StampaQuotidiana ,
Chicago
-
La
lettura
dei
giornali
,
per
chi
sappia
scovare
le
informazioni
e
raggrupparle
secondo
un
certo
ordine
e
significato
,
è
sempre
istruttiva
.
Nei
giornali
di
Nuova
York
,
di
Chicago
e
di
altre
città
degli
Stati
Uniti
non
sono
infrequenti
notizie
di
questo
genere
:
"
Ieri
notte
la
guerriglia
tra
le
'
gangs
'
di
minorenni
è
scoppiata
di
nuovo
a
Bronx
,
per
la
seconda
volta
in
ventiquattr
'
ore
.
Una
ragazza
quindicenne
è
stata
ferita
da
un
colpo
di
rivoltella
e
il
suo
compagno
è
stato
colpito
con
un
tubo
di
piombo
.
Il
compagno
portava
una
giacca
con
la
scritta
`
Cobra
'
sulla
schiena
.
Alcuni
ragazzi
gli
chiesero
se
facesse
parte
della
'
gang
'
dei
Cobra
.
Alla
sua
risposta
affermativa
,
uno
degli
aggressori
lo
colpì
alla
testa
con
un
tubo
di
piombo
.
La
ragazza
prese
la
fuga
urlando
e
allora
un
altro
trasse
la
rivoltella
e
sparò
due
volte
ferendola
ad
una
spalla
.
Quindi
la
'
gang
'
fermò
un
taxi
,
vi
salì
e
si
dileguò
.
Oppure
:
"
X
.
Y
.
,
diciassettenne
capo
di
una
'
gang
'
di
giovanissimi
malfattori
nel
Bronx
,
è
stato
arrestato
e
portato
alla
sede
della
polizia
di
Morrisania
sotto
accusa
di
estorsione
.
Per
alcuni
mesi
,
da
marzo
a
novembre
,
X
.
Y
.
aveva
terrorizzato
un
vecchio
droghiere
costringendolo
a
pagargli
cinque
dollari
alla
settimana
come
contributo
di
'
protezione
'
;
ossia
,
a
quanto
sembra
,
un
dollaro
per
ogni
membro
della
'
gang
'
da
lui
capeggiata
"
.
Oppure
ancora
:
"
Ieri
mattina
in
Columbus
Avenue
due
guardie
in
servizio
di
pattugliamento
stradale
hanno
sorpreso
una
'
gang
'
di
ragazzi
mentre
colpiva
tre
donne
e
un
uomo
coi
pugni
,
con
tubi
di
piombo
e
con
pezzi
di
ferro
avvolti
in
stracci
.
La
'
gang
'
aggredì
le
due
guardie
che
furono
costrette
a
sparare
sette
colpi
prima
di
potersi
liberare
dall
'
assalto
.
Tutti
i
membri
della
'
gang
'
,
all
'
infuori
di
due
,
riuscirono
a
fuggire
"
.
Si
potrebbe
continuare
ma
l
'
esemplificazione
sarebbe
monotona
.
Più
o
meno
è
sempre
la
stessa
cosa
:
bande
rivali
di
ragazzi
armati
che
si
azzuffano
per
la
strada
,
o
che
aggrediscono
un
malcapitato
passante
solitario
che
non
gli
ha
fatto
nulla
di
male
,
o
che
irrompono
in
un
bar
e
sfasciano
ogni
cosa
,
o
che
,
addirittura
,
se
la
prendono
con
un
poliziotto
e
lo
mandano
all
'
ospedale
con
la
testa
rotta
.
Sono
questi
i
delitti
che
i
giornali
americani
raggruppano
sotto
il
titolo
comprensivo
di
"
teens
-
age
gangs
crimes
"
ossia
delitti
di
bande
di
minorenni
;
e
soltanto
in
casi
particolarmente
atroci
(
come
l
'
omicidio
recente
di
un
povero
ragazzo
,
un
mese
fa
,
senza
la
minima
provocazione
.
Ironia
:
il
ragazzo
era
figlio
del
presidente
di
una
associazione
per
la
prevenzione
della
delinquenza
minorile
)
vi
dedicano
qualche
amaro
commento
.
Non
c
'
è
molto
da
dire
,
infatti
,
su
questo
genere
di
delitti
:
tutti
sono
d
'
accordo
agli
Stati
Uniti
nel
considerarli
una
piaga
sociale
di
prima
importanza
e
nel
ritenere
che
qualche
cosa
dovrebbe
esser
fatto
almeno
per
limitarli
.
Le
statistiche
per
questa
delinquenza
sono
serie
:
secondo
il
Federal
Children
'
s
Bureau
oggi
ci
sono
circa
35.000
minorenni
nelle
case
di
correzione
degli
Stati
Uniti
.
Si
calcola
che
con
il
ritmo
attuale
(
gli
americani
prevedono
tutto
,
perfino
l
'
aumento
della
criminalità
)
,
questa
cifra
salirà
a
45.000
nel
1960
.
Peggio
che
mai
,
un
buon
venti
per
cento
dei
ragazzi
che
passano
attraverso
il
centro
di
smistamento
correzionale
di
Elmira
,
a
Nuova
York
,
sono
,
a
quanto
sembra
,
più
o
meno
familiari
con
gli
stupefacenti
(
marijuana
e
,
soprattutto
,
eroina
)
.
In
Europa
quando
si
parla
di
delinquenza
si
intende
per
lo
più
la
delinquenza
individuale
,
anche
se
connessa
con
diffusi
fenomeni
sociali
.
Agli
Stati
Uniti
,
invece
,
il
delitto
ubbidisce
alla
tendenza
degli
americani
,
già
notata
un
secolo
fa
da
Tocqueville
,
di
raggrupparsi
secondo
le
più
diverse
affinità
e
formare
associazioni
e
sodalizi
.
Dunque
,
in
principio
,
più
che
vera
e
propria
criminalità
c
'
è
la
lecita
e
in
tanti
casi
benefica
passione
associativa
degli
americani
.
I
ragazzi
di
una
strada
o
di
un
gruppo
di
strade
abitate
,
poniamo
,
da
portoricani
si
associano
in
una
banda
,
quelli
di
un
altro
gruppo
di
case
abitate
da
italiani
in
un
'
altra
banda
,
quelli
di
un
terzo
quartiere
abitato
da
negri
in
una
terza
banda
e
così
via
.
Bisogna
tuttavia
distinguere
,
in
questa
singolare
fauna
sociale
,
gli
"
street
-
clubs
"
(
circoli
di
strada
)
dalle
"
street
-
gangs
"
(
bande
di
strada
)
.
I
primi
,
che
assommano
nella
sola
Nuova
York
a
parecchie
migliaia
,
sono
semplicemente
delle
associazioni
giovanili
pacifiche
e
innocue
,
approvate
dai
genitori
e
dalle
autorità
,
dedite
,
come
in
tutto
il
mondo
,
a
giochi
e
passatempi
di
ragazzi
.
Le
seconde
,
invece
,
che
la
polizia
sospetta
di
essere
parecchie
centinaia
,
sono
francamente
antisociali
e
criminali
.
"
Street
-
clubs
"
e
"
street
-
gangs
"
stanno
gomito
a
gomito
nella
stessa
strada
o
nello
stesso
gruppo
di
case
(
blok
)
e
non
di
rado
entrano
in
conflitto
.
È
interessante
notare
che
uno
"
street
-
club
"
del
tutto
innocente
,
può
degenerare
in
"
street
-
gang
"
sotto
la
pressione
di
avvenimenti
esterni
(
per
lo
più
di
difesa
)
o
per
semplice
trasformazione
interna
,
un
po
'
come
un
tumore
benigno
può
degenerare
in
cancro
.
Così
gli
"
street
-
clubs
"
come
le
"
street
-
gangs
"
,
oltre
che
dalla
già
citata
tendenza
associativa
americana
,
derivano
,
nel
caso
specifico
,
da
condizioni
ambientali
non
precisamente
felici
:
abitazioni
squallide
e
affollate
,
superaffollamento
delle
scuole
,
assenza
dei
genitori
nelle
ore
di
lavoro
,
mancanza
di
centri
sociali
e
di
assistenza
,
vagabondaggio
(
a
quanto
pare
nella
sola
Nuova
York
ci
sono
circa
ventimila
ragazzi
che
per
vani
motivi
hanno
abbandonato
la
famiglia
e
vivono
di
giorno
nelle
strade
e
di
notte
dormono
dove
possono
,
negli
scantinati
,
sulle
terrazze
e
in
altri
rifugi
improvvisati
)
.
Le
"
gangs
"
(
poiché
è
di
esse
che
vogliamo
occuparci
;
gli
"
street
-
clubs
"
sono
soltanto
un
aspetto
del
problema
)
sono
fortemente
e
ritualmente
organizzate
:
hanno
tutte
un
nome
pittoresco
probabilmente
pescato
nei
romanzi
a
fumetti
,
il
quale
non
di
rado
viene
ricamato
sulle
giacche
a
vento
dei
membri
(
i
Dragoni
,
gli
Smeraldi
,
i
Giaguari
d
'
oro
,
i
Falchi
di
guerra
,
i
Turboreattori
atomici
,
i
Cobra
,
i
Guerrieri
ecc.
ecc
.
)
;
un
capo
riconosciuto
al
quale
si
deve
assoluta
ubbidienza
;
un
territorio
delimitato
in
maniera
molto
precisa
sul
quale
la
"
gang
"
stessa
esercita
la
sua
giurisdizione
.
Le
"
gangs
"
,
come
è
stato
già
accennato
,
hanno
per
lo
più
unità
razziale
o
nazionale
e
questo
soprattutto
per
motivi
di
difesa
,
perché
l
'
irlandese
,
il
negro
,
l
'
italiano
,
il
portoricano
sanno
per
esperienza
che
soltanto
l
'
affiliazione
ad
una
banda
della
loro
nazionalità
li
salverà
da
umiliazioni
crudeli
,
da
aggressioni
feroci
.
La
"
gang
"
difatti
si
muoverà
come
un
solo
uomo
(
o
meglio
,
come
un
solo
ragazzo
)
per
vendicare
qualsivoglia
offesa
recata
ad
un
suo
membro
.
Ma
oltre
a
questo
motivo
importante
,
le
"
gangs
"
si
azzuffano
per
questioni
territoriali
(
invadenza
di
una
"
gang
"
nel
territorio
di
un
'
altra
)
,
per
spirito
di
rivalità
bellicosa
,
per
questioni
di
interesse
,
e
soprattutto
,
per
semplice
noia
e
disoccupazione
.
Delle
"
gangs
"
fanno
anche
parte
ragazzine
tra
i
quattordici
e
i
diciott
'
anni
,
con
incarichi
varii
che
vanno
dalla
prostituzione
(
allo
scopo
di
procurare
denaro
alla
"
gang
"
)
,
fino
all
'
assistenza
nelle
zuffe
(
le
ragazze
portano
le
armi
,
un
po
'
come
gli
scudieri
dei
cavalieri
erranti
,
e
le
porgono
ai
loro
compagni
nel
momento
dello
scontro
)
.
Queste
sciaguratelle
,
fiere
della
loro
affiliazione
e
dei
loro
rapporti
amorosi
con
i
membri
della
"
gang
"
,
vengono
designate
con
il
nome
della
"
gang
"
di
cui
fanno
parte
con
l
'
aggiunta
del
suffisso
femminile
di
"
ettes
"
(
esempio
:
maschile
plurale
:
the
Emeralds
;
femminile
plurale
:
the
Emeraldettes
)
.
Sono
tutte
cose
piuttosto
tristi
e
allarmanti
.
Perché
quello
che
colpisce
nel
fenomeno
della
"
gang
"
è
soprattutto
l
'
automatismo
che
sembra
portare
i
ragazzi
prima
alla
formazione
della
"
gang
"
e
poi
al
delitto
ossia
il
carattere
sorgivo
e
tutto
naturale
di
queste
associazioni
e
dei
loro
crimini
.
In
altri
termini
si
tratta
di
una
criminalità
anteriore
alla
formazione
del
giudizio
e
dunque
del
libero
arbitrio
,
spontanea
e
naturale
come
il
fiore
di
una
pianta
o
il
frutto
di
un
albero
,
dovuta
,
insomma
,
non
a
elezione
individuale
,
o
a
volontà
meditata
,
bensì
ad
una
determinazione
fatale
di
carattere
ambientale
.
Questi
ragazzi
sono
dei
criminali
che
ignorano
di
esserlo
fino
al
giorno
del
giudizio
nei
tribunali
per
minorenni
;
e
questo
perché
vivono
e
crescono
in
un
ambiente
situato
ai
margini
o
addirittura
fuori
della
macchina
sociale
,
nel
quale
rozze
consuetudini
ancestrali
,
sopravvivenza
frantumate
di
costumi
anteriori
all
'
emigrazione
e
pregiudizi
razziali
,
religiosi
ed
economici
tengono
il
luogo
delle
regole
morali
in
vigore
nella
comunità
americana
.
Di
fronte
a
certi
delitti
particolarmente
assurdi
(
come
quello
recente
di
una
"
gang
"
che
aggredì
a
Central
Park
,
a
Nuova
York
,
un
vecchio
pensionato
e
dopo
averlo
torturato
a
lungo
,
ne
buttò
il
cadavere
nell
'
East
River
)
si
sarebbe
inclinati
a
considerazioni
pessimiste
sulla
pravità
della
natura
umana
.
Ma
poi
basta
fare
una
passeggiata
in
certi
quartieri
di
"
slums
"
e
gettare
un
'
occhiata
sulle
sinistre
straducce
di
casette
tutte
eguali
e
tutte
squallidamente
utilitarie
(
altro
che
macchina
per
abitare
,
secondo
la
definizione
di
Le
Corbusier
;
piuttosto
si
dovrebbe
parlare
di
macchine
per
cacciare
gli
abitanti
nelle
strade
)
,
con
le
loro
scalette
dalle
ringhiere
di
ferro
rugginoso
che
scavalcano
i
tetri
seminterrati
,
le
loro
polverose
finestre
a
trappola
,
le
loro
facciate
grommose
,
basta
percorrere
una
di
queste
straducce
,
diciamo
,
tra
i
detriti
che
ne
cospargono
l
'
asfalto
(
Nuova
York
,
Chicago
e
in
genere
le
città
industriali
degli
Stati
Uniti
sono
tutt
'
altro
che
pulite
,
specie
nei
quartieri
popolari
)
,
per
capire
che
in
questo
caso
la
natura
umana
è
il
prodotto
fedele
e
diretto
dell
'
urbanistica
.
Semmai
ci
si
stupisce
che
in
luoghi
tanto
desolati
non
avvenga
di
peggio
.
In
realtà
,
occorre
avvertirlo
,
le
"
gangs
"
sono
un
fenomeno
sporadico
soprattutto
se
messo
in
rapporto
con
l
'
immensa
quantità
di
gente
che
vive
nei
quartieri
sopradescritti
.
È
stato
detto
che
la
crudeltà
decisa
e
spietata
delle
"
gangs
"
trae
la
sua
ispirazione
dai
film
e
soprattutto
dai
romanzi
a
fumetti
o
"
comic
-
books
"
.
Indubbiamente
così
nei
film
come
nei
romanzi
a
fumetti
questi
ragazzi
trovano
un
incentivo
e
un
modello
.
Il
cinema
di
Hollywood
ha
reso
popolare
tra
la
gioventù
la
figura
del
"
gangster
"
;
e
poco
importa
se
in
un
finale
appiccicato
il
bene
,
ossia
la
polizia
,
trionfa
sul
male
:
i
quattro
quinti
del
film
sono
stati
dedicati
alle
gesta
del
mascalzone
il
quale
,
si
badi
bene
,
non
è
mai
descritto
come
è
quasi
sempre
nella
realtà
,
ossia
un
uomo
stupido
,
incolto
,
rozzo
,
asfissiantemente
noioso
,
meccanico
e
convenzionale
,
bensì
come
un
eroe
,
sia
pure
sinistro
e
negativo
.
Nei
"
comic
-
books
"
le
cose
vanno
come
nel
cinema
,
con
in
peggio
che
non
esiste
alcun
codice
Hayes
,
alcuna
autocensura
a
limitare
il
puerile
e
stravagante
sfoggio
di
efferatezze
(
strangolamenti
,
arsioni
,
mutilazioni
,
torture
di
vario
genere
e
poi
ricatti
,
"
hold
up
"
,
ratti
,
pugilati
e
via
dicendo
)
di
queste
pubblicazioni
.
La
violenza
omicida
agli
Stati
Uniti
è
guardata
quasi
con
indulgenza
,
come
una
prova
di
maschilità
e
di
forza
;
mentre
la
lascivia
sessuale
è
severamente
e
puritanicamente
repressa
;
tuttavia
,
da
ultimo
,
gli
americani
si
sono
accorti
che
il
diavolo
scacciato
dalla
porta
è
rientrato
dalla
finestra
,
ossia
che
il
sesso
,
proibito
nelle
sue
più
dirette
manifestazioni
,
ha
trovato
il
modo
di
riapparire
,
più
forte
che
mai
anche
perché
dissimulato
e
travestito
,
nelle
crudeltà
dei
"
comic
-
books
"
e
di
certi
film
.
Molte
voci
così
si
sono
levate
a
protestare
contro
questa
singolare
letteratura
giovanile
,
facendo
notare
tra
l
'
altro
che
il
linguaggio
della
crudeltà
è
quello
che
più
facilmente
fa
appello
agli
istinti
della
pubertà
ossia
di
un
'
età
in
cui
il
fatto
sessuale
,
appunto
,
non
si
presenta
mai
in
maniera
diretta
bensì
indiretta
e
"
trasferita
"
.
A
quanto
sembra
,
dopo
le
ultime
proteste
,
gli
editori
dei
"
comic
-
books
"
hanno
deciso
di
istituire
anche
loro
,
come
i
produttori
cinematografici
,
un
'
autocensura
.
Ma
,
ripetiamolo
:
"
comic
-
books
"
e
film
non
farebbero
l
'
effetto
che
fanno
se
i
loro
lettori
non
vivessero
in
ambienti
sociali
che
sembrano
fatti
apposta
per
provocare
il
gangsterismo
giovanile
;
resterebbero
passatempi
sia
pure
malsani
,
non
modelli
di
azione
.
Naturalmente
,
in
un
Paese
come
l
'
America
dove
la
società
non
fa
che
occuparsi
dei
propri
mali
e
questi
sono
fronteggiati
da
adeguati
istituti
i
quali
a
loro
volta
vengono
controllati
dall
'
opinione
pubblica
attraverso
giornali
,
riviste
e
discussioni
(
la
macchina
sociale
,
insomma
,
alimenta
se
stessa
in
mille
modi
,
altrimenti
perirebbe
di
inedia
)
,
centinaia
e
centinaia
di
associazioni
pubbliche
,
semiprivate
e
private
si
dedicano
all
'
educazione
e
alla
riabilitazione
dei
minorenni
.
Soltanto
lo
Youth
Board
dello
Stato
di
Nuova
York
spende
per
questo
scopo
circa
due
milioni
di
dollari
all
'
anno
.
Ma
queste
somme
così
ingenti
e
questi
istituti
così
numerosi
sono
come
tamponi
sopra
una
ferita
che
non
si
può
o
non
si
vuole
disinfettare
.
La
disinfezione
poi
consisterebbe
nella
distruzione
dei
quartieri
degli
"
slums
"
,
nella
dispersione
e
nell
'
assorbimento
dei
gruppi
razziali
e
nazionali
di
fresco
emigrati
,
nell
'
allargamento
democratico
dell
'
educazione
e
dell
'
assistenza
.
Per
fare
un
solo
caso
,
quello
dei
portoricani
,
che
nella
sola
città
di
Nuova
York
assommano
a
circa
quattrocentomila
,
è
evidente
che
le
"
gangs
"
giovanili
di
questa
gente
scomparirebbero
il
giorno
che
invece
di
vivere
ammassati
in
malsani
e
squallidi
quartieri
i
portoricani
si
disperdessero
ai
quattro
venti
,
e
non
fossero
più
considerati
con
mal
dissimulato
disprezzo
dalle
altre
nazionalità
di
più
vecchia
emigrazione
e
i
loro
figli
frequentassero
di
più
le
scuole
e
sapessero
l
'
inglese
e
non
soltanto
lo
spagnolo
come
avviene
in
molti
casi
.
Ma
l
'
America
non
ha
cessato
di
essere
il
"
melting
-
pot
"
di
un
tempo
;
essa
finirà
per
digerire
le
"
gangs
"
giovanili
come
ha
digerito
tanti
altri
bocconi
ancor
più
indigesti
del
passato
.
Un
'
ondata
di
prosperità
,
una
nuova
spinta
emigratoria
verso
l
'
ovest
,
un
rimescolamento
sociale
ed
economico
e
le
"
gangs
"
non
saranno
più
che
un
doloroso
e
incomprensibile
ricordo
.
StampaQuotidiana ,
"
Westward
ho
!
"
questa
che
fu
la
parola
d
'
ordine
dei
pionieri
dell
'
Ottocento
nella
marcia
verso
l
'
Ovest
,
risuona
adesso
all
'
orecchio
del
signor
X
,
con
un
ritardo
di
più
di
un
secolo
,
è
vero
,
ma
non
per
questo
meno
eccitante
.
Il
signor
X
,
a
Chicago
"
sente
"
l
'
Ovest
un
po
'
come
un
marinaio
sbarcato
a
terra
"
sente
"
il
mare
.
E
davvero
,
ai
pionieri
di
un
tempo
,
l
'
Ovest
doveva
apparire
un
po
'
come
un
mare
sconosciuto
:
un
mare
di
praterie
disabitate
,
di
deserti
di
pietra
,
di
sale
e
di
sabbia
,
di
foreste
mute
e
lussureggianti
.
Oggi
il
vecchio
motto
ardimentoso
,
riflette
il
signor
X
salendo
la
scaletta
dell
'
aeroplano
che
in
cinque
ore
lo
porterà
a
Denver
,
non
ha
più
lo
stesso
significato
di
pericolo
e
di
avventura
:
tuttavia
egualmente
l
'
Ovest
costituisce
ancora
la
meta
di
centinaia
di
migliaia
di
americani
.
Perché
gli
americani
vanno
a
Ovest
?
Molti
per
motivi
di
salute
(
la
grande
quantità
di
vecchi
che
vanno
a
passare
gli
ultimi
anni
della
loro
vita
nel
mite
clima
della
California
è
da
qualche
tempo
un
carattere
distintivo
di
quello
Stato
)
;
molti
perché
a
Ovest
il
costo
della
vita
è
più
basso
,
pur
con
gli
stessi
salari
;
molti
ancora
in
cerca
,
come
si
dice
qui
,
di
"
opportunity
"
,
ossia
di
occasioni
.
Ma
tutti
,
insomma
,
con
la
speranza
di
una
vita
migliore
,
più
larga
,
più
umana
,
più
calma
,
come
un
tempo
.
Felice
America
,
pensa
il
signor
X
,
che
ha
tutt
'
oggi
,
dentro
i
suoi
confini
,
la
terra
promessa
.
Denver
:
il
signor
X
discende
la
scaletta
dell
'
aeroplano
ed
è
subito
investito
da
una
luce
radente
,
radiosa
,
irradiata
in
immobile
raggiera
dal
sole
invisibile
nel
cielo
immenso
e
puro
,
sopra
una
terra
piatta
come
una
tavola
che
non
sembra
avere
orizzonti
.
È
la
luce
dell
'
altipiano
sul
quale
si
trova
Denver
,
città
artificiale
sorta
dal
nulla
col
denaro
delle
grandi
compagnie
minerarie
dell
'
Est
,
città
senza
industria
e
senza
fabbriche
,
quanto
dire
,
in
America
,
città
irreale
.
Il
signor
X
,
mentre
una
macchina
lo
trasporta
verso
la
città
,
cerca
nella
memoria
un
'
eco
qualsiasi
al
nome
di
Denver
,
ma
non
trova
che
il
ricordo
di
Buffalo
Bill
,
l
'
immortale
buttero
delle
praterie
,
di
cui
,
negli
anni
dell
'
infanzia
,
egli
aveva
letto
le
prestigiose
avventure
nelle
dispense
illustrate
di
un
editore
milanese
.
Ma
Denver
,
come
si
accorge
subito
il
signor
X
entrando
in
città
,
non
è
più
la
cittadina
di
frontiera
con
i
pavimenti
di
legno
,
le
traballanti
taverne
e
le
bische
fumose
che
nelle
illustrazioni
delle
dispense
servivano
da
sfondo
alle
sparatorie
tra
cercatori
d
'
oro
e
pellirosse
.
Oggi
Denver
è
una
pulita
,
nitida
e
perciò
alquanto
irreale
città
americana
moderna
,
con
le
solite
strade
che
si
tagliano
ad
angolo
retto
(
ma
finiscono
,
lontano
,
nel
verde
della
prateria
)
,
con
le
solite
pubblicità
colorate
,
i
soliti
quartieri
residenziali
pieni
di
case
lussuose
dove
(
ma
è
un
'
impressione
del
signor
X
)
la
vita
sembra
dover
essere
terribilmente
noiosa
.
Il
centro
di
Denver
è
un
crocicchio
tra
la
solita
Broadway
(
lungo
la
quale
si
allineano
,
nuovi
di
zecca
,
i
soliti
negozi
pieni
di
roba
importata
dall
'
Est
)
e
una
strada
qualsiasi
dal
numero
imprecisato
,
la
cinquantasettesima
o
la
quarantaquattresima
.
In
questo
centro
che
non
è
un
centro
(
ah
,
le
riconfortanti
piazze
di
Francia
e
d
'
Italia
,
con
la
cattedrale
e
il
sagrato
)
si
trovano
l
'
albergo
principale
della
città
,
due
o
tre
cinema
,
qualche
banca
e
persino
un
night
-
club
con
gli
spogliarelli
.
Alcuni
grattacieli
,
dei
quali
due
in
costruzione
,
testimoniano
la
prosperità
di
Denver
,
città
,
come
si
è
detto
,
tenuta
su
dai
capitali
minerarii
dell
'
Est
e
piena
di
impiegati
e
di
funzionari
.
Quanto
a
Buffalo
Bill
:
il
solo
particolare
che
ricordi
ancora
il
buttero
famoso
sono
gli
strani
stivaletti
che
portano
ai
piedi
un
gruppo
di
gentiluomini
ritti
a
conversare
nella
hall
dell
'
albergo
;
stivaletti
di
vacchetta
,
ricamati
,
alti
fino
al
polpaccio
e
infilati
alla
maniera
buttera
dentro
comuni
pantaloni
.
Dopo
aver
considerato
un
momento
questi
stivaletti
significativi
,
il
signor
X
lascia
l
'
albergo
per
fare
una
passeggiata
.
Incauto
signor
X
.
Egli
non
si
rende
conto
che
passeggiare
senza
automobile
è
ormai
cosa
impossibile
agli
Stati
Uniti
,
specie
nelle
città
di
pianta
più
recente
,
costruite
,
si
direbbe
,
soltanto
per
gli
automobilisti
.
Eppure
,
gliel
'
avevano
detto
gli
amici
,
nell
'
Est
:
"
Se
camminerai
a
piedi
in
città
come
Los
Angeles
o
altre
simili
,
ti
prenderanno
per
un
ladro
in
cerca
di
una
casa
da
svaligiare
;
o
per
un
derelitto
smemorato
;
e
magari
qualcuno
si
fermerà
per
chiederti
se
ti
senti
male
e
se
può
fare
qualche
cosa
per
te
.
"
Essendosi
fatto
portare
in
fondo
all
'
immenso
parco
pubblico
di
Denver
,
il
signor
X
,
al
momento
di
pagare
l
'
autista
,
nota
negli
occhi
di
costui
uno
sguardo
singolare
,
come
di
sorpresa
mista
di
compassione
.
Non
ci
fa
caso
,
ma
gli
tocca
ripensarci
un
paio
di
ore
dopo
,
quando
,
stanco
morto
a
forza
di
girare
per
il
parco
,
cerca
invano
un
taxi
che
lo
riporti
all
'
albergo
.
Il
sole
splende
con
forza
sui
vasti
prati
sparsi
di
grandi
alberi
fioriti
,
sui
viali
asfaltati
che
girano
tra
i
prati
,
sui
laghi
artificiali
in
cui
nuotano
anatre
e
cigni
;
ma
nessun
taxi
è
in
vista
.
Tutti
coloro
che
in
quel
momento
si
trovano
nel
parco
,
sia
che
prendano
il
sole
in
costume
da
bagno
,
sull
'
erba
dei
prati
,
sia
che
contemplino
i
mogi
animali
selvatici
dello
zoo
,
hanno
la
loro
brava
automobile
a
portata
di
mano
,
ferma
a
poca
distanza
.
Altre
automobili
scorrono
lentamente
per
i
viali
assolati
,
trasportando
tipiche
famigliole
impiegatizie
americane
,
lui
in
camicia
bianca
,
lei
in
camicetta
rosa
,
due
bambini
,
un
cane
e
,
penzolante
dal
soffitto
,
l
'
attaccapanni
con
le
giacche
appese
affinché
non
si
gualciscano
;
ma
nullasembra
essere
stato
previsto
per
il
turista
solo
e
appiedato
.
Il
signor
X
gira
,
gira
e
gira
,
sotto
il
sole
che
scotta
,
per
il
parco
spietatamente
pettinato
,
silenzioso
e
domenicale
;
finalmente
entra
in
un
chiosco
adibito
a
bar
e
chiede
una
birra
.
Una
ragazza
in
bikini
,
assai
graziosa
in
verità
,
dalla
schiena
e
dalle
gambe
arrossate
dal
sole
,
lancia
al
signor
X
un
'
occhiata
languida
e
quindi
si
allontana
in
direzione
della
gabbia
delle
scimmie
,
ancheggiando
con
forza
.
"
Un
'
avventura
"
,
si
dice
il
signor
X
allettato
suo
malgrado
,
nonostante
il
caldo
e
la
stanchezza
.
Ma
il
pensiero
dell
'
automobile
che
non
possiede
,
lo
ferma
:
che
razza
di
avventure
si
possono
avere
senza
automobile
in
un
paese
come
questo
?
Il
signor
X
lascia
che
la
ragazza
si
dilegui
e
quindi
si
fa
cinque
chilometri
a
piedi
e
arriva
finalmente
,
stremato
,
all
'
albergo
.
Il
giorno
dopo
il
signor
X
,
di
buon
mattino
,
riparte
verso
l
'
Ovest
,
in
treno
questa
volta
.
È
un
treno
bellissimo
,
dal
nome
suggestivo
,
con
vagoni
blindati
che
sembrano
tanti
frigoriferi
.
Ma
è
vuoto
.
In
tutto
il
vagone
del
signor
X
ci
saranno
si
e
no
tre
viaggiatori
:
tutti
ormai
viaggiano
in
aeroplano
,
in
America
,
soprattutto
all
'
Ovest
nelle
cui
plaghe
spopolate
non
ci
sono
cittadine
o
villaggi
che
giustifichino
l
'
esistenza
di
qualche
cosa
di
simile
ai
nostri
accelerati
.
Il
signor
X
scende
a
prendere
un
caffè
,
fa
per
risalire
e
nello
stesso
momento
il
treno
si
muove
in
maniera
sorniona
e
traditrice
,
e
sfila
via
sotto
la
pensilina
,
senza
un
trillo
di
fischietto
o
un
segnale
di
bandieretta
,
come
se
gli
premesse
di
non
far
sapere
che
parte
.
Adesso
il
treno
sfila
su
un
terrapieno
,
tutt
'
intorno
una
valle
sabbiosa
e
circolare
che
sembra
il
cratere
di
un
vulcano
spento
e
allora
il
signor
X
può
vedere
che
è
un
treno
lunghissimo
che
si
tira
dietro
una
coda
interminabile
di
vagoni
merci
,
tutti
istoriati
con
le
sigle
e
i
nomi
delle
grandi
società
alimentari
degli
Stati
Uniti
.
Carni
morte
,
frutta
morte
,
pesci
morti
,
verdure
morte
,
pensa
il
signor
X
,
roba
morta
per
la
gente
dell
'
Ovest
,
spedita
ai
frigoriferi
delle
città
del
Pacifico
e
soltanto
dopo
lunghi
soggiorni
nelle
più
svariate
ghiacciaie
,
destinata
alla
consumazione
.
Il
treno
incomincia
a
correre
.
È
grande
l
'
America
,
pensa
il
signor
X
dopo
circa
otto
ore
di
viaggio
,
guardando
al
paesaggio
.
Sono
infatti
otto
ore
filate
che
il
treno
attraversa
un
paesaggio
sempre
eguale
,
spaventoso
a
dir
la
verità
,
ossia
quasi
desertico
,
o
meglio
,
morto
.
Una
campagna
grigia
e
bruna
,
appena
appena
ondulata
,
senza
alberi
,
senza
cespugli
,
con
qualche
roccia
corrosa
qua
e
là
che
sembra
un
dente
cariato
ritto
sulle
sue
radici
,
coperta
da
una
fine
e
piumosa
vegetazione
dal
colore
smorto
e
secco
,
si
stende
a
perdita
d
'
occhio
ai
due
lati
del
treno
,
per
ore
e
ore
e
ore
.
Il
signor
X
aguzza
gli
occhi
e
finalmente
capisce
che
sopra
quella
campagna
è
passato
un
ciclone
di
polvere
e
che
quel
colore
è
il
colore
della
polvere
.
Qualche
giorno
prima
,
pensa
il
signor
X
,
apparve
all
'
orizzonte
un
minaccioso
pollice
scuro
,
dall
'
unghia
rivolta
in
giù
,
dalla
palma
della
mano
perduta
tra
le
nubi
,
e
questo
pollice
gigantesco
prese
a
girare
sugli
orizzonti
,
un
pollice
verso
,
pensa
il
signor
X
,
il
quale
,
alla
maniera
dei
romani
antichi
nei
circhi
,
decretava
silenziosamente
la
morte
della
campagna
.
E
infatti
,
dovunque
quel
pollice
verso
era
passato
,
la
campagna
era
morta
.
Quel
che
fa
più
impressione
al
signor
X
,
oltre
alla
polvere
,
è
l
'
aspetto
spopolato
di
questo
paesaggio
:
non
una
casa
,
non
un
abituro
;
e
sulla
strada
che
corre
parallela
al
treno
,
o
meraviglia
,
non
un
'
automobile
.
Lontano
,
bizzarre
montagne
corrose
e
lunghe
in
forma
di
tavole
finiscono
di
dare
a
tutto
il
paesaggio
un
aspetto
decrepito
,
lunare
,
irreale
.
Giunge
l
'
ora
della
colazione
,
il
signor
X
si
presenta
nel
vagone
ristorante
e
siede
di
fronte
ad
un
signore
di
mezza
età
,
vestito
di
una
camicia
trasparente
di
nylon
(
nel
taschino
tiene
due
sigari
che
sembrano
due
corpi
estranei
visti
in
una
radioscopia
)
che
fa
pensare
agli
involucri
di
cellophane
onde
sono
avvolti
in
America
i
più
diversi
prodotti
,
dalle
bistecche
ai
ravanelli
.
Questo
viaggiatore
ha
una
faccia
d
'
ordine
,
pensa
il
signor
X
sbirciandolo
,
appartiene
certamente
a
qualche
istituto
o
organizzazione
o
associazione
.
Infatti
è
un
ufficiale
dell
'
esercito
americano
in
viaggio
di
trasferimento
.
Il
dialogo
comincia
subito
:
"
Buongiorno
,
bella
giornata
,
non
è
vero
?
"
(
È
una
giornata
orribile
,
il
cielo
è
oscurato
da
una
specie
di
caligine
fosca
.
)
"
Sì
,
bella
giornata
,
dove
va
?
"
"
A
Sacramento
...
e
lei
?
"
"
A
San
Francisco
.
"
Lungo
silenzio
;
il
signor
X
arrischia
:
"
Lei
è
...
"
"
Sono
nell
'
esercito
...
e
lei
?
"
"
Io
sono
giornalista
,
sono
europeo
.
"
"
Ah
europeo
.
"
"
Sì
,
italiano
.
"
Questa
volta
il
silenzio
dura
a
lungo
.
Il
signor
X
pensa
:
ecco
,
in
questo
momento
egli
si
domanda
quali
possano
essere
i
rapporti
dell
'
esercito
americano
con
l
'
Italia
;
egli
non
può
fare
che
una
domanda
di
ordinanza
;
il
fatto
che
sono
straniero
gli
ha
fatto
subito
indossare
mentalmente
la
divisa
.
E
infatti
:
"
Mi
pare
che
noi
abbiamo
ancora
qualche
cosa
in
Italia
,
non
è
vero
?
una
rappresentanza
.
"
"
Sì
,
a
Livorno
,
porto
di
sbarco
per
le
truppe
di
Germania
.
"
"
E
anche
a
Trieste
,
no
?
"
"
No
,
a
Trieste
non
più
.
"
Il
signor
X
è
un
po
'
maligno
e
spesso
cede
alla
tentazione
di
stuzzicare
,
come
si
dice
,
il
can
che
dorme
:
"
Trieste
è
una
città
importante
,
alla
frontiera
con
l
'
Europa
comunista
...
il
comunismo
...
"
Il
signor
X
guarda
l
'
ufficiale
e
l
'
ufficiale
guarda
,
attraverso
il
corpo
del
signor
X
,
la
poltrona
rivestita
di
cuoio
rosso
del
vagone
ristorante
.
Il
signor
X
insiste
:
"
Il
comunismo
si
estende
,
per
così
dire
,
da
Trieste
fino
al
Mar
Giallo
...
per
questo
...
"
Il
viaggiatore
questa
volta
fa
un
gesto
espressivo
:
gira
il
capo
verso
il
finestrino
,
masticando
lentamente
un
pezzo
di
bistecca
.
Sempre
così
,
pensa
il
signor
X
soddisfatto
della
prova
:
messo
di
fronte
ad
una
conversazione
impegnativa
,
che
non
sia
fatta
soltanto
di
storielle
e
di
statistiche
,
ma
anche
di
idee
generali
,
l
'
americano
medio
si
ritrae
come
un
gambero
e
,
per
così
dire
,
scompare
dalla
conversazione
stessa
.
In
altri
termini
,
il
cane
stuzzicato
,
invece
di
svegliarsi
,
si
addormenta
ancor
più
profondamente
.
Il
viaggio
continua
:
l
'
America
,
come
dice
la
canzone
dell
'
emigrante
"
l
'
è
longa
e
l
'
è
larga
"
.
Dopo
il
deserto
sopravviene
la
notte
e
dopo
la
notte
,
il
signor
X
,
affacciandosi
al
finestrino
,
vede
,
attraverso
il
bianco
polverio
di
una
tormenta
di
neve
,
alte
montagne
nevose
,
fitte
abetine
cariche
di
neve
,
laghi
debolmente
luccicanti
in
fondo
ai
valloni
profondi
,
sotto
la
neve
che
li
appanna
:
le
Montagne
Rocciose
.
Il
solito
paesaggio
alpino
,
pensa
il
signor
X
annoiato
.
Eppure
,
eppure
...
le
Alpi
sono
altra
cosa
.
Pare
impossibile
,
ma
anche
tra
queste
montagne
,
come
del
resto
dappertutto
in
America
si
sente
che
l
'
uomo
non
ha
ancora
apposto
il
sacro
sigillo
della
cultura
.
Le
Montagne
Rocciose
sono
prive
di
echi
,
di
riferimenti
,
di
ricordi
,
pensa
il
signor
X
;
e
Guglielmo
Tell
,
con
il
suo
garzoncello
spaurito
e
la
sua
mela
basta
ad
umanizzare
anche
i
più
impervi
cantoni
della
Svizzera
.
Il
treno
sale
faticosamente
vagone
dopo
vagone
,
fino
in
cima
ad
un
colle
dopo
il
quale
discende
rapidamente
sull
'
altro
versante
mentre
il
paesaggio
,
altrettanto
rapidamente
,
perde
prima
di
tutto
la
sua
coltre
di
neve
,
poi
i
suoi
abeti
e
quindi
anche
le
sue
rocce
.
È
la
California
,
finalmente
,
che
guarda
al
Pacifico
e
all
'
Estremo
Oriente
(
che
qui
diventa
Estremo
Occidente
:
l
'
Occidente
non
finisce
mai
)
,
e
volta
le
spalle
all
'
America
,
verde
,
verdissima
,
piena
di
alberi
molli
e
folti
,
rigata
di
acque
,
stranamente
amena
e
al
tempo
stesso
selvaggia
.
Il
treno
corre
ormai
in
piano
tra
frutteti
rigogliosi
,
dolci
colline
sparse
di
querce
fronzute
,
campi
coltivati
a
granoturco
.
Il
signor
X
si
affaccia
qualche
ora
dopo
sulla
baia
di
San
Francisco
verso
il
tramonto
.
Il
ferry
boat
che
lo
porta
da
Oakland
a
San
Francisco
fende
con
la
sua
pesante
prua
tonda
un
'
acqua
densa
,
violacea
,
scintillante
ai
raggi
del
sole
declinante
.
San
Francisco
è
laggiù
,
evocando
con
le
sue
colline
innumerevoli
e
le
sue
bianche
case
disposte
le
une
sulle
altre
,
altre
città
famose
per
la
loro
bellezza
:
Napoli
,
Hong
-
Kong
,
Rio
de
Janeiro
.
Una
collana
di
lumi
risplendenti
sospesa
tra
la
bianca
città
e
un
promontorio
scuro
indica
il
salto
prodigioso
del
Golden
Gate
Bridge
,
uno
dei
più
bei
ponti
del
mondo
.
Ad
un
tratto
un
viaggiatore
dall
'
aspetto
di
middlewestern
,
calvo
,
tarchiato
,
peloso
,
un
grosso
sigaro
tra
i
denti
,
indossante
una
camiciola
havaiana
a
grandi
fiorami
,
si
avvicina
al
signor
X
:
"
Potreste
farmi
un
favore
?
"
"
Due
"
,
risponde
il
signor
X
premuroso
.
"
Allora
prendete
questa
macchina
fotografica
e
fatemi
la
fotografia
...
ma
abbiate
cura
di
includere
nello
sfondo
quell
'
isoletta
laggiù
.
"
"
Non
volete
nello
sfondo
anche
San
Francisco
?
"
"
No
,
voglio
soltanto
quell
'
isoletta
...
sapete
,
è
l
'
isola
di
Alcatraz
,
dove
si
trova
uno
dei
più
famosi
ergastoli
d
'
America
...
nessuno
è
mai
riuscito
ad
evaderne
,
ma
ci
sono
state
tante
rivolte
di
detenuti
,
voglio
mandare
questa
fotografia
a
mia
moglie
.
"
"
Strani
gusti
-
pensa
il
signor
X
facendo
scattare
la
fotografia
mentre
il
viaggiatore
si
atteggia
poeticamente
contro
lo
sfondo
della
prigione
-
trovarsi
in
una
delle
più
belle
baie
del
mondo
e
farsi
fotografare
con
la
galera
alle
spalle
"
.
StampaQuotidiana ,
San
Francisco
-
È
stato
detto
più
volte
che
le
civiltà
si
giudicano
soprattutto
dal
modo
con
il
quale
hanno
risolto
o
tentato
di
risolvere
il
problema
della
morte
.
La
civiltà
egiziana
,
per
esempio
,
aveva
trovato
un
mezzo
molto
semplice
di
risolvere
questo
problema
,
cioè
facendone
il
centro
stesso
della
vita
,
come
attestano
in
Egitto
gli
innumerevoli
monumenti
funerari
,
dalle
Piramidi
alle
tombe
sotterranee
della
Valle
dei
Re
.
In
Egitto
tutta
la
vita
umana
era
in
funzione
della
morte
e
l
'
Egitto
forniva
a
questa
concezione
mortuaria
la
cornice
incomparabile
della
sua
atmosfera
incantata
da
Campi
Elisi
,
del
suo
funebre
perpetuo
tempo
sereno
,
dei
suoi
deserti
pieni
di
miraggi
,
del
suo
silenzio
e
della
sua
immobilità
.
Il
solo
libro
che
si
conservi
della
letteratura
egiziana
è
il
cosiddetto
Libro
dei
morti
,
il
quale
veniva
deposto
,
scritto
su
papiri
,
sopra
il
petto
dei
defunti
;
ed
è
significativo
che
sia
,
per
noialtri
moderni
,
un
libro
quasi
incomprensibile
,
fittamente
rituale
e
simbolico
,
allusivo
appunto
ad
una
civiltà
lontanissima
ormai
dalla
nostra
.
Dall
'
Egitto
all
'
America
è
un
bel
salto
e
la
differenza
è
massiccia
:
in
Egitto
tutto
era
fatto
per
la
morte
e
la
morte
aveva
trovato
una
sua
soluzione
magica
,
religiosa
,
fantastica
e
poetica
;
in
America
tutto
è
fatto
per
la
vita
e
la
morte
non
sembra
aver
trovato
alcuna
soluzione
.
Strano
a
dirsi
:
il
sottofondo
della
morte
in
Egitto
sembra
essere
stata
la
vita
,
quella
di
tutti
i
giorni
,
almeno
a
giudicare
dalle
meravigliose
rappresentazioni
di
vita
reale
dipinte
sulle
pareti
delle
tombe
della
Valle
dei
Re
;
per
converso
il
sottofondo
della
vita
in
America
è
la
morte
,
ossia
il
problema
irrisolto
e
insolubile
della
morte
.
Così
la
morte
si
vendica
della
vita
,
agli
Stati
Uniti
;
e
mentre
la
vita
viene
esaltata
in
tutti
i
suoi
aspetti
energetici
e
produttivi
,
la
morte
che
si
vorrebbe
ignorare
,
si
infiltra
dappertutto
nelle
radici
stesse
della
vita
dandole
spesso
un
senso
funebre
e
vano
.
A
San
Francisco
,
città
piena
di
edifici
e
di
quartieri
nuovissimi
,
ci
era
stato
parlato
della
nuova
sede
di
una
ditta
di
pompe
funebri
(
"
Funeral
home
"
)
or
ora
costruita
secondo
il
disegno
di
un
allievo
del
celebre
architetto
americano
Frank
Lloyd
Wright
.
Ci
andammo
,
per
renderci
conto
di
come
era
stato
risolto
non
diciamo
il
problema
della
morte
,
ma
quello
di
un
edificio
dedicato
alla
morte
.
Fermammo
l
'
automobile
ai
piedi
di
una
strada
in
ripida
discesa
,
come
tutte
le
strade
di
San
Francisco
.
L
'
edificio
sorgeva
sopra
una
specie
di
terrapieno
murato
a
sghembo
,
sulla
destra
della
strada
.
Riconoscemmo
subito
lo
stile
del
maestro
,
piani
orizzontali
,
sporgenti
in
terrazze
e
in
verande
soprapposte
(
ricordate
la
villa
della
cascata
?
)
sapientemente
alternati
e
attaccati
alla
collina
come
quei
funghi
volgarmente
chiamati
lingue
di
bove
al
ceppo
di
qualche
quercia
o
leccio
.
L
'
allievo
di
Wright
aveva
concepito
,
insomma
,
questa
casa
dei
morti
come
un
country
-
club
o
una
villa
di
campagna
:
niente
sfingi
,
urne
,
tripodi
,
fiamme
,
niente
stile
impero
,
niente
marmi
neri
e
bianchi
,
bensì
mattoni
rossi
,
superfici
lisce
,
linee
astratte
,
gioco
di
volumi
e
di
piani
.
Entrammo
per
una
veranda
nella
hall
:
una
vasta
sala
,
dal
pavimento
lustrante
;
in
un
angolo
circondato
da
un
giardinetto
di
piante
giapponesi
,
un
fresco
e
pispigliante
gioco
d
'
acqua
;
sulle
pareti
alcune
decorazioni
in
ceramica
,
di
uno
stile
colorato
e
viennese
,
che
ci
ricordò
per
un
momento
il
vecchio
pittore
Klimt
.
Quasi
subito
una
bellissima
ragazza
,
alta
,
slanciatissima
,
tornita
alla
perfezione
dal
bel
collo
alle
snelle
caviglie
,
giovane
e
piena
di
salute
,
ci
venne
incontro
ancheggiando
leggermente
e
sorridendoci
.
Con
una
dolce
voce
ella
ci
domandò
in
maniera
affatto
burocratica
in
che
cosa
poteva
servirci
(
"
Can
I
help
you
in
any
way
?
"
)
,
e
saputo
che
non
avevamo
bisogno
dei
servizi
della
ditta
,
ma
venivamo
soltanto
per
una
visita
d
'
informazione
,
approvò
senz
'
altro
la
nostra
curiosità
dicendoci
che
la
ditta
era
ben
contenta
che
si
visitasse
lo
stabilimento
,
uno
dei
più
importanti
e
più
moderni
degli
Stati
Uniti
.
Quindi
ci
precedette
prima
di
tutto
nell
'
ufficio
della
direzione
e
ci
mostrò
un
enorme
e
complicato
radio
-
grammofono
spiegandoci
che
esso
era
collegato
con
le
varie
camere
ardenti
e
che
al
momento
opportuno
da
esso
venivano
diffuse
in
toni
aerei
e
angelici
musiche
per
tutti
i
gusti
,
da
Bach
a
Händel
fino
al
jazz
.
Da
quest
'
ufficio
passammo
nella
principale
camera
ardente
.
Questa
stanza
era
assai
vasta
e
per
due
terzi
occupata
da
una
quadruplice
fila
di
poltrone
,
come
un
piccolo
teatro
.
Una
specie
di
tribuna
o
meglio
di
palcoscenico
leggermente
sopraelevato
rispetto
al
pavimento
,
si
trovava
davanti
alle
poltrone
:
qui
,
ci
spiegò
la
ragazza
,
veniva
collocata
la
bara
e
celebrato
l
'
ufficio
funebre
.
Notammo
che
tutto
il
fondo
del
palcoscenico
era
attraversato
da
una
quinta
o
paravento
di
mattoni
rossi
;
dietro
quella
quinta
o
paravento
,
ci
informò
la
nostra
guida
,
la
famiglia
del
defunto
poteva
piangere
e
sfogare
il
suo
dolore
a
tutto
suo
agio
,
mentre
gli
amici
,
le
conoscenze
,
e
i
colleghi
sedevano
invece
nelle
quattro
file
di
poltrone
.
Tutto
era
pulito
,
nuovo
,
ultramoderno
e
pratico
.
La
ragazza
ci
fece
notare
tra
l
'
altro
che
il
riscaldamento
non
era
a
termosifoni
bensì
funzionava
per
mezzo
di
tubi
che
scaldavano
uniformemente
l
'
intera
superficie
del
pavimento
.
Dalla
camera
ardente
passammo
al
secondo
piano
sempre
preceduti
dalla
"
mortuary
hostess
"
.
Ella
ci
fece
passare
in
una
vasta
stanza
rettangolare
e
con
un
gesto
della
mano
,
senza
parole
,
ci
indicò
la
varia
mercanzia
che
era
raccolta
in
questa
sala
:
bare
,
bare
e
bare
collocate
in
fila
lungo
le
pareti
e
nel
mezzo
.
Ce
n
'
erano
per
tutti
i
gusti
e
per
tutte
le
borse
,
come
notammo
esaminandole
davvicino
:
alcune
di
rame
argentato
,
foderate
di
moerro
bianco
,
del
costo
di
millecinquecento
dollari
,
altre
di
semplice
rame
,
altre
di
metallo
e
legno
,
altre
ancora
di
solo
legno
.
Anche
tutte
queste
bare
avevano
un
aspetto
massiccio
,
quasi
di
sarcofago
,
ed
erano
decorate
in
maniera
più
o
meno
ricca
,
secondo
uno
stile
oscillante
tra
lo
stile
impero
e
la
secessione
viennese
.
La
ragazza
intanto
ci
spiegava
:
il
morto
veniva
preparato
,
cioè
imbellettato
secondo
i
colori
che
aveva
in
vita
e
atteggiato
acconciamente
e
quindi
rivestito
.
Ella
si
avvicinò
ad
un
armadio
,
ne
apri
i
battenti
e
ci
indicò
i
vestiti
che
la
ditta
poteva
fornire
alle
famiglie
che
non
ne
disponevano
:
abiti
blu
a
doppio
petto
,
con
cravatta
nera
e
camicia
bianca
per
gli
uomini
,
lunghe
camicie
di
velo
rosa
,
decorate
di
ricami
e
fiorellini
per
le
donne
.
Le
scarpe
degli
uomini
erano
nere
(
con
la
suola
di
cartone
,
tanto
i
morti
non
camminano
)
;
le
donne
potevano
calzare
pantofoline
da
notte
.
La
ragazza
ci
assicurò
che
tutti
preferivano
i
vestiti
della
ditta
a
quelli
che
il
morto
portava
in
vita
,
se
non
altro
perché
era
più
pratico
:
si
consegnava
il
morto
alla
ditta
e
la
ditta
si
incaricava
di
ogni
cosa
,
dal
servizio
funebre
alla
preparazione
,
all
'
esposizione
e
alla
finale
cremazione
o
inumazione
.
La
visita
era
finita
;
la
ragazza
ci
accompagnò
a
pianterreno
,
ci
fece
firmare
il
libro
dei
visitatori
e
ci
raccomandò
di
tornare
al
più
presto
,
naturalmente
in
qualità
di
clienti
.
Lasciammo
la
"
funeral
home
"
non
senza
sollievo
.
Supponiamo
che
,
dopo
tutto
,
una
ditta
di
pompe
funebri
in
Europa
non
presenti
un
aspetto
molto
diverso
:
l
'
edificio
non
sarà
stato
costruito
secondo
lo
stile
di
Wright
,
nessuna
bellissima
ragazza
riceverà
i
clienti
,
tutto
sarà
meno
moderno
,
più
intonato
alla
tradizione
,
ma
pur
sempre
di
morti
e
di
bare
si
tratterà
.
La
differenza
,
secondo
noi
,
sta
tutta
nel
modo
,
nello
spirito
con
cui
è
considerato
il
fatto
della
morte
.
Mentre
visitavamo
la
"
funeral
home
"
di
San
Francisco
,
ci
accorgemmo
per
esempio
che
la
nostra
guida
cercava
tenacemente
di
mascherare
e
annullare
con
accorgimenti
verbali
i
tristi
particolari
del
suo
mestiere
.
Noi
dicevamo
"
corpse
"
e
lei
diceva
"
person
"
,
noi
dicevamo
"
coffin
"
e
lei
diceva
"
casket
"
,
noi
dicevamo
"
die
"
e
lei
diceva
"
pass
away
"
,
noi
dicevamo
"
funeral
"
e
lei
diceva
"
services
"
,
noi
dicevamo
"
mortician
house
"
e
lei
diceva
"
funeral
home
"
.
La
povera
ragazza
,
insomma
,
si
aggrappava
disperatamente
all
'
eufemismo
,
con
la
cortese
inflessibilità
della
governante
che
abbia
a
che
fare
con
un
bambino
maleducato
.
E
in
realtà
l
'
eufemismo
,
nella
sua
bocca
,
era
più
che
una
figura
verbale
:
era
il
contrassegno
di
uno
stato
d
'
animo
,
per
così
dire
,
nazionale
.
Infatti
,
in
seguito
,
girando
per
gli
Stati
Uniti
,
ci
accorgemmo
ben
presto
che
la
morte
era
un
argomento
da
evitarsi
o
per
lo
meno
da
mascherare
con
acconcie
parole
.
In
realtà
,
la
civiltà
americana
così
ingegnosa
e
così
inventiva
per
quanto
riguarda
i
comodi
della
vita
,
si
dimostra
oltremodo
priva
di
immaginazione
quando
si
tratta
della
morte
.
Diciamolo
francamente
:
non
c
'
è
posto
per
la
morte
negli
Stati
Uniti
,
ossia
nulla
vi
è
stato
previsto
per
far
della
morte
,
come
in
Egitto
e
in
genere
nelle
antiche
civiltà
,
la
degna
conclusione
della
vita
.
Sotto
sotto
gli
americani
considerano
la
morte
come
un
'
indiscrezione
,
un
'
indecenza
,
un
"
faux
-
pas
"
,
un
errore
imperdonabile
.
A
molti
americani
,
alla
notizia
della
morte
di
un
parente
o
amico
,
vien
quasi
fatto
di
esclamare
:
"
ma
che
gli
è
saltato
in
mente
a
Jones
o
a
Smith
di
morire
?
"
Da
questa
impreparazione
e
inesperienza
(
pare
impossibile
ma
così
è
,
inesperienza
)
,
deriva
la
tendenza
a
sbrigare
la
morte
come
una
faccenda
pratica
,
l
'
ultima
della
vita
del
defunto
,
in
base
a
considerazioni
di
efficienza
,
di
capacità
finanziaria
e
di
organizzata
rapidità
.
Tutto
quello
,
insomma
,
che
si
fa
per
il
defunto
è
slegato
da
qualsiasi
concezione
metafisica
e
trasferito
sul
piano
della
praticità
.
In
altre
parole
,
il
defunto
è
considerato
,
alla
maniera
industriale
,
un
po
'
come
un
prodotto
fra
i
tanti
che
va
confezionato
e
manipolato
in
quel
dato
modo
stabilito
da
una
tradizione
ormai
incomprensibile
e
remota
,
beninteso
sempre
secondo
i
mezzi
finanziari
della
famiglia
.
Questa
praticità
qualche
volta
produce
effetti
grotteschi
,
almeno
per
noialtri
europei
.
Senza
arrivare
allo
slogan
che
ci
fu
riferito
ma
che
non
sembra
credibile
:
"
Perché
andate
in
giro
vivi
quando
possiamo
seppellirvi
per
trecentonovantanove
dollari
e
cinquanta
?
"
,
le
ditte
di
pompe
funebri
danno
molto
spesso
alla
loro
pubblicità
un
carattere
più
allegro
e
disinvolto
di
quanto
l
'
argomento
non
consenta
.
Per
esempio
mostreranno
in
un
cartellone
una
fanciulla
molto
"
sexy
"
,
dal
viso
leggermente
mesto
,
dagli
occhi
socchiusi
e
accanto
ci
metteranno
una
scritta
di
questo
genere
:
"
Nel
momento
del
cordoglio
,
voi
non
potete
occuparvi
dei
dettagli
.
Tutto
quello
che
dovete
fare
è
telefonarci
e
noi
sbrigheremo
ogni
cosa
per
voi
.
Soltanto
duecentonovantanove
dollari
e
novantotto
centesimi
.
"
Da
notarsi
che
tra
le
cose
che
la
ditta
si
incarica
di
sbrigare
c
'
è
anche
il
servizio
religioso
.
A
quanto
pare
,
sempre
più
spesso
ormai
,
le
famiglie
dei
defunti
preferiscono
che
il
servizio
religioso
sia
celebrato
nella
stessa
"
funeral
house
"
,
che
provvede
alla
preparazione
del
morto
e
poi
all
'
inumazione
.
Soltanto
i
cattolici
portano
ancora
i
loro
defunti
in
chiesa
.
Ma
non
si
deve
per
questo
pensare
che
gli
americani
siano
meno
degli
altri
popoli
attaccati
ai
loro
cari
e
desiderosi
di
rendere
loro
onore
dopo
il
trapasso
.
Come
abbiamo
già
accennato
,
non
si
tratta
in
fondo
che
di
una
mancanza
di
esperienza
:
si
muore
in
America
da
soli
tre
secoli
e
mezzo
,
mentre
in
Europa
si
muore
da
tremila
anni
e
in
Egitto
da
cinquemila
.
È
possibile
insomma
che
queste
"
funeral
home
"
siano
il
punto
di
partenza
di
una
nuova
maniera
di
interpretare
la
morte
,
di
una
nuova
concezione
della
morte
del
lontano
futuro
.
Bisogna
,
tuttavia
,
vedere
in
questa
praticità
che
si
sforza
di
rendere
la
morte
in
tutto
simile
alla
vita
,
anche
forse
qualche
altra
cosa
.
Probabilmente
il
protestantesimo
e
soprattutto
le
sette
più
estreme
del
protestantesimo
avevano
,
nell
'
ultimo
secolo
,
un
po
'
troppo
tirato
la
corda
spiritualistica
.
Nella
loro
reazione
alla
concretezza
e
corposità
cattolica
,
in
un
paese
in
cui
non
c
'
erano
,
come
in
Europa
,
antiche
religioni
pagane
sulle
quali
innestare
il
Cristianesimo
,
le
sette
protestanti
avevano
finito
per
fare
della
morte
qualche
cosa
di
eccessivamente
spirituale
,
trascendente
,
inconsistente
.
L
'
immensa
pubblicistica
religiosa
protestante
parlava
della
morte
e
dell
'
anima
in
maniera
incomprensibile
per
il
volgo
e
soprattutto
per
la
grandissima
maggioranza
dei
più
recenti
emigrati
quasi
tutti
provenienti
dai
paesi
dell
'
Europa
Orientale
e
Meridionale
.
Che
era
,
per
esempio
,
quest
'
anima
di
cui
tanto
parlavano
i
pastori
protestanti
,
sempre
buona
,
sempre
pura
,
sempre
eterea
,
sempre
eguale
,
sia
che
si
trattasse
dell
'
anima
di
un
bambino
o
di
un
vecchio
,
di
un
ricco
o
di
un
povero
,
di
Smith
o
di
Jones
?
Agli
emigranti
venuti
dai
paesi
dove
ci
sono
ancora
i
santuari
e
gli
ex
-
voto
,
i
miracoli
e
i
pellegrinaggi
,
quest
'
anima
protestante
non
diceva
nulla
.
Quest
'
anima
aveva
,
insomma
,
il
grave
torto
di
essere
impersonale
.
Donde
,
secondo
noi
,
il
desiderio
di
vedere
nel
morto
il
vivo
,
di
considerare
il
morto
ancor
vivo
e
perciò
di
farlo
vestire
,
imbellettare
,
truccare
come
un
attore
che
debba
ancora
recitare
una
parte
:
donde
la
praticità
delle
"
funeral
house
"
,
dove
il
morto
è
trattato
come
una
"
person
"
e
non
come
un
"
corpse
"
,
secondo
l
'
eufemismo
della
nostra
"
mortuary
hostess
"
.
Sono
,
del
resto
,
cose
piuttosto
misteriose
e
non
si
cerca
di
spiegarle
,
ma
soltanto
di
tentare
una
approssimativa
delucidazione
.
Che
avveniva
per
esempio
nella
mente
di
quei
genitori
di
una
piccola
città
del
middlewest
,
i
quali
avevano
perduto
una
loro
amatissima
bambina
?
Essi
continuavano
a
trattare
la
piccola
morta
come
se
fosse
viva
e
ora
portavano
sulla
sua
tomba
giocattoli
nuovi
fiammanti
ora
vestitini
e
altri
oggetti
.
E
a
Natale
,
un
dolce
natalizio
.
E
a
Pasqua
,
delle
uova
di
Pasqua
debitamente
dipinte
a
vivaci
colori
.
Che
è
anche
questa
una
maniera
religiosa
di
intendere
la
morte
:
di
una
religione
,
però
,
con
forti
tratti
arcaici
e
primitivi
.
StampaQuotidiana ,
San
Francisco
-
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
,
contemplando
attraverso
le
vetrate
di
un
ristorante
l
'
oceano
verde
e
gonfio
fino
ai
lontani
orizzonti
caliginosi
,
finisce
al
Pacifico
essendo
cominciato
sull
'
Atlantico
.
Finisce
qui
perché
qui
,
geograficamente
,
finisce
l
'
America
,
quest
'
isola
immensa
stretta
tra
due
oceani
(
gli
Americani
si
considerano
isolani
,
se
non
altro
perché
per
andare
in
Europa
o
in
Asia
debbono
varcare
il
mare
:
e
infatti
europeo
si
traduce
in
America
"
continental
"
,
alla
maniera
inglese
)
.
Attraverso
la
vetrata
il
signor
X
può
vedere
,
ad
un
centinaio
circa
di
metri
dal
ristorante
,
una
roccia
isolata
brulicante
di
strani
,
grossi
animali
dalla
testa
di
cane
,
dal
corpo
di
donna
e
dalla
coda
di
pesce
:
sono
le
foche
le
quali
abbondano
nei
dintorni
di
San
Francisco
dove
l
'
acqua
dell
'
oceano
è
poco
meno
gelida
che
intorno
l
'
Alaska
;
e
queste
foche
,
più
di
ogni
altra
cosa
,
danno
al
signor
X
il
senso
di
affacciarsi
su
un
mare
ancor
vergine
,
ancora
"
naturale
"
,
ben
diverso
dall
'
Atlantico
ormai
umanizzato
dalla
storia
di
quattro
secoli
e
dai
fittissimi
traffici
.
Assiepate
in
cento
sopra
uno
scoglio
esiguo
,
queste
innocenti
e
afone
sirene
si
godono
il
pallido
sole
,
con
singolari
movenze
,
goffe
,
languide
e
donnesche
.
Ogni
tanto
due
levano
il
muso
,
l
'
una
incontro
all
'
altra
,
e
pare
che
si
parlino
o
si
bacino
;
quindi
scivolano
nell
'
acqua
e
,
da
pesanti
e
massicce
che
erano
,
diventano
,
appena
immerse
nel
loro
elemento
,
agili
,
fulminee
,
leggerissime
,
giocose
.
Nuotano
in
coppia
,
descrivendo
nell
'
acqua
complicate
ed
eleganti
evoluzioni
,
si
separano
,
scompaiono
,
riaffiorano
,
tornano
ad
accoppiarsi
.
Il
signor
X
si
incanta
a
guardarle
e
poi
,
ad
un
tratto
,
trasalisce
ad
un
diffuso
mormorio
alle
sue
spalle
,
si
volta
e
vede
che
tutto
il
ristorante
è
in
piedi
:
una
balena
.
Il
signor
X
si
alza
anche
lui
,
guarda
,
e
infatti
,
proprio
sotto
la
vetrata
,
vede
emergere
per
un
momento
il
lungo
dorso
spesso
e
nero
del
cetaceo
.
Il
dorso
si
immerge
quasi
subito
e
poco
dopo
,
simile
ad
un
enorme
pipistrello
o
meglio
ad
un
mostro
volante
preistorico
,
ecco
sferzare
l
'
aria
la
coda
falcata
,
nerissima
,
della
balena
.
Ma
la
balena
non
gioca
come
le
foche
.
Essa
,
probabilmente
,
cozza
in
quel
momento
contro
un
oscuro
e
forse
,
per
lei
,
nuovo
sentimento
:
quello
del
limite
.
Avvezza
all
'
infinito
degli
oceani
che
girano
per
tutta
la
terra
e
non
finiscono
mai
,
la
balena
non
comprende
la
sponda
,
questo
limite
,
questa
fine
.
Tuttavia
,
come
un
calabrone
che
dopo
molto
dibattersi
contro
i
vetri
,
infili
una
finestra
aperta
,
la
balena
sembra
alla
fine
trovare
la
via
giusta
.
Ancora
una
rapida
emersione
della
schiena
,
un
'
ultima
sferzata
per
aria
della
coda
falcata
e
poi
la
balena
scompare
,
in
rotta
verso
i
più
lontani
orizzonti
del
Pacifico
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
più
tardi
il
signor
X
,
dove
finisce
l
'
Occidente
con
i
suoi
mali
e
i
suoi
beni
.
Ecco
,
per
esempio
,
una
insenatura
della
baia
,
dietro
Oakland
,
calma
,
deserta
,
come
abbandonata
.
E
similmente
,
sembrano
abbandonati
file
e
file
di
grandi
piroscafi
,
attraccati
gli
uni
accanto
agli
altri
,
in
gruppi
fitti
di
venti
o
trenta
ciascuno
.
Questi
piroscafi
hanno
l
'
aria
di
essere
in
buono
stato
;
però
ci
si
rende
conto
subito
che
una
strana
aria
di
abbandono
e
di
trascuratezza
avvolge
questa
flotta
.
In
realtà
,
questi
piroscafi
non
navigano
più
da
tempo
,
sono
navi
in
disarmo
,
per
lo
più
trasporti
di
guerra
;
e
adesso
il
Governo
americano
,
in
mancanza
di
magazzini
e
di
silos
,
li
ha
adibiti
a
depositi
galleggianti
degli
immensi
"
surplus
"
della
produzione
agricola
.
Sono
piroscafi
pieni
di
grano
,
di
scatolame
alimentare
,
di
burro
,
di
prodotti
agrari
.
L
'
America
produce
più
roba
da
mangiare
di
quanto
ne
consumi
;
lo
Stato
,
piuttosto
che
distruggerla
come
già
si
fece
,
pazzamente
,
prima
del
1929
,
preferisce
stivarla
nelle
navi
;
così
la
superproduzione
agricola
si
accumula
,
con
ingenti
spese
di
manutenzione
delle
navi
adibite
a
depositi
.
È
proprio
vero
che
l
'
Occidente
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
contemplando
queste
navi
;
l
'
Occidente
,
per
la
prima
volta
nell
'
intera
storia
dell
'
umanità
,
ha
debellato
la
carestia
,
anzi
addirittura
ha
inventato
un
nuovo
flagello
:
la
superproduzione
.
Al
di
là
dell
'
Oceano
Pacifico
incomincia
l
'
Oriente
dove
non
ci
sono
surplus
,
dove
le
carestie
sono
di
casa
,
dove
tutte
le
riforme
sociali
,
comuniste
e
non
comuniste
,
girano
intorno
il
problema
ancora
insoluto
della
penuria
e
della
fame
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
ancora
il
signor
X
,
mentre
in
macchina
percorre
il
Golden
Gate
Bridge
,
incontro
gli
eccelsi
piloni
che
per
la
loro
forma
e
il
loro
colore
rosso
fanno
pensare
a
qualche
monumento
della
Cina
.
In
quel
momento
un
grande
piroscafo
passa
sotto
il
ponte
eruttando
fumo
nero
nell
'
aria
azzurra
.
Il
ponte
di
Golden
Gate
è
sospeso
a
grande
altezza
e
qualsiasi
piroscafo
di
qualsiasi
stazza
può
penetrare
nella
baia
passando
sotto
la
rigida
,
elegantissima
passerella
sospesa
ai
due
piloni
con
cavi
di
acciaio
di
grossezza
enorme
,
anche
essi
dipinti
di
rosso
.
È
il
solo
ponte
rosso
del
mondo
,
e
il
signor
X
non
può
fare
a
meno
di
ricordarsi
che
dall
'
altra
parte
del
Pacifico
,
in
Cina
,
il
color
rosso
è
quello
della
buona
fortuna
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
,
a
San
Francisco
dove
,
come
le
acque
del
mare
e
del
delta
di
un
fiume
,
americanesimo
e
asiatismo
confluiscono
e
si
confondono
.
Non
foss
'
altro
che
nella
cucina
,
nella
grande
varietà
dei
ristoranti
asiatici
:
giapponesi
,
dove
si
può
mangiare
seduti
in
terra
,
scalzi
,
a
gambe
incrociate
,
serviti
da
ragazze
giapponesi
in
kimono
;
cinesi
,
dove
il
riso
e
le
verdure
sono
disposti
su
tavoli
laccati
dello
stesso
color
rosso
del
ponte
del
Golden
Gate
;
polinesiani
,
dove
tra
enormi
canne
di
bambù
che
fingono
l
'
interno
di
una
capanna
tahitiana
,
maschere
,
feticci
,
pesci
imbalsamati
e
piroghe
,
ci
si
può
illudere
un
momento
di
essere
a
migliaia
di
miglia
di
distanza
da
San
Francisco
:
filippini
,
giavanesi
,
indocinesi
,
coreani
.
Ma
non
è
soltanto
la
cucina
a
fare
di
San
Francisco
un
luogo
d
'
incontro
tra
Occidente
e
Oriente
.
Al
parco
,
uno
dei
più
belli
degli
Stati
Uniti
,
c
'
è
un
recinto
chiamato
"
Japanese
Tea
Garden
"
.
Questo
giardino
strano
affascinante
e
incredibile
,
pieno
di
minuscole
rocce
,
di
minimi
ruscelli
e
di
mostruosità
vegetali
fu
regalato
alla
città
di
San
Francisco
da
un
ricco
giapponese
,
senza
dubbio
per
emulare
simili
doni
fatti
alle
loro
città
dai
miliardari
americani
.
Ribattezzato
durante
la
guerra
contro
il
Giappone
in
"
Oriental
Tea
Garden
"
,
resta
tuttavia
la
testimonianza
di
una
simpatia
interoceanica
che
sussiste
tuttora
e
che
nel
futuro
avrà
senza
dubbio
i
più
impensati
sviluppi
.
Perché
l
'
America
non
è
completa
,
pensa
il
signor
X
,
passeggiando
per
i
vialetti
del
"
Japanese
Tea
Garden
"
,
ossia
non
ha
che
due
dimensioni
come
tutte
le
cose
estreme
,
che
stanno
al
limite
di
una
determinata
realtà
.
E
il
futuro
ci
dirà
se
sarà
l
'
Europa
o
l
'
Asia
a
integrare
l
'
America
,
a
renderla
completa
,
a
darle
quella
dimensione
morale
,
religiosa
,
ideologica
,
umana
che
oggi
le
manca
.
Intanto
bisogna
considerare
le
guerre
asiatiche
degli
Stati
Uniti
e
la
loro
permanenza
in
Giappone
,
in
Corea
e
a
Formosa
non
soltanto
come
azioni
militari
pure
e
semplici
ma
anche
come
oscuri
tentativi
di
approccio
ad
una
civiltà
diversa
e
probabilmente
compensatoria
.
Insomma
,
l
'
Occidente
,
a
San
Francisco
,
non
è
soltanto
rappresentato
da
tutto
ciò
che
è
puramente
occidentale
ma
anche
da
ciò
che
è
orientale
e
,
che
testimonia
l
'
antica
perpetua
tendenza
della
civiltà
occidentale
ad
arricchirsi
e
integrarsi
con
gli
apporti
dell
'
Oriente
,
come
a
Venezia
,
per
esempio
,
altro
luogo
d
'
incontro
tra
Occidente
e
Oriente
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
poco
dopo
,
aggirandosi
in
macchina
lungo
le
amene
sponde
di
Sausalito
,
sobborgo
marittimo
di
S
.
Francisco
,
gremite
di
piccoli
ristoranti
,
di
bar
e
di
taverne
.
A
Sausalito
abitarono
Jack
London
e
Stevenson
,
ambedue
viaggiatori
e
navigatori
del
Pacifico
;
ed
è
un
luogo
quieto
e
solatio
dove
le
abitudini
e
i
costumi
dell
'
Occidente
sembrano
quasi
ostentati
,
come
a
sfida
dell
'
Oceano
,
oltre
il
quale
cominciano
abitudini
e
costumi
tutti
diversi
.
Nei
bar
,
nelle
taverne
,
nei
ristoranti
c
'
è
un
po
'
di
tutto
,
un
po
'
di
"
pub
"
inglesi
,
un
po
'
di
caffè
francesi
di
Saint
-
Germain
-
des
-
Prés
,
un
po
'
di
trattorie
mediterranee
italiane
o
spagnole
.
I
bar
sono
pieni
di
ragazze
in
pantaloni
,
capelli
sciolti
sulle
spalle
,
magliette
da
mozzi
,
occhialute
,
pallide
,
sofisticate
,
esistenzialiste
;
e
i
loro
compagni
barbuti
,
rasati
a
zero
,
senza
colletto
né
cravatta
,
sono
anch
'
essi
travestiti
da
vagabondi
,
da
marinai
,
da
straccioni
.
Bevono
,
fumano
e
chiacchierano
senza
tregua
;
e
il
signor
X
sedendosi
in
uno
di
questi
gruppi
ha
la
ventura
di
assistere
ad
una
discussione
sulla
psicanalisi
.
Il
viaggio
finisce
veramente
qui
pensa
il
signor
X
mentre
intorno
a
lui
volano
parole
come
repressione
,
complesso
,
inibizione
,
censura
e
altre
simili
,
finisce
con
la
psicanalisi
,
questa
ipertrofica
attenzione
concessa
a
tutto
quanto
è
individuale
,
nella
persona
umana
.
Al
di
là
dell
'
Oceano
niente
psicanalisi
e
niente
attenzione
per
l
'
individuo
,
bensì
le
masse
ossia
gli
uomini
presi
all
'
ingrosso
in
classi
,
gruppi
e
folle
,
secondo
elementari
tendenze
,
elementari
necessità
,
elementari
ambizioni
.
L
'
Occidente
è
nato
con
la
preoccupazione
della
persona
umana
,
unica
,
incomunicabile
,
coerente
e
perfetta
;
e
l
'
Oriente
,
al
di
là
dell
'
Oceano
Pacifico
,
non
essendo
in
grado
di
comprendere
una
simile
preoccupazione
,
preferisce
attribuirla
ad
una
sfortuna
economica
,
ad
un
vizio
sociale
,
ad
una
decadenza
biologica
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
accompagnando
una
signora
californiana
a
fare
la
spesa
in
un
"
grocerstore
"
o
drogheria
,
diremmo
noi
.
Safeway
,
dove
in
realtà
si
può
comprare
tutto
quel
che
serve
per
la
casa
,
dalle
bistecche
(
involtate
in
cellophane
)
alle
scope
e
alle
polveri
per
pulire
le
casseruole
.
La
signora
all
'
ingresso
prende
un
carrettino
di
ferro
assai
comodo
e
maneggevole
e
quindi
,
la
lista
delle
compere
in
una
mano
e
l
'
altra
sul
carrettino
che
spinge
lentamente
lungo
gli
interminabili
banchi
pieni
di
roba
,
percorre
tutto
l
'
immenso
negozio
accumulando
al
suo
passaggio
le
provviste
per
una
settimana
.
Questi
negozi
Safeway
,
ella
spiega
al
signor
X
,
si
trovano
in
tutte
le
principali
città
americane
e
ognuno
di
essi
vuol
dire
la
morte
di
decine
e
decine
di
piccoli
negozi
individuali
.
Centinaia
di
articoli
disposti
in
bella
mostra
,
in
un
grande
ambiente
di
cemento
armato
e
di
vetro
che
fa
pensare
ad
una
stazione
,
centinaia
di
articoli
tutti
di
buona
qualità
,
tutti
fabbricati
,
manipolati
,
prodotti
per
il
consumatore
medio
.
È
già
il
comunismo
,
pensa
il
signor
X
,
o
per
lo
meno
uno
degli
scopi
che
il
comunismo
si
prefigge
:
la
produzione
in
massa
per
le
masse
.
Soltanto
che
il
proprietario
di
questa
sterminata
collezione
di
grandi
magazzini
è
un
arrabbiato
reazionario
e
non
molto
tempo
fa
finanziava
le
campagne
spionistiche
e
scandalistiche
del
senatore
Mac
Carthy
.
Così
il
serpente
si
morde
la
coda
,
pensa
il
signor
X
,
e
all
'
estremo
Occidente
il
capitalismo
ottiene
risultati
assai
simili
a
quelli
del
comunismo
in
Oriente
.
E
la
disputa
tra
America
e
Russia
che
sconvolge
il
mondo
e
rischia
di
farlo
perire
in
una
guerra
atomica
è
dovuta
piuttosto
alle
somiglianze
(
gli
estremi
si
toccano
)
che
alle
diversità
;
piuttosto
ad
una
questione
di
supremazia
negli
stessi
campi
che
ad
una
questione
di
diversa
interpretazione
,
e
di
diversa
ideologia
.
La
signora
ha
adesso
riempito
il
suo
carrettino
con
ogni
sorta
di
articoli
.
Ella
va
ad
uno
degli
ingressi
dove
c
'
è
un
meccanismo
assai
simile
a
quello
che
regola
l
'
afflusso
dei
visitatori
nei
musei
,
un
'
impiegata
prende
uno
a
uno
tutti
gli
articoli
,
li
pesa
sopra
una
bilancia
,
ne
registra
il
prezzo
,
li
rimette
nel
carrettino
:
il
tutto
meccanicamente
,
rapidamente
.
Ecco
,
pensa
il
signor
X
,
il
punto
d
'
incontro
fra
Occidente
e
Oriente
:
nella
meccanizzazione
,
razionalizzazione
della
vita
quotidiana
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
finalmente
il
signor
X
,
la
sera
,
andando
in
giro
per
i
"
night
clubs
"
e
le
taverne
di
San
Francisco
.
Eccone
una
che
a
prima
vista
rassomiglia
a
tutte
le
altre
:
un
antro
buio
sottoterra
,
al
quale
si
accede
per
una
scaletta
tortuosa
,
un
bar
al
cui
banco
,
nelle
tenebre
,
si
affollano
bevendo
i
soliti
avventori
,
tavolini
appartati
ai
quali
seggono
,
sussurrando
,
le
solite
coppie
.
Ma
in
una
sala
a
parte
c
'
è
qualche
cosa
che
fa
affluire
nel
"
night
club
"
ogni
sera
una
folla
insolita
.
Si
paga
un
dollaro
per
entrare
in
questa
sala
;
e
la
cosa
che
attira
tanta
gente
è
la
Critica
.
La
sala
è
piena
di
poltrone
ed
ha
un
piccolo
palcoscenico
illuminato
.
Dopo
un
numero
di
jazz
e
canzoni
negre
,
la
Critica
sale
sul
palcoscenico
accolta
da
grandi
applausi
.
Questa
Critica
si
presenta
sotto
l
'
aspetto
di
un
piccolo
ometto
vestito
come
uno
studente
in
maglione
e
pantaloni
di
flanella
.
L
'
ometto
ha
l
'
aria
trafelata
,
spiritata
e
arguta
.
Fattosi
silenzio
l
'
ometto
prende
a
parlare
o
meglio
a
chiacchierare
,
senza
interruzione
,
senza
mai
rifiatare
,
improvvisando
per
più
di
un
'
ora
.
La
storia
di
quest
'
ometto
è
semplice
;
era
studente
nell
'
est
e
si
era
fatta
una
specialità
,
tra
gli
studenti
,
di
recitare
,
sempre
improvvisando
,
lunghi
monologhi
in
cui
prendeva
in
giro
la
vita
pubblica
,
i
costumi
,
i
personaggi
e
gli
avvenimenti
importanti
degli
Stati
Uniti
.
Un
giorno
qualcuno
lo
notò
,
gli
propose
di
esibirsi
in
pubblico
e
così
lo
studente
,
molto
naturalmente
,
diventò
professionista
e
passò
dal
"
campus
"
dell
'
università
ai
palcoscenici
dei
"
night
clubs
"
.
Quest
'
ometto
ha
una
capacità
enorme
di
chiacchiera
,
e
le
sue
chiacchiere
mescolate
di
finta
ingenuità
e
di
vera
malizia
,
configurano
un
tipo
ormai
nazionale
,
quello
dell
'
americano
che
ne
ha
viste
tante
,
al
quale
non
la
si
dà
a
bere
,
che
non
ci
crede
,
che
tuttavia
conserva
ancora
molto
candore
e
molta
fresca
ingenuità
.
Alcuni
amici
dicono
al
signor
X
che
l
'
ometto
,
avendo
attaccato
a
Nuova
York
il
senatore
Mac
Carthy
fu
costretto
dal
pubblico
a
ritirarsi
.
Qui
invece
ascoltano
deliziati
e
applaudono
.
In
realtà
,
pensa
il
signor
X
,
non
è
tanto
vero
che
l
'
Est
sia
così
liberale
e
l
'
Ovest
così
reazionario
;
e
comunque
l
'
Ovest
sentendosi
isolato
a
tanta
distanza
dall
'
Est
e
dall
'
Europa
,
apprezza
qualsiasi
cosa
gli
venga
da
quella
direzione
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
,
mentre
l
'
ometto
,
con
la
sua
parlantina
torrenziale
prende
in
giro
lo
scandalo
intorno
gli
accordi
di
Yalta
,
finisce
qui
dove
l
'
Occidente
,
sia
pure
attraverso
le
chiacchiere
di
una
specie
di
"
chansonnier
"
,
esercita
la
sua
attività
preferita
e
più
caratteristica
:
la
critica
.
Al
di
là
del
Pacifico
comincia
l
'
Asia
,
con
altre
attività
o
meglio
,
altri
miti
.
StampaQuotidiana ,
San
Francisco
-
Telegraph
Hill
è
una
delle
tante
colline
sulle
quali
è
costruita
San
Francisco
,
forse
la
più
alta
.
Sulla
cima
della
collina
c
'
è
un
belvedere
e
un
faro
,
tra
ameni
boschetti
e
aiuole
fiorite
.
Si
può
salire
in
cima
al
faro
e
di
lassù
godersi
la
vista
di
tutta
la
città
,
variamente
disposta
su
e
giù
per
le
alture
;
dei
due
grandi
ponti
,
l
'
uno
rosso
e
l
'
altro
ferreo
che
scavalcano
la
baia
;
della
baia
stessa
,
azzurra
e
scintillante
al
sole
,
con
l
'
isoletta
penitenziaria
di
Alcatraz
e
i
cento
battelli
che
la
solcano
.
Un
giorno
che
guardavamo
questo
bellissimo
panorama
sul
quale
le
nuvole
leggere
e
bianche
che
viaggiavano
nel
cielo
gettavano
or
sì
or
no
grandi
ombre
effimere
,
qualcuno
ci
indicò
un
quartiere
lontano
:
"
Laggiù
abitano
i
Russi
,
o
meglio
i
discendenti
americani
della
colonia
russa
di
San
Francisco
"
.
Dapprima
rimanemmo
sconcertati
,
quindi
ricordammo
;
nel
1811
i
Russi
nella
loro
marcia
verso
l
'
Oriente
avevano
finito
per
raggiungere
anche
questo
lembo
dell
'
estremo
Occidente
.
Il
corriere
dello
Zar
arrivava
fin
qui
,
portando
i
dispacci
di
San
Pietroburgo
alla
Compagnia
Russa
delle
pellicce
insediata
a
Yerba
Buena
,
antico
nome
di
San
Francisco
.
La
Compagnia
delle
pellicce
durò
fino
al
1840
e
poi
fu
sciolta
e
la
Russia
rinunziò
alla
California
e
i
Russi
che
restarono
a
Yerba
Buena
diventarono
col
tempo
cittadini
americani
.
Erano
forse
un
centinaio
;
assommano
oggi
a
parecchie
migliaia
.
Questa
informazione
ci
diede
da
pensare
:
i
Russi
erano
stati
in
questa
parte
dell
'
America
prim
'
ancora
degli
Americani
,
avevano
posseduto
l
'
Alaska
(
poi
venduta
agli
Stati
Uniti
,
nel
1867
,
per
sette
milioni
di
dollari
)
,
avevano
impiantato
una
colonia
in
California
.
Insomma
i
rapporti
degli
Stati
Uniti
con
la
Russia
erano
molto
antichi
ed
erano
rapporti
di
frontiera
,
né
più
né
meno
di
quelli
con
l
'
Inghilterra
e
con
la
Spagna
.
Tre
imperi
,
dunque
,
quello
inglese
,
quello
spagnuolo
e
quello
russo
avevano
sbarrato
il
passo
all
'
espansione
yankee
:
con
l
'
impero
inglese
,
gli
Americani
dopo
contrasti
secolari
,
hanno
stabilito
legami
di
cuginanza
,
se
non
di
fraternità
;
di
quello
spagnuolo
,
hanno
pensato
a
liberarli
gli
stessi
domini
spagnuoli
d
'
America
,
rendendosi
indipendenti
;
con
l
'
impero
russo
,
invece
,
i
rapporti
,
come
è
noto
,
sono
,
ancor
oggi
,
tutt
'
altro
che
buoni
.
Ora
che
a
Ginevra
è
scoppiata
,
come
dicono
facetamente
le
gazzette
,
la
pace
,
si
può
fare
forse
il
punto
su
questi
rapporti
e
domandarsi
:
che
pensano
gli
Americani
della
Russia
;
e
in
maniera
più
particolare
:
quali
sono
,
fuori
della
situazione
ufficiale
e
diplomatica
,
i
sentimenti
del
popolo
americano
per
la
Russia
?
Bisogna
prima
di
tutto
distinguere
i
gruppi
intellettuali
e
fino
ad
un
certo
segno
politici
,
dalla
massa
,
ossia
dalla
middle
-
class
.
Per
quanto
riguarda
i
gruppi
intellettuali
e
politici
,
i
cosiddetti
anni
trenta
,
ossia
il
periodo
che
va
dalla
crisi
del
1929
alla
fine
della
guerra
civile
in
Spagna
,
segnano
al
tempo
stesso
il
punto
di
incontro
e
di
rottura
tra
l
'
intellighenzia
americana
e
il
marxismo
staliniano
.
La
grande
crisi
economica
del
1929
,
chiudendo
centinaia
di
fabbriche
e
gettando
sul
lastrico
fino
a
dodici
milioni
di
persone
,
aveva
fatto
dubitare
molti
Americani
della
bontà
e
solidità
del
sistema
politico
ed
economico
tradizionale
degli
Stati
Uniti
.
Il
comunismo
o
meglio
il
marxismo
sembrò
allora
a
molti
intellettuali
la
sola
teoria
economica
e
politica
alla
quale
si
potesse
ricorrere
per
risolvere
la
crisi
nazionale
,
la
più
grave
della
storia
americana
dopo
quella
della
guerracivile
.
Però
,
fatto
importante
e
che
occorre
sottolineare
,
questa
simpatia
per
il
marxismo
e
per
la
Russia
di
Stalin
non
oltrepassò
i
limiti
di
ristretti
gruppi
di
intellettuali
e
uomini
politici
;
le
masse
che
purtuttavia
erano
state
le
più
colpite
dalla
crisi
economica
,
restarono
fuori
di
questa
simpatia
;
le
grandi
Trade
Unions
si
mantennero
sopra
un
terreno
strettamente
economico
;
il
partito
comunista
americano
non
fu
mai
più
di
un
'
insignificante
setta
di
poche
migliaia
di
persone
.
Il
movimento
di
simpatia
per
il
marxismo
staliniano
e
per
la
Russia
Sovietica
non
durò
più
di
una
decina
di
anni
,
approssimativamente
dalla
grande
crisi
o
poco
prima
,
alla
fine
della
guerra
di
Spagna
.
All
'
infatuazione
,
forse
superficiale
,
forse
dilettantesca
,
forse
fondata
piuttosto
su
motivi
negativi
che
positivi
,
seguì
una
profonda
delusione
che
,
in
un
Paese
come
gli
Stati
Uniti
dove
le
esperienze
psicologiche
individuali
hanno
sempre
uno
sfondo
morale
e
sociale
,
ebbe
effetti
addirittura
storici
.
Questa
delusione
derivò
da
due
fatti
,
l
'
uno
interno
e
l
'
altro
esterno
:
all
'
interno
,
come
si
è
detto
,
le
masse
rimasero
sorde
all
'
appello
marxista
e
fedeli
all
'
american
way
of
life
e
così
gli
intellettuali
e
lo
stesso
partito
comunista
americano
sentirono
di
essere
al
tutto
privi
di
giustificazioni
sociali
.
All
'
esterno
,
la
politica
estera
di
Stalin
,
oltre
a
dar
prova
di
un
machiavellismo
addirittura
rinascimentale
(
assassinio
di
Trotzky
,
condotta
della
guerra
in
Spagna
,
trattato
germano
-
sovietico
etc.
etc
.
)
ripugnante
alla
mentalità
puritana
ed
anglosassone
,
si
configurò
per
giunta
,
in
maniera
sempre
più
decisa
,
come
politica
di
rivalità
non
tanto
ideologica
quanto
nazionale
con
gli
Stati
Uniti
.
In
altri
termini
gli
intellettuali
,
a
torto
o
a
ragione
,
scoprirono
o
credettero
di
scoprire
che
il
comunismo
internazionale
era
uno
strumento
della
politica
estera
russa
e
che
la
loro
simpatia
per
il
marxismo
poteva
portarli
,
alla
lunga
,
su
posizioni
non
tanto
anticapitaliste
quanto
antiamericane
.
Oggi
,
se
si
vuoi
parlare
di
comunismo
,
non
è
certo
nei
circoli
intellettuali
di
Nuova
York
che
si
trovano
orecchie
pazienti
e
ragionevoli
.
L
'
anticomunismo
degli
intellettuali
americani
,
forse
perché
radicato
in
un
'
antica
e
profonda
delusione
,
è
tenace
,
violento
e
assolutamente
irriducibile
.
Circa
le
masse
,
ossia
la
middle
-
class
che
abbraccia
con
i
suoi
standard
uniformi
la
maggioranza
degli
Americani
,
il
discorso
si
fa
più
complicato
e
più
sottile
.
Per
il
suo
anti
-
comunismo
e
antisovietismo
valgono
le
stesse
ragioni
che
per
gli
intellettuali
,
più
altre
inerenti
alla
natura
dello
sviluppo
industriale
economico
e
sociale
degli
Stati
Uniti
.
Le
prime
ragioni
sono
quelle
già
esposte
:
la
Russia
si
è
giocata
le
simpatie
delle
masse
americane
dal
giorno
in
cui
Stalin
fece
una
politica
di
rivalità
nazionale
con
gli
Stati
Uniti
.
In
altri
termini
non
riuscì
alla
Russia
di
fare
negli
Stati
Uniti
ciò
che
aveva
fatto
con
successo
in
altri
Paesi
:
contrapporre
le
masse
alla
classe
dirigente
e
nello
stesso
tempo
sganciare
l
'
ideologia
marxista
dalla
politica
estera
russa
.
E
si
capisce
anche
perché
:
gli
Stati
Uniti
sono
il
solo
Paese
al
mondo
forse
con
il
quale
la
Russia
è
in
un
rapporto
diretto
di
rivalità
prim
'
ancora
nazionale
che
ideologica
.
Così
,
in
America
,
avviene
alla
politica
russa
il
rovescio
esatto
di
quanto
le
accade
negli
altri
Paesi
:
mentre
in
altri
Paesi
facilmente
si
interpretano
gli
accorgimenti
tradizionali
della
politica
estera
russa
come
sviluppi
coerenti
della
dialettica
marxista
,
in
America
le
complessità
e
sottigliezze
di
questa
dialettica
vengono
sovente
scambiate
per
pure
astuzie
e
furberie
sarmatiche
.
Il
patriottismo
delle
masse
americane
,
in
tal
modo
,
è
stato
svegliato
e
messo
in
allarme
;
e
ci
vorranno
molti
anni
di
vera
pace
perché
si
calmi
e
abbandoni
la
sua
estrema
diffidenza
.
Ma
le
ragioni
del
disinteresse
delle
masse
americane
per
il
marxismo
sono
anche
dovute
,
come
abbiamo
accennato
,
a
motivi
inerenti
alla
natura
stessa
dello
sviluppo
industriale
e
sociale
degli
Stati
Uniti
.
In
maniera
generale
,
si
può
affermare
che
il
marxismo
non
trova
appigli
tra
le
masse
degli
Stati
Uniti
per
la
buona
ragione
che
,
all
'
infuori
di
riforme
strettamente
politiche
(
e
dunque
poco
importanti
,
trattandosi
dopo
tutto
di
una
teoria
politica
fondata
sull
'
economia
)
,
esso
per
ora
non
ha
nulla
da
offrire
di
veramente
nuovo
alle
masse
americane
.
È
vero
che
agli
Stati
Uniti
c
'
è
il
capitalismo
;
ma
uno
degli
agganci
della
polemica
comunista
contro
il
capitalismo
in
Europa
,
ossia
i
suoi
legami
con
le
vecchie
classi
feudali
e
parassitarie
,
in
America
manca
del
tutto
.
Inoltre
il
marxismo
che
nell
'
Europa
orientale
e
in
Asia
fa
leva
sul
formidabile
motivo
della
rivoluzione
industriale
e
della
creazione
di
una
classe
dirigente
tecnocratica
,
in
America
,
trova
rivoluzione
industriale
e
classe
tecnocratica
già
bell
'
e
formate
ad
opera
del
capitalismo
.
Del
resto
quando
si
parla
di
masse
e
di
simpatie
delle
masse
,
si
allude
piuttosto
che
a
determinate
condizioni
materiali
,
a
esperienze
psicologiche
e
morali
.
Ora
gli
Americani
hanno
già
fatto
l
'
esperienza
psicologica
e
morale
della
rivoluzione
industriale
e
tecnocratica
,
hanno
già
assaporato
l
'
ebbrezza
collettiva
della
prosperità
di
massa
,
hanno
già
digerito
la
scoperta
delle
determinazioni
economiche
della
vita
sociale
;
e
ben
difficilmente
saranno
tentati
in
futuro
di
dare
ascolto
ad
una
teoria
che
gli
proponga
di
nuovo
queste
stesse
scontate
esperienze
.
Marx
,
tra
tante
profezie
azzeccate
,
ne
aveva
fatta
una
che
si
è
verificata
sbagliata
,
e
cioè
che
il
comunismo
avrebbe
avuto
i
suoi
primi
successi
nei
Paesi
di
più
avanzato
sviluppo
industriale
.
In
realtà
è
avvenuto
il
contrario
;
e
il
maggior
ostacolo
alla
comprensione
del
marxismo
in
America
,
a
parte
la
mentalità
puritana
,
sta
proprio
nella
coscienza
economica
e
industriale
delle
masse
americane
,
nella
loro
maturità
tecnocratica
.
Naturalmente
non
si
vuol
dire
con
questo
che
in
America
non
ci
sia
il
capitalismo
:
si
vuol
dire
soltanto
che
il
capitalismo
vi
ha
raggiunto
per
conto
suo
molti
degli
scopi
ai
quali
mira
il
comunismo
in
Europa
orientale
e
in
Asia
.
Donde
la
mancanza
di
attrazione
del
mito
sovietico
e
la
riduzione
della
Russia
Sovietica
a
Paese
rivale
,
quando
addirittura
non
ostile
.
S
'
intende
che
ciò
non
significa
affatto
che
gli
Americani
nutrano
una
preconcetta
ostilità
contro
i
Russi
.
Le
accoglienze
cordiali
che
recentemente
hanno
ricevuto
i
membri
della
commissione
agricola
russa
in
viaggio
negli
Stati
Uniti
stanno
a
dimostrare
una
verità
antica
quanto
il
mondo
:
nessun
popolo
odia
alcun
popolo
.
Ma
,
d
'
altra
parte
,
è
anche
vero
che
per
gli
Americani
la
Russia
Sovietica
è
forse
,
tra
tutti
i
Paesi
del
mondo
,
il
più
difficile
a
capirsi
.
Più
della
Cina
di
Mao
;
più
dei
Paesi
di
diversa
religione
e
civiltà
,
buddisti
o
maomettani
.
L
'
incomprensione
degli
Americani
è
dovuta
in
parte
all
'
ignoranza
dei
motivi
storici
,
sociali
e
filosofici
del
comunismo
;
ma
soprattutto
,
strano
a
dirsi
,
alla
lentezza
con
la
quale
la
rivoluzione
comunista
si
configura
storicamente
in
una
società
stabile
e
riconoscibile
.
Gli
ideali
americani
del
successo
,
della
praticità
e
dell
'
efficienza
sono
contraddetti
da
una
rivoluzione
che
pare
continuamente
essere
ritirata
,
come
diceva
Machiavelli
,
verso
i
suoi
principi
;
che
dopo
circa
quarant
'
anni
non
si
è
ancora
disfatta
dei
mezzi
coercitivi
di
cui
si
servì
agli
inizi
per
trionfare
dei
suoi
nemici
;
e
che
sembra
rimandare
ad
un
domani
mitico
i
risultati
materiali
per
raggiungere
i
quali
è
stata
compiuta
.
Strano
a
dirsi
,
ripetiamo
,
ma
se
il
comunismo
riuscisse
a
portare
le
masse
russe
ad
un
livello
di
prosperità
di
tipo
occidentale
,
se
le
frontiere
della
Russia
fossero
aperte
e
milioni
di
turisti
russi
ben
vestiti
ed
equipaggiati
invadessero
il
mondo
,
l
'
incomprensione
degli
Americani
verso
la
Russia
Sovietica
si
attenuerebbe
di
molto
.
In
queste
cose
è
difficile
arrivare
ad
una
conclusione
;
tanto
più
che
i
rapporti
russo
-
americani
sono
forse
entrati
in
questi
giorni
in
una
nuova
fase
di
cui
è
impossibile
prevedere
gli
sviluppi
.
Ma
più
di
un
secolo
fa
Alexis
de
Tocqueville
,
nel
suo
libro
sulla
democrazia
in
America
fece
alcune
considerazioni
che
oggi
sembrano
addirittura
profetiche
:
"
Ci
sono
oggi
due
grandi
popoli
che
partiti
da
punti
diversi
sembrano
dirigersi
verso
gli
stessi
scopi
:
i
Russi
e
gli
Americani
.
Tutti
e
due
sono
cresciuti
nell
'
oscurità
e
mentre
gli
sguardi
degli
uomini
erano
distratti
altrove
,
si
sono
ad
un
tratto
posti
in
prima
fila
tra
le
Nazioni
e
il
mondo
ha
appreso
al
tempo
stesso
la
loro
nascita
e
la
loro
grandezza
.
Tutti
gli
altri
popoli
sembrano
aver
raggiunto
il
loro
limite
;
soltanto
loro
sono
in
crescenza
.
Tutti
gli
altri
si
sono
fermati
o
avanzano
con
sforzo
,
solo
loro
procedono
con
passo
spedito
e
rapido
in
una
carriera
di
cui
per
ora
non
possiamo
neppure
intravedere
la
conclusione
.
L
'
Americano
lotta
contro
gli
ostacoli
che
gli
oppone
la
natura
.
Il
Russo
è
alle
prese
con
l
'
uomo
.
L
'
uno
combatte
il
deserto
e
la
barbarie
,
l
'
altro
la
civiltà
rivestita
di
tutte
le
sue
armi
.
Così
le
conquiste
dell
'
Americano
si
fanno
con
l
'
aratro
dell
'
agricoltore
e
quelle
del
Russo
con
le
armi
del
soldato
.
Per
raggiungere
i
suoi
scopi
il
primo
si
fonda
sull
'
interesse
personale
e
lascia
agire
senza
dirigerle
la
forza
e
la
ragione
degli
individui
.
Il
secondo
concentra
in
qualche
modo
in
un
sol
uomo
tutta
la
potenza
della
società
.
L
'
uno
ha
come
mezzo
principale
di
azione
la
libertà
;
l
'
altro
la
servitù
.
Il
loro
punto
di
partenza
è
diverso
,
le
loro
strade
sono
diverse
;
tuttavia
ciascuno
di
essi
sembra
essere
chiamato
,
da
un
segreto
disegno
della
Provvidenza
,
a
tenere
un
giorno
nelle
proprie
mani
il
destino
della
metà
del
mondo
"
.
Alexis
de
Tocqueville
,
per
quanto
profetico
,
non
poteva
prevedere
la
rivoluzione
russa
(
neppure
Marx
l
'
aveva
prevista
)
;
ma
il
suo
occhio
sagace
,
in
un
tempo
in
cui
le
maggiori
Potenze
del
mondo
erano
ancora
la
Francia
e
l
'
Inghilterra
,
aveva
intuito
le
linee
principali
dell
'
avvenire
del
mondo
,
ossia
la
presenza
di
due
grandi
Potenze
come
gli
Stati
Uniti
e
la
Russia
,
la
loro
rivalità
negli
stessi
campi
e
per
gli
stessi
scopi
,
e
,
in
certo
modo
,
anche
la
loro
coesistenza
,
per
dirla
con
una
parola
di
moda
.
Per
completare
il
quadro
dei
rapporti
russo
-
americani
,
bisognerebbe
forse
adesso
poter
dire
quali
sono
i
sentimenti
del
popolo
russo
per
quello
americano
,
che
cosa
sa
e
non
sa
il
popolo
russo
degli
Stati
Uniti
.
Non
siamo
in
grado
di
farlo
;
ma
è
chiaro
che
la
pace
del
mondo
dipende
quasi
per
intero
dalla
mutua
conoscenza
e
comprensione
di
questi
due
popoli
così
profondamente
diversi
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
Delhi
,
marzo
-
Nuova
Delhi
fondata
dagli
inglesi
per
diventare
la
capitale
dell
'
impero
indiano
e
inaugurata
nel
1929
,
vent
'
anni
prima
della
liquidazione
di
quello
stesso
impero
,
ricorda
le
capitali
politiche
e
amministrative
che
la
civiltà
anglosassone
ha
disseminato
per
il
mondo
,
per
esempio
Washington
,
dall
'
altra
le
città
despotiche
che
le
effimere
monarchie
hanno
sparso
per
l
'
India
,
per
esempio
la
città
morta
di
Fatepuhr
Sikri
,
alle
porte
di
Agra
.
Ci
sono
a
Nuova
Delhi
al
tempo
stesso
la
grandiosità
insipida
dell
'
imperialismo
mercantile
britannico
e
la
solennità
infiocchettata
e
marziale
del
despotismo
indiano
.
Il
viceré
,
che
nell
'
Inghilterra
democratica
era
un
cittadino
come
tutti
gli
altri
,
qui
diventava
un
autocrate
razzista
,
capo
di
una
casta
di
pelle
bianca
che
,
in
questo
Paese
di
caste
,
si
era
autonominata
casta
superiore
a
tutte
le
altre
,
compresa
quella
dei
bramini
.
Dilaniato
dalla
sua
duplice
natura
europea
e
incapace
di
mettere
d
'
accordo
la
cultura
inglese
di
tradizione
tollerante
con
la
pratica
del
potere
assoluto
,
il
colonialismo
si
rifugiava
in
un
formalismo
burocratico
e
militare
a
base
di
complicate
etichette
,
uniformi
prestigiose
,
parate
pittoresche
,
elefanti
bardati
,
e
vittorie
a
sei
invalli
,
umiliante
così
per
gli
inglesi
più
intelligenti
come
per
i
pensierosi
indiani
educati
nei
sobri
climi
di
Oxford
c
di
Cambridge
.
Si
credeva
che
gli
indiani
fossero
degli
«
orientali
»
e
si
voleva
abbagliarli
con
un
fasto
«
orientale
»
;
inutile
dire
che
si
trattava
di
un
Oriente
vittoriano
,
come
se
lo
immaginava
la
piccola
borghesia
delle
città
industriali
dell
'
Inghilterra
.
Nuova
Delhi
porta
l
'
impronta
di
questa
concezione
colonialista
:
i
suoi
stradoni
malinconici
e
diritti
,
in
fondo
ai
quali
c
'
è
spesso
uno
smilzo
arco
di
trionfo
o
la
statua
piccolissima
di
un
conquistatore
inglese
sopra
un
enorme
piedistallo
,
sembrano
fatti
apposta
per
le
lente
sfilate
dei
reggimenti
speciali
reclutati
tra
i
clan
della
Scozia
e
le
tribù
della
frontiera
afghana
,
combinazioni
ben
dosate
di
gonnelline
nordiche
e
di
turbanti
orientali
,
di
cupi
tamburi
e
di
queruli
gemiti
di
cornamuse
.
D
'
altra
parte
i
suoi
ministeri
neoclassici
,
costruiti
con
la
stessa
pietra
rossa
del
forte
musulmano
della
vecchia
Delhi
,
testimoniano
,
con
le
loro
scalee
e
í
loro
colonnati
corinzi
,
la
volontà
dei
professori
di
disegno
di
mettersi
ad
un
livello
imperiale
;
mentre
il
vero
sentimento
della
casta
dominatrice
si
rivela
piuttosto
nei
comodi
e
piacevoli
bungalow
del
quartiere
residenziale
,
radamente
sparsi
lungo
viali
puliti
e
deserti
,
in
fondo
a
folti
giardini
.
La
fortuna
politica
ha
voluto
che
Jawaharlal
Nehru
,
il
primo
Capo
di
governo
della
Repubblica
indiana
,
stabilisse
la
sua
residenza
in
questa
città
artificiale
e
imperiale
creata
dai
suoi
nemici
di
ieri
.
Il
trionfo
di
Nehru
dovrebbe
essere
un
motivo
di
soddisfazione
per
gli
intellettuali
di
tutto
il
mondo
perché
è
la
prima
volta
nella
storia
contemporanea
(
o
la
seconda
,
se
si
risale
a
Lenin
)
che
un
intellettuale
autentico
e
senza
contaminazioni
demagogiche
e
irrazionali
,
dopo
una
lunga
lotta
condotta
principalmente
con
il
mezzo
proprio
all
'
intellettuale
,
cioè
con
la
persuasione
,
governa
un
grande
Paese
.
E
qui
non
si
dice
che
Nehru
è
un
intellettuale
perché
ha
scritto
alcuni
ottimi
libri
(
anche
Stalin
,
Hitler
e
Mussolini
scrivevano
,
male
,
ma
scrivevano
)
,
si
dice
che
è
un
intellettuale
per
la
maniera
di
intendere
la
vita
che
traspare
in
questi
libri
.
Per
esempio
è
caratteristica
della
sua
capacità
di
understatement
(
parola
malamente
traducibile
con
il
brutto
:
minimizzare
)
questa
frase
,
nella
sua
autobiografia
,
a
proposito
della
popolarità
grandiosa
che
lo
circonda
.
Scrive
Nehru
:
«
La
questione
che
i
miei
amici
mi
ponevano
restava
insoluta
:
non
ero
io
orgoglioso
di
questa
adorazione
delle
masse
?
La
risposta
era
che
io
odiavo
quest
'
adorazione
e
desideravo
sfuggirla
ma
nello
stesso
tempo
mi
ero
abituato
ad
essa
e
quando
non
c
'
era
,
quasi
ne
avvertivo
la
mancanza
»
.
In
queste
parole
che
cercano
di
dare
le
due
facce
di
un
problema
senza
risolverlo
né
rifiutarne
l
'
ambiguità
,
sta
tutto
Nehru
,
l
'
intellettuale
,
liberale
e
introspettivo
Nehru
.
Molti
in
India
e
fuori
dell
'
India
,
considerano
questa
sua
amletica
e
aristocratica
obbiettività
come
una
debolezza
,
specie
se
paragonata
con
il
massiccio
e
popolaresco
dogmatismo
del
suo
vicino
cinese
Mao
Tze
-
dun
.
Dicono
che
Nehru
è
portato
al
compromesso
,
che
non
sa
opporre
un
rifiuto
a
situazioni
e
persone
che
in
cuor
suo
disapprova
,
che
non
ha
l
'
energia
autoritaria
indispensabile
in
un
Paese
come
l
'
India
che
in
tutta
la
sua
lunga
storia
non
ha
conosciuto
che
il
potere
despotico
.
Ma
non
bisogna
dimenticare
che
la
maniera
di
pensare
di
Nehru
è
nella
tradizione
indiana
,
da
quella
antichissima
del
Buddha
a
quella
recente
di
Gandhi
;
e
che
il
popolo
indiano
si
è
riconosciuto
in
questa
dubbiosa
saggezza
di
Nehru
molto
più
che
nel
settarismo
violento
di
un
Chandra
Bose
;
così
che
Nehru
,
subito
dopo
Gandhi
,
è
l
'
uomo
più
amato
del
subcontinente
.
Per
capire
la
qualità
del
trionfo
di
Nehru
non
sarà
forse
inutile
rifarsi
all
'
Italia
del
Risorgimento
.
Lo
stesso
Nehru
,
nei
suoi
libri
autobiografici
,
ha
fatto
spesso
il
paragone
tra
l
'
India
e
l
'
Italia
.
Ancora
ragazzo
,
ad
Harrow
,
in
Inghilterra
,
dove
studiava
,
gli
fu
regalata
la
vita
di
Garibaldi
del
Trevelyan
,
la
cui
lettura
l
'
infiammò
subito
con
la
speranza
di
essere
capace
,
un
giorno
,
di
fare
per
l
'
India
ciò
che
Garibaldi
aveva
fatto
per
l
'
Italia
.
Altrove
il
paragone
tra
India
e
Italia
è
così
formulato
:
«
Ambedue
sono
Nazioni
antiche
,
con
lunghe
tradizioni
di
cultura
dietro
di
loro
...
ambedue
erano
divise
politicamente
,
ma
l
'
idea
dell
'
Italia
,
come
l
'
idea
dell
'
India
,
non
morì
mai
e
c
'
era
in
ambedue
un
forte
principio
unitario
...
Metternich
chiamò
l
'
Italia
"
una
espressione
geografica
"
;
molti
imitatori
di
Metternich
hanno
usato
questa
frase
per
l
'
India
;
cosa
strana
,
c
'
è
persino
una
somiglianza
nella
situazione
geografica
dei
due
Paesi
.
Ancor
più
interessante
è
il
paragone
tra
l
'
Inghilterra
e
l
'Austria...»
.
Insomma
,
semplificando
parecchio
,
si
potrebbe
dire
che
oggi
,
dieci
anni
dopo
la
proclamazione
dell
'
Indipendenza
,
l
'
India
si
trovi
un
po
'
nelle
condizioni
dell
'
Italia
dieci
anni
dopo
l
'
Unità
.
Come
in
Italia
in
quel
tempo
erano
ancora
vivi
e
operanti
gli
uomini
del
Risorgimento
,
così
in
India
sono
al
governo
gli
uomini
che
hanno
lottato
per
mezzo
secolo
contro
la
dominazione
coloniale
.
Il
nazionalismo
risorgimentale
italiano
era
liberale
;
parimenti
liberale
è
il
nazionalismo
indiano
.
Infine
,
come
l
'
Italia
dopo
l
'
Unità
,
l
'
India
,
dopo
l
'
epica
della
lotta
anticoloniale
,
si
trova
oggi
di
fronte
alla
prova
mortificante
di
gravi
difficoltà
economiche
e
sociali
.
Ma
il
paragone
deve
fermarsi
qui
.
In
fondo
esso
conferma
un
fatto
ormai
ben
noto
:
il
propagarsi
dell
'
ondata
nazionalista
dal
1789
ad
oggi
,
dalla
Francia
fino
all
'
Asia
.
Per
il
resto
la
situazione
indiana
è
diversa
da
quella
italiana
,
non
fosse
altro
per
la
differenza
dei
tempi
e
dei
luoghi
in
cui
si
sono
svolti
i
due
risorgimenti
:
nell
'
Europa
liberale
dell
'
Ottocento
,
quello
italiano
;
nell
'
Asia
socialista
del
Novecento
,
quello
indiano
.
E
infatti
Nehru
,
pur
essendo
il
capo
di
un
enorme
partito
in
cui
c
'
è
di
tutto
,
è
in
fondo
un
socialista
fabiano
,
alla
maniera
di
Bernard
Shaw
.
È
proprio
al
nazionalismo
in
tutto
il
mondo
di
servirsi
di
tutte
quelle
parti
della
tradizione
che
possono
essergli
di
qualche
utilità
.
Il
nazionalismo
socialisteggiante
di
Nehru
non
fa
eccezione
a
questa
regola
.
Nel
pensiero
di
Nehru
il
socialismo
indiano
dovrebbe
addirittura
ricollegarsi
alla
saggezza
arcaica
dei
leggendari
Indo
-
ariani
,
ossia
del
Brahmanesimo
.
Sempre
nella
sua
autobiografia
egli
scrive
:
«
La
vecchia
cultura
indiana
riuscì
sempre
a
sopravvivere
attraverso
le
più
fiere
tempeste
,
benché
poi
non
salvasse
che
la
forma
e
perdesse
il
suo
reale
contenuto
.
Oggi
essa
lotta
silenziosamente
e
disperatamente
contro
un
nuovo
e
potentissimo
avversario
:
la
civiltà
dell
'
Occidente
capitalista
.
Essa
soccomberà
perché
l
'
Occidente
porta
la
scienza
e
la
scienza
porta
il
cibo
per
i
milioni
di
affamati
dell
'
India
.
Ma
l
'
Occidente
capitalista
offre
anche
l
'
antidoto
ai
mali
del
capitalismo
:
i
princìpi
del
socialismo
,
della
cooperazione
,
del
servizio
alla
comunità
e
al
bene
comune
.
Tutto
questo
non
è
poi
tanto
diverso
dall
'
antico
ideale
brahmano
ma
comporta
la
brahmanizzazione
(
non
nel
senso
religioso
,
s
'
intende
)
di
tutte
le
classi
e
di
tutti
i
gruppi
...
»
.
Sono
andato
a
trovare
Nehru
,
insieme
con
l
'
ambasciatore
d
'
Italia
Giusti
del
Giardino
,
due
volte
nello
stesso
giorno
.
La
prima
volta
fu
al
Ministero
degli
Esteri
.
Il
Primo
ministro
stava
seduto
dietro
una
grande
tavola
a
ferro
di
cavallo
,
quasi
vuota
di
carte
.
Era
vestito
nel
modo
ben
noto
,
come
lo
si
vede
nelle
innumerevoli
fotografie
che
adornano
tanti
edifici
pubblici
e
privati
dell
'
India
:
tunica
bianca
,
accollata
,
lunga
fino
alle
ginocchia
,
pantaloni
cosiddetti
johdpur
,
anch
'
essi
bianchi
,
attillati
dalle
ginocchia
fino
alle
caviglie
.
All
'
occhiello
era
infilato
il
bocciolo
di
rosa
rossa
che
Nehru
è
solito
portare
spesso
alle
naricimentre
parla
.
Nehru
che
è
di
origine
bramina
,
ossia
della
casta
tradizionalmente
versata
nella
lettura
e
interpretazione
dei
testi
della
religione
brahmana
,
ha
il
volto
dell
'
intellettuale
europeo
di
formazione
scientifica
ed
universitaria
.
La
fronte
è
alta
,
serena
,
armoniosa
;
gli
occhi
,
molto
scuri
,
hanno
uno
sguardo
inquieto
,
acuto
,
ambiguo
;
la
bocca
ha
un
'
espressione
al
tempo
stesso
benevola
,
annoiata
e
dura
.
Da
tutto
il
volto
spira
un
'
aria
di
fascino
indefinibile
che
il
sorriso
,
molto
bello
,
conferma
.
Nehru
ci
ricevette
a
tutta
prima
con
affabilità
ufficiale
:
pronunziò
qualche
frase
di
circostanza
,
sfogliò
un
po
'
nervosamente
il
catalogo
della
mostra
indiana
di
Roma
che
aveva
sulla
tavola
.
Quindi
,
improvvisamente
e
inaspettatamente
,
parve
interessarsi
alla
conversazione
.
Ma
non
aveva
tempo
,
doveva
ricevere
alcuni
giornalisti
europei
.
Si
alzò
e
,
assestandosi
in
capo
il
piccolo
berretto
bianco
,
ci
invitò
ad
andare
a
trovarlo
alla
sua
residenza
quella
sera
stessa
.
Ci
andammo
,
dunque
,
nel
pomeriggio
.
Una
governante
in
sari
rosso
scuro
ci
guidò
su
per
lo
scalone
moderno
della
vasta
dimora
ex
viceregale
ad
una
grande
sala
arredata
di
mobili
e
oggetti
cinesi
.
Un
divano
e
due
poltrone
di
fronte
ad
un
tavolino
basso
parevano
alludere
alla
possibilità
di
una
conversazione
meno
formale
di
quella
del
Ministero
degli
Esteri
.
E
,
infatti
,
di
lì
a
poco
,
Nehru
entrò
e
con
il
suo
curioso
passo
breve
e
frettoloso
andò
a
sedersi
su
quel
divano
,
avendo
alla
sua
destra
me
e
alla
sua
sinistra
l
'
ambasciatore
d
'
Italia
.
Non
voglio
qui
riportare
la
conversazione
che
durò
un
'
ora
esatta
,
controllabile
su
una
piccola
sveglia
posata
sul
tavolino
accanto
al
bricco
e
alle
tazze
del
caffè
:
non
era
stata
preparata
,
non
voleva
essere
un
'
intervista
;
più
delle
cose
che
si
dissero
,
contò
,
almeno
per
me
,
il
rapporto
diretto
con
la
persona
del
Primo
ministro
.
Sembrerà
strano
ma
mi
sentivo
molto
più
impacciato
di
fronte
a
Nehru
così
naturale
,
così
affabile
,
così
intellettuale
di
quanto
sarei
stato
di
fronte
ad
un
dittatore
formalista
e
autoritario
,
avvezzo
a
dire
e
a
sentirsi
dire
sempre
le
stesse
cose
.
Il
dittatore
,
infatti
,
non
mi
avrebbe
richiesto
che
un
contegno
convenzionale
,
quasi
rituale
,
e
una
quantità
limitata
di
frasi
fatte
e
di
luoghi
comuni
.
Nehru
,
invece
,
sentivo
che
esigeva
da
me
uno
sforzo
continuo
di
riflessione
,
di
scelta
,
di
comprensione
e
,
insomma
,
di
invenzione
.
Era
sì
,
un
intellettuale
;
e
ciò
mi
ispirava
gratitudine
e
fiducia
;
ma
era
nello
stesso
tempo
un
uomo
di
Stato
;
cioè
un
intellettuale
dotato
di
immenso
potere
,
avvezzo
a
non
essere
contraddetto
,
pieno
di
mille
preoccupazioni
non
tutte
disinteressate
,
con
poco
tempo
e
,
forse
,
poca
voglia
di
perderne
.
D
'
altra
parte
mi
incuriosiva
molto
di
vedere
se
trasparissero
nella
persona
di
Nehru
i
tre
caratteri
che
gli
attribuiscono
:
una
certa
vanità
di
uomo
che
sa
di
essere
attraente
e
pieno
di
fascino
;
la
facilità
all
'
impazienza
e
alla
collera
del
demiurgo
liberale
che
vorrebbe
che
tutto
fosse
fatto
senza
coercizione
ma
al
tempo
stesso
secondo
i
suoi
disegni
;
l
'
inclinazione
alla
noia
dell
'
uomo
pubblico
che
è
spesso
costretto
,
per
dovere
d
'
ufficio
,
ad
ascoltare
cose
e
persone
molto
noiose
.
Della
vanità
non
notai
che
la
grande
eleganza
nel
vestire
e
quel
frequente
gesto
grazioso
ed
orientale
di
portare
il
bocciolo
di
rosa
al
naso
;
l
'
impazienza
e
la
collera
non
apparvero
benché
il
volto
di
Nehru
,
lievemente
ipocondriaco
,
faccia
supporre
che
egli
possa
soggiacervi
;
ma
la
noia
,
che
pur
essa
non
comparve
mai
,
era
nella
mia
mente
in
forma
di
una
apprensione
continua
di
non
sapere
scegliere
gli
argomenti
e
le
parole
che
potessero
interessare
il
mio
interlocutore
.
In
realtà
,
come
pensavo
,
il
vero
senso
della
personalità
di
Nehru
non
poteva
essere
nelle
cose
che
mi
andava
dicendo
bensì
nella
sua
presenza
e
nel
magnetismo
particolare
di
questa
presenza
.
Ancora
una
volta
,
così
,
constatavo
la
decadenza
della
parola
nei
confronti
di
altri
e
più
irrazionali
mezzi
di
comunicazione
e
di
rapporto
.
Comunque
,
pur
nella
tensione
che
mi
ispiravano
queste
riflessioni
,
sfilarono
nella
conversazione
tutti
gli
argomenti
indiani
:
la
soprapopolazione
,
il
problema
dei
rifugiati
,
i
rapporti
con
la
Cina
,
la
povertà
e
arretratezza
delle
masse
,
il
progresso
scientifico
e
così
via
.
Nehru
,
che
in
varie
riprese
scontò
sotto
gli
inglesi
nove
anni
di
carcere
,
ci
parlò
pure
dell
'
attenzione
contemplativa
cui
è
costretto
l
'
uomo
in
prigione
,
e
parve
allora
animarsi
un
poco
ma
con
modestia
e
distacco
.
Egli
rispondeva
con
una
precisione
che
,
però
,
nascondeva
un
fondo
di
evasività
,
giustificato
d
'
altronde
;
e
interrogava
a
sua
volta
con
una
curiosità
e
una
freschezza
di
interessi
lusinghiere
.
Alla
fine
notai
che
gli
occhi
del
Primo
ministro
,
di
solito
attenti
e
inquieti
,
si
erano
fissati
nel
vuoto
,
come
su
qualche
cosa
che
fosse
solo
lui
a
vedere
.
Questa
distrazione
mi
sembrò
eloquente
e
mi
affrettai
a
chiedergli
di
firmare
una
copia
della
sua
autobiografia
,
il
che
egli
fece
con
la
massima
buona
grazia
.
La
visita
era
finita
.
Potosí ( Moravia Alberto , 1970 )
StampaQuotidiana ,
La
Paz
.
L
'
aeroporto
di
La
Paz
a
quattromila
metri
di
altezza
pare
nient
'
altro
che
un
minimo
lembo
,
dello
sterminato
aeroporto
che
è
l
'
altipiano
boliviano
.
L
'
altipiano
è
deserto
,
spianato
e
vertiginosamente
ventoso
e
luminoso
come
sanno
esserlo
soltanto
le
piste
degli
aeroporti
.
Di
un
colore
brullo
uniforme
,
l
'
altipiano
fugge
d
'
ogni
parte
verso
remoti
orizzonti
circolari
dai
quali
si
affaccia
,
bizzarramente
,
tutta
una
fila
di
picchi
nevosi
.
È
la
cordigliera
Real
,
la
catena
andina
al
di
là
della
quale
la
Bolivia
,
paese
dualistico
,
precipita
senza
transizione
nelle
bassure
tropicali
.
Non
ci
sono
che
due
piccoli
aeroplani
da
turismo
,
ad
una
sola
elica
,
nell
'
aeroporto
.
Trappoco
una
di
queste
libellule
bianche
e
azzurre
ci
porterà
,
sgattaiolando
intorno
i
picchi
,
a
Potosí
,
la
città
morta
dell
'
argento
.
Saliamo
,
ci
chiudiamo
nell
'
abitacolo
non
più
grande
di
quello
di
una
comune
automobile
.
Il
pilota
,
un
capitano
dell
'
aviazione
militare
boliviana
,
non
dispone
,
per
dirigersi
,
che
di
una
piccola
carta
geografica
sulla
quale
con
una
matita
tira
una
linea
retta
da
La
Paz
a
Potosí
.
Volerà
tra
rupi
altissime
,
al
di
sopra
di
voragini
spalancate
,
servendosi
unicamente
di
questa
carta
.
Partiamo
.
L
'
aeroplano
romba
,
ma
neppure
tanto
,
corre
un
poco
sulla
pista
e
quindi
decolla
e
si
dirige
con
esasperante
lentezza
(
duecento
chilometri
all
'
ora
)
verso
le
montagne
all
'
orizzonte
.
Sorvoliamo
La
Paz
,
che
per
proteggerla
dai
venti
,
gli
spagnoli
hanno
costruito
in
fondo
ad
una
specie
di
cratere
dalle
pareti
erose
,
di
un
giallo
leonino
,
che
ricordano
le
crete
di
Siena
;
sorvoliamo
ancora
per
un
po
'
l
'
altipiano
;
quindi
entriamo
tra
le
montagne
.
La
Bolivia
è
un
paese
di
miniere
.
O
meglio
è
un
paese
di
contadini
che
per
sua
disgrazia
è
ricchissimo
di
minerali
.
Gli
Incas
conoscevano
le
miniere
;
ma
la
loro
civiltà
comunitaria
,
isolata
tra
le
Ande
e
l
'
oceano
,
era
per
forza
di
cose
disinteressata
;
e
perciò
si
servivano
dei
metalli
soltanto
per
scopi
domestici
.
Gli
spagnoli
invece
erano
dei
colonialisti
,
i
primi
,
in
ordine
di
tempo
,
del
mondo
moderno
.
È
interessante
notare
come
all
'
origine
del
colonialismo
spagnolo
c
'
è
una
deviazione
psicologica
che
forse
riguarda
più
il
moralista
che
lo
scienziato
di
cose
economiche
.
L
'
idea
dell
'
arricchimento
facile
,
senza
lavoro
,
per
rapina
o
per
fortuna
o
per
tutte
e
due
,
ha
corrotto
in
partenza
la
conquista
dell
'
America
.
Il
mito
asiatico
dell
'
oro
,
dell
'
argento
,
delle
pietre
preziose
,
delle
essenze
rare
,
delle
spezie
si
frapponeva
come
un
miraggio
tra
gli
occhi
dei
soldati
spagnoli
e
la
umile
realtà
primitiva
del
nuovo
mondo
.
Purtroppo
questo
mito
trovò
una
conferma
nella
natura
e
fu
allora
la
rovina
della
Bolivia
.
L
'
agricoltura
,
un
tempo
pianificata
con
complicati
sistemi
di
irrigazione
,
fu
lasciata
decadere
fino
all
'
attuale
livello
di
mera
sussistenza
;
gli
indios
furono
avviati
in
massa
alle
miniere
con
metodi
schiavistici
.
Volando
sulla
cordigliera
Real
,
tutto
questo
si
può
vedere
a
occhio
nudo
.
Giù
,
giù
,
in
fondo
alle
vallate
anguste
,
si
aprono
ogni
tanto
dei
piccoli
slarghi
e
sopra
un
ripiano
si
scorgono
tanti
rettangolini
grigi
disposti
in
simmetria
.
Al
di
sopra
di
questi
rettangolini
incombono
altissime
montagne
brulle
e
dirupate
che
,
ad
uno
sguardo
attento
,
si
rivelano
tutte
sforacchiate
di
caverne
oscure
.
Sono
le
miniere
,
le
famose
,
funeste
miniere
d
'
oro
,
d
'
argento
,
di
antimonio
,
di
zinco
,
di
piombo
,
di
stagno
,
di
rame
della
Bolivia
.
Guardando
a
quei
miseri
villaggi
sprofondati
nelle
gole
solitarie
si
capiscono
tante
cose
:
l
'
isolamento
assoluto
dei
minatori
,
causa
di
continui
moti
rivoluzionari
che
mirano
,
a
ben
guardare
,
a
inserire
quelle
sperdute
comunità
nella
vita
sociale
e
politica
del
paese
;
le
immense
difficoltà
dei
trasporti
del
minerale
che
gli
spagnoli
avevano
risolto
con
l
'
asservimento
degli
indiani
ma
che
oggi
,
dopo
la
nazionalizzazione
di
due
terzi
delle
miniere
,
rende
passivi
i
bilanci
delle
amministrazioni
statali
.
Ecco
finalmente
Potosí
.
La
sorvoliamo
planando
obliquamente
.
Potosí
appare
come
una
città
testuggine
,
a
causa
dei
tetti
accostati
come
le
piastre
,
appunto
,
della
corazza
della
tartaruga
.
L
'
aeroplano
continua
a
planare
tutt
'
intorno
l
'
arida
nuda
valle
,
ed
ecco
ci
viene
incontro
la
celebre
montagna
triangolare
che
domina
Potosí
,
il
Cerro
Rico
.
È
una
montagna
brulla
,
color
tabacco
,
sparsa
delle
solite
caverne
oscure
.
Da
questa
montagna
,
gli
economisti
moderni
calcolano
che
la
corona
di
Spagna
ha
estratto
in
tre
secoli
per
un
valore
di
un
miliardo
di
dollari
di
argento
.
Nel
Seicento
,
da
Potosí
veniva
la
metà
dell
'
argento
di
tutta
Europa
.
A
Potosí
,
più
poeticamente
,
dicono
che
con
l
'
argento
ricavato
dal
Cerro
Rico
si
potrebbe
costruire
un
ponte
tutto
d
'
argento
massiccio
dalla
città
fino
alla
lontanissima
Madrid
.
Potosí
è
una
città
coloniale
spagnola
del
tipo
di
quelle
messicane
per
esempio
Oaxaca
.
C
'
è
la
solita
plana
,
i
soliti
grandi
alberi
fronzuti
,
le
solite
panchine
,
la
solita
cattedrale
barocca
.
Soltanto
,
a
differenza
delle
città
messicane
,
Potosí
è
morta
,
di
una
morte
antica
che
non
risale
a
ieri
ma
al
Settecento
,
quando
le
miniere
d
'
argento
,
esaurite
,
non
pagarono
più
le
spese
dell
'
estrazione
.
Potosí
è
dunque
la
città
simbolica
del
colonialismo
spagnolo
:
nata
con
l
'
argento
,
è
morta
con
l
'
argento
.
La
sua
vita
è
stata
anche
d
'
argento
,
poiché
,
per
cupidigia
del
prezioso
metallo
,
ci
sono
state
,
a
Potosí
,
perfino
delle
guerre
civili
.
Di
questo
parere
,
del
resto
,
è
anche
l
'
anonimo
poeta
che
ha
scritto
,
verso
il
Settecento
,
il
poema
Testamento
di
Potosí
,
alla
maniera
dei
testamenti
di
François
Villon
.
Il
poema
è
un
elenco
di
lasciti
ora
descrittivi
e
ora
burleschi
fatti
dalla
celebre
città
in
punto
di
morte
.
Tra
le
altre
cose
,
Potosí
lascia
a
Dio
la
propria
anima
;
la
quale
,
però
come
nota
ironicamente
il
poeta
,
es
la
plata
pura
,
è
fatta
di
puro
argento
.
Naturale
che
il
centro
di
una
città
così
emblematica
non
sia
,
a
ben
guardare
,
la
cattedrale
bensì
il
famoso
Palazzo
della
Moneta
,
uno
dei
più
belli
dell
'
America
Latina
.
È
la
stagione
delle
piogge
,
piove
a
dirotto
;
così
visitiamo
il
palazzo
quasi
al
buio
perché
,
per
economia
,
la
luce
elettrica
c
'
è
soltanto
negli
uffici
della
direzione
.
Percorriamo
in
fretta
le
sale
del
museo
di
pittura
coloniale
nelle
quali
,
dalla
penombra
,
ci
guardano
le
solite
ninfe
spropositate
,
le
solite
Madonne
dalle
facce
sciocche
,
i
soliti
gentiluomini
e
le
solite
dame
pieni
di
galloni
e
di
sufficienza
;
quindi
scendiamo
a
pianterreno
,
dove
si
trovava
la
zecca
.
Sempre
al
buio
,
ecco
le
enormi
macchine
tutte
di
legno
,
senza
un
solo
chiodo
di
ferro
,
con
le
quali
si
batteva
moneta
;
ecco
,
dentro
le
teche
,
gli
stampi
delle
monete
con
le
armi
di
Castiglia
da
una
parte
e
l
'
effigie
del
sovrano
dall
'
altra
.
Siamo
dunque
nel
cuore
stesso
,
morto
e
secco
,
del
colonialismo
spagnolo
.
Queste
grandi
ruote
dentate
di
legno
durissimo
delle
foreste
boliviane
non
gireranno
mai
più
;
gli
stampi
non
imprimeranno
mai
più
nell
'
argento
antichi
stemmi
e
profili
accigliati
di
re
.
E
tuttavia
non
si
può
negare
che
proprio
in
questa
penombra
,
tra
questa
roba
defunta
,
si
avverta
più
che
altrove
il
senso
riposto
della
storia
del
subcontinente
.
La
sola
riflessione
che
venga
fatto
di
formulare
è
che
queste
sale
sono
più
eloquenti
di
qualsiasi
chiesa
.
Certo
,
l
'
arte
,
i
riti
,
le
cerimonie
della
religione
hanno
varcato
l
'
oceano
e
si
sono
radicate
in
America
;
ma
,
come
avviene
ancor
oggi
,
con
tutti
i
colonialismi
di
tutti
i
generi
e
di
tutti
i
paesi
,
il
messaggio
che
era
legato
a
quelle
forme
è
come
se
fosse
rimasto
in
Europa
,
tanto
poco
ha
informato
di
sé
il
rapporto
fra
conquistatori
e
indigeni
.
Così
che
qualche
anno
fa
ha
potuto
addirittura
essere
ripresentato
come
un
messaggio
rivoluzionario
dal
prete
guerrigliero
Camilo
Torres
e
dai
suoi
seguaci
.
Giriamo
per
Potosí
tutto
il
giorno
,
sotto
la
pioggia
.
La
serata
ci
vedrà
seduti
nel
grande
atrio
gelido
dell
'
albergo
,
in
un
cerchio
di
notabili
venuti
a
visitarci
:
l
'
alcalde
o
sindaco
,
il
comandante
della
guarnigione
,
qualche
altro
personaggio
ufficiale
.
Si
mangiano
olive
e
mandorle
salate
,
si
sorseggia
una
bevanda
che
rassomiglia
alla
tequila
messicana
.
La
conversazione
langue
;
si
parla
del
tempo
che
fa
,
come
in
un
salotto
inglese
dell
'
era
vittoriana
.
Poi
,
non
senza
intenzione
,
buttiamo
là
una
qualsiasi
allusione
politica
e
allora
,
come
d
'
incanto
,
i
discorsi
diventano
vivacissimi
.
Gli
è
che
i
boliviani
hanno
la
passione
della
politica
;
forse
perché
i
problemi
di
questo
paese
sono
così
antichi
e
così
intrattabili
da
diventare
,
per
forza
di
cose
e
quasi
per
la
consapevolezza
della
loro
intrattabilità
,
prima
di
tutto
politici
.
Naturalmente
,
ad
un
certo
punto
,
si
parla
del
"
Che
"
Guevara
e
della
sua
tragica
avventura
.
Se
ne
parla
tuttora
e
dappertutto
in
Bolivia
;
e
anche
da
parte
degli
avversari
con
una
strana
,
quasi
inconscia
riconoscenza
;
è
una
tragedia
che
ha
ricordato
al
mondo
,
a
livello
storico
,
la
Bolivia
,
paese
isolato
e
frustrato
;
e
al
tempo
stesso
ne
ha
innalzato
,
per
così
dire
,
il
tasso
di
vitalità
.
Ma
la
discussione
suscita
strane
interpretazioni
che
bisogna
pur
chiamare
"
provinciali
"
.
Non
odo
forse
qualcuno
attribuire
la
spedizione
cubana
alla
massoneria
?
Partiremo
la
mattina
dopo
;
ma
il
pilota
,
dopo
aver
captato
alla
radio
le
notizie
sul
tempo
e
consultato
la
sua
carta
,
decide
di
dirigersi
verso
Oruro
.
Come
se
,
in
Italia
,
chi
volesse
andare
da
Milano
a
Roma
puntasse
sopra
Trieste
.
Voliamo
sotto
un
cielo
basso
e
scuro
,
tra
i
picchi
,
seguendo
i
canaloni
,
in
direzione
di
un
chiarore
sulfureo
che
sta
a
indicare
una
spera
di
sole
sull
'
altipiano
.
Ecco
di
nuovo
,
in
fondo
alle
vallate
nude
e
aride
,
i
villaggi
delle
miniere
;
si
vedono
le
piste
serpeggiare
lontano
,
bianche
e
sottili
tra
i
monti
:
a
dorso
di
mulo
o
a
piedi
ci
vogliono
anche
venti
giorni
per
percorrere
la
distanza
che
il
nostro
monoplano
varca
in
poco
più
di
un
'
ora
.
Sbuchiamo
finalmente
sull
'
altipiano
,
c
'
è
il
sole
e
piove
attraverso
il
sole
.
Ecco
l
'
aeroporto
,
un
prato
come
un
altro
.
Prendiamo
un
tassi
,
ci
precipitiamo
alla
stazione
per
sentirci
dire
che
il
treno
parte
tra
mezz
'
ora
ma
che
non
c
'
è
posto
perché
tutto
è
stato
già
prenotato
da
quindici
giorni
.
Poiché
il
cattivo
tempo
peggiora
nel
pomeriggio
,
come
avviene
di
regola
nella
stagione
delle
piogge
,
con
lo
stesso
tassì
,
correndo
a
perdifiato
per
la
pista
allagata
,
attraverso
l
'
altipiano
,
in
quattro
ore
arriviamo
a
La
Paz
.
Durante
il
viaggio
non
ci
fermiamo
che
una
sola
volta
:
per
ammirare
un
lama
,
il
primo
che
abbiamo
visto
sinora
,
fermo
sotto
la
pioggia
,
nel
mezzo
di
una
steppa
sterminata
,
simile
ad
un
cammello
con
le
gambe
corte
.
StampaQuotidiana ,
La
Paz
.
La
Paz
è
una
città
in
gran
parte
india
,
costruita
,
però
,
dai
bianchi
per
i
bianchi
.
In
altri
termini
la
divisione
sociale
a
La
Paz
si
raddoppia
di
una
divisione
razziale
o
se
si
preferisce
culturale
.
La
classe
dirigente
è
bianca
o
meticcia
;
il
popolo
è
indio
.
Questa
divisione
che
riflette
la
più
vasta
divisione
del
paese
(
quattro
milioni
di
abitanti
di
cui
soltanto
quattrocentomila
bianchi
e
meticci
)
è
l
'
eredità
più
vistosa
del
colonialismo
spagnolo
.
La
Paz
è
una
bellissima
e
strana
città
costruita
in
una
specie
di
crepaccio
dell
'
altipiano
.
Monti
scoscesi
ed
erosi
simili
alle
pareti
interne
di
un
cratere
circondano
e
si
innalzano
da
ogni
parte
intorno
la
città
.
La
parte
bassa
dell
'
angusta
vallata
è
occupata
dalla
città
bianca
;
sui
fianchi
dei
monti
si
arrampicano
invece
i
quartieri
popolari
,
cioè
indi
,
composti
di
case
di
fango
seccato
.
Gli
Indi
,
naturalmente
,
si
vedono
dappertutto
,
gli
uomini
coi
ponci
infilati
nel
collo
e
drappeggiati
davanti
e
dietro
come
ferraioli
;
le
donne
con
la
bombetta
nera
o
marrone
,
la
gonnella
succinta
e
sospesa
su
una
crinolina
,
lo
scialle
intorno
le
spalle
che
il
più
delle
volte
avvolge
un
bambino
portato
a
cavalcioni
sulle
reni
.
Dire
che
gli
Indi
sono
attraenti
sarebbe
deformare
la
verità
.
Mentre
esiste
certamente
una
bellezza
africana
,
non
esiste
una
bellezza
india
.
E
colpisce
,
nel
confronto
con
gli
africani
(
il
paragone
è
inevitabile
,
se
non
altro
per
la
somiglianza
delle
situazioni
economiche
e
sociali
)
l
'
eleganza
dei
vestiti
dei
primi
rispetto
alla
goffaggine
dei
costumi
"
nazionali
"
dei
secondi
.
Con
gli
Indi
si
ha
continuamente
l
'
impressione
del
"
già
visto
"
,
corretto
però
,
in
maniera
ambigua
e
il
più
delle
volte
non
troppo
estetica
,
da
modificazioni
che
si
è
tentati
di
attribuire
al
clima
e
all
'
isolamento
.
Si
pensa
,
vedendoli
,
subito
,
a
dei
mongoli
;
poi
,
in
un
secondo
momento
si
notano
differenze
curiose
che
,
però
,
non
riescono
a
scacciare
l
'
idea
dell
'
origine
asiatica
:
un
colore
bruno
che
tira
al
rosso
;
una
lunghezza
insolita
del
volto
che
congiunta
alla
larghezza
mongolica
fa
sì
che
le
facce
risultino
sproporzionatamente
grandi
:
una
specie
di
caduta
dei
tratti
l
'
uno
sull
'
altro
,
la
fronte
sul
naso
,
il
naso
sulla
bocca
e
la
bocca
sul
mento
.
Invincibilmente
,
non
si
può
fare
a
meno
di
pensare
ad
un
'
emigrazione
asiatica
preistorica
abbastanza
numerosa
da
permettere
gli
insediamenti
americani
;
ma
troppo
scarsa
per
fomentare
sviluppi
decisivi
,
somatici
e
altri
.
Bruciati
dal
sole
e
dal
vento
degli
altipiani
,
senza
rapporti
con
altri
popoli
,
si
direbbe
che
gli
Indi
siano
rimasti
a
metà
strada
,
non
più
mongoli
,
non
ancora
americani
.
Così
che
,
a
ben
guardare
,
il
termine
"
indio
"
coniato
per
sbaglio
dagli
spagnoli
,
si
rivela
,
nella
sua
ambiguità
,
assai
espressivo
della
ambiguità
fisica
delle
popolazioni
indigene
dell
'
America
.
Per
osservare
gli
Indi
bisogna
recarsi
al
mercato
,
su
su
,
nella
parte
alta
di
La
Paz
.
Nelle
straducce
che
portano
al
mercato
,
le
donne
stanno
accovacciate
sui
marciapiedi
,
le
une
contro
le
altre
,
come
galline
infreddolite
e
torpide
.
Davanti
a
loro
,
sui
lastroni
,
è
esposta
la
merce
:
minimi
mucchietti
di
peperoncini
,
pochi
sacchetti
di
foglie
verdi
di
coca
,
qualche
frittella
fatta
in
casa
.
Guardano
a
questa
misera
roba
con
indifferenza
,
come
se
non
gli
appartenesse
.
Più
su
,
tra
le
bancarelle
del
mercato
,
l
'
atmosfera
è
in
apparenza
quella
dei
mercati
di
tutto
il
mondo
:
compratori
che
circolano
lentamente
guardando
ed
esaminando
;
venditori
che
se
ne
stanno
immobili
dietro
i
banchi
.
Ma
ad
un
esame
più
attento
,
ci
si
rende
conto
che
in
quella
folla
mancano
l
'
allegria
,
la
confusione
e
anche
la
promiscuità
e
la
sporcizia
proprie
dei
mercati
.
Il
mercato
boliviano
è
grave
,
poco
rumoroso
,
pulito
e
senza
contatti
e
spintoni
.
Certo
,
si
potrebbe
attribuire
questo
carattere
al
temperamento
poco
vivace
della
gente
di
montagna
.
Ma
forse
la
ragione
è
più
profonda
.
Forse
,
in
maniera
inconscia
,
fra
venditori
e
compratori
c
'
è
una
tacita
intesa
per
non
dare
importanza
al
mercato
in
quanto
occasione
sociale
,
luogo
di
comunicazione
e
di
incontro
.
In
altri
termini
,
bisognerebbe
ravvisare
nella
riserva
e
compostezza
degli
Indi
un
aspetto
tra
i
tanti
del
"
rifiuto
sociale
"
che
in
tutta
l
'
America
Latina
gli
indigeni
hanno
opposto
,
fin
dai
tempi
della
conquista
,
al
sistema
colonialista
.
Questo
rifiuto
sociale
degli
Indi
,
cioè
rifiuto
di
comunicare
,
di
partecipare
,
di
integrarsi
,
è
una
delle
cose
che
colpisce
di
più
in
Bolivia
.
Certo
per
gli
Indi
,
come
per
gli
africani
,
è
difficile
passare
da
un
'
economia
autarchica
e
di
mera
sussistenza
al
produttivismo
e
al
consumismo
del
mondo
moderno
.
Ma
al
contrario
degli
africani
che
mostrano
un
vivo
e
manifesto
desiderio
di
partecipare
alla
civiltà
industriale
,
gli
Indi
oppongono
a
questa
stessa
civiltà
una
resistenza
passiva
fatta
di
cocciuta
fedeltà
alla
tradizione
e
di
assoluta
mancanza
di
ambizione
.
Negli
Indi
si
avverte
se
non
proprio
ostilità
,
cattiva
volontà
;
non
tanto
forse
per
diffidenza
verso
la
novità
quanto
per
nostalgia
inconscia
e
rancorosa
di
un
passato
defunto
e
migliore
.
Insomma
,
mentre
dietro
l
'
africano
si
sente
un
'
antica
simbiosi
con
la
natura
rispetto
alla
quale
neppure
la
schiavitù
può
considerarsi
una
soluzione
di
continuità
,
nell
'
indio
invece
si
intuisce
il
trauma
di
una
civiltà
originale
bruscamente
e
spietatamente
distrutta
.
La
sensazione
di
un
ripiegamento
,
di
un
rifiuto
,
di
una
rinunzia
non
soltanto
imposta
ma
anche
voluta
,
è
del
resto
confermata
dall
'
archeologia
.
A
cento
chilometri
da
La
Paz
,
le
rovine
stupende
del
tempio
di
Tiahuanaco
con
le
loro
muraglie
fatte
di
enormi
blocchi
incastrati
a
secco
fanno
guardare
con
stupore
alle
figure
goffe
degli
Indi
,
mascherati
secondo
il
rozzo
folklore
dell
'
oppressione
europea
.
Si
stenta
a
credere
che
quei
contadini
in
costume
appartengano
allo
stesso
popolo
che
ha
costruito
il
tempio
.
E
vien
fatto
di
pensare
che
nessun
gruppo
umano
può
impunemente
retrocedere
ad
uno
stato
primitivo
,
dopo
aver
creato
una
civiltà
.
Esso
apparirà
non
già
tornato
alla
natura
ma
regredito
,
umiliato
,
decaduto
.
La
civiltà
,
a
quanto
pare
,
è
un
'
esperienza
incancellabile
.
Naturalmente
i
responsabili
della
situazione
odierna
degli
Indi
,
cioè
gli
spagnoli
,
sono
oggi
acutamente
consapevoli
del
problema
costituito
da
questa
massa
inerte
e
frustrata
di
cittadini
di
secondo
grado
che
oltre
tutto
incide
per
l
'
ottanta
per
cento
sulla
popolazione
della
Bolivia
.
Si
distinguono
diverse
maniere
di
affrontare
il
problema
indio
.
Prima
di
tutto
i
colonialisti
tradizionali
.
Per
loro
l
'
indio
refrattario
all
'
educazione
,
privo
di
ambizioni
consumistiche
e
sociali
,
attaccato
alle
sue
tradizioni
,
dedito
alla
coca
e
all
'
alcool
,
sarebbe
irrecuperabile
.
Non
c
'
è
bisogno
di
molto
acume
,
tuttavia
,
per
capire
che
i
colonialisti
trasformano
in
caratteri
razziali
gli
effetti
della
catastrofe
storica
dell
'
indio
.
In
secondo
luogo
vengono
coloro
che
basandosi
su
una
certa
letteratura
di
rivalutazione
degli
Indi
,
il
cui
massimo
rappresentante
è
stato
D.H.
Lawrence
,
si
sono
costruiti
il
mito
di
una
civiltà
india
di
gran
lunga
superiore
a
quella
occidentale
in
quanto
tuttora
attaccata
ai
valori
del
sangue
e
della
terra
.
D.H.
Lawrence
si
era
servito
di
queste
idee
per
polemizzare
con
la
civiltà
industriale
dell
'
Occidente
.
Ma
in
Bolivia
,
paese
agrario
,
simili
teorie
sembrano
nient
'
altro
che
l
'
altra
faccia
del
colonialismo
con
il
quale
,
infatti
,
condividono
,
sia
pure
per
motivi
diversi
,
la
convinzione
che
l
'
indio
sta
bene
come
sta
e
che
di
conseguenza
niente
va
cambiato
.
Infine
i
socialisti
di
vario
genere
,
sia
i
gruppi
socialnazionalisti
oggi
al
potere
sia
i
castristi
all
'
opposizione
,
considerano
l
'
indio
come
il
risultato
di
un
processo
storico
di
degenerazione
dovuta
a
quattro
secoli
di
spietato
e
imprevidente
sfruttamento
.
I
rimedi
proposti
dai
socialisti
variano
secondo
che
pongono
l
'
accento
piuttosto
sul
dato
culturale
e
nazionale
o
sull
'
economico
.
Ma
tutti
sono
d
'
accordo
in
fondo
nel
considerare
l
'
integrazione
dell
'
indio
nella
vita
sociale
,
economica
e
culturale
del
paese
come
il
problema
massimo
della
Bolivia
.
Abbiamo
visto
gli
Indi
in
due
occasioni
,
l
'
una
,
diciamo
così
,
privata
,
l
'
altra
pubblica
.
La
prima
è
stata
durante
una
gita
al
lago
Titicaca
,
l
'
immenso
lago
sacro
alla
cultura
india
,
ai
confini
col
Perù
.
In
un
villaggio
sulla
strada
,
in
un
grande
spazio
terroso
,
in
pendio
,
limitato
,
in
fondo
,
da
un
muro
bianco
sul
quale
a
grandi
lettere
nere
si
leggeva
scritto
:
"
Cristo
unica
esperanza
"
,
aveva
luogo
un
ballonzolo
rusticano
.
Un
gruppo
di
suonatori
girava
di
qua
e
di
là
saltellando
e
intonando
certe
ariette
discordi
e
agre
con
pifferi
di
canne
,
bidoni
di
benzina
e
tamburelli
.
Gli
Indi
gravi
,
goffi
,
malsicuri
e
rozzi
entravano
nella
danza
tenendosi
per
mano
,
in
una
lunga
fila
che
pian
piano
si
trasformava
in
una
specie
di
pesante
e
orsino
girotondo
.
Veniva
fatto
di
ricordare
il
quadro
celebre
della
festa
contadina
di
Breughel
,
ma
senza
allegria
,
senza
prosperità
,
senza
slancio
,
in
un
'
aria
triste
,
frustrata
e
misera
anche
se
certamente
autentica
.
L
'
occasione
pubblica
è
stata
durante
uno
spettacolo
di
balli
folcloristici
al
palazzo
del
governo
,
davanti
al
miglior
pubblico
della
capitale
e
il
più
ufficiale
.
In
prima
fila
sedevano
tutti
i
ministri
e
il
presidente
della
repubblica
Ovando
.
Danzatori
indi
di
diverse
tribù
,
nei
costumi
tradizionali
,
hanno
eseguito
danze
tradizionali
assai
pittoresche
,
al
suono
dei
soliti
striduli
pifferi
e
dei
soliti
cupi
tamburi
.
Finito
lo
spettacolo
il
presidente
si
è
alzato
e
i
danzatori
,
uno
per
uno
,
sono
sfilati
e
hanno
stretto
la
mano
al
presidente
ricevendone
in
cambio
una
specie
di
fraterno
abbraccio
.
C
'
era
un
'
aria
strana
come
di
riconciliazione
difficile
e
comunque
non
del
tutto
sincera
tra
due
gruppi
nemici
.
Si
avvertiva
l
'
impaccio
di
una
distanza
sociale
e
culturale
che
permaneva
nonostante
la
buona
volontà
di
ambedue
le
parti
.
La
Bolivia
non
è
un
paese
unitario
ma
dualistico
.
E
per
molto
tempo
ancora
sarà
difficile
che
cambi
.
StampaQuotidiana ,
La
Paz
.
Da
La
Paz
al
lago
Titicaca
si
va
in
macchina
in
meno
di
due
ore
.
Si
corre
per
una
pista
di
pietrisco
attraverso
la
steppa
che
ha
un
colore
uniforme
fra
il
marrone
e
il
bruno
,
con
striature
gialle
e
grigie
:
il
colore
dei
cespugli
bassi
e
spinosi
che
riescono
a
resistere
ai
venti
,
al
freddo
,
all
'
aridità
,
alla
rarefazione
dell
'
aria
dell
'
altipiano
.
Poiché
è
la
stagione
delle
piogge
,
un
'
immobile
nuvolaglia
nera
pende
a
mezz
'
aria
,
simile
ad
una
catena
di
montagne
capovolte
,
con
la
base
in
su
e
le
punte
in
giù
,
lasciando
sereno
l
'
azzurro
scuro
e
gelato
degli
orizzonti
.
L
'
altipiano
non
è
così
piatto
come
sembra
:
ogni
tanto
file
di
colline
pietrose
e
sgretolate
si
sollevano
di
poco
sulla
steppa
.
Valichiamo
una
di
queste
collinette
ed
ecco
,
sotto
di
noi
,
allargarsi
la
distesa
diafana
del
lago
Titicaca
.
Ha
un
'
estensione
di
novemila
chilometri
quadrati
;
ma
le
numerose
isole
e
promontori
che
ne
emergono
e
l
'
aspetto
paludoso
,
incerto
,
informe
delle
rive
lo
fanno
parere
un
'
immensa
pozzanghera
sparsa
di
pietre
,
che
si
stia
prosciugando
al
sole
.
Quest
'
impressione
è
esatta
,
del
resto
.
Il
lago
sta
morendo
;
perde
per
assorbimento
del
terreno
e
per
evaporazione
più
acqua
di
quanto
ne
riceva
.
Eppure
il
lago
Titicaca
così
informe
,
così
deserto
,
così
privo
di
tracce
umane
,
è
stato
il
centro
di
una
delle
due
sole
culture
originali
(
l
'
altra
è
quella
del
Messico
)
dell
'
America
precolombiana
.
Al
lago
Titicaca
sono
collegati
i
miti
delle
origini
del
mondo
secondo
la
religione
india
;
e
gli
inizi
della
dinastia
imperiale
degli
Incas
.
In
una
delle
sue
trentasei
isole
,
chiamata
,
per
il
culto
a
cui
era
votata
,
l
'
Isola
del
Sole
,
è
apparso
per
la
prima
volta
,
secondo
il
mito
,
Viracocha
,
creatore
dell
'
uomo
,
della
donna
,
degli
animali
,
del
cielo
e
della
terra
.
In
quella
stessa
isola
sono
nati
í
figli
del
Sole
,
Manco
Capac
e
sua
sorella
nonché
coniuge
alla
maniera
faraonica
Mama
Ocllo
,
capostipiti
della
dinastia
che
in
linea
diretta
,
attraverso
quindici
monarchi
,
arriva
fino
ad
Atahualpa
,
l
'
ultimo
imperatore
,
ucciso
a
tradimento
da
Francisco
Pizarro
.
Di
queste
leggende
e
di
questi
eventi
il
lago
Titicaca
,
naturalmente
,
non
conserva
nulla
.
La
memoria
atavica
degli
indi
e
le
ricerche
archeologiche
degli
europei
qui
si
scontrano
con
il
vuoto
assoluto
e
maestoso
di
una
natura
forse
originariamente
abitata
dalla
storia
ma
che
la
storia
ha
abbandonato
per
sempre
.
Poco
lontano
dal
lago
Titicaca
,
in
un
immenso
anfiteatro
naturale
formato
da
basse
colline
nude
ed
erose
,
si
trovano
le
rovine
del
santuario
di
Tiahuanaco
,
il
centro
religioso
più
importante
della
civiltà
india
prima
degli
Incas
.
A
Tiahuanaco
si
esasperano
i
caratteri
dell
'
altipiano
:
solitudine
,
luminosità
,
vastità
,
vuoto
,
silenzio
.
Il
tempio
affondato
per
metà
sottoterra
,
ha
muraglie
costruite
con
enormi
blocchi
di
pietra
grigia
incastrati
a
secco
con
grande
ingegnosità
e
perfezione
.
La
celebre
Porta
del
Sole
,
con
la
sua
divinità
dalla
testa
felina
e
la
stele
chiamata
dagli
Spagnoli
el
fraile
(
il
frate
)
,
in
realtà
un
dio
anch
'
esso
,
in
forma
umana
,
con
caratteri
tipici
indi
(
busto
lungo
,
gambe
corte
,
testone
,
facciona
)
sono
le
parti
del
tempio
in
cui
,
oltre
alle
capacità
tecniche
ed
architettoniche
,
si
rivela
il
talento
propriamente
artistico
degli
indi
.
È
ammirevole
,
attraente
,
bella
quest
'
arte
?
Diremmo
piuttosto
che
è
strana
e
che
ispira
un
curioso
senso
di
malessere
,
diciamo
così
,
estetico
.
Paragonata
ai
prodotti
artistici
dei
veri
primitivi
(
arte
negra
,
polinesiana
,
greca
arcaica
ecc.
ecc
.
)
rivela
una
stilizzazione
,
una
cifra
per
niente
ingenue
,
di
tipo
tardo
e
decadente
che
dà
un
'
impressione
sgradevole
come
di
frutto
per
metà
acerbo
e
per
metà
già
putrefatto
.
Che
c
'
è
in
fondo
a
quest
'
impressione
?
Il
senso
di
una
civiltà
isolata
,
senza
possibilità
di
prestiti
,
di
confronti
,
di
apporti
,
che
arriva
alla
decadenza
direttamente
dalla
primitività
senza
passare
per
la
fase
della
maturità
.
Quel
non
so
che
di
crudele
e
di
tetro
che
emana
da
quest
'
arte
sembra
alludere
al
destino
proprio
delle
cose
predestinate
al
fallimento
in
quanto
fin
dagli
inizi
avviate
per
la
strada
sbagliata
.
L
'
individuo
può
correggere
i
propri
errori
attraverso
una
presa
di
coscienza
;
ma
le
nazioni
,
le
società
,
le
collettività
,
poiché
non
vivono
a
livello
morale
ma
storico
,
non
si
accorgono
di
sbagliare
e
in
realtà
non
"
possono
"
sbagliare
.
Possono
soltanto
fallire
,
ossia
avere
una
storia
breve
,
una
storia
catastrofica
,
una
storia
in
forma
di
vicolo
cieco
.
Nell
'
erba
,
presso
la
muraglia
del
santuario
,
giacciono
alla
rinfusa
molti
blocchi
di
pietra
.
Si
pensa
che
siano
caduti
giù
per
opera
del
tempo
o
delle
devastazioni
degli
spagnoli
.
Ma
non
è
così
.
Il
santuario
di
Tiahuanaco
,
a
quanto
sembra
,
è
stato
abbandonato
prima
di
essere
finito
.
Quei
blocchi
semi
-
lavorati
erano
già
interrati
nell
'
erba
prima
della
conquista
.
Chissà
,
forse
gli
indi
si
erano
accorti
di
aver
"
sbagliato
"
;
di
essere
stati
traditi
dai
propri
dei
;
ossia
di
aver
creato
una
civiltà
predestinata
al
fallimento
.
Sull
'
altipiano
,
però
,
non
sono
stati
soltanto
gli
indi
a
fallire
;
ma
anche
i
loro
oppressori
,
gli
spagnoli
.
La
croce
cristiana
è
graffita
sulla
spalla
del
/
rade
;
e
dietro
la
collina
spunta
la
cupola
di
una
chiesa
fabbricata
,
a
quanto
ci
dicono
,
con
materiale
portato
via
dal
santuario
del
Sole
;
ma
il
fallimento
spagnolo
è
visibile
dappertutto
nell
'
abbandono
in
cui
giacciono
gli
antichi
palazzi
viceregali
,
le
monumentali
chiese
barocche
,
e
ancor
più
nella
miseria
,
nell
'
ignoranza
,
nell
'
arretratezza
della
popolazione
india
,
dopo
quattro
secoli
di
cultura
europea
.
Dalla
chiesa
,
adesso
,
giungono
suoni
agri
e
discordi
di
musiche
,
tonfi
cupi
di
tamburo
,
scoppi
secchi
di
petardi
.
È
la
fiesta
india
,
rozzamente
e
poveramente
folcloristica
la
quale
,
tra
la
morte
del
santuario
pagano
e
lo
squallore
della
chiesa
cristiana
,
dà
il
senso
acuto
e
straziante
del
fallimento
congiunto
delle
due
culture
.
La
civiltà
india
originaria
(
chiamata
collas
dal
nome
della
tribù
più
importante
)
era
di
tipo
comunitario
,
libera
e
democratica
.
Ma
all
'
arrivo
degli
spagnoli
,
questa
civiltà
già
da
quattro
secoli
è
stata
trasformata
dagli
Incas
in
impero
schiavistico
.
D
'
altra
parte
,
gli
spagnoli
conquistano
l
'
America
in
piena
fase
controriformistica
,
quando
tutto
ciò
che
c
'
è
di
vivo
e
di
nuovo
in
Europa
si
trova
schierato
contro
la
Spagna
.
Così
la
conquista
si
potrebbe
definire
la
fusione
di
due
fallimenti
,
quello
indio
e
quello
spagnolo
,
l
'
innesto
mostruoso
della
decadenza
europea
sul
tronco
della
decadenza
india
.
Ma
qual
è
il
motivo
profondo
del
momentaneo
successo
di
questa
operazione
teratologica
?
Come
mai
un
centinaio
di
avventurieri
si
sono
impadroniti
di
un
impero
di
dieci
milioni
di
indi
?
Forse
l
'
evoluzione
singolare
dell
'
istituzione
della
mita
può
fornire
,
in
maniera
simbolica
,
la
chiave
del
mistero
.
Originariamente
,
ai
tempi
della
civiltà
comunitaria
preincaica
,
la
mita
era
un
servizio
pubblico
al
quale
le
comunità
indie
si
assoggettavano
volontariamente
e
gratuitamente
.
Si
trattava
di
coltivare
le
terre
della
comunità
,
di
irrigarle
,
di
imbrigliare
í
corsi
d
'
acqua
,
di
mantenere
i
sentieri
ecc.
ecc.
La
mita
era
insomma
un
lavoro
collettivo
in
cui
si
manifestava
l
'
alto
grado
di
senso
"
associativo
"
degli
indi
.
Poi
con
l
'
impero
degli
Incas
,
la
libera
organizzazione
comunitaria
,
si
trasforma
in
struttura
rigidamente
centralizzata
e
statale
ossia
,
in
sostanza
,
in
servitù
della
gleba
inquadrata
e
diretta
da
una
burocrazia
di
tipo
religioso
.
Si
trattava
,
però
,
di
una
servitù
della
gleba
di
un
genere
particolare
,
non
tanto
basata
sullo
sfruttamento
a
scopo
di
lucro
,
quanto
sulle
necessità
reali
di
un
'
agricoltura
estensiva
che
dipendeva
in
gran
parte
dai
vasti
e
complessi
sistemi
di
irrigazione
.
Il
passaggio
dalla
servitù
della
gleba
degli
Incas
alla
franca
e
orrenda
schiavitù
mineraria
imposta
dagli
spagnoli
,
sembra
dovuto
alla
forza
.
In
realtà
,
è
reso
possibile
dal
senso
sociale
degli
indi
,
che
già
a
suo
tempo
aveva
consentito
la
trasformazione
dell
'
economia
comunitaria
in
economia
statale
.
Intendiamoci
:
il
senso
sociale
non
è
un
difetto
ma
una
qualità
.
Sempre
,
però
,
che
non
distrugga
l
'
istinto
individuale
,
come
sembra
essere
avvenuto
nella
civiltà
india
.
La
mancanza
di
individualismo
fa
sì
che
la
mita
da
servizio
pubblico
libero
e
spontaneo
si
trasformi
con
gli
Incas
e
poi
con
gli
spagnoli
in
corvée
.
Gli
indi
erano
soprattutto
e
soltanto
"
sociali
"
ossia
docili
,
sottomessi
alle
leggi
,
disciplinati
e
ligi
.
Gli
Incas
si
sono
serviti
di
questa
socialità
per
avviare
gli
indi
allo
statalismo
teocratico
;
gli
spagnoli
per
farne
degli
schiavi
.
In
un
secolo
la
popolazione
india
cade
da
dieci
milioni
ad
un
solo
milione
.
La
mita
diventa
una
condanna
a
morte
.
Tanto
è
vero
che
quando
un
indio
veniva
reclutato
per
la
mita
mineraria
,
i
compagni
gli
facevano
i
funerali
in
anticipo
.
Il
mitayo
era
sinonimo
di
indio
morto
.
All
'
atrofia
del
sentimento
di
individualità
degli
indi
fa
riscontro
l
'
ipertrofia
dell
'
individualismo
degli
spagnoli
.
I
conquistadores
sono
avventurieri
intrepidi
ma
senza
neppure
l
'
ombra
di
quel
cristianesimo
di
cui
tuttavia
alzano
il
vessillo
.
Spietati
,
fedifraghi
,
sanguinari
,
insaziabili
,
dicono
di
rappresentare
la
società
spagnola
;
ma
in
realtà
rappresentano
soltanto
se
stessi
,
anche
perché
la
società
spagnola
individualista
e
feudale
,
è
stata
lei
a
farli
così
come
sono
.
Anche
a
giudicarli
col
metro
morale
molto
particolare
del
Rinascimento
,
difficilmente
possono
essere
giustificati
e
tanto
meno
assolti
.
Sterminano
gli
indi
,
si
sterminano
tra
di
loro
;
e
questo
pur
sempre
per
motivi
di
potere
e
di
bottino
.
È
vero
che
la
Corona
di
Spagna
e
la
Chiesa
cercano
di
proteggere
le
disgraziate
popolazioni
indigene
;
ma
sono
lontane
mentre
i
feudatari
sono
presenti
sul
luogo
.
Il
fallimento
spagnolo
è
già
in
germe
in
questo
individualismo
efferato
e
imprevidente
.
Come
,
d
'
altra
parte
,
il
fallimento
indio
era
già
in
germe
nell
'
eccessivo
senso
comunitario
,
nella
mancanza
di
spirito
individuale
degli
indi
.
StampaQuotidiana ,
Libreville
.
Un
nuovo
Machiavelli
,
oggi
,
certo
abbandonerebbe
la
figura
del
Principe
,
nutrito
di
letture
umanistiche
,
da
Tito
Livio
a
Plutarco
e
a
Tacito
e
disegnerebbe
invece
quella
del
rivoluzionario
moderno
,
assurto
o
no
al
potere
.
Questo
rivoluzionario
,
naturalmente
,
sarebbe
anche
lui
un
uomo
di
cultura
;
ma
la
sua
cultura
non
sarebbe
più
quella
dell
'
umanesimo
rinascimentale
bensì
una
mescolanza
di
ideologia
e
di
scienza
.
Come
Marx
,
come
Lenin
,
come
Trotzki
,
come
Stalin
,
come
Mao
,
il
rivoluzionario
moderno
sarebbe
,
oltre
che
un
uomo
politico
portatore
di
una
determinata
ideologia
,
un
cultore
di
quelle
scienze
che
si
occupano
del
fatto
sociale
.
Frantz
Fanon
,
il
medico
martinicano
creatore
del
"
fanonismo
"
ossia
della
sintesi
più
potente
,
più
complessa
e
più
vasta
elaborata
finora
da
tutti
i
motivi
della
rivoluzione
anticolonialista
nel
Terzo
Mondo
,
non
costituisce
un
'
eccezione
alla
regola
che
oggi
vuole
l
'
uomo
politico
anche
uomo
di
scienza
.
Frantz
Fanon
era
,
infatti
,
un
sociologo
acuto
e
lucido
,
oltre
che
un
uomo
d
'
azione
e
un
poeta
della
palingenesi
del
Terzo
Mondo
.
Ma
quello
che
rende
Fanon
diverso
dagli
altri
rivoluzionari
e
probabilmente
unico
nel
suo
genere
,
è
il
fatto
che
fosse
anche
uno
psichiatra
.
Quanto
a
dire
che
egli
si
interessava
attivamente
non
soltanto
all
'
uomo
come
animale
politico
e
sociale
ma
anche
alla
persona
umana
vista
nella
sua
inconfondibile
e
singolare
interiorità
.
Immaginiamo
un
Marx
che
non
solo
ci
descriva
,
nei
suoi
effetti
sociali
ed
economici
,
il
lavoro
infantile
nelle
fabbriche
inglesi
del
suo
tempo
ma
anche
esamini
i
riflessi
di
questo
lavoro
nell
'
animo
di
una
particolare
bambina
o
di
un
particolare
ragazzo
;
e
avremo
il
senso
preciso
della
situazione
centrale
rispetto
alla
cultura
moderna
di
Frantz
Fanon
ideologo
della
lotta
anticolonialista
e
della
"
negritudine
"
,
personaggio
di
primo
piano
della
rivoluzione
africana
,
medico
psichiatrico
,
scrittore
ormai
classico
.
La
sua
originalità
,
come
sempre
avviene
,
va
soprattutto
ravvisata
nella
sua
capacità
di
conciliare
senza
sopprimerle
le
contraddizioni
estreme
.
Frantz
Fanon
è
fautore
a
oltranza
del
nazionalismo
come
l
'
arma
più
efficace
contro
il
colonialismo
e
il
mezzo
migliore
per
creare
o
recuperare
le
culture
nazionali
;
ma
al
tempo
stesso
sembra
rendersi
conto
che
il
nazionalismo
europeo
è
stato
il
padre
del
colonialismo
e
del
razzismo
e
che
,
invece
di
creare
o
recuperare
le
culture
nazionali
,
il
nazionalismo
,
strumentalizzandole
,
ne
arresta
lo
sviluppo
e
ne
uccide
i
germi
più
fecondi
.
È
sostenitore
del
ricorso
alla
violenza
sistematica
e
spietata
nella
lotta
contro
il
colonialismo
;
ma
al
tempo
stesso
,
ne
I
dannati
della
Terra
,
nel
capitolo
"
Guerra
coloniale
e
disturbi
mentali
"
studia
con
lucidità
e
delicatezza
gli
effetti
distruttivi
di
questa
stessa
violenza
nell
'
intimità
dell
'
animo
umano
(
a
proposito
,
cosa
avrebbe
detto
Fanon
dei
killers
di
Fiumicino
che
si
sono
dichiarati
"
fieri
"
di
aver
bruciato
vivi
trenta
innocenti
,
lui
che
,
tra
i
casi
clinici
della
guerra
totale
in
Algeria
,
include
quello
dei
due
ragazzi
arabi
,
assassini
alienati
e
automatici
di
un
loro
amichetto
francese
?
Avrebbe
riscontrato
in
quella
"
fierezza
"
un
tratto
psicopatico
oppure
l
'
avrebbe
approvata
?
)
.
Infine
egli
odia
le
cosiddette
borghesie
nazionali
africane
(
"
la
fase
borghese
nei
paesi
sottosviluppati
è
una
fase
inutile
"
)
;
ma
al
tempo
stesso
si
palesa
estimatore
della
borghesia
europea
anche
se
colonialista
e
imperialista
(
"
questa
borghesia
dinamica
,
colta
,
laica
è
riuscita
pienamente
nella
sua
impresa
di
accumulazione
del
capitale
e
ha
dato
alla
nazione
un
minimo
di
prosperità
"
)
.
Frantz
Fanon
è
morto
nel
1961
.
L
'
Algeria
,
alla
cui
rivoluzione
ha
partecipato
in
qualità
di
militante
,
la
maggior
parte
delle
colonie
africane
alla
cui
liberazione
ha
contribuito
potentemente
con
la
sua
opera
scritta
,
sono
Stati
indipendenti
.
Ora
,
cosa
direbbe
Frantz
Fanon
oggi
del
Terzo
Mondo
e
in
particolare
dell
'
Africa
nera
come
si
è
venuta
assestando
a
livello
politico
negli
ultimi
anni
?
Nell
'
opera
di
Frantz
Fanon
,
vorrei
distinguere
due
parti
.
La
prima
è
quella
in
cui
Fanon
definisce
la
situazione
del
negro
nel
mondo
creato
dai
bianchi
e
,
conseguentemente
,
incita
gli
africani
alla
violenza
per
distruggere
il
colonialismo
razzista
.
La
seconda
,
che
chiamerei
testamentaria
e
profetica
,
è
quella
in
cui
Fanon
critica
le
nuove
società
africane
e
i
loro
sistemi
politici
e
suggerisce
i
modi
,
"
per
l
'
Europa
,
per
noi
stessi
e
per
l
'
umanità
"
coi
quali
sarà
possibile
"
rinnovarsi
,
sviluppare
un
pensiero
nuovo
,
tentare
di
metter
su
un
uomo
nuovo
"
.
La
prima
parte
contiene
una
requisitoria
folgorante
contro
il
colonialismo
e
il
razzismo
e
va
considerata
fondamentale
per
tutto
quanto
riguarda
il
Terzo
Mondo
:
ma
occorre
dirlo
,
essa
ormai
"
data
"
senza
per
questo
perdere
il
suo
valore
ideologico
e
letterario
,
come
è
proprio
in
genere
dei
classici
,
appunto
perché
ha
determinato
in
maniera
irreversibile
e
definitiva
la
presa
di
coscienza
da
parte
degli
africani
e
degli
europei
nei
riguardi
del
colonialismo
.
Il
quale
,
è
vero
,
è
ancora
attivo
in
Africa
,
ma
appare
,
ormai
,
anche
per
merito
di
Fanon
,
del
tutto
anacronistico
e
svuotato
di
contenuto
.
La
seconda
parte
,
quella
che
ho
chiamato
testamentaria
e
profetica
,
è
e
sarà
invece
per
lungo
tempo
di
attualità
non
soltanto
nel
Terzo
Mondo
.
È
chiaro
infatti
che
quando
Fanon
,
nella
conclusione
dei
Dannati
della
Terra
,
dice
:
"
Cerchiamo
di
inventare
l
'
uomo
totale
che
l
'
Europa
è
stata
incapace
di
far
trionfare
"
egli
si
rivolge
indistintamente
a
tutti
gli
uomini
.
Ma
accanto
a
questa
attualità
,
diciamo
così
,
universale
,
ce
n
'
è
un
'
altra
che
riguarda
direttamente
e
unicamente
la
nuova
Africa
.
Vediamo
adesso
perché
e
in
che
modo
.
Come
ho
già
accennato
,
Frantz
Fanon
è
prima
di
tutto
,
per
le
esigenze
della
lotta
anticolonialista
,
un
nazionalista
convinto
.
Ma
egli
non
crede
alla
possibilità
e
tanto
meno
alla
necessità
di
una
borghesia
nazionale
in
Africa
.
Logicamente
,
quindi
,
Fanon
finisce
per
orientarsi
verso
il
socialismo
cioè
verso
quella
democrazia
"
dal
basso
»
che
si
esprima
nell
'
istituzione
del
partito
unico
,
depositario
dell
'
ideologia
"
progressista
"
(
per
distinguerlo
,
come
si
vedrà
,
dal
partito
unico
"
reazionario
"
)
.
Il
pluripartitismo
di
specie
parlamentare
è
,
infatti
,
inconcepibile
senza
una
borghesia
forte
e
colta
e
abbiamo
già
visto
che
per
Fanon
questa
borghesia
in
Africa
non
è
né
possibile
né
desiderabile
.
Non
c
'
è
dubbio
,
insomma
,
che
se
Fanon
non
fosse
morto
nel
1961
,
avrebbe
accolto
,
pochi
anni
dopo
,
molte
delle
istanze
sociali
e
politiche
della
contestazione
.
Adesso
guardiamo
all
'
Africa
,
oggi
.
Il
fenomeno
politico
che
colpisce
a
prima
vista
è
il
trionfo
del
partito
unico
e
del
suo
indispensabile
complemento
,
quello
cioè
che
Fanon
chiama
il
leader
.
Quasi
dappertutto
,
insomma
,
il
pluripartitismo
parlamentare
,
con
le
sue
appendici
indispensabili
di
libertà
individuali
e
di
diritti
dell
'
uomo
,
è
stato
annullato
da
rivoluzioni
,
colpi
di
Stato
militari
e
no
,
dissoluzioni
delle
opposizioni
.
Forse
nessuno
è
più
idoneo
,
oggi
,
a
spiegarci
i
motivi
,
diciamo
così
,
"
interni
"
di
questa
crisi
del
pluripartitismo
in
Africa
,
di
un
uomo
come
Kenneth
Kaunda
,
attuale
presidente
dello
Zambia
.
Questo
paese
per
dieci
anni
dopo
l
'
indipendenza
è
stato
governato
da
Kaunda
col
sistema
pluripartitico
.
L
'
anno
scorso
,
Kaunda
ha
proclamato
lo
Zambia
paese
a
partito
unico
.
In
una
intervista
a
"
Newsweek
"
,
alla
domanda
di
come
sono
andate
le
elezioni
basate
per
la
prima
volta
sul
partito
unico
,
Kaunda
risponde
con
una
certa
quale
ingenuità
:
"
Sono
state
le
elezioni
più
tranquille
che
abbiamo
mai
avuto
in
questo
paese
.
In
passato
,
tutte
le
volte
che
scioglievo
il
parlamento
,
letteralmente
mi
aspettavo
la
morte
di
molti
dei
miei
concittadini
.
La
burocrazia
,
l
'
esercito
,
la
polizia
,
tutte
le
istituzioni
della
nazione
erano
spaccate
dalle
linee
politiche
dei
partiti
.
D
'
altronde
questi
partiti
erano
a
loro
volta
basati
sulle
tribù
e
così
,
qualsiasi
cosa
si
facesse
,
portava
alla
divisione
.
"
A
questo
quadro
desolante
degli
effetti
del
pluripartitismo
,
il
giornalista
americano
fa
seguire
la
logica
domanda
:
"
Ma
il
partito
unico
può
realmente
essere
democratico
?
"
.
Al
che
Kaunda
risponde
:
"
In
Occidente
,
quando
si
parla
di
partito
unico
,
i
più
pensano
immediatamente
a
tirannie
,
repressioni
,
dittature
...
Io
non
accetto
questo
punto
di
vista
.
Noi
abbiamo
tentato
il
pluripartitismo
qui
nello
Zambia
.
Sinceramente
,
abbiamo
cercato
di
farlo
funzionare
.
Ma
ci
siamo
trovati
sommersi
dai
risentimenti
tribali
,
religiosi
,
razziali
e
così
via
.
Questo
sistema
qui
non
funziona
;
avrebbe
distrutto
la
nazione
...
allora
alla
fine
abbiamo
deciso
di
creare
un
sistema
nuovo
"
.
Non
c
'
è
molto
da
aggiungere
a
queste
parole
così
illuminanti
sulla
crisi
del
pluripartitismo
e
sul
passaggio
alla
"
democrazia
"
del
partito
unico
.
Naturalmente
il
carattere
politico
e
sociale
di
questi
partiti
unici
varia
grandemente
.
Una
prima
suddivisione
sarebbe
quella
tra
partiti
unici
legati
alle
borghesie
nazionali
e
partiti
unici
socialisti
dalle
varie
sfumature
,
dal
"
socialismo
africano
"
al
marxismo
di
stretta
osservanza
.
Una
seconda
,
quella
tra
leaders
militari
e
leaders
civili
.
Una
terza
potrebbe
essere
basata
sulle
tendenze
politiche
di
questi
leaders
:
vi
sono
militari
che
si
proclamano
socialisti
,
e
civili
che
si
appoggiano
alle
borghesie
nazionali
,
e
viceversa
.
Ma
c
'
è
un
tratto
comune
che
sovrasta
a
tutte
queste
differenze
;
ed
è
la
personalizzazione
del
potere
o
,
se
si
preferisce
,
il
culto
della
personalità
.
Quest
'
ultima
definizione
è
diventata
ormai
un
luogo
comune
il
cui
significato
,
appunto
perché
ovvio
,
quasi
sfugge
all
'
attenzione
.
Ma
in
Africa
il
culto
della
personalità
è
proprio
il
culto
della
personalità
,
né
più
né
meno
.
Nei
nuovi
Stati
africani
tutto
sembra
contribuire
al
culto
della
personalità
:
la
dittatura
del
proletariato
come
la
dittatura
militare
,
il
partito
unico
socialista
come
il
partito
unico
borghese
nazionale
,
il
centralismo
urbano
e
industriale
come
il
decentramento
tribale
e
contadino
.
Ciò
che
si
vede
,
nella
sua
ingenuità
e
autenticità
,
ha
un
valore
altrettanto
probante
di
ciò
che
si
potrebbe
scoprire
con
indagine
approfondita
.
Per
esempio
i
perizomi
vivaci
in
cui
si
avvolgono
le
donne
africane
,
dovunque
e
coi
più
diversi
partiti
unici
,
mostrano
spesso
sul
dorso
e
sul
ventre
il
ritratto
in
grandezza
naturale
del
leader
con
il
titolo
che
gli
compete
(
quasi
sempre
"
presidente
"
,
in
alcuni
casi
"
presidente
a
vita
"
)
circondato
di
slogan
e
motti
di
propaganda
.
D
'
altra
parte
,
bisognerebbe
essere
ciechi
e
sordi
per
non
accorgersi
,
viaggiando
in
Africa
,
dell
'
atmosfera
di
timore
reverenziale
,
di
devozione
intransigente
,
di
rispetto
protocollare
che
circonda
la
personalità
del
leader
,
nonché
dei
modi
più
o
meno
autoritari
del
suo
predominio
.
Accanto
a
questi
caratteri
che
si
possono
ancora
chiamare
positivi
,
ve
ne
sono
altri
che
difficilmente
potrebbero
essere
considerati
tali
.
Il
culto
della
personalità
,
come
abbiamo
visto
,
si
basa
sul
partito
unico
,
e
dunque
sulla
assenza
dei
partiti
di
opposizione
.
Da
questo
,
all
'
intolleranza
verso
gli
oppositori
esterni
e
interni
,
il
passo
non
è
lungo
.
È
un
fatto
accertato
che
in
alcuni
Stati
africani
retti
a
partito
unico
,
secondo
l
'
ultimo
rapporto
dell
'
Amnesty
International
molti
oppositori
di
varie
tendenze
politiche
si
trovano
in
carcere
senz
'
altro
motivo
che
il
loro
dissenso
dal
leader
.
L
'
imprigionamento
degli
oppositori
dimostra
,
secondo
me
,
più
di
qualsiasi
acritico
fanatismo
popolare
,
il
prevalere
del
culto
della
personalità
.
Allo
stesso
modo
che
l
'
esistenza
legale
di
un
'
opposizione
è
l
'
indizio
più
sicuro
di
segno
contrario
.
Insomma
,
il
leader
africano
militare
o
civile
,
borghese
-
nazionale
o
socialista
-
si
ammanta
spesso
di
un
potere
che
bisogna
pur
chiamare
carismatico
.
Al
carattere
sacrale
del
potere
politico
contribuisce
probabilmente
anche
la
particolare
religiosità
delle
masse
.
Le
religioni
,
tutte
le
religioni
,
sia
quelle
autoctone
e
tribali
sia
quelle
a
sfondo
universalistico
,
non
sembrano
spesso
avere
in
Africa
limiti
sociali
e
psicologici
precisi
.
Come
i
grandi
fiumi
africani
che
alla
stagione
delle
piogge
escono
dai
loro
alvei
e
inondano
immensi
territori
,
la
religiosità
africana
,
pur
di
fronte
a
novità
sconvolgenti
come
il
socialismo
e
il
nazionalismo
,
non
tanto
scompare
quanto
trapassa
dalle
vecchie
alle
nuove
istituzioni
tutte
sommergendole
nella
sua
irresistibile
onda
mitica
.
Il
leader
africano
prim
'
ancora
che
un
militare
o
un
civile
,
che
un
borghese
nazionale
o
un
socialista
,
è
spesso
un
padre
spirituale
,
una
guida
morale
,
un
maestro
di
saggezza
,
un
capo
religioso
,
un
tutore
ideologico
,
un
messia
politico
.
I
leaders
si
chiamano
"
Osagyefo
"
(
redentore
)
e
"
Mwalimu
"
(
maestro
)
;
parlano
di
"
Ujamaa
"
(
spirito
della
famiglia
)
e
di
"
Harambee
"
(
cooperazione
)
oppure
informano
il
partito
ad
"
un
umanismo
cristiano
"
affinché
"
il
servizio
incondizionato
dei
nostri
compagni
sia
la
più
pura
forma
del
servizio
di
Dio
"
.
Sugli
autobus
in
gran
parte
dell
'
Africa
nera
,
al
di
sopra
della
scritta
che
ne
indica
il
percorso
,
si
leggono
frasi
edificanti
di
questo
genere
:
"
Dio
è
la
mia
guida
"
;
"
L
'
onestà
è
il
migliore
sistema
"
;
"
Con
Dio
mi
sento
sicuro
"
;
"
Onora
tuo
padre
e
tua
madre
"
,
ecc.
ecc.
L
'
idea
soggiacente
al
potere
carismatico
sembra
essere
che
la
società
è
tutta
una
grande
famiglia
affettuosa
in
cui
si
viene
istruiti
,
educati
,
assistiti
,
guidati
e
,
alla
fine
,
premiati
o
puniti
.
Naturalmente
tutto
questo
non
impedisce
al
potere
di
essere
il
potere
,
alla
politica
di
essere
la
politica
,
alle
classi
di
essere
le
classi
.
Si
tratta
,
insomma
,
soprattutto
di
una
questione
di
linguaggio
connessa
a
sua
volta
con
la
civiltà
contadina
che
è
propria
di
tutto
il
Terzo
Mondo
ma
che
in
Africa
ha
caratteri
originali
diversi
dall
'
Asia
e
dall
'
America
Latina
.
D
'
altra
parte
bisogna
avvertire
che
il
carisma
non
impedisce
affatto
una
consapevolezza
del
tutto
realistica
dei
limiti
e
dei
lati
negativi
sia
del
leader
che
del
sistema
a
partito
unico
.
Ma
la
personalizzazione
del
potere
sembra
essere
alla
fine
la
condizione
essenziale
affinché
il
carisma
si
verifichi
.