Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> autore_s:"Rossanda Rossana"
Votati alla guerra ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Secondo la carta costituzionale , e il nostro modestissimo parere , non c ' è ragione alcuna per entrare in guerra , salvo che il paese sia attaccato . Cosa che non è . E qualche agitazione dei giorni scorsi fra i Democratici di sinistra faceva supporre che nel parlamento si delineasse una minoranza di qualche spessore contro questo folle conflitto . Non è stato così . Non solo maggioranza e , chiamiamola così , opposizione hanno votato un dispositivo comune , ma i loro discorsi esprimevano la medesima soddisfazione : siamo riusciti a farci invitare da Bush , ci siamo imposti a cena da Blair , Chirac e Schroeder , siamo stati ammessi in serie A e questo val bene una guerra . In tutto 35 voti contro alla Camera , 32 al Senato . Chi , pur pensando da un pezzo assai male dell ' Ulivo , si attendeva almeno un dubbio sull ' efficacia di questa spedizione - se non si vada alla cieca a colpire degli innocenti e ad alimentare il fondamentalismo nazionalista , terreno di coltura dei talebani , o almeno l ' ombra di un caso di coscienza , perché d ' una decisione tremenda si tratta - si era sbagliato . E anche chi , giudicando abbastanza cinici quei gruppi dirigenti , pensava almeno al rapporto di scambio sulla Palestina ha sentito invece ripetere dall ' Ulivo e i Ds le parole , non so se più stolte o offensive , di Berlusconi su un piano Marshall : come se si trattasse di sfamare pezzenti palestinesi e così tutto si risolvesse . Una guerra è tragica , il livello delle nostre Camere è stato derisorio . I nostri rappresentanti sembrano non sapere di che parlano . Nulla sanno dell ' Afghanistan , nulla suppongono sulle radici del nuovo e temibile fondamentalismo , nulla propongono su come limitare le derive del Jihad o Al Qaeda . Nulla di bin Laden , la cui storia americana preferiscono tacere e del quale si sono lasciati sequestrare le parole più recenti come gattini ciechi . Non hanno registrato che , la guerra non essendo cominciata oggi e i bombardamenti sempre più fitti non avendo ottenuto nulla , gli Usa e Blair sono già impantanati in quel territorio miserabile malgrado la magnitudine dei mezzi , anzi non sono in grado di usarli tutti ( e l ' Italia corre a metterne altri ) . Sono , deputati e senatori , i soli a non sapere che lo stato maggiore di Bush è in allarme , è diviso , e un uomo d ' arme sperimentato come Powell è silenziato . Che Bush parla d ' una guerra a tempi e confini illimitati perché non ne vede uno sbocco . E che ogni tanto su quel confuso vociare plana il vocabolo " atomica " - magari una bella atomica tattica che sbricioli un po ' di montagne afghane - la cui utilizzazione non è annunciata ma nemmeno esclusa . Un alleato entrerebbe nel merito , un vassallo tace e acconsente . Chi ha veduto quei volti fra annoiati e imbarazzati , chi ha sentito Fassino e Adornato che - forse perché provenienti dalla stessa covata - dicevano le stesse cose , usavano gli stessi argomenti , duettavano , ha avuto un ' impressione di irrealtà . Non un ' eco della preoccupazione che si sente sottovoce per strada . Solo uno di Rifondazione , uno dei Verdi , uno del Pcdi ha detto qualche verità . E hanno taciuto coloro che avevano dissentito nel gruppo ds : che cos ' è una guerra davanti alla disciplina di partito , e quel partito ? Il tutto in tempi minimi , passaggio obbligato e via - guerra o rogatorie fa lo stesso .
Alla cieca ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno puntato sulla carta sbagliata , come con l ' Iraq contro l ' Iran . E tardi si accorgono di essere stati imprudenti nel dare per anni una copertura alla destra israeliana , ormai poco docile , invece che far rispettare a Israele la decisione delle Nazioni Unite per il rientro nei confini del 1967 . E adesso è tutto più difficile . Non ce l ' aspettavamo . Non ci aspettavamo che due boeing fossero scagliati contro le torri gemelle di New York , pieni di gente da far morire e guidati da gente decisa a morire , metafora gigantesca della tecnica che si autodistrugge , messa in atto per vulnerare gli Stati Uniti . Non ci aspettavamo , scrive ieri Bernardo Valli , che bin Laden , emaciato e visionario , mandasse in onda appena scattata l ' operazione americana sulla sua rete tv al Jazeera , un video girato in anticipo per dire che con l ' attentato alle torri era iniziata la guerra santa contro gli Stati Uniti e le dirigenze arabe corrotte , aggiungendo crudelmente che ora l ' Occidente prova quello che noi proviamo da ottant ' anni . Non ce lo aspettavamo che un fondamentalismo , roba da paesi terzi , usasse sapientemente capitali , tecniche di comunicazione , reti di intelligence , servizi e infine i media , come se non avessimo predicato a destra e a sinistra che la tecnologia cambiava anche possibilità , condizioni e perfino soggetti del conflitto . E ancora , non ce lo aspettavamo - dicono i più - perché non siamo mostri e bin Laden lo è . Semplicissimo , perché farla lunga , è un terrorista , punto , distruggiamo il terrorista , punto . Altri non si aspettavano una così enorme " operazione di polizia internazionale " - una guerra che pretende di non esserlo contro una guerra che non lo è ma pretende di esserlo - perché chi può temere una banda di talebani ? Altri ancora non cessano di stupirsi dell ' insorgenza fondamentalista dopo dieci anni che intonano il lamento funebre sulla fine della ragione e consegnano l ' etica alle religioni . Forse è il momento di stupirsi di meno e interrogarsi di più sulle ferite del mondo . Sembra averlo fatto più dell ' Europa l ' amministrazione Bush , stretta fra la necessità conclamata di far vendetta e il ragionevole timore di non riuscire a infliggere una punizione decisiva all ' ex alleato , ora nemico , dal perimetro incerto , dalla collocazione fluida e trasversale , con troppi punti di appoggio e troppi focolai . Gli Usa hanno cercato il massimo delle coperture internazionali - in Europa le hanno avute gratis - perché non escludono affatto che bin Laden non sia facilmente acchiappabile e se anche lo fosse non sono certi che quel terrorismo finirebbe con lui ; secondo , perché temono che i bombardamenti dell ' Afghanistan siano di scarso valore strategico ma , colpendo quella sciagurata popolazione , inneschino una ulteriore ondata antiamericana , mettendo in pericolo le deboli e non amate dirigenze dei paesi arabi che definiamo " moderati " , primo il Pakistan ; terzo , perché cominciano a chiedersi se al miliardario saudita bin Laden non prema , più che la Palestina e i luoghi santi , un rovesciamento dei poteri e delle alleanze internazionali a Ryad , chiave per il possesso del petrolio e quindi decisivo per pesare sull ' economia mondiale . Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno puntato sulla carta sbagliata , come con l ' Iraq contro l ' Iran . E tardi si accorgono di essere stati imprudenti nel dare per anni una copertura alla destra israeliana , ormai poco docile , invece che far rispettare a Israele la decisione delle Nazioni Unite per il rientro nei confini del 1967 : nell ' infinito succedersi di negoziati più o meno fitti e di autentici fatti compiuti , è stato indebolito Arafat ed è stata alimentata Hamas . Adesso spegnere l ' incendio è ancora più difficile sia in Israele , sia fra i palestinesi , sia in tutta la regione . Il tentativo di far passare la rappresaglia e la messa in guardia del mondo arabo per un sostegno a una " liberazione " dell ' Afghanistan dai talebani indica l ' ampiezza della preoccupazione americana . Ma non è detto che l ' operazione riesca , malgrado l ' aiuto di Putin : l ' Afghanistan è immenso , impervio , è una trappola , i talebani sono stati addestrati , e il tempo è poco prima che esplodano altre polveriere . E anche se l ' immensa superiorità delle armi riuscisse a vincere a Kabul , sarebbe finita ? Sgomenta che nessuna riflessione sui nodi avvelenati del mondo arabo venga avanzata in Europa . Sgomenta non solo che per l ' Italia parli un Berlusconi , che perfino Bush preferisce tener fuori , ma che tutto l ' Ulivo parli come il premier , e tutti i Ds , nessuna mozione esclusa , tutti pronti ad andare in guerra . Domenica un popolo marcerà fra Perugia e Assisi , ma tolte le esili forze di Rifondazione comunista , Pdci e Verdi , chi ne tradurrà in politica l ' esigenza di fermare le armi e di lavorare almeno per spezzoni alle condizioni della pace ?
Note di un'antiamericana ( Rossanda Rossana , 2001 )
StampaQuotidiana ,
Non è dei poveri né per i poveri la dirigenza della Jihad , è agita da potentati politici e finanziari che degli States conoscono il funzionamento . Si è sbagliato chi di noi ha pensato che l ' unificazione capitalistica facesse degli Usa un impero (...) Mi si dirà antiamericana ? Sono antimperialista , altra parola che mi sembra bollata di ostracismo . O siete con me o siete con bin Laden , grida Bush , mentre si appresta a punire l ' Afghanistan , talebani , non talebani e popolo inclusi . Conosco il ricatto . Non ci sto . Non mi schiero con Bush e lascio agli stolti di dedurne che sono con bin Laden . Vorrei ragionare su quel che è successo , su quel che può succedere e sul che fare . L'11 settembre non è stata una guerra . Le guerre impegnano le nazioni . E ' stato un atto terroristico e ne possiede tutti i lineamenti : la priorità del simbolo , il colpire inatteso , la segretezza della mano , l ' intreccio omicidio suicidio , destinati a moltiplicare il panico . Il terrore ha per primo fine il terrore . Non tutti i molti attentati della storia sono terroristici , ma questo sì : chi lo ha compiuto conosceva il bersaglio , le debolezze del suo dominio dal cielo , la sicura amplificazione dei media . Grazie ai quali le due Torri sono crollate non una ma diecimila volte sugli schermi , aiutando a gridare : è una guerra e chiamando alla guerra . Gli attentatori lo avevano certamente messo nel conto . Non è stata l ' apocalisse . Non nell ' accezione ingenua della devastazione enorme : altre più massicce devastazioni si sono seguite negli ultimi dieci anni . Ma non abbiamo definito apocalisse quella dei centocinquantamila sgozzati in Algeria , dei sei settecentomila Tutsi uccisi dagli Hutu , dei trecentomila ammazzati nell ' Iraq dall ' operazione " Tempesta nel deserto " e il mezzo milione di bambini che muoiono , si dice , per l ' embargo dei medicamenti . Tanto meno i trentacinquemila morti in Turchia e i settantamila in India , in questo stesso 2001 , anche se la speculazione non è estranea a quelle catastrofi . Dunque alcune stragi pesano come montagne , altre come piume ? Se non è corretto valutare un evento soltanto dal numero delle vittime non è neanche lecito valutarlo soltanto dal vulnus portato all ' idea di sé che ne ha chi ne è ferito , in questo caso gli Stati uniti . Ancora più torbido il richiamo colto all ' Apocalisse : scontro finale fra la Bestia e l ' Agnello . Il Bene siamo noi la Bestia sono loro . Così ha detto Bush e ha aggiunto " Dio è con noi " . Non è stato l ' assalto dell ' Islam alla cristianità , come sulle prime si è detto ( antinomia veneranda , ricorda Bocca ) . Poi ci si è ritratti con imbarazzo : non è l ' Islam ma il fondamentalismo islamico che colpisce l ' occidente cristiano . Ma l ' Islam è un oceano e dimostrare che ha i suoi fondamentalismi è facile quanto dimostrare quelli del cristianesimo e dell ' ebraismo . E tuttavia Ariel Sharon non è " gli ebrei " , Pio XII non è stato " i cattolici " e neppure lo stolto Bush è " gli americani " , anche se di queste aree sono o sono stati i leader designati . Cattiva polemica , confusione . In verità nulla fa pensare che quello alle due Torri sia un attacco al cristianesimo , dubito che sia un attacco alla democrazia , certo non lo è al mondo delle merci e dei commerci contro il quale nessuno nell ' Islam , neanche i talebani , ha nulla . Chi ha colpito ha voluto colpire l ' arroganza degli Stati uniti nel Medioriente e metterne in difficoltà gli stati arabi alleati . Non è stata una vendetta dei poveri . L ' Islam non parla di questione sociale , ma senza questo i poveri non sono in grado di compiere che una jacquerie . L ' attacco alle due Torri è tutto fuorché una jacquerie . Non è dei poveri né per i poveri la dirigenza della Jihad , che traversa tutto l ' Islam senza avere ( ancora ) uno stato proprio e gioca anche sulla disperazione , ignoranza ed oppressione delle masse il cui consenso è necessario alle dittature arabe , costringendo queste ultime a tirare il sasso e nascondere la mano . La Jihad è agita da potentati politici e finanziari che degli States conoscono il funzionamento e i mezzi e in questo senso Osama bin Laden , saudita , già agente della Cia , è un modello . Viene da una famiglia che dal 1940 è il più forte gruppo di costruzione e trasporti dell ' Arabia saudita , ma partecipa a holding dell ' elettricità ( a Rihad e a La Mecca , a Cipro e in Canada ) , nei petroli , nell ' elettronica , nell ' import - export , nelle telecomunicazioni ( Nortel e Motorola ) e nei satelliti ( Iridium ) . Famiglia e Arabia saudita hanno liquidato Osama con due miliardi di dollari che egli gestisce sulle borse e nella miriade di società off shore dei suoi . E alimenta le ong islamiche Relief e Blessed Relief . Questi sono " loro " , la Bestia contro la quale ci leviamo , noi , il Bene . Sono quelli che gli Stati uniti hanno creduto di utilizzare in Afghanistan e nel Medioriente e oggi gli si rivoltano contro . E ' una lotta per il dominio in quello scacchiere . Non è fra i guai minori di Bush che i saudiani siano i maggiori finanziatori della Jihad ma l ' Arabia saudita il paese più intrinsecamente legato agli interessi americani . La vera domanda è perché ora ? Fino a dieci anni fa la Jihad non era così forte e fino a dieci giorni fa agiva solo all ' interno dell ' Islam , ala ortodossa contro le " deviazioni " , l ' Algeria è il più sanguinoso esempio . Finché non ne è stato toccato , l ' occidente non se ne è curato affatto , privilegiando i rapporti d ' affari , massacratori o fondamentalisti che fossero i detentori di gas per l ' Europa , di armi contro l ' Unione sovietica o gli alimentatori di un contenzioso pakistano contro l ' India . Non se ne è curato quando sotto gli occhi di tutti sono affluiti , negli ultimi anni , ad addestrarsi nell ' Afghanistan , i fondamentalisti di ogni provenienza . E invece si doveva vedere come la Jihad assumesse grandi dimensioni da quando il Medioriente ha smesso di essere assieme paralizzato e coperto dal deterrente delle due superpotenze e una sola di essa è rimasta in campo , gli Stati uniti . I quali sono diventati parte in causa , sollecitatori e finanziatori di tutti i conflitti del settore , per i loro immediati interessi o per inintelligenza dei processi . Neanche l ' acuto Noam Chomski si ricorda che prima del 1989 una guerra nel Golfo sarebbe stata impensabile . E che chi negli emirati vi ha chiamato gli States , da tempo non apprezza che essi così pesantemente vi restino . Non apprezza , il mondo arabo , che gli Usa esigano il rispetto delle risoluzioni dell ' Onu dall ' Iraq ma non lo esigano ( e non occorrerebbe una guerra ) da Israele . La Jihad insomma è cresciuta nel venire affine di qualsiasi visione laica di riscatto di quelle popolazioni con la caduta dell ' Urss e col blocco assieme contingente e leonino fra dirigenze arabe e Pentagono . Nazionalismo , fondamentalismo , concretissimi interessi di alcuni e disperazioni di molti hanno fatto della Jihad la miscela esplosiva che oggi è . Azioni e reazioni degli Stati uniti le hanno facilitato il terreno di coltura , come lo accrescerà la dissennata reazione di Bush che farà a pezzi in Afghanistan molti , non bin Laden , e però non oserà invaderlo : i russi gli hanno spiegato che non ce la farebbe . Ma bombarderà a destra e a sinistra Kabul e forse , secondo le abitudini , Baghdad . Si è sbagliato chi di noi ha pensato che l ' unificazione capitalistica facesse degli Usa un impero , sia pur meno colto di quello che già non piaceva a Tacito , ma che sarebbe stato oggettivamente assimilatore e mediatore . Gli Usa non sono questo . Si muovono in modo ancora più arrogante di Francia e Inghilterra , che avevano spartito con l ' ascia la regione , e per di più in tempi che offrono a chi si sente umiliato e offeso i mezzi e i saperi per destabilizzare chi lo umilia o lo offende . Nulla è stato più stupido che allevare il terrorismo e pensare di servirsene . Esso è imprendibile e lo resterà finché non avrà perduto il consenso sul suo proprio terreno . Ma non lo perderà di certo mentre Bush bombarda l ' Afghanistan . Anzi con questa azione gli Stati uniti perderanno anche il sostegno degli stati arabi finora amici . La Lega araba ha già cominciato . Bush si infila in una guerra dalla quale non tirerà fuori i piedi perché l ' ha promessa ai suoi concittadini , che al 92 per cento la vogliono anche loro : ma non dividerà gli stati arabi , e accrescerà il potenziale di vendetta della Jihad . La sola guerra che è in grado di vincere è in casa sua contro la tanto vantata " società aperta " : effetto fatale delle emergenze . Si espone a essere colpito di nuovo , a non vincere da nessuna parte e perdere poco a poco il consenso che la scossa dell'11 settembre gli ha dato . Ci sono errori senza rimedi . Se ne accorge l ' Europa che ora lo sostiene ora ne prende le distanze , firma patti scellerati con la Nato e poi elucubra sull ' articolo 5 , non vuole mandare i ragazzi di leva nelle montagne afghane né complicarsi le cose con i musulmani che si trova in casa , né col Mediterraneo , dove l ' Italia della seconda repubblica - sia detto fra parentesi - fa ancora meno politica della prima . Dovremmo accorgercene anche noi , che pure siamo stretti fra la spada e il muro , perché non c ' è occasione che non sia buona per cercare di massacrare la poca sinistra che resta . Abbiamo anche noi le nostre colpe , non fosse che di omissione . Scrive Pintor che non ci aspettavamo quel che è successo : è vero . Ma non è una virtù . Come gli Usa abbiamo guardato a noi stessi e non al mondo , dove pure nulla era nascosto . Coprendoci il capo con la cenere dei comunismi , abbiamo cessato di guardare a chi era incastrato in condizioni materiali più delle nostre tremende . Prendiamo la Palestina : uno stato confusionale fa oscillare la sinistra fra senso di colpa verso gli ebrei , rigurgiti di antisemitismo e , come ha scoperto Mannheimer , vorremmo tanto che i palestinesi smettessero di agitarsi . Tale è il peso del fallimento dei socialismi reali che alcuni di noi si sono persuasi che nulla ci sia da fare , tanto il male è nel mondo e il mondo è del male , mentre alcuni altri si sono illusi sulle virtù rivoluzionarie di identità arcaiche , che ci sono parse lodevoli perché antimoderniste e tutte si sono involte su sé stesse , fra degenerazione e paralisi . Ora gli eventi ci presentano i conti e bisogna rispondere per quello che siamo . Non siamo tutti americani - io almeno non lo sono . Non apprezzo i " valori " liberisti che gli Stati uniti impongono , mi duole il lutto dei loro cittadini ma non mi piace che si credessero al di sopra delle conseguenze di quel che il loro paese fa . Mi si dirà antiamericana ? Sì lo sono , e mi stupisco che esitino tanto ad esserlo molti amici che più di me in passato lo erano . Considero che gli Stati uniti stiano facendo ancora una politica imperialista che ferisce altre popolazioni e si rivolterà contro loro stessi : sono antimperialista , altra parola che mi sembra bollata di ostracismo . La verità è che siamo deboli . Ma questo non ci assolve dal dire no , Bush è un pazzo pericoloso , non colpirà la Jihad ma molta gente senza colpa , e spingerà gli Stati uniti a vivere assediando il mondo e ad esserne assediati .
In morte di Pasolini ( Rossanda Rossana , 1975 )
StampaQuotidiana ,
Con commossa unanimità di accenti , da destra e da sinistra , la stampa italiana piange Pier Paolo Pasolini , l ' intellettuale più scomodo che abbiamo avuto in questi anni . Diventato , anzi , scomodissimo . Non piaceva a nessuno , quel che negli ultimi tempi andava scrivendo . Non a noi , la sinistra , perché battagliava contro il 1968 , le femministe , l ' aborto e la disobbedienza . Non piaceva alla destra perché queste sue sortite si accompagnavano a un ' argomentazione sconcertante , per la destra inutilizzabile , sospetta . Non piaceva soprattutto agli intellettuali ; perché erano il contrario di quel che in genere essi sono , cauti distillatori di parole e di posizioni , pacifici fruitori della separazione fra " letteratura " e " vita " , anche quelli cui il 1968 aveva dato cattiva coscienza . Solo di essi , Sanguineti ha avuto , ieri , il coraggio di scrivere " finalmente ce lo siamo tolto dai piedi , questo confusionario , residuo degli anni cinquanta ". Gli anni cioè della lacerazione , apocalittici , tragici . Finalmente , per l ' intellettuale di sinistra , superati . Questa pressoché totale unanimità è certo la seconda pesante macchina che passa sul corpo di Pasolini . Come della prima , chi ha la coscienza a posto può dire : " se l ' è cercata " . Per chi non ha queste certezze è invece l ' ultimo segno di contraddizione , di questa contraddittoria creatura : una contraddizione vera , non ricomponibile in qualche artificio dialettico . Giacché se una cosa è certa è che questo improvviso riconoscersi tutti nelle sue ragioni , ora che è morto e in questo modo , è davvero l ' ultimo sbeffeggiamento che gli restituisce questo nostro mondo non amato . Non è , infatti , il tradizionale omaggio al defunto illustre , e neppure la consueta assoluzione per il defunto in vita detestato . Se tutti scrivono sullo stesso registro ( l ' Unità , in un corsivo commosso , abbozza perfino un ' autocritica , mentre il partito radicale lo iscrive post mortem ) è perché ognuno , dalle ragioni di Pasolini , pensa oggi di poter trarre il profitto suo . Non diceva che i giovani sono , ormai , come una schiuma lasciata da una mareggiata che ha distrutto i vecchi valori ? che una collettività deve darsi un ordine , un sistema di convivenza , un modello ? Su questo sono d ' accordo tutti , salvo dare ciascuno , a questo ordine e a questa denuncia , il segno che più gli conviene . Pasolini , l ' intellettuale più outsider della nostra società culturale , fornisce con la sua indecorosa morte la prova ferrea che così non si può andare avanti . Così comoda , che tutto il resto è perdonato . Penso che su questo fervore e i suoi corollari , Pasolini avrebbe - se è lecito immaginare questo gesto in un uomo così dimessamente gentile - sputato sopra . Che , se ne fosse uscito vivo , oggi sarebbe dalla parte del diciassettenne che lo ha ammazzato di botte . Maledicendole , ma con lui . E così fino all ' inevitabile , forse prevista e temuta , altra occasione di morte . Ma con lui perché era il mondo , queste le creature della sua vita più vera ( " io li conosco questi giovani , davvero , sono parte di me , della mia vita diretta , privata " ) in cui cercava , ostinatamente , una luce . In loro , non nel mondo d ' ordine , che non sono solo i commissariati di polizia . Qui tornava perché nella sua visione del mondo altre strade non c ' erano . La sua denuncia dello " sviluppo " , dei valori del consumismo , del profitto , dell ' appiattimento da essi indotto in una società preindustriale dove ancora potevano prevalere i rapporti personali , non alienati , non passivamente accolti era - come in genere è in questo filone , che ha esponenti illustri , cattolici e laici - unidimensionale come la società che criticava ; era vissuta come fine della storia , imbarbarimento , di fronte al quale soltanto cercar di arretrare . Arretrare , finché un rifiuto opposto a questo tipo di " sviluppo " - e chi può opporvisi se non il margine , o un terzo mondo non ancora arrivato a questa soglia ? - non avrebbe offerto un ' ancora di salvezza . Altrove , salvezze non vedeva , per questo Pasolini tornava , ostinatamente , in borgata e più gli sfuggiva , più vi tornava tormentosamente . Tanto più che in tutti i sensi doveva presentarglisi come una frustrazione , una contraddizione . Cercava un rapporto autentico , e non tesseva , invece , un rapporto mercificato ? cercava un rapporto libero e non ripeteva lui stesso - l ' intellettuale ricco che arriva con l ' Alfa e paga il ragazzo davanti a lui , socialmente e personalmente tanto più fragile - un rapporto fra oppressore e oppresso ? né l ' umiliazione che ne doveva ricevere in cambio ( quante prove , meno tragicamente finite , di questa sua morte deve aver vissuto ; l ' irrisione del compagno occasionale , il rifiuto , la resistenza di chi si fa usare ma si sente usato , e quindi si ribella ) poteva assolverlo dal fatto che entrava egli stesso in questo meccanismo alienante . Nel quale l ' interlocutore diventava sempre più sfuggente , più " oggetto " . Diverso da un tempo , quando il ragazzo veniva con lui ma mantenendo una sua figura , una sua dimensione non integrata , non asservibile , come il Tommaso di Una vita violenta . Oggi non era più così : il ragazzo che lo ha ucciso ha poco in comune col borgataro d ' un tempo . Dovrebbe esser rilasciato domani , ai sensi dei valori che reggono questa società ( oltre che di un ' umanità elementare ) perché non è da dubitare della testimonianza della sua borgata , e cioè che non aveva gran voglia di lavorare - e chi ce l ' ha - ma era pronto e prossimo a rientrare nell ' ordine della famiglia , solo provvisoriamente e venalmente violato . Nulla , in questa storia , è davvero uguale a quel che sembra . Non il ricco vizioso che cerca amori nascosti fra gli emarginati , giacché nessuno come Pasolini viveva più semplicemente la sua inclinazione omosessuale e avrebbe potuto soddisfarla , in una società ormai più permissiva , senza rischi di sorta . Non il giovane vizioso , che non c ' è : né come vizioso , né come delinquente , e neppure come volontariamente deviante , ribelle alla norma . Morte accidentale nell ' inseguimento di un fantasma , si potrebbe dire . Con soddisfazione per i più , con amarezza per chi di Pasolini aveva stima e rispetto . E funerali , adesso , con assunzione in gloria da parte di chi , quel fantasma , ha prima costruito e poi esorcizzato . Se Pasolini è oggi così lodato , se probabilmente in buona fede tanti si riconoscono in metà del discorso che lui faceva , è perché l ' altra metà per lui essenziale , quella in cui riponeva la sua speranza , non aveva fondamento . Quante discussioni , le poche volte che lo incontravo , e sempre le stesse ; le stesse che ripeteva puntualmente con Moravia . È vero che il capitale ci ha disumanizzato . È vero . È vero che la conformizzazione al suo modello è mostruosa . È vero che essa è così potente , da riflettersi persino in chi la nega ; nel 1968 , quando scrisse la famosa poesia sugli scontri di Valle Giulia , Pasolini vedeva nello studente il prodotto d ' un ceto che può perfino " provare " la rivoluzione , cosa che al poliziotto , figlio di bracciante meridionale , non è permessa ; e coglieva una parte di verità . È vero che oggi , e non ieri , si può parlare di aborto , e non solo perché è maturato il movimento femminista , ma la società maschile pensa a " economizzarsi " . È vero che scuola dell ' obbligo e Tv sono organismi del consenso . È vero che il fascista non è così diverso dal democratico , nei suoi modelli culturali , come era nel 1922 . Vero tutto , e tutto parziale : perché ogni volta che Pasolini toccava con mano queste scomode verità , l ' ambiguità del presente , faceva seguire un salto indietro , verso l ' umanità non ambigua di " prima " , invece che cogliere nello studente , nel femminismo , nella scolarizzazione , nella stessa conformizzazione , il principio d ' una sicuramente spuria , ma vitale via d ' uscita in avanti . L ' idea che questo itinerario si dovesse compiere fino in fondo e di qui ritrovare il filo d ' un mondo restituito all ' umanità , era in lui sempre più lontana . Avrebbe potuto essere uno scettico , diventava , in senso classico , un " reazionario " . E questo oggi viene sfruttato , questa è la seconda macchina che passa sul suo corpo . Giacché del valore dirompente , violento , di questa sua " reazione " nulla resta , nella elegia delle prime , seconde e terze pagine che gli sono dedicate . Avrà un funerale borghese , e fra qualche tempo il comune di Roma gli dedicherà una strada . Lo ammazzeranno meglio , i suoi veri nemici , che non il ragazzo dell ' altra sera . Nel quale , prima di perire , deve aver visto soltanto la via senza uscite in cui s ' era cacciato , la dimensione del suo errore . E pensare che cercava l ' angelo della passione secondo Matteo .
L'album di famiglia ( Rossanda Rossana , 1978 )
StampaQuotidiana ,
Stampa e radio si sono piegate febbrilmente , il giorno di Pasqua , sul secondo messaggio delle Brigate Rosse come su un palinsesto da decifrare . Siccome sulle cose che contano - se Moro sia vivo , se lo libereranno e a quali condizioni - non dice niente , i commentatori ne hanno dedotto che è invece interessantissimo politicamente . Lo hanno trovato a ) ricco di novità , b ) tale da accattivarsi le simpatie della nuova sinistra ( i più gentili ) , o da esserne senz ' altro il frutto ( i più maliziosi ) . Perché ? perché sviluppa un vasto attacco alla Democrazia cristiana , cosa che nella vecchia sinistra non è più di moda . Ma quando mai è stata di moda nella sinistra nuova ? Nel 1968 essa nacque accusando , a torto o a ragione , i partiti operai di essersi dati come solo nemico la DC , mentre era il sistema nel suo complesso che bisognava disvelare e demolire . Nel 1977 , il movimento ha avuto per nemico tutto « lo Stato » , e in particolare i riformisti perché vi ingabbiavano le masse . Per una sola breve fase la nuova sinistra ( meglio i gruppi ) scoprirono la DC , e fu nel 1972 con Fanfani . In verità , chiunque sia stato comunista negli anni Cinquanta riconosce di colpo il nuovo linguaggio delle BR . Sembra di sfogliare l ' album di famiglia : ci sono tutti gli ingredienti che ci vennero propinati nei corsi Stalin e Zdanov di felice memoria . Il mondo - imparavamo allora - è diviso in due . Da una parte sta l ' imperialismo , dall ' altra il socialismo . L ' imperialismo agisce come centrale unica del capitale monopolistico internazionale ( allora non si diceva « multinazionali » ) . Gli stati erano « il comitato d ' affari » locale dell ' imperialismo internazionale . In Italia il partito di fiducia - l ' espressione è di Togliatti - ne era la DC . In questo quadro , appena meno rozzo , e fortunatamente riequilibrato dalla « doppiezza » , cioè dall ' intuizione del partito nuovo , la lettura di Gramsci , una pratica di massa diversa , crebbe il militantismo comunista fino agli anni Cinquanta . Vecchio o giovane che sia il tizio che maneggia la famosa Ibm , il suo schema è veterocomunismo puro . Cui innesta una conclusione che invece veterocomunista non è , e cioè la guerriglia . In quel contesto infatti essa non funziona . Se le masse sono manipolate dagli apparati , con quale esercito si fa la rivoluzione ? Se il nemico è un potentissimo partito - stato , protetto dall ' estero e padrone di tutte le istituzioni , difficile pensare di abbatterlo col cecchinaggio . E infatti quella posizione aveva , per logica conseguenza , o l ' abbassamento del tiro o « Ha da venì Baffone » , cioè il rinvio dell ' ora X all ' esplodere d ' una crisi europea , d ' una nuova guerra che rovesciasse il rapporto impari di forze . Tanto è vero che , quando il problema della rivoluzione italiana tornò all ' ordine del giorno nella sinistra , nei primi anni Sessanta , comportò un ' analisi diversa anche della Democrazia cristiana , più complessa e insieme più aggredibile ; si vide nell ' interclassismo cattolico un terreno di disgregazione del vecchio e di riaggregazione , nella lotta di massa , del nuovo blocco storico . Tutta la spinta a sinistra ne fu alimentata , e ne risentì la stessa Democrazia cristiana , specie nelle fasi in cui si trovò sotto sterzo , cioè nell ' estate del 1963 e poi dal 1975 al 1976 . Interessi imperialisti , capitale privato e di stato , stato , partiti , confessionalismo , « luoghi » della dominazione borghese apparvero in continuità , ma non appiattiti ; e nel relativo scollamento si rifletté la forza d ' urto dell ' avanzata a sinistra . Se oggi qualcuno scopre nel testo delle BR una efficace critica della DC , vuol dire che l ' arretramento delle idee politiche s ' è fatto precipitoso . Le BR odierne , se pure di loro si tratta , ci hanno contato . E il Partito comunista farebbe bene a misurare lo spazio che ha lasciato scoperto e l ' ampiezza di manovra che esso offre . Consente infatti ai brigatisti di fare degli ammazzamenti , sequestri e ora relativa ideologia , i cardini d ' una doppia operazione : far saltare la Democrazia cristiana o parte di essa fuori dal « compromesso democratico » e indebolire la credibilità della sinistra , nel momento in cui si attua una destabilizzazione a destra . Questa manovra sconta il silenzio delle sinistre sulla DC e se ne fa una forza . Può infatti opporre il PCI , allo schematismo d ' una denuncia che mira a impressionare una certa base inquieta o delusa , l ' articolato giudizio formulato negli anni Sessanta ? Quello - l ' analisi della DC come d ' uno specifico interclassismo , specifico problema strutturale , storico e di coscienza della nostra società - comportava comunque una strategia di attacco , di avanzata , di egemonia , di conquista . Quali che ne fossero i limiti che la strategia che le sinistre ne derivavano , ed erano molti , nella loro coscienza e in quella delle masse che le seguivano restò al centro il « come » della divisione della DC e della sua sconfitta . Lo restò fino al 20 giugno . Da allora non lo è più . Al suo posto sono subentrate , con la filosofia dell ' emergenza , la priorità data all ' accordo con tutta la Democrazia cristiana , e quindi la necessità di stare alle sue compatibilità . PCI e PSI vanno fin dove la DC può arrivare . La rovinosa condotta dell ' ultima crisi di governo ne è stata la prova . E un caso che sia culminata nella seconda grande provocazione del decennio , reciproca alla strage di piazza Fontana ? È straordinario che dal Cile , che pure lo spaventò , il PCI non abbia tratto le due lezioni più evidenti . Prima , che non può inoltrarsi in campo avversario senza fortemente coprirsi a sinistra con un tenace legame di masse ( masse più coese e non meno , più capaci di egemonia e non meno ) . Secondo , che deve essere garantito da modifiche immediate e sostanziali negli apparati del potere di stato . Berlinguer invece sembra essersi mosso al buio . E ora a sinistra gli si aprono falle , nella forma peggiore . No , non il crescere del partito armato nelle fabbriche : queste sono storie che piacciono a Carli . Ma prime sacche di rassegnazione e delusione e sconcerto ; domani smobilitazione . A destra , nel giro di poche settimane e sotto l ' iniziativa degli attentati , un avversario incattivito e uno stato che domanda leggi eccezionali . PCI e PSI , privi di iniziative e capaci solo di esecrazione , le avalleranno . Dove sono le casematte che il movimento popolare italiano , nel momento del suo originario avvento al governo , si sarebbe dato per garantire gli embrioni di un nuovo stato ? Si è fatto di tutto per asfissiarle . Resta una grande classe operaia all ' erta , e attorno ad essa una coscienza democratica che comincia a confondersi e incrinarsi . Nessuno le chiama a organizzarsi , a farsi presidio . La salvezza della democrazia è affidata ai questori . Come stupirsi se ogni avventura è tentata ?