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UOMINI IN CARNE E OSSA ( GRAMSCI ANTONIO , 1921 )
StampaQuotidiana ,
Gli operai della Fiat sono ritornati al lavoro . Tradimento ? Rinnegamento delle idealità rivoluzionarie ? Gli operai della Fiat sono uomini in carne e ossa . Hanno resistito per un mese . Sapevano di lottare e resistere non solo per sé , non solo per la restante massa operaia torinese , ma per tutta la classe operaia italiana . Hanno resistito per un mese . Erano estenuati fisicamente perché da molte settimane e da molti mesi i loro salari erano ridotti e non erano più sufficienti al sostentamento familiare , eppure hanno resistito per un mese . Erano completamente isolati dalla nazione , immersi in un ambiente generale di stanchezza , di indifferenza , di ostilità , eppure hanno resistito per un mese . Sapevano di non poter sperare aiuto alcuno dal di fuori : sapevano che ormai alla classe operaia italiana erano stati recisi i tendini , sapevano di essere condannati alla sconfitta , eppure hanno resistito per un mese . Non c ' è vergogna nella sconfitta degli operai della Fiat . Non si può domandare a una massa di uomini che è aggredita dalle più dure necessità dell ' esistenza , che ha la responsabilità dell ' esistenza di una popolazione di 40.000 persone , non si può domandare più di quanto hanno dato questi compagni che sono ritornati al lavoro , tristemente , accoratamente , consapevoli della immediata impossibilità di resistere più oltre o di reagire . Specialmente noi comunisti , che viviamo gomito a gomito con gli operai , che ne conosciamo i bisogni , che della situazione abbiamo una concezione realistica , dobbiamo comprendere il perché di questa conclusione della lotta torinese . Da troppi anni le masse lottano , da troppi anni esse si esauriscono in azioni di dettaglio , sperperando i loro mezzi e le loro energie . E ' stato questo il rimprovero che fin dal maggio 1919 noi dell ' " Ordine Nuovo " abbiamo incessantemente mosso alle centrali del movimento operaio e socialista : non abusate troppo della resistenza e della virtù di sacrificio del proletariato ; si tratta di uomini comuni , uomini reali , sottoposti alle stesse debolezze di tutti gli uomini comuni che si vedono passare nelle strade , bere nelle taverne , discorrere a crocchi sulle piazze , che hanno frame e freddo , che si commuovono a sentir piangere i loro bambini e lamentarsi acremente le loro donne . Il nostro ottimismo rivoluzionario è stato sempre sostanziato da questa visione crudamente pessimistica della realtà umana , con cui inesorabilmente bisogna fare i conti . Già un anno fa noi avevamo previsto quale sbocco fatalmente avrebbe avuto la situazione italiana , se i dirigenti responsabili avessero continuato nella loro tattica di schiamazzo rivoluzionario e di pratica opportunistica . E abbiamo lottato disperatamente per richiamare questi responsabili a una visione più reale , a una pratica più congrua e più adeguata allo svolgersi degli avvenimenti . Oggi scontiamo il fio , anche noi , dell ' inettitudine e della cecità altrui ; oggi anche il proletariato torinese deve sostenere l ' urto dell ' avversario , rafforzato dalla non resistenza degli altri . Non c ' è nessuna vergogna nella resa degli operai della Fiat . Ciò che doveva avvenire è avvenuto implacabilmente . La classe operaia italiana è livellata sotto il rullo compressore della reazione capitalistica . Per quanto tempo ? Nulla è perduto se rimane intatta la coscienza e la fede , se i corpi si arrendono ma non gli animi . Gli operai della Fiat per anni e anni hanno lottato strenuamente , hanno bagnato del loro sangue le strade , hanno sofferto la fame e il freddo ; essi rimangono , per questo loro passato glorioso , all ' avanguardia del proletariato italiano , essi rimangono militi fedeli e devoti della rivoluzione . Hanno fatto quanto è dato fare a uomini di carne ed ossa ; togliamoci il cappello dinanzi alla loro umiliazione , perché anche in essa è qualcosa di grande che si impone ai sinceri e agli onesti .
INSEGNAMENTI ( GRAMSCI ANTONIO , 1922 )
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Le conclusioni che si possono trarre dall ' andamento di questa manifestazione di Primo Maggio sono confortanti . La manifestazione è riuscita come intervento di masse , come estensione di solidarietà operaia . Ha dimostrato come il proletariato italiano malgrado la reazione è sempre rosso . Ed è anche riuscita come prova di spirito di combattività che si risveglia nelle file dei lavoratori . I fascisti si sono preoccupati di dimostrare col loro contegno e colle loro stesse dichiarazioni che si trattava di una manifestazione antifascista . E tale è stato il significato della astensione dal lavoro e dell ' intervento alle dimostrazioni di grandissime masse , da un capo all ' altro d ' Italia , e senza escludere le zone percosse dal fascismo . Se i cortei non si sono fatti si deve alla imposizione del governo : se si fossero potuti tenere , oggi conteremmo un maggior numero di morti operai , ma anche un maggior numero di morti fascisti . Tuttavia , accanto alla confortante constatazione della vastità ed imponenza della manifestazione e dell ' elevato morale della massa , dobbiamo porre quella che l ' organizzazione ha lasciato in generale a desiderare . La cosa non è senza ragione : la tattica dell ' unità di fronte adottata in questo Primo Maggio da tutti gli organismi proletari , esperimento dell ' Alleanza del lavoro italiana , ha recato insieme questo benefizio e questo vantaggio , che vanno dai comunisti attentamente considerati . Ci limitiamo qui ad accennare brevemente alla cosa , in presenza del comunicato diramato dal Comitato dell ' Alleanza del lavoro dopo il Primo Maggio . Con la tattica dell ' unità di fronte si sono potute radunare ai comizi di Primo Maggio grandi moltitudini operaie anche dove era ben chiaro nella coscienza fin dell ' ultimo intervenuto che non si trattava della solita e tradizionale coreografia , ma di una giornata di lotta . Ma questa dimostrazione dell ' avversione del proletariato alla reazione e al fascismo , dello spirito di classe che tuttora anima le grandi moltitudini di lavoratori , non è abbastanza per poter aver ragione del fascismo e della reazione . Il fascismo non sarà soffocato da unanimità platoniche : le rivoltelle e i pugni non saranno rese impotenti col gettarvi sopra una materassa . Il fascismo non ha il numero , ma ha l ' organizzazione , unitaria e centralizzata , ed è in ciò la sua forza , integrata nella centralizzazione del potere ufficiale borghese . L ' Alleanza del lavoro che oggi ha permesso di raggruppare masse imponenti deve divenire capace di inquadrarle con disciplina unitaria . Qui è il compito dei comunisti , nel conseguire questo risultato , verso il quale non si è fatto che il primo passo . Quando sarà possibile che le grandi adunate possano contare sul concorso proletario , e nello stesso tempo su una razionale preparazione delle nostre forze , allora il proletariato potrà dominare il suo nemico . In questo Primo Maggio si è potuto notare che i comizi e i movimenti concordati dalle organizzazioni alleate mancavano un po ' di preparazione organizzativa anche al modesto effetto della loro protezione dagli attacchi degli avversari , e questo dipendeva dal fatto che non era ben chiaro chi avesse organizzato i comizi e disposto il piano del loro svolgimento sotto tutti gli aspetti . I comitati locali dell ' Alleanza non sono che di recente formazione , e non hanno chiara consistenza organizzativa , e sufficienti poteri . Tuttavia , è già un gran vantaggio quello di aver potuto avere radunate comuni delle masse , perché ciò eleva il morale proletario e consente ai comunisti di portare a tutto il proletariato la loro franca parola . Tutto un ulteriore sviluppo dell ' interessante esperimento italiano della tattica del fronte unico condurrà ad integrare con questo vantaggio innegabile l ' altro dell ' effettiva ed intima unità di organizzazione . L ' argomento si presta ad importantissime considerazioni : vogliamo ora solo notare che il terreno sindacale su cui l ' Alleanza è costituita , permette ai comunisti di premere perché essa divenga sempre più stretta organizzativamente , giungendosi così all ' unità sindacale proletaria che sempre noi abbiamo auspicata e che il programma del Partito comunista solo può e dovrà riempire di contenuto rivoluzionario . Per ora vi è da reagire contro il carattere pigro ed incerto che ha fino ad oggi la dirigenza dell ' Alleanza del lavoro . I comunisti hanno già formulato in modo preciso e concreto le loro proposte per lo sviluppo , per il ravvivamento , per il potenziamento dell ' Alleanza , che potrebbe , se la campagna non venisse spinta energicamente innanzi , parallelamente alle eloquenti esperienze dell ' azione proletaria , degenerare in una burocratica ed ingombrante diplomazia di capi esitanti ed opportunisti . Quanto le proposte comuniste siano urgenti lo dimostra il contegno passivo dell ' Alleanza dinanzi alle gravissime provocazioni che hanno subito il Primo Maggio le folle operaie e , nonostante gli inviti all ' azione giunti da tante parti , lo dimostra la sua insensibilità alla pressione che viene oggi dal proletariato italiano disposto a procedere rapidamente sulla via della controffensiva . E lo dimostra , eloquentissimo documento , il comunicato diramato dal Comitato nazionale , che con le sue frasi piatte e banali declina la suggestione sorgente dalle masse anelanti la lotta : comunicato al quale non vogliamo scrivere altro commento , sicuri che , come la quistione è ormai irrevocabilmente posta innanzi alle masse , così queste non mancheranno di commentare e giudicare esse , per trarre da quest ' altra delusione nuovo stimolo a proseguire sull ' aspra ma sicura via della loro riscossa .
LA PASSIVITÀ ( GRAMSCI ANTONIO , 1918 )
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L ’ assenza del pensiero caratterizza l ’ azione politica della classe dirigente . Provando e riprovando , è il motto d ’ ordine , distolto dalla sua sede naturale la scienza sperimentale , che prova e riprova sulla materia bruta e trasportato alla politica e all ’ amministrazione , le quali operano sugli uomini , che nelle prove e riprove soffrono , sono danneggiati , sono taglieggiati in tutti i modi . Avviene così che la molla dello sviluppo storico non sia il pensiero , ma sia il dolore , il male . Il pensiero , antivedendo le logiche conseguenze di una premessa , delibera di operare subito come se quelle conseguenze si fossero verificate , e pertanto evita il male e la sofferenza : la storia si sviluppa allora con una certa armonia , le correzioni da introdurre all ’ organizzazione degli istituti necessari per la convivenza sociale si riducono al minimo , a quel minimo di imprevedibile che è contenuto nello svolgimento di ogni fatto umano . L ’ assenza di pensiero , l ’ empirismo che procede a tastoni per il provando e riprovando , lascia che il male si accumuli , che le sofferenze si moltiplichino : quando la vita ne è diventata insopportabile , provvede e toglie di mezzo la premessa , che di tutto quel male , di tutte quelle sofferenze è stata la sorgente avvelenata . La storia procede così per eliminazioni di passività : è un perenne fallimento , una perenne revisione di conti sbagliati , fallimento e sbagli non necessari , ma dovuti al solo fatto che gli amministratori non avevano alcuna capacità per il delicato loro compito . Riconosciamo dunque nel male il salvatore della fortuna progressiva degli uomini , la sicurezza che alfine qualcosa si farà ; la tigna , il colera , il vaiolo hanno costretto , con le stragi d ’ altri tempi , all ’ esercizio metodico di norme igieniche che ponessero al riparo dal ripetersi delle stragi . I mali che oggi si verificano costringeranno alla riflessione e ai ripari per l ’ avvenire . Aspettiamo che la passività cavi gli occhi , che rappresenti un pericolo : la pazienza è ormai diventata la prima virtù cardinale dell ’ uomo politico e sociale . Una , due , tre , dieci , venti volte . Dei malandrini si presentano di notte a una portineria . Fanno destare i dormienti . Si dichiarano agenti di polizia agli ordini di un delegato ; devono compiere una perquisizione negli appartamenti per assicurarsi che nella casa non siano nascosti dei ricercati speciali , ecc . ecc . Parlano con quella sicurezza e prepotenza che si addice ai rappresentanti della legge che sanno di essere superiori a ogni legge . Alla minima obiezione distribuiscono largamente cazzotti , preludio delle scene selvagge che si svolgono ai commissariati . Il cittadino , abbandonato da ogni forza umana , conoscendo , o per dolorosa esperienza propria o per esperienza raccontata , i costumi della « giustizia » , lascia l ’ ingresso libero , e per una , due , tre , dieci , venti volte gli appartamenti vengono saccheggiati da malandrini . Che fare ? si domanda il cittadino . Aspettare , non c ’ è altro che aspettare . Che le gesta si moltiplichino , che i malandrini acquistino sempre una maggiore fiducia nell ’ impunità , ed allarghino il campo della loro azione . Che divenga loro vittima un qualche grasso cittadino , che la grassa proprietà sia in pericolo . Allora l ’ opinione pubblica sarà satura . Allora si dirà : ma perché non si cerca di dar modo ai cittadini di distinguere subito un malandrino da un agente di polizia ? Perché non si dà una divisa a tutti gli agenti di polizia ? Perché non si toglie via l ’ agente in borghese che determina questi equivoci e provoca queste possibilità di malfare ? Lasciate che la passività diventi cumulo , che essa metta in pericolo di fallimento presso i benpensanti e gli indifferenti l ’ azienda dell ’ « ordine » . Provando e riprovando , si arriverà a provvedere . Lo sviluppo della storia è tutto così , nelle piccole come nelle grandi cose .
FUORI DELLA REALTÀ ( GRAMSCI ANTONIO , 1921 )
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Il popolo italiano ha seguito la cerimonia d ' apertura della XXVI legislatura con la stessa curiosità con la quale ha seguito la corsa ciclistica per il giro d ' Italia . Ha guardato alla coreografia , non ha meditato sul discorso , perché sapeva che quel discorso stava a completare la coreografia , quindi non poteva essere che insincero ed irreale ? Gli stessi uomini politici manifestano segni di nausea e stanchezza . Ma malgrado ciò il discorso della Corona è stato sventrato , frugato da capo a fondo , ed ogni partito si è sforzato di trarre da esso il tema per qualche discorso brillante sia in laude che in opposizione al contenuto . Ma mentre sulla scena politica si seguono queste banali rappresentazioni , nelle quali tutte le ambizioni umane intessono la loro menzogna , sullo sfondo giganteggia la maschera sghignazzante della realtà . Ardono per le vie , nelle case , nell ' intimità tutte le passioni di cui si sente capace l ' anima umana . L ' individualismo ha preso il sopravvento sull ' armonia delle collettività operanti ad un fine . La vita collettiva si è spezzata in tante singole tragedie . Delitti che abbassano e riconducono l ' uomo allo stato selvaggio ; violenze truccate di legalità che rivelano , sotto la mano inguantata dell ' uomo colto e aristocratico , il callo e l ' artiglio del negriero ; torture morali e materiali che strappano gli ultimi veli alle ipocrisie del diritto ; arbitrii che spezzano i rapporti sociali ma non osano mettere a parte i ciarpami delle tradizioni e lanciare la grande definitiva parola di sfida . In quest ' ambiente arroventato , slegato , tentennante , distratto , si leva un ministro della monarchia a ripetere , con la puntualità di un burocrate , le menzogne costituzionali , ed a colui che simboleggia e riassume il potere monarchico si fanno dire pensieri che suonano beffa e insulto . Beffa ed insulto l ' invocazione all ' equilibrio delle energie di lavoro , all ' ordinato ascendere delle classi lavoratrici , alla collaborazione per il rafforzamento dell ' autorità dello Stato ! Questo Stato che vuol farsi paciere fra le classi a condizione che la lotta della classe lavoratrice segni il passo col cronometro degli interessi di classe borghese , non si accorge di vivere fuori della realtà ? La realtà non rivela forse tutto un popolo buono e laborioso sanguinante per mille ferite , per disoccupazione , fame e miseria , mentre tutto l ' affarismo agrario e siderurgico minaccia , se non si salvano i suoi privilegi , di affamare l ' Italia del lavoro ? La realtà non ci fa vedere navi di emigranti che ritornano , onuste di proletariato , in patria , perché altrove non s ' accettano quelle bestie da soma ? Questo spettro di Stato incarognito in mille delitti , questi ministri adusati nell ' arte della menzogna e del cinismo , questo canagliume che vuol pontificare dalla cattedra del diritto e della morale crede di bendarci gli occhi e di sollazzarci per non vedere in faccia la realtà ? La sovranità dello Stato per placare le passioni esorbitanti ? Ma chi se non lo Stato ha mandato in briciole quel poco che era rimasto di puro nei rapporti sociali ? Lo stesso governo s ' è fatto brigante e non osa confessarlo . Il delinquente che grida viva l ' Italia , mentre consuma il suo delitto , spezza tutti gli ostacoli del codice e non va in galera , ma ci va colui che vuol tenere fede ad un ' idea che ha sposato fra i dolori e le privazioni e sotto il giogo del lavoro . Non si parli di libertà ! Bando agli omaggi per gli uomini che dettarono leggi e codificarono i rapporti sociali . Siamo giunti al punto culminante dei contrasti di classe , e la realtà ci dimostra come il potere statale vada sempre più assumendo carattere di oppressione e di dominio di classe . Noi non ci lasciamo fuorviare dalle esteriorità , legga o non legga il re un discorso , abbia o non abbia fiducia un ministero , si battano o non si battano i partiti per un progetto di legge , a noi la realtà dà la sensazione che tutto ciò serva per fare indugiare le masse operaie , per farle desistere dagli assalti violenti al regime . Poiché la realtà ha gettato per le vie la violenza , poiché questa è partorita dai contrasti di classe , poiché questa classe è la borghesia in orgasmo per ricacciare indietro il proletariato , poiché ovunque trionfa il forte in barba alle leggi e alle tradizioni , poiché la vendetta sta in agguato ovunque porti la sua attività la classe operaia , poiché tutto questo è e non è fantasia che valga a diminuire la portata e l ' importanza di questi fatti , noi preferiamo la sincerità dei violenti , mercenari o non della borghesia , perché , rotte le menzogne , essi stanno insegnando a tutti come può esercitarsi il dominio di classe all ' ombra della legalità . Chi ha fede , chi solo alla realtà attinge l ' energia necessaria per combattere le lotte sociali deve rimanere sul terreno della violenza contro la violenza e non subirà umiliazioni . Se vi è forza nel produrre , si può , si deve usare la stessa forza perché non sia conculcato il proprio diritto .
IL POPOLO DELLE SCIMMIE ( GRAMSCI ANTONIO , 1921 )
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Il fascismo è stata l ' ultima " rappresentazione " offerta dalla piccola borghesia urbana nel teatro della vita politica nazionale . La miserevole fine dell ' avventura fiumana è l ' ultima scena della rappresentazione . Essa può assumersi come l ' episodio più importante del processo di intima dissoluzione di questa classe della popolazione italiana . Il processo di sfacelo della piccola borghesia si inizia nell ' ultimo decennio del secolo scorso . La piccola borghesia perde ogni importanza e scade da ogni funzione vitale nel campo della produzione , con lo sviluppo della grande industria e del capitale finanziario : essa diventa pura classe politica e si specializza nel " cretinismo parlamentare " . Questo fenomeno che occupa una gran parte della storia contemporanea italiana , prende diversi nomi nelle sue varie fasi : si chiama originalmente " avvento della sinistra al potere " , diventa giolittismo , è lotta contro i tentativi kaiseristici di Umberto I , dilaga nel riformismo socialista . La piccola borghesia si incrosta nell ' istituto parlamentare : da organismo di controllo della borghesia capitalistica sulla Corona e sull ' Amministrazione pubblica , il Parlamento diviene una bottega di chiacchiere e di scandali , diviene un mezzo al parassitismo . Corrotto fino alle midolla , asservito completamente al potere governativo , il Parlamento perde ogni prestigio presso le masse popolari . Le masse popolari si persuadono che l ' unico strumento di controllo e di opposizione agli arbitri del potere amministrativo è l ' azione diretta , è la pressione dall ' esterno . La settimana rossa del giugno 1914 contro gli eccidi , è il primo grandioso intervento delle masse popolari nella scena politica , per opporsi direttamente agli arbitrii del potere , per esercitare realmente la sovranità popolare , che non trova più una qualsiasi espressione nella Camera rappresentativa : si può dire che nel giugno 1914 il parlamentarismo è , in Italia , entrato nella via della sua organica dissoluzione e col parlamentarismo la funzione politica della piccola borghesia . La piccola borghesia , che ha definitivamente perduto ogni speranza di riacquistare una funzione produttiva ( solo oggi una speranza di questo genere si riaffaccia , coi tentativi del Partito popolare per ridare importanza alla piccola proprietà agricola e coi tentativi dei funzionari della Confederazione generale del Lavoro per galvanizzare il morticino - controllo sindacale ) cerca in ogni modo di conservare una posizione di iniziativa storica : essa scimmieggia la classe operaia , scende in piazza . Questa nuova tattica si attua nei modi e nelle forme consentiti ad una classe di chiacchieroni , di scettici , di corrotti : lo svolgimento dei fatti che ha preso il nome di " radiose giornate di maggio " , con tutti i loro riflessi giornalistici , oratori , teatrali , piazzaioli durante la guerra , è come la proiezione nella realtà di una novella della jungla del Kipling : la novella del Bandar - Log , del popolo delle scimmie , il quale crede di essere superiore a tutti gli altri popoli della jungla , di possedere tutta l ' intelligenza , tutta l ' intuizione storica , tutto lo spirito rivoluzionario , tutta la sapienza di governo , ecc . , ecc . Era avvenuto questo : la piccola borghesia , che si era asservita al potere governativo attraverso la corruzione parlamentare , muta la forma della sua prestazione d ' opera , diventa antiparlamentare e cerca di corrompere la piazza . Nel periodo della guerra il Parlamento decade completamente : la piccola borghesia cerca di consolidare la sua nuova posizione e si illude di aver realmente ucciso la lotta di classe , di aver preso la direzione della classe operaia e contadina , di aver sostituito l ' idea socialista , immanente nelle masse , con uno strano e bislacco miscuglio ideologico di imperialismo nazionalista , di " vero rivoluzionarismo " , di " sindacalismo nazionale " . L ' azione diretta delle masse nei giorni 2-3- dicembre , dopo le violenze verificatesi a Roma da parte degli ufficiali contro i deputati socialisti , pone un freno all ' attività politica della piccola borghesia , che da quel momento cerca di organizzarsi e di sistemarsi intorno a padroni più ricchi e più sicuri che non sia il potere di Stato ufficiale , indebolito e esaurito dalla guerra . L ' avventura fiumana è il motivo sentimentale e il meccanismo pratico di questa organizzazione sistematica , ma appare subito evidente che la base solida dell ' organizzazione è la diretta difesa della proprietà industriale e agricola dagli assalti della classe rivoluzionaria degli operai e dei contadini poveri . Questa attività della piccola borghesia , divenuta ufficialmente " il fascismo " , non è senza conseguenza per la compagine dello Stato . Dopo aver corrotto e rovinato l ' istituto parlamentare , la piccola borghesia corrompe e rovina gli altri istituti , i fondamentali sostegni dello Stato : l ' esercito , la polizia , la magistratura . Corruzione e rovina condotte in pura perdita , senza alcun fine preciso ( l ' unico fine preciso avrebbe dovuto essere la creazione di un nuovo Stato : ma il " popolo delle scimmie " è caratterizzato appunto dall ' incapacità organica a darsi una legge , a fondare uno Stato ) : il proprietario , per difendersi , finanzia e sorregge una organizzazione privata , la quale per mascherare la sua reale natura , deve assumere atteggiamenti politici " rivoluzionari " e disgregare la più potente difesa della proprietà , lo Stato . La classe proprietaria ripete , nei riguardi del potere esecutivo , lo stesso errore che aveva commesso nei riguardi del Parlamento : crede di potersi meglio difendere dagli assalti della classe rivoluzionaria , abbandonando gli istituti del suo Stato ai capricci isterici del " popolo delle scimmie " , della piccola borghesia . La piccola borghesia , anche in questa ultima incarnazione politica del " fascismo " , si è definitivamente mostrata nella sua vera natura di serva del capitalismo e della proprietà terriera , di agente della controrivoluzione . Ma ha anche dimostrato di essere fondamentalmente incapace a svolgere un qualsiasi compito storico : il popolo delle scimmie riempie la cronaca , non crea storia , lascia traccia nel giornale , non offre materiali per scrivere libri . La piccola borghesia , dopo aver rovinato il Parlamento , sta rovinando lo Stato borghese : essa sostituisce , in sempre più larga scala , la violenza privata all ' " autorità " della legge , esercita ( e non può fare altrimenti ) questa violenza caoticamente , brutalmente , e fa sollevare contro lo Stato , contro il capitalismo , sempre più larghi strati della popolazione .
ILLUSIONI ( GRAMSCI ANTONIO , 1921 )
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I provvedimenti contro la disoccupazione sono stati discussi alla Camera per ultimi , come un affare qualunque che interessasse una ristretta categoria di una piccola borgata . Dal modo con cui essi sono stati discussi ed approvati , un fatto risulta evidente : la certezza che i provvedimenti lasceranno il tempo che trovano e che la loro approvazione ha solo valore formale , per gli sciocchi che ancora si illudono sull ' utilità dei tornei accademici parlamentari . La Camera è , nella sua maggioranza , persuasa che la disoccupazione non ha rimedi e che quelli proposti devono solo servire a mostrare l ' apparente buona volontà del governo a risolvere la crisi . Non ci sono ormai che i socialisti , i quali credono che il governo con una saggia politica di lavori pubblici possa far qualche cosa per il milione di operai disoccupati . Governo e rappresentanza parlamentare borghese sanno ottimamente che la crisi non può avere altra soluzione che l ' affamamento di una parte della classe operaia e contadina . Certo essi trovano legittimo che questo avvenga , poiché per loro entra nel corso naturale delle cose . Essi spiegano la crisi come una calamità sociale alla quale gli operai devono sottomettersi con lo stesso animo con cui affrontano una carestia . Il governo , come rappresentanza borghese , e tanto più in quanto vuole apparire di essere con tutto il popolo , studia progetti , presenta disegni di legge , li approva , per far credere che esso si interessa realmente alla vita degli operai e contadini . Esiste un limite però : esiste il limite della proprietà privata , che non può essere violato . L ' affamamento degli operai non può giustificare che si debba ridurre il profitto capitalistico o meglio violare il diritto della proprietà privata . Governo e rappresentanza borghesi sono dunque coerenti , quando approvano disegni di legge che lasciano il tempo che trovano . Essi hanno sempre una scusa a portata di mano : la difesa del proprio privilegio e l ' impossibilità di fare di più , senza correre il rischio di perire . Facendo rispettare questo limite , i governi borghesi sono convinti di agire realmente anche nell ' interesse dei lavoratori . Ora ai socialisti , come rappresentanza proletaria , se non fossero quello che sono sarebbe spettato di smascherare questa politica di classe dei governi borghesi e d ' opporvi una politica propria , la quale non potesse lasciare più alcun dubbio nell ' animo dei lavoratori . Ma i socialisti si pongono anch ' essi sul piano delle illusioni e perdono il loro tempo a discutere questo o quell ' altro articolo di progetto di legge , come se la disoccupazione , specie nel periodo attuale , possa davvero trovare la soluzione nella proposta di uno o più emendamenti , che accrescano magari il sussidio giornaliero all ' operaio senza lavoro . Far credere alle grandi masse di operai disoccupati che essi possono guardare con fiducia nell ' opera di aiuto del governo , è volerle mantenere nell ' inganno . Oggi che il numero dei disoccupati va rapidamente crescendo e che la classe padronale non ha più alcuno scrupolo nel mettere sul lastrico centinaia di migliaia di famiglie operaie , altra parola d ' ordine si richiederebbe da coloro che hanno ricevuto il loro mandato dalla classe lavoratrice . Ma la realtà è fuori del Parlamento . Gli organizzatori operai che in questo avrebbero dovuto far risuonare forte la voce di protesta dei lavoratori , che soffrono nella fame e nella miseria , si sono limitati invece a proporre qualche emendamento al disegno di legge governativo . Intanto che gli operai disoccupati crescono e che la fame miete sempre maggiori vittime in mezzo alle loro famiglie , questa condotta parlamentare degli organizzatori operai non può che giudicarsi ingannevole e traditrice . Essa ribadisce l ' illusione che si tratti di uomini di governo e d ' indirizzo politico , mentre la quistione sostanziale è nel regime . E ' questo che si deve additare alle masse operaie come la causa dei loro mali che si deve prima togliere di mezzo , per giungere alla loro liberazione da essi . Tutto il resto è retorica , accademia ; ora che la Camera ha di fatto approvato i provvedimenti contro la disoccupazione , non siamo cattivi profeti dicendo che la crisi continuerà a rendersi più acuta nel paese . A questo non ci prepara forse l ' offensiva degli industriali per la riduzione dei salari ? Già i tessili sono alla vigilia del loro sciopero generale in tutta Italia , se i padroni non accedono alle proposte della Federazione . Anche in ciò non bisogna creare illusioni . Nessun aiuto gli operai hanno da sperare dall ' intervento dello Stato . Gli operai ricordano a che cosa è servito l ' intervento di Giolitti nella vertenza metallurgica ; né hanno dimenticato i frutti che ha portato in Inghilterra l ' intervento di Lloyd George nella vertenza dei minatori . Nel primo come nell ' altro caso , il governo non è intervenuto che per sviare dai suoi propositi di lotta e di resistenza la classe operaia , consegnandola , con la complicità dei suoi organizzatori , alla volontà padronale . La classe operaia non ha nulla da sperare da questo o da quell ' altro ministro ; la classe operaia non può fare affidamento che in se stessa . Ogni decreto , ogni disegno di legge non sono che pezzi di carta per i padroni , la cui volontà può trovare un limite solo nella forza medesima degli operai e non mai negli organi dello Stato . Chi dalla tribuna parlamentare o in un comizio , si vale della sua autorità , del suo prestigio , per far credere alle masse che oggi la soluzione della crisi possa essere all ' infuori dell ' abbattimento dello Stato borghese , non si merita titolo diverso da quello di traditore . Tanto se si tratti di combattere contro la disoccupazione che contro la riduzione dei salari , il governo e i suoi organi non possono essere che coi padroni . Gli operai ricordino il decreto di controllo com ' è andato a finire e stiano in guardia da qualunque intervento dello Stato nelle loro lotte contro la classe padronale . La sola verità che essi non devono dimenticare mai è che dai padroni otterranno sempre tanto per quanto saranno forti e che oggi l ' unica via di salvezza consiste non nell ' attendersi aiuti e provvedimenti dai governi della borghesia , ma nel lottare per il loro abbattimento definitivo . Non è inutile se si ripete una volta di più che tutti i problemi inerenti alla vita della classe operaia oggi possono trovare la loro soluzione solo nella conquista del potere politico da parte di essa . Ogni altra via non può condurre che a soluzioni parziali ed ingannevoli per la classe operaia .
CHE NE SARÀ DEL MULETTO? ( GRAMSCI ANTONIO , 1918 )
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Stamane , verso le dieci , nei pressi di Cascina Vica , cioè a pochi passi da Rivoli , un muletto , impauritosi del tram che sopraggiungeva , corse attraverso al binario e , incespicando , si abbatté a terra , cosicché la motrice , invano frenata a tutta forza , gli fu sopra , stroncandolo completamente . All ’ improvviso sobbalzo che ne ricevette tutto il convoglio , si unirono le alte grida strazianti del fanciullo che custodiva ... così bene il muletto , per cui una vera folla di passeggeri , sgomenti , atterriti , credendo che il travolto fosse il fanciullo , precipitò dalle vetture ; qualche donna svenne , fu insomma un episodio di paura e di pietà . Accertata la realtà del caso , cominciarono i ragionari dei passeggeri , reduci dal bagno emotivo ; cominciò il quarto d ’ ora di storia del muletto , diventato vivo nella mente e nel cuore degli uomini ! Le donne specialmente con un lungo sospiro di soddisfazione mormoravano un « meno male ! si tratta soltanto di un muletto » . Un soldato fiorentino , solidamente imboscato , faceva notare invece , come ne facesse un commosso funebre elogio , ch ’ i muletto poteva , costare du boni fogli da mille ! Oh dimmi la verità , fiorentino spirito bizzarro sotto quel grigio - verde di imboscato eroico palpita un generoso cuore di negoziante di vaccine , cavalli e specie affini ! non me lo negare . Ed ora che sarà di te , povero muletto ? Non sei mai stato così vivo , come oggi che tu sei morto ! non altrimenti avviene per gli uomini , credilo . Domani tu sarai portato a Torino : il mercatante dirà di te che eri giovane , bello e gagliardo , che sei stato reciso da morte violenta , come un fiore , che tu non eri una rozza esausta , una bestia avvizzita , consunta dai malanni , come si suole portare al macello . Con quale eloquenza diranno le tue lodi i mercatanti , o povero muletto ! La tua giovinezza e floridezza sarà esaltata . E una nobiltà nuova ti attende sicuramente : tu entrerai , fatto a brani , in uno spaccio di carne equina ; ma che mulo ? cavallo , il nobile cavallo sarai , altro che mulo ; e sarai ricercato , pagato stupidamente bene , masticato anche da aristocratiche , ignoranti mascelle ; guarda un po ’ quanto onore ti attende ! E , ahimé , anche vitello tu diventerai ! e dico ahimé , perché , uso purtroppo agli intrugli del trattore , farse sarò una tua vittima anch ’ io . Ecco tu entrerai sotto forma di una bella portata di vitello , stufatino , in guazzetto , con certi intingoli da far gola all ’ Artusi e a Stecchetti . Cameriere ! ma questa carne è coriacea , è tigliosa , è immasticabile ! Ma che ? È vitello sano , giovanissimo , e che vuole ? tempi grami questi e poi c ’ è ancora il caldo , non si può tenere la carne sotto pelle , per la necessaria frollatura , ci vuole un po ’ di tolleranza , d ’ altronde , tenuto calcolo di questo difettuccio , noi non le facciamo pagare la porzione di vitello che miserabili dieci lire . Povero muletto , la morte ti ha conferito due gradi di dignità : di vitello e di cavallo , il nobile amico dell ’ uomo ; i mercatanti si contendono la tua spoglia , i consumatori ti pagano imperialmente : non rammaricarti di essere morto .