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CRONACHE ECCLESIASTICHE. SAN PIETRO ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
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Ahimè ! La vanità ci assedia da ogni parte ; e la nostra fede è in gran pericolo . Io ho visto l ' immenso pellegrinaggio che in questi giorni muove da tutti i punti dell ' Urbe verso la basilica di San Pietro e le altre chiese cattoliche ; ma il mio cuore non ha avuto cagione di allegrezza . Non il puro desiderio della penitenza e del raccoglimento anima quei pellegrini , ma una curiosa vaghezza di diletto e di amore profano . La piazza San Pietro con i prodigiosi portici non abbraccia in sè un popolo di fedeli umiliati dalla vicinanza della casa di Dio , ma una folla gaia e clamorosa che la primavera inebria . Un romore vasto sale verso la basilica . Le carrozze attraversano la piazza in tutti i sensi , con una frequenza che dà la vertigine . Or sì or no , secondo le vicende delle nuvole , il sole glorifica la sommità dei portici . La fontana d ' Innocenzo VIII spumeggia e scroscia lanciando l ' acqua sino all ' obelisco di Sisto V , e la fontana di Clemente x scintilla come un favoloso albero di diamante che muti la sua forma ad ogni attimo . Le donne salgono e discendono per le scalinate . La basilica è piena di gente che continuamente si rinnova . Qua e là grandi gruppi si formano . Intorno alla statua di San Pietro , che campeggia sopra un mosaico rosso e oro , gira una corona di spettatori apatici i quali restano lungo tempo a guardare con un occhio stupido e fisso il piede destro del divino Apostolo , logorato dalle labbra dei credenti . Passano vecchi , donne belle , preti , monache ; e baciano il piede con un atto macchinale . Presso l ' altar maggiore , sotto la statua estatica di Santa Giuliana Falconieri , intorno al vuoto seggio del Penitenziere , stanno seduti altri cristiani su panche disposte a rettangolo . Quasi tutti hanno le mani incrociate sul ventre e guardano il pavimento , resi immobili dalla pazienza dell ' aspettazione . Fuori del rettangolo si fermano i curiosi , come d ' innanzi a una gabbia di animali strani . Sotto la gran cupola , intorno alla Confessione di San Pietro , si adunano per lo più i soldati , attratti dallo splendore delle centosedici lampade che pendono dalle cornucopie d ' oro . Appoggiati alla balaustrata di marmo , guardano la statua di Pio VI e si lasciano a poco a poco prendere da una specie di stupefazione , come certi uccelli alla vista delle cose lucenti . D ’ innanzi alla cappella del coro la folla è più densa ; ma la porta di bronzo è ancora chiusa . Sotto il sarcofago d ' Innocenzo VIII , l ' elegantissima opera del Pollajuolo , si raccoglie un gruppo di dame d ' onde emerge alta e bionda e purissima la più cattolica delle marchese romane . Per tutta la basilica si diffonde una luce bianca e fredda ; e una zona più vivida attraversa da cima a fondo la navata centrale . Qui , o mio Dio , la profanazione è maggiore . Dalla tribuna di S . Pietro alla porta di Antonio Filarete , è un lungo ed empio passeggiare di uomini e di donne . Le dame portano abiti neri di una studiosa semplicità , che rendono più snelle ed evidenti le grazie dei corpi loro ; talune hanno su la faccia veli sottilissimi , a traverso i quali li occhi sono più insidiosamente languenti ; talune hanno un profumo acuto e istigatore che rimane nell ' aria anche dopo il loro passaggio a turbare i sensi dei giovini ; e talune anche portano sul petto fiori . Camminano lentamente , fermandosi ad ogni tratto , parlando delle cose del mondo , chiamando gli sguardi degli uomini , dilettandosi d ' essere seguite e ammirate . Recano nella casa dell ' Altissimo i loro amori . O mio Dio , verità sovrana e sovranamente amabile , torcete li occhi loro dalla verità che da ogni parte le circonda ! Empite la loro mente di pensieri e d ' imagini che le inalzino verso di voi ; penetrate i loro cuori di quella ineffabile soavità che attira le anime all ' effluvio de ' vostri aromi ; consacrate i loro corpi con la presenza stessa della vostra santa carne , così che tutto in loro esulti verso il Dio vivente . Fate , o Signore , che allorquando lo spirito seduttore le tenterà , o con la sensualità , o con la curiosità , o con la vanità , esse non sieno scosse più di quel che voi non foste nel deserto . Date loro le ali come alla colomba , affinché volino e si riposino in grembo alla vostra pace ! Ma come più manca la luce , per tutta la basilica la folla più si addensa . Pare che dalle alte finestre non discenda che una specie di vapore azzurrognolo . Il mormorio delle voci empie li angoli più riposti e oscuri . Dalla cappella del coro giungono i cantici sacri affievoliti . Accanto alla tomba enorme e atroce di Alessandro VII , l ' altare è tutto illuminato di ceri e parato di drappi rossi . Ivi l ' aria è ardente , la luce è quasi purpurea , gli smisurati candelabri fiammeggiano come alberi in fuoco , lo scheletro di rame dorato scintilla simile ad uno scarabeo mostruoso . Di tratto in tratto una dama vestita di nero entra dal fondo , attraversa la folla , si dirige verso il sepolcro per pregare . Le amiche per via la chiamano , l ' attirano , la distraggono dal proposito , la tentano , la trattengono per le mani . Li amici la salutano ridendo . Ella abbassa il capo , si svincola , va innanzi , cerca di resistere , vede già il mistico splendore vermiglio della cappella lontana . O Signore , mettete in fuga i fantasmi che sono per traviarla ; riunite in voi tutti i sensi di lei ! Fate ch ' ella oblii tutte le cose del mondo , e datele la forza di respingere con pronto disprezzo quelle frivole imagini . Scuotetela , o Verità sovrana , affinché nessuna vanità la tocchi . Scendete in dei , o celeste Dolcezza , affinché tutto ciò che non è puro si dilegui d ' avanti a voi . Possa ella , o Signore , dall ' intimo della sua coscienza tranquilla offrirvi una preghiera degna di unirsi ai cori delli Angeli ! Ma la tenebra cresce ; e i canti della cappella del coro salgono più pieni . I cristiani , a due , a tre , a quattro , a dieci , a venti per volta , vanno ad inginocchiarsi d ' innanzi al Penitenziere che omai tocca le teste con un gesto quasi incosciente . Un chierico va tra un arco e l ' altro piantando un cero acceso . Alla luce dubbia , da tutti quei tesori di marmo e di metallo sorge non so qual gran sogno di amori angelici e di lussi paradisali . Allora su '1 limitare della cappella clementina , e a piè della cappella del Sacramento , dove il ciborio di bronzo e di lapislazzuli brilla come un faro , e sotto il sepolcro di Gregorio Buoncompagni , e accanto alle pile d ' acqua benedetta , e tra de colonne di granito nero , e dentro le tre cappelle aggiunte da Paolo V , in tutti i luoghi più oscuri e più segreti , li amanti convengono a colloquio . I bisbigli scellerati si propagano lungo la nave ; e sono a quando a quando coperti dalle voci del Miserere . Le dame passano , a due , a tre , con un fruscio di vesti di seta , con uno scintillio vivo per tutta la persona , parlando quasi ad alta voce , talune ridendo , talune trascinando l ' ombrellino sul pavimento con una graziosa incuranza , come se la basilica di San Pietro non fosse che una grande galleria aperta al diletto della gente oziosa o ai ritrovi della gente disiosa . Il maggior peccato che le donne fanno è quello di portare nella casa di Dio li odori del loro bagno , le essenze sottili e venefiche che turbano anche i devoti nella preghiera e li fa ricadere nella colpa aborrita . Voi lo sapete , o mio Dio : non v ' è nella vita angoscia più amara di quella che mi danno queste ricadute . Talvolta l ' angoscia è così violenta , ch ' essa mi getta in gravi turbamenti e in singolari costernazioni . Ahimè ! Ricominciare , sempre ricominciare , contro le insidie della vanità , della sensualità e della mollezza ! Ancora una volta ho fallato , o padre ; ma voi vedete che io ho orrore della mia debolezza . Rialzatemi , voi che solo siete la forza e la virtù . La vita dell ' uomo , così breve , è piena di molte miserie . Io gemo nella maggiore di tutte , che è di vedermi ogni giorno cader nel peccato . Io soffro in questo mondo , ove tanti scandali mi circondano , ove non posso impedire che il mio Dio sia continuamente offeso . Perdonatemi , o mio Dio , ogni volta che nella preghiera penso ad altre cose e non a voi ; poiché io confesso umilmente che la distrazione m ' è abituale . Per lo più io non sono nel luogo occupato dal mio corpo , ma là dove la mia immaginazione mi trae . Io sono là dov ' è il mio pensiero ; e il mio pensiero è per lo più là dov ' è quel ch ' io prediligo . O eterna Verità , voi avete detto : – Dove è il vostro tesoro , ivi anche è il vostro cuore . Se amo il cielo , io penso volentieri alle cose del cielo ; se amo il mondo , ne porto nel mio spirito il ricordo . Ma felice colui , o Signore , che per amor vostro caccia dal suo cuore ogni creatura ! Per fuggire le tentazioni , non sentendomi forte alla battaglia , io esco dalla Santa Chiesa madre . Tutta la scalinata è piena di donne che socchiudono li occhi , un poco abbarbagliate dalla luce esteriore . Un romore vasto e profondo sale dalla piazza attraversata da mille vetture , un romore come di fiume che precipiti da una rupe a valle . L ' obelisco è tutto roseo all ' estremo fuoco del sole ; le fontane , nell ' aria senza vento , spumeggiano con tranquilla pompa superando le statue dei porticati ; il Redentore e i dodici Apostoli campeggiano sopra un cielo leggermente verde , sparso di vapori luminosi . Una mollezza irresistibile discende da quel cielo di primavera . Pare che dai giardini del Vaticano muovano i profumi e sorpassando li edifici giungano fino all ' atrio della basilica ... O mio Dio , e quando voi sarete per me tutto in tutte le cose ? O Gesù , tre volte caduto sotto il peso dei peccati del mondo e tre volte risollevato dalla forza d ' un amore invincibile , risollevate me dall ' abbattimento in cui mi gettano le mie tristi esitazioni . Fate ch ' io sia umile nel riconoscimento della mia miseria , umile nel cambiamento subitaneo delle mie disposizioni interiori . Un giorno , o mio Dio , questi ondeggiamenti continui dell ' animo si placheranno , ed io sentirò allora , amandovi , la felice sicurezza di amarvi per sempre . O giorno , o sole divino , d ' innanzi a cui si dilegueranno perfino le ombre del peccato , quando risplenderai ? Così sia . Amen .
LA CAMERA SI RIAPRE ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
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Sono de dieci . Nel Corso , nella piazza Colonna , nella piazza di Montecitorio , in tutte de vicinanze del gran Palazzo Innocenziano , la moltitudine si accalca con una densità tenace ed impenetrabile . Tutte de finestre sono gremite . Su la loggia sostenuta dal portico di Vejo gli ombrellini multicolori ondeggiano e risplendono come una gigantesca fioritura di papaveri , di gigli e di rose ... artificiali . Il sole è ardente e fastidioso . Gli spettatori sono assai più pigiati e schiacciati che non sieno i guerrieri Marcomanni su per la colonna del glorioso imperatore Marco Aurelio , e de loro facce sono assai più varie che non i geroglifici dell ' obelisco di Psammetico primo . Vi rammentate i versi degli Emaux ? La sentinelle granitique , Gardienne des énormités , Se dresse entre un faux temple antique Et la chambre des députés . Je vois , de janvier à décembre La procession de bourgeois , Les Solons qui vont à la chambre , Et les Arthurs qui vont au Bois ... Il caldo aumenta di minuto in minuto . L ' aspettazione è immensa . I gendarmi mettono un argine di ferro alla folla invadente . Di tanto in tanto sorgono voci alte e fioche . L ' operaio , il piccolo possidente , il commesso di negozio , il pick pocket , la donnetta politica , il tribuno da strapazzo , il vecchio impiegato memore delle antiche pompe pontificie , l ' ozioso che prende diletto ad ogni spettacolo e che assiste immancabilmente dalla piazzetta di Sciarra alla discesa della palla meridiana , e il dilettante che conosce tutte le celebrità politiche e le ha seguite nella loro carriera , e il reduce delle patrie battaglie , e l ' elettore , tutti questi varissimi tipi tumultuano su l ' asfalto del marciapiede e giuocano di gomiti per conquistare un posto da cui poter godere la grande cerimonia regale ... Le trombe squillano . Gli ufficiali gridano un comando . Le canne dei fucili , nel movimento rapido e preciso , mandano un baleno che si propaga per tutta l ' ala militare . In fondo al Corso , verso la piazza di Venezia , si vedono luccicare de dorature della prima carrozza di Corte sormontate dalle parrucche e dagli abiti rossi degli staffieri . Le corazze delle guardie folgoreggiano meravigliosamente polite come quelle dei paladini di messer Lodovico . La pompa s ' avvicina . – Viva il Re ! Nell ' aula di Montecitorio lo spettacolo è diverso , ma l ' impazienza è in tutti egualmente viva . Quei felici mortali che posseggono un biglietto , guadagnato a furia di insistenze e fastidii infiniti , giungono tutti sudanti e anelanti , con la cravatta a sghimbescio , con il frac dalle maniche troppo lunghe e dalle code troppo larghe , preso in affitto per la grande occasione , con la tuba tutta arruffata . Attraversano la folla a testa bassa , non si curano né delle spinte né delle pestate né delle imprecazioni , pur di giungere in un posto da cui si possa vedere il Re o almeno la Regina . Le signore , entrando , a quel fiato torrido che sale dall ' emiciclo e dagli scanni inferiori , impallidiscono , restano un momento smarrite , non sanno dove andare a sedere , si peritano a scomodare tante persone . Sorgono dei brontolii qua e là , poco cavallereschi . Non soltanto le alte tribune , ma tutti i corridoi intorno intorno , dietro gli scanni dei deputati , e le scalinate , si riempiono in un attimo . Un cinguettio confuso e ineguale suona da un capo all ' altro , sotto la cupola grigia e azzurra che pare di cartone . Non è possibile , in mezzo a tanta folla , distinguere le persone amiche , le signore note , le eleganti , quelle che empiono dei loro nomi tutte le cronache mondane . A pena a pena , qua e là , una toilette vivace , molto chiara o molto rossa , un cappellino molto carico di fiori o molto scintillante di jais , un ventaglio molto ampio , dalle stecche dorate o dalle pitture vistose o dalle piume magnifiche , rompono la monotonia , chiamano l ' occhio , fanno volgere i cannocchiali . Nella tribuna degli ambasciatori alcune dame , vestite con una gaia leggerezza estiva , si muovono , parlano , ridono , agitano il ventaglio tra i diplomatici ben gallonati e decorati . Tutte le insegne cavalleresche del mondo civile brillano su quei petti giovenili o senili . Il vecchio Keudell trionfa . Un attaché biondo di Russia sorride amaramente sotto il peso delle sue pellicce magnatizie . Il bel conte d ' Arco , tutto vermiglio su le lunghe gambe bianche , pare un fenicottero del lago d ' Albufera . Il ministro di Turchia è tutto un ' opera di oreficeria e , fatta eccezione per la barba e per la fede maomettana , rammenta la venerata immagine della madonna di Loreto . I ciondoli , i nastri , gli alamari , le croci , i tosoni , i collari sono innumerevoli . Tutti i più bizzarri simboli della onorificenza umana sono chiusi tra quelle quattro colonne di cartapesta , come in un reliquiario . Mancano le vetrine . Ma il rombo del cannone giunge con un tuono sordo nell ' aula ; e per le tribune corre un mormorio più sonoro . Ci vogliono ancora dieci minuti all ' arrivo del Re . Le conversazioni si rianimano . Tutti si alzano su la punta dei piedi per guardare i deputati che o stanno seduti negli scanni o girano distribuendo e ricevendo strette di mano . I nuovi eletti si riconoscono subito : molti hanno una miserevole aria provinciale , si sentono impacciati nell ' abito nero , nella camicia inamidata , nei guanti bianchi . Si guardano intorno con sospetto , temendo sempre di sorprendere su le labbra dei colleghi un sorriso ironico . Hanno in cuore una certa palpitazione pensando al momento in cui di tra la insidiosa barba dell ' onorevole Depretis uscirà il loro nome . Con qual tono di voce dovranno essi pronunziare il giuro ? E se la voce mancasse ? E se fosse ridicola ? E se suscitasse l ' ilarità nei colleghi ? Mio Dio , quale incertezza ! Alcuni , più arditi , già invasi dalla febbre dell ' ambizione , meditano un piano . Si faranno notare anche nel pronunziare quel semplice giuro . Vibreranno il verbo con una voce sonora , ferma , chiarissima , facendo un gesto risoluto . Altri sognano , guardando con gli occhi imbambolati la rossa tribuna della Regina . – Essi un giorno si leveranno dal loro banco , d ' improvviso , e in un istante abbatteranno il ministero , con un discorso , con un solo grande discorso che poi appassionerà l ' Italia intiera ... Altri sono commossi ; si sentono su la bocca dello stomaco un tremolio singolare . E dalle tribune gli spettatori si chinano , si sporgono , tendono il collo , fiutando la grandezza politica , simili a quegli affamati che vanno a respirare , dagli spiragli delle cucine principesche , gli odori dei tartufi e degli arrosti fini . Così anche i dieci minuti passano . La Regina entra fra gli applausi , ringrazia con quei lenti e nobilissimi inchini che sono una delle sue grazie regali . Le dame di Corte le fanno intorno corona . La contessa di Santafiora , tutta bianca , con delle piume leggere tra i capelli , emerge su le altre . Dietro una colonna s ' affaccia il profilo bellissimo della contessa Taverna . I gentiluomini sono pieni di ricami d ' oro . Gli applausi crescono e scoppia un lungo grido che fa tremare i vetri del lucernario e tutta la puerile architettura . – Viva il Re ! Il Re d ' Italia è entrato in Parlamento .
DON GIOVANNI E SAN GIOVANNI ( IL DUCA MINIMO , 1886 )
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Ieri sera dunque avemmo al teatro Costanzi l ' ultima rappresentazione del Don Giovanni di Mozart . Il teatro era pienissimo ; e , se bene « popolare » , era onorato dalla presenza di molte fra le più magnifiche dame di Roma . La principessa d ' Antuni riceveva nel suo palco molte visite : il meraviglioso gilet bianco del conte d ' Arco risplendeva come un plenilunio d ' agosto , oscurando la vivace esiguità del conte Barbiellini . Questa principessa venuta a noi dalla patria di Tenorio ( dove forse abitava un palazzo moresco dalle mura di filigrana ) , questa Gracia , che forse immergeva il piccolo piede nell ' acqua del Guadalquivir , ha nel suo pallore la trasparenza del più puro elettro e certi movimenti di cigno nelle pose del collo e certi petits airs penchés e certe maniere d ' appoggiarsi e di tener le sue belle mani bianche , che fanno pensare ai quadri in cui Zurbaran rappresentava sotto il nome di una santa , in abito sivigliano , una dama ornata di piume e di oreficerie doviziose . Ieri sera , in verità , « il cavaliere crudele e bello » poteva essere contento . Tutta la Spagna romana era venuta ad ascoltare la serenata . La duchessa Sforza - Cesarini , questa Martirio la cui nobile bellezza acquista maggior fascino dall ' abito di merletti constellato di diamanti , stava nel palco D ' un air de reine qui s ' ennuie Au milieu de sa tour à genoux , Superbe et distraite ... Donna Maria Bruschi , tutta vestita di rosso , d ' un rosso di fiamma , non interrotto da alcun altro accenno di colore ( oh felice audacia ! ) , alle buffonerie di Leporello rideva di quel riso aperto e abbagliante che affascinò Teofilo Gautier mentre passava da Vergara . Rammentate ? « No vaya usted a ver eso ... » E quelli altri versi che non so se qualcuno abbia già scritti sul ventaglio di Donna Maria ? Ses paupières de jais frangées Filtrent des rayons de soleil . Entre ses lèvres d ' écarlate Scintille un éclair argenté , Et sa beauté splendide éclate Comme une grenade en été . Gli applausi alla musica mozartiana ieri sera furono più frequenti e più spontanei . Pareva che il pubblico avesse finalmente incominciato a comprendere e a gustare le molte e grandi bellezze che l ' opera racchiude . Tutta la Sinfonia , mirabile e , secondo me , non inferiore per nulla a quella delle Nozze di Figaro , fu ascoltata con men fredda indifferenza . Qualcuno anche notò il terzetto delle maschere nella scena diciottesima , che è d ' una straordinaria potenza drammatica , quantunque malamente eseguita da Donn ' Anna e da Donna Elvira . Ma pur troppo la scena del ballo nella casa di Don Giovanni , quella scena che è una meraviglia di composizione e che potrebbe bastar da sola alla gloria del maestro , rimane oscura ai più , e non ebbe né pure un accenno di applauso da quel pubblico che s ' è acceso di tanto entusiasmo per la musica mediocre e assai spesso volgare della Gioconda . La serenata « Deh , vieni alla finestra ... » , cantata con grazia inimitabile dal signor Cotogni e accompagnata un po ' liberamente dal mandolino , fu ripetuta tre volte . Il resto passò quasi inosservato , anche perché li esecutori non facevano che cangiare in piombo greve ed oscuro il nitido e purissimo oro mozartiano . Ma la freddezza del pubblico di nuovo si sciolse alle ultime due scene funerali , che sono musicalmente di una terribilità direi quasi shakespeariana , con tale profonda inspirazione è compresa la leggenda del commendatore e con tale alta potenza ed insieme con tale sapiente sobrietà di mezzi sinfonici l ' elemento tragico e il comico sono fusi . Ed ecco che anche questo Don Giovanni è passato , non servendo ad altro per avventura che a suscitare pettegolezzi di palcoscenico ed ire ingenerose contro un celebrato direttore d ' orchestra ospite di Roma . Ed ecco che anche questo « grande avvenimento artistico » annunziato con tanto clamore e con tanta impazienza di aspettazione desiderata , si risolve in un insuccesso . Ohibò ! Andiamo a San Giovanni a goderci gli organini . Forse ancora vedremo passare tra le nuvole , al lume torbido della luna , il nobile sposo di donna Elvira , travolto lungi dalle streghe orride e ululanti , nascosto il volto dalla bautta dell ' abate Da Ponte ( in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti , amen ! ) .
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Roma diventa la città delle demolizioni . La gran polvere delle rovine si leva da tutti i punti dell ' Urbe e si va disperdendo a questi dolci soli maggesi . All ' imboccatura di certe vie , una tabella in cima ad un ' asta proibisce il passaggio . Quasi tutte le case a destra e a sinistra sono vuote ; e i demolitori stanno all ' opera , vestiti di camiciotti bianchi e armati di picconi . Le imposte e i vetri delle finestre restano appoggiati contro le facciate ; tutte le botteghe son chiuse , e qua e là si leggono le scritte : vetrine in vendita , oppure : il negozio si trasferisce il 15 corrente in via tale per causa di espropriazione . Dinanzi alle vetrine polverose , gruppi di bottegai delle vicinanze gesticolano e parlottano mercanteggiando col proprietario espropriato . Sono per lo più uomini panciuti , mezzi calvi , rossastri in faccia , con grosse mani che ripetono continuamente un gesto particolare . Le pietre , i mattoni , i calcinacci si accumulano e formano barriere lungo i marciapiedi . In alto , a un terzo piano , un piccolo balcone di pietra sorretto da mensole scolpite , un piccolo balcone poetico di dove qualche fanciulla clorotica avrà contemplato il plenilunio o le stelle pudiche , sta per cadere . Le mensole tremano nel muro , verdastre per la pioggia e per il musco e corrose , come in una gengiva di vecchia i denti cariati . In alto , a un quarto piano , un altro balcone tutto coperto di piante rampicanti vien saccheggiato senza misericordia . Le belle piante lunghissime e flessibili , ondeggiano , scompigliate , come capigliature verdi tra il polverio che sale . Alcuni rami pendono spezzati , reggendosi alla pianta madre per mezzo d ' una sola fibra sottile . Tutta la massa vegetale ha in sé qualche cosa di doloroso come per una violazione e per uno strazio . E pensare quante buone merende su quel balcone e quante buone cene nelle notti d ' estate , quando le piante fiorivano e odoravano ! Passando nella via ed alzando li occhi , si vedevano allora dei visi femminili fra il verde , o si vedeva qualche cappellino appeso a un ramo e qualche scialle di colore vivo o anche , talora , una bambola rosea . A molte case sono già state demolite le facciate . Le stanze rimangono quindi scoperte e con le loro tappezzerie di carta somigliano a scenarii d ' un teatrucolo di provincia . Su le pareti i mobili hanno lasciato i segni . Facilmente si riconosce il posto del letto matrimoniale e il posto della specchiera e quello dell ' armadio , e quello del canterano , e quello dei quadri . Qua e là le carte sono ridotte a brandelli , e i brandelli tremano all ' aria miserevolmente . Una gran linea nera di fuliggine segna il camino atterrato . Dappertutto si scorgono le tracce untuose e laboriose della vita domestica ; dappertutto , alla cruda luce solare , si scorge quel che v ' è di sudiciume e di gretteria e di meschinità nella vita casalinga dei piccoli borghesi . I piccoli borghesi romaneschi guardano dal mezzo della via le demolizioni ingoiando con molta pazienza la polvere bianca . Tutti stanno col naso all ' aria e con il collo teso e con li occhi spalancati e con in tutta la persona una espressione grottesca di stupidità ; e tutti nell ' attitudine e nella melensaggine somigliano a quei venti o trenta beati che quotidianamente si mettono innanzi alla chiesa di Sant ' Ignazio ad aspettare che il colpo del cannone di mezzogiorno faccia discendere dalla cima dell ' asta il globo indicatore . Ma dalle rovine sorgerà e risplenderà la nuova Roma , la Roma nitida , spaziosa e salutare , la Roma costruita dalli architetti giovani che lasceranno da parte le eleganze del Bramante e si inspireranno utilmente al palazzo del Ministero delle Finanze , al gran mostro della moderna architettura , alla caserma degl ' impiegati . Oh nobilissima oziosa amplitudine dei palagi patrizi ! Ieri , passando dal palazzo Corsini , entrammo per vedere le decorazioni pittoriche e le restaurazioni che l ' esimio professore Bruschi dell ' Accademia eseguisce nella volta della gran sala destinata alle sedute solenni dei Lincei . Il professore che è un uomo di media statura , con baffi grigi , con lineamenti che non ricordano per nulla quelli angelici di Rafael d ' Urbino né quelli sensuali di Giulio Romano , stava in alto su le impalcature e teneva il capo coperto d ' un semplice giornale , precisamente della Rassegna ( oh , infelice professore ! ) foggiato a berretto alquanto michelangiolesco . Quasi incurante del grave pondo torrachiano , il buon accademico toccava vivacemente l ' imperial manto bizantino d ' una Giurisprudenza e cantarellava . Quei tocchi erano li ultimi , e quella canzonetta era di liberazione . La sala , rettangolare , è di stile settecentistico , architettata dal cavalier Fuga con una certa nobiltà di scompartimenti . Nella vòlta già esistevano le cornici ed esistevano anche alcuni fregi un po ' barocchi ; cosicché il Bruschi ha dovuto nell ' opera sua trar partito dalle cornici e dai fregi e armonizzare le decorazioni nuove alle vecchie . Il Bruschi in questo è riuscito con molta abilità . Non volendo essere interamente barocco per rimaner nello stile , ha saputo usare certe fini astuzie di decoratore consumato , e fondere sapientemente le sue pitture un po ' cinquecentistiche con i cartocci e gli svolazzi del barocchismo . A ciò tendono le molte volute dei papiri sorretti dai putti e gli animali chimerici che occupano molti piccoli spazii intermedi . Le pitture girano in torno alla volta , rappresentanti figurativamente le varie Scienze che i Lincei coltivano . Ogni figura muliebre è disegnata con tranquillità di linee e colorita con varietà di toni . L ' esecuzione delle parti nude ci è sembrata finissima . Un ' Astronomia avvolta d ' un azzurro drappo stellato , con li occhi all ' alto , ha , per esempio , nelle nudità delle braccia e del seno e nella faccia una illuminazione quasi lunare , una specie di lievissimo azzurreggiare notturno , di effetto squisito . Una Matematica , pensosa , avvolta in un drappo violaceo , è dipinta con una venustà di forme veramente rafaellesca . Tutte le figure stanno al loro posto , non invadono lo spazio , non opprimono lo spettatore , non escono troppo fuori della superficie a loro assegnata . L ' occhio si riposa in un ' armonia generale . Le pareti , coperte di stucchi , sono illustrate da busti marmorei . Di qual colore dovranno essere le tende delle finestre e le portiere ? Di qual forma e di qual colore dovranno essere i mobili ? Chi a questo presiede non s ' è curato della questione che pure è importantissima . Le tende , le portiere , i mobili sono stati comperati assai prima che il professor Bruschi incominciasse a decorare la sala ! Con quale criterio ? Oh , asinità dei provvedimenti ! Ma di demolizioni e di restaurazioni i lettori ne avranno abbastanza . Parliamo di cose più allegre , per finire ; di cose parigine , e precisamente di sport . Al Campo di Marte in questi giorni il Canis - Club ha data la prima festa cinegetica , una festa nuova per Parigi e interessantissima , una corsa di levrieri . Una tribuna , simile a quella di Longchamp , ma assai minore , accoglieva l ' high - life ; e il campo era limitato in cerchio non da palizzate né da corde , ma da un grillage metallico che impediva ogni deviazione ai corridori e alle lepri . Un Canis - Club dovrebbe anche sorgere a Roma , qui dove ogni genere di sport terrestre potrebbe vigorosamente fiorire . Chi non conosce e non ammira i levrieri , quei cani lunghi e smilzi ed eleganti che Diana prediligeva e che Paolo Veronese dipingeva con tanto amore ? I levrieri sono , secondo noi , i più nobili fra tutti i cani . Essi non hanno , come il comune dei cani , la volgare abitudine della fedeltà al padrone , quella vile abitudine che i poveri di spirito gabellano per virtù . Essi certamente non si lascerebbero morir di fame su la tomba del loro signore ; e la tomba di Edoardo III informi . Essi sono liberi , forti , indipendenti , pugnaci , audaci , volubili ; hanno la grazia del serpente e la terribilità dei felini . Le loro forme sono rappresentate sugli antichi monumenti egizii . I tartari , i persiani , gli abitatori dell ' Asia Minore , i beduini , gli arabi , i sudanesi , gli indiani e molte altre genti dell ' Africa e dell ' Asia Centrale li onorano e li stimano quasi al pari dei cavalli . In certi luoghi il valore del levriere è determinato da leggi . Nel Jemen , per esempio , chi uccide un levriere è costretto per multa a pagare tanto frumento quanto ne bisogna per coprire intieramente l ' animale morto , appeso per la coda e toccante con le narici il suolo . In Arabia il prezzo di uno sloughi cacciatore di gazzelle e di antilopi eguaglia il prezzo di un cammello . Dicono gli arabi : « Se lo sloughi vede una gazzella pascente , la giunge prima che essa trangugi l ' erba carpita » . In Arabia , ove accada che una levriera ceda all ' amore di un cane d ' altra stirpe , il padrone rugge di vergogna e di dolore . L ' incauta viene subito uccisa affinché non metta alla luce figli di sangue plebeo . La purezza della razza vien conservata con una specie di religiosità e di superstizione . Tale è il levriere , nostre dolci signore . E se il panegirico non vi tediasse , seguiteremmo ancora per molto a noverare le virtù dei nobili animali nostri prediletti . A Parigi una corsa è stata eseguita da sedici levrieri puri , di Russia e d ' Inghilterra , d ' una età dai due ai quattro anni . I competitori spiccavano salti d ' una larghezza prodigiosa . A due di quelli che avevano riportata la vittoria , fu poi data in caccia una lepre ; e la lepre , dopo molte giravolte e molti scambietti e molte furberie di fuga , venne afferrata e a mezzo uccisa dai focosi persecutori . Riportò , nell ' agone , la prima delle vittorie una levriera nera d ' Inghilterra , nomata Kiss , una meravigliosa bestia che darà eccellenti rampolli . In ultimo , al rally - coursing corsero in torma tutti i veltri , al suono gioioso delle fanfare . E lo spettacolo doveva essere magnifico e inebriante . O belle dame di Roma , proteggete i levrieri ! Fate che anche qui i levrieri salgano in onore , i grandi cani lucidi come la seta , smilzi , dalle gambe nervose , dal muso di luccio , dal ventre roseo , dal fianco palpitante , come voi ardenti , come voi audaci , come voi infedeli .