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Per il bene dello Zeffirelli ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
" Caro Fortebraccio , la Tv italiana ( rete 2 ) ha trasmesso la sera dell'8 gennaio scorso , in diretta da Vienna , la Carmen di Bizet . Nell ' intervallo il regista Franco Zeffirelli ha rilasciato una dichiarazione sulla vitalità dell ' opera lirica ai nostri giorni , che suonava pressappoco così : nell ' Europa occidentale la lirica non è molto seguita , mentre nei Paesi socialisti essa è tenuta in grande considerazione ed ha un vasto pubblico di affezionati . ' La circostanza forse si spiega col fatto che i regimi dell ' Est impediscono ai cittadini di parlare ma li lasciano cantare ' . Non ti sembra che Zeffirelli , elaborando ed esprimendo un pensiero così elevato e originale , abbia manifestato in maniera sublime la profondità della sua cultura e una sensibilità originale , soprattutto come ' uomo di teatro ' ? Tuo Valentino Bucci - Ancona " . Caro compagno Bucci , la domanda che io mi faccio , dopo aver letta la dichiarazione del signor Zeffirelli , è diversa dalla tua , e riguarda l ' impudenza , addirittura svergognata , di questo ganimede baciapile , regista da cioccolatini . Nessuno nega e può negare che la repressione del " dissenso dell ' Est " sia da condannare , e nessuno può , né deve , proibire anche a uno Zeffirelli di proclamarsene avverso . Ma è chiaro che egli parla da italiano , in funzione anticomunista italiana e , idealmente , si pronuncia da Roma , dove credo che viva . Orbene : proprio a Roma sono state ben sedici , finora , le vittime del terrorismo e in tutta Italia si lamentano morti ammazzati , rapimenti , rapine , ferimenti , agguati . La scuola è in sfacelo , gli ospedali non funzionano , i disoccupati raggiungono í due milioni e a Napoli muoiono decine di bambini , uccisi , prima ancora che dalla malattia , dalla miseria , dalla sporcizia e dall ' abbandono . Si sta ancora celebrando il processo per una strage terroristica avvenuta dieci anni fa , gli imputati fuggono e i responsabili veri sono sempre da trovare , mentre sappiamo tutti benissimo dove bisognerebbe andarli a prendere . Il signor Zeffirelli è uno dei maggiori corifei , tra i meglio pagati naturalmente ( perché su questo punto i classici del " dissenso " non mollano mai ) , di quella ganga di lor signori alla quale risale , diretta o indiretta , la responsabilità dello sfascio di questo Paese , che ha il triste primato del terrorismo , della violenza , dello sfruttamento , dell ' iniquità . E questo miserevole calligrafo , dall ' abisso che egli stesso ha aiutato a cavare , osa alzare la voce ( unicamente per colpire noi , comunisti italiani ) contro Paesi dai quali , del resto , la classe alla quale lo Zeffirelli degnamente appartiene avrebbe infinite cose da imparare : ordine , giustizia , operosità , possibilità , aperte a tutti , di elevazione morale e sociale . Il signor Zeffirelli è uno spudorato , caro compagno ; e io gli auguro , per il suo bene , che sia incapace di vergognarsi quanto meriterebbe la sua bassezza .
Ha scelto proprio il momento giusto ( Fortebraccio , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Ieri , sul suo " Geniale " , il nostro amico - avversario senza remissione Indro Montanelli ha , come si usa dire a Milano , " dato fuori " contro i comunisti . Gliene ha dato occasione la manifestazione svoltasi nel Duomo ambrosiano e nella piazza antistante per le esequie del giudice Alessandrini , una manifestazione che - ha scritto a guisa di premessa l ' incauto Montanelli - " ci ha commosso per la sua compostezza e solennità . La folla che vi era convenuta , vi era convenuta per qualcosa di profondamente sentito ; la sua partecipazione era autentica , autentici lo sdegno e la condanna che la ispiravano " . Ma subito dopo , con una svolta tipica dei nevrotici , il direttore del " Geniale " si fa travolgere da un furore insolito persino in lui , che ai furori anticomunisti si abbandona molto spesso , perché ha notato sul sagrato del Duomo " un maneggiare di bandiere e di striscioni rossi " , ciò che gli conferisce la certezza ( rabbiosissima ) che noi comunisti abbiamo voluto far passare il compianto giudice per uno dei nostri , consumando anche in questa occasione una " delle usurpazioni e delle confische " in cui siamo maestri . ( Usurpazione e confisca della Resistenza , della democrazia e persino dell ' antistalinismo . Montanelli non aggiunge , giustamente , la confisca delle sciocchezze , perché quella , come si vede , l ' abbiamo lasciata interamente a lui ) . Eppure il direttore del " Geniale " , come abbiamo riferito sopra , avevo cominciato col constatare che la cerimonia lo aveva addirittura commosso perla sua compostezza e per la sua spontaneità , entrambe autentiche . Che cosa significa questo ? Significa che ogni e qualsivoglia tentativo di strumentalizzazione , da parte nostra , può essere escluso che i comunisti , intervenendo alla manifestazione con bandiere e striscioni , hanno voluto , per così dire , doppiamente parteciparvi : e come singole persone e come membri delle loro organizzazioni , rappresentate appunto dai relativi simboli . Chi ha impedito agli altri , non comunisti , di fare altrettanto dal canto loro ? I colpa dei comunisti se Montanelli non ha notato l ' altro ieri in piazza del Duomo anche bandiere e striscioni bianchi , verdi , gialli , e garofani ed edere e rose ? Il direttore del " Geniale " conclude la sua scenata con un durissimo : " basta " . Ma basta che cosa , bello mio ? Basta ai comunisti che si presentano con le loro facce , le loro bandiere e la loro democrazia di gente pulita , tutte cose che non gli invidierete mai abbastanza ? Caro Montanelli , lei non è soltanto un matto , com ' è chiaro , è anche un tempista , perché se c ' era un momento per dirci " basta " è proprio quello che lei ha scelto . Si figuri , direttore amatissimo , che , democraticamente s ' intende , abbiamo cominciato a comparire sempre più spesso , proprio adesso , con bandiere grandi come piazza della Repubblica e con striscioni lunghi come corso Cicchitto , già Lenin .
Non siamo gentili ( Fortebraccio , 1977 )
StampaQuotidiana ,
Secondo noi , ha avuto ragione « Il Popolo » ieri , che si è preoccupato , a proposito delle mille voci che corrono sulla evasione del Celio , di farne anche , se non principalmente , una questione di buona creanza . « Proprio per questo » ha scritto tra l ' altro il giornale democristiano in un suo corsivo editoriale « troviamo non solo di pessimo gusto , ma anche moralmente e politicamente immotivata e irresponsabile la campagna scandalistica che da alcune parti si cerca di montare sul "caso"...» Sì , veramente , non siamo gentili . Ci sono laggiù , che ancora non riposano , 335 patrioti massacrati alle Fosse Ardeatine da un assassino più che spietato , disumano , che ora è fuggito sotto gli occhi complici ( sì , complici , non disattenti o inesperti ) di chi doveva sorvegliarlo in basso e in alto ( soprattutto in alto ) , e noi commettiamo la scortesia - come ci rimprovera « Il Popolo » - di voler conoscere la verità tutta quanta sul « caso » , come lo chiama finemente lui ; e siamo così volgari da raccogliere anche i pettegolezzi , se possono servire in qualche modo a illuminarci contro chi vuole deliberatamente , consapevolmente , tenerci al buio . Per esempio : si è letto ieri che non tutti i pareri concordano sulla diagnosi disastrosa pronunciata a suo tempo dai medici sulle condizioni del prigioniero . Non accusiamo nessuno , non siamo in grado di farlo . Ma abbiamo il diritto di porre una domanda : ci si preoccupò di sapere come la pensavano anche in politica questi clinici ? Viviamo in un Paese dove migliaia di parroci e di padroni hanno per anni schedato ( e forse tuttora schedano ) operai e fedeli , prima di ammetterli al torchio o in chiesa . E non parliamo dei cosiddetti servizi segreti . Si è pensato di assicurarsi che medici , assistenti , sorveglianti di Kappler non fossero per caso , bravura a parte , fascisti ? Un Terracini , un Pertini ci avrebbero sicuramente pensato . Guardateli in faccia , si vede subito . Ma guardate in faccia Lattanzio : vi pare che costui abbia una faccia da antinazista o anche soltanto da antifascista ? Per la sua età , direte , non ha potuto esserlo . Ma ai vent ' anni del fascismo sono seguiti questi trent ' anni , in cui un uomo di governo avrebbe avuto il dovere di diventarlo . Invece eccolo lì , Lattanzio , a , comportarsi come avete visto e sentito in questi giorni . E un uomo di pezza . E non usiamo un ' altra parola che ci starebbe meglio , perché « Il Popolo » ci invita al buon gusto e perché noi stessi , del resto , teniamo a praticarlo . Ma ci soffriamo molto .
Lor signori vanno sempre in paradiso ( Fortebraccio , 1981 )
StampaQuotidiana ,
I giornali di ieri hanno riferito che , contrariamente ai timori espressi unanimemente dagli ambienti laici e democratici , e dalla stampa che ne è portavoce , il papa è intervenuto al Palasport di Roma alla festa dei Focolari ( come era in programma ) e vi ha parlato da quel sacerdote che è - e che non dovrebbe mai cessare di essere - pronunciandovi un discorso « tutto religioso » , come lo ha definito « Il Messaggero » . Non stiamo a chiederci ( ciò che potrebbe apparire inutilmente puntiglioso ) se questo sia avvenuto in seguito alla generale sollevazione provocata dagli ultimi interventi del pontefice a Sotto il Monte e a Bergamo , veri e propri comizi . Limitiamoci a constatare che domenica al Palasport il papa ha fatto il papa e non il propagandista elettorale : gliene diamo atto volentieri e ci auguriamo - e gli auguriamo - che continui così . Ma non c ' è soltanto Giovanni Paolo II . Ci sono anche tanti altri preti di vario grado che si occupano dell ' ormai prossimo referendum sull ' aborto e noi ci accontenteremo - per oggi - di citare uno dei maggiori tra essi e forse il più noto : quel cardinale Giuseppe Siri , arcivescovo di Genova , che ha già scritto per tutte le chiese della sua Diocesi un appello da leggersi domenica 10 ( a una settimana dal voto ) , al confronto col quale i passati e tanto deplorati interventi del papa sembrano lievi e languide allusioni , platonici incitamenti e carezzevoli accenni , tali da farci ricordare quei trepidi versi di Di Giacomo , che parevano sparire come in un soffio : « Nu pianefforte e ' notte sona luntanamente ... » . Qui c ' è ben altro . Qui Siri « ordina » come si deve votare e ne indica addirittura il modo con smaccata anzi sfrontata violazione della legge elettorale . C ' è qualcuno che ha fatto notare all ' arcivescovo di Genova che questo è un vero e proprio reato e che gli ha ingiunto di ritirare la sua lettera ? Ma in fondo il cardinale Siri dà un colore di classe ( noi lo sospettavamo fondatamente ) alla campagna del Movimento per la vita che pure conta anche chi vi aderisce con sincerità di cuore e con disinteresse . Ma Siri è colui che una volta , parlando a ricchi signori , disse : « Homo sine pecunia , imago mortis » , l ' uomo senza soldi è l ' immagine della morte . Questo « sì » alla cancellazione della legge 194 piace a coloro che hanno denari , che possono pagarsi i cucchiai d ' oro . Forse il cardinale Siri dice tra sé : « Femina ( o mulier ) cum pecunia , imago vitae » , perché gli piace un mondo nel quale i ricchi comandino . Anche peccando , ma Iddio è misericordioso ; e poi ci sono dei cardinali per i quali i conti correnti valgono anche lassù .
Per la foto non si preoccupi ( Fortebraccio , 1982 )
StampaQuotidiana ,
Noi crediamo nella vita ultraterrena - e se qualche compagno arriccia il naso , si rilegga , per favore , l ' art. 2 del nostro statuto - e crediamo anche che , giunti che saremo lassù , il Padreterno ci sottoporrà a un processo perché gli confermiamo personalmente come ci siamo comportati in vita . Lo speriamo , anzi , perché abbiamo nella manica una carta sicuramente vincente . Gli diremo , infatti , che quando eravamo vivi abbiamo letto tutti gli scritti dell ' ing. Ronchey , anche adesso che , da qualche tempo , compaiono su " la Repubblica " senza quella sua foto che bastava da sola a renderli così leggeri e lieti . Udita questa nostra confessione il Signore - non senza commiserarci - sentenzierà che ci spetta il paradiso , il quale deve essere noiosissimo , col solo vantaggio - se c ' è una giustizia - che non vi incontreremo mai l ' arcivescovo Marcinkus . Iddio che è ( non ci stancheremo mai di dirlo ) filocomunista , ha sempre mandato all ' inferno i banchieri e predilige i metalmeccanici , anche se costoro non lo sanno . Ogni tanto però - raramente , si capisce - la nostra pazienza viene premiata e ciò accade quando l ' ing. Ronchey ( il quale , solitamente , scrive lo stesso articolo , sicuro com ' è che nessuno ha mai letto i precedenti ) viene folgorato da una idea come è accaduto nel suo scritto , su " la Repubblica " di ieri , dove a un certo punto ( verso la fine : le cose bisogna meritarsele ) dice che Spadolini è un " esausto mediatore " . Ecco una buona definizione e probabilmente il presidente del Consiglio è effettivamente un " esausto mediatore " , ma riuscite a immaginare uno Spadolini attorniato da ministri che andassero d ' accordo e che non avessero più bisogno di mediatori o , se preferite , di pacieri ? Come arriverebbe a sera , quel poveretto ? La nostra ( personale , s ' intende ) convinzione è che il sen. Spadolini quando compie una mediazione è sorretto da questa sola speranza : che si tratti di una mediazione effimera , in modo che il giorno dopo o magari addirittura qualche ora dopo sia chiamato a comporre un nuovo dissidio , così ha da lavorare , l ' odio essendo , come dice il proverbio , il padre del pentapartito . Ora aspettiamo il nuovo articolo dell ' Ingegnere su " la Repubblica " . Ne scrive uno la settimana e sono sempre così spontanei , così sorgivi , così di getto che sembrano partoriti tutti col taglio cesareo . Ma se , come ci permettiamo di suggerirgli , manda quello di un anno fa , che non ricordiamo più se fosse dedicato alla vita degli insetti o alla situazione dei partiti , nessuno se ne accorgerà . Per la foto non si preoccupi , Ingegnere . Ne abbiamo già una appesa al muro tra quelle di Marilyn Monroe e di Cary Grant .
Il primo incontro di quei due ( Fortebraccio , 1982 )
StampaQuotidiana ,
Mercoledì abbiamo scritto il nostro solito corsivo comparso ieri dedicato al segretario del PSDI , on. Pietro Longo , rientrato dalla Cina , dopo aver visto che " L ' Umanità " , organo del partito socialdemocratico , non recava l ' intervista a Longo , promessaci da un anonimo collega che , curioso di " conoscere i particolari dell ' interessantissimo viaggio " , non se la sentiva di " disturbare " il suo supremo dirigente e si proponeva di interrogarlo più tardi . Ma neanche ieri l ' intervista è apparsa e poiché nel PSDI c ' è una " talpa " , noi ora siamo in grado di affermare che Longo in Cina non c ' è mai stato e che lunedì , passando per Fiumicino , arrivava da Grottaferrata . Temperamento intrepido , viaggiatore instancabile , non è la prima volta che Pietro Longo si allontanava per luoghi lontani : al suo partito ricordano ancora quella volta , molti anni fa , che andò fino a Genzano , dove del resto nessuno lo vide . Rientrato col favore della notte , si rimise subito al " suo tavolo di lavoro " , presso la sede del PSDI , rimanendovi per ben due giorni intento a sbrigare pratiche urgenti , tanto è vero che dall ' anticamera giungeva il suono sibilante di un ininterrotto russare . Segno inconfondibile , per i suoi intimi , che il segretario pensa , il letargo essendo del tutto simile , nei socialdemocratici , alla attività . L ' altro ieri , infatti , " L ' Umanità " recava in prima pagina , con grande rilievo , questa notizia : " Cooperatori del PSDI - domani da Longo " , lasciando intendere che tutti insieme avrebbero fatto una bella dormita e ieri , sempre il medesimo quotidiano e sempre inquadrato , in prima pagina , portava questo titolo : " Problemi della Sardegna - all ' attenzione di Longo " , il che ci conferma che la cosa è come immaginavamo rilevante e memorabile , essendo difficilissimo ottenere che il massimo esponente socialdemocratico ( escluso il sen. Saragat che fa la regina madre ) abbandoni anche per brevi istanti i suoi studi prediletti , consistenti nella lettura delle annate della " Settimana enigmistica " . Speriamo che abbiate notato che l ' organo del PSDI , conscio dell ' importanza storica dell ' evento , ha pubblicato la foto dello " scambio di vedute " tra Longo e Puletti , da non confondersi col loro primo incontro , che avvenne parecchi anni or sono a Frascati . C ' era lì Ruggero Puletti al caffè e si gingillava con un cucchiaino , ciò che mise in sospetto il segretario del PSDI sulla natura spontaneamente socialdemocratica dello sconosciuto . Ma per essere più sicuro Pietro Longo gli chiese : " Lei che cosa fa ? " " Niente " , rispose l ' altro senza esitare . Allora fu chiaro che un vice segretario così i socialdemocratici non lo avrebbero trovato mai più .
Succede nella buona borghesia ( Fortebraccio , 1982 )
StampaQuotidiana ,
La signora Ada Manzi ci scrive una lettera da Milano e non aggiunge né il suo indirizzo né altre indicazioni che ci permettano di individuarla con precisione . Ma non importa , ciò che conta essendo il contenuto della sua missiva con la quale ci rimprovera in termini sostanzialmente cortesi ma vivaci di dire " sempre male " dei diplomatici italiani , come se l ' essere " in carriera " ( la signora Manzi deve sapere bene che così si esprimono i francesi , i quali chiamano , se non sbagliamo , la professione diplomatica per antonomasia " la carrière " ) non fosse una " ambita distinzione " che merita " un particolare rispetto " . E la lettera termina curiosamente così : " Credo che per una ragazza della buona borghesia sarebbe un piacere e un onore sposare un promettente diplomatico " . Gentile signora , ci consenta di dividere questa nostra risposta in due parti : una seria e una scherzosa . Cominciamo dalla seria . Ciò che vale e quale autonomia abbia la diplomazia italiana attuale ( ci riferiamo , naturalmente , ai suoi supremi responsabili ) lo si vede ogni giorno e ogni giorno , si può dire , lo ha segnalato il PCI e , su questo giornale , il nostro condirettore Ledda , con gran copia di argomenti e con singolare bravura . Non avremmo dunque bisogno di aggiungere da parte nostra una sola parola , se non fosse per notare che il nostro ministro degli Esteri lo abbiamo e solo visto sorridere . Ma quando fa il cattivo quello lì ? E quando è che gli viene in mente che sarebbe pur bello prendere una posizione coraggiosa , per primo , invece di dire " sì " o " no " ( sempre sorridendo ) solo quando gli altri lo hanno già detto da giorni o addirittura da settimane ? Ma si limiti soltanto a considerare la questione del gasdotto siberiano , la cui installazione , a detta di tutti , è nell ' interesse del nostro Paese . Ebbene , sono già quattro volte ( se non sbagliamo , per difetto , i conti ) che ci prendiamo una " pausa di riflessione " . Abbiamo un governo di pensatori o di politici ? E lei se lo figura Kant che si prendeva le " pause di riflessione " ? E durante le " pause " che faceva , ronfava ? E ora ci lasci dire , cara gentile Signora , che ci ha fatto ridere la storia della ragazza della " buona borghesia " per la quale sarebbe un " onore " sposare un diplomatico . Sa perché abbiamo riso ? Perché proprio recentemente un amico ci raccontava che i genitori , alti borghesi , di una giovane ragazza hanno ( vittoriosamente ) osteggiato il matrimonio della figlia con un giovane diplomatico , sostenendo che si sposta troppo spesso e che bisogna ogni volta tirarsi dietro l ' argenteria . Ecco come può naufragare un grande amore tra i " buoni borghesi " . Dica lei : non è meglio stare con i metalmeccanici ?
Il solo ( Fortebraccio , 1972 )
StampaQuotidiana ,
Se i nostri lettori ci consentono una annotazione strettamente personale , diremo che la rinuncia di Raffaele Mattioli alla presidenza della Banca Commerciale ci ha fatto piacere , perché la sua presenza - e quale presenza - nel mondo della finanza e degli affari ci ha sempre procurato perplessità e imbarazzi non lievi . Ogni volta che affrontavamo lor signori ( e ci è accaduto spessissimo ) , giudicandoli rozzi e rapaci , insensibili e gretti , un nome si affacciava a disturbare , per così dire , la facile globalità della nostra diagnosi : « E Mattioli ? » . Potevamo non tener conto di quest ' uomo e confonderlo grossolanamente nel mucchio ? Adesso lor signori hanno perduto il loro alibi più scintillante , la loro irripetibile eccezione . Basta che poniate mente a quello che molti giornali hanno chiamato domenica il « cambio della guardia » alla COMIT . Escono con Mattioli la cultura e l ' ironia , entrano con Stammati la burocrazia e l ' ossequio . Alle lettere subentrano le circolari . Lor signori perdono un discendente di Voltaire e acquistano un parente di Oronzo E . Marginati . Mandando al posto del presidente che esce questo suo successore insignificante e smorto come la pagina di un registro , la DC , e per essa il ministro Colombo , compie un altro passo verso quell ' arretramento a destra che è , prima ancora che una operazione politica , una scelta culturale . Il ministro del Tesoro si è finalmente liberato di un uomo come Mattioli , che mentalmente , quando lo guardava , gli faceva spallucce , e ha mandato al suo posto un funzionario per il quale , se esistesse lui solo , la parola « fantasia » potrebbe scomparire dai dizionari , e nel cui orizzonte poetico i soli uccellini che volano sono quelli che per innumerevoli anni ha segnato veloce con la matita accanto alle cifre che « spuntava » con meticolosa inutilità . Abbiamo letto domenica molte prose apologetiche dedicate a Raffaele Mattioli , ma nessuna gli ha riconosciuto un merito che ci sembra specialmente invidiabile : egli è il solo italiano vivente che l ' on. La Malfa , sgridatore interplanetario , non abbia mai osato sgridare . Eppure Mattioli , per lunghi anni , si è scaldato La Malfa in seno , ma non appena si è accorto che era giunto a cottura , lo ha mandato a sfogarsi tra noi . Ecco un capolavoro ironico di Raffaele Mattioli . Gli auguriamo di seguitare a goderselo per moltissimi anni .
Si continua? ( Fortebraccio , 1975 )
StampaQuotidiana ,
Consentiteci di iniziare questa nota con un avvertimento personale : a poche ore , si può dire , dalla caduta del senatore Fanfani noi ci sentiamo sfiniti come una puerpera . Che doglie , che fatica . Ma adesso che il segretario della DC se ne è andato , ci permetta di dirgli , senza il benché minimo malanimo ( glielo assicuriamo sinceramente ) che il suo insuccesso dipende principalmente dalla sua ostinazione nel voler fare un mestiere al quale è negato : quello della politica . Il senatore Fanfani , perché non riconoscerlo ? , di politica non se ne intende proprio . Non sente il tempo , non fiuta l ' aria , non vede le ombre , non avverte i cigolii , e , ciò che è ancor più grave in queste condizioni , si alza presto . Stesse a letto a lungo , potrebbe sempre dire : « Sapete , dormivo ... » . Invece era già in piedi prima dell ' alba e non s ' è accorto di nulla . È proprio che gli manca la vocazione . Questa prima parte del Consiglio democristiano , che è in più volumi come i romanzi di Dumas , ci ha offerto due occasioni : la prima , di constatare che con tutto ciò che se ne è detto , Fanfani non è il peggiore tra i suoi . Per quanto sembri incredibile , nella dirigenza DC c ' è di peggio . La seconda , di consolarci pensando che il senatore Fanfani ha sempre la risorsa della pittura , alla quale la politica indebitamente lo sottraeva . Egli è uno dei rarissimi democristiani , se non l ' unico , per il quale , dopo la caduta , non si pone la domanda che è diventata ormai un motto del partito di maggioranza : « E adesso dove lo mettiamo ? » . Pensate che persino l ' on. Emilio Colombo , caduto da presidente del Consiglio , pur di farlo qualche cosa lo hanno rifatto ministro del Tesoro , una cosa che lo riguarda come alla Fracci il sollevamento pesi . Il senatore , dunque , se vuol darci retta , si rimetta a fare il pittore , ma scelga la pittura figurativa . Ci piacerebbe che il suo geniale pennello ci donasse Il Butini desnudo , o una Natura morta con Pasquarelli o un Cresci e il lecca - lecca , ma intanto che il senatore dipinge nella pace di Camaldoli dove si è più vicini a Dio ( anche quella di Dio è una posizione non priva di inconvenienti ) , noi vorremmo ripetere qui , per le maggiori compagnie di assicurazione , la proposta che abbiamo già formulato per un giornale milanese : la creazione di una « Polizza Fanfani » , contro i rischi del ritorno del senatore . Con ciò non pretendiamo di essere fuori da ogni pericolo , dal momento che pare venuto il momento dei dorotei , e tutti sanno che ce n ' è qualcuno tra loro sospettato , fortunatamente soltanto sospettato , di avere l ' hobby della fiamma ossidrica .
Ha capito tutto ( Fortebraccio , 1977 )
StampaQuotidiana ,
Gentile Fortebraccio ( mi accorgo che la definizione « gentile » forse le è poco confacente , e allora coraggio : Simpatico Fortebraccio ) , seguo saltuariamente i suoi corsivi ( ? ) ... corrosivi e pur non condividendo le sue posizioni ideologiche mi ci diverto perché lei è spiritoso e spesso coglie nel segno . Ultimamente mi è capitato di passare alcuni giorni a Civitavecchia dove sono stata trascinata a una conferenza al Circolo della Scuola di Guerra . Oratore , una delle sue preferite ... vittime : Indro Montanelli , il quale - mi perdoni - gode della mia simpatia non meno di lei , se pure per altri motivi . Durante il dibattito che ha seguito la conferenza animatissima sul tema : « La stampa italiana » , gli è stato chiesto un parere su Fortebraccio che non gli lesina attacchi quasi quotidiani . Ha risposto : « Preferisco tacere . Fortebraccio era un mio caro amico trent ' anni fa . Io non riesco a dimenticarlo . Lui sì » . Bene , simpatico Fortebraccio , non le sembra che il suo amico - nemico abbia segnato almeno in questa circostanza un punto a proprio favore ? Sua XY - Milano . Gentile Signora ( credo che a lei si addica proprio l ' aggettivo « gentile » e glielo dedico volentieri . Aggiungo , visto che ho aperto questa parentesi , che ho tolto dalla sua lettera due o tre riferimenti che potevano farla riconoscere , per il caso che lei tenga all ' anonimato . Ho poi saltato le ultime righe che possono non interessare i lettori : mi limiterò a dire che ricambio la sua cortesia e che spero si avveri il suo proposito ) . E ora veniamo a Indro Montanelli . Io , che lo conosco bene , lo so capace di gesti , come questo , generosi e subitanei . Ne ha compiuto un altro nei miei confronti , molti anni fa , a riparazione di una sua indiscrezione che avrebbe potuto nuocermi . È questa una delle ragioni ( non la sola né la più grave ) per cui lo detesto di più . ( Non ho detto lo odio e perché non lo odio e perché , del resto , io non odio nessuno . ) Lo detesto perché è un epilettico della morale . Gli vengono degli attacchi di perbenismo e vi soccombe , ma non ha una passione salda , ferma , sicura e costante , alla quale , come mi sforzo di fare io , a un certo punto decida di sacrificare tutto il resto , comprese le simpatie e le amicizie . È di una fragilità psichica morbosa , se fosse un umore ne sarebbe sempre sudaticcio . Ed è da questa fragilità che gli viene una attitudine non rara in certi cinici sfiniti : quella di subire le influenze più degradanti e di restare loro fedeli con ostinato accanimento , reso sempre più rabbioso , quanto più gli appare evidente che sono abiette e quanto più s ' accresce la disistima che nutrono verso chi li ha contagiati . Veda , cara Signora , l ' anticomunismo di Montanelli , e noti come esso si appiglia di preferenza ai fatti minuti , agli episodi marginali , rifuggendo quasi sempre dal peso delle questioni ideologiche , sulle quali ogni opinione è ammissibile , anche se non condivisa . E sì che il nostro uomo è dotato di ingegno e di bravura indiscutibili . Come accade dunque che Montanelli senta sempre il bisogno di presentare i comunisti piuttosto come spregevoli che come erranti e preferisca suscitare nei loro confronti di preferenza il disprezzo invece che il dissenso ? Accade per effetto delle persone che si ritrova intorno e che lo influenzano : le persone più ottuse che si possano immaginare , intese unicamente alla difesa cieca del loro benessere e alla conservazione dei loro privilegi . Io sono persuaso che Indro Montanelli , personalmente , non è venale e non è « affittabile » . Ma lo impressiona il lusso , lo convince la continuità , lo abbagliano i luccichii . Circondato da gente per la quale nutre un profondo risentimento intellettuale e morale , se ne fa portavoce con una specie di voluttà distruggitrice , pago di sentirsi loro indispensabile e legato a loro da una sola gratitudine : quella che gli viene dall ' occasione che essi gli offrono di vendicarsi . Perché Indro Montanelli , che nella sua professione è sicuramente un vittorioso , nella sua vita è un vinto . A un certo momento nessuno ha più avuto bisogno di lui . In fondo io , che lo attacco così spesso , sono quello che gli vuole più bene . Ma i comunisti , tutti gli altri comunisti , tranne me che gli resto affezionato , non se ne curano . Al « Corriere » i giovani lo hanno schiacciato . In politica gli sono rimasti De Carolis e Vittorino Colombo : frittura . Ha con sé la conservazione , dalla quale deve farsi capire . Ma lei , Signora , la conosce la conservazione milanese e ha una idea di ciò che voglia dire renderlesi intelligibili ? Significa avere a che fare con un mondo popolato di cretine e cretini supremi ai quali bisogna parlare semplice ed elementare come a dei deficienti . Nessun ragionamento li colpisce ma solo delle immagini . Essi preferirebbero , se fosse il caso , delle cartoline o degli ideogrammi . Così bisogna dire loro che i comunisti sono brutti , cattivi , malfidi , traditori , feroci , e che odiano la libertà . Ma non la libertà quella vera , quella per la quale si sono battuti i partigiani e al cui ripristino lo stesso Montanelli ha dato mano , quando non era ancora sfatto , ma la libertà di fare un bridge , di andare a Saint Moritz , di portare con sé i soldi che gli pare . La libertà di seguitare a essere ricchi e di continuare a godere . La vecchia e squisita signora Conti , quando io ero ancora democristiano , mi domandò una volta dolcemente : « Ma perché non fate una legge che sopprima le Camere del Lavoro ? » . E una sua amica , ancora più squisita di lei , disse : « Ah sì . Che barba » . Questa è la gente che Montanelli seguita a vedere , avendo , dentro di sé , capito tutto . Perché questo , cara Signora , è il punto : che Indro Montanelli ha capito tutto e vive in uno stato di dispettosa e furiosa malafede . Egli sa benissimo che quanto vi è di pulito in Italia va ricercato tra coloro che ancora non contano , o non contano abbastanza : lavoratori , impiegati , insegnanti , gente dei ceti minori , ma fa un giornale in cui lor signori si ritrovano come nei loro vestiti tagliati su misura . Quando era al « Corriere » , al « suo " Corriere " » , Montanelli , sentendosi bene installato nella cittadella della conservazione , si permetteva dei lussi che ora scrupolosamente si vieta : scriveva persino male dei ricchi , dei padroni , dei potenti ( a sfuriate , naturalmente , e mai conseguentemente ) , ma i bersagliati occasionali lo amavano ugualmente perché i signori sentono gli amici a naso , come i cani quando annusano i pantaloni dei nuovi venuti , e non hanno mai smesso , neppure per un istante , di considerare Montanelli legato alla loro causa infame . Lui lo sa e ne è infelice ( io ne sono convinto ) , ma è uno di quelli che più si convincono dell ' errore in cui versano , più vi si immergono . Questo famoso « bastian contrario » è in realtà il più inguaribile conformista che io conosca : egli sa benissimo che i comunisti sono i soli che saprebbero lavorare sul serio e pulitamente all ' edificazione di un mondo nuovo , non privo di pecche , naturalmente , ma nuovo , e questo lo fa inorridire e gli fa paura , perché Montanelli , magro com ' è , in realtà è una pianta grassa : fiorisce nell ' aria viziata . Concludo , gentile Signora . Io attacco ogni volta che mi capita Indro Montanelli con una asprezza che credo di poter definire insolita , perché sono convinto che egli sappia meglio di tutti noi come con e dietro le sinistre ( comunisti in testa ) ci sia la gente migliore , più chiara , più seria , più onesta , più degna d ' Italia , ed egli non vuole perdonarglielo . Nevrastenia e malanimo gli impediscono di riconoscere una verità , da cui si sente ferito come da un ininterrotto rimprovero . Lo aggredisco per la sua consapevolezza , insomma ; e sospetto che vi sia , sotto il mio accanimento , più amicizia da parte mia verso di lui , di quanta egli non ne conservi verso di me .