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> autore_s:"Montanelli Indro"
Cara signora ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Cara signora , grazie di cuore per la sua solidarietà . Quanto al dubbio che Orlando ed io vogliamo coprire col silenzio le malefatte di mafiosi e camorristi , esso non mi offende perché testimonia soltanto la sua ingenuità : un ' ingenuità che , intendiamoci , le fa molto onore , ma che non l ' aiuta di certo a capire come vanno le cose in quel difficile mondo . Le porto un esempio . Se io mi trovassi a Pagani , probabilmente saprei chi ne ha ucciso il sindaco , perché sono sicuro che lo sanno tutti , e forse qualcuno me ne avrebbe mormorato il nome all ' orecchio . Ma se a questo qualcuno io avessi chiesto di venire a testimoniarlo in tribunale , lo avrei visto fuggire a gambe levate , e in tribunale ci sarei finito io per uscirne con una bella condanna per calunnia . I nomi dei colpevoli , cara signora , li sanno anche i carabinieri . Quelli che mancano sono i testimoni e le prove , senza le quali , lei lo capisce , non si possono lanciare accuse , anche se siamo arciconvinti della loro fondatezza . Tuttavia il discorso di Orlando era un altro , di ordine più generale . Gl ' Innominati a cui si riferisce nel suo articolo - lettera non sono i caperonzoli della malavita locale , ma i loro alti protettori politici . E anche di costoro si sanno i nomi , ma anche contro di essi mancano le prove . Eppoi , come distinguere le mele sane da quelle marce ? Un po ' in tutta Italia , ma specialmente nel Sud , la politica è clientelismo , il clientelismo è sempre mafia , e le mafie si combattono tra loro non soltanto a lupara , ma anche a calunnia . E , mi creda , un groviglio inestricabile . Una sola cosa si capisce con chiarezza : che politica e malavita sono così intimamente intrecciate , che ormai diventa quasi impossibile distinguere l ' una dall ' altra . E a questo punto , cara signora , verrebbe voglia di emigrare e cambiare nazionalità . Invece no . Questo è il nostro Paese . Qui dobbiamo vivere , lottare e , se è necessario , farci ammazzare . Meglio italiani morti che apolidi vivi .
Egregio signore ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Egregio signore , come vede pubblico la sua lettera . E non ritengo di compiere , facendolo , un atto di coraggio , ma soltanto un atto di pubblica utilità . E ' bene che gli illusi disposti a far credito al Pci di una ormai salda e irreversibile vocazione democratica sappiano che nella sua « base » trovano ospitalità individui come lei . Non tutto il Pci le somiglia , almeno spero . Ma le idee che lei ha avuto la sincerità di mettere nero su bianco sono tuttora , sicuramente , il pane politico e ideologico di una larga schiera di militanti : i più tenaci , i più fidati , quelli che nell ' ora dei grandi rivolgimenti costituirebbero la vera forza del partito . Lei non si è lasciato confondere da tutti i tatticismi , da tutte le professioni di pluralismo , da tutte le caute operazioni di distacco dalla Chiesa madre sovietica di Berlinguer . Ha capito che queste manovre servono per rassicurare i compagni di strada , i progressisti da salotto , gli intellettuali desiderosi di avere le lodi della sinistra e le prebende del capitalismo . Nella sua cellula - perché immagino lei appartenga a una cellula - le verità devono essere quelle di sempre : il Paradiso è là dove esiste il « socialismo reale » . Senza disoccupati - ma nessun disoccupato occidentale lavorerebbe per il salario con cui vengono retribuiti , all ' Est , gli operai meglio pagati - e con il 99 per cento dei voti , nelle elezioni , alla lista di regime . Non l ' ha neppure insospettito il fatto che dopo queste elezioni così compattamente favorevoli , il sindacato antiregime di Lech Walesa abbia trovato in Polonia dieci milioni di aderenti . Ma è logico che lei non si insospettisca . Non si insospettì neppure Togliatti , il grande maestro del comunismo italiano che , essendo vissuto in Russia durante il periodo degli orrori staliniani , tornò in Italia decantando , della Russia stessa , la mirabile avanzata democratica . ( Ci volle il rapporto Kruscev perché il migliore confessasse che qualcosa di marcio c ' era stato , nella Unione Sovietica a lui così cara . ) Si tenga pure le sue certezze , che confermano le nostre . E si tenga le sue minacce , che legittimano ancor più la nostra battaglia .
Caro Benassi ( Montanelli Indro , 1981 )
StampaQuotidiana ,
Caro Benassi , non so se faccio bene a pubblicare la sua lettera che rischia di far perdere a lei qualche elettore , scandalizzato dal fatto che il suo sindaco comunista si trovi su qualcosa d ' accordo con un moderato come Montanelli , e a me qualche lettore , sgomento del fatto che un giornale moderato si trovi su qualcosa d ' accordo con un sindaco comunista . Affrettiamoci dunque , come prima cosa , a rassicurare gli uni e gli altri : lei resta un comunista , io resto un moderato , le nostre posizioni sono inconciliabili , e se su un punto di fondamentale importanza come la difesa dello Stato esse convergono , ciò vuol dire una cosa sola , anzi due . Primo : che lei è un comunista serio e onesto , e io un moderato serio e onesto . Secondo : che la serietà e l ' onestà creano fra gli uomini delle solidarietà e convergenze più forti di qualunque dissenso ideologico . Forse quest ' ultima constatazione può riuscire un po ' ostica a voi comunisti , abituati a fare dell ' ideologia il supremo regolo di tutto ( non è una critica , è una constatazione ) . Per noi di formazione liberale , che all ' ideologia assegniamo un rango molto più modesto , si tratta di verità scontate e digerite da un pezzo . Mi permetta quindi di non condividere la sua sorpresa per il fatto che , di fronte all ' eversione lei ed io la pensiamo allo stesso modo e proviamo lo stesso sentimento di ripulsa . È naturale . Marx ha stravolto o capovolto il significato di tante cose e parole . Ma anche per lui e per il suo vocabolario un galantuomo è uno che non ruba né uccide , e chi ruba e uccide è un delinquente . Esattamente come per noi moderati .
Caro Polloni ( Montanelli Indro , 1981 )
StampaQuotidiana ,
Caro Polloni , alcuni , pochissimi , tra quegli esaltatori di Mao , sono rimasti fermi sulle loro posizioni . Continuano cioè ad affermare che il libretto rosso era un condensato di saggezza rivoluzionaria ( ammesso che i due termini siano compatibili ) , e che la rivoluzione culturale avrebbe dovuto essere proseguita , magari fino alle estreme forme che assunse nella Cambogia di Pol Pot . Gli altri sono diventati ex : sono cioè andati ad ingrossare le file , ormai nutritissime , dei « pentiti » di sinistra , provengano essi dalla chiesa moscovita o dalla chiesa pechinese . Le ragioni di pentimento non mancano . Gli esaltatori della Cina di Mao non si limitavano ad affermare che la rivoluzione comunista è una bella cosa : aggiungevano che essa aveva assunto , in Cina , forme non violente , quasi dolci , che gli avversari del progresso rosso venivano benevolmente rieducati . ( Allo stesso modo si disse che Castro aveva instaurato a Cuba un comunismo alla latina , spontaneistico e flessibile : mentre ora sappiamo bene che il castrismo ha i suoi bravi lager , i suoi spietati tribunali politici , la sua onnipresente polizia segreta . ) La Cina doveva dunque redimere il comunismo , secondo i suoi apologeti , dai vizi sovietici . Ricordo le dichiarazioni di Dario Fo al ritorno da un viaggio in Cina . Questo implacabile fustigatore del malcostume nazionale laggiù aveva visto soltanto gioia , adesione popolare , voglia di lavorare . Invece la rivoluzione culturale , ce lo raccontano i cinesi stessi , fu crudelmente persecutoria ed economicamente insensata . Ma i pentiti - quando lo sono - non dicono puramente e semplicemente : non avevamo capito niente perché siamo faziosi o sciocchi , e quindi d ' ora innanzi ci ritireremo a vita rigorosamente privata , per evitare altre profezie sbagliate , e per risparmiare ai giovani altri insegnamenti demenziali . No : dicono che le loro intenzioni erano buone , che i loro ammaestramenti erano validi , che la loro intelligenza resta luminosa , che i loro avversari sono dei poveracci , e che l ' infortunio va passato agli archivi . Dal pulpito non scendono . Al credito che altri - non noi - gli aveva dato , non rinunciano . Continuano a considerarsi maestri , e questo è ancora comprensibile , dal loro punto di visto . É invece incredibile che la loro pretesa trovi qualcuno disposto ad appoggiarla .
Molti, moltissimi lettori ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Molti , moltissimi lettori ci hanno fatto la stessa richiesta di Corrado Reboa . In effetti , il catastrofico sisma che colpì il Meridione , danneggiò anche lo stabilimento tipografico di Pompei dove si stampa , in foto - trasmissione , il Giornale destinato al Centro - Sud e alle Isole . Il nostro spazio è avarissimo , specie in queste giornate che richiamano la nostra particolare attenzione sull ' angoscio so dramma che si vive nelle zone terremotate . Tuttavia , l ' unico modo che ho di soddisfare le richieste dei lettori è quello di ripetere - in corpo tipografico più piccolo - il mio articolo del 24 novembre . Coloro che lo hanno già letto comprenderanno e mi perdoneranno questa replica , peraltro doverosa . Ecco quello che scrissi a Mazzotta e a Segni , sotto il titolo : « Proposta di bucato » . Non abbiamo nulla da obbiettare alla lettera , da noi ieri pubblicata , degli onorevoli Mazzotta e Segni . La sottoscriviamo in pieno . Vorremmo soltanto completarne il discorso da un ' ottica laica e non di partito . Premessa . Mazzotta e Segni appartengono , anzi sono i capifila , di quel gruppo di giovani democristiani che alle ultime elezioni noi additammo alle « preferenze » degli elettori . Allora si chiamarono « i cento » , e se ne parlò con dileggio . Si disse che i cento non erano in realtà più di trenta , e che presto anche quei trenta si sarebbero dissolti nelle varie « correnti » al servizio dei vari capataz . Non è stato così . Alcuni , è vero , forse parecchi , si sono persi per strada . Ma ben più di trenta sono quelli che , rimasti per conto loro , fanno capo non a una « corrente » , ma a un centro di studi , « Proposta » . Rappresentano la riserva più intatta della Dc , l ' unica su cui non ci sono ombre né schizzi di fango . E vi sembra poco , coi tempi che corrono ? Coloro che li hanno votati non hanno di che pentirsene . E nemmeno noi per averli indicati . E ora veniamo al contenuto della loro lettera sulla crisi che ci travaglia . Probabilmente essi hanno ragione quando dicono , con Forlani , che in tutti questi scandali , c ' è più fumo che arrosto , e che non ci si può lasciare travolgere da un accesso di furore , forse artatamente provocato da gente che ha interesse a un generale Kaput . Dopodiché però bisogna spiegare come mai la pubblica opinione si è lasciata incendiare fino a questo punto , che è un gran brutto e pericoloso punto . Noi arrossiamo di dover riferire certe cose . Ma se per strada , nei caffè , nelle case si sente dire ( e noi lo abbiamo sentito ) : « Ma allora forse hanno ragione i terroristi » , qualche motivo ci dev ' essere . Di questi motivi , Segni e Mazzotta ne hanno individuati alcuni , sui quali consentiamo in pieno . 1° ) La prevalenza assunta nei partiti dagli apparati che , chiusi nel loro palazzo o palazzetto , perdono ogni contatto non solo con l ' elettorato , ma anche coi militanti , e si tramutano in mafie . 2° ) La degenerazione delle « correnti » in meri strumenti di potere che fatalmente riducono la lotta politica a una lotta di cosche . 3° ) La metastasi della politica nel campo dell ' economia grazie all ' estendersi dell ' impresa pubblica . Lottizzata dai partiti , questa impresa non produce né può produrre altro che ladri ( questo non lo dicono Segni e Mazzotta , ma lo dico io ) : coloro che , alla testa di un ente di Stato , non lo diventano , meriterebbero una decorazione . Secondo noi però , a corrompere il sistema , c ' è anche un quarto fattore , che è la sua ibernazione . E mi spiego . In nessuna democrazia occidentale nessun partito rimane al potere più di due , cinque , al massimo dieci anni . Poi va all ' opposizione , e lì fa il bucato : si rivedono i programmi , si lavano i panni , si cambiano i capi , e anche quelli confermati , non avendo più il potere in mano , non offrono più pretesti a farsi « chiacchierare » , e così si rinverginano . In Italia la democrazia cristiana è al potere ininterrottamente da trentadue anni . E tutti sappiamo di essere condannati a tenercela , almeno fin quando il partito comunista resta qual è , cioè a perdita d ' occhio . Non c ' è partito né uomo che possano resistere a una simile prova . Andreotti disse un giorno che il potere logora chi non ce l ' ha . Come battuta , è buona . Come verità , un po ' meno . Ed egli stesso del resto ne incarna la smentita . Proprio perché è l ' uomo di potere di più lungo e continuo corso , Andreotti si trova a fare , di tutti gli scandali nazionali , il Sospettato n ° 1 , e la gente è convinta che nel suo armadio ci sia non qualche scheletro , ma un ossario . Probabilmente è tutto falso , come le voci su Bisaglia e su tanti altri il cui nome è stato trascinato nella melma . Probabilmente , ripeto , ha ragione Forlani quando dice che in questa Danimarca il puzzo di marcio soverchia il marcio . Ma né lui né Piccoli s ' illudano di potersela cavare con le solite « commissioni d ' inchiesta » . Stavolta ci vuol altro . Ci vuole il ricambio . E siccome il ricambio la Dc non può farlo con un ' altra forza politica perché non ce n ' è nessuna in grado di sostituirla come partito di governo , bisogna che lo faccia dentro di sé , nei propri quadri , che le dia un volto nuovo , una immagine diversa . Nella intervista che ci ha dato ieri , Piccoli sostiene che a questo la Dc ha già provveduto . Francamente , non ce ne siamo accorti . E questo è grave perché la « questione morale » - ci creda l ' on. Piccoli - non è soltanto , ma è anche , e forse principalmente una questione di cosmesi . Ci sono delle facce nella Dc che dopo decenni di primi piani , uno non può guardarle senza pensare con nostalgia ai carabinieri . E ' ingiusto , lo so . Ma è umano , e bisogna accettarlo .
Caro Giardini ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro Giardini , il motivo per cui non pubblichiamo più notizie dall ' Afghanistan è molto semplice : che di notizie non ce ne sono . Occupato il Paese , i russi lo hanno completamente isolato dal resto del mondo , non vi lasciano entrare i giornalisti , non ne lasciano uscire nessuno . E che notizie possiamo dare , in queste condizioni ? L ' Afghanistan è ormai come la Cambogia . Anche lì sappiamo che si sta perpetrando uno spaventoso genocidio . Ma non abbiamo elementi per descriverlo . Ogni tanto qualcuno scappa e racconta . Noi registriamo , e poi torna il silenzio . E ' verissimo che questo silenzio giova ai comunisti di tutto il mondo , e particolarmente ai nostri . Ma è proprio su questo che giuoca la loro propaganda . Essi sanno che quando i carri armati sovietici schiacciano un Paese , il mondo strilla ; ma che poi , chiuso il rubinetto delle notizie , gli strilli cessano , per mancanza di alimento . Infatti , cosa potremmo dire dell ' Afghanistan ? Che è stato occupato con la violenza , lo sappiamo . Che vi hanno istaurato un regime poliziesco e persecutorio , lo sappiamo . Non possiamo ripeterlo ogni giorno . Il confronto con gli americani nel Vietnam non regge : gli americani lasciavano alla stampa piena libertà d ' inchiesta , d ' indagine , d ' informazione e di commento , fino ad allevarsi in corpo e a fornire tutte le facilitazioni anche ai loro peggiori denigratori . Bisogna dire che ne sono stati molto mal ripagati . Ma da chi ? Dai cialtroni . Le persone oneste e di buon senso devono riconoscere che proprio in questo rispetto della libertà di critica sta la superiorità degli americani sui russi e loro affini . Ma per tornare alla sua critica : le sembra proprio , caro Giardini , che questo giornale la meriti ?
Caro Scansini ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro Scansini , non credo che la Rai l ' abbia con noi . Credo soltanto che i suoi dirigenti e operatori siano paralizzati dalla paura di dimostrare che non l ' hanno con noi . I partiti ai quali devono i loro posti e carriere li obbligano a darci l ' ostracismo , e loro ce lo danno nell ' unico modo in cui possono darcelo : ignorandoci . Le nostre notizie non sono considerate notizie , anche se poi si rivelano le più fondate di tutte . E le nostre opinioni vengono sottaciute sebbene noi siamo , per unanime riconoscimento , uno dei due unici giornali ( l ' altro è Repubblica ) che in Italia « fanno opinione » . Purtroppo , è un ' opinione che non coincide con quella dei partiti che si lottizzano la Rai trattandola come la nostra classe politica usa trattare tutte le cose e i servizi di Stato , e cioè come loro patrimonio privato , da spartire secondo i rapporti di forza , cioè come i predoni si spartiscono il bottino della diligenza assaltata . Naturalmente noi che li additiamo alla pubblica opinione come autentiche truffe e la causa di tutte le malversazioni , siamo esclusi da questi giuochi , e non soltanto da quelli della Rai - Tv . Ci sono giornali che , con centinaia di miliardi di debito , continuano a trovar credito presso le banche . Perché ? Perché sono nel giuoco . Noi che ne siamo fuori , se abbiamo bisogno di dieci milioni , dobbiamo chiederli ai lettori ( che ce li danno subito ) ; dalle banche , nemmeno una lira , perché nel giuoco non ci siamo . E ' la nostra debolezza materiale , caro Scansini , ma è anche la nostra forza morale . Ma non cerchi di persuaderne sua figlia : è inutile .
Caro presidente Forlani ( Montanelli Indro , 1980 )
StampaQuotidiana ,
Caro presidente Forlani , non sapendo quale sia il ministro competente in materia , inoltro a lei questa lettera , che mi sembra giusta , sensata e da prendere in immediata considerazione . A dire il vero , io credevo che la misura sollecitata dal nostro anonimo lettore fosse in atto da sempre , sembrandomi sottinteso che quanto si offre , in caso di calamità nazionali , ai fratelli sinistrati , sia almeno esentato da tasse . Invece sembra che in Italia non sia così . E allora la prego di provvedere . Anzi , contando sulla sua intelligenza , mi permetto di dirle che , a nome della pubblica opinione - del cui totalitario consenso sono arcisicuro - , lo esigo . Questa misura va adottata , e va adottata subito . Perché colpire , e quindi scoraggiare , anche i gesti di altruismo e di solidarietà è non soltanto iniquo , ma immorale e indecente . La prego , signor Presidente , di dare o di far dare dal ministro competente , non a me , ma alla pubblica opinione , una risposta in proposito .
Caro Ventura ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Ventura , anch ' io mi sono sempre chiesto come fanno tanti nostri uomini politici ad andare a messa ogni mattina per poi passare il resto della giornata a imbrogliarsi e tradirsi l ' uno con l ' altro , se non a fare di peggio . Che cosa gli diranno , a Dio , quando in ginocchio , mani giunte e testa bassa , si raccolgono nel colloquio con Lui , quale dovrebb ' essere la preghiera ? Ma non mi chieda risposta a questi interrogativi perché nemmeno io riesco a darmela . E questo è proprio uno dei tanti motivi che mi spingono a preferire , almeno sul piano morale , i laici , i quali non sempre - e non tutti - sono più corretti , onesti e leali dei democristiani , ma almeno evitano di mescolare nelle loro furfanterie il buon Dio . E ' ciò che Disraeli diceva di Gladstone : « Che bari al giuoco , è naturale : lo faccio anch ' io . A infastidirmi è la sua pretesa che sia il Signore a infilargli la carta nel polsino » . Ecco , io sono della stessa opinione , e mi par di capire che lo sia anche lei . Anche ai cattolici osservanti e militanti è consentito , si capisce , far politica . Ma , per amor del cielo , non la confondano con la religione invocando « i valori cristiani » mentre si mettono l ' un l ' altro l ' arsenico nella minestra . Questo si può farlo in nome di Marx , e magari anche di Cavour . In nome di Dio , dovrebb ' essere proibito .
Caro Agosteo ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Caro Agosteo , dissenta pure dalla mia risposta , ma mi sembra che lei dica le stesse cose che io ho detto a Cristina : « Va ' a votare per difendere il tuo diritto al voto » . E quanto , del resto , noi stessi facciamo da trent ' anni , ma non facciamo che questo , e non mi pare che i giovani abbiano di che complimentarcene . Lei dice ch ' essi dovrebbero esserci grati del fatto che il voto glielo abbiamo dato . Be ' , che glielo abbiamo dato proprio noi , è storicamente discutibile . Noi ( non lei ed io , si capisce , che a quei tempi avevamo il gonnellino , e forse lei nemmeno quello ) al voto rinunziammo senza proteste nel '22 , e a restituircelo ventitré anni dopo furono coloro che ci batterono in guerra . Lo accettammo , è vero , con entusiasmo . E io ( e anche lei , credo ) non saprei vivere senza di esso . Però che i giovani possano dirsi soddisfatti del modo in cui lo abbiamo per trent ' anni esercitato , solo facendo il catenaccio per difendere lo zero a zero come le cattive squadre di calcio , non mi sembra proprio . Anche di questo né lei né io , personalmente presi , abbiamo colpa . Ma forse io , per il mestiere che faccio , sono meno innocente di lei , e mi chiedo se ho veramente fatto tutto ciò che potevo e dovevo . Lo faccio ora , che avrei qualche giustificazione anagrafica per non farlo . Lo faccio per espiazione . Ma l ' espiazione comporta proprio quell ' umiltà che lei mi rimprovera di aver usato con Cristina . Mi pareva che le fosse dovuta , visto ch ' essa aveva rinunziato a rimproverarmi ciò che io stesso mi rimprovero .