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Il complotto ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Sono assolutamente persuaso che ci troviamo di fronte a un complotto in piena regola , combinato e disposto con pazienza e sapienza , concepito all ' estero come si addice ad ogni complotto , ma che ha la sua base operativa nel caveau di un ' istituzione nazionale insospettabile come il ministero del Tesoro e il suo regista nella persona sospettabile dell ' on. Amato , assurto in questi giorni a presidente del Consiglio ombra . Non vedo altra spiegazione agli eventi che incalzano . Così come la dichiarazione di guerra al sistema previdenziale , un giorno prima delle elezioni , ha espugnato Bologna , così ora il presidente ombra , in partenza per le vacanze di ferragosto , si è ripetuto in termini ultimativi : o le mie riforme decisioniste o il caos , o così o pomì , e chi mi attacca è uno squadrista . Quando anche ufficialmente ero io il premier nel 1992 - ricorda con orgoglio il superministro - ho dato alle pensioni una spallata come fa oggi Schröder e come anche D ' Alema vorrebbe fare . Ma gran parte della sinistra , che ancora inquina il mio governo , ci ostacola e vuol resistere fino al 2001 : non se ne parla , io e il premier reagiremo come un sol uomo , giacché tali siamo . Domanda . Che cosa nasconde questa irresistibile ascesa del braccio destro di Craxi , che ora non si accontenta della sua alta carica ma proclama una partnership di governo e invita a Canossa la « cara sinistra » ? La previdenza non è il solo problema nazionale né il più importante ma è un simbolo : è il terreno scelto per tagliare la poca erba che rimane sotto i piedi della « cara sinistra » . Ed è precisamente questa la missione che il nuovo premier si è assegnato per saldare un vecchio conto . Retroscena . Quando Craxi è emigrato , l ' on. Amato avrebbe voluto seguirlo per devozione , sebbene incolpevole di reati penali . Ma in un colloquio riservato e non privo di pathos i due hanno preferito stringere un patto astuto e combattivo degno di Ulisse : il vecchio resta in esilio , il giovane rientra nel gioco , si introduce nell ' odiata città nemica come il famoso cavallo di legno , darà fuoco a Troia al momento opportuno e porterà a Hammamet lo scalpo di Priamo . Sorpresa . L ' on. Amato non ha dovuto faticare , ha trovato Troia dispostissima a darsi fuoco con le sue mani e Priamo ( il premier dell ' epoca ) già intento per conto suo a spargere benzina . I mulini del diavolo macinano fino .
Dove vai? Porto pesci ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
La lettera agli amici ( « il manifesto » del 6 luglio ) non è giunta a destinazione . Non ho tenuto conto che la posta è premoderna e non funziona . Salvo eccezioni , la lettera è tornata al mittente . Non è grave e non insisto . Era un ' iniziativa e una proposta limitata , una sollecitazione , un ' ipotesi di lavoro dettata da un bisogno di operatività . Che facciamo ? Una domanda spontanea , dopo il disastro elettorale che ha coinvolto tutta la sinistra , nessuno escluso . Quale che sia la risposta , mi son detto , non può essere l ' immobilità . Qualcuno ha osservato che ho scelto gli interlocutori sbagliati . Sigle , anziché la gente in carne ed ossa che ci volta le spalle . Può darsi , se non fosse che anche dietro le sigle ci sono persone vive e che è difficile prescindere dalle rappresentanze in una democrazia rappresentativa , ancorché malata . Qualcun altro ha giudicato l ' idea di un avvicinamento tra le minoranze della sinistra come un ' astrazione o un raduno di reduci . Può darsi anche questo , ammetto che parteciperei volentieri a un incontro di riservisti ( non reduci ) magari a Bologna per chiedere a noi stessi che facciamo mentre la casa brucia . Il punto è questo , che io vedo lo stato della sinistra più o meno come il Kosovo . Non vedo nei risultati elettorali e nell ' aria che tira soltanto un distacco della sinistra dalla sua base sociale e una delusione del suo popolo . Vedo un vero fenomeno di rigetto nei confronti della prima esperienza di governo della sinistra , considerata un inganno ancor più che un fallimento . Il governo D ' Alema , le sue politiche e il suo messaggio , hanno avuto un effetto demolitore . Alcuni guasti sono irreparabili perché hanno inciso nelle coscienze . La guerra , anzi il suo elogio come occasione di prestigio internazionale . O un episodio da nulla , un secolo di storia operaia ( il centenario Fiat ) celebrato come una sagra di famiglia . Il prossimo messaggio è già partito con lo stesso spirito contro la previdenza come simbolo e contro il sindacato . Se D ' Alema governerà altri due anni non possiamo attenderci resipiscenze ma altre forzature nella stessa direzione , alla ricerca di nuovi titoli di legittimità e di consenso nella parte abbiente e benpensante del paese . È questa l ' Italia che D ' Alema vuole rappresentare . Neppure possiamo attenderci resipiscenze dal partito di ex maggioranza , che non sarà l ' usciere di palazzo Chigi ma non si sa come si chiama , e ancor meno dalla compagine governativa . Un commentatore di destra ha scritto di non capire come mai le donne e gli uomini della sinistra , approdati al governo da un ' altra storia , non abbiano compiuto un solo atto autentico e innovativo , magari simbolico , attinente alla sfera di valori che rappresentavano fino a ieri l ' altro . Ma non è strano e non è inefficienza . È la conseguenza della riduzione della politica a tecnica , di una concezione dello sviluppo imperniata sul binomio ricchezza privata - degrado pubblico , di un criterio di modernizzazione deformato . Strano , semmai , è che non abbiamo la percezione del deficit di sostanza e di immagine del loro operato . Brutto è lo scenario che ci mostrano le cronache quotidiane , lo scenario che ogni governo eredita dal precedente senza beneficio di inventario , lo scenario di una società che si arricchisce conservando al suo interno vere e proprie sacche di inciviltà . Sale operatorie infette negli ospedali metropolitani , morti sul lavoro che non siedono al tavolo della concertazione , dispute rituali sugli incendi stagionali , frane che ci coglieranno impreparati , inquinamento record delle città incoraggiato dalle rottamazioni , un sistema fiscale definito autorevolmente da vent ' anni « uno schifo » ma sempre uguale a se stesso . Miserie che dovrebbero essere affrontate con impeto da una qualsiasi sinistra , come un punto d ' onore , ma sono in coda all ' agenda politica perché risanamento civile e qualità della vita non rientrano nel rapporto deficit - Pil . Che facciamo ? Ci inviamo lettere incrociate ma non riusciamo a fare di più , a offrire un riferimento . Ci sono momenti o fasi in cui spetta alle minoranze reagire e pesare in misura superiore alle proprie forze . Ma se avessimo un sistema elettorale tedesco con sbarramento al 5 per cento , nessuna delle formazioni minori della sinistra elencate in quella lettera supererebbe la soglia . È bizzarro che sia io , chissà perché , a rammaricarmi di questa eventualità più degli interessati . Salvo Rifondazione , forse , che mi sembra meno insensibile . Mi piacerebbe se questo partito , che ha più titoli di un riservista o di un giornale , si impegnasse in proprio a promuovere un rimescolio delle carte . Ma è una pretesa eccessiva , non si può chiedere a un singolo partito di farsi carico di un simile compito , di favorire un accorpamento delle minoranze disponibili , di trasfigurarsi in una federazione delle sinistre sperdute . Bisognerebbe restaurare un « comune sentire » ( rubo questa espressione ad Alessandro Natta , nientemeno ) . È un ' espressione vaga , quasi tautologica . Un comune sentire è come il coraggio manzoniano e se non c ' è non si può invocarlo . Ma è una molla che altre volte ha funzionato e che può sempre scattare in circostanze impreviste . Telegramma agli amici intimi : teniamoci ben caro e stretto , per l ' intanto , questo giornale che c ' è .
Vecchi arnesi ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Non doveva dirlo , l ' on. Violante , che la sicurezza viene prima della giustizia . È una tesi che fa venire i brividi , se ad enunciarla in televisione è un cultore del diritto e un altissimo magistrato come il presidente della Camera . È come una bestemmia profferita da un vescovo di fronte ai fedeli . Alle orecchie di un ascoltatore maldisposto o di un poliziotto sempliciotto può suonare così : prima spara e poi chiedi i documenti . Alle orecchie di un giudice sbrigativo può suonare così : meglio un innocente in galera che un colpevole in libertà . Non va bene . Sicuramente l ' on. Violante , che è un democratico e una persona gentile , non intendeva spingersi così oltre , né indulgere agli istinti forcaioli oggi alquanto diffusi . Forse ha ceduto al gusto dell ' assioma ( come quando ha detto che la stabilità dei governi è un « valore in sé » , una categoria dello spirito ) . Forse non intendeva stabilire una gerarchia di valore tra sicurezza e giustizia ma solo una successione cronologica . Non va bene lo stesso , non si gioca a rimpiattino con certe parole . Peggio ha fatto il governo D ' Alema - Amato ( il tesoriere si fa fotografare attaccato al premier come un fratello siamese ) ad affrontare il problema della criminalità urbana come un ' emergenza , sull ' onda della pubblica emotività gonfiata dai media , aggiungendoci di suo un ' enfasi scopertamente elettorale . Quello di agire per impulsi e sollecitazioni superficiali , e questa volta con l ' esibizione di un conclave , è uno dei peggiori vizi di questo governo , che rende inautentico tutto quello che fa . La criminalità non è un ' emergenza ma un problema strutturale dei grandi agglomerati metropolitani , e quella piccola discende dalla grande che oggi sembra dimenticata ( le mafie , il narcotraffico , la condizione degli immigrati , tutto scompare dietro lo scippatore ) . Ridurre una malattia sociale di questa entità a un problema di polizia è , più che demagogico , dilettantesco . Noi abbiamo un sistema giudiziario farraginoso , sia penale che civile , e un sistema carcerario che esploderà o imploderà . Pene più severe , più carcere , fermo di polizia , sono vecchi arnesi di repressione , che non danno sicurezza e garanzie ma ce ne privano , e vanno in direzione opposta alla prevenzione , all ' investigazione , alle pene alternative , al reinserimento . È strano e deprimente che la sinistra di governo , che può contare sul fior fiore della cultura giuridica nazionale , sia così povera di inventiva in questa materia e scimmiotti la destra , facendosi paradossalmente accusare di spirito autoritario . Mi viene nostalgia dei romanzi gialli di E . Wallace e di quelli umoristici di P.G. Wodehouse , nostalgia di Scotland Yard e dei poliziotti londinesi che con il loro elmetto e bastoncino tenevano testa a Jack lo squartatore . Oppure , al contrario , mi torna in mente l ' invio dell ' esercito in Sardegna contro il banditismo ( presidente Saragat ) , quando una stazione di carabinieri intelligenti conosceva benissimo i banditi e poteva arrestarli al bar . La sinistra di governo deve stare molto attenta a non scivolare su questo terreno . Nell ' immaginario collettivo , la sinistra può essere ancora facilmente associata ai peccati del socialismo reale . Sarebbe ingiusto , ma se la giustizia viene dopo la sicurezza ...
Non ci credo ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Come l ' incredulo Tommaso , che non prendeva per vero nulla che non vedesse con gli occhi e non toccasse con mano , così io non credo a quel che mi raccontano circa l ' ultima trasmissione televisiva di D ' Alema . Non credo cioè che abbia detto testualmente : « Per la prima volta nel dopoguerra la bandiera italiana sventola oltre il territorio nazionale e questo è motivo d ' orgoglio » . Ancor meno credo che questa frase fosse accompagnata , sullo sfondo , dal canto di Faccetta nera , bella abissina . D ' Alema è uomo d ' onore e se pensasse queste cose le avrebbe dette ai pacifisti marciando con loro da Perugia ad Assisi . Vero è che D ' Alema si appresta a presentare il suo libro sul Kosovo in coppia col generale Clark , che non è precisamente un pacifista , ma tutti sappiamo che quella guerra è stata umanitaria e non era fatta per piantare bandiere coloniali oltremare . Vorreste ora farci credere il contrario ? Cosa c ' entra poi faccetta nera ? A quei tempi avevo dieci anni e andavo a vedere i soldati con le bandiere che si imbarcavano per l ' Etiopia . Più tardi ho saputo che c ' era un compagno , che mi pare si chiamasse Barontini , che combatteva dalla parte del Negus contro i gas del maresciallo Graziani . Ne trassi un senso di orgoglio nazionale . E ora vorreste farmi credere che invece D ' Alema , se fosse nato in tempo , sarebbe eroicamente caduto impugnando il tricolore ? Io non li capisco questi giovani dirigenti postcomunisti , non capisco da quale cultura provengano . Ma non posso credere che , alla ricerca di una identità , finiscano col formarsi una mentalità ed ereditare archetipi a cui perfino Gasparri cerca di sottrarsi . Si può trarre motivo di orgoglio patriottico da Dante Alighieri o Michelangelo , dal sole di Napoli se non del rione Sanità , dai fratelli Cervi ( chi erano ? ) o dalla presenza della Santa Sede , anche da Valentino ( il sarto ) . Oppure dalla felicità della società che si governa . E invece no , la cosa di sinistra è il tricolore sulla quarta sponda . Se è così , è venuto il momento di mandare la Folgore in Cecenia , dirottandola da Timor est che non fa più notizia . Qui c ' è una nuova macelleria nella provincia di un ex impero , profughi a non finire , diritti umani e diritto all ' autodeterminazione calpestati , un vistoso Kosovo . Non si capisce perché l ' Onu , la Nato , il generale Clark o chi per lui , rinuncino in questo caso al principio dell ' ingerenza umanitaria come nuovo internazionalismo ( Tony ) . Non è perché i russi hanno i missili , il generale Clark ha già detto di non temere la terza guerra mondiale . Allora perché due pesi e due misure ? Oltretutto il Caucaso è pieno di petrolio e ci sarebbe anche convenienza . Pensaci D ' Alema , parlane con il generale discutendo del tuo libro , forse vinceresti le elezioni regionali e resterai a palazzo Chigi fino al 2001 . C ' è qualcosa che non faresti per tagliare questo traguardo ?
Un'altra notte di successi ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
La signora Albright ha detto : a che ci serve tutta questa potenza di fuoco se non la usiamo ? I generali Nato dicono : possiamo continuare per mesi , metteremo Milosevi ? in ginocchio . Il presidente Clinton manda gli apaches , accumula forze terrestri e fa intendere qual è il dilemma : o la resa incondizionata del nemico o il suo annientamento . Henry Kissinger , per il quale la guerra in Vietnam era una scaramuccia che i libri di storia avrebbero ignorato , raccomanda un ' invasione . E Tony Blair dichiara : questa è una guerra del bene contro il demonio . Se questo è lo spirito , il programma di questa guerra americana , è difficile sperare che resti spazio per una mediazione e una soluzione politica . Ed è difficile dar credito alle classi dirigenti , ai governi e alle forze politiche tradizionali europee . Forse non tutti condividono questo bellicismo oltranzista ma nessuno , per calcolo o per sudditanza e impotenza , lo avversa . La causa della pace , o anche solo di una tregua , è affidata a minoranze volenterose , all ' opinione pubblica generalmente intesa , a un ' insorgenza della coscienza civile . La propaganda di guerra tuttavia infuria e stordisce , prevale con fragore sulle invocazioni di pace e oscura ogni ragione . Mi ricorda infallibilmente l ' euforia e perfino la frivolezza seminate ai tempi delle guerre etiopiche o della dichiarazione di guerra alla Francia . Beato chi non ha respirato in passato quell ' aria che oggi riprende a circolare in un altro contesto ma con lo stesso veleno . Beato e disgraziato , perché è preda di un inganno di cui non conosce i prezzi . Molti hanno creduto , in buona fede , alla motivazione umanitaria dell ' intervento armato . E continuano assurdamente , in buona o in cattiva fede , a crederci pur avendo sotto gli occhi una tragedia epocale : quella moltitudine dannata di profughi che le nostre bombe hanno ingigantito dieci volte , sommandosi alla guerra civile e alle crudeltà delle milizie serbe . Molti , forse , sospettano che il rimedio sia stato e sia peggiore del male , ma pensano che sia giusto punire il colpevole , come se ci sia un solo colpevole più colpevole , eliminato il quale tutto andrà a posto . Ma noi non stiamo abbattendo un capo o un regime politico , stiamo bombardando una nazione e un popolo . È una logica simile a quella della pena di morte , applicata su larga scala , insieme alla presunzione di una democrazia esportata con la forza . Molti si tranquillizzano sentendo dire che sarà possibile riportare un milione di disperati nella loro terra bruciata , come se non si trattasse di un ' umanità privata di tutto , ma di una mandria da ricondurre entro i recinti . Oppure di relitti da disperdere ai quattro venti , dove nessuno li vuole adesso come non li voleva prima . Intanto muoiono , con un ' assistenza umanitaria dell ' opulento Occidente che costa meno di un missile . Molti ( chiunque abbia meno di sessant ' anni ) non hanno mai visto scorrere il sangue in Europa , pensano che sarà poco e che non lascerà tracce . Lascerà invece per lo meno un grande odio nel cuore del continente . Le città e le campagne che stiamo bombardando , anche se pochi osano ricordarlo , hanno combattuto una guerra di liberazione contro i fascismi tedesco e italiano e vivono l ' aggressione di oggi con questa memoria . Molti si sentono comunque garantiti perché siamo dalla parte del più forte . Il mito americano è duro a morire , c ' è più ammirazione che repulsione per la potenza di fuoco e la precisione di tiro americana . E se un errore millimetrico farà saltare in aria una clinica ginecologica non lo sapremo o lo sapremo troppo tardi . Forse allora l ' ammirazione lascerà un po ' di posto alla commozione . Molti vedono ancora la Nato come un bastione anticomunista anche se nessuna minaccia grava sull ' Occidente , salvo quelle che l ' Occidente sta costruendo da sé con l ' idea folle di un mondo a sovranità limitata , di un protettorato riservato ai quattro quinti dell ' umanità . Se sento la Cina dire che questa filosofia porta diritti alla terza guerra mondiale rabbrividisco , e vorrei che questo brivido contagiasse il mondo . Molti non si accorgono ancora del nesso inscindibile che corre , e che già ci umilia , tra questa guerra e l ' infrangersi del « sogno europeo » . Questo sogno , lungamente vagheggiato in competizione col sogno americano , ha rivelato in un attimo la sua fragilità e inconsistenza . La nuova Europa ha perso coscienza di sé prima di nascere . È difficile contrastare la propaganda di guerra e le spirali che induce , farlo con il ragionamento o con la protesta , smontare questo pauroso ingranaggio contro cui cozza e diventa flebile anche la voce papale . È un compito oggi minoritario ma che può , rifiutando ogni etichetta di parte , risvegliare una maggioranza democratica di donne e uomini . Almeno qui , in Italia , ai confini della tragedia . Si può anche credere che la guerra sia connaturata all ' uomo ma non fino a questo punto . Non è alla nostra portata riempire tutte le piazze del mondo , ma anche una sola sarebbe molto . Ci abbiamo già provato e continueremo a provarci .
La buona guerra ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Comincia l ' orribile esercizio della conta dei morti civili ( i militari sono uomini destinati a dare e subire la morte e quindi interessano meno ) . O meglio ricomincia , perché questo esercizio è in corso da quando la Iugoslavia si è disgregata . Ma ora è la conta dei nostri morti , quelli causati dalla guerra che noi conduciamo con intento umanitario . I profughi bombardati per errore sono ( forse ) 75 . I morti del treno bombardato per errore sono saliti ( pare ) a 27 . I cittadini di Belgrado di ogni età e condizione rimasti sotto le macerie sono , secondo il loro governo , cinquecento . Sarà vero ? Non sarà vero ? Non c ' è molta emozione né resipiscenza . In fondo sono cifre basse , da incidente stradale o da scossa tellurica di bassa intensità . La differenza è che sono morti provocate , a che altro serve la guerra ? E sono anche previste , se spari da diecimila metri . Dunque sono morti ovvie . Quel vecchio rattrappito e insanguinato che vediamo in fotografia è ovvio . Fonti della Casa Bianca informano che í raid non avranno sosta e potranno continuare fino a luglio . Compreso o escluso ? Due mesi e mezzo o tre mesi e mezzo ? Non so fare le moltiplicazioni , non so quante migliaia di kosovari e serbi e albanesi moriranno , anzi sono già preventivamente morti . So due cose : che se Milosevi ? è il responsabile , l ' esecutore sono io . Se il generale Clark ha detto di non temere la terza guerra mondiale ( frase che mi ricorderò finché campo ) , non si farà scrupolo di bombardare fino a riportare una regione europea all ' età della pietra . È un generale . Ma un intellettuale tedesco ha scritto ieri ( ma forse ho capito male ) che risparmiare le popolazioni civili non è serio , la seconda guerra mondiale ne ha fatto strage e perciò è finita prima . A che altro servì Hiroshima ? Se i raid e gli apaches non basteranno , ci sarà tempo in agosto , con la stagione balneare , per la guerra di terra che sarà più facile vincere . Sarà più facile ? Io non so se questa scalata , non priva di delirio , sia stata pianificata in partenza o se c ' è stato un errore di calcolo che ne produce altri . Ma sono allibito per la leggerezza , l ' insensibilità , l ' assuefazione psicologica , l ' inerzia che la crescita esponenziale di questa guerra produce . Anche i profughi , il cui destino era lo scopo della guerra buona , sembrano dimenticati o ricordati come mendicanti , o bombardati per errore . Quanti sono , dove sono , quanti ne muoiono ? Ecco un ' altra conta che ci aspetta . E quando li faremo rimpatriare o li faremo espatriare con munifica accoglienza ? In autunno ? Ogni giorno che passa , ogni bomba che cade , al • lontana o cancella questa speranza . Non c ' è in vista nessun negoziato convincente . Se Milosevi ? verrà processato come criminale di guerra vorrà dire che il negoziato è escluso in linea di principio . Dovremo allora - ma spero di sbagliarmi come sempre , di sbagliarmi grossolanamente - aspettarci qualunque cosa , che oggi non riusciamo a immaginare . Dice Hegel : « Dalle azioni degli uomini risulta qualcosa d ' altro , in generale , da ciò che essi si propongono e raggiungono , e che immediatamente sanno e vogliono » .
Crimine mondiale ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
L ' uccisione di quei bambini serbi che giocavano all ' aperto , come i nostri figli e nipoti ai giardini pubblici , non è un errore . È un rischio calcolato e pianificato da questa immonda guerra , che include l ' infanticidio tra gli effetti collaterali dell ' ingerenza umanitaria e della sua dottrina . Abbiamo oltrepassato ogni soglia e dimesso ogni ritegno . Il segretario Solana e il generale Clark che giustificano questi delitti con la statistica sono dei bastardi . Dobbiamo creder loro e dobbiamo credere al presidente degli Stati Uniti quando ci dicono che questa guerra devastante durerà a lungo e non farà distinzione tra obiettivi militari e civili . Dobbiamo credere a Massimo D ' Alema quando ci dice che non si può discutere ogni bersaglio . Dobbiamo credere a tutti quando ci promettono che intensificheranno la loro impresa con ogni mezzo ( meno le truppe di terra ) fino a spezzare le reni alla Serbia : prendendola per fame , sete e pestilenza , i cavalieri dell ' Apocalisse contro un paese più debole della Birmania . C ' è qualcosa di molto vile in questa guerra stellare che i paesi più ricchi del pianeta , al riparo da ogni rischio , conducono contro un popolo di otto milioni di persone . Non è una guerra ma un ' esecuzione : uno sterminio tecnologico inedito , già sperimentato nella guerra del Golfo ma oggi pienamente dispiegato sul territorio europeo . Una pagina nuova nella storia dell ' umanità . Non è l ' arma atomica ma è qualcosa che le somiglia concettualmente e che si propone lo stesso effetto diluito e graduato nel tempo . La superpotenza che guida questa guerra è la sola al mondo che abbia usato ( due volte , non una ) l ' ordigno infernale impugnando la Bibbia . Non posso pensare che gli statisti del nuovo Occidente siano dei criminali al pari dei tiranni arabi o balcanici . Ma penso e dico che quel che stanno consumando sotto i nostri occhi è un crimine internazionale . Nelle retrovie un milione di profughi o deportati vivono o muoiono nel fango o tra le mine . La loro città capitale e la loro terra , dove dovrebbero tornare , sono squassate ogni giorno e ogni casa e ogni cosa è bruciata . Ricevono un ' avara ospitalità in qualche paese ma non un dollaro , un marco , una sterlina , vanno in loro aiuto . Neppure per un istante abbiamo creduto alle finalità umanitarie di questa guerra e di nessuna guerra . Altri hanno voluto crederci . Ma chi vuol crederci ancora oggi , contro ogni evidenza , non merita rispetto . Questa guerra e la sua dottrina servono a preservare il nostro benessere , non a spartirlo , e perciò non saranno mai condannate da nessun tribunale di Norimberga . Non si processano i vincenti . Solo la coscienza del mondo potrebbe farlo , comminando come pena la vergogna . Ma esiste una coscienza del mondo ? Oppure dobbiamo accontentarci ciascuno della propria coscienza ?
Cinema ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Siccome l ' evidenza non è evidente , allora conviene affiancare a una spiegazione razionale di questa guerra una interpretazione fantastica . Una spiegazione che balza agli occhi - gli americani vogliono dominare il mondo - è troppo semplice per essere convincente . Eppoi una quantità di gente pensa che essere dominati dagli americani non è poi tanto male . Una spiegazione un po ' più dettagliata - gli americani vogliono colonizzare i Balcani , stringere d ' assedio la Russia , ammonire la Cina , subordinare a sé l ' Occidente europeo , fare delle regioni del mondo altrettanti protettorati - è troppo geopolitica e complicata perché possa essere compresa dall ' opinione media . Presuppone che ciascuno abbia a casa un mappamondo , conosca la storia del secolo , e afferri che il mondo non è quella palla che gira annunciando i telegiornali . Una spiegazione che ripeta che questa guerra , come ogni guerra , apporta più sofferenze di quelle che dice di voler alleviare appare sentimentale e imbelle , e priva gli intellettuali , i filosofi , gli storici , gli osservatori , gli strateghi del piacere che provano a sottilizzare e speculare . Sebbene abbiano letto tanti libri e sappiano che tutte le guerre sono state condotte in nome della civiltà - che la nazione americana è impiantata sull ' annientamento degli aborigeni , come la ricchezza europea è figlia della evangelizzazione spagnola degli indios - è come se non avessero la licenza elementare . Meglio ripiegare su una ( o due ) interpretazioni fantastiche . La prima è cinematografica . L ' America di una volta , quella della statua della libertà e delle nuove frontiere , ha inventato il cinema : la nuova leggenda del secolo . E con esso si identifica , confondendolo con la realtà o ancor più sovrapponendolo alla realtà . Perciò uno studente americano pensa che il Kosovo sia una riserva indiana , il generale Clark applica al pianeta gli insegnamenti ricevuti a West Point , Bill Clinton sogna la sua faccia da pesce scolpita sulla montagna dove Cary Grant salvava non ricordo quale attrice . Perciò gli elicotteri apache si chiamano così e sono neri nella realtà come nei film , non viceversa . La seconda spiegazione è neurologica e rinvia al morbo di Alzheimer , quello che fa perdere ogni memoria e ogni conoscenza . Non una schizofrenia ( la guerra umanitaria , io porto morte e devastazione per combattere morte e devastazione , sdoppiandomi ) ma l ' approdo a un ' altra dimensione . Un morbo di Alzheimer collettivo , un ' alienazione di massa , il principio di realtà trasfigurato e trasferito in una sfera misteriosa . È una spiegazione che può valere , nel nostro piccolo , anche per Massimo D ' Alema . Quando ci fa sapere che ha cenato con ? ernomyrdin con lasagne al cioccolato , che a tarda notte telefonerà a Clinton perché parlarsi fa sempre bene , e che la sua signora guadagna troppo poco ai Beni culturali , non sono capace di dare un ' interpretazione politicamente corretta .
W.J. Clinton ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Ma chi è , come individuo o personaggio , William Jefferson Clinton , detto Bill ? Non bisogna mai giudicare le persone in quanto tali , la politica e il giudizio politico hanno un ' altra dimensione . Tuttavia il ruolo della personalità nella storia è stato oggetto di importanti studi e ha sempre intrigato il marxismo , e il problema del « culto della personalità » è stato per anni una chiave di interpretazione dello stalinismo e del maoismo . È strano che nel caso del presidente degli Stati Uniti , che gode istituzionalmente di un grandissimo potere personale , questo aspetto non sia minimamente preso in considerazione da nessun pensatore occidentale e da nessun suddito dell ' impero . Di William Jefferson Clinton , detto Bill , quel che vagamente si sa è che ha un ' origine sessantottina , giovanilmente trasgressiva che poi si perde nel nulla , o meglio finisce senza residui nell ' establishment e nelle stanze del potere com ' è accaduto a molti di quella generazione ( l ' esempio più penoso sono i Verdi tedeschi ) . Si sa , per il resto , che ha un aspetto comune e che gioca a golf . E che , impulsivamente , è un donnaiolo a cui piacciono le dattilografe . Adesso svela un lato sconosciuto di sé , che non combina col suo aspetto e il suo passato . Non ama dialogare con nessuno , conduce in prima persona una guerra per lo meno discutibile , ha rimesso in circolazione il « niet » che era una prerogativa sovietica , tira diritto senza alcuna flessibilità . È secondo , in questo , solo al cugino Blair . Reagisce alla liberazione di quei tre soldatini americani con un fastidio e una freddezza che sconcerta la sua opinione pubblica , considera un insulto una lettera del presidente iugoslavo senza averla letta , non ha un accento di spontaneità per le vittime civili dei suoi bombardamenti . Non vuoi cadere in trappola , come un orso infuriato , e a una mossa di scacchi risponde con una zampata ( come osserva Primakov ) . Ma non è questione di scacchi . Forse William Jefferson Clinton si comporta così perché si sente già in trappola , come una mosca in una tela di ragno o un subacqueo in una rete metallica , che più si agitano e più si impigliano . Si è tagliato ogni via di ritirata , ha bisogno non solo di vincere ma di stravincere , stravincere la guerra e arrivare a una pax romana . È un moscone molto forte , è un Bond con armi affilate capaci di tagliare qualsiasi rete , e ci proverà fino in fondo . Non è questione di scacchi e neppure di psicoanalisi , le ambizioni geopolitiche di W . J . Clinton sono militarmente e politicamente logiche ed evidenti . Eppure , sperando di non essere frainteso né volgare , a me sembra a questo punto di vedere un nesso tra la pulsione bellica del presidente americano e le sue recenti disavventure erotiche . Quest ' uomo è stato mortificato nella sua virilità , oltreché nella sua immagine , mortificato nelle istituzioni del suo paese e nell ' opinione pubblica . Mortificato anche nel suo status sociale da una dattilografa molestata o molestante . Dev ' essere colmo di rancore , bisognoso di un restauro completo della sua figura , e la guerra può essergli apparsa come l ' unica terapia . Le guerre sono sommamente maschili . E anche il priapismo , da cui W.J. Clinton è probabilmente affetto , può trovare nella guerra un suo transfert ed essere della guerra una recondita e inconscia concausa . Fossi D ' Alema correrei ai ripari e consiglierei al presidente americano ( oltreché le lasagne al cacao ) di leggere Machiavelli , o almeno di prendere a modello la boxe di Sugar Robinson ( campione dei medi 1958-60 ) invece che quella di Carnera o Stallone . Chi colpisce alla cieca e rotea la clava finisce facilmente col darsela in testa .
Il primo amore ( Pintor Luigi , 1999 )
StampaQuotidiana ,
Tu vuoi far l ' americano era un modo elementare di sintetizzare il fenomeno storico più rilevante ( accanto alla rivoluzione russa ) di questo secolo . Il sogno americano , il mito del progresso senza frontiere , l ' identificazione dell ' America con l ' apice della civiltà . La leggenda è nata con i primi emigranti , suppongo , alla ricerca dell ' Eldorado . Si è materializzata nei grattacieli , simbolo di assalto al sole e ai grandi spazi . E diventata sinonimo di produttività , di conquista , di ottimismo della volontà che supera ogni ostacolo di libertà individuale . Era la giovinezza del mondo , come il comunismo voleva essere l ' infanzia e la maturità dell ' uomo nuovo . Quella leggenda non è stata mai intaccata , né dalla crisi del 1929 , né dallo schiavismo e dal genocidio delle origini , né dal culto della violenza e della Colt come complemento della personalità , né dal trattamento coloniale riservato al subcontinente latino , né dalla perversa mistura degli spiriti animali del capitalismo con una malintesa etica protestante . Ha invece continuato a volare alta non solo con le ali del dollaro ma su quelle dell ' immaginario collettivo , dell ' invenzione filmica ( così potente da trasformare un genocidio in un ' epopea ) , di nuove tecniche applicate perfino alla letteratura ( la grande scoperta di Vittorini e Pavese ) , fino alle lamette da barba e alle jeep , ai pantaloni di tela e agli hamburger . Non so se oggi questa leggenda dell ' America faro di civiltà stia tramontando , come molti pensano analizzando la complessità del mondo contemporaneo e la confusione che regna sotto il cielo e anche in cielo . Non so , quel continente conserva pur sempre il fascino del primo amore e anche se oggi ha il volto ittico di Clinton e quello casalingo della signora Albright , i suoi ammiratori continuano a vederlo radioso com ' era una volta . Questo va appunto rimproverato ai suoi cantori e corifei , agli osservatori , commentatori , politici , intellettuali e strateghi di complemento che al capitalismo americano e alle sue politiche perdonano tutto . Se non fossero falsi amici e cattivi cortigiani , dovrebbero dare al sovrano buoni consigli invece di lusingarlo , compiacerlo e applaudirlo anche quando si mostra nudo in pubblico . Si può anche continuare a discutere , pirandellianamente , se questa guerra che l ' America guida sia umanitaria , anzi altruista , ispirata a nobili fini e condotta con nobili mezzi . Non voglio ripetere ora cose già dette . Voglio solo dire che , comunque questa guerra finisca , dopo di essa la Casa Bianca apparirà ingrigita agli occhi dei quattro quinti del mondo e la statua della libertà apparirà vecchia di secoli . L ' antica immagine è immiserita , sotto il profilo dell ' intelligenza politica e perfino dell ' onore militare . Nessun bollettino di guerra ci ha informato se cinquanta giorni di missili e grappoli di bombe hanno colpito un solo soldato serbo , ma sappiamo di ospedali , mercati , scuole e ambasciate . Non è uno sterminio per quantità ma lo è per concezione e qualità . È una guerra terroristica , questa è la definizione più appropriata , che non uccide anche donne , vecchi e bambini , ma soltanto loro . E su questo fa leva per vincere . È una macchia indelebile , anche se usaste il miglior prodotto made in Usa o la varechina delle nonne . Ma perché avete tolto ai giovani del mondo l ' ultimo mito ? Molti , anche a sinistra , volevano far l ' americano : non poteva questa America lanciare un messaggio di vera grandezza al terzo millennio ? I suoi falsi amici , cantori e cortigiani , che pure hanno letto Gramsci , non hanno insegnato alla dirigenza americana la differenza che passa tra il comando e l ' egemonia . La stessa che passa , per restare nella leggenda , tra Caligola e Cesare Augusto .