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La fortuna di Barreto ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Per dare un ' idea di quanto poco durino le emozioni del popolo romano , Ennio Flaiano scrisse due anni or sono un divertente articolo nel quale raccontava quel che sarebbe capitato a un marziano qualora fosse piovuto nella capitale . Dopo un po ' d ' interesse iniziale , il turista con un occhio solo e due nasi sarebbe diventato uno dei tanti « cispadani » che si aggirano fra piazza di Spagna e il Colosseo . I pizzardoni gli avrebbero stancamente indicato la strada e in capo a poche ore un fotoreporter gli avrebbe strillato : « A marzià ! te voi levà de mezzo ? ' un lo vedi che devo fotografa ' a Loren ? » È una parabola che contiene tutto intero il carattere di questo agglomerato umano , stratificatosi nei secoli , nella cui memoria biologica c ' è già tutto : glorie , decadenze , scandali , vittorie , sconfitte , trionfi e cadute grottesche , in un paesaggio dominato da montagne di spaghetti alla carbonara e attraversato da fiumi di vino bianco . Essere notati , a Roma , per più di una settimana , è praticamente impossibile . Vi è riuscito il cantante sudamericano Marino Barreto jr. ( detto Barrito ) , che da qualche settimana intrattiene i frequentatori di un locale di via Frattina . Questo artista ha conquistato una folla di ammiratori , specialmente fra i giovani della grossa borghesia , interpretando canzoni alla moda con voce inconfondibile , uniforme , lamentosa , paragonabile a quella di certi posteggiatori ciechi che rattristano le periferie domenicali . A Roma , in questi giorni , è il numero 1 della vita notturna e il suo successo non accenna a impallidire . È paragonabile soltanto a quello che ebbe Bruno Quirinetta fra il '44 e il '48 . In più , Barreto riceve ogni giorno lettere vibranti di passione , inviti piccanti . Una giovane e bella signora gli ha addirittura proposto di fuggire insieme . Chissà perché , in Egitto .
La Volpini, Tofanelli e Garibaldi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Mercoledì sera , nei saloni interni dell ' Excelsior di Roma , Flora Volpini ha organizzato il suo secondo « Incontro con l ' autore » . Il primo , tempo fa , vide al centro della serata Giovanni Artieri ; questo ha onorato , in mezzo a circa 200 commensali in abito da sera , Arturo Tofanelli e il suo libro L ' uomo d ' oro . Per l ' occasione , lo chef dell ' hotel , il bolognese Anselmo Savini , detto « er pataccaro » per le infinite decorazioni e onorificenze ricevute da ogni nazione , ha studiato un menu intonato alla produzione letteraria di Tofanelli : cannelloni « impossibilità di vivere » , a base di crema , gruviera e profumo di funghi secchi ; manzo alla « cielo di Nuova York » , brasato con chianti e funghi ; legumi « lettere al direttore » , zucchini piccoli al parmigiano , carotine tenere , crocchette di fonduta ; dolce « l ' uomo d ' oro » , preparato con mirabile abilità dal giovanissimo pasticcere Giorgio Garboli , e riproducente in pasta di mandorla , fino ai minimi particolari , il libro pubblicato da Mondadori . Il vino di Montepulciano è stato ribattezzato « il fiume rosso » , titolo di un ' opera che Tofanelli diede alle stampe nel 1938 . In fine di serata , hanno parlato Giancarlo Vigorelli , Paolo Monelli e Flora Volpini . Costei , applauditissima , si è rivolta in modo particolare al generale Ezio Garibaldi , dicendogli fra l ' altro : « Ho visto che lei si presenta candidato alle elezioni nella lista monarchica . Ciò mi rattrista . Avrei di gran lunga preferito , dato il suo cognome , saperla fra i repubblicani . No , è inutile che mi guardi così : non ho partecipato allo sbarco dei Mille . Ma non posso dimenticare che dopo la difesa di Roma , Garibaldi fuggiasco passò una notte nella nostra villa di famiglia a Cisterna , assieme ad Anita depressa » . Una rondine marina ha battuto la settimana scorsa il record mondiale di volo , categoria uccelli leggeri . Liberata in Groenlandia , è stata catturata nel Natal ( Africa del Nord ) : 18.600 chilometri in 4 mesi .
Maurizio è triste ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Il locale notturno che un tempo fu « Victor » , in via Emilia , parallela di via Veneto , oggi è « Oliviero » . Resta comunque il night più animato di Roma . Come tutti i ritrovi di una certa classe , può contare su alcune decine di clienti fissi . Fra costoro , vi è un giovanotto bruno , dalle spalle larghe , vestito di blu , che balla poco , nonostante lunghe occhiate femminili lo incoraggino da ogni angolo della sala . Preferisce , a una cert ' ora , accostarsi al microfono dell ' orchestra e cantare una canzone : sempre la stessa , patetica , con improvvise variazioni ironiche . Così , fra qualche vodka e prolungati silenzi , aspetta l ' alba uno degli attori cinematografici più apprezzati dell ' ultima leva . Maurizio Di Lorenzo , in arte Maurizio Arena . Ha 24 anni e finora ha girato 26 film . Assieme al fortemarmino Renato Salvatori , si conquistò le simpatie del grande pubblico in Poveri ma belli . In Cocco di mamma , dove interpreta la parte di un pugilatore dilettante , categoria mediomassimi , volle sostenere un combattimento vero e proprio , anziché ripiegare su una controfigura o ricorrere a effetti di montaggio . Ne uscì con un labbro spaccato e un occhio nero , ma soddisfatto . Arena è ben quotato alla volubile borsa dei noleggi cinematografici . Il suo nome nel cast vale in partenza diverse decine di milioni . Con tutto ciò , il giovanotto , che proviene da uno dei quartieri più popolari di Roma , non è felice . Sente che la sua fortuna , tardiva rispetto al massimo splendore del nostro cinema , poggia su basi fragili ed equivoche . Ha capito che fare l ' attore , specialmente in Italia , è un ' avventura che può costare ogni intima felicità . Nella penombra del night - club , dopo un sorso di liquore , mi dice : « Ce credi ? Ho voja de tornammene a fa er muratore , con la carcina in spalla . È mejo fa un po ' de fame , che sentisse soli . Certe sere , me pare d ' esse un manifesto attaccato a un muro de periferia » .
Niente da fare ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 6 maggio . San Silvestro , poste centrali , ore 11.30 . Reparto vaglia telegrafici . Folla . Davanti a uno degli sportelli dove s ' incassa , un grosso signore strabuzza gli occhi e si asciuga il sudore . L ' impiegato , sottile , occhialuto , in grembiule nero , il cranio calvo velato da pochi capelli incollati di traverso , scruta attentamente due vaglia . Li gira e rigira . Manca solo che li guardi di taglio . Poi scuote appena la testa e dice : « Tutto regolare . Se la somma fosse minore , forse la carta di identità basterebbe . Ma per 370 mila lire , bisogna che qualcuno da noi ben conosciuto la conosca . Mi dispiace » . Il signore apre la bocca per dire qualcosa . La richiude e rotea gli occhi come un basilisco in amore . Inghiotte . Ritira attraverso lo sportello i suoi vaglia , li agita come per farsi fresco , li sbircia . Finalmente , con accento spiccatamente veneto , dice : « Ma chi volete , anime del paradiso , che io conosca , qui a Roma , e per di più che voi ben conosciate ? ? ? Ho qualche conoscenza : ma come faccio a sapere , santa pace , se quelli che conosco io conoscono anche voi , e bene per di più ! E poi , perché , pace del cuore benedetto , la carta d ' identità non basta ? ? ? Perché allora , vita cara , si chiama carta d ' identità , se non serve a identificare quando bisogna ? Su , da bravi : datemi questa moneta , che devo versarla per un affare urgente » , « Dolente » , fa l ' impiegato , allargando le mani bianche come gesso , « ma proprio non si può . Se fossero cinquanta , anche centomila lire , si potrebbe vedere . Ma qui , caro signore , si tratta di quasi mezzo milione ! Mica si scherza . Chi se la prende la responsabilità ! Il regolamento parla chiaro . In ogni caso , ci orrebbe la tessera di riconoscimento postale , o perlomeno il passaporto debitamente rinnovato . Ne è in possesso ? » Il signore , con voce fievole , confessa di non possedere né l ' una né l ' altro . Poi , illuminandosi , dice : « Ora che mi ricordo ! Uno che mi conosce , qui alle poste , ce l ' avrei . Il ragionier Bortoli Enrico , mio compaesano , che dev ' essere ai pacchi . Si potrebbe chiamare ? » L ' impiegato si stringe nelle spalle : « Bortoli ? Quello friulano ? È morto l ' anno scorso , poveraccio . Un malaccio cattivo ... »
Il regista sanguinario ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 8 maggio . Non esiste immaginazione turbinosa , fantasia sfrenata e bizzarra che possa , non dico eguagliare , ma vagamente avvicinarsi alla realtà dell ' ambiente cinematografico romano . Il dottor E.C. , che da molti anni ha nel cinema tutte le sue delizie e tutte le sue croci , mi racconta il caso seguente . Un giovane produttore accettò , anni or sono , una sceneggiatura di cappa e spada . Chiamò a dirigere il film , previsto a colori , un regista di media importanza e si assicurò , al centro del « cast » , l ' allora popolarissima Silvana Pampanini . Un giovane attore , dagli abbondanti riccioli , fu ingaggiato per impersonare il generoso cavaliere protagonista della storia . La lavorazione cominciò senza indugi , e il produttore , per un paio di settimane , non ebbe nemmeno una di quelle grane che caratterizzano l ' ambiente . Gli attori erano puntuali e remissivi , i tecnici laconici ed alacri , il regista e i suoi assistenti insolitamente tranquilli . Il produttore , alle sue prime esperienze , stava per ricredersi circa le difficoltà da superare , allorché , improvvisamente , capitò un fatto incredibile . Una mattina si stava girando il ferimento del protagonista , il quale , dopo un fatto d ' armi , doveva abbattersi fra le braccia della Pampanini , inondata di sangue . Per ottenere l ' effetto , si ricorse alla solita vernice rossa e vischiosa sparsa sulla camicia . Tutto era pronto , si stava per girare , allorché il regista ordinò l ' alt e , con espressione incupita , si rivolse al direttore di produzione . Quella vernice , adatta al bianco e nero , secondo lui non funzionava nel colore . Poteva risultarne una nota falsa e grottesca , tale da compromettere il film e il suo buon nome . Il direttore propose di cercare un ' altra vernice , o di ricorrere alla salsa di pomodoro . Nulla da fare . Tutto fermo , con notevole perdita di quattrini . Il regista fu irremovibile : sangue umano o nulla . Ogni supplica restò vana . Il direttore di produzione tornò , dopo due ore , con due donatori di sangue cinematografico reclutati in un baraccamento periferico .
Le orecchie di una volta ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 9 maggio . Siamo al caffè . Entra un signore alto , solenne , col vestito a righe sottili . Orecchie carnose , collo sanguigno , basette brizzolate . Ordina un espresso molto lungo . Qualcuno , al nostro tavolo , lo riconosce . Fingendosi mediatore d ' immobili , fu per molti anni spia dell ' OVRA . Attualmente non si sa con precisione che faccia . Pare che fornisca informazioni di carattere finanziario a un ' agenzia giornalistica . Il discorso scivola , così , sulle spie del regime . Spie zelanti e bonarie , politicamente convinte e scettiche , criminali e patetiche , trasparenti al punto da essere ben presto individuate , evitate o pubblicamente svergognate . Vincenzo Tallarico rievoca il famoso grafologo che girava le trattorie di Roma e ad un certo punto , aggrottando le sopracciglia , diceva al cliente : « Voi odiate una persona che sta molto in alto . Lo si legge chiaramente nella forma serpentina delle esse » . E tanto insisteva , procedendo per esclusione , finché il malcapitato ammetteva di avercela col duce . Dopo di che , denuncia . Riaffiora , dal passato , il « falso pensatore » di Aragno ; un disgraziato che tendeva le orecchie ai discorsi degli intellettuali , fingendo di leggere le opere di Benedetto Croce per stornare le diffidenze . Ed ecco il sessantenne attore sfiatato che un prefetto , compagno di scuola , arruolò nell ' OVRA , con la rispettabile paga di 3000 lire al mese , e che dopo cinque anni di pacchia , minacciato di licenziamento se non avesse finalmente denunciato qualcuno , fece arrestare in quattro e quattr ' otto il futuro suocero di suo figlio . Ma il caso più classico accadde a Genova : dove , nel 1937 , un tal Perasso , fintosi antifascista per ottenerne le confidenze , denunciò un certo Boccalatte . Venne poi a sapere che anche il Boccalatte apparteneva all ' OVRA , e di essere stato a sua volta denunciato . Vecchie , squallide spie del regime : come questo solenne signore che sorseggia il suo espresso lungo , controllando i propri gesti nello specchio . Se è vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio , può darsi che in qualche modo , chissà come e per chi , lavorino ancora .
Odio e turismo ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 10 maggio . Il mio amico L . B . , ieri sera ha trovato nell ' automobile , che aveva lasciata in un posteggio del centro , un foglio di carta , sul quale mano ignota aveva scritto a matita : « Odiate i francesi e gli inglesi , peste del mondo ! » Analoghi foglietti sono stati trovati , in questi giorni , sotto il tergicristallo o ficcati negli sportelli , da altri automobilisti romani . Può darsi che l ' approssimarsi delle elezioni abbia stuzzicato le meningi di un maniaco , prigioniero di vecchi sogni littori : ma non ci sarebbe da meravigliarsi se si trattasse di una forma di propaganda , capillare ed economica , organizzata da qualche gruppo di destra . D ' altra parte , gli slogan incitanti a odiare gli stranieri hanno sempre avuto una certa fortuna , in Italia ; perché il nostro è un Paese eminentemente turistico , dove i sorrisi e le premure rivolti ai forestieri nascondono un inevitabile complesso d ' inferiorità e un sordo rancore . È noto che i luoghi di villeggiatura e le stazioni climatiche hanno , perlopiù , sindaci di sinistra , eletti nei mesi di bassa stagione per vendicare gli inchini e le umiliazioni della stagione alta . A proposito del contrasto fra 1'«odio politico » predicato da Mussolini negli anni fra le sanzioni e la guerra , e la mentalità turistica nazionale , va ricordato l ' episodio capitato a Venezia nell ' estate del 1944 . Calarono sulla Laguna , sospesi al paracadute , due aviatori americani , il cui bombardiere era stato colpito nel cielo di Padova . I due furono subito raccolti da una lancia e sbarcati alla Giudecca . La popolazione , secondo le disposizioni dettate dal prefetto repubblichino , avrebbe dovuto accogliere i due prigionieri a muso duro , o magari fischiandoli . Invece , gli americani si trovarono subito circondati da una folla sorridente e visibilmente simpatizzante , che gareggiò nell ' offrire sigarette o bicchieri di vino . Il prefetto , informato della cosa , si infuriò . Convocò d ' urgenza il segretario politico della Giudecca , lo investì duramente e gli chiese conto dell ' accaduto . « Cossa che voi mai , eccellenza » , fece il segretario , allargando le braccia . « Dopo tutto , sono i primi foresti che vien a Venezia , dopo quattro anni de magra » .
È cominciata l'estate di Ben Hur ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 13 maggio . L ' estate è piombata improvvisamente su Roma , come una legnata . C ' era da prevederlo . La pioggia di sabbia desertica che investì la città , venti giorni or sono , radioattiva o no , è , ogni anno , la prima avvisaglia del caldo . Alcuni caffè di via Veneto hanno messo su i baldacchini e gli ombrelloni , che verranno rimossi soltanto a fine settembre . Molta gente , la sera , preferisce passare un paio d ' ore al caffè « Tre scalini » di piazza Navona , dove si gode una maggiore ventilazione . Da domenica scorsa funzionano gli stabilimenti balneari di Fregene . Il più importante ed elegante , « La Nave » , ha ricevuto la prima ondata di romani distinti , pionieri della tintarella . Fra gli altri , Alberto Moravia , il quale , da qualche tempo , è più brusco e triste del solito : forse perché la sua Beatrice Cenci , rappresentata al Quirino , non ha avuto pieno successo . Alla « Nave » , sono già apparse , in costume « monopezzo » ( il due pezzi sembra avviato al tramonto ) , alcune donne di rilievo : Vittoria Mongardini , Gabriella Palazzoli , Fosca Piergentili , Anna Placido ed altre . La temperatura massima tende a superare i 31 gradi . La stabilità del bel tempo sembra definitivamente assicurata fino alla metà di giugno : tanto che i produttori di Ben Hur , la cui preparazione è praticamente compiuta , rimpiangono di non poter subito girare i esterni e , specialmente , le grandi scene di massa . Devono , invece , tener conto delle prossime elezioni . Moltissime , infatti , delle 20.000 comparse che tumultueranno nel film , appartengono a quella moderna « suburra » che vive quasi attendata a Tor Sapienza , all ' Acqua Acetosa , a Tor Pignattara eccetera . Gente che , non essendo ancora iscritta all ' anagrafe romana , il 25 andrà a votare nei paesi d ' origine . Quanto alla sceneggiatura di Ben Hur , pare che in seno alla produzione vi sia qualche contrasto fra due fazioni : i « mattonisti » e gli « antimattonisti » . I primi approvano che il governatore romano romano della Palestina venga ucciso da un mattone cadutogli , per sulla testa ; i secondi , temendo il grottesco della situazione , vorrebbero eliminare l ' incidente . Finora prevale il mattone .
Amore e vigore ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Le università popolari nacquero in Italia sul finire del secolo scorso , quando i lavoratori e la piccola borghesia scoprirono il « sapere » . Furono gli anni in cui l ' editore milanese Sonzogno , con la sua biblioteca economica , diventò qualcosa come il Garibaldi della cultura spicciola nazionale . Nelle prime università popolari , sessant ' anni fa , barbuti professori , di formazione positivistíca , moderatamente rivoluzionari , meravigliavano assemblee di operai , artigiani e impiegati , illustrando alla meglio le teorie di Carlo Darwin e Carlo Marx . Erano gli stessi anni in cui Cesare Lombroso classificava i cittadini del regno a seconda del loro angolo facciale , mentre Paolo Mantegazza intrecciava la fisiologia alla letteratura . Fu un periodo di progresso intellettuale più che altro apparente , poiché vi trionfarono le mezze cognizioni e le mezze verità : e la vera ignoranza è , appunto , la mezza cultura . Le università popolari , ancora vive nelle maggiori città italiane , si sono aggiornate fino a un certo punto . Dovrebbero , per esempio , dedicare gran parte dei loro programmi ai segreti della fisica nucleare , alle meraviglie del volo interplanetario , alle ipotesi sempre più verosimili della fantascienza . Invece , la loro origine ottocentesca resiste e prevale . L ' altra sera , alla popolare di Roma , Pia Moretti ha trattato un tema che Mantegazza le avrebbe invidiato : « Ma che cosa è questo amore ? » domanda fra le più ardue , che già leggemmo sulla copertina d ' un romanzo di Achille Campanile , molti anni fa . Anche questa volta , l ' interrogativo sarebbe rimasto senza risposta , nonostante la buona volontà della signora Moretti , se dopo di lei il professor Ernesto Ugo Gramazio non avesse tenuto la sua ottava lezione sulla « Filosofia del vigore » . L ' accostamento dei due argomenti era casuale : ma chissà che l ' amore non sia soprattutto vigore , morale e fisico . Lo diceva anche Mantegazza , il quale , nonostante la cravatta a fiocco e il cappello a larghe falde , ogni tanto aveva ragione .
Signore e soldati ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Le dame del vecchio Piemonte avevano un loro modo assai chiaro e spiccio di classificare gli ufficiali dell ' esercito , a seconda dei corpi . Artiglieria : bello che ha studiato ; cavalleria : bello che non ha studiato ; genio : brutto che ha studiato ; fanteria : brutto che non ha studiato . Lo schematico prontuario risale alla metà dell ' Ottocento . Nonostante il generale Domenico Chiodo , per iniziativa di Lamarmora , avesse già costruito l ' Arsenale Marittimo della Spezia , il mare era troppo lontano da Torino , perché le signore prendessero in considerazione gli ufficiali di vascello : i quali , altrimenti , avrebbero rivaleggiato con gli artiglieri . Gli aviatori , cavalleggeri dell ' aria , erano ancora assai lontani dal nascere . A distanza di un secolo , i rapporti fra l ' esercito e le signore del bel mondo , aristocratiche o grosse borghesi , sono più o meno gli stessi . Rapporti vaghi , leggeri , basati sulle galanterie bisbigliate dai capitani alle serate di gala e sulla decoratività dell ' uniforme . La contessa F.B. , appartenente a una delle più illustri famiglie emiliane , volle , qualche anno fa , che il figlio diventasse bersagliere , anziché pilota ultrasonico , perché le piume al vento le ricordavano un grande amore di gioventù . « Mammà ! » tentò di protestare il ragazzo . « I bersaglieri sono un corpo sorpassato , destinato a scomparire ! » « Può darsi » , rispose la contessa , in presenza di amici . « Ma io non sono il ministro della guerra . Voglio soltanto vederti addosso l ' uniforme che stringevo quando abbracciavo il mio povero , caro Walter » . L ' esercito delle signore , quelle analizzate da Camilla Cederna , non ha storia né problemi . Caso tipico , quello della signora A . , bella donna , moglie di un rinomatissimo chirurgo milanese , madre di graziose figlie , proprietaria di una magnifica villa sul Lago Maggiore . Me lo raccontava lei stessa , sere or sono . Nel 1948 , la signora incontrò a una festa di beneficenza il generale Mancinelli . Al momento delle presentazioni , spalancò gli occhi . « Generale ? » esclamò , piena di meraviglia . « Generale dell ' esercito italiano ? » « Naturalmente , signora » , fece Mancinelli a sua volta , cortesemente stupefatto . « Ma guarda un po ' ! » proseguì la signora . « Ero convinta che dal '45 , l ' Italia non avesse più esercito . Pensi che fino a poco fa credevo che lei fosse il comandante dei pompieri » . Il critico parigino André Billy ha giustificato così la propria indulgenza per certe opere scadenti : « Diceva Platone che il buon giardiniere non deve amare soltanto i fiori , ma anche le erbe cattive » .