StampaQuotidiana ,
Se
si
dovessero
raccogliere
tutte
le
storielle
,
gli
aneddoti
e
gli
spropositi
che
da
vent
'
anni
a
questa
parte
vengono
attribuiti
a
un
certo
produttore
cinematografico
,
ne
verrebbe
fuori
un
volume
di
almeno
duecento
pagine
.
Il
produttore
in
questione
,
meridionale
e
filosofo
,
non
se
la
piglia
:
anche
quando
si
tratta
di
pura
invenzione
o
di
verità
largamente
manipolata
.
Non
si
arrabbiò
neppure
quella
volta
che
,
ricorrendo
il
cinquantenario
della
morte
di
Verdi
,
circolò
la
voce
ch
'
egli
avesse
inviato
al
comitato
per
le
onoranze
il
seguente
telegramma
:
«
Aderisco
commosso
manifestazioni
memoria
immortale
Cigno
di
Pier
Busseti
»
.
L
'
ultima
storia
che
ha
per
protagonista
il
nostro
cineasta
è
la
seguente
.
Il
produttore
,
di
buon
mattino
,
convoca
nella
sua
villa
romana
due
sceneggiatori
.
Li
riceve
in
ricca
vestaglia
e
dice
loro
:
«
Giovanotti
,
ci
siamo
.
Stanotte
non
potevo
prendere
sonno
e
mi
sono
messo
a
pensare
.
M
'
è
venuto
in
mente
un
soggetto
che
mi
sembra
la
cosa
più
grossa
degli
ultimi
dieci
anni
.
Ci
sta
dentro
tutto
:
dramma
,
suspence
,
emozione
,
effetto
finale
.
Dovete
trattarmelo
immediatamente
.
Sentite
.
Un
tale
,
investito
da
un
'
automobile
,
viene
portato
all
'
ospedale
.
Dev
'
essere
subito
operato
.
Si
chiama
il
chirurgo
di
servizio
,
il
quale
,
appena
vede
il
ferito
sul
tavolo
operatorio
,
riconosce
l
'
amante
della
sua
signora
.
Immaginate
.
Tempesta
nell
'
anima
,
sudore
freddo
,
cuore
che
batte
come
un
tamburo
.
Toc
...
toc
...
"
Questo
carognone
lo
faccio
morire
"
,
pensa
il
chirurgo
.
È
combattuto
.
"
Lo
faccio
crepare
,
o
lo
salvo
?
Opero
o
lo
mollo
di
traverso
?
"
Effetti
sonori
:
il
cuore
fa
toc
-
toc
;
il
respiro
del
ferito
è
un
mantice
.
Gli
assistenti
aspettano
.
Finalmente
,
vince
il
senso
del
dovere
.
Il
chirurgo
decide
di
operare
.
Ma
subito
la
voglia
di
vendicarsi
si
fa
risentire
.
"
Lo
addormento
,
questo
fetentone
,
o
lo
faccio
soffrire
?
Lui
mi
ha
fatto
tanto
soffrire
!
Ora
lo
aggiusto
io
!
"
Sudore
.
Il
cuore
fa
toc
-
toc
.
Il
respiro
del
ferito
.
Lancette
di
orologio
che
marciano
fatali
.
Immaginate
.
"
Lo
addormento
o
lo
faccio
soffrire
?
"
Ma
anche
questa
volta
,
vince
il
dovere
.
II
chirurgo
si
volta
verso
gli
assistenti
e
ordina
:
"
Anastasia
!
"
»
.
StampaQuotidiana ,
La
drammatica
situazione
francese
;
la
fosca
minaccia
di
un
regime
d
'
emergenza
,
basato
su
forze
estranee
alla
dialettica
parlamentare
,
affidato
al
disastroso
semplicismo
dei
militari
;
le
dichiarazioni
del
generale
de
Gaulle
,
il
quale
smentisce
ogni
proposito
dittatoriale
,
ma
tuttavia
vuol
governare
da
solo
:
tutto
ciò
mi
riporta
ai
discorsi
che
il
sottotenente
di
cavalleria
Daniel
Téstard
,
nativo
di
Angoulême
,
faceva
,
stizzosamente
,
nell
'
inverno
del
1944
,
tra
i
fili
spinati
dello
Stammlager
11/B
,
nei
pressi
di
Fallingbostel
.
A
corto
di
uomini
,
per
l
'
enorme
impegno
richiesto
dal
fronte
orientale
,
i
tedeschi
ricorrevano
spesso
a
prigionieri
per
far
vigilare
altri
prigionieri
.
Il
sottotenente
Téstard
aveva
accettato
l
'
incarico
di
«
governare
»
un
gruppo
d
'
internati
italiani
arrivati
dalla
Balcania
.
Benché
avesse
respinta
l
'
offerta
di
rientrare
in
patria
fra
i
seguaci
di
Vichy
,
si
mise
subito
ad
assecondare
,
in
qualche
caso
superandola
,
la
durezza
dei
nazisti
.
Pallido
e
ossuto
,
sprezzante
e
incivile
,
prese
a
sfogare
sugli
sciagurati
italiani
tutti
i
malumori
e
i
risentimenti
ch
'
erano
il
suo
perenne
stato
d
'
animo
.
Non
trascurava
,
nel
frattempo
,
di
far
quattrini
:
barattando
pacchetti
di
tabacco
stantio
e
pezzi
di
pane
muffito
con
orologi
,
anelli
,
catenine
da
collo
.
Venne
il
momento
che
gli
stessi
tedeschi
,
per
lo
più
vecchi
riservisti
o
mutilati
,
cominciarono
a
temerlo
ed
evitarlo
.
Chiamava
gli
italiani
«
banda
di
idioti
pezzenti
»
,
e
almeno
una
volta
al
giorno
ripeteva
frasi
di
questo
genere
:
«
Il
fatto
che
io
sia
rimasto
qui
dentro
,
anziché
andare
col
vecchio
Pétain
,
può
far
credere
ch
'
io
aspetti
il
ritorno
della
democrazia
.
Vi
sbagliate
.
Me
ne
infischio
della
democrazia
e
dei
politicanti
marci
che
se
ne
ingrassano
.
Io
sono
un
ufficiale
effettivo
,
"
voyons
"
!
,
e
ho
vent
'
anni
di
servizio
,
perché
provengo
dai
sottufficiali
,
e
non
dai
rammolliti
delle
accademie
.
Sono
per
la
dittatura
,
se
volete
saperlo
.
Non
quella
dei
barbari
tedeschi
e
degli
italiani
miserabili
.
Quella
di
noi
francesi
,
che
possiamo
insegnare
al
mondo
qualsiasi
cosa
:
da
come
si
mangia
a
come
si
combatte
.
Come
si
combatte
,
al
momento
giusto
.
Perché
nel
1940
non
valeva
certo
la
pena
di
crepare
per
difendere
i
politicanti
.
A
guerra
finita
,
ce
la
vedremo
!
Sarà
questione
di
anni
.
Qualcuno
di
più
,
qualcuno
di
meno
,
non
conta
.
Ma
il
manico
del
coltello
finirà
nelle
mani
di
noi
soldati
,
"
saperlipopette
"
!
C
'
è
già
pronto
un
signore
che
,
prima
o
poi
,
manderà
la
democrazia
a
"
éplucher
les
pommes
de
terre
"
,
a
sbucciare
le
patate
.
Chi
è
quel
signore
?
Eccolo
qui
:
guardatevelo
bene
»
.
E
ogni
volta
il
sottotenente
Téstard
tirava
fuori
dal
portafogli
una
fotografia
del
generale
Charles
de
Gualle
,
ritagliata
da
un
giornale
.
StampaQuotidiana ,
Una
sera
di
tanti
anni
fa
,
mentre
la
famiglia
era
riunita
a
cena
,
udimmo
suonare
il
campanello
dell
'
ingresso
e
qualche
minuto
dopo
la
donna
di
servizio
portò
un
biglietto
da
visita
a
mio
padre
.
Alla
prima
occhiata
,
il
genitore
apparve
meravigliato
ed
esclamò
:
«
Lui
?
E
che
può
volere
?
»
Lasciò
il
biglietto
sulla
tovaglia
e
andò
subito
in
salotto
.
Ci
precipitammo
a
leggere
il
nome
scritto
sul
cartoncino
:
«
Luca
Cortese
-
Editore
-
Impresario
teatrale
»
.
A
noi
ragazzi
quelle
cinque
parole
non
dissero
assolutamente
nulla
;
ma
gli
adulti
presero
a
parlare
tutti
insieme
,
a
rievocare
storie
mirabolanti
e
confuse
,
ad
emettere
,
su
quel
misterioso
signor
Cortese
,
giudizi
severi
o
favorevoli
.
Fu
mio
nonno
a
concludere
:
«
Dite
quello
che
volete
,
avrà
avuto
le
sue
colpe
,
si
sarà
comportato
da
megalomane
,
ma
è
un
uomo
interessante
.
Se
fosse
emigrato
in
America
al
momento
giusto
,
avrebbe
battuto
il
grande
Barnum
»
.
È
un
ricordo
infantile
.
Ma
oggi
,
leggendo
Papà
magnifico
,
romanzo
dell
'
attore
Leonardo
Cortese
,
mi
torna
fresco
alla
memoria
.
L
'
estroso
,
geniale
,
generoso
e
scombinato
Fabio
Ardenzi
,
il
«
papà
»
protagonista
dal
lungo
racconto
,
non
può
essere
che
Luca
Cortese
;
e
Pif
,
il
figlio
che
idolatra
quel
padre
avventuroso
e
lo
giudica
«
magnifico
»
,
finché
ne
scopre
la
reale
inconsistenza
,
non
può
essere
che
lo
stesso
Leonardo
.
Dietro
le
quinte
della
letteratura
,
il
romanzo
è
la
storia
infantile
dell
'
autore
.
Luca
Cortese
fu
negli
anni
attorno
alla
prima
guerra
mondiale
uno
degli
italiani
più
agitati
e
discussi
.
Editore
di
una
famosa
rivista
,
«
Il
Tirso
»
,
che
in
tono
minore
rinnovò
i
fasti
e
i
rovesci
delle
Cronache
Bizantine
»
,
risvegliò
,
sia
pure
caoticamente
,
l
'
interesse
per
il
nostro
teatro
di
prosa
.
Fattosi
impresario
,
vi
fu
un
momento
in
cui
amministrò
contemporaneamente
una
decina
d
compagnie
.
Non
essendo
ancora
cominciata
l
'
ora
degli
aiuti
statali
e
delle
sovvenzioni
governative
ed
avendo
le
mani
bucate
come
colini
,
restò
sepolto
sotto
un
groviglio
colossale
di
scene
,
costumi
,
copioni
e
fatture
insoddisfatte
.
Proprio
come
il
Fabio
Ardenzi
di
Papà
magnifico
,
si
svegliò
stanco
e
vinto
da
un
lungo
sogno
dorato
.
Nel
romanzo
di
Leonardo
Cortese
,
queste
lontane
esperienze
,
queste
fugaci
grandezze
e
più
durature
delusioni
,
affiorano
con
tenerezza
e
pudore
.
Il
figlio
non
giudica
il
padre
.
Si
limita
a
piangere
,
quando
scopre
che
non
è
«
magnifico
»
come
credeva
.
Il
libro
,
tanto
più
conoscendone
la
chiave
autobiografica
,
merita
di
essere
letto
e
apprezzato
.
Dal
1953
ad
oggi
,
600
sale
cinematografiche
sono
fallite
in
Inghilterra
,
400
hanno
chiuso
i
battenti
nel
1957
.
Si
prevede
che
un
altro
centinaio
chiuderà
durante
l
'
anno
in
corso
.
StampaQuotidiana ,
Fra
una
ventina
d
'
anni
,
se
la
vita
italiana
procederà
con
l
'
andazzo
attuale
,
vedremo
una
sera
,
nei
teleschermi
(
a
colori
e
stereoscopici
)
un
giovanotto
e
una
ragazza
sfidarsi
a
chi
meglio
conosca
la
storia
del
calcio
nazionale
.
Lo
sport
del
pallone
sarà
,
probabilmente
,
passato
di
moda
;
forse
nessuno
lo
giocherà
più
.
Ma
Mike
Bongiorno
,
stanco
e
corretto
,
ormai
più
bianco
che
biondo
,
rivolgerà
egualmente
ai
due
giovani
domande
,
sempre
più
difficili
,
a
proposito
di
remote
partite
e
giocatori
oramai
sepolti
nel
tempo
.
Dalla
platea
del
Gran
Teatro
dell
'
Arcifiera
di
Milano
,
una
signora
famosa
,
matura
ma
ancora
piacente
,
e
un
alto
signore
quasi
completamente
calvo
,
seguiranno
con
palese
trepidazione
lo
svolgersi
della
gara
.
Con
uno
sforzo
di
memoria
,
qualcuno
riconoscerà
,
seduti
fianco
a
fianco
,
Paola
Bolognani
e
Dante
Bianchi
:
ansiosi
per
la
sorte
dei
loro
figli
ventenni
,
impegnati
a
fondo
nel
superquiz
Sfida
fra
i
figli
degli
ex
campioni
di
Lascia
o
Raddoppia
.
Trasmissione
emozionante
,
che
lo
diventerà
ancora
di
più
verso
l
'
anno
2010
:
quando
i
telespettatori
italiani
(
cittadini
della
Repubblica
Federale
Europea
)
assisteranno
alla
sfida
,
sempre
in
materia
calcistica
,
fra
la
figlia
del
figlio
del
Bianchi
e
il
figlio
della
figlia
della
Bolognani
.
Novità
straordinaria
,
sarà
una
graziosa
signorina
bionda
e
un
po
'
malinconica
a
presentare
la
rubrica
Sfida
fra
i
nipoti
degli
ex
campioni
di
Lascia
o
Raddoppia
;
e
,
neanche
dubitarne
,
la
gentile
e
corretta
presentatrice
sarà
la
figlia
del
figlio
di
Mike
Bongiorno
.
Intanto
,
si
starà
disputando
,
nei
cieli
della
Penisola
,
il
decimo
Giro
d
'
Italia
per
missili
da
turismo
.
Gli
sportivi
ne
seguiranno
le
appassionanti
fasi
leggendo
le
vivaci
corrispondenze
radioscritte
dai
nipoti
o
pronipoti
di
Orio
Vergani
,
Gianni
Brera
,
Gianni
Cerri
,
Decio
Silla
eccetera
.
Particolarmente
interessante
sarà
il
duello
fra
Ercole
Fausto
Baldini
(
figlio
di
un
figlio
di
Baldini
e
di
una
nipote
di
Coppi
)
e
Gino
Fiorenzo
Bartali
,
nipote
di
Bartali
da
parte
di
padre
e
di
Magni
in
linea
materna
.
I
due
si
classificheranno
primo
e
secondo
.
A
corsa
finita
,
riceveranno
ciascuno
un
missile
d
'
oro
dalle
mani
del
presidente
della
Federazione
Missilistica
Italiana
:
che
sarà
,
inutile
dirlo
,
un
pronipote
di
Adriano
Rodoni
.
«
Per
mentire
bene
»
,
ha
detto
l
'
attrice
Annie
Corday
,
«
l
'
uomo
dev
'
essere
innamorato
.
La
donna
,
invece
,
riesce
a
dire
bugie
perfette
quando
non
ama
»
.
StampaQuotidiana ,
L
'
amico
M
.
,
approfittando
di
due
giornate
festive
,
ha
fatto
una
scappata
fino
a
Grenoble
,
dove
ha
una
figlia
in
collegio
.
Ha
dato
anche
un
'
occhiata
alla
Costa
Azzurra
.
Aveva
immaginato
di
trovare
chissà
che
fermento
:
capannelli
di
cittadini
eccitati
,
aria
di
polemiche
,
vie
di
fatto
fra
i
fautori
di
de
Gaulle
e
í
parlamentaristi
a
oltranza
.
Niente
di
tutto
ciò
:
perlomeno
nel
vecchio
Delfinato
.
In
un
sole
color
limone
,
davanti
ai
loro
eterni
aperitivi
opalescenti
,
tranquilli
signori
,
che
parevano
appena
usciti
da
una
litografia
di
Toulouse
-
Lautrec
o
di
un
disegno
di
Van
Gogh
,
aspettavano
l
'
ora
di
colazione
.
Più
sbadigli
che
parole
.
Nelle
rade
conversazioni
,
le
ricette
di
cucina
e
le
donne
avevano
ancora
il
primo
posto
.
Inutilmente
l
'
amico
M
.
cercò
di
attualizzare
l
'
atmosfera
,
attaccando
discorsi
di
tono
politico
.
I
suoi
interlocutori
occasionali
lo
stavano
ad
ascoltare
con
occhi
vaghi
,
emettevano
interiezioni
di
significato
incerto
,
tornavano
a
chiudersi
nel
loro
torpore
.
Soltanto
un
pensionato
dai
baffi
ritorti
e
dalle
sopracciglia
arruffate
,
disse
,
fra
due
colpi
di
tosse
bronchiale
,
qualcosa
di
preciso
:
«
Le
"
gros
Charles
"
(
vale
a
dire
de
Gaulle
)
è
una
specie
di
"
bomba
al
cobalto
"
.
Quando
si
ha
un
cancro
,
anche
una
probabilità
su
mille
di
guarire
è
preziosa
»
.
«
Non
sarebbe
più
conveniente
un
'
operazione
chirurgica
?
»
,
osservò
M
.
Il
vecchio
pensionato
s
'
inumidì
i
baffi
col
pernod
,
poi
concluse
:
«
Forse
.
Ma
ci
vorrebbe
un
'
anestesia
molto
profonda
.
La
Francia
non
ha
più
il
cuore
di
una
volta
.
Rischierebbe
di
non
svegliarsi
mai
più
»
.
Anche
a
Grenoble
,
ordinaria
amministrazione
:
eccezion
fatta
per
i
baschi
dei
«
tirailleurs
des
Alpes
»
.
Il
caratteristico
copricapo
degli
alpini
francesi
si
è
improvvisamente
dilatato
.
Sta
assumendo
,
giorno
per
giorno
,
forme
bizzarre
,
angoli
d
'
inclinazione
sempre
più
lontani
dal
regolamento
.
Alcuni
militari
,
piccoli
e
tarchiati
come
italiani
,
spariscono
sotto
enormi
padelle
.
Sembrano
funghi
.
Sintomo
grave
.
I
francesi
,
forse
,
lo
ignorano
:
ma
noi
,
memori
di
Salò
,
conosciamo
a
fondo
la
«
bascologia
»
.
Sappiamo
che
il
diametro
dei
baschi
militari
è
inversamente
proporzionale
al
diametro
della
libertà
.
Una
battuta
di
Paola
Borboni
:
«
Le
donne
preferiscono
sentirsi
dar
torto
quando
hanno
ragione
,
piuttosto
che
quando
hanno
veramente
torto
»
.
StampaQuotidiana ,
Qualche
tempo
fa
,
lo
scrittore
Giorgio
Soavi
e
il
critico
Emilio
Tadini
decisero
di
visitare
la
celebre
abbazia
di
Pomposa
.
Partirono
da
Milano
con
l
'
elegante
«
MG
»
bianca
del
Soavi
e
dopo
aver
trascorso
un
'
intera
mattinata
e
buona
parte
del
pomeriggio
a
Pomposa
,
andarono
a
cenare
a
Mesola
.
Se
il
Polesine
,
per
certi
aspetti
,
somiglia
un
poco
al
Far
West
,
Mesola
,
cittadina
sui
diciottomila
abitanti
,
contribuisce
ad
accentuare
tale
somiglianza
.
Qualche
mese
fa
,
alcuni
mesolesi
linciarono
un
ladro
di
biciclette
,
fra
i
calorosi
incitamenti
della
folla
.
Soavi
e
Tadini
lasciarono
la
«
MG
»
nella
piazza
principale
ed
entrarono
nel
miglior
ristorante
del
luogo
.
Ambedue
provavano
la
fastidiosa
sensazione
di
essere
guardati
con
diffidenza
.
Anche
il
padrone
della
trattoria
li
accolse
con
freddezza
.
Mangiarono
.
Alla
frutta
,
arrivò
,
ostentando
indifferenza
,
il
maresciallo
dei
carabinieri
e
si
sedette
al
loro
tavolo
.
«
Buona
sera
,
signori
»
,
cominciò
il
sottufficiale
.
«
Potrei
sapere
da
dove
vengono
e
di
che
si
occupano
?
»
Un
po
'
meravigliati
,
i
due
intellettuali
declinarono
generalità
e
professione
.
«
Così
,
loro
sarebbero
letterati
»
,
fece
il
maresciallo
,
squadrandoli
.
«
E
come
mai
si
trovano
da
queste
parti
?
»
«
Siamo
venuti
a
visitare
Pomposa
»
,
dichiarò
,
imbarazzato
,
Soavi
.
«
Ah
!
Pomposa
!
E
dicano
,
già
che
sono
letterati
,
di
che
secolo
è
l
'
abbazia
?
»
I
due
giovanotti
restarono
a
bocca
aperta
.
Davvero
non
sapevano
che
rispondere
.
«
Già
,
forse
...
Però
...
»
balbettò
Tadini
.
«
Credo
che
nel
1200
...
Forse
un
po
'
prima
...
»
«
Cari
signori
,
non
ci
siamo
»
,
tagliò
brusco
il
maresciallo
.
«
Le
prime
notizie
del
monastero
risalgono
al
IX
secolo
.
La
chiesa
è
anteriore
.
Documenti
,
prego
!
»
I
passaporti
parlavano
chiaro
:
giornalista
e
dottore
in
lettere
.
«
Incredibile
»
,
bisbigliò
,
stupito
,
il
sottufficiale
.
Poi
,
salutando
militarmente
:
«
Scusino
.
Posso
offrire
un
cognac
?
Brinderemo
alla
bellezza
di
Pomposa
.
Mi
era
stata
segnalata
la
presenza
della
loro
bella
macchina
.
Qualcuno
li
aveva
presi
per
ladri
d
'
automobili
.
Questo
paese
è
fatto
così
...
»
Pensando
al
linciaggio
del
ladro
di
biciclette
,
i
due
letterati
rabbrividirono
.
StampaQuotidiana ,
La
grande
stagione
degli
«
scherzi
per
famiglia
»
durò
quindici
anni
:
dal
1900
al
1915
.
Una
breve
estate
di
San
Martino
dei
giochetti
«
esilaranti
»
e
delle
«
divertenti
sorprese
»
Si
ebbe
nel
quinquennio
attorno
alla
marcia
su
Roma
.
Fautori
di
quelle
«
amenità
»
erano
certi
scapoli
«
impenitenti
»
,
sbarazzini
fino
alle
soglie
della
vecchiaia
,
oggi
rari
quanto
gli
orsi
in
Abruzzo
,
e
certi
signori
di
mezza
età
,
apparentemente
austeri
,
ma
pieni
di
nascosta
goliardia
.
Le
tasche
di
quei
campioni
,
insostituibili
animatori
delle
vecchie
villeggiature
,
specialmente
in
settembre
,
erano
sempre
piene
di
munizioni
:
finte
mosche
e
finti
ragni
da
gettare
di
soppiatto
nelle
pietanze
,
polvere
per
dare
il
prurito
,
sigarette
esplosive
,
bocchini
detonanti
,
fiammiferi
pirotecnici
,
cucchiaini
solubili
nel
caffè
,
finte
piaghe
da
applicarsi
alle
mani
o
al
viso
,
pompette
di
gomma
per
far
sussultare
i
piatti
da
sotto
la
tovaglia
,
bombolette
di
vetro
capaci
di
sprigionare
puzze
irresistibili
eccetera
.
Gli
specialisti
di
quarant
'
anni
fa
erano
nichilisti
in
embrione
.
Non
risparmiavano
nessuno
.
Non
li
arrestava
né
la
bellezza
femminile
,
né
la
severità
dei
senatori
.
Io
stesso
rammento
,
una
sera
d
'
estate
,
a
Viareggio
,
donna
Franca
Florio
,
considerata
allora
regina
di
avvenenza
ed
eleganza
,
grattarsi
furiosamente
per
una
buona
dose
di
polvere
cavallina
soffiatale
nel
décolleté
dal
barone
Donnorso
.
Lo
stesso
gentiluomo
che
un
'
altra
volta
aveva
bruciacchiato
i
baffi
del
generale
Petitti
di
Loreto
,
aiutante
di
campo
del
re
,
accendendogli
un
falso
avana
esplosivo
.
Quei
giochetti
,
talvolta
arditissimi
,
non
avevano
mai
conseguenze
preoccupanti
o
spiacevoli
.
Il
buonumore
costava
meno
,
un
po
'
di
cattivo
gusto
non
era
peccato
mortale
.
Una
gran
dama
,
un
generale
,
un
ministro
si
sentivano
troppo
al
sicuro
e
troppo
sicuri
di
sé
,
per
temere
quei
piccoli
attentati
.
Altri
tempi
.
L
'
altra
sera
,
un
distinto
giovanotto
mi
raccontava
,
con
tristezza
un
po
'
sbalordita
,
di
essere
stato
cacciato
di
casa
dalla
findanzata
(
nozze
già
fissate
a
ottobre
)
e
dai
futuri
suoceri
,
facoltosi
borghesi
,
per
aver
sparso
un
po
'
di
polvere
per
far
grattare
in
salotto
,
durante
un
ricevimento
,
e
aver
gettato
un
paio
di
bombette
pestilenziali
sul
pianerottolo
.
«
Domando
e
dico
,
che
male
c
'
è
?
»
ripeteva
il
giovane
.
«
Non
si
può
più
scherzare
.
»
Già
.
Non
si
può
.
O
,
perlomeno
,
non
più
come
una
volta
.
Da
qualche
anno
a
questa
parte
il
verbo
«
grattare
»
è
diventato
una
cosa
estremamente
seria
.
Durante
una
conferenza
-
stampa
,
il
leader
del
partito
algerino
pro
-
Francia
,
Sidi
Cara
,
ha
illustrato
il
libero
arbitrio
maomettano
dicendo
:
«
Allah
ha
dato
le
noci
agli
uomini
,
ma
non
gliele
rompe
»
.
StampaQuotidiana ,
Giorni
fa
,
a
San
Antonio
,
nel
Texas
,
due
sorelle
di
sangue
indio
,
Inecita
e
Ines
,
hanno
festeggiato
il
loro
centesimo
compleanno
.
Circa
tremila
cittadini
si
sono
riuniti
attorno
alle
vegliarde
e
il
sindaco
ha
pronunciato
un
discorso
:
mettendo
fra
l
'
altro
in
rilievo
che
per
la
prima
volta
due
gemelli
raggiungevano
insieme
il
traguardo
del
secolo
.
Vi
è
di
più
:
le
vecchie
sorelle
sconvolgono
,
con
la
loro
biografia
e
le
loro
abitudini
,
ogni
opinione
sulla
longevità
.
Ines
si
è
sposata
tre
volte
e
ha
avuto
,
complessivamente
,
14
figli
;
Inecita
è
rimasta
nubile
,
nonostante
diverse
proposte
di
matrimonio
.
Ines
è
sempre
stata
sobria
,
non
ha
mai
bevuto
alcoolici
,
si
è
nutrita
prevalentemente
di
latte
e
verdura
,
assaggiando
un
po
'
di
carne
soltanto
a
Natale
e
Pasqua
;
Inecita
non
può
fare
a
meno
della
carne
due
volte
al
giorno
,
preferibilmente
al
sangue
,
pasteggia
indifferentemente
con
vino
o
birra
,
va
matta
per
i
liquori
forti
.
Una
punta
di
zenzero
o
un
acino
di
pepe
bastano
a
sconvolgere
lo
stomaco
dell
'
Ines
,
mentre
Inecita
ha
un
debole
per
i
peperoni
infuocati
e
seppellisce
le
sue
bistecche
nel
pepe
di
Cajenna
e
nelle
salse
piccanti
.
Ines
è
piuttosto
apprensiva
e
malinconica
;
Inecita
,
a
dispetto
del
nubilato
,
fu
instancabile
ballerina
,
e
ha
tuttora
un
carattere
allegro
e
spensierato
.
Sembra
,
dunque
,
che
le
strade
per
arrivare
senza
troppi
guasti
a
tardissima
età
siano
diverse
e
perfino
opposte
,
anche
per
creature
concepite
e
generate
assieme
,
biologicamente
omogenee
.
Del
resto
,
a
parte
l
'
età
,
i
famosi
fratelli
Ciang
,
originari
del
Siam
e
in
seguito
cittadini
americani
(
dopo
i
quali
tutti
i
fratelli
attaccati
assieme
furono
detti
«
siamesi
»
)
,
rappresentarono
,
nella
seconda
metà
del
secolo
scorso
,
un
vero
enigma
:
non
soltanto
dal
punto
di
vista
genetico
,
ma
anche
psicologico
e
morale
.
Uno
era
religiosissimo
,
l
'
altro
miscredente
:
uno
sobrio
fino
alla
mortificazione
,
l
'
altro
dedito
al
gioco
e
all
'
alcool
.
Essendo
indissolubilmente
legati
,
s
'
erano
messi
d
'
accordo
:
quello
morigerato
,
seduto
di
traverso
sulla
panca
della
bettola
o
della
bisca
,
leggeva
la
Bibbia
mentre
l
'
altro
sbevazzava
whisky
o
rilanciava
a
poker
;
il
dissoluto
,
in
chiesa
,
guardava
distrattamente
cose
e
persone
,
mentre
il
fratello
pregava
.
Il
buono
,
fatto
incredibile
,
era
di
«
costituzione
più
forte
»
:
ma
fu
«
costretto
»
a
morire
sessantenne
in
seguito
a
una
polmonite
doppia
buscata
dal
fratello
.
Tutto
ciò
fa
pensare
che
l
'
eguaglianza
fra
gli
uomini
sia
un
nobile
obiettivo
,
ma
alquanto
difficile
da
raggiungere
.
I
giocattoli
di
moda
a
Londra
rappresentano
animali
preistorici
in
gomma
:
brontosauri
,
tirannosauri
,
plesiosauri
eccetera
.
Sembra
che
i
bambini
provino
speciale
simpatia
per
i
dinosauri
.
StampaQuotidiana ,
Mentre
Montecitorio
e
Palazzo
Madama
aprono
i
battenti
agli
eletti
per
la
terza
Legislatura
,
la
legione
degli
«
antiriservatisti
»
affila
le
armi
.
Si
tratta
di
quei
cittadini
,
numerosissimi
e
compatti
,
che
,
a
prescindere
dall
'
orientamento
politico
,
dalle
condizioni
sociali
e
dalla
cultura
,
sono
accomunati
dalla
medesima
,
irriducibile
avversione
per
i
posti
riservati
sui
treni
ai
deputati
e
ai
senatori
.
Al
ritorno
da
un
viaggio
,
lungo
o
breve
,
gli
«
antiriservatisti
»
hanno
sempre
da
raccontare
ai
conoscenti
una
storia
di
vagoni
affollati
fino
all
'
inverosimile
,
pieni
di
vecchi
gementi
,
di
spose
incinte
,
di
bambini
esangui
,
costretti
a
pigiarsi
nei
corridoi
e
sulle
piastre
di
congiunzione
,
mentre
vuoti
,
beffardi
,
inaccessibili
,
i
posti
riservati
«
a
quei
signori
di
Roma
»
fiammeggiano
come
troni
.
La
plebe
ferroviaria
,
nonostante
le
imprecazioni
soffocate
e
lo
sdegno
,
non
oserebbe
protestare
e
partire
all
'
assalto
degli
strapuntini
privilegiati
,
se
l
'
«
antiriservatista
»
non
fosse
lì
,
vigile
e
fremente
,
per
«
mettere
le
cose
a
posto
»
.
«
Siccome
il
controllore
faceva
il
furbo
»
,
egli
racconta
,
«
andai
diritto
dal
capotreno
.
Lo
trovo
spaparanzato
sul
suo
comodo
sedile
,
a
fumare
.
Un
emiliano
grosso
e
rosso
in
faccia
.
«
"
Con
le
tasse
che
paghiamo
,
è
un
'
indecenza
!
"
gli
dico
.
«
Lui
mi
squadra
con
un
'
aria
da
generale
,
poi
mi
fa
:
«
"
Cosa
c
'
entrano
le
tasse
?
"
«
Capito
?
Se
invece
di
trovare
uno
che
sa
il
fatto
suo
,
avesse
trovato
un
disgraziato
qualsiasi
,
lo
avrebbe
smontato
.
Con
me
,
cari
miei
,
invitava
la
lepre
a
correre
.
Non
sto
a
dirvi
cosa
mi
è
uscito
dalla
bocca
!
"
Cosa
c
'
entrano
le
tasse
?
E
a
voi
,
lo
stipendio
con
che
soldi
ve
lo
pagano
?
E
a
'
quei
signori
di
Roma
'
,
che
hanno
sempre
il
posto
bello
pronto
,
mentre
noi
viaggiamo
come
le
bestie
?
Sissignore
,
come
le
bestie
!
E
questa
sarebbe
la
democrazia
?
Ma
mi
faccia
il
santo
piacere
,
mi
faccia
!
Ho
viaggiato
in
Svizzera
,
Francia
,
Svezia
,
Olanda
,
Inghilterra
,
Danimarca
,
caro
signore
!
Neppure
in
vagone
bestiame
succede
quello
che
qui
succede
in
prima
!
Vergogna
!
Vada
di
là
,
a
vedere
,
vada
!
Come
si
fa
,
in
questi
casi
,
domando
e
dico
,
a
tenere
posti
riservati
.
"
Insomma
,
mi
meraviglio
che
non
mi
abbiano
arrestato
.
Invece
,
sia
pure
in
malo
modo
,
hanno
dato
il
permesso
di
sedersi
.
Bisognava
sentire
le
benedizioni
!
Per
poco
,
una
vecchia
signora
,
distintissima
,
non
mi
ha
baciato
le
mani
.
È
inutile
,
ragazzi
.
Gli
italiani
,
gira
e
rigira
,
sono
troppo
buoni
!
»
Ho
tuttavia
conosciuto
un
famoso
«
antiriservatista
»
che
licenziò
su
due
piedi
la
domestica
perché
usava
il
gabinetto
dei
padroni
anziché
quello
della
servitù
.
Negli
Stati
Uniti
è
in
vendita
una
pillola
che
permette
di
esporsi
in
pieno
sole
senza
pericolo
di
insolazioni
.
Evita
,
in
parte
,
anche
le
scottature
.
StampaQuotidiana ,
Scagliare
frecce
contro
i
vari
festival
di
canzoni
che
ogni
anno
vengono
organizzati
in
Italia
,
un
po
'
dappertutto
,
da
Sanremo
a
Velletri
,
da
Venezia
a
La
Spezia
,
è
diventato
facile
tirassegno
.
A
parte
la
natura
polemica
di
tutti
i
concorsi
,
nei
quali
giocano
gusti
contrastanti
,
simpatie
ed
interessi
,
la
canzone
è
materia
talmente
popolare
da
suscitare
passioni
quasi
sportive
.
Si
«
tifa
»
per
Edera
o
per
il
Blu
dipinto
di
blu
come
si
è
«
milanisti
»
o
«
interisti
»
.
Nulla
di
straordinario
,
perciò
,
che
attorno
a
un
festival
s
'
intreccino
pareri
discordi
,
condanne
ed
entusiasmi
,
consensi
e
dissensi
.
Segni
di
vitalità
.
Una
cosa
,
però
,
non
è
stata
ancora
detta
abbastanza
e
con
sufficiente
chiarezza
:
che
,
cioè
,
í
diversi
festival
,
così
come
oggi
sono
fatti
,
pur
ammettendo
le
esigenze
spettacolari
,
vieppiù
accentuate
dalla
Tv
,
sono
festival
di
cantanti
,
di
orchestre
,
perfino
di
scenografi
e
di
registi
,
assai
più
che
di
canzoni
.
Giacché
la
canzone
,
destinata
alla
strada
,
deve
essere
giudicata
per
i
suoi
valori
essenziali
,
per
la
sua
vena
,
per
quella
grazia
popolare
che
deve
sopravvivere
,
tanto
o
poco
,
anche
nelle
voci
più
stonate
.
Presentare
le
canzoni
attraverso
«
arrangiamenti
»
più
o
meno
scaltri
,
con
orchestre
addirittura
sinfoniche
,
cantanti
più
o
meno
abili
,
simpatici
,
avvenenti
,
dalla
voce
più
o
meno
suggestiva
,
significa
snaturare
,
gradualmente
,
il
significato
di
una
rassegna
e
di
un
concorso
.
Partiti
dalla
canzone
,
si
arriva
al
«
ritmo
»
,
al
ballabile
fine
a
se
stesso
;
si
dimentica
che
la
canzone
è
fatta
anche
di
«
parole
»
;
che
è
fatta
per
essere
...
cantata
,
prima
che
adattata
,
ballata
o
,
magari
,
sceneggiata
.
Altrimenti
,
chiama
e
rispondi
.
Come
se
in
un
concorso
di
bellezza
si
,
giudicasse
in
base
alle
toilettes
.
Se
questo
vale
per
tutti
i
festival
in
genere
,
figuriamoci
per
quello
della
canzone
napoletana
:
canzone
,
più
di
ogni
altra
,
nata
dal
popolo
,
fra
la
povertà
delle
cose
e
le
ricchezze
del
cuore
.
Nobile
e
nuda
:
contessa
scalza
delle
canzoni
.
Invece
l
'
altra
sera
,
assistendo
alla
teletrasmissione
del
6°
Festival
napoletano
,
dove
hanno
fatto
irruzione
perfino
i
ritmi
del
Texas
e
del
Tennessee
,
dove
due
orchestre
gareggiavano
in
esibizionismi
tecnici
,
variazioni
,
ibridazioni
,
raucedini
di
tromba
alla
Armstrong
e
«
satinati
»
alla
francese
,
ho
capito
che
Napoli
,
stancatasi
di
Lauro
,
comincia
a
essere
stanca
anche
del
suo
folclore
.
Purtroppo
o
finalmente
?