rilievo l ' alto valore del Cattaneo come storico nel pieno significato della parola . Gli universali del Cattaneo son quelli del Vico , e del Foscolo dei Sepolcri e delle Lezioni d ' Eloquenza . Il suo modo particolare di attuarli ha origine nell ' idea della " filosofia civile " e dell ' " arte sociale " del Romagnosi , ma trova la sua caratteristica sopratutto nell ' austerità e perfino drammaticità con cui egli sente il fatto sociale e riporta tutti i fenomeni tecnici , giuridici , economici , in valori morali , in relazione al loro significato di forze costruttive o disgregatrici delle istituzioni e della compagine degli Stati . La severità d ' un Parini , smorzata d ' una certa acredine , s ' anima in lui di severa e quasi sconsolata speranza , nel concetto progressivo e nella passione pratica d ' un Beccaria ; avuto presente che la gravità con la quale egli giudicava la vita sociale toglie a cotesto concetto di progresso ogni banalità illuministica e benthamiana . E la sua origine campagnuola gli dà il culto e il contatto della terra , e una lirica felicità di intuizioni non meno persuasive quando ci parla della sua Lombardia che quando ci parla dell ' antico Egitto , del Messico e dell ' Irlanda . La preparazione ecclesiastica arricchisce e scaltrisce la sua psicologia di storico democratico , dove tratta di tirannie teologiche e alza i velami di suoi misteri della politica sacerdotale . L ' abito tecnico più che letterario , gli smuove e porta in vasti contatti e ravviva di laboriose curiosità le sue disposizioni a interpretare la natura dei popoli e a tentare suoi ritrovati delle nuove scoperte e sulle nuove ipotesi , per le più antiche nazioni e civiltà , quel che il Vico aveva fatto per i miti e le forme civili della Grecia e del Lazio . Infine il suo gusto monumentale e oratorio e il suo senso civico latino , di preferenza lo volgono verso le civiltà classiche e a forma di gran rilievo . Per la coltura neoplatonica , alessandrina , col suo fondo dispersivo , non ha che sospetto ; e anche il suo libro sulle Interdizioni economiche imposte agli Israeliti sostiene la necessità che gli ebrei sieno riammessi alla vita civile e cessi l ' antisemitismo economico , ma pel motivo principale che togliendo gli ebrei dall ' isolamento nel quale essi si son create le loro formidabili fortune , si darà il più gran colpo al sistema di coteste fortune e all ' esosa parzialità del loro dominio nel mondo moderno ; ch ' è insomma un filosemitismo più che altro inteso a disciogliere l ' anarchia e disgregatrice natura giudaica , nell ' unità sociale delle altre razze . Cattaneo ha il senso fantasmagorico delle origini , delle migrazioni , delle civiltà scomparse , e dopo Vico nessuno come lui , nei numeri delle sue frasi , fece sentire il passo del tempo e lo svolgersi dei cicli e delle vicende civili . I suoi paradossi figurativi brillano repentini sulla sostanza a volte impigrita e la riportano d ' un tratto a un bagliore d ' alta poesia ; come nella storia delle piramidi di Menfi : " Appartengono ai tempi dei più antichi re ; sembra che ognun di loro occupasse tutto il suo regno a inalzarsi una tomba " ; o dove ci mostra le cave degli alabastri , dei porfidi , dei basalti schierate in ordine gigantesco sulle sponde del Nilo e traverso le sue cataratte , e il fiume sacro che partecipa all ' incomparabile grandezza delle arti egiziane , agevolando il trasporto dei marmi ; o quando infine svela le chiavi immaginose dei sistemi cronologici e numerali degli Atzechi . A volte riduce all ' improvviso la materia descrittiva nella quale ha doviziato , sotto lo schema ideologico : come quando distingue le civiltà cresciute lungo fiumi come il Gange , l ' Hoang - Ho , il Nilo , per vie omogenee , unitarie , e le civiltà impervie e frantumate dei paesi scabri come l ' Italia ; ma la classificazione è ancora un ' immagine e l ' idea è fiorente come in una scrittura geroglifica . E anche nei trapassi e nei movimenti più casuali e fuggevoli lampeggia sempre di figure . Dice ad esempio : " I raggi del vero schiarano ancora solamente pochi iniziati , i quali siedono quasi in teatro sfolgorante , mentre nell ' attigue vie regnano le tenebre e i sogni " . O con figura appena posata in una parola : " Le placide acque nel calare lasciano velata tutta la campagna del limo onde son dense " . O in tocchi celerissimi , rivelatori d ' un ' esperienza rara , specie se si tien conto dei tempi ; e in giudizi di tutto un gusto o una civiltà , rapiti nell ' impeto d ' una frase , come quegli " ardimenti gracili e feminei del lusso chinese " ; e sintesi d ' eleganza e d ' energia compagne . E la sobria gentilezza con cui sa adagiare l ' esaltazione della sua oratoria , per esempio in quei tratti sulle ninfee nel saggio sull ' Antico Egitto ; o dove riporta la millenaria canzone : " trebbiate , o buoi ; la paglia a voi , il grano al sire " che ancora s ' ode nei campi dell ' Egitto " trasmutata in parole arabe , ma con una melodia flebile e molle che non è degli Arabi ; e si direbbe il canto di quei morti che giacciono accatastati a milioni nelle necropoli e nelle viscere dei monti " . Non sono sicuro che in un Daniello Bartoli , dov ' è meno antagonistico e favoloso , non possa esservi qualche cosa che uno scrittore laboriosissimo come il Cattaneo abbia studiato con vantaggio . Se non che il Bartoli non va mai oltre una splendida curiosità esclamativa che tutt ' al più arieggia alla vacuità adorabile dei primi panteismi ottocenteschi ; e nel Cattaneo non si tratta di curiosità e divertimento , ma di coscienza e passione . Quando parla de ' Celti , degli Egiziani , degli Aztechi , la sua emozione è quella d ' un ideale testimone dei drammatici albori delle forme nel mondo e del loro disperdersi e cadere . " Era una delle lugubri tradizioni degli Aztechi che il sole si fosse già spento quattro volte e che questo fosse il quinto sole o una quinta resurrezione del primo . E anche il genere umano aveva già sofferto quattro grandi stermini ; desolato la prima volta dalla fame e dalle tigri ; la seconda dai turbini , essendosi salvati pochi che conversi in scimmie si nascosero nelle caverne ; la terza dal foco , salvandosi pochi , conversi in uccelli ; la quarta dalle acque , per cui gli uomini s ' erano tramutati in pesci " . E lo stesso concitamento , lo stesso compianto storico ritrova pei ritorni barbarici nella vita civile e la misteriosa poesia dei delitti e dell ' espiazione ... Gli orrori della vita in un clan d ' antichi Celti e nelle colonie de ' deportati ; le spaventevoli geometrie dei Silenziari , de ' Penitenziari e quelle delle architetture azteche , ecco la materia eccellente per il suo stile latinamente austero eppur pieno di magnificenza , monumentale nelle strutture e tuttavia squisitamente decorato ; massiccio , ercolino , a volte barocco , ma sempre per un bisogno di grandiosità e di maestà , pieno di succo cosmico " I fiumi , tramescolando le frane di diverse rupi , accoppiano più terre in pila elettrica a sollecitare la languida vegetazione " ; oppure : " Quelle estreme squadre di mondi , che all ' occhio umano sono appena uno spruzzo di punti indistintamente lucidi ... " ; nelle sue tarde volute , formate di masselli epigrammatici , lapidari , con un formidabile dono d ' ingiuria metafisica ; o non pallidi fregi e dorature come scancellate vestigia d ' antichi splendori ; o irritati incapricciamenti d ' acutezze critiche ; temperato " ai ribrezzi delle sale anatomiche " ; inebriato di tempo e di tutto . E dire che un dei nostri letterati , e uno propriamente che ama definirsi " modesto " forse per assicurare una certa impunità alla sua impertinenza , qualche tempo addietro , essendo caduto in discorso il nome del Cattaneo , si rammaricava meco che Cattaneo ( egli aggiungeva anche Manzoni ) non avesse lasciato in cotesto stile un molto maggior numero di " milanesismi " . Confesso che io ripensai con scrupolo ai " milanesismi " della prosa di Cattaneo . Ma era come cercar biglietti da dieci verso mezzogiorno sul selciato di Corso Umberto , e soltanto ritrovai una folla di luoghi nei quali questo superbo scrittore spinge per sé e per ogni vero artista , l ' uso dei gerghi provinciali : " Dante fissò la lingua , scegliendo con lucido e quasi infallibile giudicio nel dialetto toscano tutto ciò che consonava agli altri dialetti italici , e pertanto era acconcio a divenir lingua comune . Dov ' egli canta " La divina foresta spessa e viva " o " il dolce color d ' oriental zaffiro " , egli tocca quelle corde alle quali ogni loquela d ' Italia risponde ... Se non che , quando egli poi superbo della sua forza trapassa il giusto confine , e s ' attenta a por sull ' altare la parola propria d ' una sola plebe , foss ' anco la toscana , egli non piace , non fa più esempio . E la nazione per secoli e secoli guarda e passa , ove trova scritto : " Già veggia per mezzul perdere o lulla " . Perché cotesto non è gentile arbusto del campo nazionale ma reliquia di primitiva tribù , sterpo superstite della selva selvaggia " . Pagine come questa , o quella che apre il presente fascicolo , nella sua opera si raccolgono a dozzine come testimonianza della sua perfetta coscienza linguistica . Evidentemente però il mio interlocutore preferiva vedere Manzoni e Cattaneo attraverso Dossi e Lucini , e mi pare un sistema di critica letteraria non scevra d ' inconvenienti . O s ' applicava , a orecchio , al problema linguistico , i desiderata del decentramento politico , dello sviluppo regionale e della vita federativa , colla conclusione naturale che la prosa del Cattaneo non parevagli decentrata abbastanza . Se si pensa che all ' eredità dell ' inimicizia albertina e piemontese , alle confusioni del culto democratico e cosidetto positivo , si associano ancora , contro la fama del Cattaneo , equivoci letterari così grossolani , non c ' è da meravigliarsi che la gente possa attribuire al Carducci d ' aver dato nella sua critica e oratoria il miglior esemplare nazionale di prosa di riflessioni dal tempo delle Operette morali , mentre il Cattaneo ha infinitamente più diritto a cotesto vanto . Vero è che la sfortuna del Cattaneo , se ne conferma ancora una volta il decadimento della nostra coltura letteraria dopo la prima metà dello scorso secolo , in certo modo sembra intonarsi singolarmente alla qualità della sua grandezza ieratica , misteriosa e oserei dire sepolcrale . Ed ecco allora i fanciulli a reclamare le chincaglie e i riboboli delle province davanti a cotesti sepolcri .
IMPASSIBILITÀ DEL WORDSWORTH ( CECCHI EMILIO , 1915 )
StampaPeriodica ,
.... Una strada , una bracciante che passa , e un canto di uccello , di prosaico tordo nel silenzio mattinale : questo canto suscita la visione di una terra lontana e di una casa desiderata ( La povera Susanna , 1797 ) . La determinatezza irriducibile dell ' elemento di ricordo , svegliato alla suggestione del canto dell ' uccello , esprime la semplicità spirituale e a un tempo la intensità di affetti della povera Susanna . La sua vita interiore si scuopre un istante : e non c ' è dentro che una immagine di montagna sagliente , quei volumi di vapori , quel fiume , quei pascoli verdi . È una coscienza che , rotto il velo del dolore monotono e privato di ogni poesia , è natura ; inesplicabile , solida e solenne come la natura . La lirica consiste di questa rivelazione , di questo transito dalla sentimentale vuotezza presente , all ' assoluto di questa natura che colma d ' un tratto tutta la realtà interiore ; e del riflesso nuovo da questa natura chiusa , cementata dentro l ' anima , che non può aprirsi neppure a lei come i nostri fulgidi . ma morti e privi di contenuto , ricordi della prima infanzia , del riflesso nuovo sulla vuotezza e tristezza presente . Questo trasalire e poi ricomporsi nella prima atona calma , induce un turbamento che oltrepassa i meri termini della rappresentazione e dà il senso dell ' intiera serie spirituale . Fra i due termini della rappresentazione è lo spazio che la coscienza del lettore riempie del suo moto , nell ' attuare la poesia ; e la esattezza con la quale essi son posti è tale che quasi senza determinazione esplicita dànno il colore dell ' ora , l ' ambiente e il movimento drammatico del personaggio . Lo scatto sentimentale si prolunga e diffonde come dall ' impulso di movimento cennato nel gesto di una statua si crea tutto un mondo di azioni . La tormentosa coscienza della vita concepita come una serie limitata , irrevocabile , basta a suggerire un ' armonia più larga . Le più forti poesie del Wordsworth son quelle nelle quali il contrasto è semplicemente necessitato ; senza ragioni aneddotiche , ridotto quasi a pura essenza plastica : quando da una attitudine agevole e ferma della figura , la scena naturale e la situazione sentimentale sono evocate nella massima compenetrazione ed immediatezza ; mai , forse , come nella Mietitrice solitaria ( 1803-1805 ) . Non si può immaginar poesia più diversa da quella del Coleridge nella qualità dei mezzi , con certe analogie di significati . Non c ' è movimento qui : la figura è in una ferma postura , curva come una mietitrice del Millet o una pastora del Segantini , e una vita diafana e densa si diffonde da lei con la lenta oscillazione del canto per tutto il paese . Questa tozzezza , questa fissità , si ritrovano in tutte le creature del Wordsworth ; più difficile sarebbe riconoscere spiegatamente perché la sua poesia dia evocazioni simili , corpose , massicce , in atteggiamenti scolturali riposati . Nel paese è come il profilo d ' una visione ; un ' ombra di giganteschi dorsi d ' isole di basalto , che campeggiano sur un vuoto di mare , risonando i varchi delle isole come d ' un canto di cuculo nella penombra serotina : il fantastico dentro il reale , come il ricordo di un sogno , in un arresto della percezione : un affioramento dell ' inconscio , o una di quelle associazioni che , negli spiriti infantili , si costituiscono di elementi remoti . In questa come in qualche altra lirica , le linee dei colli , la distesa dei campi , sembran modellate in vista di esprimere una colossale implorazione religiosa : e su queste linee campeggia la figura umana , come interprete d ' un mistero ; in una attitudine sacrificante , insieme rivelata e ingigantita dal mondo intorno . Dietro ad essa , all ' orizzonte , il monte vaporato del respiro delle nubi è come un altare parato d ' incenso per le offerte sante . E nelle foreste gli alberi si incurvano sulla sua testa quasi arcate gotiche di cattedrali , mentre in fondo al verde le cascate dei fiumi suonano come canne d ' organo nascoste . Tutto ciò , suggerito per scarne evocazioni e , dicevamo , senza movimento , attraverso un processo addirittura opposto a quello della poesia coleridgiana . Quivi è tutto un tremare , uno spezzarsi , uno scattare , un ondare e rapprendersi negli arresti e nelle risoluzioni del ritmo ; un isolarsi di ciascuna linea di movimento nell ' intento del massimo significato particolare ; uno sforzarsi di ciascun epiteto nell ' intensità suprema del proprio colore . Ma nel Wordsworth non sono né colori , né fratture , né esclamativi . L ' arte del Wordsworth aspira alla prosa ; la struttura di ciascun verso sembra tendere a sciogliere il carattere di verso , e far che ogni successione di tempi passi dissimulatamente nell ' altra come un respiro di prosa fluisce nell ' altro quasi senza cesura : niente del balzante strano impeto del Coleridge , il quale ha bisogno sempre un poco di inebbriare per ottenere consenso . Wordsworth vuole persuadere gravemente ; e il suo ritmo è quieto e suasivo , forte e regolare . La sua arte sopratutto vuol dare impressione di solidità e di organismo , a costo di sembrar troppo massiccia e pesante . Pare si possa girar intorno a una sua strofe , come intorno a un bel pezzo di scoltura , dove non sono anfratti né vuoti morti e l ' aria e la luce avvolgono facilmente da tutte le parti . E quando nella Prefazione e nelle Appendici egli respinse la necessità della forma metrica e della dizion poetica , dette le esagerazioni teoriche della sua pratica di nudità e indifferenza , la quale era stata eccellente . Il Coleridge passò nella tradizione inglese principalmente per la squisitezza dell ' esempio tecnico e del gusto letterario ; ma il Wordsworth poco poteva insegnare ad artisti come il Keats e lo stesso Shelley , mentre da lui si comunicava loro una parte della intuizion vitale . L ' errore del Coleridge poteva essere di finire nel meramente esornativo , nel piacevole per sé stesso , nello smalto e nel cammeo . L ' errore del Wordsworth fu a così dire di natura scientifica , e consisté nell ' organizzazione forzosa di una sorta di positivismo , di psicologismo poetico , poste in relazione di dipendenza empirica e non di sviluppo genetico l ' arte e l ' esperienza . E se a tali opposizioni formali si volessero addossare diversità di carattere e di vita , si ripenserebbe il Coleridge perduto in mille progetti , intralciato dalla propria ricchezza ; e il Wordsworth che chiuso nel disegno preciso dei propri fini tratta la poesia con la rude decisione con la quale si tratta l ' azione pratica , sfrutta il proprio patrimonio poetico con freddezza quasi filistea ; non si abbandona e fa della vita la metodica incubazione della sua arte . Non c ' è in lui imprevisto , anzi derivazione , deduzione : il Coleridge simile ad un castello devastato da tutti i venti : egli che vuol precedere logicamente e criticamente la propria facoltà poetica , e nello stesso tempo la schematizza e la impoverisce . Se si vuol trovare un compagno al Wordsworth , in Inghilterra più vicino di tutti , non negli errori fortunatamente , gli troviamo Giovanni Constable . Nel Constable mette capo la tradizione paesistica inglese , discesa dal Rembrandt , l ' Hobbema e gli altri olandesi . Ma nel Constable in confronto al Wordsworth delle liriche più belle , c ' è un minor distacco dal particolare oggettivo ; e per quanto ogni suo quadro sia costruito potentemente , architettato con genio , si è a contatto di serie di elementi d ' una vita , individuale esuberante fra i quali la figura umana resta subordinata , un poco come nelle Stagioni del Thompson . Nei quadri del Constable , nella vita naturale entrano i segni delle opere dell ' uomo , i ponti , i molini , le barche , i solchi , i ripari : ma tutte queste cose diventate natura greggia , bruti oggetti , come i sassi , gli alberi , le foglie . L ' animazione , il consenso totale è più spesso ottenuto per mezzo della rappresentazione di veementi crisi atmosferiche : le fronde sotto il vento rovesciate rispecchian variamente come un giuoco di onde tutto il cielo : il disotto delle foglie splende bianco come le spume sulle attorte colonne glauche , e alla chiara pace d ' un ' acqua tra glabre foglie stillanti risponde lontano il brillar della luce , attraverso i nuvoli rossi , di fondo . all ' aria argentata dopo il rovescio . Nel Constable c ' è una maschia e sana dilettazione negli oggetti che nel Wordsworth maturo manca , e nel giovine Wordsworth degli Schizzi descrittivi e della Passeggiata serotina non è tanto tranquilla e disciplinata . E se usciamo d ' Inghilterra e pensiamo ad altri grandi paesisti contemporanei , il Corot ha un paese fantastico e musicale : paese da Claudio Gellée romantico , fatto per le danze delle ninfe , dei fauni , nei prati plumbei di rugiada sotto velature e penombre molli : paese per la gioia contemplativa di spiriti malinconici e sognanti , non per la vita dura e combattuta . Bisogna accostarsi risolutamente al Millet : nel Millet , insieme alla simpatia naturale , è la profonda simpatia umana : dall ' episodico , nel Millet come nel Wordsworth superiore , è estratta una sostanza poetica eterna : presentate le figure nella loro essenziale semplicità e nella corposità massima , immerse in una luminosità diffusa , come se la cupola del cielo fosse la cupola di un tempio che i riverberi del sole fonde per oscillazioni blande fino a una mistica penombra . Le creature , nel Millet come nel Wordsworth , hanno qualche cosa della solenne rudezza e pesantezza delle linee dei monti e degli orizzonti , sembrano statue scolpite nella materia stessa della natura , corpi impastati della massa terrestre e ancora in essa implicati ; aggravate dalla fatica del lavoro , legate alla terra da una mistica affezione per gli animali . Certo , non son molte le liriche del Wordsworth che si mantengono in questa energica purezza : Lucy Gray con l ' effetto solenne della distesa nevosa nella quale la piccola Lucia si è spersa ; V ' era un ragazzo e voi lo conosceste bene , o balze ; I tassi ; I mendicanti e Gli zingari , dove il carattere aneddotico è più calcato e l ' impressione meno schietta e resistente ; il poemetto Michele . In alcune , un paesaggio deserto , per la repente animazione d ' un ricordo , per la suggestione d ' un grido d ' uccello , si riempie di palpitazione cordiale , e la solitudine v ' inspira il senso opposto a quello della solitudine : il senso d ' una presenza . Come un ' acqua intorno a una statua limpida di vetro sommersa , l ' atmosfera circola fasciando un ' invisibile creatura . Son paesaggi vuoti nei quali è sospesa una ansietà acuta , come se la natura , al cenno della magia poetica , fosse divenuta il calco , l ' impronta negativa d ' un ' anima ormai esulata ; in ogni aspetto , in ogni fremito , in ogni accenno , vibrando una sostenuta evocazione umana . Nelle sequele ritmiche del breve ciclo per Lucia morta , alle quali è veramente fraterna la lirica Al cuculo ( Oh , giocondo nuovo venuto , etc . ) , sotto la volta aerea creata d ' incanto dal grido dell ' uccello primaverile , si esala perdutamente il senso di una felicità remota , e lo smarrimento della natura che rinnova è raggelato dal fantasma di una adolescenza che non tornerà più . .... Così il Wordsworth rivelò nella vita comune , piccola , una latente religiosità rimasta per secoli nascosta sotto il tritume delle dilettazioni idilliche . Un bifolco , una contadinella , diventavano per lui grandiosi come Giasone e Clitennestra ; egli sapeva che nelle loro anime semplici accadevano oscuri mutamenti , si levavano intuizioni repentine non meno cariche delle sorti del mondo di quelle che i vecchi poeti cantavano nei cicli mitici ed eroici . Nella coscienza fresca quasi foglia d ' erba d ' un bambino , leggeva segni misteriosi come di primitive cosmogonie . Il silenzio , l ' oscurità , l ' immobilità , il sentimento d ' un luogo particolare , come la astratta desolazione d ' una interminabile strada bianca ( Pater ) , la verde pace del grembo d ' una collina , il timbro solare dell ' ora , per lui diventavano una immediata sostanza musica , cui non restava che essere un poco rilevata d ' alcune parole di canto , come nel blocco di certe statue arcaiche sembra il lavoro della natura abbia dovuto appena esser sottolineato dalla mano dell ' uomo . Nessuno se non certi paesisti modernissimi trasferì la intima realtà della cosa , l ' essenza vitale della cosa nell ' arte così intatta mente . Nelle sue più belle poesie i suggerimenti mistici sono offerti attraverso un appello , una concentrazion sensuale . Egli fa diventar sublime una figura , comunicandole una sorta di perennità arborea , realizzandola come traverso l ' ignara staticità del minerale . Le influenze della natura tranquillizzano nella sua arte la coscienza umana e le dànno qualcosa della naturale placidezza , mentre essa offre alla natura qualcosa del suo pathos . Questa tranquillità , questa fiducia d ' abbandono , nel mondo romantico percosso di ansietà biblica , rischiarato di fuochi d ' incendio all ' orizzonte , e davanti al quale ci sentiamo ancora smarriti , ci fanno considerare le sue figure , e con esse il loro creatore , quasi d ' un ' intima natura superiore alla nostra . Il Berenson ha ricordato Wordsworth parlando di Piero dei Franceschi . E si potrebbero trasferire al Wordsworth , in accezione estetica , alcune frasi morali di Seneca nella quarantunesima a Lucilio . Soltanto il Keats nell ' Iperione ottenne effetti d ' altrettanta solennità , attraverso un distacco , una impersonalità non minori ; ma non per esprimere la fiducia , la pace degli uomini per l ' accordo dell ' anima con la natura , sibbene , con un ' ampiezza angosciosa di vibrazione musicale che fa pensare al Wagner nel principio dell ' atto terzo del Sigfrido e nel Crepuscolo , il dolore degli Dei decaduti ....