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> autore_s:"GONELLA GUIDO"
StampaQuotidiana ,
Domani avranno luogo le elezioni spagnole di secondo turno , elezioni supplettive che non potranno per nulla spostare i già acquisiti risultati . Le sinistre hanno vinto , Azaña ha riconquistato il potere , le rivendicazioni del Fronte popolare sono già in via di realizzazione . Assai simbolico a questo proposito è il fatto che i condannati politici siano stati lasciati liberi e portati in trionfo per le città ancora prima della pubblicazione della generosa amnistia . Che significato ha il grave rivolgimento avvenuto nella politica spagnola , ed a quali mete tendono i nuovi orientamenti dell ' opera governativa ? Su questi problemi assai complessi rileviamo le impressioni di alcuni dei più autorevoli organi dell ' opinione pubblica internazionale . 1 ) Immaturità di un sistema politico . Una delle ragioni dei troppo facili capovolgimenti dell ' ordinamento politico spagnolo è ritenuta da alcuni l ' immaturità della Spagna ai sistemi democratici . « La verità è scrive il " Journal de Génève " che la Spagna non è matura per la democrazia . Ne aveva già date prove eloquenti in passato , e le ultime elezioni lo riconfermano una volta ancora . L ' equilibrio politico che solo assicura ad una nazione un massimo di benessere , non si acquista né in un qualche mese , né in un qualche anno . I cittadini hanno bisogno della pratica di più generazioni per arrivare a comprendere le responsabilità di arbitri dei destini del loro paese . Con uomini così di passione come gli spagnoli , questo tirocinio è più difficile che altrove . Essi si lanciano violentemente da sinistra a destra e da destra a sinistra , ed i capi popolari passano spesso direttamente dalla prigione al potere » . Tale è una delle spiegazioni di quella che lo stesso giornale chiama « tempesta d ' inverno » . 2 ) Influenze comuniste sulla formazione dei « Fronti popolari » . In Spagna è avvenuto ciò che minaccia d ' avvenire prossimamente in Francia . « L ' Echo de Paris » , sotto il titolo Régardez l ' Espagne ! , scrive : « Gli spagnoli hanno votato con un sistema di scrutinio il quale , benché assai differente dal nostro , conduce ugualmente a dividere gli elettori in due blocchi . Anch ' essi hanno avuto un Fronte popolare . Pure gli spagnoli hanno subita la manovra comunista , poiché senza dubbio il Komintern intende applicare all ' Occidente ( Belgio , Francia , Spagna ) la sua nuova strategia di conquista legale del potere . E il blocco di sinistra ha ottenuta la vittoria » . Su motivi analoghi insistono molti giornali tedeschi . 3 ) Mancanza di un programma governativo delle sinistre . La vittoria delle sinistre non è la vittoria di un programma . Per questo la loro opera governativa non potrà non essere incerta , indecisa , contraddittoria . « Il fronte popolare scrive " l ' Intransigeant " non è un partito : è una alleanza elettorale alla quale hanno partecipato in Spagna dei repubblicani avanzati ma uomini di governo come Azaña , e degli estremisti come Largo Caballero , il quale vuoi farsi passare come una specie di Lenin spagnolo » . « Vi è un disaccordo completo aggiunge il " Journal de Génève " fra i borghesi di sinistra ed i proletari su molti punti assai importanti . Socialisti e comunisti commettono la follia di voler nazionalizzare le banche , mentre i loro alleati vi si oppongono . Contrasto non meno accentuato vi è sulla questione dei sussidi e della disoccupazione . Irritazione ancora maggiore mostrano í repubblicani di sinistra nei riguardi del controllo operaio che i partigiani di Caballero vorrebbero instaurare . Opposizione aperta vi è infine fra le due ali del fronte popolare in materia di nazionalizzazione delle terre reclamata dai socialisti » . 4 ) Asservimento del governo al socialismo . Si deve agli elementi dell ' estrema sinistra se la bilancia è piegata in un senso piuttosto che in un altro . Essi anche nel Parlamento restano padroni della situazione potendo rovesciare ad ogni momento il governo di Azaña che ha bisogno dei loro suffragi . « Certamente nota il " Temps " il gabinetto Azaña , che è un governo di minoranza , è obbligato a dare certe soddisfazioni immediate ai partiti estremisti che furono alleati ai repubblicani di sinistra ed ai radicali dissidenti nella lotta elettorale aprendo così la via al potere » . Solo con questa politica delle progressive soddisfazioni e dei compromessi Azaña potrà conservare il potere . 5 ) Carattere reazionario dei primi provvedimenti . A cominciare dall ' amnistia fino alla distruzione delle chiese , i provvedimenti governativi ed i movimenti della piazza vanno assumendo un carattere rivoluzionario . Tutti i governatori di province , i magistrati , i funzionari e gli agenti sospetti , a torto o a ragione , di essere contrari alle sinistre saranno rimpiazzati . « I più piccoli impiegati , i più umili funzionari scrive " L ' Echo de Paris " dovranno cedere il posto , se non sono di sinistra , agli antichi occupanti . Ecco ciò che si chiama governare » . Le misure a favore delle Camere del lavoro , delle associazioni anarchiche , dei condannati per i cosiddetti delitti sociali che non sono delitti politici ma crimini comuni , la violenza della piazza contro le sedi di associazioni scuole e giornali cattolici determina fin d ' ora , nelle sue grandi linee , il duplice indirizzo del governo e della massa rivoluzionaria . 6 ) Separatismo . Usciti trionfalmente dal carcere i responsabili dei moti separatisti di Barcellona , il problema catalano e quello separatista in genere si ripresenta in tutta la sua gravità . « La questione nota un giornale di destra è posta esattamente come all ' indomani della caduta della monarchia . I catalani più moderati esigono che il nuovo governo rimetta in vigore lo statuto catalano , tale quale fu votato , si ricorda bene in mezzo a quale agitazione , dalle prime Cortes nel 1931 » . Il rovesciamento delle posizioni politiche ha rimesso sul tappeto anche questo grave problema che certamente è uno dei più preoccupanti per la Spagna repubblicana . Come uscirà il governo da tutte queste incertezze di programmi e di metodi , da questa pressione delle passioni rivoluzionarie , da questa instabilità parlamentare che lo agganciò al socialismo , da questa complessità di problemi che toccano le radici della stessa Costituzione repubblicana ? E non solamente questi sono gli interrogativi davanti ai quali viene posto l ' osservatore della situazione spagnola .
StampaQuotidiana ,
Prima di giudicare i motivi che hanno indotto il Reich alla inattesa e clamorosa iniziativa di sabato scorso , e di valutare conseguentemente la gravità dell ' attuale tensione europea è necessario avere una esatta nozione degli impegni ai quali la Germania , con iniziativa unilaterale , intende rinunciare . Le azioni diplomatiche e societarie dei prossimi giorni verteranno sulle seguenti infrazioni : 1 ) Trattato di Versailles ( sezione III ) . L ' art . 42 prescrive : « È interdetto alla Germania mantenere o costruire fortificazioni sia sulla riva sinistra del Reno , sia sulla riva destra ad ovest di una linea tracciata a 50 km ad est di questo fiume » . L ' art . 43 aggiunge : « Sono ugualmente interdetti nella zona definita dall ' art . 42 lo stanziamento o il concentramento di forze armate , sia a titolo permanente , sia a titolo temporaneo , nonché tutte le manovre militari , di qualsiasi natura , ed il mantenimento di ogni opera di mobilitazione » . Infine l ' art . 44 prevede : « Nel caso in cui la Germania contravvenga , in qualsiasi maniera , alle disposizioni degli articoli 42 e 43 , essa sarà considerata come commettente un atto ostile contro le potenze firmatarie del presente trattato e come provocatrice di turbamento della pace del mondo » . 2 ) Patto di Locarno . I predetti articoli del trattato di Versailles sono esplicitamente richiamati dal Patto di Locarno che mira appunto a fornire garanzie nell ' osservanza di tali impegni . L ' art . 1 del Patto di Locarno prescrive : « Le Alte parti contraenti garantiscono individualmente e collettivamente , come è stipulato negli articoli seguenti , il mantenimento dello statu quo territoriale risultante dalle frontiere fra la Germania ed il Belgio , fra la Germania e la Francia , e la inviolabilità delle dette frontiere come sono state fissate da od in esecuzione del trattato di pace firmato a Versailles il 28 giugno 1919 , nonché l ' osservanza delle disposizioni dell ' art . 42 , 43 del detto trattato riguardanti la zona demilitarizzata » . L ' art . 8 stabilisce : « Il presente trattato sarà registrato presso la Società delle Nazioni in conformità del Patto della Società . Esso resterà in vigore fino a che , su domanda di una delle Alte parti contraenti , notificata alle altre potenze firmatarie tre mesi prima , il Consiglio , votando alla maggioranza di due terzi almeno , constati che la Società delle Nazioni assicura alle Alte parti contraenti delle garanzie sufficienti , ed il trattato cesserà allora i suoi effetti allo spirare del termine di un anno » . Dunque per ciò che riguarda la sostanza ( ingresso delle truppe nella zona smilitarizzata ) si avrebbe un ' infrazione degli articoli 42 e 43 del trattato di Versailles e dell ' art . 1 del Patto di Locarno , per ciò che riguarda la procedura della denuncia del Patto di Locarno si avrebbe un ' infrazione dell ' art . 8 di detto Patto , nonché dell ' art . 3 che prescrive di sottoporre le controversie a procedure arbitrali e di conciliazione . Nel caso delle predette infrazioni quali procedimenti sono previsti dal Patto di Locarno ? Anzitutto l ' art . 2 stabilisce che le parti non stipulano un impegno di « non ricorso » alla guerra per il caso in cui sia necessaria « un ' azione immediata » di carattere militare provocata da un concentramento di forze armate nella zona smilitarizzata . In secondo luogo si determina ( art . 4 ) che una delle parti può portare immediatamente la controversia davanti al Consiglio della Lega , il quale , quando avrà constatato che una tale violazione è stata commessa , ne darà avviso alle Potenze firmatarie del trattato le quali si impegnano di prestare immediata assistenza alla Potenza i cui interessi sono lesi dall ' infrazione . Tali sono i termini giuridici della controversia . In realtà la questione è ben più ampia , e va , con i suoi aspetti politici e militari , assai oltre queste determinazioni di Patti . L ' iniziativa germanica :.., rimesso sul tappeto , in una forma clamorosa , la validità non solo del trattato di pace che nel discorso di Hitler viene definito « funesto » , « insensato » , « odioso » , « irragionevole » , ecc . ma anche di un Patto , quale è quello di Locarno , che le parti hanno volontariamente e liberamente sottoscritto . Anzi , di tale Patto fu appunto Stresemann l ' iniziatore , mentre da parte franco - inglese non mancarono titubanze e riserve , almeno inizialmente . Lo stesso Hitler riconfermava la volontà di rispettare questo accordo negoziato su un piede di uguaglianza . Il trattato franco - sovietico , non ancora ratificato da ambedue i rami del Parlamento francese , viene considerato dalla Germania come disse Hitler un ' alleanza militare antitedesca : tale sarebbe stato il motivo della denuncia del Patto di Locarno . La stampa francese fa presente come una parte non abbia libertà di rinunciare agli impegni se non secondo le procedure che prevedono il ricorso a Ginevra , il deferimento all ' arbitrato di ogni eventuale controversia , il perdurare degli effetti del Patto fino ad un anno dopo l ' abrogazione che deve essere effettuata non dalle parti ma dalla Lega ( art . 8 ) . Per queste ragioni l ' opinione francese considera il gesto germanico non una denuncia ma una violazione , e , come risulta dalle dichiarazioni di Sarraut , l ' esame delle nuove proposte germaniche viene posposto alla questione fondamentale e preliminare di trarre le conseguenze contro la violazione , secondo quanto prevede il Patto . Passa quindi in seconda linea la questione della compatibilità del Patto franco - russo col Patto di Locarno , sulla quale questione del resto il governo francese si era dichiarato disposto di adire alla Corte dell ' Aja davanti alla quale la Germania avrebbe potuto far valere le sue argomentazioni . Quindi da parte francese come ha esplicitamente detto Sarraut viene rifiutata ogni trattativa sulle proposte tedesche e sul Patto franco - sovietico . Il punto di partenza d ' ogni azione della Lega , alla quale la Francia si è rivolta , sarà un giudizio sul fatto compiuto della militarizzazione della Renania e sul fatto compiuto del ripudio unilaterale dei trattati . Le riunioni di domani a Parigi e di venerdì a Ginevra verteranno su tali argomenti . Prescindendo dai vari e complessi motivi extra - giuridici che hanno determinata l ' iniziativa tedesca e che sono presentati sul piano di imprescindibili rivendicazioni dell ' onore nazionale , si assiste con preoccupazione assai viva all ' eclisse di quel Patto di Locarno il quale , nella foresta delle convenzioni internazionali , si poteva considerare il principale punto di orientamento e la principale garanzia della pace . Con tale Patto veniva posto fine alle controversie territoriali in quella zona renana che fu sempre motivo di penosi turbamenti , ed il reciproco riconoscimento dei confini fra la Francia , il Belgio e la Germania veniva posto sotto la garanzia dell ' Italia e dell ' Inghilterra . Nessuna soluzione più rispondente alle necessità di un riavvicinamento franco - germanico , di una cooperazione anglo - italiana poteva essere trovata in vista di un assetto della pace europea sulla base di una sicurezza veramente « collettiva » . Collettivismo pratico e positivo , non rettorico ed astratto . A Locarno un passo gigantesco era stato fatto , ma l ' ombra del trattato di Versailles è rimasta proiettata sugli articoli del Patto . Oggi il rinato nazionalismo germanico dà alle costruzioni giuridiche e contrattuali una scossa che Hitler ritiene « finale nella lotta per l ' uguaglianza dei diritti della Germania » , mentre si chiamano gli uomini e le donne del Reich a « fare il giuramento di non retrocedere davanti ad alcuna misura di forza per ristabilire l ' onore del popolo » . È questa la strada che conduce alla ricostruzione della « famiglia europea » auspicata da Hitler ? Troppo odio avvelena il mondo mentre la parola data perde il suo carattere sacro .
UN RAPPORTO DI STALIN SUL COMUNISMO ( GONELLA GUIDO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
La relazione presentata da Stalin all ' Assemblea plenaria del Comitato Centrale del Partito comunista riunito a Mosca il 3 marzo viene solo ora pubblicata dalla stampa ufficiale sovietica . Le parole del dittatore rosso sono autorevole fonte per giudicare quali siano i propositi della nuova politica sovietica sia interna che estera dopo la promulgazione del nuovo ordinamento costituzionale dello scorso dicembre , ordinamento che ora si va progressivamente attuando . La relazione di Stalin , alla quale non manca la solita prolissità della verbosa eloquenza sovietica , ha soprattutto la preoccupazione , o presunzione , di mettere le cose in chiaro a proposito dei recenti processi e della ferocia con la quale si è proceduto contro la vecchia guardia leninista la quale è stata spazzata via dalla nuova ondata di terrore staliniano . Nel groviglio delle notizie contraddittorie e tendenziose è bene ascoltare la voce che viene dal Kremlino , poiché nelle stesse parole di Stalin vi è già una denuncia della miseria morale del sistema trionfante . Lo spettro interno , il grande e spaventoso spettro del bolscevismo ufficiale , è stato ed è il « trotzkismo » . È opportuno tener presente il duplice senso che ha il termine « trotzkismo » . Anzitutto significa una dottrina rivoluzionaria , la dottrina rivoluzionaria della IV Internazionale che sostiene la necessità della diffusione del comunismo e la necessità della rivoluzione mondiale come condizione del consolidamento del sistema interno del comunismo russo ( questa teoria è in contrasto con quella staliniana che inverte i termini ponendo in primo piano il consolidamento del sistema comunista in Russia ) . In secondo luogo per « trotzkismo » si intende il nemico interiore , il nemico che il comunismo esprime dal suo stesso seno , diversamente dal nemico esteriore definito sinteticamente « fascismo » . La relazione di Stalin è particolarmente espressiva nel dipingere a chiare tinte questo nemico interiore che il Kremlino potrà chiamare anche « trotzkismo » ma che noi chiamiamo quintessenza del sistema politico e del costume morale sovietico . Stalin ci racconta che questi comunisti non ortodossi esercitavano prevalentemente la loro attività in combutta con elementi dello spionaggio straniero penetrando con la loro azione corrosiva nelle « organizzazioni base » dello Stato . Sulle spalle di questi cosiddetti sabotatori si caricano le accuse delle peggiori immoralità pubbliche e private , e Stalin conclude definendo questa gente « una banda di sabotatori senza princìpi , di spioni e di assassini » . Di fronte a queste definizioni si possono porre vari interrogativi . Anzitutto , quale è il regime dal cui ambiente i sabotatori , gli spioni , gli assassini escono in così ricca schiera ? Si tratta forse dell ' immancabile zavorra di ogni regime ? Per rispondere a questa domanda bisogna ricordare che , escluso Stalin , tutti coloro che Lenin ha nel suo testamento espressamente nominati come suoi eredi spirituali ( se di spirito si può parlare ) , proprio tutti costoro sono stati o giustiziati o banditi . Quindi i sabotatori , gli spioni e gli assassini sono appunto la quintessenza del leninismo . Tutto ciò era ben noto al mondo ; ma la definizione staliniana è una conferma troppo autorevole per non esser archiviata . Quale fu la causa di questa corrosione interiore esercitata perfino nelle organizzazioni - base ? Stalin risponde : « I nostri camerati , nel corso degli ultimi anni , sono stati interamente assorbiti dal lavoro economico . Offuscati dai successi ottenuti sul terreno economico , sono arrivati a considerare come secondarie , poco importanti le altre questioni che sono invece essenziali » . Evidentemente si tratta di mascherare con palliativi le ragioni vere del disordine , cioè la crisi del sistema che si allarga ed ingigantisce malgrado il terrorismo , malgrado la vasta rete delle organizzazioni poliziesche che sono costituite da camerati non certo « assorbiti dal lavoro economico » . Per ridare ossigeno all ' organizzazione del partito , che è in crisi sia per ciò che riguarda i principi come per ciò che riguarda la pratica , Stalin propone un nuovo sistema di formazione dei dirigenti e di organizzazione dei quadri mediante rigorose selezioni per l ' avanzamento dei lavoratori nel rango dirigenti . Ciò si impone specialmente in vista delle prossime elezioni nelle quali la vantata libertà elettorale dovrà essere arginata dall ' azione del partito . Stalin riafferma con particolare vigore la necessità di tener fede al principio della lotta di classe . Ciò può servire in modo particolare a coloro che si illudono ritenendo possibile un miglioramento del sistema sovietico , coloro i quali , come affermava il Santo Padre nella sua enciclica , « riferendosi a certi cambiamenti introdotti recentemente nella legislazione sovietica ne concludono che il comunismo sia per abbandonare il suo programma di lotta contro Dio » . « Procurate , Venerabili Fratelli aggiungeva il Santo Padre che i fedeli non si lascino ingannare . Il comunismo è intrinsecamente perverso » . A proposito della lotta di classe che si poteva ritenere almeno assopita con la dittatura del proletariato , Stalin dice : « È necessario combattere e rigettare la teoria cattiva secondo la quale , a misura che avanziamo , la lotta di classe dovrebbe per noi diminuire , la teoria cattiva secondo la quale a misura che aumentano i nostri successi dovrebbe diminuire la resistenza dei nostri nemici : al contrario , più avanziamo più otterremo successo e più i resti delle classi che abbiamo vinte si eserciteranno contro di noi » . Quindi , rinnovata insistenza nella lotta classista . Quanto alla politica estera il rapporto di Stalin dice ben poco . Invece è espressiva la rimozione avvenuta negli ultimi giorni del sottosegretario agli Esteri Krestinskij il quale era fautore di una politica di avvicinamento alla Germania in contrasto con Litvinov che si mantiene favorevole al trattato franco - sovietico ed alla politica societaria . Il passaggio di Krestinskij ad altro dicastero è considerato come un rafforzamento delle direttive di Litvinov che , anche negli avvenimenti spagnoli , ha una politica prevalentemente interventista nelle cose occidentali .
DALL'OLIGARCHIA ALLA DITTATURA RUSSA ( GONELLA GUIDO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
Il caso Yagoda interessa non tanto come episodio del terrorismo sovietico quanto come sintomo di una evoluzione del regime . La conoscenza delle cose russe è spesso così indiretta e contraddittoria che la politica europea è costretta a far tesoro anche di semplici episodi per poi collegarli allo sviluppo generale delle cose russe . L ' episodio Yagoda è considerato rivelatore rispetto i rapporti fra la politica e l ' esercito . Le grandi organizzazioni della polizia segreta ( Ceka , Ghepeù ) che hanno foscamente caratterizzato il regime sovietico nel primo ventennio di vita tendono a lasciare posto all ' affermarsi sempre più accentuato di una dittatura di carattere militare la quale finirebbe per soppiantare in modo definitivo quell ' oligarchia politica degli intimi collaboratori di Lenin che si ritenevano gli eredi della dottrina rivoluzionaria . Finché il regime conservava un carattere oligarchico la polizia segreta aveva una funzione di primo piano , specialmente in rapporto ai sospetti ed agli antagonismi fra i vari capi . Frantumata l ' oligarchia con la strage dei leninisti della prima ora , tutto il regime tende ad assumere un ' altra fisionomia . La fisionomia militarista e dittatoriale , lo zarismo rinnovato nella forma , ricopiato nella sostanza . Che l ' oligarchia sia negli ultimi anni tramontata , è stato sufficientemente ricordato dalle cronache degli ultimi anni . Il « Temps » , ricordando sinteticamente il cammino percorso dal 1924 , cioè dall ' anno della morte di Lenin , rileva che a quell ' epoca Stalin non era che uno dei membri del triumvirato supremo del quale facevano parte anche Zinoviev e Kamenev . Trotzkij aveva in mano l ' esercito , ed ai supremi posti di comando dell ' oligarchia sovietica stavano Bucharin , Rykov e Tomskij , dei quali erano primi collaboratori Radek , Piatakov , Sokolnikov . Questo stato maggiore è scomparso e con esso è scomparso il regime oligarchico . Trotzkij si è salvato in esilio , Radek è in prigione , Bucharin e Rykov , espulsi dal partito sono sorvegliati speciali : tutti gli altri furono giustiziati . Stalin non è però rimasto solo : il potere è diventato una specie di condominio con Voroscilov , il capo dell ' esercito , il maresciallo sovietico che prima di essere un uomo di partito è un uomo d ' arme , un soldato . Stalin domina la Russia con il braccio di Voroscilov . Yagoda non serve più , la Ceka e le istituzioni che ne hanno ereditato lo spirito ( se di spirito si può parlare ) non servono più : sono state aggregate al commissariato degli Interni . Il dittatore comanda con l ' esercito , quindi in fondo è l ' esercito che comanda . Il « Temps » osserva : « Questa influenza crescente fino ad apparire preponderante dell ' armata è uno dei tratti caratteristici del nuovo regime russo . L ' esercito è , prima del partito , l ' essenziale sostegno . I militari costituiscono nella nazione una casta ricolma di privilegi » . Se tale è la nuova fisionomia della politica russa , è legittimo chiedersi se il regime non tenda a rinnovare , sia pure con nuove forme , il vecchio Stato zarista , dispotico , militarista , burocratico , asiatico . Anche la storia delle rivoluzioni è metodica . La Rivoluzione francese finì a normalizzarsi nell ' esercito , che ben presto ripose in luce e sfarzo e protocolli e costume dell ' antico regime . Di instaurazione del capitalismo borghese non si parla , ma in nessun tempo l ' economia russa ebbe una struttura capitalistica . Evidente è invece la progressiva liquidazione delle aziende agricole statali ( sovkhoz ) che sono sostituite da aziende cooperative ( kolkhoz ) nelle quali l ' iniziativa privata tende a divenire sempre più preminente . L ' evoluzione della politica sovietica , oltre avere la caratteristica di tendere ad uno Stato dittatoriale - militaristico con rinuncia all ' integrale socializzazione , ha altre note non meno degne di rilievo . La scomparsa dell ' oligarchia leninista ha prodotto pure la scomparsa di gran parte dell ' elemento semita che caratterizzava la vecchia guardia . Stalin è caucasico , e l ' affermazione della sua supremazia dittatoriale è accompagnata da una progressiva eliminazione dell ' elemento ebraico dai posti di comando : alcuni osservatori sono arrivati perfino a considerare l ' azione di Stalin come una forma di larvato antisemitismo . In realtà , il motivo antisemita non è mai emerso nei recenti processi e si può perciò ritenere che la persecuzione contro la vecchia guardia di Lenin sia stata operata da Stalin per motivi di gelosia di potere e non per motivi razziali o religiosi . Conferma di ciò si ha nel fatto che la politica estera sovietica è attualmente guidata da elemento in grande prevalenza ebraico . La questione semitica nei riguardi della politica sovietica è oggetto di considerazioni in rapporto all ' antagonismo fra Berlino e Mosca . La stampa francese considera l ' ipotetico antisemitismo di Mosca come una delle cause atte ad attenuare il contrasto germano - sovietico , contrasto che si ritiene ancor più riducibile nel caso in cui la politica tedesca venga influenzata da Ludendorf e dalla Reichswehr che è in parte non contraria ad un riavvicinamento con Mosca . Si tratta però di congetture , poiché ufficialmente sia a Mosca che a Berlino si insiste nell ' intransigenza . L ' unica cosa veramente positiva è la militarizzazione progressiva del regime sovietico , militarizzazione che è stata documentata dai vari episodi che hanno accompagnato lo scandalo Yagoda .
GLI ANARCHICI CONTRO I SOCIALCOMUNISTI ( GONELLA GUIDO , 1937 )
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Accanto all ' evoluzione della situazione militare spagnola vi è una evoluzione della situazione civile che è non meno significativa della prima e non meno necessaria ad integrare il quadro delle cose spagnole . Dal luglio dello scorso anno la Spagna che si definisce « governativa » ha assistito alla nascita e morte di decine di governi costituiti non solo in seguito al frantumarsi dell ' unità nazionale che ha incoraggiato da parte repubblicana lo sviluppo delle autonomie , ma anche in seguito alla lotta fra le varie correnti dell ' estremismo socialista ed anarchico in perenne dissenso ed in perenne difficoltà a mantenere ordine . Dove le frazioni si contendono manu militari il potere non vi è legge , e dove non vi è legge non vi è ordine . Questa vicenda di trasformazioni governative , che caratterizza la politica di coloro che appunto si chiamano « governativi » , deve essere documentata in quanto fornisce elementi essenziali per un giudizio d ' assieme di una delle più micidiali e disastrose convulsioni della storia moderna , la guerra civile spagnola . La situazione catalana è , a questo proposito , sempre simbolica . Gli avvenimenti degli ultimi giorni hanno riconfermato che in tale territorio , il quale si dichiara il più tenacemente rosso , non vi è un governo degno di tale nome . A Barcellona la Generalità non comanda , e tanto meno comanda il remoto governo di Valenza , il quale nei consessi internazionali dichiara di rappresentare tutta la Spagna . Una delle pagine più oscure della guerra spagnola è il trionfo dell ' arbitrio anarchizzante che in Catalogna ha instaurato i metodi dell ' assassinio e del banditismo : anzi la stessa organizzazione del banditismo è divenuta organizzazione statale , poiché la sorte e la vita stessa dei cittadini è rimasta e rimane nelle mani dei comitati rivoluzionari dal cui beneplacito dipende quel minimo di libertà che può essere ancora riconosciuta . Ed i profughi catalani ne sanno qualche cosa . Ma il banditismo e l ' anarchia non sono forme di governo : sono improvvisazioni del predominio della piazza . Per questo i conflitti degli ultimi giorni fra coloro che detengono il potere non possono essere oggetto di meraviglia . Sembra che la causa dell ' ultimo colpo di Stato catalano si debba cercare nel fatto che la Generalità , sostenuta dal governo di Valenza , abbia tentato di togliere alla Federazione anarchica la sua posizione di privilegio . Gli anarchici hanno reagito violentemente e la « crisi governativa » si è tramutata in conflitti armati nelle strade di Barcellona . La Fai è passata all ' offensiva : le sue guardie di assalto hanno occupato i punti strategici della città ed hanno privata la Generalità di ogni controllo della situazione costringendo il presidente Companys a fare appello alle truppe del fronte di Aragona , ed a lanciare un manifesto nel quale si invitano gli operai a cessare dalle lotte intestine che « fanno colare il sangue a fiotti » . Secondo testimonianze dirette , il pretesto occasionale sarebbe stato una proposta del governo di Valenza secondo la quale un generale avrebbe dovuto essere posto a capo delle forze militari catalane . Gli anarchici catalani , che sono pur essi « governativi » , hanno opposto resistenza a quanto voleva Valenza : la Generalità ha allora cercato di applicare ugualmente il deliberato di Valenza ma ciò ha dato motivo allo scontro armato . Mentre la Generalità ha occupato il centro di Barcellona , la Fai ha tenuto sotto il suo controllo tutta la periferia . La ragione del conflitto è però ben più remota . Si tratta di determinare il peso che deve avere la Federazione anarchica iberica nelle nuove condizioni della situazione . Gli anarchici , osserva il « Temps » , avendo dato alla guerra civile il più considerevole contributo di forze , pretendono ora di non perdere il beneficio che tale contributo dovrebbe loro assicurare . Essendo stati dominati a Madrid ed a Valenza dalle forze socialcomuniste , unite sotto l ' egida di Mosca e per l ' intervento diretto del famoso ambasciatore sovietico Rosenberg , la cui scomparsa è ancora avvolta nel mistero , gli anarchici pretendono continuare , almeno in Catalogna , il controllo assoluto della situazione . Quindi la lotta fra Barcellona e Valenza non è che una lotta fra l ' elemento anarchico e l ' elemento socialcomunista dei « governativi » . Malgrado le assicurazioni contenute nei comunicati ufficiali di Barcellona ( nei quali , per esempio si parla di morte « puramente accidentale » del « camerata Sesé » capo dell ' Unione generale dei lavoratori ) , le informazioni dei testimoni passati per via aerea in Francia non sono rassicuranti . La lotta continuerebbe per le strade , e nello stesso palazzo del governo ove sarebbe stato assassinato il dirigente socialista Sesé il quale era stato recentemente nominato consigliere di Giustizia nel Consiglio provvisorio della Generalità . Questa morte è un sintomo evidente della realtà della situazione e contribuisce a smentire quelle informazioni ufficiali secondo le quali i torbidi di Barcellona sarebbero stati provocati dall ' elemento monarchico . Assieme al Sesé furono assassinati altri elementi del socialismo meno rivoluzionario . Va pure sottolineato che lo stesso ambasciatore di Valenza a Parigi , in un comunicato trasmesso alla stampa , riconosce l ' esistenza a Barcellona di « qualche gruppo di anarchici in buona fede i quali , o per ideologia o per temperamento , si rifiutano di accettare il processo di consolidamento e di rinforzamento del principio di autorità rappresentato dal governo di Valenza » . Con parole molto prudenti si viene a riconoscere ciò che tutti affermano : che le stragi di Barcellona hanno il loro motivo nel contrasto fra gli anarchici catalani ed i socialcomunisti di Valenza . La risoluzione di compromesso sembra ora assai provvisoria . Continua la guerra civile nella guerra civile .
LA RICONFERMATA FEDELTÀ A DOLLFUSS ( GONELLA GUIDO , 1938 )
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Il discorso che il cancelliere Schuschnigg ha tenuto alla Dieta federale austriaca è un nobile documento di dignità e di coraggio politico . In un momento storico nel quale i destini dell ' Austria sono ritornati ad essere oggetto di controversia sotto lo stimolo delle rivendicazioni razziali , il successore di Dollfuss ha saputo dire una parola che riassume tutta la volontà di resistenza della nuova Austria : dal programma di Dollfuss non si torna indietro . Austria indipendente , autonoma , tedesca e cristiana . Questa è la pietra di paragone della condotta degli amici e dei nemici del popolo austriaco , questa l ' unica bandiera sotto la quale possono militare le formazioni politiche austriache . La riaffermazione del principio di Dollfuss offre ancora una volta una orientazione rettilinea sia per la politica estera che per la politica interna . All ' estero e all ' interno gli amici ed i nemici dell ' Austria si manifestano nel riconoscere o nel misconoscere quel principio programmatico . Austria indipendente significa che il popolo austriaco non intende subire ingerenze o imposizioni che diminuiscano o tentino diminuire la sua autonomia statale . Austria tedesca sì , ma nell ' ambito dell ' indipendenza , cioè Austria Stato tedesco : ciò significa che il popolo austriaco non intende essere considerato « minoranza nazionale » di nessun altro paese , non intende offrire materia agli irredentismi altrui , non intende che la sua indipendenza sia considerata come una delle criticate conseguenze del trattato di Versailles , essendo essa un ' indipendenza di secolare storia . Austria cristiana significa che il popolo austriaco , fedele ad una millenaria tradizione religiosa , vuole che il cristianesimo continui ad essere il fondamentale principio ispiratore della sua politica . Vuole che la nazionalità veda nel cristianesimo non un nemico da perseguitare ma la piattaforma spirituale della vita pubblica e privata , non un ordine di valori da posporre ai valori razziali ma una insurrogabile spiritualità alla quale deve essere categoricamente subordinata l ' antropologia razziale . La vasta eco internazionale del discorso di Schuschnigg si deve non solo alla riaffermazione della politica di Dollfuss ma al modo ed al momento nel quale questo programma viene riaffermato . Il cancelliere Schuschnigg il quale non ha attaccata la stampa internazionale per ciò che è stato scritto sull ' incontro di Berchtesgaden invece di illustrare i particolari dei colloqui ha preferito inquadrare storicamente le conclusioni dell ' incontro . Ed il quadro storico dice che fin dal 1932 Dollfuss aveva sostenuta l ' amicizia con il popolo germanico , ma aveva pure aggiunto che si deve trattare di una « amicizia che crea diritti ed obblighi » . Quindi la reciprocità dei diritti e dei doveri è considerata come la conditio sine qua non di tale amicizia . Il cancelliere Schuschnigg ha cercato di vedere la reciprocità anche nelle conclusioni di Berchtesgaden : riaffermazione dei princìpi di non - ingerenza contenuti nell ' accordo dell'11 luglio , da parte della Germania ; da parte dell ' Austria , invece , misure di clemenza verso i condannati politici che furono vittime e strumenti dell ' inframmettenza straniera nelle cose interne dell ' Austria . Però , a questo proposito , Schuschnigg ha insistito su un aspetto fondamentale delle iniziative prese in Austria dopo l ' incontro di Berchtesgaden : ogni ripresa di attività politica da parte degli avversari dell ' attuale regime è condizionata al riconoscimento del programma di Dollfuss ; ciò significa che è condizionata all ' abbandono di quei princìpi di nazionalsocialismo che servivano di motivo per combattere la politica d ' indipendenza inaugurata da Dollfuss . La precisazione di Schuschnigg è veramente sostanziale in quanto fa comprendere che i recenti atti di clemenza non possono avere alcun influsso sulla evoluzione della politica interna dell ' Austria , né possono mutare le direttive segnate dal successore di Dollfuss ; vogliono essere solo una riconferma che la politica austriaca non ha di sua natura alcun carattere volutamente ostile alla politica dell ' altro Stato tedesco . La giornata di Berchtesgaden è ritenuta una giornata di pace perché , da parte del Reich , furono rinnovate assicurazioni di non intervento nelle faccende interne dell ' Austria e di non protezione dei movimenti antigovernativi austriaci . Ciò che ha detto Schuschnigg in proposito deve essere letteralmente sottolineato poiché non si trova detto in maniera così dettagliata né in discorsi né in articoli di parte germanica . « Da parte del Reich tedesco precisa Schuschnigg è stata rinnovata l ' assicurazione che si intende decisamente garantire il non intervento nelle faccende interne dell ' Austria essendo il governo del Reich pronto a prendere le misure che escludano l ' intervento da parte del Reich stesso nelle faccende interne dell ' Austria ; si è convenuto e precisato che quanti finora in Austria hanno svolto attività illegale non possono contare in nessun modo sulla protezione di uffici extrastatali » . Si sa bene quali fossero questi uffici extrastatali e fin dove mirava arrivare la loro azione . La precisazione di Schuschnigg che invano si cercherebbe altrove dimostra che le garanzie e riconferme verbali non difettano . Assai opportuna è stata la smentita del cancelliere relativa ad un mutamento di rapporti con l ' Italia . Tra i due paesi vi è continuità di cooperazione e di amicizia e l ' Austria conserva vivo il ricordo di quanto l ' Italia ha fatto nei momenti in cui l ' indipendenza austriaca è apparsa particolarmente minacciata . In conclusione il discorso di Schuschnigg chiarisce molti equivoci , mette nella loro giusta cornice gli avvenimenti recenti , e soprattutto è un monito severo verso quanti o con le parole o con i fatti intendono minacciare il programma di Dollfuss al quale il popolo austriaco conserva fedeltà : Austria indipendente , tedesca , cristiana .
StampaQuotidiana ,
I precipitosi avvenimenti austriaci richiedono un ' ordinata e chiarificatrice esposizione dei fatti mediati ed immediati che hanno portato l ' Europa di fronte all ' improvvisa situazione odierna . In questi ultimi anni la situazione interna della Repubblica austriaca presentava un ' incognita nelle forze di parte più efficienti e quindi sulle sue sorti specialmente in rapporto alle aspirazioni germaniche nazistiche : un sol popolo e un solo Reich . Se il pubblico potere aveva potuto fronteggiare le correnti socialiste e comuniste , quelle naziste non erano mai state nettamente dominate sempre per rispetto al potente vicino che non aveva lasciato occasione per dichiarare che dalle condizioni che sarebbero state create ai suoi amici austriaci , dipendevano i buoni rapporti con la Germania e la sua condotta verso il secondo piccolo Stato tedesco . Lo stesso assassinio di Dollfuss se aveva potuto imprimere una maggiore energia ai tutori dell ' indipendenza austriaca , non aveva però , per l ' intervento diplomatico del Reich , posto l ' Austria su un definitivo e pacifico terreno a questo riguardo . Mentre in Europa la causa austriaca , che in quell ' ora tragica sembrava essere tornata al primo piano delle intangibili situazioni territoriali create dalla guerra , rientrava nelle incertezze e nelle alternative delle varie gare e combinazioni politiche , si accreditava sempre più all ' estero l ' idea che le forze preponderanti nella Repubblica fossero naziste e soprattutto fra i giovani . Il cancellierato del dr . Schuschnigg si volse ad una progressiva normalizzazione delle condizioni interne , riunendo nel governo tutto il controllo della vita pubblica e , quali si fossero le reali proporzioni delle correnti politiche , cercando di convogliarle mediante un Fronte patriottico che doveva associare coloro , che , quale ne fosse il particolare pensiero , erano tuttavia per la Patria indipendente e cristiana . Indubbiamente questo pur faticoso sforzo dovette riuscir proficuo , se la Germania si decise all ' incontro di Berchtesgaden , soccorrendo il nazismo austriaco , incapace di ostacolare l ' opera unificatrice del cancelliere . Nel colloquio , è noto , si chiese in modo che il rappresentante del piccolo Stato non poté rifiutare che i nazisti fossero ammessi nel Fronte patriottico e nel governo , e libera fosse la loro propaganda , sebbene non come azione di partito . L ' influenza che essi avrebbero d ' ora in poi potuto spiegare e conquistare inserendosi nel Fronte patriottico , non rendeva questa azione più necessaria . In questi termini si segnò la « pace tedesca » che Hitler al Reichstag e Schuschnigg a Vienna illustrarono , con una certa uniformità di linguaggio , pur lasciando trasparire in quello del cancelliere austriaco la persuasione che l ' esperimento , cui aveva dovuto accedere , poteva essere ancora fecondo di risultati positivi per l ' indipendenza dell ' Austria ; soprattutto per la indubbia reazione suscitata all ' interno e all ' estero . All ' interno anzi , si manifestò la netta preponderanza del Fronte patriottico . Di qui , subito , un atteggiamento di reazione dei nazisti o per una più larga interpretazione sulle attività loro concesse , o addirittura contro la « pace tedesca » basata sullo statu quo della preponderanza dell ' autorità e delle forze governative . Il discorso del nuovo ministro dell ' Interno Seyss Inquart a Linz si può dire l ' indice più significativo di codesto stato di animo , mentre quello del ministro Zernatto , segretario del Fronte patriottico , alla radio di Vienna , rappresentò il pensiero del cancelliere secondo le intese conchiuse . La « pace tedesca » era già ai due fronti , l ' uno contro l ' altro armati . Ad affrontare con sicura coscienza e in piena responsabilità il compito che così si delineava , cioè l ' attuazione dei patti di Berchtesgaden nella premessa inviolabile dell ' indipendenza austriaca , decise il cancelliere al plebiscito . Le forze naziste si schierarono immediatamente alla opposizione , affermando la sorpresa della deliberazione e la sua illegalità . Ma mentre il loro centro di Graz inviava in questo senso una protesta al presidente della Repubblica , per ottenere almeno un rinvio , le dimostrazioni per le vie di Graz , di Vienna , di Linz si svolgevano al grido di : viva Hitler , un sol popolo , un solo Reich . Evidente segno che la « pace tedesca » non era stata accettata sulla base e con il fine dell ' indipendenza austriaca ; che comunque vi si era scorto solo il cavallo di Troia , per portare entro la riproclamata indipendenza dell ' Austria l ' unione con la Germania il solo führer e il solo Reich d ' un solo popolo ; che infine queste intenzioni e tendenze potevan essere frustrate dal plebiscito impostato sull ' Austria libera e tedesca , indipendente e sociale , cristiana e unita . In verità il plebiscito non era cosa nuova . Per suo conto nel discorso di Innsbruck il dr . Schuschnigg , in cui l ' annunciava , aveva ricordato come da anni lo si chiedesse . D ' altra parte le correnti naziste l ' avevano sempre preconizzato così che l ' Europa prevedeva il « mezzo legale » con cui si sarebbe arrivato all ' Anschluss ; e l ' avrebbero reclamato improrogabilmente quando fossero giunte alla possibilità o alla persuasione di averlo favorevole . Per ciò che riguarda la illegalità bisogna precisare che , in questo caso , il significato della parola « plebiscito » era letterale , in quanto era un appello al popolo ma non nel senso giuridico e politico , assegnatogli dalle tradizioni e dalle Costituzioni . Qui si trattava di una consultazione popolare che il cancelliere del governo austriaco intendeva di fare per ragioni non differenti dalle ragioni di un qualsiasi capo di governo , che voglia consultare il Parlamento . Ogni qualvolta un voto di fiducia può confortare il suo atteggiamento e i suoi intendimenti o comunque indicargli la via da seguire , la consultazione dei rappresentanti del popolo rientra neI campo di una normale prudenza , utile alle stesse opposizioni , e di un riconosciuto diritto . Il cancelliere in Austria non faceva altrimenti di fronte al popolo , in un ' ora decisiva , in cui non solo per la sua condotta , ma per i termini stessi della pace stabilita , credette necessario che nessun dubbio indebolisse o rendesse incerto il lavoro che la doveva attuare . Gli avvenimenti che susseguirono , sono così recenti che è superfluo riassumerli . Bisognava però illuminarli nelle loro premesse .
LA SITUAZIONE DELLA CECOSLOVACCHIA ( GONELLA GUIDO , 1938 )
StampaQuotidiana ,
Ad una settimana di distanza dall ' occupazione nazista dell ' Austria , negli ambienti diplomatici permane un certo nervosismo per la situazione cecoslovacca . Il nervosismo prende motivo dall ' instabilità della situazione provocata dal repentino crollo del blocco di garanzie dei trattati che impegnavano tutte le grandi potenze al mantenimento dello statu quo territoriale nel centro - Europa . Solo ora si incomincia ad individuare con chiarezza i molteplici aspetti della nuova situazione danubiana , quale viene stabilizzandosi attorno al forte impulso di espansione nazista verso il Sud . Dal punto di vista della situazione interna dell ' Austria è in atto un processo di estensione al territorio austriaco della nota politica del 3° Reich , con i suoi piani economici e politici , con la sua legislazione alla quale il nazismo ha impresso una impronta inconfondibile . Pur essendo del massimo interesse questa applicazione del nazismo sul territorio recentemente occupato ( territorio che in seno ad una comunità tedesca ha proprie caratteristiche tradizioni religiose , sociali e politiche ) , la stampa internazionale rivolge la propria attenzione non tanto al fatto compiuto quanto allo sviluppo generale della politica nazista la quale procede con similarità di metodi anche nelle sue affermazioni che hanno riflessi internazionali ( dalla rimilitarizzazione della Renania all ' occupazione militare dell ' Austria ) . È questo interesse per i riflessi internazionali che continua a tener desta la diplomazia in merito alla questione cecoslovacca . Infatti l ' Anschluss , dal punto di vista geografico , ha raddoppiate le frontiere germaniche con la Svizzera , ha creato nuove frontiere della Germania con l ' Italia , con la Jugoslavia , con l ' Ungheria , ed ha aumentate di quasi un terzo le frontiere con la Cecoslovacchia . Ma non è semplicemente questo aumento di frontiere che provoca preoccupazioni . Le preoccupazioni nascono dal fatto che la nuova situazione geografica in cui si viene a trovare la Cecoslovacchia ( situazione che i tecnici militari considerano duramente sostenibile data la morsa nella quale è stretta la Boemia ) coincide con le agitazioni delle forti minoranze tedesche aggregate allo Stato cecoslovacco . Queste minoranze tedesche hanno preso motivo dal recente fatto per riaffermare la loro simpatia verso il Reich tedesco . I capi del Partito dei sudeti ( Henlein , Frank Rosche ) hanno tenuto discorsi in Parlamento ed in piazza per manifestare il loro entusiasmo verso l ' Anschluss . Malgrado che il governo di Praga abbia cercato di accordare uguaglianza assoluta dei diritti alle minoranze tedesche ( basti ricordare l ' ultimo accordo del 18 febbraio 1937 ) l ' agitazione minoritaria è ben lungi dal calmarsi . Anche i mutamenti in seno al governo cecoslovacco ( mutamenti che ne hanno allargata la base ) non sono serviti a limitare l ' agitazione . Pur non avendo questa agitazione dei fini espliciti , si afferma che data la difficoltà di realizzare un ' altra Anschluss vi sarebbero correnti tedesche che desidererebbero una trasformazione dello Stato cecoslovacco in un senso federale con rinuncia delle sue alleanze con Parigi e Mosca e passaggio alla condizione di Stato neutrale . In questo modo la politica germanica verso l ' Est non avrebbe più sul fianco la potenza militare cecoslovacca . Mentre si manifestano questi pareri le cancellerie lavorano . Paul Boncour , dopo una serie di colloqui con il rappresentante del governo cecoslovacco a Parigi , ha rivolto domanda al Foreign Office per sapere quale sarà l ' atteggiamento dell ' Inghilterra nel caso in cui la Francia fosse costretta ad un intervento per assistere la Cecoslovacchia . Il comunicato ufficiale dell ' Havas parla esplicitamente di una « nuova minaccia che pesa ormai sulla Cecoslovacchia , alleata della Francia e considerata come l ' ultimo baluardo contro l ' espansione pangermanica nell ' Europa centrale ed orientale » . Mentre la Piccola Intesa , sotto l ' influenza jugoslava , non ha creduto neppure di riunirsi per esaminare la situazione nuova che la interessa così da vicino , uno scambio di idee è in corso fra Parigi e Londra . Nel suo discorso ai Comuni , Chamberlain ha fatto comprendere che l ' Inghilterra non ha alcun obbligo di intervenire a difesa della Cecoslovacchia , non avendo alcun impegno di assistenza . Con ciò l ' Inghilterra non intende disinteressarsi di tale situazione . Anzi Chamberlain , polemizzando ai Comuni con la lettera di von Neurath , ha detto che la questione austro - germanica non è una questione interna della Germania , come sosteneva la lettera , poiché l ' Austria , quale membro della Lega , era direttamente legata con gli altri membri della Sdn . Lo stesso rilievo viene ripetuto a proposito della Cecoslovacchia . L ' atteggiamento inglese non è ancora definito nelle sue linee precise , mentre la Francia ha riaffermato i suoi impegni di assistenza . Londra invece sta studiando la situazione che è stata discussa in tutti i recenti consigli dei ministri britannici . È stato pure chiesto il parere dei tecnici militari . Oltre questi pareri l ' Inghilterra ha chiesto a Praga informazioni dirette sullo stato attuale dei suoi rapporti con il Reich . È noto infatti che il sorvolo del territorio cecoslovacco da parte di aeroplani germanici nei giorni dell ' occupazione dell ' Austria ha dato motivo ad un passo diplomatico cecoslovacco a Berlino . Il governo tedesco ha dato delle assicurazioni affermando che ogni eventuale sorvolo era in contrasto con ordini impartiti : ha aggiunto che al momento di effettuare la marcia su Vienna fu ordinato alle truppe germaniche di restare a quindici chilometri di distanza dalla frontiera cecoslovacca . Inoltre il maresciallo Goering avrebbe dichiarato al ministro cecoslovacco a Parigi , Mastny , che il Reich non ha intenzioni ostili verso Praga . Altre assicurazioni ufficiali non sono mancate e non mancheranno . I giornali di Praga però attribuiscono scarso valore alle espressioni verbali , dato il carattere e la vivacità delle agitazioni minoritarie . Non si esclude la possibilità di una garanzia multipla dell ' integrità territoriale della Cecoslovacchia e , in attesa pure di nuove assicurazioni nel discorso che Hitler terrà al Reichstag , l ' atteggiamento inglese continua ad essere riservato .
GLI IMPEGNI EUROPEI DELL' INGHILTERRA ( GONELLA GUIDO , 1938 )
StampaQuotidiana ,
L ' attesissimo discorso di Chamberlain si può considerare l ' ultima e definitiva parola sulle prospettive della politica inglese nei tre settori : mediterraneo , renano , danubiano . Per il settore mediterraneo nessun nuovo elemento è offerto dalle dichiarazioni del premier inglese . Infatti la fiducia di una conclusione positiva dei negoziati con l ' Italia ha sempre animate le direttive di Chamberlain che di tali negoziati è sempre stato convinto ed attivo sostenitore . Importa solo sottolineare l ' ottimismo del capo del governo britannico e la soddisfazione per i risultati dei colloqui in corso i quali avrebbero già portato all ' accordo su varie questioni . Anche per la Spagna nulla di nuovo , contrariamente a quanto la stampa , specialmente di sinistra aveva congetturato negli ultimi tempi . L ' Inghilterra , dice Chamberlain , è per il non intervento , anche se il non intervento è violato dagli altri . Esprime solo il desiderio che la situazione spagnola non venga mutata con l ' invio di nuove truppe straniere , ma non chiede espressamente che ora i volontari italiani siano ritirati , né si illude che sia possibile ed attuabile un ' operazione del genere . Insiste invece sulle garanzie ottenute dall ' Italia in fatto di intangibilità del territorio continentale della Spagna nonché delle isole . La politica inglese nel settore danubiano è una chiara ed esplicita riconferma degli impegni che l ' Inghilterra si è assunti con il trattato di Locarno : portare aiuto sia alla Francia che al Belgio nel caso in cui queste due nazioni siano vittime di un ' ingiusta aggressione . Questa riconferma delle garanzie inglesi della frontiera renana fa sì che in questo settore le posizioni siano ben più chiare di quanto non lo fossero nel 1914 : si sa esplicitamente che l ' Inghilterra interverrà automaticamente a favore sia della Francia che del Belgio se questi due paesi sono aggrediti . Le cose si complicano quando si passa al settore dell ' Europa centro - orientale . Sono ormai universalmente note le cause delle preoccupazioni per questa delicata zona della politica europea . Infatti la zona critica dell ' equilibrio europeo non è più , come nel 1914 , ad occidente ma ad oriente . ( Del resto non si può dimenticare che le occasioni della conflagrazione mondiale furono offerte dai contrasti fra grandi e piccoli Stati proprio nell ' Europa danubiana ) . Tranquillizzate per 10 anni ( patto decennale germano - polacco ) le controversie fra Berlino e Praga per il corridoio polacco che divide la Prussia orientale dalla occidentale , liquidata la questione austriaca con l ' occupazione del territorio dell ' Austria , i punti nevralgici restano due : la Lituania al Nord , la Cecoslovacchia al centro . Le controversie germano - lituane furono in passato assai animose , ma nel momento attuale sono in una fase di calma : il contrasto si è spostato fra la Lituania e la Polonia oramai in via di composizione . Resta invece sempre aperta e viva la questione cecoslovacca . Infatti il Reich ha dato garanzie di rispettare la neutralità del Belgio e della Svizzera ; ha pure dichiarato che nessuna controversia territoriale è viva con la Francia e che i confini con l ' Italia sono intangibili . Invece nessuna specifica garanzia è stata data a Praga . Al contrario , l ' agitazione delle minoranze tedesche offre motivi a serie preoccupazioni . Diplomaticamente la situazione della Cecoslovacchia è chiara . Nessun patto di assistenza Praga ha concluso né con la Germania , né con la Polonia , né con l ' Ungheria . Alla Romania è unita per mezzo delle garanzie piccolo - intesiste . Con la Francia e con la Russia , Praga ha impegni positivi concretati in due patti di mutua assistenza . In funzione di questi patti , se la Cecoslovacchia è attaccata , la Francia e la Russia dovrebbero muovere in suo aiuto . È noto che né la Francia né la Russia hanno frontiere in comune con la Cecoslovacchia . Quindi , se l ' assistenza dovesse essere militare , la sua attuazione potrebbe far scoppiare almeno tre focolai di guerra in Europa . Di fronte a queste prospettive l ' Inghilterra è rimasta sempre perplessa . Londra non è unita con Praga da alcun patto di assistenza : ha verso Praga solo i doveri che ha un membro della Lega verso un altro membro . Questi doveri sono precisati dall ' art . 16 del Patto e possono arrivare fino all ' assistenza militare . Però l ' obbligo non è automatico . Anche se il Consiglio dichiara che vi è aggressione e delibera le sanzioni sia militari che economiche , dipende sempre dall ' arbitrio di ciascun paese l ' applicazione o no dell ' assistenza deliberata . Nessun automatismo è previsto dal Patto . Chamberlain , nel suo discorso di ieri , invece di fissare un programma della politica britannica nell ' Europa centro - orientale , ha preferito ricordare quali siano gli impegni di Londra verso Praga , ed in questo modo ha prospettati i possibili atteggiamenti della politica inglese di fronte alle ipotetiche controversie centro - europee . Parigi aveva chiesto a Londra che cosa farà l ' Inghilterra neI caso in cui la Francia entri in guerra per portare aiuto alla Cecoslovacchia aggredita . Londra risponde che non ha alcun obbligo di portare aiuto alla Cecoslovacchia , non essendo legata a Praga da alcun patto d ' assistenza , e non essendo automatici gli impegni di assistenza previsti dal Patto . Quindi l ' Inghilterra non seguirà necessariamente la Francia in una guerra che ha per obiettivo l ' assistenza della Cecoslovacchia contro gli aggressori . Potrà intervenire o non intervenire a lato della Francia . Cioè si riserva piena libertà d ' azione nel giudicare se il conflitto sia tale ( per le sue cause e le sue forme ) da rendere opportuno un intervento . Tutto ciò dipende dal crollo ( non a parole ma a fatti ) della politica societaria che solo con un ' azione collettiva in difesa di uno Stato aggredito potrebbe rialzare il suo prestigio . Chamberlain ha ripetuto varie volte anche nel suo discorso che l ' Inghilterra entrerà in guerra solo per difendere la sua integrità territoriale e le sue vie di comunicazione . Una sola eccezione si fa per le frontiere renane ( le quali come disse Baldwin sono frontiere inglesi ) . Quindi le garanzie di carattere societario , data la carenza di ogni automatismo , possono restare come si è visto nel caso dell ' Austria membro della Lega lettera morta . La politica europea è ormai ritornata in pieno alla politica prebellica delle alleanze , politica di cui il riarmo universale è la più diretta ed inevitabile conseguenza .
PARIGI E LONDRA RICONOSCONO BURGOS ( GONELLA GUIDO , 1939 )
StampaQuotidiana ,
Francia ed Inghilterra hanno ufficialmente riconosciuto il governo del gen . Franco . I dettagli circa la nomina degli ambasciatori interesseranno la cronaca dei prossimi negoziati internazionali . Ora vi è il fatto capitale del riconoscimento deliberato dai due Consigli dei ministri e già approvato dal Parlamento francese . D ' altra parte non vi è alcun dubbio sull ' approvazione ( che si avrà forse domani ) da parte della Camera dei Comuni . È necessario , al di sopra dei commenti della stampa , considerare e tenere ferme le ragioni del riconoscimento che Daladier e Chamberlain hanno illustrato nei loro brevi ma precisi discorsi . Ciò servirà ad eliminare ogni equivoco circa la natura del riconoscimento . Daladier ponendo la questione di fiducia sulle sue dichiarazioni in risposta ad alcune interpellanze socialcomuniste è riuscito ad ottenere , dalla Camera del Fronte popolare , un ' autorizzazione preventiva al riconoscimento di Franco . Il voto della Camera si è avuto venerdì ; la deliberazione del governo è stata presa ieri . Le interpellanze dell ' opposizione parlamentare francese si possono riassumere in un solo argomento : il riconoscimento di Franco implica il riconoscimento di una situazione caratterizzata dalla presenza in Spagna di eserciti stranieri che non permetterebbero di constatare una vera e propria indipendenza spagnola . Daladier è partito dalla considerazione del fatto nuovo : la presa della Catalogna . Dopo questo avvenimento capitale non si può più dire che in Spagna vi sia un governo repubblicano . I territori catalani sono stati abbandonati ; più di 400 mila uomini sono fuggiti in Francia ; il governo repubblicano non ha più unità ; non ha più sede determinata , né direzione responsabile . Ogni rappresentanza diplomatica presso un simile governo è di fatto impossibile . A queste constatazioni di fatto nei confronti dei repubblicani , si aggiungono per il governo francese altre considerazioni politiche nei confronti di Franco . L ' opposizione socialcomunista francese ha messo in guardia il governo circa i pericoli a cui si espone la Francia dovendo affrontare dei nemici su una terza frontiera . Prendendo lo spunto da questo ammonimento , Daladier ha risposto : « È appunto perché ci tengo al fatto che la Francia non abbia una terza frontiera da difendere , è appunto perché intendo lottare con tutte le mie forze per impedire questo fatto , che sostengo essere interesse della Francia avere relazioni di buon vicinato con il governo reale , che è ormai il governo del gen . Franco » . Dopo la caduta della Catalogna , alla resistenza repubblicana non ci crede più nessuno , neppure ( ha detto Daladier fra le risa della Camera ) il presidente della Repubblica spagnola . Infatti Azaña avrebbe informato il governo francese che ormai riteneva inutile ogni resistenza e che aveva « energicamente consigliato il governo di Negrin ad entrare in negoziati per concludere la pace con il gen . Franco » . Inoltre il governo francese si è deciso al riconoscimento anche per continuare una politica parallela a quella britannica che già si è manifestata favorevole al riconoscimento . Questo orientamento è considerato come un aspetto della cosiddetta « politica di presenza » ed è in stretta connessione con i grandi interessi politici ed economici che hanno in Spagna sia la Francia che l ' Inghilterra ( prima della guerra civile gli scambi franco - spagnoli salivano a vari miliardi ) . Infine l ' ultima e decisiva ragione del riconoscimento si deve ricercare secondo Daladier nel timore di complicazioni mediterranee che consigliano Parigi ad una grande prudenza nei rapporti franco - spagnoli . A questo proposito Daladier ha detto : « È appunto perché credo che la politica internazionale non è stabilizzata , è proprio perché penso che si possono produrre dei gravi remous nelle settimane o nei mesi prossimi , è proprio per questo che preferisco che la Francia sia presente a Burgos » . Quindi le ragioni del riconoscimento sono , da parte francese , le seguenti : 1 ) estensione effettiva del dominio di Franco alla frontiera dei Pirenei ; 2 ) inutilità di ogni resistenza repubblicana ; 3 ) volontà di continuare una politica parallela a quella inglese già favorevole al riconoscimento ; 4 ) opportunità di una politica di presenza , cioè di non isolamento ; 5 ) necessità di tutelare gli interessi economici francesi in Spagna ; 6 ) timore di conflitti mediterranei . Malgrado l ' opposizione socialcomunista , la Camera francese ha approvato la politica di Daladier con 62 voti di maggioranza . Le ragioni esposte da Chamberlain ai Comuni sono sostanzialmente quelle di Daladier . Però il premier britannico in luogo di insistere sugli interessi inglesi per il riconoscimento di Franco ha preferito insistere sul fatto dell ' impossibilità di considerare attualmente come effettiva e quindi ( secondo questa dottrina franco - inglese ) di considerare come legale il governo repubblicano . Inoltre le dichiarazioni di Chamberlain si differenziano da quelle di Daladier perché contengono un accenno alle garanzie date da Franco su due punti capitali : 1 ) mantenimento della indipendenza spagnola ; 2 ) limitazione delle pene ai responsabili di reati comuni ; cioè esclusione delle vendette politiche . Questi due punti non furono oggetto di negoziati , ma è a proposito di questi argomenti che si parlò di « condizioni » del riconoscimento . Chamberlain non accenna a condizioni , e si limita a prendere atto delle garanzie già date dal gen . Franco : « Il governo britannico dice Chamberlain ha preso nota con soddisfazione delle dichiarazioni pubbliche del gen . Franco circa la decisione del suo governo di mantenere la tradizionale indipendenza della Spagna e di prendere provvedimenti punitivi solo contro i colpevoli di reati comuni » . L ' opposizione laburista , per quanto violenta , non potrà mettere alcun ostacolo reale all ' approvazione della politica del governo britannico . Il ristabilimento dei rapporti normali porterà un contributo a determinare la fine della guerra che si può ritenere ormai prossima . Forse è ancora questione di qualche giorno . Intanto , il comunicato ufficiale pubblicato a Burgos dal governo spagnolo circa le conversazioni del senatore Bérard constata che i colloqui si sono svolti in un ' atmosfera di « mutua cortesia » , e che sono stati « risolti in maniera soddisfacente qualcuno dei problemi pendenti fra le due nazioni vicine » . Tali accordi sono stati firmati e segnano l ' inizio di un ristabilimento della normalità dei rapporti i quali saranno resi più facili dal prossimo scambio di rappresentanze diplomatiche .