StampaQuotidiana ,
Nella
generale
confusione
che
caratterizza
,
come
sempre
,
il
quadro
democristiano
,
le
recenti
proposte
operative
dell
'
onorevole
Fanfani
sono
valse
,
quanto
meno
,
a
mettere
meglio
in
evidenza
i
temi
e
i
contrasti
di
fondo
che
caratterizzano
la
vita
del
partito
.
Dove
le
riflessioni
suscitate
dai
recenti
dibattiti
sul
«
compromesso
storico
»
e
sull
'
«
anno
degasperiano
»
avevano
portato
solo
una
luce
ambigua
e
incompleta
,
l
'
iniziativa
del
segretario
della
Democrazia
cristiana
e
le
reazioni
delle
altre
componenti
politiche
sono
invece
riuscite
a
mettere
sotto
gli
occhi
di
tutti
i
significati
e
le
conseguenze
ultime
delle
scelte
che
sono
davanti
al
partito
e
al
paese
.
Da
una
precisa
consapevolezza
degli
insegnamenti
che
ne
derivano
,
la
chiarezza
e
la
sincerità
della
lotta
politica
hanno
tutto
da
guadagnare
.
Quando
,
il
5
giugno
1944
,
la
folla
dei
romani
affluì
in
piazza
San
Pietro
a
testimoniare
,
dopo
dieci
mesi
di
occupazione
nazista
,
la
sua
gratitudine
al
Pontefice
,
sembrò
a
qualcuno
che
si
rinnovasse
ciò
che
era
accaduto
quindici
secoli
prima
,
con
i
cittadini
di
Roma
invocanti
da
San
Leone
Magno
l
'
ultima
protezione
da
Attila
.
E
in
realtà
nel
crollo
di
tutto
ciò
che
restava
,
come
ideologia
e
struttura
politica
,
dello
Stato
laico
italiano
,
la
Chiesa
parve
allora
,
agli
occhi
di
molti
,
la
sola
forza
ancora
in
grado
di
fornire
un
quadro
organizzativo
e
una
guida
spirituale
al
paese
,
colpito
da
una
delle
crisi
più
profonde
della
sua
storia
.
La
ripresa
politica
,
sotto
nuova
guida
e
nuove
bandiere
,
fu
più
agevole
per
quei
vasti
strati
popolari
che
,
pur
avendo
aderito
al
fascismo
in
misura
assai
più
larga
di
quanto
la
corrente
agiografia
populista
non
sia
disposta
ad
ammettere
,
trovavano
adesso
nella
lotta
della
Resistenza
un
nuovo
inquadramento
e
una
nuova
coscienza
di
vittoria
sugli
antichi
avversari
di
classe
.
Ma
il
dramma
più
profondo
fu
quello
della
borghesia
italiana
,
che
già
nel
1922
aveva
vissuto
in
prima
persona
il
crollo
dello
Stato
liberale
,
e
che
adesso
vedeva
travolti
,
nel
1943-45
,
gli
ultimi
resti
dello
Stato
risorgimentale
da
essa
creato
.
Furono
questi
ceti
e
queste
forze
a
conferire
alla
Chiesa
la
funzione
di
baluardo
anticomunista
,
nel
quadro
di
un
'
Italia
lacerata
da
nuove
e
più
violente
tensioni
sociali
,
e
di
un
'
Europa
sulla
quale
gravava
minacciosa
l
'
ossessione
sanguinaria
del
Gulag
staliniano
.
Toccò
in
tal
modo
alla
Democrazia
cristiana
,
sostenuta
dalla
Chiesa
,
l
'
eredità
dei
vecchi
partiti
moderati
,
che
rapidamente
la
condusse
al
vertice
del
sistema
politico
italiano
e
che
ve
l
'
ha
conservata
per
un
trentennio
.
Si
trattava
,
però
,
di
un
'
investitura
che
i
vasti
strati
della
borghesia
italiana
avevano
conferito
in
primo
luogo
alla
Chiesa
,
e
solo
indirettamente
e
per
suo
tramite
ai
politici
del
vecchio
partito
popolare
che
si
erano
nuovamente
riuniti
intorno
ad
Alcide
De
Gasperi
e
ai
nuclei
cattolici
di
più
recente
formazione
che
a
essi
si
erano
aggregati
.
Sta
in
ciò
la
radice
dei
complessi
rapporti
fra
i
quadri
del
cattolicesimo
politico
e
l
'
elettorato
democristiano
.
Anzitutto
fin
dal
referendum
istituzionale
,
il
partito
è
sempre
apparso
sensibilmente
spostato
a
sinistra
rispetto
all
'
elettorato
;
e
alcuni
degli
esponenti
più
significativi
della
nuova
dirigenza
cattolica
si
sono
addirittura
staccati
dalla
Democrazia
cristiana
e
sono
confluiti
nel
partito
comunista
.
Quelli
rimasti
nelle
file
della
Democrazia
cristiana
,
e
variamente
qualificati
cattolici
integralisti
,
sociali
o
«
di
sinistra
»
,
hanno
portato
nella
vita
del
partito
una
serie
di
istanze
critiche
e
di
stimoli
sociali
e
religiosi
che
gli
hanno
impedito
di
ripiegare
su
vecchie
posizioni
clerico
-
moderate
,
hanno
costituito
una
solida
garanzia
contro
le
ricorrenti
nostalgie
di
sbandamenti
a
destra
,
e
hanno
insomma
conferito
al
movimento
caratteri
di
modernità
e
fermenti
ideali
che
sono
stati
finora
un
elemento
condizionante
della
sua
esistenza
.
Ma
è
un
fatto
di
tutta
evidenza
che
non
a
questo
tipo
di
sollecitazioni
la
Democrazia
cristiana
deve
il
consenso
di
cui
essa
ha
finora
goduto
in
settori
estesissimi
della
società
italiana
,
ma
piuttosto
alla
sua
attitudine
a
inquadrarne
le
esigenze
di
graduale
progresso
in
una
struttura
democratica
individualistica
di
tipo
liberale
.
Non
è
stato
certo
l
'
ideale
di
una
democrazia
sociale
di
tipo
cristiano
-
che
del
resto
non
è
mai
riuscita
a
definirsi
con
precisione
nei
confronti
di
quella
socialista
,
e
di
cui
anzi
la
più
recente
cultura
cattolica
ha
finito
per
negare
anche
la
teorica
legittimità
-
a
convogliare
sulla
Democrazia
cristiana
i
milioni
di
voti
che
finora
essa
ha
raccolto
nelle
consultazioni
politiche
.
Il
merito
del
partito
è
da
vedere
nella
capacità
che
esso
ha
dimostrato
di
farsi
espressione
di
esigenze
che
vanno
molto
al
di
là
di
quelle
proprie
del
cattolicesimo
militante
;
e
i
suoi
titoli
maggiori
sul
piano
storico
stanno
nel
contribuito
decisivo
che
esso
ha
dato
alla
ricostruzione
e
al
progresso
del
paese
come
moderna
democrazia
industriale
,
libera
da
condizionamenti
confessionali
e
orientata
su
modelli
di
progresso
attinti
alla
migliore
cultura
occidentale
.
Lo
stesso
sganciamento
della
Chiesa
dall
'
impegno
anticomunista
dell
'
immediato
dopoguerra
,
dopo
Giovanni
XXIII
e
il
concilio
,
è
valso
ad
agevolare
alla
Democrazia
cristiana
la
conquista
di
una
sempre
più
completa
autonomia
sul
piano
politico
,
e
dunque
a
caratterizzarla
vieppiù
come
partito
di
democrazia
senza
aggettivi
e
connotazioni
confessionali
.
Ma
ciò
che
la
sinistra
democristiana
ha
sempre
messo
in
discussione
in
passato
,
e
con
maggior
vigore
nella
fase
di
difficoltà
seguita
al
12
maggio
,
è
appunto
il
diritto
del
partito
a
restare
fedele
alla
vocazione
con
la
quale
ha
finora
operato
sulla
scena
italiana
.
Per
molti
anni
queste
sollecitazioni
hanno
avuto
solo
una
funzione
di
stimolo
,
benefico
entro
certi
limiti
:
ma
ciò
che
caratterizza
il
periodo
più
recente
,
a
partire
dal
1968
,
sono
appunto
le
crescenti
incertezze
sulla
capacità
del
partito
cattolico
nel
suo
insieme
di
restare
fedele
a
quella
vocazione
e
di
soddisfare
in
tal
modo
le
attese
del
suo
elettorato
.
Le
debolezze
culturali
del
movimento
cattolico
,
diviso
tra
una
sinistra
idealmente
assoggettata
all
'
egemonia
marxista
,
e
uno
schieramento
moderato
legato
a
una
cultura
meramente
tecnico
-
pratica
e
a
tradizioni
di
spregiudicato
esercizio
del
potere
,
sono
all
'
origine
di
questa
crisi
politica
e
ideale
della
Democrazia
cristiana
,
e
della
insufficienza
con
cui
essa
ha
assolto
il
suo
ruolo
nel
quadro
dell
'
alleanza
di
centrosinistra
.
I
riflessi
che
tutto
ciò
ha
avuto
a
livello
dell
'
attività
di
governo
sono
stati
un
fattore
non
secondario
della
crisi
attuale
del
paese
.
La
rottura
dell
'
unità
politica
dei
cattolici
avrebbe
per
la
stabilità
della
democrazia
italiana
conseguenze
imprevedibili
,
che
la
renderebbero
,
ai
nostri
occhi
,
assai
pericolosa
per
il
paese
.
Ma
nel
caso
che
un
simile
evento
,
non
a
caso
auspicato
da
tutti
gli
avversari
del
partito
cattolico
,
o
anche
solo
una
drastica
riduzione
dei
suffragi
elettorali
,
dovesse
aver
luogo
,
è
bene
che
i
suoi
fautori
,
e
gli
uomini
della
sinistra
cattolica
in
particolare
,
sappiano
che
sotto
la
bandiera
del
cattolicesimo
progressista
non
resterebbe
quel
35
per
cento
dei
voti
che
l
'
on.
Amendola
ha
prospettato
in
un
suo
scritto
recente
(
ma
forse
è
solo
questione
di
una
virgola
dimenticata
)
,
ma
una
frazione
assai
più
ridotta
.
Quanto
sia
scarsa
l
'
attrazione
che
le
tesi
politico
-
sociali
dei
Donat
Cattin
,
Marcora
o
De
Mita
esercitano
sull
'
elettorato
democristiano
,
nessuno
sa
meglio
degli
interessati
;
e
non
a
caso
le
più
vive
resistenze
a
questo
genere
di
prospettive
sono
sempre
venute
dal
gruppo
parlamentare
democristiano
,
a
più
stretto
contatto
con
l
'
elettorato
,
e
più
sensibile
ai
suoi
umori
.
Una
scelta
di
tal
genere
significherebbe
,
infatti
,
da
parte
della
Democrazia
cristiana
,
la
definitiva
rinuncia
alla
funzione
storica
di
erede
del
moderatismo
liberale
che
essa
ha
svolto
finora
.
Se
una
tale
scelta
verrà
compiuta
,
prospettive
interamente
nuove
si
apriranno
alle
grandi
masse
degli
elettori
borghesi
-
cioè
dello
strato
più
esteso
della
società
italiana
-
che
vedrebbero
così
tradita
la
fiducia
che
da
decenni
hanno
riposto
nel
partito
cattolico
;
e
compiti
di
fondamentale
importanza
si
porranno
ai
partiti
democratici
laici
.
Spetterà
in
primo
luogo
all
'
iniziativa
politica
di
questi
partiti
assumere
o
riassumere
nella
vita
del
nostro
paese
le
funzioni
che
il
partito
dello
scudo
crociato
non
potrà
o
non
vorrà
più
svolgere
.
Con
questo
non
si
propone
un
ritorno
dei
partiti
di
centro
alle
formule
superate
del
vecchio
moderatismo
.
Tra
le
istanze
conservatrici
rappresentate
nel
partito
liberale
,
i
fermenti
di
riformismo
democratico
promossi
dai
repubblicani
e
le
istanze
,
ineliminabili
nella
moderna
società
industriale
,
di
cui
è
portatrice
la
socialdemocrazia
,
i
partiti
laici
,
che
possono
fra
l
'
altro
riferirsi
alla
tradizione
culturale
più
ricca
di
cui
tuttora
disponga
il
nostro
paese
,
hanno
un
respiro
ideale
e
programmatico
atto
a
incanalare
le
forze
maturate
in
un
trentennio
di
crescita
economica
e
civile
del
nostro
paese
sulle
strade
di
un
ordinato
progresso
democratico
.
Spetta
alla
Democrazia
cristiana
,
sotto
la
cui
guida
quella
crescita
si
è
realizzata
,
di
assicurare
le
condizioni
necessarie
perché
gli
elettori
continuino
a
guardare
a
essa
anche
come
garanzia
del
progresso
avvenire
.