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IL FASCISMO ( PARETO VILFREDO , 1922 )
StampaPeriodica ,
Tanto si è già scritto sul fascismo che un nuovo studio può parere soverchio , e sarebbe quando fosse volto non dico solo alla vanità dei " creatori della realtà " , o anche più serialmente a dispensare lode o biasimo a questo fenomeno , a dimostrarne l ' aspetto sotto la luce di certi sentimenti , ma a metterlo nel posto che presumibilmente può occupare nella politica del giorno ; tutto ciò è stato già fatto da valenti autori , quindi non ne terrò qui parola , e mi propongo di considerare soltanto alcuni aspetti sperimentali , sui quali forse non è ancora stato detto tutto . Per prima cosa , occorre vedere quali sono i caratteri principali del fenomeno a cui si dà il nome di fascismo . Dice bene il Missiroli " affermare che il fascismo è un fenomeno puramente idealistico e romantico non si può , allo stesso modo che è una calunnia riguardarlo come una guardia al soldo della plutocrazia e della grande industria . La verità è infinitamente più complessa ed è difficilissimo scoprirne gli aspetti in funzione dell ' estrema mobilità con la quale il fenomeno fascista si svolge e si colora " . Tale osservazione si può fare , in generale , per tutti i fenomeni concreti della società : essi appaiono come una miscela di vari elementi , che ognora mutano di proporzione e si trasformano ; si può solo indagare se , in tanta mobilità , rimangono alcuni punti meno mobili , quasi fissi . Chi mai sa dire che è la " democrazia " ? Quanti e quali partiti " liberali " ci sono ? Quanti " conservatori " , quanti " socialisti " ? In altro campo , nelle regioni , sotto un sol nome stanno contenuti vari . Già nei Vangeli appaiono diversi cristianesimi , che , coll ' andare del tempo , crebbero e moltiplicarono , Naturalmente ognuno di essi stima di essere il " vero " , ma ciò non toglie , anzi appunto conferma che siano diversi . Vediamo dunque se ci sono parti non tanto mobili nel fascismo . Due si manifestano a prima vista , diverse nell ' indole e nel tempo . La prima , che cronologicamente viene ultima , ma che corrisponde ad un fenomeno più intenso , è l ' uso di una violenza extra - legale , che talvolta si sostituisce , talvolta si oppone ai poteri deputati a promulgare o ad applicare la legge . La seconda , che cronologicamente precedette , ma che ora sta attenuandosi , è l ' esistenza di un mito , di cui il nocciolo è nazionalista , con intorno , come solitamente accade in casi simili , una nebulosa di altri sentimenti . Occorre sempre , in materie di tal genere , studiare separatamente la sostanza ( residui e interessi ) , e i ragionamenti ( derivazioni ) a cui dà origine . In questi due studi , si pone subito il quesito che sta nel sapere se nel fenomeno del fascismo prevale la novità , o se in esso dobbiamo riconoscere un caso particolare di fenomeni molto più generali . La risposta non è dubbia : il secondo aspetto è principale . A chi , nella storia delle società civili , percorre solo il breve tempo della vita dell ' uomo , l ' uso della violenza extra - legale appare eccezionale ; invece , a chi considera più lungo volgere d ' anni , più secoli , appare solito , anche per i popoli più pacifici ; e se spinge lo sguardo nello spazio , vede un complesso di fenomeni analoghi , che dalla violenza individuale del delinquente , passa per diversi gradi , alle violenze collettive delle guerre civili e delle estere ; tantoché si può dire che le contese degli uomini si svolgono abitualmente , necessariamente ora dentro , ora fuori di certe norme di costumi o di leggi . Come accade per tutti gli altri fatti sociali , questi ci sono noti per descrizioni alle quali sono aggiunte considerazioni ( derivazioni ) teologiche , metafisiche , etiche pseudo sperimentali . Per giungere alla sostanza , occorre liberarci da questi fronzoli . Principiamo dunque col procacciare di ciò fare . Nell ' uomo esiste un sentimento poco preciso ma potente che ha nome di " giustizia " , il quale ha parti comuni , ma altresì parti diverse , talvolta opposte , tra loro regnanti , non solo nello spazio e nel tempo , ma anche nelle diverse classi sociali e perfino in singoli individui . Questo sentimento giova dunque che sia soddisfatto da chi , volendo conseguire l ' altrui consenso , descrive fatti sociali o propugna alcun provvedimento . Il sentimento di " giustizia " Si confonde spesso con un altro che assegna a cosa alcuna il carattere di " legittimità " . Quindi , in genere , si ricerca se una cosa è " giusta " , è " legittima " , sì o no . Notisi che , per una proprietà della logica dei sentimenti , diversa dalla ordinaria , dalle stesse premesse si possono trarre conseguenze interamente opposte . Così , dalle Sacre Carte , si trae la " legittimità " del potere assoluto dei re e la non meno evidente " legittimità " delle insurrezioni popolari , sino anche di quelle degli anabattisti , il sacrilegio dell ' attentato ' alla persona del Re , e la " legittimità " del " diritto di proprietà " , e quella del comunismo e via di seguito . Oggi le spiegazioni teologiche sono in decadenza , quindi , ragionando del fascismo , non abbiamo fortunatamente da risolvere cotanto spinosi quesiti . Ma , ahimè ! , altri non meno difficili rimangono ; abbiamo certi principi metafisici , confortati da teorie pseudosperimentali , ai quali ci conviene porre mente . Alcune delle entità metafisiche hanno anche del teologico . Così , nel panteon democratico , sta un principio del male , detto " reazione " , che fa le parti di Satana ; basta dimostrare che una cosa è reazionaria perché sia dannata . Perciò appunto , affermano i nemici , negano gli amici che il fascismo sia reazionario . Lasciamoli contendere e proseguiamo . C ' è una certa " responsabilità morale " che preme molto di ben fissare . Chi è " causa " del conflitto ? Per risolvere il difficile problema si hanno certi segni . Nelle guerre internazionali , è " causa " della guerra quella nazione che la dichiara . Così la Francia fu , dicono i Tedeschi , " causa " della guerra del 1870; e la Germania , dicono i Francesi , fu " causa " della guerra del 1914 . Per scansare la necessità di dichiarare la guerra , si è escogitato uno " stato di guerra " , ma esso vale specialmente per i popoli extra - europei . Nei conflitti civili , i comunisti attentano al " diritto di proprietà _ " , quindi " giustamente " sono reputati " causa " di eventuali conflitti . Si risponde che i " capitalisti " attentarono e seguitano ad attentare ai " diritti " dei proletari , appropriandosene i beni , e che quindi questi beni sono " giustamente " " rivendicati " dalle varie sette socialiste e comuniste , anche da singoli nichilisti . E questa non è fantasmagoria metafisica , è ottima scienza sperimentale , in grazia della venerabile teoria del plus - valore . Il comandante Rizzo , direttore della cooperativa " Garibaldi " , scrive : " Certo sarebbe molto più rapido , per quanto non facile , impadronirsi senz ' altro delle navi , costruite in gran parte da sottrazioni al lavoro , che vanno dai nostri avi al presente , ma i marinai preferiscono avviarsi al riscatto lentamente ... " ( Giornale d ' Italia , 1° gennaio 1922 ) . Naturalmente gli armatori non si mostrano punto persuasi della " giustizia " di queste " rivendicazioni " e qui la contesa rammenta il leggendario : " Rendi le tue armi - Vienle a prendere " . Chi è causa del conflitto : colui che chiede le armi , o colui , che risponde di venirle a prendere ? Chi è causa delle violenze fasciste , o di altri simili , coloro che rivendicano , o coloro che negano ? Non ci perdiamo d ' animo , che soccorre un altro bel criterio , cioè quello della cronologia . Chi è stato primo a muovere le offese ? Colui è da reputarsi giustamente causa del conflitto . Erodoto principia la sua storia col ricercare faticosamente chi , dei Greci o degli Asiatici , diede principio alle offese che misero capo all ' invasione della Grecia , e sino a che punto tali offese si potevano compensare . Le violenze dei socialisti precedettero quelle dei fascisti o viceversa ? Si può rispondere ciò che si vuole , secondo il punto a cui si ferma l ' indagine , e se tal punto non si fissasse , si risalirebbe a Caino e ad Abele ; il che sarebbe certo un bell ' esercizio letterario , meno bello per altro di quello col quale si ricerca se la gallina fu prima dell ' uovo , o viceversa . In realtà tra socialisti e fascisti , tra chi " rivendica " e chi alle rivendicazioni si oppone , si ha un seguito di azioni e di reazioni , le quali esistono anche indipendentemente dalle forme socialiste e fasciste . Il fascismo non esisteva ancora , e quindi non potevano le sue violenze essere cagione delle opposte dei socialisti , quando questi , prima della guerra , catturarono un generale , e dopo la guerra diedero la caccia agli ufficiali per le vie di Torino , ed , estendendosi il conflitto , un ministro stimò bene , pel minor male ... di disarmare gli ufficiali . A ciò si risponde che " giusto " era lo sdegno dei proletari , e che , se prorompeva in atti violenti , la colpa era di chi lo aveva suscitato . E può anche essere ; secondo il significato che piacerà di dare al termine : giusto ; ma mettendoci per questa via , andiamo fuori dell ' argomento cronologico , che si diceva di voler trattare . Analoghe derivazioni poggiano sul dubbio significato del termine " libertà " . Significa , per solito , la facoltà in certe persone di fare cosa alcuna , ma questa facoltà viene necessariamente a contrastare con altre simili facoltà , in altre persone ; e sarebbe necessario di fissare il confine di questi due generi di facoltà per potere assegnare un significato preciso alla " libertà " . Generalmente la discussione su ciò scivola nel campo della convenienza , della " legittimità " . Per esempio , la libertà dello sciopero suolsi intendere non solo come facoltà di farlo , ma anche come facoltà di costringere altrui a farlo , di punire i crumiri . La facoltà dell ' operaio di fissare le condizioni a cui vuole vendere la propria opera s ' intende come la facoltà d ' imporre queste condizioni con boicottaggi , multe , violenze personali , occupazioni delle proprietà altrui . Tutto ciò si " giustifica " osservando che sono provvedimenti convenienti , legittimi per favorire lo sciopero , fissare condizioni vantaggiose di lavoro , facilitare " l ' ascesa del proletariato " , le trasformazioni volute dalla " modernità " . I socialisti che ora domandano un governo che faccia rispettare la libertà intendono probabilmente il rispetto di alcune di tali facoltà , senza per altro spingersi sino a quella di dare la caccia agli ufficiali . I fascisti che impongono a sindaci e a consiglieri socialisti di dimettersi , che incendiano edifici reputati covi sovversivi invocano , non la " libertà " , ma talvolta , ed è cosa poco diversa , la tutela della loro fede , offesa da chi non vi partecipa ; e tale è stata ognora la ragione delle persecuzioni mosse dagli ortodossi agli eretici ; talvolta dicono di operare secondo la legge del taglione , rintuzzando offese ; ed è ragione pure spesso adottata dagli ortodossi contro gli eretici . La libertà dei cattolici di fare processioni fuori delle chiese veniva , anni or sono , a contrasto con la libertà dei liberi pensatori di tenere il cappello in capo , al passaggio di queste processioni . Similmente , oggi , la libertà dei fascisti di fare processioni con i loro vessilli , detti gagliardetti , viene a contrasto con la libertà dei miscredenti della fede fascista , di serbare in capo il cappello , e da ciò nascono conflitti violenti , ferimenti e peggio . Potrebbesi quindi invocare un provvedimento simile a quello preso per le processioni dei cattolici ; ma il motivo starebbe nell ' utilità della tutela dell ' ordine pubblico , non mai in una immaginaria difesa della " libertà " . Quando si osservano varie fedi in contrasto , è raro che non si tenti di ricercare quale di esse abbia il migliore contenuto logico ; col che si va contro ad una relazione di fatti ampiamente dimostrata dalla storia , la quale fa vedere che il valore sociale di una religione è quasi interamente indipendente da tal contenuto . Sotto l ' aspetto della logica formale , la fede fascista è certo molto inferiore alla socialista ; non fosse altro perché è ancora in uno stato nebuloso ; se da questo esce , potrà porsi in pari . Per ora , nulla , ad esempio , ha da contrapporre alla teoria del plus - valore , nulla al materialismo storico . Pareva voler opporre al mito della divinità del proletariato , quello della divinità della nazione ; ma ora , col disgiungersi poco o molto dal nazionalismo , riduce questa divinità a ben poca cosa ; e le divinità dimesse hanno scarsissimo valore . Sotto queste ed altre simili derivazioni , stanno i sentimenti e gli interessi , che principalmente determinano fenomeni sociali . Ogni uomo vivente in società ha , per ciò solo , sentimenti ed interessi che lo inducono a sottomettersi a certe norme , e finché quei sentimenti ed interessi prevalgono sui contrari a tali norme , egli non ricorre alla violenza , alla quale invece si appiglia se questa relazione si capovolge . Occorre badare bene che ciò può accadere tanto per lo scemare dei sentimenti e degli interessi sociali , come pel crescere degli anti - sociali ; e che questi e quelli sono soggetti alla legge generale del ritmo , onde ora crescono , ora scemano . Gli epiteti " sociale " ed " anti - sociale " hanno qui un significato non già assoluto , ma relativo alla collettività che si considera . Così il il sentimento favorevole alla schiavitù era sociale , nella Roma antica , è anti - sociale nella moderna ; il sentimento del diritto di proprietà è sociale in società che ammettono tale diritto , anti - sociale nella Russia di Lenin . Le differenze si estendono anche a collettività più strette , ristrettissime . Per esempio , il sentimento dell ' " omertà " è sociale per un certo numero di persone , antisociale per l ' intera nazione . Tra le cagioni che maggiormente spingono l ' uomo all ' azione violenta stanno le offese a ciò che egli , non importa con qual fondamento , reputa " giustizia " . Così anche i malfattori hanno il concetto di una certa " giustizia " per spartire il bottino , e mettono mano al coltello od alla rivoltella , tostoché questa giustizia venga offesa . Un ' uniformità che patisce poche eccezioni si osserva nel fatto che , ove la pubblica podestà venga meno all ' ufficio di mantenere ciò che dai più è stimato giustizia , i privati compiono tale opera per proprio conto . Il maggior numero di sommosse avviene principalmente per tal cagione ; stia poi questa giustizia nei rapporti dei privati tra loro , oppure con lo Stato . Nel primo caso , non di rado avviene che , in modo parallelo a quello delle leggi e dei tribunali pubblici , operino leggi e tribunali di collettività private . In questo senso si può dire che la " giustizia " delle leghe rosse inclinava a sostituirsi ad una certa giustizia ideale , stimata manchevole nello Stato , disconoscente dei " diritti " del proletariato ; come , d ' altra parte , la " giustizia " del fascismo inclinava a sostituirsi alla giustizia dello Stato che lasciava impunemente violare leggi e diritti sanciti dai pubblici poteri , o che , peggio ancora , della violazione si faceva complice con arbitrari decreti - legge . Di fatti analoghi ha dovizia la storia , dall ' antichità greco - romana all ' era nostra . La pubblica autorità , quando è debole , facilmente viene a patti or con l ' una , or con l ' altra delle collettività contendenti . In Germania , gli Imperatori permisero l ' estendersi della potestà dei tribunali segreti , detti vernici , stimandoli tutti ausiliari contro la strapotente aristocrazia . Si dice che i Borboni di Napoli amoreggiassero con la camorra , e che governi più recenti non ne disdegnassero gli aiuti nelle elezioni . Ai tempi della prima rivoluzione francese , la giustizia giacobina fu ora favorita , ora repressa , secondo chi stava al governo . Al presente , in Italia , i ministeri si traccheggiano tra rossi e fascisti . Un poco da per tutto , ma più forse in Italia , i sentimenti favorevoli al potere centrale , al potere dello Stato , vanno scemando , i contrari crescendo . Ma di ciò scrissi altrove e perciò qui tralascio di lungamente discorrere . Il Parlamento inclina a diventare una riunione di combricole , di cui scopo principale è il partirsi i beni dello Stato . Da ciò hanno origine i governi di coalizione , la noncuranza per gli altri uffici del parlamento , un tempo stimati quasi soli , come l ' approvare i bilanci , di fare le leggi , ora sostituite da decreti - legge , accettati dalla coalizione imperante , non troppo avversati dalle altre che sperano di occuparne il posto . Intanto , compagnie di ventura scorazzano il Parlamento , offrendo , contro adeguati compensi politici , o negando il proprio appoggio ai ministeri ; i quali quindi traggono spesso origine , non da un voto della Camera , ma da intrighi dei corridoi . In tanto sgretolamento della pubblica autorità , hanno conveniente sede le violenze delle leghe rosse , quelle dei fascisti , ed altre che potrebbero venire . Secondo una . certa teoria , la divisione dei beni sociali , e politici , tra i partiti , per essere in " giusta misura " , dovrebbe farsi in proporzione del numero dei deputati di ciascuno di essi , e , sarebbe " ingiusto " che uno di essi pretendesse di ottenere più della porzione così determinata . Dicesi che , tra le principali cause della caduta del ministero Bonomi , ci sia appunto l ' avere esso commessa tale " ingiustizia " in favore dei Popolari . Ma nelle umane contese non opera soltanto il numero ; anche l ' intelletto , l ' energia hanno la loro parte ; quindi è agevole intendere come contro il numero insorgano l ' arte e la violenza , e da ciò sono determinati molti fenomeni delle leghe rosse e del fascismo . Quando certi sentimenti prevalgono su altri , ciò è solo indizio di forza relativa , non di forza assoluta , che può essere grande , o piccola per tutti . Così , come già notammo , vanno ora scemando i sentimenti favorevoli al potere dello Stato , crescendo i contrari ; ma né questi né quelli appaiono molto energici . Quando , dal 1821 al 1849 , erano in Italia forti sentimenti , si ebbero , anche in circostanze poco favorevoli , tentativi eroici di rivoluzioni , seguiti da feroci repressioni , oggi in congiunture favorevoli , se non al riescire almeno al tentare , il tentativo non venne fatto né dai " rossi " , quando il governo già si abbandonava all ' avversa sorte ed ebbe salvezza soltanto dalla violenza privata , né dai fascisti , quando a loro volgeva prospera la sorte , sul finire dell ' impero di D ' Annunzio a Firenze , o quando occuparono Roma , nell ' autunno del 1921 . Affermarono che , non fecero la rivoluzione , i socialisti , perché stimarono miglior consiglio punire la borghesia dei suoi falli lasciandola nelle peste , i fascisti , perché li stringeva amor di patria ; ma sono discorsi simili a quello di chi , caduto da cavallo , disse : Volevo scendere . I socialisti hanno una dottrina molto più organica di quella dei fascisti , la quale , per durare , ha bisogno di assumere forme più precise , altrimenti avrà vita effimera . Ma , in tal caso , sparita la dottrina rimarranno i fascisti , e sia pure sotto altro nome saranno uno degli elementi dell ' equilibrio sociale . Vi sono due generi di coraggio : quello fisico e quello morale . Il fenomeno del fascismo mostra che il primo non manca alla nostra borghesia , come , in generale , non mancò alle classi elette del passato . Scarso è invece quel coraggio morale che anima l ' uomo a confessare la propria fede e ad esaltarla contro le avverse . Il coraggio fisico , da solo , non determina gravi mutamenti politici o sociali ; diventa importante , quando viene in aiuto al coraggio morale , alla forza intellettuale . I Muscadins , analoghi sotto certi aspetti , ai nostri fascisti , erano , come questi , ben provvisti di coraggio fisico ; ma non furono dessi a rovesciare il Direttorio , fu il Bonaparte con il sussidio delle sue legioni . Il Mallet du Pan , narrando dello stato di Parigi , sotto il Direttorio , descrive fenomeni d ' indole generale . Ecco , per esempio , una descrizione del pescecanismo d ' allora , simile a quello che si osserva ora a Berlino , a Vienna , a Mosca , e forse anche un poco in Italia : " Une cupidité et une prodigalité effrénées sont les deux passions universelles . Rapine , et puis rapine , et toujours rapine , voilà le pivot central , le but , l ' élément unique de la République . On vole , on escapote , on acquiert par tous les moyens vils , coquins , ridicules même . L ' avidité résulte ici de la misère et de l ' excès de la dépense . Elle prend toutes les formes , elle essaye toutes les turpitudes , elle imagine tous les expédients . Rien ne la révolte ni ne l ' intimide ; son âpreté est au dessus de tout . Il n ' y a pas moins d ' activité et même d ' application à démenser qu ' à gagner de l ' argent . Débauche de table de boisson , de femmes , de luxe , de folies , cela surpasse infiniment ce qu ' aucune capitale a jamais présénté en ce genre de plus monstrueux " . Quest ' ultima osservazione si allontana dal vero . È difetto comune , per l ' impressione che fanno certi fatti contemporanei , di ingrandirli in paragone dei passi . Altrove : " ... la frivolité la plus insounciante accompagne la perversité publique ; chacun ne songe qu ' à se divertir et personne n ' a le sou ... " . La noncuranza , il difetto di energia morale della borghesia sono anche ben notati : " ... l ' esprit public ne varie point ; c ' est toujours un mécontentement passif , un abattement qui nait de l ' impossibilité de combiner aucune résistance , de saisis aucun point d ' appui , et de se rallier à aucun secours . Tel est spécialement le caractère des bourgeois , des cultivateurs , du peuple honnête ou propriétaire . Quant à la multitude inférieure , elle ne respire que sang et pillage " . Furono questi borghesi , o i loro successori che acclamarono il primo Napoleone , poi la Restaurazione , poi il terzo Napoleone ; costituiscono un gregge che non ha valore proprio e che può solo andare dietro ad audaci conquistatori . In Italia , fu favorevole al D ' Annunzio , finché bastarono le parole , lo abbandonò , tostoché furono necessari i fatti . Il piccolo suo animo le consentiva di seguire Cesare fino al Rubicone , non mai di passarlo con esso . Ora accetta negli utili la tutela del fascismo , forse , di nascosto , lo aiuta pecuniariamente , ma non muoverebbe , a viso aperto , un dito per difenderlo dai nemici . Parecchi di questi borghesi trovano modo di sfuggire , sia pure per poco , ai mali comuni , anzi sperano di trarne vantaggio , potrebbero dirsi aspiranti pescicani . Fra essi stanno parte di coloro che vorrebbero la " collaborazione " socialista : " Infine - pare che dicano - perché contendere fra noi ? C ' è da rosicchiare per tutti " . Altri si lasciano cullare dalle dottrine , tanto care ai deboli , del rinunciare alla difesa ed all ' offesa ; sognano di " un ' umanità migliore , con un poco più di giustizia " e di altre simili favole . Tra essi stanno pure alcuni di coloro che implorano , a mani giunte , la " collaborazione " socialista e che incitano la borghesia a darsi per vinta senza combattere . Non vuolsi tacere che ci sono ragioni sperimentali le quali confortano questa tesi . L ' avviarsi delle società verso il socialismo od altro stato analogo è dimostrato da infiniti fatti , e quando ciò sia , " che giova nelle fata dar di cozzo ? " . Tale conclusione non tiene conto di una proprietà fondamentale dei fenomeni sociali , cioè dell ' avere questi forma fatta a onde , per cui , dal solo fatto che un ' onda cresce , non si può concludere che seguiterà a crescere indefinitivamente , anzi accade spesso che , appunto dopo un rapido aumento , non meno rapidamente decresca . Da ciò hanno in parte origine i cicli sociali , di cui lungamente discorsi altrove . Rimane da sapersi a qual punto del cielo ci troviamo , ed è indagine difficilissima , che qui non facciamo . Altre divisioni , in genere , della società sono da farsi . Dice bene il Missiroli : " Le classi medie sono state le più disgraziate . Hanno dato alla guerra soldati ed ufficiali , hanno contribuito più di tutte le altre alla resistenza ed alla vittoria e sono state le peggio ricompensate . L ' economia di guerra ha favorito la grossa borghesia , gli operai , i contadini , ma ha impoverite le classi medie , quelle classi che , in Italia , formano l ' opinione pubblica " . Ebbene , sono le classi che più hanno sofferto della guerra che l ' esaltano ; quelle che ne hanno tratto vantaggio che la vilipendono . Per le seconde , la spiegazione è facile , è il fatto del limone che , spremuto , si butta via ; ma per le prime , come va tale faccenda ? Sono esse costituite da asceti che soffrono con lo sguardo fisso a beni ultra terrestri ? Può essere per alcuni , non è certamente per i più , ai quali soltanto la mancanza di energia toglie di andare contro a pregiudizi , respingendo ciò che è loro male . Non paghi di essere deboli per conto proprio , predicano ad altrui la viltà , a cui talvolta , tanto per nobilitarla , hanno posto il nome di " senso di modernità " . In molte occasioni appaiono opere analoghe . La borghesia detta conservatrice ha applaudito alla distruzione dei due grandi imperi conservatori in Europa ; e non basta : ora che la Francia accenna a diventare un poco meno demagogica di altri paesi , gran parte della borghesia le si volge contro , l ' accusa di imperialismo , di militarismo , di insensate cupidigie ; pare proprio che la borghesia abbia di mira di distruggere ogni più lieve difesa che le , rimanga . Tali opere sono certamente di danno alla classe scelta che le compie , possono essere utili alla società se il fine a cui avviano è vantaggioso per questa . La circolazione delle classi scelte giova spessissimo alla collettività intera . Da quanto siamo venuti esponendo , pare che si possa concludere , con grandissima probabilità , che il fascismo ha conveniente sede in una classe numerosa di fatti analoghi , che sono essenzialmente transitori , che possono avere intrinsecamente temporanea importanza , ma che rimangono secondari e subordinati ai grandi fattori dell ' evoluzione sociale , di cui talvolta possono essere indizio ; ed allora acquistano estrinsecamente importanza per lo studio e le previsioni dei fenomeni sociali .