StampaQuotidiana ,
Talora
i
contemporanei
non
hanno
coscienza
di
vivere
anni
che
la
storia
considererà
come
periodo
(
l
'
importanza
vitale
per
un
paese
od
una
istituzione
,
se
non
per
tutta
una
civiltà
(
ed
a
volte
invece
sembrano
di
somma
importanza
eventi
che
tra
non
molto
appariranno
di
nessun
rilievo
)
.
Ho
l
'
impressione
che
stiasi
verificando
(
con
il
ritmo
accelerato
,
la
condensazione
nel
tempo
,
che
distingue
il
nostro
secolo
rispetto
ai
precedenti
)
una
nuova
riforma
cattolica
,
di
non
minore
rilievo
di
quelle
del
sec.
XI
e
della
seconda
metà
del
Cinquecento
.
Mi
parrebbe
ingiusto
non
ricordare
che
la
prima
scossa
all
'
immobilismo
venne
da
Pio
XII
;
quello
di
Giovanni
XXIII
fu
il
periodo
eroico
,
Paolo
VI
lo
continua
e
ne
segnerà
,
pensiamo
,
le
realizzazioni
.
Molti
avevamo
avuto
il
torto
di
scorgere
il
Concilio
come
teso
verso
una
unione
delle
Chiese
,
e
non
irragionevolmente
,
guardando
questa
mèta
,
eravamo
piuttosto
scettici
;
pensavamo
che
già
un
grande
passo
si
era
compiuto
smussando
tutte
le
asprezze
,
non
parlando
più
di
eretici
e
scismatici
,
ma
di
fratelli
separati
,
e
che
altro
non
si
poteva
ora
ottenere
.
Chi
aveva
occhi
spassionati
si
accorgeva
,
sì
,
che
appariva
nella
Chiesa
un
rigoglio
di
riacquistata
giovinezza
,
quale
ahimè
non
si
nota
negli
organismi
statali
;
nuove
leve
di
chierici
volenterosi
fino
all
'
entusiasmo
,
qualche
raro
fenomeno
di
turbolenza
chiaramente
originata
da
troppo
amore
(
i
volontari
che
muovono
all
'
attacco
prima
del
tempo
)
.
Ma
non
ci
eravamo
resi
conto
-
ed
occorre
riconoscere
che
per
questo
l
'
Italia
non
era
l
'
osservatorio
più
adatto
-
che
il
tempo
era
maturo
per
qualcosa
di
ben
più
importante
che
non
la
riunione
a
Roma
di
qualche
Chiesa
orientale
:
per
una
grande
revisione
delle
posizioni
del
cattolicesimo
,
una
depurazione
dalle
incrostazioni
ben
più
radicale
di
quella
che
costantemente
ma
lentamente
segue
,
un
adeguamento
intelligente
al
compito
di
riconquista
di
un
mondo
che
molte
generazioni
di
uomini
di
chiesa
si
limitavano
a
condannare
.
Giovedì
scorso
,
dopo
il
voto
sulla
collegialità
dell
'
episcopato
,
il
giornale
Le
Monde
scriveva
:
"
Il
Vaticano
II
ha
provato
il
proprio
vigore
,
la
propria
intuizione
di
un
'
epoca
caratterizzata
ad
un
tempo
dal
bisogno
di
decentramento
e
di
libertà
e
dalla
sua
nostalgia
di
convergenza
.
Il
Vaticano
II
ha
realmente
completato
il
Vaticano
I
senza
soluzione
di
continuità
con
il
passato
,
senza
scosse
inutili
,
senza
respingere
quelli
che
erano
più
propensi
a
guardare
il
passato
che
l
'
avvenire
"
.
Senza
attendere
i
testi
definitivi
,
che
potranno
anche
contenere
qualche
attenuazione
,
qualche
concessione
ai
vescovi
italiani
e
spagnoli
che
rispecchiano
masse
di
fedeli
timorose
di
sentir
pronunciare
parole
nuove
,
mi
pare
definitiva
e
senza
possibilità
di
ritorno
l
'
ammissione
del
pieno
rispetto
che
merita
l
'
uomo
che
opera
secondo
i
suoi
convincimenti
,
che
cerca
la
verità
anche
se
giunga
a
conclusioni
antitetiche
a
quelle
della
Chiesa
;
il
togliere
ogni
appoggio
in
testi
ecclesiastici
all
'
antisemitismo
:
proclamare
che
i
vescovi
,
indipendentemente
dall
'
essere
preposti
ad
una
sede
,
formano
il
corpo
che
esprime
il
sentire
della
Chiesa
;
riconoscere
che
il
laico
può
essere
qualcosa
di
più
del
destinatario
della
missione
di
questa
,
un
missionario
egli
pure
,
un
insegnante
,
un
partecipe
attivo
del
culto
;
fermo
il
celibato
del
clero
,
non
considerare
più
un
reietto
,
un
colpevole
il
sacerdote
che
sveste
l
'
abito
;
non
umiliare
nella
forma
stessa
della
celebrazione
il
matrimonio
misto
.
Ancora
:
se
storicamente
il
cristianesimo
è
nato
dall
'
innesto
di
un
germoglio
ebraico
su
un
ceppo
greco
-
romano
,
questa
origine
non
è
una
prigione
;
l
'
avere
versato
la
sua
dottrina
immutabile
in
forme
tratte
dalla
filosofia
greca
non
preclude
che
quella
dottrina
possa
essere
domani
portata
in
nuove
forme
,
con
un
diverso
linguaggio
,
ai
popoli
asiatici
ed
africani
.
(
Ma
il
succo
,
i
Vangeli
,
non
sono
legati
ad
alcuna
filosofia
,
valgono
per
tutti
gli
uomini
,
penetrano
nel
cuore
del
negro
come
del
bianco
)
.
Forse
non
sarà
soddisfatta
l
'
aspirazione
a
certe
pronunce
in
tema
di
rapporti
tra
il
fedele
e
lo
Stato
:
fermo
l
'
orrore
per
la
guerra
,
ripetuto
con
la
più
alta
parola
che
nulla
di
buono
si
crea
con
la
violenza
e
con
il
terrore
,
non
si
giungerà
alla
condanna
di
certe
armi
,
non
si
rinnegherà
,
pur
tenendolo
in
sordina
,
il
secolare
concetto
della
guerra
giusta
(
considerata
comunque
come
guerra
strettamente
difensiva
)
;
non
ci
sarà
pronuncia
della
liceità
dell
'
obiezione
di
coscienza
,
che
pure
discende
direttamente
dalle
affermazioni
sulla
libertà
di
credere
e
sulla
dignità
dell
'
uomo
.
Probabilmente
non
si
stabilirà
neppure
che
al
rapporto
di
collaborazione
tra
pontefice
e
vescovi
,
alla
riconosciuta
libertà
di
parola
e
di
consiglio
di
questi
,
debba
corrispondere
nell
'
interno
delle
diocesi
analogo
rapporto
tra
vescovo
e
sacerdoti
.
Ma
in
compenso
anche
fuori
dalle
pronunce
conciliari
c
'
è
il
rifiuto
di
ogni
solidarietà
tra
la
Chiesa
e
determinate
strutture
economiche
;
c
'
è
la
rivendicazione
del
primato
,
che
viene
dal
Sermone
della
montagna
,
al
povero
e
all
'
umile
;
c
'
è
il
riconoscimento
che
se
la
Chiesa
corpo
mistico
non
può
macchiare
il
proprio
abito
,
la
Chiesa
storica
ha
nei
secoli
mancato
attraverso
i
suoi
ministri
nella
mitezza
,
nella
carità
,
nel
non
applicare
l
'
insegnamento
di
Cristo
,
anzitutto
con
le
guerre
di
religione
,
con
la
persecuzione
dei
dissidenti
;
c
'
è
l
'
ammissione
che
anche
quelle
dottrine
che
dominano
il
mondo
contemporaneo
e
che
storicamente
si
sono
formate
spesso
in
antitesi
alla
Chiesa
,
possono
avere
elementi
di
verità
,
soprattutto
spunti
pratici
suscettibili
di
essere
produttivi
di
bene
:
con
questo
mondo
è
necessario
il
colloquio
.
Tutta
una
visuale
che
sarebbe
stata
inconcepibile
non
solo
al
tempo
di
Pio
X
,
ma
ancora
all
'
inizio
della
seconda
guerra
mondiale
.
Non
mi
sembra
quindi
ardito
supporre
che
nella
storia
della
Chiesa
il
Vaticano
II
,
ma
soprattutto
il
fervore
di
spiriti
che
lo
accompagna
,
possano
apparire
più
importanti
del
Concilio
di
Trento
,
forse
anche
della
Controriforma
.
Ci
saranno
certo
resistenze
,
riluttanze
;
due
secoli
non
bastarono
perché
certi
abusi
condannati
dal
Concilio
di
Trento
fossero
in
effetto
sradicati
.
Ma
il
cammino
compiuto
è
irreversibile
;
in
pochi
anni
si
è
percorsa
più
strada
che
nei
due
secoli
precedenti
.
Naturalmente
occorrerà
un
'
opera
di
penetrazione
,
anzitutto
ridare
tranquillità
ai
cattolici
che
questo
vento
impetuoso
ha
turbato
(
ce
ne
sono
non
pochi
,
accanto
ai
moltissimi
che
ne
sono
rinvigoriti
ed
ai
molti
che
,
virtualmente
fuori
fino
ad
ieri
,
rientrano
ora
)
.
Mi
sembrano
giuste
-
non
un
semplice
voto
,
ma
una
ragionevole
previsione
-
le
parole
che
Padre
Balducci
scrive
nella
prefazione
alla
traduzione
italiana
dell
'
opera
del
P
.
P
.
R
.
Bernard
,
Le
mystère
de
Jésus
(
Mantova
,
"
L
'
Arco
"
)
:
"
Nei
prossimi
anni
la
Chiesa
dovrà
mettere
in
opera
,
in
conformità
alle
decisioni
conciliari
,
una
vasta
e
profonda
revisione
delle
sue
strutture
,
dei
suoi
metodi
e
del
suo
comportamento
;
dai
catechismi
,
in
cui
la
mirabile
unità
del
Cristo
vivo
si
frantuma
in
formule
arcaiche
e
intellettualistiche
,
ai
testi
di
teologia
,
dove
la
preoccupazione
del
sistema
di
tipo
razionale
pregiudica
l
'
umile
aderenza
al
mistero
,
che
è
il
suo
vero
oggetto
;
dal
culto
religioso
,
in
cui
la
millenaria
vegetazione
devozionale
fa
lo
schermo
al
volto
dell
'
unico
Mediatore
,
alla
precettistica
morale
,
in
cui
troppo
spesso
le
formule
dell
'
Etica
a
Nicomaco
prendono
il
posto
del
Discorso
della
montagna
"
.
StampaQuotidiana ,
Il
Concilio
Vaticano
II
ha
dato
luogo
ad
una
letteratura
d
'
occasione
.
Direi
che
in
una
futura
storia
letteraria
italiana
questi
anni
saranno
considerati
una
svolta
:
il
ritorno
nel
filone
dei
libri
diffusi
,
quelli
che
formano
l
'
opinione
pubblica
,
di
argomenti
religiosi
,
dopo
un
lunghissimo
periodo
in
cui
letteratura
su
tali
argomenti
coincideva
con
libri
chiesastici
,
di
assoluta
ortodossia
,
riservati
ai
credenti
che
non
avevano
bisogno
di
essere
convinti
.
In
questa
letteratura
sul
Concilio
poco
posto
trovano
peraltro
i
raffronti
con
altri
momenti
di
grande
rilievo
nella
storia
della
Chiesa
.
Direi
così
,
senza
ricorrere
al
troppo
abusato
termine
di
crisi
:
la
storia
della
Chiesa
come
di
molte
altre
istituzioni
può
rappresentarsi
come
un
fiume
con
pendenze
disuguali
,
sicché
a
tratti
l
'
acqua
ristagna
,
a
tratti
assume
andamento
torrentizio
.
Avrei
desiderato
che
questi
libri
insistessero
di
più
nel
confronto
con
gli
altri
momenti
della
vita
della
Chiesa
,
dove
si
ebbe
analogo
ritmo
:
in
pochi
anni
modificate
molte
cose
che
erano
rimaste
immutate
per
secoli
.
Uno
di
questi
fu
certo
la
Controriforma
,
gli
anni
intorno
al
Concilio
di
Trento
(
tra
il
Sacco
di
Roma
ed
il
1580
,
all
'
incirca
)
:
che
terrei
ben
distinti
dal
periodo
stagnante
del
Seicento
,
sicché
non
parlerei
a
proposito
della
condanna
di
Galileo
di
clima
della
Controriforma
,
che
già
era
lontana
.
Ripensavo
a
ciò
visitando
in
questi
giorni
la
mostra
romana
(
alla
Sapienza
,
l
'
antica
Università
)
Aspetti
della
Riforma
cattolica
e
del
Concilio
di
Trento
:
una
mostra
allestita
dall
'
Archivio
di
Stato
,
con
l
'
opera
particolarmente
intensa
della
dr.
Edvige
Aleandri
Barletta
,
che
ne
ha
pubblicato
uno
splendido
catalogo
,
denso
di
richiami
e
di
note
critiche
,
con
capitoli
esplicativi
dei
singoli
tratti
del
Cinquecento
religioso
che
formano
di
per
sé
una
bella
monografia
.
Compaiono
i
santi
popolari
della
Controriforma
:
Filippo
Neri
,
Camillo
De
Lellis
nelle
varie
tappe
della
sua
vita
,
prima
della
fondazione
dei
ministri
degl
'
infermi
,
Gaetano
da
Thiene
,
Ignazio
di
Loyola
nelle
prime
difficoltà
romane
,
ed
i
due
generali
dei
Gesuiti
che
lo
seguono
.
Attraverso
i
documenti
passano
i
grandi
prelati
del
tempo
:
Gian
Pietro
Carafa
prima
dell
'
ascesa
al
pontificato
,
nel
periodo
preconciliare
Girolamo
Aleandro
e
Gaspare
Contarini
,
al
Concilio
Jacopo
Sadoleto
e
Reginaldo
Polo
.
L
'
opera
di
rinascita
cattolica
s
'
inizia
in
pieno
Rinascimento
.
Si
esplica
come
più
immediata
e
spontanea
manifestazione
attraverso
le
Confraternite
;
iniziativa
di
laici
,
che
attendono
oltre
che
alla
preghiera
ed
alla
meditazione
ad
opere
di
carità
,
sicché
da
esse
nascono
nuovi
ospedali
(
difficile
immaginare
gli
squallori
della
Roma
del
Rinascimento
sotto
altri
aspetti
splendida
,
e
le
visioni
di
piaghe
purulente
,
il
lezzo
d
'
infermi
mai
ripuliti
,
che
s
'
incontrava
ad
ogni
angolo
della
città
)
.
Sorge
così
anche
un
ospedale
per
i
pazzi
,
che
,
almeno
in
un
primo
periodo
,
usa
metodi
nuovi
e
più
umani
:
non
catene
,
non
percosse
.
Dalle
Confraternite
si
originano
pure
ricoveri
per
i
pellegrini
,
non
più
ristretti
a
quelli
di
una
sola
nazione
,
come
n
'
erano
sorti
nel
Medioevo
;
nasce
un
monastero
delle
Convertite
,
che
dà
tuttora
il
nome
ad
una
via
nel
cuore
di
Roma
,
accanto
a
quello
che
per
noi
è
sempre
il
Caffè
Aragno
.
Per
assicurarsi
che
siano
convertite
vere
,
spinte
da
spirito
religioso
e
non
dal
bisogno
,
lo
statuto
escluderà
le
inferme
,
le
vecchie
e
le
brutte
;
mentre
S
.
Ignazio
fonderà
un
rifugio
di
Santa
Marta
,
in
cui
tutte
le
donne
che
vogliano
mutare
vita
saranno
accolte
senza
discriminazioni
.
La
rinascita
cattolica
si
concreta
altresì
nella
creazione
di
nuovi
Ordini
che
,
al
pari
di
quello
dei
Gesuiti
,
cercano
di
porre
subito
rimedio
al
grande
male
del
tempo
,
i
chierici
che
cercano
benefici
e
prelature
,
con
lo
stabilire
che
i
loro
iscritti
non
potranno
conseguire
alcun
ufficio
né
onore
;
a
differenza
degli
Ordini
contemplativi
o
volti
agli
alti
studi
teologici
sorti
nei
secoli
precedenti
,
questi
nuovi
vogliono
attendere
alla
istruzione
dei
giovani
ed
alla
cura
degl
'
infermi
;
così
i
Teatini
,
i
Barnabiti
,
i
Fatebenefratelli
,
le
Orsoline
.
Insieme
si
hanno
le
"
riforme
"
dei
vecchi
Ordini
,
e
così
nascono
i
Cappuccini
,
i
Carmelitani
riformati
.
C
'
è
anche
l
'
opera
culturale
,
l
'
edizione
del
Catechismo
,
la
revisione
del
Breviario
,
e
sorge
in
Roma
la
Tipografia
Camerale
diretta
da
Paolo
Manuzio
.
La
riforma
,
se
si
vuole
conservare
il
vecchio
nome
,
del
nostro
secolo
avrebbe
certo
problemi
più
vari
,
prospettive
più
ampie
(
oggi
in
primo
piano
i
rapporti
tra
la
Chiesa
e
le
religioni
non
cristiane
,
il
modo
di
presentare
il
Cristianesimo
ai
popoli
afro
-
asiatici
)
,
ma
non
del
tutto
diverse
.
Se
anche
non
vediamo
più
per
le
strade
appestati
o
visi
sfigurati
da
orribili
piaghe
,
le
miserie
del
corpo
sono
presenti
come
allora
,
le
stesse
cure
materiali
non
sovrabbondano
e
non
dovunque
giungono
,
ed
i
conforti
che
possono
recarsi
attraverso
la
parola
,
per
le
vie
dello
spirito
,
a
chi
soffre
,
sono
i
medesimi
.
Il
problema
delle
donne
perdute
da
cercar
di
recuperare
è
vivo
come
nel
Cinquecento
.
Come
allora
,
una
ripresa
di
vita
cristiana
non
può
fare
affidamento
su
mezzi
estrinseci
,
ma
solo
sull
'
esempio
,
che
alla
sua
volta
presuppone
un
rifiorire
di
fede
,
una
capacità
di
rinuncia
,
di
vivere
i
princìpi
del
Cristianesimo
per
cui
occorre
sacrificare
quasi
tutti
i
propri
impulsi
,
le
proprie
tendenze
istintive
,
per
preoccuparsi
degli
altri
,
dei
compagni
di
via
,
anche
di
quelli
che
ispirano
piuttosto
avversione
che
simpatia
,
anche
di
quelli
che
sentiamo
più
lontani
da
noi
.
Il
pericolo
dello
sfarzo
,
delle
grandi
ricchezze
che
col
Rinascimento
avevano
dato
a
chi
le
possedeva
anche
le
gioie
dello
spirito
,
quadri
,
arazzi
,
splendidi
libri
,
oggi
si
è
tradotto
nel
pericolo
che
incombe
su
tutti
,
della
ricerca
della
casa
sempre
più
comoda
,
dei
sempre
nuovi
agi
.
Nessun
cristiano
confiderà
nello
spunto
anticomunista
del
"
da
noi
si
vive
meglio
"
fino
al
giorno
in
cui
meglio
non
significherà
:
con
più
amore
per
il
prossimo
,
più
capacità
di
rinuncia
,
più
attitudine
alla
meditazione
,
più
desiderio
di
purificarsi
.
È
continuato
e
continua
il
rinnovamento
degli
Ordini
religiosi
,
con
la
nuova
forma
degl
'
istituti
secolari
:
la
promessa
di
castità
,
povertà
ed
obbedienza
,
ma
non
l
'
abito
,
ma
la
vita
in
gran
parte
nel
secolo
,
in
attività
comuni
ai
laici
.
E
se
le
Confraternite
appaiono
istituzioni
isterilite
,
sono
sorte
molteplici
nuove
forme
del
laicato
,
che
muovono
in
direttive
non
troppo
diverse
dalle
Congregazioni
o
Confraternite
del
primo
Cinquecento
.
Se
le
strutture
politiche
ed
economiche
del
mondo
esteriore
sono
in
quattro
secoli
profondamente
mutate
,
nulla
è
cambiato
nell
'
essenza
dell
'
uomo
,
nei
suoi
problemi
fondamentali
,
nelle
sue
angosce
;
nessuna
risposta
è
stata
data
al
problema
fondamentale
:
donde
veniamo
,
dove
andiamo
.
Momenti
di
raccoglimento
e
di
ripresa
nella
vita
della
Cattolicità
,
di
cui
uno
per
l
'
Occidente
precipuo
fu
la
Controriforma
,
possono
essere
riconsiderati
,
in
attesa
dell
'
ultima
sessione
del
Vaticano
II
.
StampaQuotidiana ,
Le
scene
di
Enrico
De
Montherlant
che
,
dopo
aver
a
lungo
appassionato
il
pubblico
francese
,
sono
ora
offerte
a
quello
italiano
,
rievocano
un
episodio
che
circa
trecento
anni
non
hanno
fatto
dimenticare
.
Analoghe
tragedie
della
fede
si
sono
più
volte
prodotte
;
questa
ebbe
la
ventura
di
svolgersi
nella
Francia
di
Corneille
e
di
Racine
,
in
quello
che
era
indubbiamente
il
cuore
della
nostra
civiltà
,
in
un
tempo
in
cui
l
'
Europa
era
raccolta
,
unita
,
ignara
che
altre
civiltà
potessero
darsi
,
orgogliosa
della
sua
.
I
personaggi
appartengono
a
quello
che
è
allora
il
ceto
che
emerge
,
la
nobiltà
.
Piccola
nobiltà
,
che
non
conosce
le
armi
né
i
grandi
uffici
politici
,
ma
si
raccoglie
nello
studio
:
di
solito
ci
si
presenta
con
l
'
abito
talare
o
con
la
toga
del
magistrato
o
con
quella
del
professore
.
È
un
terreno
che
si
rivela
oltremodo
fecondo
,
negli
ottantadue
anni
che
passano
tra
la
pubblicazione
degli
Essais
di
Montaigne
e
la
morte
di
Pascal
.
La
Francia
è
ancora
agitata
dalle
passioni
politiche
;
le
minorità
di
Luigi
XIII
e
di
Luigi
XIV
hanno
visto
scatenarsi
faziosità
,
particolarismi
,
che
si
riannodano
alle
non
lontanissime
guerre
di
religione
;
ma
la
tradizione
centralizzatrice
monarchica
è
ben
viva
;
ed
ha
in
fondo
per
sé
la
Francia
popolana
,
che
preferisce
il
re
all
'
aristocrazia
,
che
si
sente
protetta
dall
'
assolutismo
ed
è
pure
cementata
da
un
forte
spirito
nazionale
.
Luigi
XIV
non
diverrà
impopolare
quante
volte
mostrerà
il
pugno
duro
contro
i
grandi
o
contro
i
dissidenti
religiosi
;
la
sua
gloria
militare
riscatterà
ogni
colpa
dell
'
uomo
.
Nel
mondo
religioso
lavorano
insensibilmente
i
germi
del
rinascimento
,
lo
spirito
di
Rabelais
.
Ma
quello
è
un
cammino
nascosto
.
Visibile
invece
il
continuarsi
dell
'
opera
della
Controriforma
,
e
della
passione
che
hanno
accesa
le
controversie
religiose
,
connesse
soprattutto
al
calvinismo
,
il
lato
del
protestantesimo
meno
lontano
dai
latini
.
In
Francia
c
'
è
ancora
un
editto
di
Nantes
,
una
parte
non
indifferente
dell
'
aristocrazia
è
ancora
calvinista
(
se
pure
le
conversioni
,
necessarie
per
ottenere
il
favore
del
re
,
siano
frequenti
)
,
lo
spirito
di
proselitismo
è
vivo
.
Ed
in
tutta
la
Francia
colta
c
'
è
un
interessamento
per
le
questioni
teologiche
di
cui
in
nessun
momento
la
storia
italiana
registra
I
'
eguale
.
I
temi
essenziali
ed
eterni
del
cristianesimo
(
ed
a
ben
vedere
di
tutte
le
religioni
)
,
la
predestinazione
,
il
libero
arbitrio
,
perché
il
peso
del
peccato
originale
,
la
spinta
verso
il
male
,
sia
così
diversamente
distribuito
tra
gli
uomini
,
il
destino
dell
'
uomo
,
la
conciliazione
del
libero
arbitrio
con
la
prescienza
di
Dio
che
già
conosce
chi
si
salverà
e
chi
sarà
perduto
,
l
'
interpretazione
di
alcune
parole
del
Vangelo
,
"
molti
sono
i
chiamati
e
pochi
gli
eletti
"
;
la
questione
se
nell
'
operare
il
bene
vi
sia
una
parte
dell
'
uomo
accanto
alla
parte
di
Dio
-
che
è
un
aspetto
del
problema
del
libero
arbitrio
,
e
che
si
proietta
su
tutta
la
concezione
della
storia
e
sulla
valutazione
delle
civiltà
(
non
vi
sono
virtù
degli
infedeli
,
se
l
'
uomo
non
ha
nulla
da
dare
di
suo
,
e
se
Dio
è
presente
solo
in
una
religione
)
-
questi
temi
vengono
discussi
appassionatamente
in
tutta
la
Francia
,
come
nel
Belgio
,
come
nel
mondo
riformato
.
I
contemporanei
non
ne
hanno
chiara
coscienza
,
ma
si
tratta
in
realtà
di
fare
i
conti
con
lo
spirito
del
rinascimento
.
Una
concezione
che
troppo
abbassasse
l
'
uomo
,
che
facesse
in
seno
alla
religione
troppa
parte
all
'
elemento
imperscrutabile
alla
ragione
umana
,
respingerebbe
nella
indifferenza
molti
tiepidi
credenti
.
I
gesuiti
lavorano
per
una
concezione
che
lasciando
il
suo
posto
alla
grazia
di
Dio
la
renda
meno
misteriosa
,
assicuri
gli
uomini
ch
'
essi
hanno
sempre
tanta
forza
quanta
ne
occorre
per
impetrarla
,
e
che
la
grazia
non
viene
negata
a
chi
la
domanda
;
per
un
Dio
un
po
'
meno
imperscrutabile
e
che
appaia
giusto
al
giudizio
degli
uomini
.
Ma
il
fascino
del
mistero
,
dell
'
impenetrabile
,
è
forte
.
Vi
sono
credenti
cui
sembra
di
abbassar
Dio
se
egli
dimostri
chiara
la
sua
giustizia
agli
occhi
degli
uomini
,
e
li
esima
dal
dover
credere
in
lei
senza
poter
comprendere
.
La
posizione
dei
giansenisti
è
sostanzialmente
questa
;
e
sorge
su
un
terreno
dove
il
gallicismo
è
vecchia
pianta
,
dove
c
'
è
sempre
una
resistenza
da
vincere
per
obbedire
al
Papa
,
che
è
un
italiano
,
vescovo
di
Roma
.
Ma
questa
volta
è
il
re
a
spingere
il
papa
,
i
gallicani
non
possono
sperare
di
trovare
aiuto
nella
corona
.
Innocenzo
X
ha
condannato
cinque
proposizioni
relative
al
libero
arbitrio
come
estratte
dall
'
opera
postuma
di
Giansenio
vescovo
d
'
Ypres
.
Intorno
all
'
abbazia
cistercense
di
Port
-
Royal
(
poco
lungi
da
Versailles
)
si
è
radunato
un
cenacolo
di
teologi
e
di
uomini
di
Chiesa
dalla
vita
austera
,
tutti
inclini
al
rigorismo
,
tutti
avversari
dei
gesuiti
:
sono
tra
loro
Pascal
e
Racine
.
Nell
'
abbazia
hanno
gran
posto
religiose
della
famiglia
Arnauld
:
nobiltà
di
toga
,
di
cui
un
fratello
e
zio
è
dottore
di
Sorbona
.
Gli
appartenenti
a
questo
cenacolo
-
le
religiose
non
seguono
dibattiti
teologici
,
ma
sono
devote
ai
loro
direttori
spirituali
-
s
'
inchinano
alla
condanna
delle
cinque
proposizioni
dogmatiche
,
ma
negano
che
siano
contenute
nell
'
opera
di
Giansenio
:
si
tratterebbe
di
una
macchinazione
avversaria
.
Gli
spiriti
si
accendono
;
a
far
rispettare
la
disciplina
,
la
Chiesa
impone
la
firma
di
un
formulario
che
riconosce
che
le
cinque
proposizioni
sono
in
Giansenio
.
I
solitari
di
Port
-
Royal
,
le
religiose
,
rifiutano
di
sottoscrivere
.
Drammatico
contrasto
tra
l
'
obbedienza
e
quello
che
si
crede
omaggio
doveroso
alla
verità
.
Si
può
essere
in
grazia
e
disobbedire
?
Nelle
scene
di
Montherlant
l
'
arcivescovo
ammonisce
:
"
Nessuna
sofferenza
affrontata
ed
accettata
ha
valore
se
si
è
fuori
della
Chiesa
"
.
E
viene
da
ripensare
alla
tragedia
di
Savonarola
,
alle
parole
con
cui
afferma
di
poter
essere
separato
dalla
Chiesa
militante
,
non
dalla
trionfante
.
Episodio
che
segna
anche
un
punto
nella
storia
della
cattolicità
:
già
prima
del
dogma
della
infallibilità
questa
riconosceva
che
il
Papa
potesse
imporre
regole
di
fede
e
di
costume
.
Ma
qui
si
tratta
della
obbedienza
alle
affermazioni
sulle
questioni
di
fatto
:
ciò
che
per
il
cattolico
di
oggi
si
traduce
:
"
Sono
obbligato
a
credere
che
certe
dottrine
sono
erronee
;
ma
sono
anche
tenuto
a
credere
che
esse
siano
alla
base
dei
principii
di
un
dato
partito
,
dove
io
non
riesco
a
scorgerle
?
"
.
Ed
è
l
'
avvio
all
'
altro
obbligo
,
quello
di
comportarsi
in
un
dato
modo
,
particolarmente
in
politica
,
dove
le
singole
poste
possono
essere
materie
indifferenti
per
la
religione
e
la
morale
,
ma
si
tratta
di
far
trionfare
o
lasciar
perire
le
formazioni
su
cui
la
Chiesa
conta
per
il
trionfo
della
religione
.
Luigi
XIV
sente
che
lo
spirito
individualistico
,
la
pretesa
di
giudizio
individuale
del
cenacolo
di
Port
-
Royal
,
sono
in
opposizione
anche
all
'
assolutismo
monarchico
;
ha
asprezze
che
non
adotterebbe
Roma
,
sempre
più
mite
.
Le
suore
che
non
vogliono
piegarsi
sono
disperse
,
vengono
immesse
nel
monastero
suore
nemiche
,
foggiate
da
padri
spirituali
ostilissimi
agli
amici
di
Port
-
Royal
.
Il
dramma
di
Port
-
Royal
offrirà
a
tutti
gli
storici
di
poi
il
punto
di
partenza
per
una
di
quelle
vane
controversie
proprie
a
chi
vuole
introdurre
schemi
logici
e
continuità
causale
nella
storia
:
"
Per
le
preoccupazioni
,
per
le
ansie
che
li
agitano
,
per
la
loro
visione
della
Chiesa
,
una
Chiesa
assai
pretridentina
,
possono
ben
chiamarsi
i
giansenisti
gli
ultimi
uomini
del
Medio
Evo
;
ma
per
questo
rivendicato
diritto
al
libero
esame
,
per
questo
non
piegarsi
al
Papa
né
al
re
,
non
so
no
invece
gli
antesignani
del
liberalismo
,
il
primo
squillo
della
rivoluzione
?
"
.
Domande
vane
.
Meglio
guardare
uno
ad
uno
i
personaggi
che
non
conoscono
vecchiaia
:
i
tre
principali
Arnauld
:
la
Mère
Angelique
(
già
scomparsa
,
nei
giorni
rievocati
da
Montherlant
)
,
badessa
ad
undici
anni
,
che
a
diciassette
inizia
con
energia
la
riforma
della
regola
,
vincendo
ogni
legame
affettivo
;
la
Mère
Agnès
,
altra
badessa
;
il
grande
Antonio
,
prete
,
espulso
dalla
Sorbona
,
il
maggior
ispiratore
delle
"
Provinciali
"
di
Pascal
;
poi
,
la
sorella
di
Pascal
,
Jacqueline
,
maestra
delle
novizie
a
Port
-
Royal
,
che
firma
il
formulario
imposto
dal
re
,
ma
ne
è
schiantata
e
poco
appresso
muore
;
i
solitari
di
Port
-
Royal
:
di
molti
ci
restano
le
immagini
attraverso
le
tele
di
Filippo
di
Champaigne
:
visi
pallidi
,
austeri
,
dove
non
c
'
è
gioia
.
Forse
è
la
suggestione
che
viene
dalla
conoscenza
del
personaggio
,
ma
quei
volti
paiono
rivelare
uomini
la
cui
vita
non
ha
che
una
parola
,
il
dovere
,
un
amore
,
Dio
,
ma
senza
la
certezza
che
l
'
amore
sia
ricambiato
,
che
si
sia
nel
numero
degli
eletti
.
L
'
uomo
d
'
oggi
,
anche
il
cattolico
ortodosso
per
cui
i
giansenisti
furono
degli
erranti
,
non
può
pensare
che
esseri
così
purificati
da
ogni
traccia
di
appetiti
carnali
,
che
tanto
guardavano
al
cielo
,
non
abbiano
fatto
parte
del
raccolto
di
Dio
.
La
vendetta
di
Dio
sarà
stata
di
folgorarli
con
quella
misericordia
verso
gli
uomini
in
cui
non
avevano
abbastanza
creduto
.
StampaQuotidiana ,
Il
filosofo
serba
un
posto
onorevole
nella
storia
della
filosofia
italiana
dell
'
ottocento
,
senza
avere
troppo
pesato
sulle
maggiori
correnti
che
dominarono
tra
le
generazioni
successive
.
L
'
uomo
di
Chiesa
,
il
sacerdote
piissimo
,
il
fondatore
della
fiorente
Congregazione
,
è
più
vivo
che
mai
nel
cuore
dei
suoi
devoti
,
protesi
nella
speranza
che
s
'
inizi
la
causa
della
sua
beatificazione
,
e
che
lo
venerano
e
lo
invocano
come
santo
.
Chi
studia
l
'
ottocento
italiano
avverte
l
'
orma
profonda
che
vi
ha
segnato
Rosmini
.
Un
posto
a
sé
.
Tra
i
fedeli
dell
'
assolutismo
e
del
vecchio
mondo
prerivoluzionario
;
tra
i
molti
uomini
del
Risorgimento
che
continuano
a
vivere
nel
clima
della
rivoluzione
francese
e
di
cui
i
più
spirituali
muovono
dalla
Confessione
del
vicario
savoiardo
;
tra
i
puri
politici
,
che
credono
il
mondo
dell
'
avvenire
abbia
a
chiamarsi
diritto
ed
economia
,
e
la
religione
non
avere
più
posto
che
tra
le
pareti
domestiche
;
sta
isolato
il
patrizio
roveretano
.
La
sua
giovinezza
trascorre
tutta
nel
clima
della
Restaurazione
;
ma
è
la
Restaurazione
degli
Stati
austriaci
e
degli
ambienti
ecclesiastici
di
quegli
Stati
.
E
direi
che
per
comprendere
appieno
Rosmini
occorra
pure
ricordare
la
saggia
,
pia
reazione
all
'
illuminismo
,
che
l
'
episcopato
dell
'
Impero
aveva
compiuto
nella
seconda
metà
del
settecento
;
come
una
seconda
controriforma
,
nell
'
insegnamento
,
nella
predicazione
,
nel
costume
:
un
"
illuminismo
cattolico
"
eretto
contro
l
'
altro
.
Gli
scritti
di
Rosmini
-
in
cui
è
sempre
l
'
avversione
alla
rivoluzione
francese
ed
a
quanto
provenga
da
essa
,
ma
altresì
l
'
accentuazione
della
responsabilità
di
ogni
superiore
,
il
concetto
di
giustizia
sociale
,
l
'
esigenza
di
governi
rappresentativi
(
con
elettorato
ristretto
agli
abbienti
)
,
il
posto
dato
allo
spirito
nazionale
-
mi
pare
rivelino
fermenti
che
si
riannodano
al
settecento
austriaco
.
Anche
certe
sue
idee
in
tema
di
riforma
chiesastica
,
la
necessità
che
i
vescovi
si
tengano
sempre
a
contatto
ed
"
il
corpo
dei
vescovi
"
torni
ad
essere
quel
che
era
nei
primi
secoli
della
Chiesa
,
la
parte
da
dare
al
clero
ed
al
popolo
nella
loro
nomina
:
sono
idee
maturate
in
quello
che
aveva
cessato
di
essere
il
Sacro
Romano
Impero
allorché
Rosmini
era
fanciullo
,
e
dove
la
presa
di
coscienza
delle
nazionalità
s
'
iniziava
con
celere
ritmo
.
Rosmini
fu
uomo
del
suo
secolo
nelle
generose
aspirazioni
,
comuni
anche
ai
grandi
dell
'
altra
sponda
,
nel
fervente
senso
di
italianità
.
Sacerdote
non
solo
rispettosissimo
delle
Somme
Chiavi
,
ma
filialmente
devoto
ai
Pontefici
,
Pio
VII
e
Pio
VIII
,
Gregorio
XVI
e
Pio
IX
;
peraltro
,
sacerdote
del
periodo
anteriore
all
'
"
ultramontanismo
"
,
quando
la
pietà
si
chiamava
obbedienza
e
sottomissione
,
ma
non
si
dava
ancora
l
'
ideale
del
"
pensare
col
Papa
"
.
Comprese
che
in
Pio
IX
il
Pontefice
avrebbe
sempre
avuto
il
sopravvento
sul
principe
,
ed
avvertì
il
governo
piemontese
,
che
l
'
aveva
inviato
a
Roma
e
che
fu
tenace
nella
incomprensione
,
che
occorreva
giungere
a
Pio
IX
attraverso
un
Concordato
che
gli
desse
la
tranquillità
di
aver
operato
per
il
bene
della
Chiesa
,
che
occorreva
cercare
una
formula
di
Lega
italica
per
cui
non
fosse
il
Pontefice
a
muover
guerra
all
'
Austria
.
A
Gaeta
consigliò
Pio
IX
a
mantenere
la
costituzione
.
La
sua
inspiegabile
disgrazia
presso
il
Pontefice
,
la
non
adempiuta
promessa
della
porpora
,
non
lo
scossero
affatto
.
L
'
uomo
non
aveva
ombra
di
ambizione
;
era
tutto
al
servizio
di
Dio
.
L
'
ultima
tappa
di
Stresa
è
quella
che
lo
inserisce
più
profondamente
nella
vita
italiana
:
l
'
amicizia
con
Manzoni
,
con
Gustavo
di
Cavour
,
con
quel
giovane
esule
meridionale
ch
'
è
Ruggero
Bonghi
,
che
da
lui
non
riceve
la
fede
ma
l
'
inquietudine
religiosa
(
Croce
ha
ragione
,
Bonghi
fu
il
capostipite
dei
conciliatorelli
di
Stato
e
Chiesa
,
dei
semicredenti
che
cucinano
intrugli
di
cattolicesimo
e
di
filosofia
;
ma
non
è
men
vero
che
non
permise
alla
borghesia
liberale
del
tempo
di
re
Umberto
di
dimenticare
quali
grandi
luci
,
o
quali
grandi
ombre
,
per
chi
così
le
vedesse
,
fossero
Chiesa
e
Papato
)
.
Da
Stresa
muovono
i
rosminiani
,
che
non
sono
i
religiosi
dell
'
Istituto
della
Carità
,
e
non
sono
soltanto
i
filosofi
dell
'
"
essere
universale
"
,
ma
un
gruppo
ben
più
vasto
,
che
accoglie
anche
chi
non
ha
abito
filosofico
.
Cosa
rappresentassero
questi
rosminiani
,
che
annoverarono
Antonio
Stoppani
,
cui
fu
prossimo
Antonio
Fogazzaro
,
tra
cui
primeggiò
Michelangelo
Billia
,
così
vivo
nel
ricordo
dei
torinesi
della
mia
generazione
,
non
è
facilissimo
dire
in
poche
parole
.
Il
libro
del
Fiori
,
Il
figliastro
del
Manzoni
,
ne
descrive
giorno
per
giorno
le
opere
e
le
ansie
,
l
'
angoscia
per
gli
attacchi
dei
neo
-
tomisti
contro
le
dottrine
filosofiche
del
maestro
,
la
loro
passione
nell
'
inverno
1887-88
,
in
cui
appare
il
decreto
del
S
.
Offizio
che
condanna
quaranta
proposizioni
tratte
dalle
opere
di
Rosmini
.
Furono
i
conciliatoristi
,
gli
uomini
di
"
religione
e
patria
"
,
di
"
scienza
e
fede
"
:
con
preoccupazioni
contingenti
che
oggi
possono
parere
ingenue
(
abbiamo
appreso
quale
forte
tronco
sia
la
fede
religiosa
,
che
non
ha
a
temere
per
ogni
soffiare
di
vento
)
,
ma
con
ardore
,
e
con
animi
candidi
;
e
sempre
guardavano
al
sepolcro
di
Stresa
,
all
'
immagine
severa
del
loro
santo
-
che
tale
lo
consideravano
-
fissata
nel
marmo
dal
Vela
.
Grande
anno
fu
per
loro
il
1915
,
che
li
vide
in
attitudine
devota
verso
il
generale
Luigi
Cadorna
,
ch
'
era
nato
a
pochi
passi
da
Stresa
,
ch
'
era
sempre
stato
cattolico
a
viso
aperto
,
che
apparteneva
a
famiglia
dove
avevano
sempre
avuto
posto
le
preoccupazioni
religiose
(
lo
zio
Carlo
aveva
dissertato
sui
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
alla
luce
del
diritto
naturale
;
e
già
un
Cadorna
aveva
discusso
una
combattiva
tesi
alla
facoltà
teologica
di
Pavia
al
tempo
di
Giuseppe
II
)
.
Il
solco
rosminiano
incide
così
nel
profondo
la
storia
d
'
Italia
prendendo
le
mosse
lontano
,
nella
reazione
cattolica
all
'
illuminismo
del
tempo
di
Maria
Teresa
,
e
giungendo
al
pieno
inserimento
dei
cattolici
nella
vita
nazionale
.
La
non
lunghissima
vita
del
fondatore
sovrasta
al
moto
e
v
'
imprime
con
le
virtù
del
sacerdote
,
con
l
'
austerità
del
pensatore
,
un
incontrastato
marchio
di
nobiltà
.
StampaQuotidiana ,
Alcuni
processi
contro
note
personalità
della
scienza
e
della
politica
hanno
interessato
l
'
opinione
pubblica
,
per
le
figure
degli
imputati
,
per
i
problemi
che
sollevavano
.
Nell
'
arringa
al
processo
dei
dirigenti
l
'
Istituto
di
Sanità
,
il
Pubblico
Ministero
mi
fece
l
'
onore
di
citarmi
,
polemizzando
con
quanto
avevo
sostenuto
in
un
convegno
svoltosi
su
quei
problemi
.
Premetto
che
ritengo
questi
processi
siano
stati
nell
'
insieme
benefici
.
Come
tutte
le
cose
umane
,
hanno
anche
avuto
effetti
non
buoni
:
incoraggiamento
alla
inerzia
della
burocrazia
,
alla
paura
delle
responsabilità
;
qualche
istituto
ha
in
pratica
arrestato
la
sua
attività
;
ricatti
d
'
impiegati
di
enti
pubblici
che
minacciano
se
non
siano
promossi
di
mandare
memoriali
«
all
'
autorità
competente
»
.
Ma
scuotere
le
acque
,
incutere
un
salutare
timore
,
avvertire
che
non
si
deve
spendere
il
danaro
pubblico
a
cuor
leggero
,
è
in
sé
un
bene
.
Dove
si
può
dissentire
con
certe
tesi
dell
'
accusa
e
di
alcuni
giudici
?
Dove
si
scorge
una
ragione
di
preoccupazione
?
Non
certo
quando
si
proclama
che
nessun
merito
scientifico
rende
perdonabile
il
mal
fare
;
le
benemerenze
passate
potranno
giustificare
provvedimenti
di
clemenza
,
ma
non
debbono
arrestare
il
magistrato
.
Più
in
alto
si
è
nella
scala
sociale
,
più
si
deve
avere
sensibilità
in
tema
di
lecito
e
d
'
illecito
.
E
nessuno
,
fosse
anche
la
più
alta
personalità
mondiale
della
cultura
,
deve
aver
compensi
per
un
'
opera
che
non
abbia
svolta
.
Chi
si
è
appropriato
del
pubblico
danaro
,
o
ne
ha
fatto
godere
parenti
ed
amici
senza
ch
'
essi
nulla
dessero
in
compenso
allo
Stato
od
alla
res
publica
,
è
sicuramente
colpevole
.
Si
insegnava
un
tempo
che
la
sanzione
penale
colpisce
i
più
gravi
tra
gl
'
illeciti
morali
.
Oggi
la
dottrina
dà
definizioni
meno
semplici
del
dolo
penale
;
peraltro
resta
sempre
nella
coscienza
comune
questa
idea
,
che
il
carcere
possa
punire
soltanto
un
grave
mal
fare
;
piuttosto
vittima
che
reo
chi
sul
terreno
morale
appare
impeccabile
.
Anche
il
reato
colposo
implica
una
imprudenza
,
e
giustamente
oggi
i
sacerdoti
accentuano
il
peccato
di
porre
a
repentaglio
la
vita
dei
nostri
simili
.
Reato
colposo
,
ma
non
infamante
,
secondo
la
vecchia
nozione
,
quello
commesso
per
omissione
.
Ed
omissione
può
essere
anche
il
non
sorvegliare
i
propri
dipendenti
.
Qui
però
si
avverte
il
difetto
di
un
sistema
,
che
non
scevera
compiti
degli
uomini
di
scienza
e
compiti
amministrativi
,
che
dà
responsabilità
di
maneggio
di
miliardi
a
direttori
d
'
istituti
scientifici
,
rettori
di
università
,
e
sia
pure
di
minori
somme
a
direttori
di
scavi
o
di
pinacoteche
,
i
quali
,
illustri
uomini
di
studio
,
possono
ben
essere
ignari
di
contabilità
,
Quanto
desiderabile
che
per
tutto
quel
ch
'
è
amministrazione
,
erogazione
di
fondi
ci
sia
il
funzionario
,
solo
responsabile
,
responsabile
anche
di
ammonire
l
'
uomo
di
studio
del
valore
delle
attestazioni
e
dichiarazioni
,
in
base
a
cui
chiede
sia
effettuata
una
certa
spesa
.
Ma
il
dissenso
con
l
'
opinione
della
pubblica
accusa
si
dà
quando
questa
vuole
elevare
a
dolo
penale
l
'
avere
ampliato
i
compiti
di
un
istituto
-
ad
esempio
,
averne
fatto
da
istituto
di
applicazioni
scientifiche
istituto
di
ricerca
pura
-
o
ritenere
estranee
a
quei
compiti
certe
spese
(
sempre
che
sia
certo
che
furono
effettuate
,
e
che
l
'
asserito
responsabile
non
profittò
)
.
Per
questo
ho
espresso
quella
voce
contraria
dopo
la
sentenza
Ippolito
.
Dissenso
perché
tutto
continuamente
muta
ed
evolve
e
non
c
'
è
scrittore
di
diritto
che
non
conosca
come
in
tutti
i
tempi
gl
'
istituti
sono
mutati
,
nei
fini
e
nelle
strutture
,
assai
prima
che
mutassero
le
leggi
.
(
Non
farei
quindi
neppure
appello
alla
paralisi
legislativa
attuale
;
trattasi
di
un
fenomeno
costante
,
in
ogni
regime
)
.
Dissenso
non
perché
non
sia
vero
che
molto
pubblico
danaro
è
speso
male
(
dalla
costruzione
di
strade
inutili
,
alle
biblioteche
d
'
istituti
universitari
che
acquistano
libri
che
nessuno
legge
o
doppioni
,
a
certi
uffici
di
dirigenti
ammobiliati
con
lusso
soverchio
,
alle
pubblicazioni
infinite
che
vanno
al
macero
intonse
:
anni
fa
mi
capitò
sott
'
occhio
persino
l
'
edizione
in
arabo
d
'
un
opuscolo
che
un
ente
di
riforma
aveva
fatto
diramare
ad
illustrare
la
propria
opera
)
.
Ma
perché
nella
struttura
dello
Stato
è
pericoloso
introdurre
il
principio
fisiologico
delle
funzioni
vicarie
(
quando
un
organo
non
agisce
,
subentra
provvidenzialmente
un
altro
organo
a
supplirlo
)
,
e
per
ciò
che
gli
istituti
di
controllo
sono
inefficienti
,
fare
scendere
sullo
sperperatore
la
più
grave
sanzione
penale
.
Dissenso
perché
se
ci
si
pone
su
questa
via
si
colpisce
a
caso
,
uno
su
mille
.
Non
c
'
è
ente
,
non
ufficio
,
che
non
potrebbe
essere
perseguito
.
Non
credo
esista
un
Comune
che
non
faccia
qualche
spesa
che
è
fuori
del
quadro
della
legge
comunale
;
non
mi
consta
siaci
nella
legge
di
reclutamento
alcuna
disposizione
,
la
quale
stabilisca
che
gli
avvisi
di
ammissione
a
corsi
per
la
nomina
a
carabiniere
o
sergente
od
ufficiale
non
siano
più
quali
furono
per
oltre
sessant
'
anni
dalla
unificazione
,
i
comuni
manifesti
delle
pubbliche
autorità
,
ma
opere
d
'
arte
,
affidate
ad
artisti
di
fama
;
e
si
potrebbe
incriminare
ogni
preside
che
stampi
un
opuscolino
od
un
ricordo
a
celebrare
il
cinquantenario
della
sua
scuola
,
perché
nessuna
norma
di
legge
prevede
una
tale
spesa
.
Non
si
può
neppure
tentare
di
scoprire
tutti
coloro
che
fanno
spese
non
previste
dalla
legge
organica
;
sì
colpirà
dove
ci
sia
la
denuncia
.
Ora
in
tutti
i
governi
con
pluralità
di
partiti
è
stato
compito
delle
prefetture
invalidare
come
estranei
ai
fini
d
'
istituto
certi
provvedimenti
delle
amministrazioni
avverse
al
governo
,
chiamando
responsabile
chi
li
aveva
adottati
,
mentre
si
approvavano
quelli
delle
amministrazioni
amiche
.
Ma
la
fama
di
imparzialità
delle
prefetture
non
se
n
'
è
accresciuta
.
Non
vorrei
vedere
i
tribunali
prendere
il
loro
posto
.
Evoluzione
d
'
istituti
nel
silenzio
della
legge
;
i
magistrati
che
la
negano
la
stanno
attuando
.
Ho
sott
'
occhio
la
requisitoria
del
Pubblico
Ministero
al
processo
della
Sanità
:
che
termina
con
un
quadro
di
quelle
che
dovrebbero
essere
le
riforme
da
introdurre
nei
vertici
dell
'
amministrazione
,
nei
maggiori
organi
dello
Stato
.
Ottimo
argomento
per
una
di
quelle
che
avrei
auspicato
fossero
discussioni
del
Parlamento
(
gli
ultimi
mesi
hanno
dato
argomenti
,
come
gli
scioperi
dei
pubblici
impiegati
,
il
prepotere
dell
'
alta
burocrazia
,
quasi
casta
sacerdotale
dell
'
antico
Egitto
,
i
rapporti
tra
Corte
Costituzionale
e
Cassazione
,
questi
giudizi
di
responsabilità
,
che
in
altri
tempi
avrebbero
formato
oggetto
di
discussioni
memorande
,
quelle
che
si
ricordano
ancora
dopo
un
secolo
,
e
si
raccolgono
in
volumi
come
l
'
antologia
Il
Parlamento
nella
storia
d
'
Italia
di
Giampiero
Carocci
)
.
Ma
di
fronte
ad
un
Parlamento
che
non
ama
affrontare
questi
temi
,
né
cura
la
ripercussione
sulla
opinione
pubblica
della
proposta
,
concorde
,
di
aumento
delle
indennità
,
avviene
che
entri
in
gioco
una
«
funzione
vicaria
»
e
la
magistratura
si
sostituisca
.
E
tuttavia
...
l
'
arringa
del
Pubblico
Ministero
in
quel
processo
ricorda
che
non
fu
concessa
autorizzazione
a
procedere
contro
i
deputati
implicati
nello
scandalo
dell
'
Ingic
,
ritenendosi
non
punibile
chi
attinga
danaro
da
un
ente
pubblico
per
i
partiti
o
spese
elettorali
;
e
dice
tale
tesi
assurdità
giuridica
.
Se
in
un
articolo
avessi
dovuto
scrivere
di
quel
disgustoso
episodio
avrei
usato
espressione
più
drastica
,
a
rischio
di
commettere
reato
di
vilipendio
;
ma
mi
ha
impressionato
sentire
in
un
'
arringa
di
P
.
M
.
quel
giudizio
su
un
voto
del
Parlamento
.
Stiamo
assistendo
ad
una
evoluzione
d
'
istituti
costituzionali
imprevista
e
di
cui
non
vediamo
l
'
esito
.
Con
tutto
il
rispetto
per
i
magistrati
come
uomini
,
mi
preoccupa
quest
'
assunzione
di
poteri
da
parte
di
un
«
ordine
autonomo
»
,
non
soggetto
né
direttamente
né
indirettamente
a
quella
ch
'
è
la
volontà
,
l
'
opinione
popolare
.