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> autore_s:"Fusco Gian Carlo"
L'effetto finale ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Se si dovessero raccogliere tutte le storielle , gli aneddoti e gli spropositi che da vent ' anni a questa parte vengono attribuiti a un certo produttore cinematografico , ne verrebbe fuori un volume di almeno duecento pagine . Il produttore in questione , meridionale e filosofo , non se la piglia : anche quando si tratta di pura invenzione o di verità largamente manipolata . Non si arrabbiò neppure quella volta che , ricorrendo il cinquantenario della morte di Verdi , circolò la voce ch ' egli avesse inviato al comitato per le onoranze il seguente telegramma : « Aderisco commosso manifestazioni memoria immortale Cigno di Pier Busseti » . L ' ultima storia che ha per protagonista il nostro cineasta è la seguente . Il produttore , di buon mattino , convoca nella sua villa romana due sceneggiatori . Li riceve in ricca vestaglia e dice loro : « Giovanotti , ci siamo . Stanotte non potevo prendere sonno e mi sono messo a pensare . M ' è venuto in mente un soggetto che mi sembra la cosa più grossa degli ultimi dieci anni . Ci sta dentro tutto : dramma , suspence , emozione , effetto finale . Dovete trattarmelo immediatamente . Sentite . Un tale , investito da un ' automobile , viene portato all ' ospedale . Dev ' essere subito operato . Si chiama il chirurgo di servizio , il quale , appena vede il ferito sul tavolo operatorio , riconosce l ' amante della sua signora . Immaginate . Tempesta nell ' anima , sudore freddo , cuore che batte come un tamburo . Toc ... toc ... " Questo carognone lo faccio morire " , pensa il chirurgo . È combattuto . " Lo faccio crepare , o lo salvo ? Opero o lo mollo di traverso ? " Effetti sonori : il cuore fa toc - toc ; il respiro del ferito è un mantice . Gli assistenti aspettano . Finalmente , vince il senso del dovere . Il chirurgo decide di operare . Ma subito la voglia di vendicarsi si fa risentire . " Lo addormento , questo fetentone , o lo faccio soffrire ? Lui mi ha fatto tanto soffrire ! Ora lo aggiusto io ! " Sudore . Il cuore fa toc - toc . Il respiro del ferito . Lancette di orologio che marciano fatali . Immaginate . " Lo addormento o lo faccio soffrire ? " Ma anche questa volta , vince il dovere . II chirurgo si volta verso gli assistenti e ordina : " Anastasia ! " » .
Una foto di de Gaulle ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
La drammatica situazione francese ; la fosca minaccia di un regime d ' emergenza , basato su forze estranee alla dialettica parlamentare , affidato al disastroso semplicismo dei militari ; le dichiarazioni del generale de Gaulle , il quale smentisce ogni proposito dittatoriale , ma tuttavia vuol governare da solo : tutto ciò mi riporta ai discorsi che il sottotenente di cavalleria Daniel Téstard , nativo di Angoulême , faceva , stizzosamente , nell ' inverno del 1944 , tra i fili spinati dello Stammlager 11/B , nei pressi di Fallingbostel . A corto di uomini , per l ' enorme impegno richiesto dal fronte orientale , i tedeschi ricorrevano spesso a prigionieri per far vigilare altri prigionieri . Il sottotenente Téstard aveva accettato l ' incarico di « governare » un gruppo d ' internati italiani arrivati dalla Balcania . Benché avesse respinta l ' offerta di rientrare in patria fra i seguaci di Vichy , si mise subito ad assecondare , in qualche caso superandola , la durezza dei nazisti . Pallido e ossuto , sprezzante e incivile , prese a sfogare sugli sciagurati italiani tutti i malumori e i risentimenti ch ' erano il suo perenne stato d ' animo . Non trascurava , nel frattempo , di far quattrini : barattando pacchetti di tabacco stantio e pezzi di pane muffito con orologi , anelli , catenine da collo . Venne il momento che gli stessi tedeschi , per lo più vecchi riservisti o mutilati , cominciarono a temerlo ed evitarlo . Chiamava gli italiani « banda di idioti pezzenti » , e almeno una volta al giorno ripeteva frasi di questo genere : « Il fatto che io sia rimasto qui dentro , anziché andare col vecchio Pétain , può far credere ch ' io aspetti il ritorno della democrazia . Vi sbagliate . Me ne infischio della democrazia e dei politicanti marci che se ne ingrassano . Io sono un ufficiale effettivo , " voyons " ! , e ho vent ' anni di servizio , perché provengo dai sottufficiali , e non dai rammolliti delle accademie . Sono per la dittatura , se volete saperlo . Non quella dei barbari tedeschi e degli italiani miserabili . Quella di noi francesi , che possiamo insegnare al mondo qualsiasi cosa : da come si mangia a come si combatte . Come si combatte , al momento giusto . Perché nel 1940 non valeva certo la pena di crepare per difendere i politicanti . A guerra finita , ce la vedremo ! Sarà questione di anni . Qualcuno di più , qualcuno di meno , non conta . Ma il manico del coltello finirà nelle mani di noi soldati , " saperlipopette " ! C ' è già pronto un signore che , prima o poi , manderà la democrazia a " éplucher les pommes de terre " , a sbucciare le patate . Chi è quel signore ? Eccolo qui : guardatevelo bene » . E ogni volta il sottotenente Téstard tirava fuori dal portafogli una fotografia del generale Charles de Gualle , ritagliata da un giornale .
Il magnifico papà ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Una sera di tanti anni fa , mentre la famiglia era riunita a cena , udimmo suonare il campanello dell ' ingresso e qualche minuto dopo la donna di servizio portò un biglietto da visita a mio padre . Alla prima occhiata , il genitore apparve meravigliato ed esclamò : « Lui ? E che può volere ? » Lasciò il biglietto sulla tovaglia e andò subito in salotto . Ci precipitammo a leggere il nome scritto sul cartoncino : « Luca Cortese - Editore - Impresario teatrale » . A noi ragazzi quelle cinque parole non dissero assolutamente nulla ; ma gli adulti presero a parlare tutti insieme , a rievocare storie mirabolanti e confuse , ad emettere , su quel misterioso signor Cortese , giudizi severi o favorevoli . Fu mio nonno a concludere : « Dite quello che volete , avrà avuto le sue colpe , si sarà comportato da megalomane , ma è un uomo interessante . Se fosse emigrato in America al momento giusto , avrebbe battuto il grande Barnum » . È un ricordo infantile . Ma oggi , leggendo Papà magnifico , romanzo dell ' attore Leonardo Cortese , mi torna fresco alla memoria . L ' estroso , geniale , generoso e scombinato Fabio Ardenzi , il « papà » protagonista dal lungo racconto , non può essere che Luca Cortese ; e Pif , il figlio che idolatra quel padre avventuroso e lo giudica « magnifico » , finché ne scopre la reale inconsistenza , non può essere che lo stesso Leonardo . Dietro le quinte della letteratura , il romanzo è la storia infantile dell ' autore . Luca Cortese fu negli anni attorno alla prima guerra mondiale uno degli italiani più agitati e discussi . Editore di una famosa rivista , « Il Tirso » , che in tono minore rinnovò i fasti e i rovesci delle Cronache Bizantine » , risvegliò , sia pure caoticamente , l ' interesse per il nostro teatro di prosa . Fattosi impresario , vi fu un momento in cui amministrò contemporaneamente una decina d compagnie . Non essendo ancora cominciata l ' ora degli aiuti statali e delle sovvenzioni governative ed avendo le mani bucate come colini , restò sepolto sotto un groviglio colossale di scene , costumi , copioni e fatture insoddisfatte . Proprio come il Fabio Ardenzi di Papà magnifico , si svegliò stanco e vinto da un lungo sogno dorato . Nel romanzo di Leonardo Cortese , queste lontane esperienze , queste fugaci grandezze e più durature delusioni , affiorano con tenerezza e pudore . Il figlio non giudica il padre . Si limita a piangere , quando scopre che non è « magnifico » come credeva . Il libro , tanto più conoscendone la chiave autobiografica , merita di essere letto e apprezzato . Dal 1953 ad oggi , 600 sale cinematografiche sono fallite in Inghilterra , 400 hanno chiuso i battenti nel 1957 . Si prevede che un altro centinaio chiuderà durante l ' anno in corso .
L'Italia del 2000 ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Fra una ventina d ' anni , se la vita italiana procederà con l ' andazzo attuale , vedremo una sera , nei teleschermi ( a colori e stereoscopici ) un giovanotto e una ragazza sfidarsi a chi meglio conosca la storia del calcio nazionale . Lo sport del pallone sarà , probabilmente , passato di moda ; forse nessuno lo giocherà più . Ma Mike Bongiorno , stanco e corretto , ormai più bianco che biondo , rivolgerà egualmente ai due giovani domande , sempre più difficili , a proposito di remote partite e giocatori oramai sepolti nel tempo . Dalla platea del Gran Teatro dell ' Arcifiera di Milano , una signora famosa , matura ma ancora piacente , e un alto signore quasi completamente calvo , seguiranno con palese trepidazione lo svolgersi della gara . Con uno sforzo di memoria , qualcuno riconoscerà , seduti fianco a fianco , Paola Bolognani e Dante Bianchi : ansiosi per la sorte dei loro figli ventenni , impegnati a fondo nel superquiz Sfida fra i figli degli ex campioni di Lascia o Raddoppia . Trasmissione emozionante , che lo diventerà ancora di più verso l ' anno 2010 : quando i telespettatori italiani ( cittadini della Repubblica Federale Europea ) assisteranno alla sfida , sempre in materia calcistica , fra la figlia del figlio del Bianchi e il figlio della figlia della Bolognani . Novità straordinaria , sarà una graziosa signorina bionda e un po ' malinconica a presentare la rubrica Sfida fra i nipoti degli ex campioni di Lascia o Raddoppia ; e , neanche dubitarne , la gentile e corretta presentatrice sarà la figlia del figlio di Mike Bongiorno . Intanto , si starà disputando , nei cieli della Penisola , il decimo Giro d ' Italia per missili da turismo . Gli sportivi ne seguiranno le appassionanti fasi leggendo le vivaci corrispondenze radioscritte dai nipoti o pronipoti di Orio Vergani , Gianni Brera , Gianni Cerri , Decio Silla eccetera . Particolarmente interessante sarà il duello fra Ercole Fausto Baldini ( figlio di un figlio di Baldini e di una nipote di Coppi ) e Gino Fiorenzo Bartali , nipote di Bartali da parte di padre e di Magni in linea materna . I due si classificheranno primo e secondo . A corsa finita , riceveranno ciascuno un missile d ' oro dalle mani del presidente della Federazione Missilistica Italiana : che sarà , inutile dirlo , un pronipote di Adriano Rodoni . « Per mentire bene » , ha detto l ' attrice Annie Corday , « l ' uomo dev ' essere innamorato . La donna , invece , riesce a dire bugie perfette quando non ama » .
Bascologia ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
L ' amico M . , approfittando di due giornate festive , ha fatto una scappata fino a Grenoble , dove ha una figlia in collegio . Ha dato anche un ' occhiata alla Costa Azzurra . Aveva immaginato di trovare chissà che fermento : capannelli di cittadini eccitati , aria di polemiche , vie di fatto fra i fautori di de Gaulle e í parlamentaristi a oltranza . Niente di tutto ciò : perlomeno nel vecchio Delfinato . In un sole color limone , davanti ai loro eterni aperitivi opalescenti , tranquilli signori , che parevano appena usciti da una litografia di Toulouse - Lautrec o di un disegno di Van Gogh , aspettavano l ' ora di colazione . Più sbadigli che parole . Nelle rade conversazioni , le ricette di cucina e le donne avevano ancora il primo posto . Inutilmente l ' amico M . cercò di attualizzare l ' atmosfera , attaccando discorsi di tono politico . I suoi interlocutori occasionali lo stavano ad ascoltare con occhi vaghi , emettevano interiezioni di significato incerto , tornavano a chiudersi nel loro torpore . Soltanto un pensionato dai baffi ritorti e dalle sopracciglia arruffate , disse , fra due colpi di tosse bronchiale , qualcosa di preciso : « Le " gros Charles " ( vale a dire de Gaulle ) è una specie di " bomba al cobalto " . Quando si ha un cancro , anche una probabilità su mille di guarire è preziosa » . « Non sarebbe più conveniente un ' operazione chirurgica ? » , osservò M . Il vecchio pensionato s ' inumidì i baffi col pernod , poi concluse : « Forse . Ma ci vorrebbe un ' anestesia molto profonda . La Francia non ha più il cuore di una volta . Rischierebbe di non svegliarsi mai più » . Anche a Grenoble , ordinaria amministrazione : eccezion fatta per i baschi dei « tirailleurs des Alpes » . Il caratteristico copricapo degli alpini francesi si è improvvisamente dilatato . Sta assumendo , giorno per giorno , forme bizzarre , angoli d ' inclinazione sempre più lontani dal regolamento . Alcuni militari , piccoli e tarchiati come italiani , spariscono sotto enormi padelle . Sembrano funghi . Sintomo grave . I francesi , forse , lo ignorano : ma noi , memori di Salò , conosciamo a fondo la « bascologia » . Sappiamo che il diametro dei baschi militari è inversamente proporzionale al diametro della libertà . Una battuta di Paola Borboni : « Le donne preferiscono sentirsi dar torto quando hanno ragione , piuttosto che quando hanno veramente torto » .
I letterati e il maresciallo ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Qualche tempo fa , lo scrittore Giorgio Soavi e il critico Emilio Tadini decisero di visitare la celebre abbazia di Pomposa . Partirono da Milano con l ' elegante « MG » bianca del Soavi e dopo aver trascorso un ' intera mattinata e buona parte del pomeriggio a Pomposa , andarono a cenare a Mesola . Se il Polesine , per certi aspetti , somiglia un poco al Far West , Mesola , cittadina sui diciottomila abitanti , contribuisce ad accentuare tale somiglianza . Qualche mese fa , alcuni mesolesi linciarono un ladro di biciclette , fra i calorosi incitamenti della folla . Soavi e Tadini lasciarono la « MG » nella piazza principale ed entrarono nel miglior ristorante del luogo . Ambedue provavano la fastidiosa sensazione di essere guardati con diffidenza . Anche il padrone della trattoria li accolse con freddezza . Mangiarono . Alla frutta , arrivò , ostentando indifferenza , il maresciallo dei carabinieri e si sedette al loro tavolo . « Buona sera , signori » , cominciò il sottufficiale . « Potrei sapere da dove vengono e di che si occupano ? » Un po ' meravigliati , i due intellettuali declinarono generalità e professione . « Così , loro sarebbero letterati » , fece il maresciallo , squadrandoli . « E come mai si trovano da queste parti ? » « Siamo venuti a visitare Pomposa » , dichiarò , imbarazzato , Soavi . « Ah ! Pomposa ! E dicano , già che sono letterati , di che secolo è l ' abbazia ? » I due giovanotti restarono a bocca aperta . Davvero non sapevano che rispondere . « Già , forse ... Però ... » balbettò Tadini . « Credo che nel 1200 ... Forse un po ' prima ... » « Cari signori , non ci siamo » , tagliò brusco il maresciallo . « Le prime notizie del monastero risalgono al IX secolo . La chiesa è anteriore . Documenti , prego ! » I passaporti parlavano chiaro : giornalista e dottore in lettere . « Incredibile » , bisbigliò , stupito , il sottufficiale . Poi , salutando militarmente : « Scusino . Posso offrire un cognac ? Brinderemo alla bellezza di Pomposa . Mi era stata segnalata la presenza della loro bella macchina . Qualcuno li aveva presi per ladri d ' automobili . Questo paese è fatto così ... » Pensando al linciaggio del ladro di biciclette , i due letterati rabbrividirono .
Vecchi scherzi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
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La grande stagione degli « scherzi per famiglia » durò quindici anni : dal 1900 al 1915 . Una breve estate di San Martino dei giochetti « esilaranti » e delle « divertenti sorprese » Si ebbe nel quinquennio attorno alla marcia su Roma . Fautori di quelle « amenità » erano certi scapoli « impenitenti » , sbarazzini fino alle soglie della vecchiaia , oggi rari quanto gli orsi in Abruzzo , e certi signori di mezza età , apparentemente austeri , ma pieni di nascosta goliardia . Le tasche di quei campioni , insostituibili animatori delle vecchie villeggiature , specialmente in settembre , erano sempre piene di munizioni : finte mosche e finti ragni da gettare di soppiatto nelle pietanze , polvere per dare il prurito , sigarette esplosive , bocchini detonanti , fiammiferi pirotecnici , cucchiaini solubili nel caffè , finte piaghe da applicarsi alle mani o al viso , pompette di gomma per far sussultare i piatti da sotto la tovaglia , bombolette di vetro capaci di sprigionare puzze irresistibili eccetera . Gli specialisti di quarant ' anni fa erano nichilisti in embrione . Non risparmiavano nessuno . Non li arrestava né la bellezza femminile , né la severità dei senatori . Io stesso rammento , una sera d ' estate , a Viareggio , donna Franca Florio , considerata allora regina di avvenenza ed eleganza , grattarsi furiosamente per una buona dose di polvere cavallina soffiatale nel décolleté dal barone Donnorso . Lo stesso gentiluomo che un ' altra volta aveva bruciacchiato i baffi del generale Petitti di Loreto , aiutante di campo del re , accendendogli un falso avana esplosivo . Quei giochetti , talvolta arditissimi , non avevano mai conseguenze preoccupanti o spiacevoli . Il buonumore costava meno , un po ' di cattivo gusto non era peccato mortale . Una gran dama , un generale , un ministro si sentivano troppo al sicuro e troppo sicuri di sé , per temere quei piccoli attentati . Altri tempi . L ' altra sera , un distinto giovanotto mi raccontava , con tristezza un po ' sbalordita , di essere stato cacciato di casa dalla findanzata ( nozze già fissate a ottobre ) e dai futuri suoceri , facoltosi borghesi , per aver sparso un po ' di polvere per far grattare in salotto , durante un ricevimento , e aver gettato un paio di bombette pestilenziali sul pianerottolo . « Domando e dico , che male c ' è ? » ripeteva il giovane . « Non si può più scherzare . » Già . Non si può . O , perlomeno , non più come una volta . Da qualche anno a questa parte il verbo « grattare » è diventato una cosa estremamente seria . Durante una conferenza - stampa , il leader del partito algerino pro - Francia , Sidi Cara , ha illustrato il libero arbitrio maomettano dicendo : « Allah ha dato le noci agli uomini , ma non gliele rompe » .
Fratelli misteriosi ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Giorni fa , a San Antonio , nel Texas , due sorelle di sangue indio , Inecita e Ines , hanno festeggiato il loro centesimo compleanno . Circa tremila cittadini si sono riuniti attorno alle vegliarde e il sindaco ha pronunciato un discorso : mettendo fra l ' altro in rilievo che per la prima volta due gemelli raggiungevano insieme il traguardo del secolo . Vi è di più : le vecchie sorelle sconvolgono , con la loro biografia e le loro abitudini , ogni opinione sulla longevità . Ines si è sposata tre volte e ha avuto , complessivamente , 14 figli ; Inecita è rimasta nubile , nonostante diverse proposte di matrimonio . Ines è sempre stata sobria , non ha mai bevuto alcoolici , si è nutrita prevalentemente di latte e verdura , assaggiando un po ' di carne soltanto a Natale e Pasqua ; Inecita non può fare a meno della carne due volte al giorno , preferibilmente al sangue , pasteggia indifferentemente con vino o birra , va matta per i liquori forti . Una punta di zenzero o un acino di pepe bastano a sconvolgere lo stomaco dell ' Ines , mentre Inecita ha un debole per i peperoni infuocati e seppellisce le sue bistecche nel pepe di Cajenna e nelle salse piccanti . Ines è piuttosto apprensiva e malinconica ; Inecita , a dispetto del nubilato , fu instancabile ballerina , e ha tuttora un carattere allegro e spensierato . Sembra , dunque , che le strade per arrivare senza troppi guasti a tardissima età siano diverse e perfino opposte , anche per creature concepite e generate assieme , biologicamente omogenee . Del resto , a parte l ' età , i famosi fratelli Ciang , originari del Siam e in seguito cittadini americani ( dopo i quali tutti i fratelli attaccati assieme furono detti « siamesi » ) , rappresentarono , nella seconda metà del secolo scorso , un vero enigma : non soltanto dal punto di vista genetico , ma anche psicologico e morale . Uno era religiosissimo , l ' altro miscredente : uno sobrio fino alla mortificazione , l ' altro dedito al gioco e all ' alcool . Essendo indissolubilmente legati , s ' erano messi d ' accordo : quello morigerato , seduto di traverso sulla panca della bettola o della bisca , leggeva la Bibbia mentre l ' altro sbevazzava whisky o rilanciava a poker ; il dissoluto , in chiesa , guardava distrattamente cose e persone , mentre il fratello pregava . Il buono , fatto incredibile , era di « costituzione più forte » : ma fu « costretto » a morire sessantenne in seguito a una polmonite doppia buscata dal fratello . Tutto ciò fa pensare che l ' eguaglianza fra gli uomini sia un nobile obiettivo , ma alquanto difficile da raggiungere . I giocattoli di moda a Londra rappresentano animali preistorici in gomma : brontosauri , tirannosauri , plesiosauri eccetera . Sembra che i bambini provino speciale simpatia per i dinosauri .
Gli «antiriservatisti» ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Mentre Montecitorio e Palazzo Madama aprono i battenti agli eletti per la terza Legislatura , la legione degli « antiriservatisti » affila le armi . Si tratta di quei cittadini , numerosissimi e compatti , che , a prescindere dall ' orientamento politico , dalle condizioni sociali e dalla cultura , sono accomunati dalla medesima , irriducibile avversione per i posti riservati sui treni ai deputati e ai senatori . Al ritorno da un viaggio , lungo o breve , gli « antiriservatisti » hanno sempre da raccontare ai conoscenti una storia di vagoni affollati fino all ' inverosimile , pieni di vecchi gementi , di spose incinte , di bambini esangui , costretti a pigiarsi nei corridoi e sulle piastre di congiunzione , mentre vuoti , beffardi , inaccessibili , i posti riservati « a quei signori di Roma » fiammeggiano come troni . La plebe ferroviaria , nonostante le imprecazioni soffocate e lo sdegno , non oserebbe protestare e partire all ' assalto degli strapuntini privilegiati , se l ' « antiriservatista » non fosse lì , vigile e fremente , per « mettere le cose a posto » . « Siccome il controllore faceva il furbo » , egli racconta , « andai diritto dal capotreno . Lo trovo spaparanzato sul suo comodo sedile , a fumare . Un emiliano grosso e rosso in faccia . « " Con le tasse che paghiamo , è un ' indecenza ! " gli dico . « Lui mi squadra con un ' aria da generale , poi mi fa : « " Cosa c ' entrano le tasse ? " « Capito ? Se invece di trovare uno che sa il fatto suo , avesse trovato un disgraziato qualsiasi , lo avrebbe smontato . Con me , cari miei , invitava la lepre a correre . Non sto a dirvi cosa mi è uscito dalla bocca ! " Cosa c ' entrano le tasse ? E a voi , lo stipendio con che soldi ve lo pagano ? E a ' quei signori di Roma ' , che hanno sempre il posto bello pronto , mentre noi viaggiamo come le bestie ? Sissignore , come le bestie ! E questa sarebbe la democrazia ? Ma mi faccia il santo piacere , mi faccia ! Ho viaggiato in Svizzera , Francia , Svezia , Olanda , Inghilterra , Danimarca , caro signore ! Neppure in vagone bestiame succede quello che qui succede in prima ! Vergogna ! Vada di là , a vedere , vada ! Come si fa , in questi casi , domando e dico , a tenere posti riservati . " Insomma , mi meraviglio che non mi abbiano arrestato . Invece , sia pure in malo modo , hanno dato il permesso di sedersi . Bisognava sentire le benedizioni ! Per poco , una vecchia signora , distintissima , non mi ha baciato le mani . È inutile , ragazzi . Gli italiani , gira e rigira , sono troppo buoni ! » Ho tuttavia conosciuto un famoso « antiriservatista » che licenziò su due piedi la domestica perché usava il gabinetto dei padroni anziché quello della servitù . Negli Stati Uniti è in vendita una pillola che permette di esporsi in pieno sole senza pericolo di insolazioni . Evita , in parte , anche le scottature .
Purtroppo o finalmente? ( Fusco Gian Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Scagliare frecce contro i vari festival di canzoni che ogni anno vengono organizzati in Italia , un po ' dappertutto , da Sanremo a Velletri , da Venezia a La Spezia , è diventato facile tirassegno . A parte la natura polemica di tutti i concorsi , nei quali giocano gusti contrastanti , simpatie ed interessi , la canzone è materia talmente popolare da suscitare passioni quasi sportive . Si « tifa » per Edera o per il Blu dipinto di blu come si è « milanisti » o « interisti » . Nulla di straordinario , perciò , che attorno a un festival s ' intreccino pareri discordi , condanne ed entusiasmi , consensi e dissensi . Segni di vitalità . Una cosa , però , non è stata ancora detta abbastanza e con sufficiente chiarezza : che , cioè , í diversi festival , così come oggi sono fatti , pur ammettendo le esigenze spettacolari , vieppiù accentuate dalla Tv , sono festival di cantanti , di orchestre , perfino di scenografi e di registi , assai più che di canzoni . Giacché la canzone , destinata alla strada , deve essere giudicata per i suoi valori essenziali , per la sua vena , per quella grazia popolare che deve sopravvivere , tanto o poco , anche nelle voci più stonate . Presentare le canzoni attraverso « arrangiamenti » più o meno scaltri , con orchestre addirittura sinfoniche , cantanti più o meno abili , simpatici , avvenenti , dalla voce più o meno suggestiva , significa snaturare , gradualmente , il significato di una rassegna e di un concorso . Partiti dalla canzone , si arriva al « ritmo » , al ballabile fine a se stesso ; si dimentica che la canzone è fatta anche di « parole » ; che è fatta per essere ... cantata , prima che adattata , ballata o , magari , sceneggiata . Altrimenti , chiama e rispondi . Come se in un concorso di bellezza si , giudicasse in base alle toilettes . Se questo vale per tutti i festival in genere , figuriamoci per quello della canzone napoletana : canzone , più di ogni altra , nata dal popolo , fra la povertà delle cose e le ricchezze del cuore . Nobile e nuda : contessa scalza delle canzoni . Invece l ' altra sera , assistendo alla teletrasmissione del 6° Festival napoletano , dove hanno fatto irruzione perfino i ritmi del Texas e del Tennessee , dove due orchestre gareggiavano in esibizionismi tecnici , variazioni , ibridazioni , raucedini di tromba alla Armstrong e « satinati » alla francese , ho capito che Napoli , stancatasi di Lauro , comincia a essere stanca anche del suo folclore . Purtroppo o finalmente ?