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> categoria_s:"Miscellanea" > autore_s:"CARROLL LEWIS"
Miscellanea ,
I LO SPECCHIO Una cosa era certa : che il micino bianco non c ' entrava affatto : la colpa era tutta del nero . Durante l ' ultimo quarto d ' ora Dina , la gatta madre , aveva lavata la faccia al micino bianco ( operazione che il micino dopo tutto , aveva sopportato con dignità ) ; era quindi chiaro che esso non aveva potuto aver parte nel misfatto . Il modo come Dina lavava la faccia ai figli era questo : prima teneva il poverino per l ' orecchio con una zampa , e poi con l ' altra gli stropicciava tutto quanto il muso , contro pelo , principiando dal naso ; e proprio poco prima , come ho detto , era stata occupatissima col micino bianco , che se ne stava tranquillo e calmo tentando di far le fusa , certo col sentimento che tutto si faceva per il suo bene . Ma il gattino nero era stato lavato prima in quel pomeriggio ; e così , mentre Alice se ne stava rannicchiata in un cantuccio della maestosa poltrona , in una specie di dormiveglia , esso s ' era dato a una gran partita di salti col gomitolo che Alice aveva pazientemente fatto dalla matassa di lana , rotolandolo su e giù finché l ' aveva tutto ingarbugliato . Ed ora ecco il gomitolo sparso sul tappeto tutto nodi e grovigli , col gattino in mezzo che cerca di acchiapparsi la coda . - Ah , brutto micio - gridò Alice acchiappando il gattino e dandogli un bacio per fargli capire d ' essere in collera . - Veramente Dina avrebbe dovuto insegnarti a essere più educato ! Tu devi farlo , Dina , tu sai che devi farlo ! - essa aggiunse , dando un ' occhiata di rimprovero alla gatta madre , e parlando col suo miglior tono di disapprovazione . E poi , arrampicatasi di nuovo sulla poltrona , dopo aver preso con sé il gattino e la lana , cominciò a rifare il gomitolo . Ma andava innanzi lentamente , perché nel frattempo chiacchierava , un po ' per il gattino e un po ' per sé . Sulle ginocchia di lei il micio sedeva in aria triste , fingendo di osservare il progresso del gomitolo e di tanto in tanto sporgendo una zampetta , e pianamente toccando la palla , come per dire che , potendo , avrebbe aiutato il lavoro volentieri . - Sai che è domani , micino ? - cominciò Alice . - Se fossi venuto alla finestra con me , tu l ' avresti indovinato ... Ma Dina ti lavava la faccia e non hai potuto . Io guardavo i ragazzi che raccoglievano le fascine e le frasche per la fiammata di carnevale . Ce ne vogliono molte di fascine , micino . Ma faceva tanto freddo e nevicava tanto , che dovettero andarsene . Non importa , micino , domani andremo a vedere la fiammata . - Qui Alice avvolse due o tre volte il filo intorno al collo del gattino , per vedervi l ' effetto ; ma nell ' atto le sfuggì il gomitolo che rotolò sul pavimento , disfacendosi di nuovo per molti metri di filo . - Sai , micino , io ero così arrabbiata , - continuò Alice , appena si furono riaccomodati sulla poltrona , - quando vidi tutto il danno che avevi fatto . Avrei quasi aperto la finestra per gettarti nella neve ! E l ' avresti meritato , brigantaccio ! Che hai da dire ? Non m ' interrompere ! - essa continuò , levando un dito . - Ora ti dirò tutte le tue cattive azioni . Prima : questa mattina , hai strillato due volte , mentre Dina ti lavava la faccia . E non puoi negarlo , micino , l ' ho sentito io . Che cosa dici ? ( fingendo che il gatto abbia parlato ) - Ch ' essa t ' aveva fatto entrar una zampa nell ' occhio ? Colpa tua , se tenevi gli occhi aperti : se li avessi tenuti ben chiusi , non sarebbe accaduto . Ora sono inutili le scuse , ascolta . Secondo : tu hai tirato Nevina per la coda mentre io le mettevo innanzi il tegame del latte . Che cosa ? Avevi sete anche tu ? Come sai che non fosse assetata anche lei ? Terzo : hai disfatto il gomitolo mentre io guardavo da un ' altra parte . Sono tre mancanze , Frufrù , e tu non hai avuto ancora nessun castigo . Tu sai che ti riserbo i castighi per mercoledì di quest ' altra settimana . Immagina un po ' se a me avessero riserbato tutti i castighi per un dato giorno ? Quanto farebbero alla fine d ' un anno ? Credo che arrivato quel giorno , mi dovrebbero mandare in prigione . Supponendo anzi che ciascun castigo dovesse consistere nel rimanere senza desinare , allora , arrivato quel terribile giorno , dovrei fare a meno di cinquanta desinari in una volta sola . A dir la verità , non m ' importerebbe molto . Sarei più contenta di rimaner digiuna che di mangiarli . « Senti la neve contro i vetri della finestra , Frufrù ? Che suono dolce ! Come se uno stesse baciando la finestra dal di fuori . Forse la neve vuol bene agli alberi e ai campi e li bacia così soavemente ! E poi li copre ben bene , sai , con una coperta bianca , e forse dice : « Andate a letto , cari , andate a letto , cari ! » E l ' estate quando si svegliano , Frufrù , si vestono tutti di verde e si mettono a ballare ... quando soffia il vento ... Oh che bellezza ! - esclama Alice , lasciando cadere il gomitolo di lana per battere le manine . « E io desidererei tanto che fosse vero ! Certo che i boschi par che dormano in autunno , quando ingialliscono le foglie . « Frufrù , ti piace giocare a scacchi ? Ora non ridere , caro , io te lo domando seriamente . Perché , quando poco fa stavamo giocando , tu guardavi come se sapessi il giuoco ; e quando ho detto : « Scacco matto » tu hai fatto le fusa . Sì , è stato un magnifico scacco matto , e veramente avrei potuto vincere se non fosse stato per quel brutto cavaliere che si sviò fra i miei pezzi . Frufrù caro , fingiamo ... » E qui vorrei saper riferire se non altro una metà delle cose che soleva dire Alice , quando cominciava con la sua parola favorita : «Fingiamo...» Ella aveva avuto il giorno prima una lunghissima discussione con la sorella , soltanto perché aveva cominciato : « Fingiamo d ' essere re e regine » : sua sorella , alla quale piaceva d ' essere sempre molto esatta , aveva risposto che non potevano perché erano soltanto in due , e Alice era stata costretta finalmente a dire : « Allora tu puoi essere una , e io sarò tutti gli altri . » E una volta aveva veramente atterrita la vecchia governante strillandole a un tratto nell ' orecchio : « Signorina , fingiamo che io sia una iena affamata e voi un orso ! » Ma questo vuol dir divagare dal discorso di Alice al micio : - Fingiamo che tu sia la Regina Rossa , Frufrù . Sai che penso ? Che se tu stessi seduto e incrociassi le braccia , saresti preciso come lei . Prova subito , caro . E Alice prese la Regina Rossa dal tavolo e la mise innanzi al micino come il modello da imitare ; ma la cosa non riuscì , principalmente , disse Alice , perché il gattino non volle piegar bene le braccia . Così , per punirlo , lo tenne di fronte allo specchio , perché guardasse quant ' era goffo . -...E se non stai buono , - aggiunse , - ti faccio andare nello specchio . Ti piacerebbe di andare nello specchio ? Ora , se stai attento , Frufrù , e non parli tanto , ti dirò tutta la mia idea intorno alla Casa dello Specchio . Prima di tutto , v ' è la stanza che si vede attraverso lo Specchio : è precisa come il salotto dove stiamo ; però tutte le cose son messe alla rovescia . Salendo su una sedia la veggo tutta ... tutta tranne la parte dietro il caminetto . Quanto mi piacerebbe veder quella parte ! Chi sa se nell ' inverno c ' è il fuoco : se il nostro focolare non fa fumo , non s ' indovina mai ; ma se c ' è fumo di qua , c ' è fumo anche di là . Ma chi sa , può essere una finzione , per dare a credere che ci sia il fuoco anche di là . I libri , poi , somigliano ai nostri libri ; ma le parole sono stampate a rovescio . Questo lo so ; perché ho tenuto un libro contro lo specchio , e nell ' altra stanza ne hanno pigliato un altro . « Ti piacerebbe di stare nella Casa dello Specchio , Frufrù ? Chi sa , se ti darebbero il latte là dentro ? Forse il latte della Casa dello Specchio non è buono da bere ... E ora , Frufrù , arriviamo al corridoio . Se si lascia aperta la porta del nostro salotto si vede un pezzettino del corridoio della Casa dello Specchio : somiglia molto al corridoio nostro , ma chi sa se più in là non è diverso . Oh , Frufrù , che bellezza se potessimo entrare nella Casa dello Specchio ! Son certa che ci sono tante belle cose . Fingiamo di poterci entrare , Frufrù , fingiamo che lo specchio sia morbido come un velo , e che si possa attraversare . To ' , adesso sta diventando come una specie di nebbia ... Entrarci è la cosa più facile del mondo . » Alice stava sulla mensola del caminetto mentre diceva così , sebbene non sapesse spiegarsi come fosse arrivata lassù . E certo il cristallo cominciava a svanire , come una nebbia lucente . L ' istante dopo Alice attraversava lo specchio e saltava agilmente nella stanza di dietro . La prima cosa che fece fu di guardare se ci fosse il fuoco nel caminetto , e fu tanto contenta di vedere che ce n ' era uno vero , pieno di fiamme vive , come quello che aveva lasciato nel salotto . « Così , qui starò calda come nell ' altra stanza , - pensò Alice , - più calda , veramente , perché qui non ci sarà nessuno che mi farà allontanare dal caminetto . Che bellezza , quando mi vedranno attraverso lo specchio e non potranno toccarmi ! » Poi cominciò a guardare intorno intorno , e si accorse che ciò che poteva essere veduto dalla vecchia stanza era comune e poco interessante , ma che tutto il resto era assolutamente diverso . Per esempio , i ritratti appesi al muro sembravano tutti vivi e lo stesso orologio sul caminetto ( come comprendete , nello specchio si vedeva solo la parte di dietro ) aveva la faccia di un vecchietto e sogghignava . « Questa stanza non è tenuta pulita come l ' altra » - diceva Alice a sé stessa , vedendo alcuni pezzi della scacchiera fra la cenere del focolare ; ma un istante dopo con un piccolo « oh » di sorpresa s ' inginocchiò per guardarli . Innanzi ai suoi occhi i pezzi della scacchiera sfilavano per due . - Ecco il Re Rosso e la Regina Rossa , - disse Alice ( sottovoce , per tema di spaventarli ) - ed ecco il Re Bianco e la Regina Bianca che si seggono sull ' orlo della paletta ; ed ecco i due Castelli che camminano a braccetto ... Non credo che possano sentirmi , - essa continuò , chinando un po ' di più la testa ; - e son sicura che neanche possono vedermi . Mi par quasi di diventare invisibile ... Allora qualche cosa cominciò a squittire sul tavolo dietro Alice , e le fece volger la testa appena in tempo per vedere una delle Pedine Bianche rotolare e cominciare a dar calci : ella la guardò con molta curiosità per vedere il seguito . - É la voce di mia figlia ! - gridò la Regina Bianca , passando accanto al Re e urtandolo con tanta violenza che lo fece stramazzare fra la cenere . - Mia preziosissima Lilla ! ... Mio regale tesoro , - e cominciò ad arrampicarsi selvaggiamente sull ' alare . - Tua regale sventataccia ! - disse il Re sfregandosi il naso che aveva battuto cadendo . Egli aveva diritto di essere un po ' irritato con la Regina , perché era coperto di cenere dalla testa ai piedi . Alice era ansiosissima di rendersi utile . La povera Lilla smaniava e strillava disperatamente ; ed allora ella raccolse in fretta la Regina e la mise sul tavolo accanto alla sua rumorosa figlioletta . La Regina si sedette ansando : il rapido viaggio per l ' aria le aveva tolto il respiro , e per un minuto o due non poté far altro che abbracciare silenziosamente la piccola Lilla . Ripreso fiato , gridò al Re Bianco che sedeva imbronciato nella cenere : - Bada al vulcano . - Che vulcano ? - disse il Re , guardando ansiosamente nel fuoco , come se credesse più che probabile scoprirne uno . - M ' ha soffiato ! - balbettò la Regina , che non respirava ancora bene . - Bada di tornare qui ... in modo regolare ... non farti soffiare ! Alice osservava il Re , mentre egli si sforzava pianamente d ' arrampicarsi d ' asse in asse , e finalmente gli disse : - A quella velocità ci metterai un secolo ad arrivare al tavolo . Sarà meglio che io ti aiuti , non è vero ? Ma il Re parve non accorgersi di quelle parole : era assolutamente evidente ch ' egli non poteva né udirla né vederla . Così Alice lo prese molto cortesemente , e lo sollevò più adagio della Regina . in modo da non togliergli il respiro ; ma prima di metterlo sul tavolo , pensò bene , vedendolo con tanta cenere addosso , di spolverarlo un poco . Essa narrò dopo di non aver mai visto in tutta la sua vita una faccia come quella fatta dal Re , nel momento ch ' egli si trovò in aria tenuto da una mano invisibile e diligentemente spolverato : ne parve così stupito che non fiatò , ma gli occhi e la bocca andarono man mano diventando più grandi e più rotondi , finché la mano di lei lo scosse fra tante risate che ci mancò poco non lo lasciasse ricadere sul pavimento . - Oh ! non far quelle smorfie , caro ! - esclamò a un tratto dimenticando che il Re non poteva udirla . - Mi fai ridere tanto che appena posso tenerti ! E non spalancar tanto la bocca ! Si riempirà di cenere ... Ecco , mi pare che ora sii abbastanza pulito ! - ella aggiunse , allisciandogli i capelli e mettendolo sul tavolo accanto alla Regina . A un tratto il Re stramazzò supino , e rimase perfettamente calmo ; e Alice ebbe un po ' paura per ciò che aveva fatto , e girò un po ' per la stanza per trovare un po ' d ' acqua e gettargliela in faccia . Ma non poté trovare che una boccetta d ' inchiostro , e quando ritornò con la boccetta , vide che il Re s ' era riavuto e che parlava con la Regina in un timido bisbiglio ... così basso , che Alice poté con difficoltà udire ciò che si dicevano . Il Re diceva : - Ti assicuro , mia cara , che ero diventato freddo fino alla punta dei baffi . E la Regina rispondeva : - Tu non hai baffi . - La paura di quell ' istante , - continuò il Re , - non la dimenticherò mai . - La dimenticherai , - disse la Regina . - se tu non l ' annoti nel taccuino . Alice osservò con grande curiosità che il Re traeva di tasca un taccuino enorme , e cominciava a scrivere . Improvvisamente le saltò in mente una idea , e afferrò l ' estremità della matita che sorpassava la spalla del Re e cominciò a scrivere per lui . Il povero Re apparve imbarazzato e dolente , e lottò per qualche tempo con la matita senza dir nulla ; ma Alice era più forte di lui . Finalmente egli balbettò : - Cara mia , debbo procurarmi una matita più sottile . Questa non la so adoperare . Scrive cose che io non capisco . - Che cosa ? - disse la Regina guardando nel libro ( in cui Alice aveva scritto : « Il Cavaliere Bianco scivola dall ' alare . Egli non sa stare in equilibrio » ) - Questa non è un ' annotazione che ti riguarda . Vi era un libro sul tavolo accanto , e Alice , mentre se ne stava seduta a guardare il Re Bianco ( perché ancora si sentiva un po ' in ansia per lui e aveva l ' inchiostro pronto per gettarglielo sul viso , in caso dovesse svenire di nuovo ) si mise a voltare le pagine per trovar qualche parte che potesse leggere , « perché è stampato tutto in una lingua che io non conosco » , diceva fra sé . Era così : irrat ilgil i e eccoc a are ' S , ottehcsip len navallertrig irranicnec i icsol ittut . ottets egnol navaigguffus Essa guardò impacciata per qualche tempo ; ma finalmente le venne un lampo di luce : - Naturalmente è un libro della Casa dello Specchio . E se io lo metto contro uno specchio , le parole si raddrizzeranno . Questa era la poesia che Alice lesse : S ' era a cocce e i ligli tarri girtrellavan nel pischetto , tutti losci i cencinarri suffuggiavan longe stetto . « Figlio attento al Giabervocco : ha gli artigli ed ha le zanne , ed attento , attento aI Tocco , e disprezza il frumio Stranne ! » Egli prese in man la spada - da gran tempo lo cercava - e sull ' albero di nada in pensiero riposava . Mentre stava sì in pensiero ecco il Giabervocco appare per il bosco artugio e fiero tutte alunche fiamme pare . Uno e due ! Ecco che fa l ' itra spada zacche , zacche . L ' erpa testa ei lascia , e va galonfando pel pirracche . « Hai ucciso il Giabervocco ! Vieni , figlio , che t ' abbracci , vieni , figlio , al bardelocco dei dì lieti di limacci ! » S ' era a cocce e i ligli tarri girtrellavan nel pischetto , tutti losci i cencinarri suffuggiavan longe stetto . - Sembra bella , - essa disse , quando l ' ebbe finita , - ma è piuttosto difficile a capire ! ( Come vedete , non confessava neanche a sé stessa che non poteva comprenderla . ) Però mi pare che mi riempia la testa d ' idee ... Soltanto non so di che si tratti . Certo qualcuno uccise qualche cosa : comunque sia questo è chiarissimo ... « Ma , ohi ! - pensò Alice , levandosi immediatamente , - se non faccio in fretta , dovrò ritornare oltre lo specchio , prima d ' aver visitato il resto della casa . Vado prima a dare un occhiata al giardino . » In un istante era fuori della stanza e correva giù per le scale ... Veramente correre non è la parola esatta . La sua era una nuova invenzione per far le scale rapidamente e facilmente , come diceva Alice a sé stessa . Essa poggiava la punta delle dita sulla ringhiera , e andava leggermente giù senza neanche toccare i gradini coi piedi ; poi volò giù per l ' atrio , e sarebbe andata dritta alla porta nello stesso modo , se non si fosse afferrata al pilastro . Sentiva un po ' di vertigine passando così per aria e fu lieta quando si accorse che camminava di nuovo nel modo solito . II IL GIARDINO DEI FlORI VIVI « Vedrei il giardino molto meglio , - disse Alice fra sé , - se potessi arrivare in cima a quella collina . Ecco un sentiero che ci va dritto dritto ... almeno ... no , no ... non ci va ... - ( dopo aver fatto pochi passi lungo il sentiero e aver girato parecchi angoli acuti ) - ma credo che finalmente ci andrà . Ma che strane voltate che fa ! Somiglia più a un cavaturaccioli che a un viottolo . Ecco , di qui si va alla collina , mi pare ... No , non ci si va . Si rivà dritto a casa . E allora proverò per l ' altra via . » E così fece : vagando su e giù , e girando un angolo dopo l ' altro , e alla fine tornando sempre alla casa . In verità , una volta , girando un angolo più velocemente del solito , gli corse incontro prima di potersi fermare . « É inutile parlarne , - disse Alice , guardando la casa e facendo le viste di discutere con essa , - per ora non voglio rientrare . Dovrei ripassare un ' altra volta per lo specchio , e mi ritroverei nella vecchia stanza ... e addio a tutte le mie avventure ! » Così , risolutamente volgendo le spalle alla casa , ripigliò la via giù per il sentiero , decisa di andar dritta fino alla collina . Andò bene per pochi minuti , e stava dicendo : « Questa volta sul serio ci arriverò ... » quando il sentiero fece una brusca voltata e si scosse ( come ella disse poi ) e l ' istante appresso Alice s ' avvide di camminare in realtà verso la porta . - Oh , è troppo cattiva ! - ella esclamò . Non ho visto mai una casa venirmisi a cacciare così tra i piedi . Mai ! Però la collina era in piena vista , e non c ' era da far altro che mettersi di nuovo in viaggio . Questa volta ella arrivò ad una grande aiuola , tutta orlata di margherite , e con un salice piangente nel mezzo . - Oh Giglio , - disse Alice , rivolgendosi a uno stelo che oscillava graziosamente al vento , vorrei che tu potessi parlare . - Noi possiamo parlare , - disse il Giglio , - se c ' è qualcuno con cui metta conto di parlare . Alice fu così stupita che rimase senza parola per un minuto . Finalmente , siccome il Giglio non faceva che oscillare , ripigliò a discorrere timidamente ... quasi con un bisbiglio . - E tutti i fiori parlano ? - Come te , - disse il Giglio , - e molto più forte . - Sai , - disse la Rosa , - cominciar noi non sta bene , e veramente tu parlavi ; dicevo a me stessa : « Il suo viso ha qualche significato , sebbene non sia furbo » . Pure , tu hai il colore giusto , e col colore giusto si va lontano . - Non m ' importa nulla del colore , - disse il Giglio . - Starebbe meglio se ella avesse i petali un po ' più arricciati . Ad Alice non piaceva di essere giudicata , e così cominciò a fare delle domande . - Non avete paura d ' esser piantati qui fuori , con nessuno che vi accudisca ? - V ' è l ' albero nel mezzo , - disse la Rosa , a che altro servirebbe ? - Ma che potrebbe fare innanzi a un pericolo ? - chiese Alice . - Troncarlo , - disse la Rosa . - É per questo , - disse una Margherita , - che il suo fusto si chiama tronco . - Non sai questo ? - gridò un ' altra Margherita , e tutte cominciarono a strillare in coro , finché l ' aria parve tutta assordata da quelle stridule voci . - Silenzio , tutte ! - gridò il Giglio , agitandosi irosamente da un lato all ' altro , fremente di rabbia . - Siccome sanno che io non posso raggiungerle , - balbettò , piegando verso Alice la testa tremante , - si mettono a gridare a quel modo . - Non ci badare , disse Alice con accento carezzevole , e , chinandosi sulle margherite , che stavano ricominciando , bisbigliò : - Se non state zitte , vi colgo . Vi fu un istante di silenzio e parecchie delle margheritine rosee diventarono bianche . - Benissimo ! - disse il Giglio . - Le margherite hanno un carattere pessimo . Quando una parla , cominciano tutte , e non ci vuol altro per seccare chi le sente . - Come va che voi potete parlare così bene ? - disse Alice , sperando di addolcirlo con un complimento . - Sono stata in tanti giardini , ma non ho mai sentito parlare i fiori . - Metti giù la mano e tasta il suolo , - disse il Giglio . - Saprai il perché . Alice obbedì . - É molto duro , - ella disse , - ma non capisco che c ' entri . - Nella maggior parte dei giardini . - disse il Giglio , - fanno i letti dei fiori troppo soffici , e così i fiori dormono sempre . La ragione era ottima , e Alice fu lieta di apprenderla . - Non ci avevo pensato , - disse . - Credo che tu non pensi mai ! - disse la Rosa con un tono piuttosto severo . Non ho visto mai una fisionomia più stupida , - disse la Viola così improvvisamente , che Alice diede un balzo . - Tieni a posto quella lingua ! - grido il Giglio . - Come se tu vedessi mai nessuno . Tu nascondi la testa sotto le foglie e vi russi tanto che ne sai del mondo quanto può saperne un germoglio . - Ci sono soltanto io nel giardino o c ' è altra gente ? - chiese Alice , non volendo raccogliere l ' ultima osservazione della Rosa . - V ' è un altro fiore nel giardino che può muoversi come te , - disse la Rosa . - Vorrei sapere come fai ... ( « Tu sempre vuoi sapere » disse il Giglio ) , ma è più affaccendata di te . - É come me ? - chiese Alice sollecita , perché un pensiero le era lampeggiato : « V ' è un ' altra bambina in qualche parte del giardino ? » - Sì ha la stessa tua goffa statura , - disse la Rosa , - ma è più rossa , e i suoi petali sono più corti , credo . - Sono più stretti , come quelli della dalia , disse il Giglio , - e le cadono intorno intorno come i tuoi . - Non è colpa tua , - aggiunse cortesemente la Rosa , - se cominci a impallidire ... e i tuoi petali cominciano a insudiciarsi . Non piacque ad Alice questa osservazione , e , per cambiar discorso , chiese : - Viene qui qualche volta ? - Credo che la vedrai presto , - disse la Rosa , - ella è della specie a nove punte , sai ? - Dove le porta ? - chiese Alice , curiosa . - Intorno alla testa , naturalmente , - rispose la Rosa . - Mi domandavo perché tu non le avessi . Credevo che quello fosse il tipo normale . - Viene ! - gridò lo Spron di Cavaliere . Sento i suoi passi , tump tump , sulla ghiaia del viale . Alice si volse rapidamente , e vide la Regina Rossa . - É cresciuta molto , - fu la sua prima osservazione . Era cresciuta davvero . Quando Alice l ' aveva raccolta dalla cenere era alta non più di otto centimetri , ed in quel momento era di mezza testa più alta d ' Alice . - Effetto dell ' aria fresca , - disse la Rosa , - qui abbiamo un ' aria meravigliosa . - Vorrei andarle incontro , - disse Alice , perché sebbene i discorsi dei fiori fossero interessanti , capiva che sarebbe stato molto più importante conversare con una vera Regina . - Forse non potrai andarci , - disse la Rosa ; - ti consiglierei d ' andare dall ' altra parte . Questo parve una sciocchezza ad Alice , e non disse nulla , e s ' avviò verso la Regina Rossa . Con sua grande sorpresa , immediatamente la perse di vista , e s ' avvide di camminare ancora verso la porta . Si ritrasse un po ' irritata e , cercando per ogni dove la Regina ( che scoperse finalmente a grande distanza ) , pensò finalmente di tentar di camminare nella direzione opposta . Le riuscì magnificamente . Non aveva fatto neanche un minuto di strada che si trovò a faccia a faccia con la Regina Rossa e in piena vista della collina alla quale aveva mirato per tanto tempo . - Donde vieni ? - disse la Regina Rossa , - e dove vai ? Guardami in viso , parla dolcemente , e intanto non agitar le dita . Alice obbedì a tutte queste ingiunzioni , e rispose , come meglio poté , di aver smarrita la sua via . - Non so che intendi per la tua via , - disse la Regina ; - tutte le vie qui attorno appartengono a me ... ma d ' altra parte , perché sei venuta qui fuori ? - aggiunse con tono più cortese . - Fa un inchino mentre pensi a ciò che dici . Si guadagna tempo . Alice si mostrò molto meravigliata , ma aveva troppo timore per la Regina per non crederle . « Proverò quando ritorno a casa , diceva fra sé , la prima volta che sarò un po ' in ritardo pel desinare . » - É ora di rispondere , - fece la Regina , guardando un orologetto , - apri un po ' più la bocca quando parli , e di ' sempre : « Vostra Maestà . » - Volevo soltanto visitare il giardino , Vostra Maestà ... - Ora va bene , - disse la Regina , battendole sulla testa , cosa che ad Alice non piacque affatto , - ma se mi parli di « giardino » ho veduto giardini a petto ai quali questo sarebbe un deserto . Alice non osò di contrastare questa asserzione , e continuò : - Cercavo la strada che mena in cima alla collina . - Se mi parli di « collina » , - interruppe la Regina , - io potrei mostrarti colline a petto alle quali questa potresti chiamarla «vallata.» - No , che non potrei , - disse Alice , che si sorprese finalmente a contraddirla ; - una collina non può essere una vallata , è un ' assurdità ... La Regina Rossa scosse la testa : - Chiamala assurdità , se ti piace , - disse , - ma io ho sentito delle assurdità a petto alle quali questa sarebbe più piena di significati di un dizionario . Alice fece di nuovo un inchino , perché , dal tono con cui la Regina parlava , temeva di averla offesa ; e si misero a camminare in silenzio finché arrivarono alla cima della collinetta . Per alcuni minuti Alice se ne stette in silenzio , guardando la campagna in tutte le direzioni ... Era una campagna stranissima . Un gran numero di ruscelletti l ' attraversavan dritti da un lato e l ' altro , e il terreno che li separava era diviso in quadrati da un gran numero di piccole siepi verdi che andavan da un ruscello all ' altro . - Mi pare disegnata proprio come una grande scacchiera , - disse Alice finalmente . - Vi dovrebbero essere qua e là degli uomini che si muovono ... ed eccoli , ci sono ! - aggiunse deliziata , e il cuore le comincio a battere più celere mentre continuava : - Si giuoca un giuoco colossale di scacchi ... per tutto il mondo ... se questo e un mondo . Oh , che divertimento ! Vorrei essere del giuoco . Non m ' importerebbe d ' essere una Pedina , purché potessi essere là con loro , ma naturalmente mi piacerebbe di più essere Regina . Diede un timido sguardo alla vera Regina , mentre diceva così , e la sua compagna accennò un gentile sorriso e disse : - Se ti piace , si può far subito . Puoi essere la Pedina della Regina Bianca , perché Lilla è troppo giovane per giocare ; e intanto tu sei nella seconda Casella ; quando arriverai all ' ottava Casella sarai Regina . Proprio in quel momento , chi sa come , cominciarono a correre . Alice non poté mai capire , ripensandoci dopo , come avesse cominciato : tutto ciò che ricordava si era che correvano l ' una dietro l ' altra , tenendosi per mano , e che la Regina andava così veloce che ella stentava a mantenere lo stesso passo ; e pure la Regina continuava a strillare : « Più presto , più presto ! » ma Alice non poteva andare più presto , e non aveva più un filo di fiato per dirlo . E il più strano si era che gli alberi e tutti gli altri oggetti d ' intorno non cambiavan mai di posto : per quanto veloci esse andassero , non si lasciavan dietro mai niente : « Forse tutte le cose si muovono con noi ... » diceva tra sé Alice , non sapendo che pensare . E la Regina pareva indovinasse i suoi pensieri , perché gridava : « Più presto ! Non tentar di parlare ! » Non che Alice avesse l ' intenzione di farlo . Le era rimasto così poco fiato , che non sapeva se avrebbe mai potuto riparlar più : e la Regina gridava : « Più presto ! più presto ! » e se la trascinava appresso . - Siamo arrivate ? - poté finalmente domandare Alice , con un soffio . - Arrivate ? - rispose la Regina . - Ci siamo passate dieci minuti fa . Più presto ! E corsero per qualche tempo in silenzio , col vento che soffiava nelle orecchie di Alice , dandole la sensazione di strapparle i capelli . - Su ! su ! - gridava la Regina . - Più presto ! più presto ! E andavano così veloci che finalmente parve traversassero l ' aria a volo , sfiorando a pena coi piedi il suolo , finché improvvisamente , nell ' istante che Alice si sentiva assolutamente esausta , si fermarono , ed ella si trovò seduta senza respiro in terra e con la testa che le girava . La Regina l ' adagiò contro un albero , e cortesemente le disse : - Ora puoi riposarti un poco . Alice si guardò intorno , sorpresa . - Ma mi pare che in tutto questo tempo non ci siamo mosse da quest ' albero . Non c ' è nulla di cambiato in questo luogo . - É naturale , - disse la Regina ; - che cosa avresti voluto ? - Ma nel nostro paese , - disse Alice , che ancora ansava un poco , - generalmente si arriva altrove ... dopo che si è corso tanto tempo come abbiamo fatto noi . - Che razza di paese ! - disse la Regina . Qui invece , per quanto si possa correre si rimane sempre allo stesso punto . Se si vuole andare in qualche altra parte , si deve correre almeno con una velocità doppia della nostra . - Non ci vorrei provare ! - disse Alice . Son contenta di starmene qui ... soltanto ho caldo e sete . - So che cosa ti piacerebbe ora , - disse la Regina con affabilità , cavando una scatolina di tasca . - Mangia un biscotto ! Alice pensò che non sarebbe stato cortese dir di no , benché non fosse quello che desiderava . Prese il biscotto e fece del suo meglio per mangiarlo : era molto secco . In vita sua non s ' era mai sentita in tanto pericolo di strozzarsi . - Mentre tu ti rinfreschi , - disse la Regina , - io prenderò le misure . E cavò di tasca la fettuccia del metro , e cominciò a misurare il terreno e a ficcare qua e là dei piccoli pioli . - Alla fine di due metri , - ella disse , mettendo un piolo per segnar la distanza , - ti darò le istruzioni ... Vuoi un altro biscotto ? - No , grazie , - disse Alice , - ne ho abbastanza d ' uno . - La sete è spenta , spero ? - disse la Regina . Alice non sapeva che dire , ma fortunatamente la Regina non aspettò la risposta , e continuò : - Alla fine di tre metri , le ripeterò , per non fartele dimenticare . Alla fine di quattro , ti dirò addio . Alla fine di cinque , me ne andrò . In quel momento aveva finito di mettere i pioli , e Alice stette a guardare con grande interesse , mentre la Regina ritornava all ' albero , e cominciava a camminare pianamente giù per la fila . Al piolo del secondo metro , ella si volse e disse : - Una pedina , sai , fa due caselle nella sua prima mossa . Così andrai rapidamente per la terza Casella - per ferrovia , direi , - e ti troverai subito nella quarta . Bene , la quarta Casella appartiene a Tuidledum e Tuidledì ... la quinta la maggior parte è acqua ... La sesta appartiene a Unto Dunto ... Ma non mi dici nulla ? - Io ... io non sapevo di dover dir qualche cosa ... proprio ora , - balbettò Alice . - Avresti dovuto dire , - continuò la Regina con tono di grave rimprovero : « Siete molto gentile a dirmi tante cose » . Ma facciamo conto che tu l ' abbia detto ... La settima Casella è tutta foresta ... ma uno dei Cavalieri t ' indicherà la via ... e nell ' ottava Casella noi saremo Regine insieme , e tutto sarà festa e allegria . Alice si levò e fece un inchino . e si risedé di nuovo . Al prossimo piolo , la Regina si voltò ancora e disse : - Parla in francese quando una cosa non sai pensarla nella tua lingua ... volgi all ' infuori le dita dei piedi camminando ... e ricorda chi sei . Questa volta non aspettò che Alice s ' inchinasse , ma si diresse velocemente al prossimo piolo , dove si voltò un momento per dire « addio » , e quindi corse in gran fretta all ' ultimo . Come avvenisse , Alice non seppe mai ; ma , non appena raggiunto l ' ultimo piolo , la Regina non c ' era più . Se si fosse dileguata in aria o se fosse corsa velocemente nel bosco ( « essa può correre tanto presto » , pensava Alice ) , non vi fu assolutamente mezzo d ' indovinare : era sparita , e Alice cominciò a ricordarsi d ' essere una Pedina e che il suo dovere era di muoversi . III GL ' INSETTI DELLO SPECCHIO Naturalmente la prima cosa da fare era di esaminare attentamente il paese attraverso il quale doveva viaggiare . « É come studiar la geografia , - pensava Alice , mentre si levava in punta di piedi con la speranza di vedere un po ' più oltre . - Fiumi principali ... non ve ne sono . Montagne principali ... La sola montagna qui son io , ma credo di non aver nome . Città principali ... Ah ! ... e che sono quelle bestie che fanno il miele laggiù ? Non possono essere api ... le api non si potrebbero vedere alla distanza di un miglio . » E per qualche tempo rimase silenziosa , guardandone una che s ' aggirava tra i fiori , ficcando la proboscide nei loro calici . « Proprio come un ' ape » , pensava Alice . Però era tutt ' altro che un ' ape : infatti , era un elefante ... come Alice scoprì presto , con uno stupore che le tolse quasi il respiro . « E che enormi fiori debbono essere ! » - si disse poi . - « Qualche cosa come dei villini senza tetto e con uno stelo ... e che gran quantità di miele debbono fare ! Voglio andar giù a ... No , non voglio andare ancora » , continuò arrestandosi , dopo aver cominciato a correre giù per la collina , tentando di trovar qualche scusa per quel suo improvviso timore . « Non andrò mai giù tra quelle bestie senza una pertica per scacciarle ... E che divertimento sarà quando mi si domanderà se mi è piaciuta la passeggiata ! Io dirò :...Oh, m ' è piaciuta tanto ... ( qui fece la sua solita scrollatina di testa ) , soltanto c ' era tanta polvere e tanto caldo , e gli elefanti m ' hanno seccato un poco . » « É meglio andar giù per l ' altra via , » disse dopo una pausa : - « e forse potrò vedere gli elefanti più tardi . Inoltre così arriverò nella Terza Casella . » E con questa scusa corse giù per la collina e saltò oltre il primo dei sei ruscelletti . * * * - I biglietti , per favore ! - disse la Guardia , cacciando la testa allo sportello . In un istante tutti cavarono fuori i biglietti . Erano biglietti della stessa dimensione delle persone e pareva che riempissero la vettura . - Su , il tuo biglietto , bambina , - continuò la Guardia , guardando severamente Alice . E molte voci dissero tutte insieme ( « come il coro d ' un canto » pensava Alice ) : - Non lo fare aspettare , bambina , ché il suo tempo vale mille lire al minuto . - Mi dispiace di non averlo , - disse Alice tutta impaurita : - nel luogo dove sono partita , non c ' era l ' ufficio del bigliettario . E di nuovo il coro delle voci continuò : - Non c ' era spazio per l ' ufficio nel luogo donde essa è partita . Il terreno lì vale mille lire il centimetro . - Le scuse sono inutili , - disse la Guardia , - dovevi comprare il biglietto dal macchinista . E ancora una volta il coro delle voci continuò : - L ' uomo che conduce la macchina . Ebbene , il fumo solo vale mille lire lo sbuffo . Alice diceva fra sé : « É inutile tentar di parlare . » E siccome non aveva parlato , non sentì il coro delle voci , ma con sua gran sorpresa s ' accorse che tutti pensavano in coro ( io spero che voi comprendiate che cosa significa pensare in coro ... perché debbo confessare che io non lo comprendo ) : - É meglio non dire nulla . La lingua vale mille lire la parola . « Stanotte mi sognerò le mille lire , son certo che le sognerò » , pensava Alice . In quel momento la Guardia la stava fissando prima con un telescopio , poi con un microscopio , e poi con un binocolo . Infine disse : - Tu viaggi in senso inverso ! E così dicendo , chiuse lo sportello e se ne andò . - Una bambina così piccola , - disse il signore che le sedeva di fronte , vestito di carta bianca , - dovrebbe sapere in che senso viaggia , anche se essa non sa come si chiama . Un Caprone , che sedeva accanto al signore in bianco , chiuse gli occhi e disse a voce alta : - Essa doveva sapere la via dell ' ufficio dei biglietti , anche se non sa leggere . Ma uno Scarabeo che sedeva accanto al Caprone ( era una stranissima vettura tutta piena di passeggeri d ' ogni specie ) disse , giacché pareva che si seguisse la regola di parlare a turno : - Essa dovrà essere rimandata di qui come bagaglio . Alice non poté vedere quello che aveva parlato dopo lo Scarabeo , ma poi sentì una voce affannata e cava : - Si cambia la macchina ! ... - disse la voce , che poi fu come soffocata e costretta a interrompersi . - Sembra la voce di un cavallo , - diceva Alice fra sé ; e una voce straordinariamente sottile , accanto all ' orecchio di lei , disse : - Tu dovresti fare un bisticcio su questo : un bisticcio su cava e cavallo . Allora una voce gentile in distanza disse : - Sapete , le bisogna mettere l ' etichetta : « Ragazza , fragile . » E dopo questa , altre voci continuarono : ( « Quanta gente c ' è in questa vettura ! » pensava Alice ) : - Essa deve andare per posta , perché ha un collo addosso . Deve essere mandata come un dispaccio per telegramma ... Deve tirare il treno da sé per il resto del viaggio ... E altre proposte di questo genere . Ma il signore vestito di carta bianca si chinò un po ' e le bisbigliò all ' orecchio : - Non badare a ciò che si dice , cara , ma prendi un biglietto di ritorno tutte le volte che il treno si ferma . - Veramente non lo farò , - disse Alice con qualche impazienza , - io non appartengo a questo viaggio di strada ferrata ... Poco fa ero in un bosco ... e vorrei poter tornare indietro . Disse la piccola voce accanto al suo orecchio : - Adesso potresti fare un giuoco di parole : qualche cosa , sai , su volere e potere . - Non mi seccare , - disse Alice , invano guardandosi per scoprire donde venisse la voce ; - se ti piacciono tanto i giuochi di parole , perché non ne fai uno tu ? La piccola voce trasse un profondo sospiro : segno evidente di grande infelicità , e Alice avrebbe detto qualche parola di consolazione , « se il sospiro fosse stato come tanti altri ! » ella si diceva . Ma era così straordinariamente minuscolo , che non si sarebbe assolutamente sentito , se non le fosse sonato accanto all ' orecchio . Per conseguenza ella avvertiva un forte solletico all ' orecchio che la stornava dal pensiero dell ' infelicità della povera creaturina . Continuò la piccola voce : - So che tu sei un ' amica una cara amica , una vecchia amica . Benché io sia un insetto , tu non mi farai male . - Che specie di insetto ? - Alice chiese con ansia . Ciò che voleva veramente sapere era se pungesse o no , ma pensò che non era una domanda che si potesse educatamente mettere . - Che ! allora non ti .... . cominciò la vocettina , quando fu soffocata da un acuto strillo che veniva dalla macchina , e tutti si levarono impauriti . Alice tra gli altri . Il Cavallo che aveva messo la testa allo sportello , la ritrasse tranquillamente dicendo : - Si tratta di saltare un ruscello . Tutti parvero soddisfatti di questa spiegazione , ma Alice si sentiva un po ' nervosa all ' idea di un treno che doveva saltare . « Però , ci porterà alla quarta Casella , e questa è una consolazione ! » disse fra sé . - L ' istante dopo sentì la vettura levarsi dritta in aria , e nella paura che la invase , Alice s ' afferrò all ' oggetto più vicino , che poi era la barba del Caprone . * * * Ma la barba , toccata , parve svanire , e Alice si trovò tranquillamente seduta sotto un albero , mentre la Zanzara ( che era l ' insetto che le aveva parlato ) si equilibrava su un ramoscello che le pendeva sulla testa , facendosi vento con le ali . Certo , era una Zanzara colossale : « della dimensione di una gallina , » pensò Alice . Pure , non ne ebbe paura , dopo che avevano conversato tanto tempo insieme . -...Allora non ti piacciono tutti gli insetti , - continuò la Zanzara , come se nulla fosse accaduto . - Mi piacciono quando sanno parlare , disse Alice . - Nessuno di essi parla mai , nel paese donde vengo - E che razza di insetti ti allietano , e donde vieni ? - chiese la Zanzara . - Gli insetti non mi allietano affatto , - spiego Alice , - piuttosto ne ho paura ... almeno di quelli grandi . Ma posso dirti i nomi di alcuni . - Naturalmente , essi rispondono ai loro nomi ? - osservò con indifferenza la Zanzara . - Non l ' ho mai saputo . - E che servirebbe aver il nome , e non rispondere ? - Non serve ad essi , - disse Alice ; ma serve alle persone che li nominano , credo . Se no , perché ogni cosa avrebbe un nome ? - Non so , - rispose la Zanzara . - Nel bosco laggiù non ci sono nomi ... Ma continua con la lista degli insetti : così perdi il tempo . - Prima , la Mosca cavallina , - cominciò Alice , contando i nomi sulle dita . - Oh , bene , - disse la Zanzara , - a mezza strada da quel cespuglio , vedrai la Mosca dei cavallucci di legno . É fatta interamente di legno , e va di ramo in ramo dondolandosi su sé stessa . - E di che vive ? - chiese Alice con grande curiosità . - Linfa e segatura , - disse la Zanzara ; avanti con la tua lista . Alice mirò la Mosca dei cavallucci di legno con grande interesse , e dicendo fra sé che certo , per sembrare così lucente e appiccicaticcia , era stata riverniciata di fresco , continuò : - E v ' è il Moscone della carne . - Guarda il ramo sulla tua testa , - disse la Zanzara , - e vedrai il Moscone della carne . Ha il corpo di salsiccia , le ali di costoletta e la testa di braciola . - E di che vive ? - chiese Alice , come prima . - Di salame e di pasticcio di sanguinaccio , - rispose la Zanzara , - e fa il nido in un tegame . - E poi c ' è la Mosca del formaggio , - continuò Alice , dopo aver guardato ben bene l ' insetto , che aveva la testa nel fuoco , mentre essa diceva : « Forse questa è la ragione perché agl ' insetti piace di volare intorno alle candele » . - Puoi veder strisciare ai tuoi piedi , - disse la Zanzara ( Alice ritrasse i piedi impaurita ) - una Mosca del pane e formaggio . Le sue ali sono fette sottili di pane e burro , il suo corpo è di Gorgonzola , gli occhi di Gruyera . - E di che vive ? - Di maccheroni e di pere . Ma in mente di Alice sorse un ' obiezione . - E se non ne trova ? - essa disse . - Morirebbe , è naturale . - Qui deve accadere molto spesso , - osservò Alice pensosa . - Accade sempre , - disse la Zanzara . E allora , Alice rimase un minuto o due meditabonda . La Zanzara si divertiva intanto a zirlarle intorno alla testa : finalmente si adagiò di nuovo , e osservò : - Io credo che tu non abbi l ' intenzione di perdere il nome . - Veramente no , - disse Alice con una certa ansia . - E pure io non so , - continuò la Zanzara con tono d ' indifferenza : - pensa il guadagno che faresti , se lo perdessi ritornando a casa . Per esempio , se la governante volesse chiamarti per la lezione , direbbe : « Vieni qui ... » e dovrebbe interrompersi , perché non avrebbe un nome con cui chiamarti , e tu allora non dovresti rispondere . - Io credo che questo non servirebbe a nulla , - disse Alice : - la governante mi farebbe scuola lo stesso . Se non ricordasse il nome , mi chiamerebbe « signorina » come fa la cameriera . - Bene , « signorina » vuol dire piccola signora , - osservò la Zanzara , - e allora ... s ' ignora la chiamata . Questo è un bisticcio . Mi piacerebbe che l ' avessi pensato tu . - Perché ti piacerebbe che l ' avessi pensato io ? - chiese Alice . - É un brutto bisticcio . Ma la Zanzara non rispose e trasse un profondo sospiro , mentre due grosse lagrime le solcavano le gote . - Non dovresti far dei bisticci , - disse Alice , - se ti addolora tanto . Poi venne un altro di quei malinconici sospiri , e tosto la povera Zanzara parve essersi dissolta con esso , perché Alice guardò di nuovo da quella parte , e non vide più nulla sul ramoscello . E allora , siccome si sentiva intirizzire per esser stata così a lungo seduta , s ' alzò e si mise a camminare . Arrivò subito a una pianura , con un bosco dall ' altro lato : sembrava molto più oscuro dell ' ultimo bosco , e Alice ebbe paura di entrarci . Però , ripensandoci meglio , decise di andare innanzi : « Perché certamente non ritornerà più » essa si diceva , e quella era l ' unica via per l ' Ottava Casella . - Questo dev ' essere il bosco , - disse meditabonda , - dove le cose non hanno nomi . Chi sa che sarà del mio , quando c ' entrerò ! Non mi piacerebbe di perderlo ... perché dovrebbero darmene un altro , e certo sarebbe brutto . Sarebbe divertente trovare la creatura che portasse il mio vecchio nome . Proprio come i manifesti quando la gente perde i cani : « Risponde al nome di Menelik : aveva un collare d ' ottone » ; figurarsi , chiamare ogni cosa che s ' incontra « Alice » , finché una risponde . Ma se fosse savia , non risponderebbe affatto . Divagava a questo modo , quando raggiunse il bosco , che le sembrò molto freddo e ombroso . « Ma ad ogni modo è un gran conforto , - si diceva entrando sotto gli alberi , - dopo tanto caldo , entrare nel ... nel ... che cosa ? » ella continuò , piuttosto sorpresa di non poter trovar la parola . « Vado sotto il ... sotto il ... sotto questo , sai » e mise la mano sul tronco dell ' albero . « Chi sa come si chiama ! Credo che non abbia nome ... sì , certo , non l 'ha.» Stette silenziosa per un minuto a pensare ; e poi ricominciò : « E allora è realmente accaduto , dopo tutto . E ora , qual è il mio nome ? Voglio ricordarlo , se posso . Sono proprio decisa . » Ma l ' essere decisa non significava nulla , e tutto ciò che poté dire , dopo molto scervellarsi , fu : « Al , so che comincia per Al . » Proprio in quel punto venne a passare una cerva , che guardò Alice coi suoi grandi gentili occhi , ma non sembrò per nulla impaurita . - Qua , qua ! - disse Alice , sporgendo la mano e provando a carezzarla . Ma quella diede un piccolo balzo , e poi la guardò calma di nuovo . - Come ti chiami ? - disse finalmente la Cerva , con una soavissima voce . « Vorrei saperlo » , pensava la povera Alice , e rispose tutta rattristata : - In questo momento , nulla . - Pensaci ancora , - disse la Cerva , - così non può essere . Alice pensò ancora , ma non venne a capo di nulla . - Per favore , e tu non puoi dirmi come ti chiami ? - ella disse timidamente . - Forse m ' aiuteresti a ricordare il mio nome . - Te lo dirò , se vieni un po ' più oltre , disse la Cerva . - Qui non posso ricordarlo . Così esse viaggiarono insieme per il bosco , Alice con le braccia strette affettuosamente intorno al morbido collo della Cerva , finché non arrivarono in un ' altra pianura , dove la Cerva balzò improvvisamente in aria e si liberò dal braccio di Alice . - Io sono una Cerva , - esclamo con voce di gioia . - E povera me , tu sei una creatura umana . Tosto uno sguardo di sgomento apparve nei suoi begli occhi bruni , e l ' istante dopo essa s ' era slanciata lontano a grande velocità . Alice la seguì con lo sguardo , li lì sul punto di scoppiare in lagrime per aver perduta così improvvisamente quella piccola compagna di viaggio . « Però , so il mio nome ora , - ella si disse : - questa è una consolazione . Alice ... Alice ... non lo dimenticherò più . E ora chi sa quale di queste due frecce dovrei seguire ! » Non era molto difficile rispondere a questa domanda , perché nel bosco c ' era una strada sola e la freccia su tutti e due i cartelli aveva la punta rivolta in quella direzione . « Lo deciderò , - si disse Alice , - quando la strada si dividerà e le frecce indicheranno diverse vie . » Ma la cosa non sembrava probabile . Ella continuò ad andare , ad andare , per molto tempo , e dovunque la strada si divideva era sicura di vedere due frecce che indicavano la stessa via , una col cartello : « Alla casa di Tuidledum » e l ' altra : « Alla casa di Tuidledì . » - Credo , - disse finalmente Alice , - che essi abitino nella stessa casa . Non so perché non ci abbia pensato prima . Ma non potrò starvi a lungo . C ' entrerò per dire : « Come state ? » e domanderò loro d ' indicarmi la via per uscire dal bosco . Se potessi soltanto arrivare all ' ottava Casella prima di notte ! Così continuò ad andare innanzi , parlando a sé stessa mentre camminava , perché , nel voltare intorno a un angolo acuto , s ' imbatté in due grassi omini , così all ' improvviso che non poté fare a meno di dare un balzo indietro , ma per riaversi l ' istante dopo , già assolutamente certa ch ' essi dovevano essere IV TUIDLEDUM E TUIDLEDI ' Essi se ne stavano sotto un albero , ciascuno con un braccio intorno al collo dell ' altro , e Alice seppe subito chi fosse l ' uno e chi l ' altro ; perché uno aveva un « Dum » ricamato sul collare e l ' altro un « Dì » . « Certo tutti e due portano scritto « Tuiddle di dietro sul collare » , ella disse fra sé . Se ne stavano così calmi , che ella dimenticando assolutamente ch ' erano vivi , stava per girar loro intorno per veder la parola « Tuiddle » scritta di dietro sul collare , quando fu sorpresa da una voce che veniva da quello segnato « Dum » . - Se credi che noi siamo statue di cera , - egli disse , - avresti dovuto pagare , sai . Le statue di cera non sono fatte per esser vedute gratis . No . - Viceversa , - aggiunse quello segnato « Dì » - se credi che siamo vivi , avresti dovuto parlare . - Mi dispiace tanto , - fu tutto ciò che Alice poté dire , perché le parole d ' una vecchia canzone continuavano a risonarle nel cervello come il tic - tac d ' un pendolo , ed ella non poté fare a meno dal gridare : Tuidledum e Tuidledì si sfidarono a duello : Tuidledum a Tuidledì avea rotto un campanello . Proprio allora volò un corvo nero assai più della pece : ei guardò gli eroi sì torvo che ambedue scappar li fece . - Io so a che pensi , - disse Tuidledum , - ma non e così , no . - Viceversa , - continuò Tuidledì , - se fosse così , potrebbe essere ; e se fosse così , sarebbe ; ma siccome non è , non è . É logico . - Io cercavo , - disse Alice molto cortesemente , - la via per uscire dal bosco : si fa così scuro ! Volete farmi il favore d ' indicarmela ? Ma i due grassi omini si guardarono l ' un l ' altro e sogghignarono . Somigliavano così esattamente a un paio di grossi e grassi scolaretti , che Alice non poté fare a meno dall ' indicare col dito Tuidledum e dire : - Caposquadra ! - No , - esclamò vivacemente Tuidledum , e richiuse la bocca con uno scrocchio . - Vice - caposquadra ! - disse Alice , passando a Tuidledì , sebbene fosse assolutamente certa ch ' egli avrebbe risposto « Viceversa ! » come infatti rispose . - Hai cominciato male ! - esclamò Tuidledum . - La prima cosa da fare in una visita è di dire : « Come state ? » e stringer le mani . E qui i due fratelli si diedero un abbraccio , e poi sporsero le mani che erano libere per stringer la mano ad Alice . Alice non voleva stringer prima la mano di uno per tema di offender la suscettibilità dell ' altro ; così , per cavarsi dalla difficoltà , s ' impossessò delle due mani insieme . Il momento dopo essi stavano danzando in circolo . Questo le sembrò una cosa naturalissima ( essa dopo se ne ricordò ) , e neanche fu sorpresa d ' udir sonare una musica che veniva dall ' albero sotto il quale danzavano , ed era fatta ( a quel che si poteva intendere ) dai rami che si sfregavan gli uni attraverso gli altri come violini ed archi . - Ma certo fu buffo , ( diceva Alice dopo , narrando la storia di tutto alla sorella ) sorprendermi a cantare « Ecco l ' ambasciatore » . Non so quando cominciassi , ma è certo che avevo cantato per tanto tempo . Gli altri due ballerini che erano grossi e grassi , rimasero presto senza fiato . - Fare quattro giri in una danza è già troppo , - balbettò Tuidledum , e improvvisamente essi interruppero il ballo come improvvisamente l ' avevano incominciato : nello stesso momento cessò la musica . Allora essi lasciarono le mani di Alice , e la stettero a guardare per un minuto : vi fu una pausa piuttosto imbarazzante , perché Alice non sapeva come cominciare una conversazione con persone con le quali aveva poco prima ballato : - Ora non starebbe bene dire : « Come state ? » - essa si diceva - siamo arrivati già più lontano di questo , mi pare . E poi finalmente disse : - Spero che non siate stanchi . - Niente affatto . E grazie molte per averlo domandato , - disse Tuidledum . - Obbligatissimo , - aggiunse Tuidledì . Ti piace la poesia ? - S ... ì , piuttosto ... un po ' di poesia - disse Alice dubbiosa . - Mi indichereste la strada che conduce fuori del bosco ? - Che cosa le reciterò ? - disse Tuidledì , guardando con uno sguardo solenne Tuidledum , e non raccogliendo l ' osservazione di Alice . - Il Tricheco e il Legnaiuolo è la più lunga , - rispose Tuidledum , dando al fratello un abbraccio affettuoso . Tuidledì cominciò immediatamente : Dardeggiava il sol sul mare Qui Alice s ' arrischiò a interromperlo : - Se è molto lunga , - disse nella sua più cortese maniera , - mi fareste il favore di dirmi prima qual ' è la strada ... Tuidledì sorrise con affabilità , e cominciò di nuovo : Dardeggiava il sol sul mare col suo massimo vigore , ché volea l ' acqua appianare e prestarle il suo splendore . Strana idea , ch ' era già notte fonda come in una botte . Ahi , la luna a viso afflitto su lucea languidamente , e dicea : « Con che diritto a quest ' ora è il sol presente ? É scortese , e dico poco , a guastarmi così il giuoco . » Era il mar più che bagnato , più che asciutta era la rena : senza nubi il ciel stellato , perché l ' aria era serena ; non volava uccello alcuno ... non ce n ' era neppur uno . Camminavan con piacere il Tricheco e il Legnaiuolo , ma che pianto nel vedere tanta sabbia sparsa al suolo ! Disser tosto , senza asprezza : « Se si spazza , che bellezza ! Se tre serve con tre panni stesser notte e dì a spazzare » fe ' il Tricheco - « in tre o quattr ' anni , la potrebbero levare . » « Chi sa ! » - fece il Legnaiuolo , e piangea da un occhio solo . « O bell ' Ostriche , sul lido come è dolce passeggiare ! » fe ' il Tricheco : « Il vostro nido or lasciate in fondo al mare ; ed in nostra compagnia state un poco in allegria . » Lo guardò l ' Ostrica vecchia , ma una sillaba non disse , strizzò l ' occhio e in un ' orecchia un ' unghietta si confisse , quasi a dir di non volere di lì togliersi a giacere . Ma tre Ostriche piccine accettarono l ' invito , ed uscir con le vestine bianche e il viso assai pulito , senza piedi - è naturale - ma con scarpe di coppale . Altre tre seguir le prime , poi tre altre in un istante , ed infine sulle cime delle spume , tante e tante , che saltando d ' onda in onda s ' aggrappavano alla sponda . Il Tricheco e il Legnaiuolo si diresser lungo il mare , e sull ' argine del molo stetter quindi a riposare . Tutte in fila , curiosette aspettavan le Ostrichette . « É già l ' ora » fe ' il Tricheco , « di parlar di molte cose , di corazze ... e scarpe ... e greco , di prezzemolo e di rose , e perché di marmo è il mare , e se il bue sta sull 'alare.» Disser l ' Ostriche : « Aspettate un momento pel discorso ; siamo grasse e siam sudate , più d ' un miglio abbiamo corso ! » Fece il Legnaiuolo : « Bene , riposarvi vi conviene . » « Ciò che occorre sopratutto » , fe ' il Tricheco , « è un po ' di pane , pepe , aceto , burro e tutto , per il pasto di stamane . Siete già , Ostriche care , pronte per il desinare ? » « Non con noi ! » gridâro a un tratto tutte le Ostriche atterrite , « voi , così gentili , un atto così fello concepite ? » « Bella notte ! » fe ' il Tricheco : « ammirate il cielo meco ? Con voi tutto io mi consolo , squisitissime Ostrichette . » Interruppe il Legnaiuolo : « Son sottili queste fette , falle grosse ; ho un appetito , formidabile , inaudito ! » « É un infamia questo tiro » , fe ' il Tricheco . « Poverine ! dopo un così lungo giro macerarle in salsa fine ! » L ' altro fe ' con un sussurro : « Spargi , caro , molto burro . » « Per voi piango , » fe ' il Tricheco , con parole assai commosse . Ne ripete i pianti l ' eco , mentre ei sceglie le più grosse , e di lagrime un ruscello va asciugandosi bel bello ! Disse il Legnaiuolo : « Care mie , la gita è stata bella ! Se tornar volete al mare , ce n ' andremo in comunella . » Ma - mangiate ad una ad una - non rispose - ahimé ! - nessuna . - Mi piace più il Tricheco , - disse Alice : - perché era un po ' rattristato per le povere ostriche ! - Egli mangiò più del Legnaiuolo , però , - disse Tuidledì . - E si teneva il fazzoletto in faccia , in modo che il Legnaiuolo non poté contare quante se ne prendeva ... viceversa ! - Questa fu una viltà , - disse Alice indignata . - Allora mi piace più il Legnaiuolo , se ne mangiò meno del Tricheco . - Ma egli ne mangiò più che ne poté , disse Tuidledum . Era come un indovinello . Dopo una pausa , Alice cominciò : - Allora erano due cattivi ... Si frenò subito , in apprensione , all ' udir come uno sbuffo di locomotiva nel bosco , accanto a lei , pur temendo invece che più probabilmente fosse una bestia feroce . - Bazzicano dei leoni e delle tigri qui ? chiese timidamente . - É il Re Rosso che russa , - disse Tuidledum . Onestamente Alice non poteva dir che cosa fosse . Egli aveva in testa un alto berretto rosso , con un ' etichetta , e se ne stava rannicchiato quasi come in un mucchio polveroso , russando sonoramente , « quasi che la testa dovesse esplodergli » , come notò Tuidledum . - Temo che si acchiapperà un raffreddore col dormire sull ' erba umida , - disse Alice , che era una bambina assai cauta . - Ora egli sogna , - disse Tuidledì , - e che credi che sogni ? Alice disse : - Nessuno lo può indovinare . - Sogna di te ! - esclamò Tuidledì , battendo le mani con aria di trionfo . - E se cessasse di sognare di te , dove credi che tu saresti ? - Dove sono ora , naturalmente , - disse Alice . - Niente affatto , - ribatté Tuidledì con tono di sprezzo ; - non saresti in nessuna parte . Perché tu sei soltanto una specie d ' idea nel suo sogno . - Se il Re si dovesse svegliare , - aggiunse Tuidledum , - tu ti spegneresti ... puf ! ... proprio come una candela . - Non è vero ! - esclamò Alice indignata . - E poi , se io sono una specie d ' idea nel suo sogno , mi piacerebbe di sapere che cosa siete voi . - Idem , - disse Tuidledum . - Idem , idem , - gridò Tuidledì . E strillò tanto che Alice non poté fare a meno di dire : - Zitto ! Lo sveglierai , se fai tanto rumore . - É inutile di parlare di svegliarlo , - ; disse Tuidledum , - quando sei soltanto un ' idea nel suo sogno . Sai benissimo che non sei vera . - Io sono vera ! - disse Alice , e cominciò a piangere . - E inutile piangere , tanto non diverrai più vera col piangere , - osservò Tuidledì . Non v ' è ragione di piangere . - Se io non fossi vera , - disse Alice , sorridendo un poco a traverso le lagrime ( tutto le sembrava così ridicolo ) - non potrei piangere . - Non crederai , spero , che le tue siano lagrime vere ? - la interruppe Tuidledum con tono di grande disprezzo . - Io so che essi dicono delle sciocchezze , diceva fra sé Alice , - ed è stupido piangere . Così si asciugò le lagrime , e continuò più allegramente che poté : - A ogni modo , sarebbe meglio uscire dal bosco , perché si fa veramente molto buio . Credete che si metterà a piovere ? Tuidledum spiegò un grosso ombrello sulla sua testa e su quella del fratello , e guardò di fra le stecche . - No , credo di no , - egli disse , - almeno qui sotto . Niente affatto . - Ma pioverà al di fuori ? - Se così vuole , - disse Tuidledì : - noi non obiettiamo . Viceversa ... « Egoisti ! » - pensò Alice , e stava appunto per dire « Buona sera » e lasciarli , quando Tuidledum fece un salto di sotto l ' ombrello , e l ' afferrò per il polso . - Vedi questo ? - egli disse , con voce d ' ira soffocata , e gli occhi gli si spalancarono e s ' ingiallirono in un istante , mentre indicava col dito tremante un piccolo oggetto bianco sotto l ' albero . - Ebbene , è un sonaglio , - disse Alice dopo un attento esame del piccolo oggetto bianco . Sai , non un serpente a sonagli , - aggiunse in fretta per tema di spaventarlo , - ma un sonaglietto vecchio e rotto per giunta . - Lo sapevo ! - gridò Tuidledum , cominciando a pestare i piedi e a strapparsi i capelli con ira selvaggia . - É guasto , naturalmente . - E si mise a fissare Tuidledì , che immediatamente si sedette in terra e cercò di nascondersi sotto l ' ombrello . Alice gli mise la mano su un braccio , e disse , in tono carezzevole : Perché devi disperarti per un sonaglio vecchio ? - Ma non è vecchio ! - esclamò Tuidledum più furioso che mai . - É nuovo , ti dico ... l ' ho comprato ieri , ... il mio bel sonaglio nuovo ! - e la sua voce si levò in un perfetto urlo . Durante questo tempo , Tuidledì faceva del suo meglio per chiuder l ' ombrello e nascondervisi ; ma la cosa era così ardua , che l ' attenzione di Alice fu distolta dal fratello in collera . Ma Tuidledì , per quanto facesse , non ci riuscì , e finì con l ' arrotolarsi insieme con l ' ombrello , lasciando la testa fuori ; e così rimase , aprendo e chiudendo la bocca e gli occhi ... « da sembrare piuttosto un pesce che altro » , pensò Alice . - Naturalmente è necessario fare un duello , - disse Tuidledum con tono più calmo . - Credo di sì , - rispose l ' altro imbronciato , uscendo fuori dell ' ombrello : - soltanto è necessario ch ' essa ci vesta . Così i due fratelli andarono a braccetto nel bosco , e ritornarono dopo un minuto con le braccia piene di oggetti , quali cuscini , coperte , tappeti , coperchi di tegami e secchi da carbone . - Spero che tu sappi appuntar degli spilli e legar delle corde , - osservò Tuidledum . - In un modo o nell ' altro noi dobbiamo indossare tutte queste cose . Alice dopo narrò di non aver mai assistito a tanto fracasso in vita sua : di tutto il trambusto di quei due , e della gran quantità di cose che si misero addosso , e del fastidio che le diedero nel legarli con le funi e abbottonarli . - Veramente sembreranno più fasci di vecchi utensili che altro , quando saranno pronti , - essa si disse , mentre accomodava un guanciale intorno al collo di Tuidledì « per impedir che la testa gli fosse troncata , » come egli diceva . - Sai , - egli aggiunse gravemente , - è una delle cose più gravi che possono accadere a uno in duello , aver la testa troncata . Alice scoppiò in una grande risata , ma tentò di cambiarla in tosse , per tema di offendere la suscettibilità di Tuidledì . Son diventato pallido ? - disse Tuidledum , avanzandosi per farsi legare l ' elmo . ( Egli lo chiamava elmo , benché somigliasse molto più a un paiuolo ) . - Veramente ... sì ... un poco , - rispose gentilmente Alice . - Ordinariamente io son molto coraggioso , - egli continuò sottovoce , - ma oggi ho il mal di testa . - Ed io ho il mal di denti , - disse Tuidledì che aveva sentito le parole del fratello . - Io sto peggio di te . - Allora sarebbe meglio di non combattere oggi , - suggerì Alice , pensando che quella fosse l ' occasione di rappacificarli . - Noi dobbiamo battagliare un poco , ma non ci tengo a continuare a lungo , - disse Tuidledum ; - che ora è ? Tuidledì guardo l ' orologio , e disse : - Le quattro e mezzo . - Combattiamo fino alle sei , e poi desineremo , - disse Tuidledum . - Benissimo , - disse l ' altro con malinconia , - ed essa può guardare ... Soltanto farà bene a non avvicinarsi troppo . Io ordinariamente , colpisco tutto ciò che veggo ... quando sono veramente eccitato . - E io colpisco tutto ciò che posso raggiungere , - gridò Tuidledum , - lo vegga o no . Alice rise : - Voi dovete colpir gli alberi molto spesso , o credo . Tuidledum si guardò intorno con un sorriso soddisfatto . - Non credo , egli disse , - che rimarrà un solo albero in piedi qui intorno intorno , finché non avremo finito . - E tutto questo per un sonaglio , - disse Alice , sempre sperando di farli vergognare di cominciare un duello per una inezia . - Non ci avrei badato tanto , - disse Tuidledum - se non fosse stato un sonaglio nuovo . - « Io vorrei che venisse quel brutto corvo » , pensava Alice . - V ' è una sola spada , sai , - disse Tuidledum al fratello ; - ma - tu puoi tenere l ' ombrello ... che è molto aguzzo . Soltanto bisogna sbrigarsi a cominciare . Si sta facendo così buio . - Molto buio , - disse Tuidledì . Si faceva buio così rapidamente che Alice penso che s ' avvicinasse un temporale . - Che nuvola nera ! - ella disse . - E come viene presto . To ' mi pare che abbia le ali . É il corvo ! - gridò Tuidledum con un acuto strillo di terrore , e i due fratelli levarono le calcagna e si dileguarono in un attimo . Alice prese a correre per il bosco , e si fermò sotto un grosso albero . - Qui non può raggiungermi , - essa pensava . - Esso è così grande che non si potrà infilare fra gli alberi . Ah , se non agitasse tanto le ali ... nel bosco soffia un uragano ... ecco uno scialle che vola . V LANA E ACQUA Mentre così parlava acchiappò lo scialle e guardò per veder la persona alla quale apparteneva ; l ' istante dopo apparve la Regina Bianca che correva precipitosamente attraverso il bosco , con le mani aperte , come se volasse ; e Alice le andò gentilmente incontro con lo scialle . - Son molto lieta d ' averlo potuto acchiappare ! - disse Alice , mentre aiutava la Regina a rimetterselo . La Regina Bianca la guardò come atterrita , continuando a ripetere a sé stessa con un bisbiglio qualche cosa che sonava come : « Pane e burro , pane e burro » , e Alice capì che se voleva conversare , doveva pensarci lei . Così cominciò , con una certa solennità , con una frase che aveva sentito leggere dalla sorella : - Si para qui innanzi la Regina Bianca ? - Se questo si chiama pararsi ! - disse la Regina . - A me non pare ! - Alice pensò che non fosse conveniente intavolare una discussione appena all ' inizio della conversazione ; così sorrise e disse : - Se Vostra Maestà vorrà insegnarmi il miglior modo di cominciare , lo farò come meglio potrò . - É inutile ! - gemé la povera Regina , è da due ore che lo sto facendo da me . Sarebbe stato bene , come sembrava ad Alice , che la Regina che era in un acconciatura straordinariamente negletta , si fosse fatta vestire da qualche altra persona . - « Tutto è stato messo storto ! » - pensava Alice , e poi aggiunse ad alta voce : - Posso accomodarvi lo scialle ? - Io non so che abbia , - disse la Regina , con tono melanconico . - É irritato , credo . L ' ho appuntato di qui , l ' ho appuntato di là , ma non c ' è modo di compiacerlo . - Ma non può star dritto , se lo appuntate tutto da un lato , - disse Alice bellamente accomodandoglielo ; - e poveretta me , in che stato avete i capelli ! - Ci s ' è impigliata la spazzola , - disse la Regina con un sospiro , - e ieri ho perduto il pettine . Alice attentamente liberò la spazzola , e fece del suo meglio per riordinarle i capelli . - Vedete come state meglio ora ! - ella disse , dopo aver cambiato di posto a molte spille . - Veramente vi converrebbe prendere una cameriera - Certo che ti piglierei con piacere , - disse la Regina . - Quattro soldi la settimana e marmellata ogni domani . Alice non si poté tenere dal ridere , mentre diceva : - Io non voglio mettermi a servizio di nessuno , e non ho che farne della marmellata . - É ottima , - disse la Regina . - A ogni modo oggi non voglio nulla . - E non potresti averla , anche se la volessi , - disse la Regina : - non sai ? il patto è marmellata domani e marmellata ieri , ma non mai oggi . - Qualche volta deve pur venire il giorno della marmellata - No , non può , - disse , la Regina . - É marmellata ogni domani : oggi non è domani , sai . - Non vi capisco , sapete , - disse Alice , - è una terribile confusione . - Ecco che succede col vivere all ' indietro , - disse gentilmente la Regina : - in principio uno si sente un po ' di vertigine . - Vivere all ' indietro ! - ripete Alice nel massimo stupore , - non ho mai sentito una cosa simile ! - ... ma v ' è un gran vantaggio : che la memoria lavora in tutti e due i sensi . - Io son certa che la mia lavora in un senso solo , - osservò Alice . - Non può ricordare le cose prima che accadano . - Che miserabile razza di memoria quella che lavora solo all ' indietro ! - osservò la Regina . - Oh , le cose che accaddero la settimana dopo la prossima ! - riprese la Regina con tono indifferente . - Per esempio , ora , - essa continuò , incollandosi un gran quadrato di taffetà sul dito mentre parlava , - ecco l ' Alfiere del Re . Essendo stato punito , ora è in prigione ; e il processo non comincerà che mercoledì prossimo ; naturalmente , il delitto è l ' ultimo ad accadere . - E se , non lo commette ? - disse Alice . - Tanto meglio , non è vero ? - disse la Regina , legandosi il taffetà intorno al dito con un pezzo di nastro . Alice naturalmente non poteva dir di no . - Sì , che sarebbe meglio ; ma non sarebbe meglio non essere punito ? - Hai torto , però , - disse la Regina . - Tu non sei stata mai punita ? - Soltanto per delle mancanze . - E te ne trovasti molto meglio , dopo ! disse la Regina con accento di trionfo . - Sì , ma io avevo commesso le mancanze , per le quali ero punita , - disse Alice , - questa è la differenza . - Ma se tu non le avessi commesse , - disse la Regina , - sarebbe stato molto meglio ancora ; meglio e meglio e meglio . La voce diveniva più acuta ad ogni « meglio » , finché non fu che un grido gutturale . Alice stava appunto per dire : « C ' è un errore in qualche punto ... » quando la Regina cominciò a strillare con tanta forza ch ' essa non poté finire la frase . - Oh , oh , oh ! - strillava la Regina , scotendo la mano come se volesse gettarla lontano , - il mio dito sanguina ! Oh , oh , oh ! Le sue strida erano così simili ai fischi d ' una macchina a vapore , che Alice dové mettersi le mani alle orecchie . - Che cosa avete ? - disse , non appena ebbe la speranza di farsi sentire , - vi siete punto il dito ? - Non me lo son punto ancora , - disse la Regina , - ma presto me lo pungerò ... Oh , oh , oh ! - Quando credete che ve lo pungerete ? chiese Alice con una voglia matta di ridere . - Quando mi rimetterò lo scialle un ' altra volta , - gemeva la povera Regina . - Il fermaglio s ' aprirà subito . Oh , oh ! - Mentre diceva così , il fermaglio s ' aperse , la Regina vi portò a precipizio le dita , tentando di richiuderlo . - Badate ! - gridava Alice , - lo tenete storto . Ed essa prese il fermaglio ; ma era troppo tardi : la spilla aveva ferito il dito della Regina . - Ed ecco perché il dito mi sanguinava , - ella disse ad Alice . - Ora comprendi come vanno le cose qui . - Ma perché non strillate ora ? - chiese Alice , levando le mani per tapparsi di nuovo le orecchie . - Perché ho già strillato quanto dovevo strillare , - disse la Regina . - A che servirebbe mettersi a strillare un ' altra volta ? Frattanto schiariva : - Il corvo dev ' essersene andato , credo , disse Alice . - Son così contenta che se ne sia andato . Credevo che fosse già notte . - Anch ' io vorrei poter essere contenta ! disse la Regina . - Soltanto non ricordo la regola . Tu devi essere felicissima , vivendo in questo bosco ed essendo contenta tutte le volte che ti piace . - Soltanto qui son così sola , - disse Alice con voce melanconica : e al pensiero della sua solitudine , due grosse lagrime le corsero per le guance . - Oh , non piangere così ! - gridò la povera Regina , torcendosi le mani disperata . - Considera che sei già grande . Considera quanta strada hai fatta oggi . Considera che ora è . Considera qualunque cosa . Ma non piangere . Alice non poté non sorridere , anche attraverso le lagrime . - E voi potete fare a meno dal piangere , col considerare tutte queste cose ? - essa chiese . - Ecco come si fa , - disse la Regina con gran decisione , - come sai , nessuno può fare due cose in un volta . Per cominciare , consideriamo prima la tua età ... quanti anni hai ? - Sette e mezzo in punto . - Non è necessario dire « in punto » , - osservò la Regina . - Posso crederlo senza di questo . Ora darò io a te qualche cosa da credere . Io ne ho esattamente cento e uno , cinque mesi e un giorno . - Questo non lo posso credere , - disse Alice . - No ? - disse la Regina in tono di compatimento . - Provatici . Fa un respiro lungo , e poi chiudi gli occhi . Alice si mise a ridere . - É inutile che mi ci provi , - ella disse , - non si può credere alle cose impossibili . - Forse non hai la pratica necessaria , - disse la Regina . - Quando io avevo la tua età , m ' esercitavo per mezz ' ora al giorno . Ebbene , a volte credevo nientemeno che a sei cose impossibili prima della colazione ... Ecco che se ne va di nuovo lo scialle . Il fermaglio s ' era aperto mentre essa parlava , e un ' improvvisa raffica di vento fece volar lo scialle della Regina attraverso un ruscello . La Regina spalancò di nuovo le braccia , e si mise a corrergli dietro , e questa volta riuscì ad acchiapparlo da sé . - L ' ho preso , l ' ho preso ! - gridò con tono di trionfo come la vispa Teresa con la farfalla . - Vedrai che ora me l ' appunterò da me . - Allora , il vostro dito sta meglio ? - disse Alice con molta cortesia , mentre traversava il ruscelletto dietro la Regina . * * * - Oh benissimo ! - gridò la Regina , con una voce che si faceva sempre più acuta . - Benissimo . Be - e - enissirmo . Be - e - ehh ! L ' ultima parola finì in un lungo belato , così simile a quello d ' una pecora che Alice diede un balzo . Guardò la Regina , che pareva si fosse completamente coperta di lana . Si sfregò gli occhi e guardò di nuovo . Non poteva comprendere ciò che fosse accaduto . Si trovava essa in una bottega ? E quella che sedeva all ' altro lato del banco era veramente una Pecora ? Per quanto si sfregasse gli occhi , era proprio così : si trovava in una piccola oscura botteguccia , appoggiata coi gomiti al banco , di fronte a una vecchia Pecora , che sedeva in una poltroncina facendo la calza e che , di tanto in tanto , levava gli occhi dal lavoro per guardarla a traverso un paio di grosse lenti . - Che vuoi comprare ? - disse finalmente la Pecora , lasciando per un momento la calza . - Ancora non lo so , - disse Alice con dolcezza . - Vorrei , se fosse possibile , dare prima un ' occhiata intorno intorno . Tu puoi guardar di fronte e ai due lati , se vuoi , - disse la Pecora , - ma non intorno intorno a meno che tu non possegga degli occhi sulla nuca . Ma Alice non li aveva , e così si limitò a volgersi in giro e guardar gli scaffali , avvicinandosi di volta in volta . La bottega sembrava zeppa di ogni sorta di strani oggetti ... ma il più strano di tutto si era che tutte le volte che Alice si metteva a guardar fisso uno scaffale , per veder bene ciò che conteneva , quello diventava improvvisamente vuoto , sebbene gli altri d ' intorno fossero perfettamente colmi - Qui gli oggetti se ne volano via ! - ella disse finalmente , in un tono di lamento , dopo aver passato un minuto o quasi a inseguir vanamente un grande oggetto lucente , che le sembrava a volte una bambola e a volte una scatola da lavoro , ed era sempre nello scaffale al di sopra di quello in cui guardava . - E questo e il più irritante di tutti ... ma io vi dirò , - essa aggiunse , come un subitaneo pensiero le sorse , - che lo seguirò fino all ' ultimo scaffale in cima . Non vorrà andarsene pel soffitto , spero . Ma anche questo mezzo non le riuscì : l ' oggetto traversò tranquillamente il soffitto , come se ci fosse lungamente avvezzo . - Sei una bambina o una trottola ? - disse la Pecora , mentre prendeva un altro paio di ferri da calza . - Mi farai venire la vertigine , se continui ad aggirarti a quel modo . Essa ora lavorava con quattordici paia di ferri contemporaneamente , e Alice non poteva non guardarla con grande meraviglia . - Come può fare con tanti ferri ? - pensava la bambina imbarazzata . - E più sta , e più mi sembra che diventi un porcospino . - Sai remare ? - chiese la Pecora , dandole un paio di ferri , mentre parlava . - Sì , un poco ... ma non per terra ... e non coi ferri da calza ... - cominciò a dire Alice , quando improvvisamente i ferri che aveva in mano diventarono remi , e si trovò con la Pecora in una barchetta che scivolava fra due sponde . Non poté far altro che remare . - Remigante ! - gridò la Pecora , prendendo un altro paio di ferri . Non sembrando che questa osservazione avesse bisogno d ' una risposta , Alice non disse nulla , ma tirò innanzi . V ' era qualche cosa di strano nell ' acqua , ella pensava , perché di tanto in tanto i remi affondavano , ed eran tratti fuori con gran difficoltà . - Remigante , Remigante , - gridò di nuovo la Pecora , prendendo altri ferri . - Tosto piglierai un granchio . - Un bel granchiolino , - pensava Alice , mi piacerebbe . - Non hai sentito che dicevo Remigante ? gridò irata la Pecora , prendendo addirittura un fascio di ferri . - Sì , che l ' ho sentito , disse Alice , - l ' avete detto tanto spesso ... e ad alta voce . Per favore dove sono i granchi ? . - Nell ' acqua naturalmente , - disse la Pecora , ficcandosi alcuni ferri nei capelli , ché n ' aveva piene le mani . - Remigante , dico ! - Perché dire « Remigante » tante volte ? - chiese finalmente Alice , piuttosto seccata . - Io non sono un uccello . - Si che lo sei , - disse la Pecora , - sei una piccola oca . A questo Alice s ' offese un po ' . Così per un minuto o due non vi fu conversazione . La barca scivolava silenziosa sull ' acqua ; a volte fra letti d ' alghe ( nelle quali s ' impigliavano più che mai i remi ) , e a volte sotto gli alberi , ma sempre con le stesse alte . sponde . accigliate da un lato e dall ' altro - Oh , per favore ! vi sono dei giunchi profumati , - gridò Alice in un improvviso accesso di gioia . Ve ne sono tanti e come son belli ! - É inutile dirmi « per favore » , a proposito dei giunchi , - disse la Pecora senza levar la testa dalla calza . - Non ce li ho messi io , e non son io che li toglierò . - No , ma io volevo dire ... per favore , possiamo fermarci a coglierne un po ' ? - si scusò Alice . - Se non vi dispiace di fermare per un minuto la barca . - Come debbo fermarla ? - disse la Pecora . - Se cessi di remare , si fermerà da sé . Così la barca fu lasciata in balia della corrente , finché scivolò pianamente fra i giunchi oscillanti . E le piccole maniche furono attentamente rimboccate , e le piccole braccia affondate fino al gomito , per afferrare i giunchi più in basso che potevano prima di romperli ... e per un poco Alice dimenticò ogni cosa della pecora e delle calze , incurvandosi sul fianco della barca , con l ' estremità della chioma scarmigliata nell ' acqua , mentre con lucenti e avidi occhi acchiappava un ciuffo dietro l ' altro dei cari giunchi odorosi . - Spero soltanto che la barca non si rovesci , - essa si disse . - Oh , che bel ciuffo ! ... Solo che non ci arrivo ! Ed era una cosa veramente irritante ( « come se fosse fatto apposta » ella pensava ) che , sebbene ella cercasse di cogliere molti bei giunchi che la barca rasentava , v ' era sempre un ciuffo più grazioso che non si raggiungeva . - I più belli sono sempre più oltre ! - esclamò finalmente , con un sospiro , all ' ostinazione dei giunchi nel crescer così lontano , mentre con le guance accese e i capelli e le mani gocciolanti , si arrampicava di nuovo al suo posto e cominciava a mettere in ordine quei suoi nuovi tesori . Che importava ora a lei che i giunchi avessero cominciato a scolorarsi e a perdere tutto il loro profumo e la loro bellezza del primo istante della raccolta ? Anche i giunchi veri durano pochissimo ... e quelli , essendo giunchi immaginari si liquefecero quasi come la neve , ammucchiati com ' erano ai suoi piedi . Ma Alice ci badò appena , perché v ' erano tante altre cose strane alle quali pensare . Esse non erano andate molto più innanzi quando la pala di uno dei remi s ' impegolò nell ' acqua e non volle uscirne più ( così Alice raccontò ; dopo ) , ed avvenne che il manico la colpì sotto il mento , e , nonostante una serie di piccoli strilli « Oh , oh , oh ! » da parte della povera Alice , la divelse dal suo posto e la fece stramazzare sul mucchio dei giunchi . - Ma essa non s ' era fatto male , e si levò subito in piedi : la Pecora continuava a far la calza , come se nulla fosse accaduto . - É un piccolo granchio che tu hai preso , ella osservò , mentre Alice ritornava al suo posto , molto confortata di trovarsi ancora in barca . - Sì ? Non l ' ho visto , - disse Alice , affacciandosi cautamente sul fianco della barca , e guardando nell ' acqua scura . - Non l ' avrei lasciato andare ... Mi piacerebbe tanto di portarmi un granchiolino a casa . Ma la Pecora sorrise ironicamente , e continuò a far la calza . - Vi sono molti granchi qui ? - disse Alice . - Granchi , e tutto quello che vuoi , - disse la Pecora , a tua scelta . Soltanto deciditi . Che cosa vuoi comprare ? ' Comprare ? - echeggiò Alice , in un tono che era mezzo di stupore e mezzo di paura , perché i remi , e la barca e il fiume erano in un istante svaniti , ed essa si ritrovava nella piccola oscura botteguccia . - Vorrei comprare un uovo , - essa disse timidamente . - A quanto li vendi ? - Cinquantun centesimi per uno , venti centesimi per due , - rispose la Pecora . - Allora due costano meno di uno ! - disse Alice sorpresa , cavando il borsellino . - Ma se ne compri due , devi mangiarli tutti e due , - disse la Pecora . - Allora ne piglio uno , - disse Alice mettendo i soldi sul banco , perché essa diceva fra sé : « non saranno molto freschi . » La Pecora prese i soldi , e li mise in una cassetta ; poi disse : - Io non metto gli oggetti nelle mani degli avventori ... Non starebbe bene ... te lo prenderai da te . E così dicendo , si diresse in fondo della bottega , e su uno scaffale mise l ' uovo dritto . « Chi sa perché non starebbe bene ? - pensava Alice , andando a tentoni fra i tavolini e le sedie , perché la bottega in fondo era oscurissima . Più cammino , e più sembra che l ' uovo s ' allontani . É una sedia questa , sì o no ? To ' , ha messo i rami . Strano che qui crescano gli alberi . To ' , ecco un ruscello . Ma questa è la bottega più strana che io m ' abbia visto . » Ella continuò ad andare innanzi , sempre più sbalordita a ogni passo , mentre ogni cosa diventava un albero nell ' istante che l ' avvicinava , ed essa s ' aspettava che l ' uovo dovesse far precisamente lo stesso . VI UNTO DUNTO Ma l ' uovo diventava sempre più grosso e più grosso , e sempre più umano e più umano : e come ella s ' avvicinò , vide che aveva gli occhi e il naso e la bocca , e come si avvicinò ancor più , vide chiaramente ch ' era Unto Dunto in persona . « Non può essere che lui , - ella si disse . Ne son più certa , che se lo avesse scritto in faccia . » Avrebbe potuto essere scritto un centinaio di volte , comodamente , su quella faccia enorme . Unto Dunto con le . gambe incrociate , come un turco , era seduto sull ' orlo d ' un muro alto , così stretto che Alice si meravigliò come egli potesse tenersi in equilibrio . Siccome gli occhi di lui guardavan fisso nella direzione opposta , e non s ' accorgevano affatto della bambina , questa pensò , dopo tutto , che Unto Dunto fosse una persona imbalsamata . - E come rassomiglia esattamente a un uovo , - disse ad alta voce , pronta con le mani ad acchiapparlo , perché temeva ad ogni istante di vederlo cadere . - É molto seccante , - disse Unto Dunto , dopo un lungo silenzio , guardando da un ' altra parte , mentre parlava , - sentirsi dar dell ' uovo . Molto , molto seccante ! - Ho detto che rassomigliavate ad un uovo , signore , - spiegò Alice gentilmente . - E alcune uova sono graziosissime , veramente , - ella aggiunse , sperando di fare accettare la sua frase come un complimento . - Certi , - disse Unto Dunto , sempre guardando , come il solito , da un ' altra parte , - non hanno più intelligenza di un fantolino . Alice non sapeva che rispondere : si disse che quella non era una conversazione , perché egli non le rivolgeva mai la parola ; l ' ultima osservazione infatti l ' aveva rivolta evidentemente ad un albero . Così ella se ne stette muta , ripetendo dolcemente a sé stessa : Unto Dunto sedea sul muro Unto Dunto cascò sul duro ; Tutti i fanti che accorsero tosto Non sepper alzarlo e rimetterlo a posto . Quest ' ultimo verso è troppo lungo per una poesia ; - ella aggiunse , quasi ad alta voce , dimenticando che Unto Dunto la sentiva . - Non chiacchierare così sola , - le disse Unto Dunto , guardandola per la prima volta , - ma dimmi come ti chiami e che fai . - Mi chiamo Alice , ma ... - Hai un nome molto sciocco ! - la interruppe con impazienza Unto Dunto . - Che cosa significa ? - Forse che un nome deve significare qualche cosa ? - domandò Alice dubbiosa . - Altro che ! - disse Unto Dunto con una breve risata : Il mio nome significa la forma che ho io ... fra parentesi una forma graziosa e bella . Con un nome come il tuo si può avere qualunque forma o quasi . - Perché ve ne state lì seduto solo solo ? chiese Alice che non voleva cominciare una discussione . - Perché non v ' è nessuno con me ! - gridò Unto Dunto . - Credevi che non ti sapessi rispondere ? Domanda un ' altra cosa . - Non pensate che in terra stareste più sicuro ? - Alice continuò ; non con l ' idea di proporre un altro indovinello , ma semplicemente per simpatia verso la strana creatura . - Lassù dovete stare così scomodo . - Che facili indovinelli mi dai a indovinare ! - brontolo Unto Dunto . - Io no , non la penso così . Ebbene , se mai cadessi ... non c ' è pericolo ... ; ma se cadessi ... - e qui egli gonfiò le labbra , e prese un aspetto così solenne e maestoso che Alice non poté , per quanto facesse , trattenersi dal ridere . - Se cadessi , - egli continuo , - « Il Re mi ha promesso ... » puoi anche diventar pallida , se ti dispiace . Tu non credevi che dovessi dir questo ? Il Re mi ha promesso ... con la sua stessa bocca ... di ... di ... - Di mandarvi tutti i suoi fanti , - Alice interruppe , piuttosto imprudentemente . - Ora io ti dico che sta malissimo , - gridò Unto Dunto , montando improvvisamente in collera . - Tu hai origliato alla porta ... e dietro gli alberi ... e sotto i camini ... se no , non l ' avresti saputo . Ma no , - disse Alice molto umilmente , - c ' è in un libro . - Ah , sì , si scrivono simili cose nel libri ? disse Unto Dunto con tono più calmo . - Forse è nella storia . Ora guardami . Io sono uno che ha parlato col Re : forse non vedrai mai un altro , che abbia parlato al Re , e per mostrarti che io non sono orgoglioso , ti permetto di stringermi la mano . ( E ghignò quasi da un orecchio all ' altro , mentre si sporgeva più che gli era possibile , da quel muro ) e stese la mano ad Alice . Ella lo guardava con qualche ansia , mentre la prendeva . « Se egli sorridesse un po ' più , le estremità della bocca gli si incontrerebbero sulla nuca , ella pensava : - e chi sa che potrebbe accadere alla sua testa . Temo che si spaccherebbe . » - Si , mi manderebbe tutti i suoi fanti , continuò Unto Dunto . - In un minuto mi raccoglierebbero , altro che ! Però questa conversazione va troppo rapidamente innanzi , ritorniamo alla penultima osservazione . - Non credo di ricordarla , - disse Alice con molta cortesia . - Se è così , cominceremo da capo , - disse Unto Dunto , - ed ora spetta a me scegliere un soggetto . ( « Egli parla come se si trattasse di un giuoco , » pensava Alice ) . Ecco una domanda per te . Quanti anni dicevi di avere ? Alice fece un breve calcolo e disse : - Sette anni e sei mesi . - Che c ' entra ? - esclamo Unto Dunto con accento di trionfo . - Tu non avevi mai detto niente di simile . - Io credevo che voi intendeste : « Quanti anni hai , » - spiego Alice . - Se avessi inteso questo , l ' avrei detto , disse Unto Dunto . Alice , non volendo incominciare un ' altra discussione , non disse nulla . - Sette anni e sei mesi ! - ripeté Unto Dunto pensoso . - Un ' età molto scomoda . Se tu ti fossi consigliata con me , t ' avrei detto : « fermati a sette » ... ma ora è troppo tardi . - Non mi consiglio con nessuno sull ' età , disse Alice indignata . Così orgogliosa sei ? - chiese l ' altro . Alice si sentì ancora più indignata a questa domanda . - Voglio dire che uno non può fare a meno dal crescere . - Uno forse non può , - disse Unto Dunto , - ma due sì . Efficacemente aiutata , avresti potuto rimanere a sette . - Che bella cintura che avete ! - osservò improvvisamente Alice . ( Ne avevano abbastanza sul conto dell ' età , ella pensava , e se veramente dovevano scegliere i soggetti a turno , adesso toccava a lei ) - cioé , - ella corresse , ripensandoci - una bella cravatta . Avrei dovuto dire ... no , una cintura , voglio dire ... scusatemi , - essa aggiunse impacciata , perché Unto Dunto appariva perfettamente offeso , ed ella cominciò a deplorare di aver toccato quell ' argomento . - Se soltanto sapessi , - diceva fra sé , - qual è il collo e qual è il petto . Evidentemente Unto Dunto era irritatissimo , sebbene stesse zitto per uno o due minuti . Quando riparlò , fu con un sordo brontolio . - É ... una cosa molto seccante , - egli disse finalmente , - che una persona non distingua una cravatta da una cintura . - É per la mia grande ignoranza , - disse Alice , in un tono così umile che Unto Dunto si calmò . - É una cravatta , e bella , come tu dici . É un dono del Re Bianco e della Regina . Ecco tutto . - Veramente ? - disse Alice , lietissima di aver trovato finalmente un buon argomento . - Me l ' hanno data , - continuò Unto Dunto pensoso , mettendo una gamba a cavalcioni sull ' altra e circondando con le mani il ginocchio , me l ' hanno data per un dono ingenetliaco . - Scusatemi ... - disse Alice con aria impacciata . - Tu non m ' hai offeso , - disse Unto Dunto . - Voglio dire , che cosa è un dono ingenetliaco ? - Un dono che ti si offre quando non è il tuo genetliaco , è chiaro . Alice stette un po ' a pensare . - Mi piacciono più i doni genetliaci , - finalmente disse . - Tu non sai quel che ti dici , - gridò Unto Dunto . - Quanti sono i giorni in un anno ? - Trecentosessantacinque . - E quanti genetliaci hai ? - Uno . - E se togli uno da trecentosessantacinque , che rimane ? - É semplice : trecentosessantaquattro . Unto Dunto parve dubbioso . - Lo vorrei eseguito sulla carta , - egli disse . Alice non poté fare a meno dal sorridere , mentre cavava il taccuino e faceva per lui la sottrazione : 365 l - - - 364 Unto Dunto prese il libro e guardò attentamente . - Mi pare esatta ... - egli cominciò . - Lo tenete sottosopra ! - interruppe Alice . - É vero , - disse Unto Dunto allegramente , mentre Alice gli voltava il taccuino , - pensavo appunto che mi sembrava un po ' strano . Dicevo dunque : « Mi sembra esatta ... » ché ora non ho il tempo di esaminarla con calma ... e questo mostra che vi sono trecentosessantaquattro giorni nei quali ti può essere offerto un dono ingenetliaco . Certo , - disse Alice . - E uno solo per i doni genetliaci . Eccoti gloria . - Io non so che intendiate per « gloria » , disse Alice . Unto Dunto sorrise con aria di compatimento .. - Certo che non lo intendi ... se non te lo dico . Eccoti un magnifico trionfale argomento . - Ma « gloria » non significa un magnifico trionfale argomento , - obiettò Alice . - Quando io uso una parola , - disse Unto Dunto in tono d ' alterigia , - essa significa ciò che appunto voglio che significhi : né più né meno . - Si tratta di sapere , - disse Alice , - se voi potete dare alle parole tanti diversi significati . - Si tratta di sapere , - disse Unto Dunto , - chi ha da essere il padrone ... Questo è tutto . Alice era così impacciata che non disse nulla , e dopo un minuto Unto Dunto ricominciò : - Alcune di esse sono intrattabili ... specialmente i verbi sono orgogliosissimi ... con gli aggettivi si può fare ciò che si vuole , ma non con i verbi ... Però io so maneggiarle tutte quante . Impenetrabilità ! Ecco che dico ! - Vorreste dirmi , per favore , - disse Alice , - che cosa significa questo ? - Ora parli come una bambina ragionevole , - disse Unto Dunto , con un ' aria molto soddisfatta . - Intendevo con « impenetrabilità » d ' averne avuto abbastanza di questo argomento e che sarebbe stato opportuno che mi avessi detto che pensavi di far dopo , perché suppongo che tu non intenda fermarti qui vita natural durante . - É un voler far significare troppe cose a una parola sola , - disse Alice in tono pensoso . - Quando a una parola faccio far tanto lavoro , - disse Unto Dunto , - la pago di più . - Oh ! - disse Alice , troppo confusa per fare anche una sola osservazione . - Ah , dovresti vederle venirmi intorno la sera del sabato , - disse Unto Dunto , gravemente scotendo la testa da un lato all ' altro , - per aver la paga . ( Alice non s ' avventurò a chiedergli come le pagasse , e così io non posso dirvelo . ) - Voi , signore , sembrate abilissimo nello spiegare le parole , - disse Alice . - Mi fareste la cortesia di dirmi il significato della poesia intitolata Giabervocco ? - Sentiamola , - disse Unto Dunto . - Io posso spiegare tutte le poesie che sono state scritte ... e molte che non sono state scritte ancora . Questo sonava molto attraente , e Alice ripeté la prima strofa : S ' era a cocce e i ligli tarri girtrellavan nel pischetto , tutti losci i cincinarri suffuggiavan longe stetto . - Basta per cominciare , - interruppe Unto Dunto : - qui vi sono molte parole difficili . « Cocce » significa le dieci della mattina , l ' ora in cui si comincia a cuocere i cibi per la colazione . - Bene , - disse Alice , - e « ligli » ? - Ligli significa agile e limaccioso . « Li » è lo stesso che « attivo » . Due significati in una parola sola . - Ora comprendo , - osservò Alice pensosa , - e che sono i « tarri ? » - « Tarri » sono degli esseri simili ai tassi ... alle lucertole ... e ai cavaturaccioli . - Che creature strane che debbono essere ! - Sì , - disse Unto Dunto , - e fanno i nidi sotto le meridiane e vivono di formaggio . - E che vuol dire « girtrellare » ? - Girtrellare vuol dire rotare come un giroscopio e far buchi come un trapano . - E il pischetto ? - La zolla d ' erba intorno alla meridiana . É detta pischetto perché si espande un po ' innanzi e un po ' dietro la meridiana ... - E un po ' da ogni lato , - aggiunse Alice . - Appunto . « Losci » poi vuol dire deboli e miserabili ( ecco un ' altra parola con due significati ... come un portamonete con due tasche ) . E « cincinnarro » è un uccellino con le piume piantate come aculei intorno intorno al corpo ; una specie di strofinaccio vivo . - E suffuggiare ? Mi dispiace di darvi tanto disturbo . - Vuol dire qualche cosa tra muggire e fischiare , con una specie di starnuto in mezzo : però tu lo sentirai fare ... nel bosco laggiù , forse ; e quando l ' avrai sentito , sarai contenta . « Longe stetto . » Non ne sono certo , ma mi pare voglia dire lontano senza tetto . Stetto , senza tetto ... per dire che avevan smarrita la strada . Chi è che t ' ha ripetuto tutto questo brano difficilissimo ? - L ' ho letto in un libro . Ma m ' è stata recitata una poesia molto più facile di questa da ... Tuidledì , mi pare . - In quanto a poesia , - disse Unto Dunto , levando una delle sue grandi mani , - te ne posso recitare più e meglio degli altri , se si tratta di questo ... - Oh , ne son certa , - disse Alice in fretta , sperando di trattenerlo dal cominciare . - Quella che reciterò , - egli continuò senza raccogliere la sua osservazione , - fu scritta per tuo esclusivo divertimento . Alice comprese che , stando così la cosa , era suo dovere di ascoltarla , e allora si sedette e disse « grazie » con accento piuttosto melanconico . « - Nell ' inverno quando i campi ed i monti sono bianchi io ti canto questo canto perché un gaudio non ti manchi .... » soltanto che non lo canto , - egli aggiunse , come spiegazione . - Veggo , - disse Alice . - Se tu puoi vedere se io canti o no , hai gli occhi più acuti degli altri , - osservò con severità Unto Dunto . Alice tacque . « Quando i boschi in primavera s ' inghirlandano di fronde cercherò di dirti il senso che nei versi si nasconde . » - Grazie , disse Alice . « Nell ' estate quando i giorni sono lunghi e caldi tanto forse tu potrai comprendere , che significa il mio canto . Nell ' autunno quando i rami delle foglie son già privi prendi carta penna e inchiostro , ed il canto mio trascrivi , » - Lo scriverò , se lo ricorderò , - disse Alice . - Non è necessario fare osservazioni simili , - disse Unto Dunto , - sono insensate e mi scombussolano . « Ho mandato ai pesci un foglio per dir loro : « É ciò che voglio » . Ed i pesci dalla costa m ' han mandato la risposta . Solo due parole o tre : « É impossibile , perché .... » - Temo di non comprendere , - disse Alice . - Ora diventa più facile , - rispose Unto Dunto « Ho mandato ancora a dire : - Sara meglio di ubbidire : Ed i pesci con calore : - Siete in collera , signore . E di nuovo un foglio piglio , ma si ridon del consiglio ! Ho così preso un tegame nuovo , lucido , di rame . Alla pompa l ' ho ben pieno , mentre il cor batteami in seno . É venuto uno e m ' ha detto : - Ora i pesci sono a letto . Io mi son messo a gridare : - Tu li devi risvegliare . Chiaro e tondo gli ho parlato , nell ' orecchio gli ho strillato . Unto Dunto alzò straordinariamente la voce , recitando queste strofe , e Alice pensava con un brivido : - Non mi sarei voluta trovare nella pelle del messaggero . Ma superbo egli e feroce dice : - Abbassa quella voce . Ma feroce egli e superbo dice : - Andrò , - con piglio acerbo . Un turacciolo lì presso tosto abbranco e vado io stesso . Perché chiuse son le porte , urto , picchio e batto forte . Perché chiuso sempre sta la maniglia afferro , ma ... Vi fu una lunga pausa . - É tutto ? - chiese timidamente Alice . - É tutto , - disse Unto Dunto . - Addio . « É un congedo piuttosto brusco » , penso Alice ; ma dopo un così chiaro invito ad andarsene , ella stimò che sarebbe stato piuttosto indiscreto rimanere . Così si alzò e tese la mano : - Addio , c ' incontreremo un ' altra volta , disse , - più allegra che poté . - Non ti riconoscerei più , se c ' incontrassimo , - rispose Unto Dunto poco soddisfatto , dandole da stringere un dito : - tu sei proprio come tutti gli altri . - Generalmente , si giudica dal viso , - Alice osservo pensosa . - É questo che deploro , - disse Unto Dunto . - Il tuo viso somiglia a quello di tutti gli altri .. due occhi ( notando il loro posto in aria col pollice ) - Il naso in mezzo , la bocca sotto . Sempre allo stesso modo . Se invece tu avessi gli occhi da un solo lato del naso , per esempio , ... o la bocca al di sopra ... potrebbe giovare a distinguerti . - Non sarebbe bello , - obiettò Alice . Ma Unto Dunto chiuse gli occhi e disse : - Prova un poco . Alice aspettò un minuto per sentir se parlasse ancora , ma siccome egli non apriva più bocca e non l ' osservava più affatto , disse : « Addio , » ancora una volta , e non avendone risposta si allontanò tranquillamente , ma non poté fare a meno dal dire mentre se n ' andava : « Fra tutte le persone ... ( essa parlava ad alta voce , come un gran conforto nel dover dire una cosa così solenne ) sì , fra tutte le persone meno soddisfacenti da me incontrate ... Non finì mai la sentenza , perché in quell ' istante un enorme scroscio scosse la foresta da capo a fondo . VII IL LEONE E L ' UNICORNO L ' istante dopo dei soldati arrivavano correndo per il bosco , in principio a due o tre , poi a dieci o venti insieme , e finalmente in tali masse che sembravano riempire tutta la foresta . Alice si rifugiò dietro un albero per paura d ' esser travolta e li guardò passare . Pensava di non aver mai veduto in vita sua tanti soldati proceder con tanta incertezza di gambe ; inciampavano sempre su questo o quell ' oggetto , e quand ' uno cascava , parecchi altri gli cascavano addosso , di guisa che il suolo fu tosto coperto di mucchi di uomini . Poi vennero i cavalli . Avendo quattro piedi , se la cavavano molto meglio dei fanti ; ma anch ' essi inciampavano di tanto in tanto , e sembrava che fosse regola normale , quando un cavallo inciampava , che il cavaliere dovesse istantaneamente cadere . La confusione si faceva ogni momento maggiore , e Alice fu lietissima di uscir fuori del bosco in un luogo scoperto , dove trovò il Re Bianco seduto a terra e tutto affaccendato a scrivere nel suo taccuino . - Li ho mandati tutti , - gridò il Re in tono di grande soddisfazione vedendo Alice . - T ' è capitato d ' incontrare dei fanti , cara , venendo per il bosco ? - Sì , - disse Alice , - e parecchie migliaia , credo . - Quattromila duecento e sette è il numero esatto , - disse il Re , riferendosi al libro . - Non ho potuto mandarli tutti , sai , perché due occorrono al giuoco . E neanche ho mandato i due Alfieri . Entrambi sono andati in città . A proposito guarda sulla strada , e dimmi se vedi qualcuno di essi . - Nessuno , - disse Alice , dopo aver dato un ' occhiata alla strada . - Mi rallegro con i tuoi occhi , - osservò il Re con tono stizzoso . - Poter veder Nessuno . E a tanta distanza poi ! Figurati che è già tanto se mi riesce di veder qualcuno , con questa luce . Tutto questo non fu sentito da Alice , ancora intenta a guardare sulla strada , facendosi schermo agli occhi con la mano . - Io veggo qualcuno ora , - finalmente ella esclamò , - ma viene avanti pian piano , e con che strani atteggiamenti ! ( Perché l ' Alfiere continuava a saltare di qua e di là , e , contorcendosi come una anguilla , veniva innanzi con le mani aperte come ventagli ai due lati . ) - Niente affatto , - disse il Re . - Egli è un Alfiere anglo - sassone ... e quelli sono atteggiamenti anglo - sassoni . Fa così quando si sente felice . Si chiama Fortunello . - Io amo il mio amore con un F . - cominciò Alice , pensando a certo ritornello infantile , perché egli è Felice . Lo odio con un F . perché è Fellone . Lo cibo con ... con ... con Fette di sandwiches e Fieno . Si chiama Fortunello e vive ... - E vive a Firenze , - osservò il Re semplicemente , senza la minima idea di unirsi al giuoco , mentre Alice esitava nel cercare il nome di una città con un F . - L ' altro Alfiere si chiama Hatta . Debbo averne due , sai , per venire e andare : uno a venire , e uno ad andare . - Scusatemi ... - disse Alice . - Non hai fatto nulla per chiedermi scusa - disse il Re . - Volevo dire che non capivo , - disse Alice , - perché uno per venire e l ' altro per andare ? - Non te l ' ho detto , - ripeté il Re , impazientito , - che ne debbo aver due a ... ad andare a portare . Uno ad andare e uno a portare . In quel momento arrivò l ' Alfiere : non gli era rimasto tanto di fiato da poter dire una parola ; poteva solo accennare dei grandi gesti con le mani , e far le più terribili smorfie al povero Re . - Questa signorina ti ama con un F . - disse il Re , presentando Alice nella speranza di stornar da sé l ' attenzione dell ' Alfiere ; ma invano . Gli atteggiamenti anglo - sassoni si facevano sempre più straordinari , mentre gli occhi spalancati giravano furiosamente da un lato all altro . - Tu mi allarmi , - disse il Re . - Mi sento debole ... dammi una fetta di sandwich ! - A ciò l ' Alfiere , con gran divertimento di Alice , aprì un sacchetto che portava appeso al collo , e diede un sandwich al Re , che lo divorò avidamente . - Un altro sandwich ! - disse il Re . - Non è rimasto che il fieno , ora , - disse l ' Alfiere , guardando nel sacchetto . - Fieno , allora , - mormorò il Re con un sussurro . Alice fu lieta di vedere che il fieno lo rianimava . - Non c ' è nulla come il fieno , se uno si sente debole , - egli le osservò , continuando a masticare . - Forse sarebbe meglio gettarvi dell ' acqua fredda addosso , - suggerì Alice , -...o dei sali volatili . - Non ho detto che non v ' è nulla di meglio , - rispose il Re , - ho detto nulla come il fieno . Il che Alice non s ' arrischiò di contestare . - Chi passava sulla strada ? - continuò il Re , stendendo la mano all ' Alfiere per avere altro fieno . - Nessuno , - disse l ' Alfiere . - Per l ' appunto , - disse il Re , - l ' ha visto anche questa signorina . Allora Nessuno cammina più piano di te . - Io faccio del mio meglio , - disse l ' Alfiere imbronciato , - e son sicuro che nessuno cammina più presto di me . - É impossibile , - disse il Re , - sarebbe arrivato prima di te . Frattanto , hai ripigliato fiato e puoi dirci ciò che è accaduto nella città ! - Te lo dirò all ' orecchio , - disse l ' Alfiere , mettendosi le mani alla bocca a guisa di tromba , e chinandosi sull ' orecchio del Re . Alice si dispiacque di quest ' atto , perché voleva saper le notizie anche lei . Però , invece di far un sussurro con le labbra , l ' Alfiere strillò con tutti i suoi polmoni : - La solita battaglia ! - E questo tu lo chiami dirmelo all ' orecchio ? - gridò il povero Re facendo un balzo . - M ' è parso d ' avere un terremoto in testa . - Chi è che fa la solita battaglia ? - Il Leone e l ' Unicorno , chi altri può essere ? - disse il Re . - Battagliano per la Corona ? - Certo , - disse il Re , - e il più bello si è che è sempre per la mia corona . Corriamo a vedere E s ' avviarono al trotto , mentre Alice si ripeteva le parole della vecchia canzone : Battagliar per la Corona il Leone e l ' Unicorno , che fu vinto dal Leone in cittade e intorno intorno , chi mangiar fe ' I ' Unicorno , chi mangiare fe ' il Leone pane bianco e pane bruno , pan di Spagna con torrone . - Chi vince ottiene la corona ? - ella chiese , come poté , perché la corsa le toglieva il fiato . - Povero me , no ! - disse il Re . - Che idea ? - Sareste così cortese ... , - disse Alice ansando , dopo aver corso un poco più oltre , - da fermarvi un minuto ... per respirare un poco . - Io sono cortese , - disse il Re , - ma non son forte abbastanza . Vedi , un minuto è così tremendamente veloce . Sarebbe lo stesso che voler fermare un lampo . Non avendo più fiato per parlare , Alice continuò a correre in silenzio , finché si trovò di fronte a una gran folla , in mezzo alla quale battagliavano il Leone e l ' Unicorno . Erano in una nuvola di polvere così densa , che in principio Alice non poté distinguerli : ma poi capì dal corno qual ' era l ' Unicorno . Essa col Re si dispose accanto ad Hatta , l ' altro Alfiere , che guardava il combattimento con una tazza di té in una mano e un pezzo di pane imburrato nell ' altra . - É uscito ora di prigione , e non aveva finito il té quando ci fu mandato , - sussurrò Fortunello ad Alice : - là dentro non si danno che gusci d ' ostriche ... così ha molta fame e molta sete . Come stai , caro mio ? - egli continuò , mettendo affettuosamente il braccio intorno al collo di Hatta . Hatta guardò in giro e fece un cenno con la testa continuando a mangiare il pane imburrato . - Te la passavi felicemente in prigione , amico caro ? - disse Fortunello . Hatta girò ancora intorno lo sguardo , e una lagrima o due gli solleticarono questa volta la guancia ; ma non disse una parola . - Parla , non puoi parlare ? - gridò Fortunello impaziente . Ma Hatta masticava e beveva té . - Parla , non vuoi parlare ? - gridò il Re . Come si conducono al combattimento ? Hatta fece uno sforzo disperato , e inghiottì un gran pezzo di pane e burro . - Continuano benissimo , - egli disse con voce soffocata : - ciascuno dei due è caduto circa ottantasette volte . - Allora si darà loro il pane bianco e il pane bruno ? - Li aspettiamo ora , - disse Hatta , - adesso me ne sto mangiando un pezzo . Vi fu una pausa nel combattimento in quell ' istante , e il Leone e l ' Unicorno si sedettero ansando , mentre il Re gridava : - Son concessi dieci minuti per i rinfreschi . Fortunello e Hatta si misero subito al lavoro , portando vassoi di pane bianco e bruno . Alice se ne prese un pezzo da assaggiare , ma era molto secco . - Non credo ch ' essi combatteranno più oggi , - disse il Re ad Hatta ; - dà l ' ordine ai tamburi di cominciare . E Hatta se n ' andò saltando come un grillo . Per un minuto o due Alice se ne rimase in silenzio a guardarlo . A un tratto s ' illuminò : - Guarda , guarda ! - ella gridò puntando un dito . - Ecco la Regina Bianca che corre per la campagna . Essa è venuta a volo dal bosco laggiù . Come possono correre presto queste Regine ! - Senza dubbio ha qualche nemico alle calcagna , - disse il Re , senza neanche levar lo sguardo . - Questo bosco n ' è pieno . - Ma perché non correte ad aiutarla ? - chiese Alice , sbalordita di vederlo prender la cosa con tanta tranquillità . - É inutile , è inutile ! - disse il Re . - Corre con tanta rapidità . Sarebbe come voler acchiappare un lampo . Ma io piglierò un appunto su di lei , se tu vuoi ... É una creatura così buona ! - ripeté pianamente a sé stesso mentre apriva il taccuino . - Creatura la scrivi con due « a » ? In quel momento arrivava trotterellando l ' Unicorno , con le mani in tasca . - L ' ho vinto questa volta , - egli disse al Re , dandogli un ' occhiata mentre gli passava accanto . - Un poco ... un poco , - rispose il Re con qualche nervosità . - Non avresti dovuto trafiggerlo col corno , però . - Non gli ho fatto male , - disse calmo l ' Unicorno , e stava per continuare quando s ' avvide di Alice . Si voltò immediatamente e stette a guardarla con l ' aria del più profondo disgusto . - Che cosa ... è ... mai ? - disse finalmente . - Una bambina , - rispose subito Fortunello , mettendosi di fronte ad Alice per presentarla , e stendendo ambo le mani verso di lei in atteggiamento anglosassone . - L ' abbiamo trovata oggi . É grande al vivo e più che naturale . - Io avevo creduto sempre che fossero dei mostri favolosi , - disse l ' Unicorno . - É viva ? - Può parlare , - disse Fortunello solennemente . L ' Unicorno guardò Alice come in sogno , e disse : - Parla , bambina . Alice non poté non schiudere le labbra a un sorriso , mentre cominciava : - Non sapete , anch ' io avevo sempre creduto che gli Unicorni fossero mostri favolosi . Non ne avevo visto ancora uno vivo . - Bene , ora che ci siamo visti tutti e due , - disse l ' Unicorno , - se tu crederai in me , io crederò in te . Accetti il patto ? - Sì , se vi piace . - Adesso fa portare la torta , caro , - disse l ' Unicorno volgendosi da lei al Re . - Per me , niente del tuo pane bruno oggi . - Certo ... certo ! - mormorò il Re . e fece cenno a Fortunello . - Apri il sacco , - egli sussurrò . - Presto , non quello ... quello è pieno di fieno . Fortunello trasse una grossa torta dal sacco , e la diede a tenere ad Alice , mentre egli prendeva un piatto e un coltello . Come fossero tutte queste cose uscite dal sacco , Alice non poté indovinare . Era come un giuoco di prestidigitazione , essa pensava . Il Leone li aveva raggiunti , frattanto : appariva molto stanco e assonnato , e aveva gli occhi semichiusi . - Che è questo ? - disse , dando una pigra occhiata ad Alice , e parlando in un tono di basso profondo , che pareva il rintocco d ' una campana . - Ah , sì , che è questo ? - gridò pronto l ' Unicorno . - Non l ' indovineresti mai ! lo non ho potuto . Il Leone guardò Alice annoiato : - Sei un animale ... un vegetale ... un minerale ? - disse sbadigliando ad ogni parola . - É un mostro favoloso ! - esclamò l ' Unicorno , prima che Alice potesse rispondere . - Allora servici la torta , Mostro ; - disse il Leone sedendosi in terra e tenendosi il mento fra le zampe . - E sedetevi anche voi ( al Re e all ' Unicorno ) : e dividi la torta in parti uguali , sai . Evidentemente il Re non appariva soddisfatto di dover sedere fra le due grandi creature ; ma non c ' era altro posto per lui . - Che battaglia potremmo darci per la corona , ora ! - disse l ' Unicorno , guardando di sottecchi la corona che il povero Re era sul punto di vedersi cader di testa , tanto tremava in tutte le . membra . - Vincerei facilmente , - disse il Leone . - Non lo credo , - disse l ' Unicorno . - Sì , ed io ti batto intorno alla città , pollo che non sei altro ! - rispose irosamente il Leone facendo l ' atto di levarsi mentre parlava . Allora il Re intervenne per far cessare il litigio : aveva i nervi molto scossi e la voce gli tremava : Intorno alla città ? - egli disse . - C ' è molta strada . Andate per il ponte o per la piazza del mercato ? Dal ponte si gode un magnifico panorama . - Non so , - brontolò il Leone , nell ' atto di riadagiarsi . - V ' era tanta polvere che non si vedeva nulla . Quanto ci mette il Mostro a tagliare quella torta ! Alice s ' era seduta sull ' orlo d ' un ruscelletto col gran piatto sulle ginocchia e tagliava attentamente col coltello . - Che seccatura ! - ella disse , rispondendo al Leone ( s ' era già abituata ad esser chiamata « Mostro » ) , - io taglio le fette , ed esse si riappiccicano . - Tu non sai come si trattano le torte dello Specchio ! - osservò l ' Unicorno . - Prima devi distribuire le parti e poi tagliarle . Questo pareva assurdo , ma Alice ubbidientemente si levò , portò in giro il piatto , e la torta si divise in tre pezzi , mentre la bambina andava dall ' uno all altro . - Ora tagliala , - disse il Leone , mentre ella tornava al suo posto col piatto vuoto . - Dichiaro che non è giusto , - gridava l ' Unicorno , mentre Alice , seduta col coltello in mano , non sapeva di dove cominciare . - Il Mostro ha dato al Leone una porzione due volte più grossa della mia . - Non s ' è tenuta la porzione sua , però , disse il Leone . - Ti piace la torta , Mostro ? Ma prima che Alice potesse rispondere , cominciarono i tamburi . Ella non poté comprendere donde venisse il rumore : l ' aria ne sembrava piena , e il fracasso la rintronava in modo da assordarla . Ella balzò in piedi e fece un salto a traverso il ruscelletto per la paura che l ' aveva invasa , ed ebbe appena il tempo di vedere il Leone e l ' Unicorno levarsi in piedi , con gli sguardi irati per quell ' interruzione della loro colazione , prima di cadere in ginocchio e di mettersi le mani alle orecchie , invano tentando di smorzare quello spaventoso fracasso . « Se questo stamburio non li caccia fuori della città , - ella pensava , - nulla vi riuscirà . » VIII « É DI MIA SPECIALE INVENZIONE » Dopo un po ' , parve che il rumore gradatamente cessasse , finché tutto fu silenzio perfetto , e Alice levò la testa sgomenta . Non si vedeva nessuno , e il suo primo pensiero fu di aver sognato il Leone e l ' Unicorno e quello strano Alfiere anglosassone . Però ai suoi piedi , c ' era ancora l ' enorme piatto sul quale ella s ' era ingegnata di tagliare la torta . - Dunque non ho sognato , - si disse , - salvo che tutti non facciano parte dello stesso sogno . Solo spero che il sogno sia mio - non quello del Re Rosso . Non vorrei appartenere al sogno di un ' altra persona , - continuò in tono piuttosto lamentoso . - Ho una gran voglia d ' andare a svegliarlo per veder che cosa accadrà . - In quel momento i suoi pensieri furono interrotti da alte grida di « Ohi , ohi , scacco ! » , e un Cavaliere , vestito d ' una corazza cremisi , veniva galoppando verso di lei , brandendo una gran mazza . Non appena la raggiunse , il cavallo immediatamente si fermò . - Sei mia prigioniera ! - gridò il Cavaliere , precipitandosi di sella . Sorpresa com ' era , Alice fu più spaventata per lui che per sé in quell ' istante , e lo vide con ansia rimontare a cavallo . Com ' egli si trovò di nuovo a suo agio in sella , ricominciò : - Tu sei mia ... Ma allora si levò un ' altra voce : « Ohi , ohi , scacco ! » e Alice guardò intorno sorpresa per vedere il nuovo nemico . Questa volta era un Cavaliere Bianco . Egli si trasse a fianco di Alice , e precipitò dal cavallo nell ' istessissimo modo del Cavaliere Rosso ; poi si rialzò e i due Cavalieri si guardarono l ' un l ' altro per qualche tempo , senza parlare . Gli sguardi d ' Alice andavan stupiti dall ' uno all altro . - Ella è mia prigioniera , sai ! - disse finalmente il Cavaliere Rosso . - Sì , ma io son venuto a riscattarla , - rispose il Cavaliere Bianco . - Allora dobbiamo combattere per lei , disse il Cavaliere Rosso , mentre dava mano all ' elmo ( che era sospeso alla sella e aveva in qualche modo la forma d ' una testa di cavallo ) e se lo metteva in testa . - Tu osserverai , naturalmente , le Regole della Battaglia , - osservò il Cavaliere Bianco mettendosi anche lui l ' elmo . - Le osservo sempre , - disse il Cavaliere Rosso ; e cominciarono a picchiarsi con tanta furia che Alice si rifugiò dietro un albero per star lontana dai colpi . « Chi sa mai quali siano le Regole della Battaglia , - si diceva , assistendo al duello e facendo timidamente capolino dal suo nascondiglio ; - una regola par sia questa , che se uno dei Cavalieri colpisce l ' altro , lo fa precipitare di sella , e se fallisce il colpo , precipita egli stesso ... e un ' altra regola par sia questa : che entrambi usano le mazze ferrate con le braccia , come se fossero Pulcinella e don Anselmo . Che fracasso che fanno quando precipitano ! Come un fascio di molle , palette e soffietti , che cada sul focolare ! E come se ne stan quieti i cavalli ! Li lasciano andare su e giù come se fossero tavole . » Un ' altra regola della battaglia , della quale Alice non s ' era accorta , sembrava fosse questa : che essi cadevano sempre a testa in giù . E la battaglia finì con la caduta d ' entrambi a questo modo , l ' uno accanto all ' altro : quando si rialzarono si strinsero la mano , e allora il Cavaliere Rosso montò a cavallo e partì al galoppo . - É stata una vittoria gloriosa , - disse il Cavaliere Bianco , levandosi ansante . - Non so , - disse Alice dubbiosa . - Io non voglio essere prigioniera di nessuno . - Sarai libera , quando avrai traversato il prossimo ruscello , - disse il Cavaliere Bianco . - Io ti condurrò sana e salva fino al limite del bosco ... e poi debbo tornare indietro , sai . Questo è lo scopo della mia mossa . - Vi ringrazio tanto , - disse Alice . - Posso aiutarvi a togliervi l ' elmo ? - Evidentemente , egli non poteva toglierselo da solo , ed ella tanto fece che finalmente glielo trasse . - Ora si può respirare più facilmente , - disse il Cavaliere , riportandosi indietro con ambe le mani la chioma setolosa , e volgendo ad Alice il viso affabile e i grandi e miti occhi . Ella pensò di non aver mai visto in vita sua un soldato di apparenza più strana . Aveva l ' armatura di zinco , che gli si adattava male , e un piccolo zaino di strana forma legato sottosopra sulle spalle e col coperchio aperto penzoloni . Alice lo guardò con molta curiosità . - Veggo che tu ammiri il mio zaino , - disse con affabile tono il Cavaliere . - É di mia speciale invenzione ... serve per tener gli abiti e la colazione . Come vedi , lo porto sottosopra , in modo che la pioggia non c ' entri . - Ma gli oggetti possono caderne , - osservò gentilmente Alice , - tenendolo così aperto . - Non lo sapevo , - disse il Cavaliere , e un ' ombra di amarezza gli passò sul viso . - Allora tutti gli oggetti debbono essere caduti . E lo zaino non mi serve più . Lo sciolse mentre così parlava , e stava per gettarlo nei cespugli , quando gli venne una nuova idea , e lo sospese con gran diligenza a un albero . - Puoi indovinare perché ho fatto così ? domandò ad Alice . La bambina scrollò il capo . - Con la speranza che delle api possano farsi un nido ... e io mi piglierei il miele . - Ma voi avete un alveare ... o qualche cosa di simile ... legato alla sella , - disse Alice . - Sì , è un ottimo alveare , - disse in tono di poca soddisfazione il Cavaliere , - un alveare della migliore qualità . Ma non c ' è entrata ancora nessuna ape . E l ' altro oggetto è una trappola di topi . Credo che i topi allontanino le api ... o le api allontanino i topi , veramente non so . - Mi domandavo appunto a che servisse la trappola , - disse Alice . - Non è probabile che un topo s ' arrischi a salire sulla groppa di un cavallo . - Non molto probabile , certo , - disse il Cavaliere , - ma se venissero , non vorrei che andassero scorrazzando da per tutto . Così , - continuò dopo una breve pausa , - è bene andar premunito per ogni caso . Ecco perché il cavallo ha intorno alle zampe tanti cerchietti di ferro irti di aculei . - Ma a che servono ? - chiese Alice , con accento di grande curiosità . - A preservarlo dai morsi delle serpi , - rispose il Cavaliere . - Sono di mia speciale invenzione . E ora aiutami a montare . Verrò con te fino all ' estremità del bosco . Perché hai quel piatto ? - M ' è servito per la torta , - disse Alice . - Faremo bene a portarcelo , - disse il Cavaliere . - Ci servirà , se mai troveremo qualche torta . Aiutami a metterlo in questo sacco . Ci volle parecchio tempo , sebbene Alice tenesse con gran diligenza aperto il sacco . Il Cavaliere si mostrò così poco abile a ficcarci il piatto , che le prime due o tre volte che tentò di farlo ci cadde lui dentro . - É piuttosto difficile , - egli disse , quando finalmente ne venne a capo , - ci sono tanti candelabri dentro . E lo attaccò alla sella , che era già carica di mazzi di carote , e soffietti e molle , e attizzatoi e tanti altri oggetti . - Spero che tu abbi i capelli ben legati , - egli continuò , mentre s avviavano . - Come il solito , - disse Alice con un sorriso . - Difficilmente basterà , - egli disse con ansia . - Non vedi quanto è forte il vento qui ? É forte ... come un peperone . - Avete inventato un mezzo per impedire al vento di agitare i capelli ? - domandò Alice . - Non ancora , - disse il Cavaliere , - ma ho già trovato il mezzo per non farli cadere . - E come ? - Si prende prima un bastone , - disse il cavaliere , - e sulla sua punta si mette la chioma , come quella d ' un albero . I capelli cadono perché stanno all ' ingiù ... ma all insù non cade mai nulla . Non era un mezzo efficace , Alice pensava , e per pochi minuti camminò in silenzio , confusa da quella idea , e fermandosi di tanto in tanto per dare un aiuto al povero Cavaliere , che certamente non era un buon cavalcatore . Ogni volta che il cavallo si fermava ( cosa che avveniva spesso ) , egli cadeva in avanti , ed ogni volta che quello ripigliava a trottare ( cosa che generalmente faceva con risoluzione piuttosto improvvisa ) , egli cadeva all ' indietro . Altrimenti si manteneva piuttosto bene , tranne che aveva l ' abitudine di cadere di tanto in tanto di lato ; e siccome generalmente lo faceva dal lato di Alice , questa tosto penso che fosse meglio non camminare troppo vicino al cavallo . - Temo che non siate molto esercitato in equitazione , - ella s ' arrischiò di dire , mentre lo aiutava a rilevarsi da una quinta caduta . Il Cavaliere sembrò molto sorpreso e un po ' offeso di quella osservazione . - Perché dici così ? - egli chiese arrampicandosi di nuovo sulla sella e afferrando con una mano la chioma di Alice , per risparmiarsi un tonfo dall ' altro lato . - Perché quelli che sono esercitati ad andare a cavallo non cadono con tanta frequenza . - Io ho un sacco d ' esercizio , - disse il Cavaliere con gravità , - un sacco d ' esercizio . Alice non seppe dir altro che « Davvero ? » ; e lo disse con la maggiore cordialità possibile . Essi camminarono un po ' in silenzio dopo questo , il Cavaliere con gli occhi chiusi , mormorando fra sé , e Alice aspettando con qualche ansia il prossimo capitombolo . - La grande arte dell ' equitazione , - cominciò improvvisamente il Cavaliere a voce alta , gestendo col braccio destro mentre parlava , - consiste nel tenersi ... Improvvisamente com ' era cominciata , la frase fu interrotta e il Cavaliere cadde pesantemente nel punto esatto dove Alice camminava . Ella s ' impaurì assai questa volta , e domandò con ansia mentre lo rialzava : - Spero non vi siate rotto nulla ? - Nulla di grave , - disse il Cavaliere , come se non volesse dir nulla l ' essersi rotte due o tre ossa . - La grande arte dell ' equitazione , come dicevo , consiste nel tenersi nel giusto equilibrio . Così come ora vedi ... Abbandonò la briglia , e stese le braccia per mostrare ad Alice ciò che intendeva , e questa volta cadde di piatto sulla schiena , proprio sotto i piedi del cavallo . - Un sacco d ' esercizio , - continuò a ripetere , mentre Alice lo rimetteva in piedi . - Un sacco d ' esercizio ! - É troppo ridicolo ! - gridò Alice , perdendo la pazienza questa volta . - Dovreste avere un cavallo di legno con le ruote , ecco che dovreste avere . - É un animale tranquillo ? - chiese il Cavaliere con accento di grande interesse , abbracciando il collo del cavallo mentr ' egli parlava , appena in tempo per salvarsi da un nuovo capitombolo . - Molto più tranquillo d ' un cavallo vivo , disse Alice , con uno scroscio di risa , nonostante si fosse sforzata di non ridere . - Ne voglio acquistare uno , - disse il Cavaliere , pensoso . - Uno o due ... parecchi . Vi fu un breve silenzio e poi il Cavaliere continuò : - Io ho un gran genio per le invenzioni . Ora certo avrai notato l ' ultima volta che m ' hai raccolto che io apparivo piuttosto meditabondo . - Sì , eravate un po ' grave , - disse Alice . - Bene , proprio in quel momento stavo inventando la maniera per salire su un cancello ... vuoi sentirla ? - Volentieri , - disse cortesemente Alice . - Ti dirò come mi è venuta in mente , - disse il Cavaliere , - Vedi ' io mi son detto : « La sola difficoltà è nei piedi : la testa è già abbastanza alta » . Dunque , prima metto la testa sopra il cancello ... così la testa è alta abbastanza ... allora mi poggio sulla testa ... così , vedi , i piedi si trovano abbastanza in alto ; - e allora son su , vedi . - Sì , credo che sarete su , quando avrete fatto tutto questo , - disse Alice pensosa , - ma non vi sembra un po ' difficile ? - Non lo so ancora , - disse gravemente il Cavaliere , - e non posso dirlo con certezza ... ma temo che sia un po ' difficile . E parve così amareggiato all ' idea , che Alice cambiò discorso in fretta . - Che curioso elmo che avete ! - ella disse lietamente ' - è anche questa una vostra speciale invenzione ? Il Cavaliere guardò orgogliosamente l ' elmo , che pendeva dalla sella : - Sì , - disse , - ma ne ho inventato uno migliore ... a pan di zucchero . Quando io usavo di portarlo , se cadevo di cavallo , esso toccava il suolo sempre prima . Così avevo pochissima via da fare ... Ma v ' era il pericolo di cadervi dentro ... Sicuro . Questo mi accadde una volta ... e il peggio si fu che prima che io potessi uscirne arrivò l ' altro Cavaliere Bianco e se lo mise . Egli credette che fosse il suo . Il Cavaliere parlava con tanta solennità che Alice non osò di ridere . - Temo che gli abbiate fatto male , - ella disse con voce tremante , standogli sopra la testa . - Dovetti dargli dei calci , - disse il Cavaliere , con molta serietà . - E poi si tolse l ' elmo ... ma ci vollero ore e ore perché io uscissi fuori . Ero stretto come ... come un buco . - Ma quella è una strettezza diversa - obiettò Alice . Il Cavaliere scosse la testa : - Ti giuro che sentivo ogni specie di strettezza , - egli disse . Levò le mani eccitato mentre pronunziava questo , e immediatamente rotolo dalla sella , andando a cadere lungo disteso in un fosso profondo . Alice corse sull ' orlo del fosso per dargli una mano . Era sorpresa di quella caduta , ché , per qualche tempo , egli era andato innanzi senza incidenti , ed ella temé che quella volta veramente egli si fosse fatto male . Pure , sebbene non vedesse di lui che le suole delle scarpe , si confortò sentendolo parlare nel solito tono . - Ogni specie di strettezza , - egli ripeteva , - ma non fu un bel tratto mettersi l ' elmo d ' un ' altra persona , con la persona dentro per giunta . - Come potete continuare a parlare con tanta tranquillità a testa in giù ? - chiese Alice , mentre lo tirava per i piedi , e lo metteva come un fagotto sulla sponda . Il Cavaliere parve sorpreso alla domanda : - Che importa dove il corpo si trovi ? - egli disse . - Il mio cervello continua a lavorare lo stesso . Anzi , più mi trovo a testa in giù e più continuo a inventare cose nuove . Ora la più bella invenzione da me fatta , - egli continuò dopo una pausa , - è quella d ' un nuovo bodino nel corso del pranzo . - Da fare in tempo per averlo pronto per la prossima portata ? - disse Alice . - Certo una bella invenzione . - Non per la prossima portata , no , - disse il Cavaliere lento e pensoso , - no , non per la prossima portata . - Forse allora per il giorno seguente , per non avere due piatti di bodino nello stesso pranzo ? - No , non per il giorno seguente , - ripeté il Cavaliere come prima , - no , non per il giorno seguente . Veramente , - egli continuò , chinando la testa e parlando sempre più lento e più piano , - credo che quel bodino non sarà mai cotto . Veramente , credo che quel bodino non sarà mai cotto . E pure non ci è voluto poco per inventarlo . - Di che volevi che si facesse ? - chiese Alice , sperando di fargli piacere , perché il povero Cavaliere sembrava tanto scoraggiato a causa del bodino . - Cominciava con la carta asciugante , - rispose il Cavaliere con un gemito . - Temo non sarà appetitoso ... - Non molto appetitoso , - egli interruppe pronto , - ma tu non puoi immaginare come sarebbe diverso mischiato con altre cose ... per esempio , con polvere da sparo e ceralacca . E ora io debbo lasciarti . Erano appunto arrivati all ' estremità del bosco . Alice appariva tutta confusa , pensando al bodino . - Tu sei triste , - disse il Cavaliere con ansia , - ti canterò una canzone per confortarti . - É molto lunga ? - chiese Alice , perché aveva sentito molta poesia quel giorno . - Sì lunga , - disse il Cavaliere , - ma è molto , molto bella . Chiunque la sente cantare , o piange o pure ... - O pure che ? - disse Alice , perché il Cavaliere s ' era subitamente interrotto . - O non piange . Il nome della canzone si chiama Occhi d ' Agoni . - Ah , questo è il nome della canzone , disse Alice , tentando di sentirsi interessata . - No , non capisci , - disse il Cavaliere , apparendo un po ' amareggiato . - É il nome come è chiamata . Il nome vero è « L ' uomo vecchio , vecchio . » - Allora , io avrei dovuto dire : « E così che è chiamata la canzone ? » - Alice si corresse . - No , che non dovevi . É diverso . La canzone è chiamata « Modi e Mezzi » , ma , sai , così si chiama soltanto . - Bene , qual ' è la canzone allora ? - chiese Alice che era già completamente sconvolta . - Venivo appunto a questo , - disse il Cavaliere . - Il titolo della canzone è veramente : « Seduto su un cancello . » Così dicendo , fermò il cavallo e gli abbandono le redini sul collo ; poi , pianamente , battendo il tempo con le mani e con un debole sorriso che gli illuminava il viso sciocco e gentile , come compiaciuto della musica della sua canzone , egli cominciò . Di tutte le strane cose viste da Alice nel suo viaggio per la Casa dello Specchio , questa fu l ' unica che le rimase in mente impressa più chiaramente . Molti anni dopo poteva rappresentarsi tutta la scena come se l ' avesse veduta soltanto il giorno prima ... I miti azzurri occhi del Cavaliere ; il sole al tramonto che gli irradiava i capelli e si rifletteva nella corazza con uno splendore che quasi l ' accecava ; il cavallo che s ' aggirava tranquillamente intorno con le redini che gli pendevano dal collo , brucando l ' erba ai suoi piedi ; e le ombre nere della foresta in fondo ... tutto questo ella guardava come un quadro , mentre con una mano si faceva schermo agli occhi , appoggiata a un albero , mirando la strana coppia e ascoltando , come in sogno , la melanconica musica della canzone . « Ma la musica non è di sua speciale invenzione » - ella si disse , perché ricordava d ' averla già sentita . L ' ascoltò con molta attenzione , ma non le vennero agli occhi le lagrime . Ti dirò .... presta l ' orecchio ... ma non c ' è nulla di bello ... vidi un uomo vecchio vecchio star seduto su un cancello « Chi sei , vecchio ? Come hai nome ? Come vivi ? » poi gli faccio ; e attraverso la mia testa la risposta passa come l ' acqua messa nello staccio . Disse : « Cerco le farfalle che s ' addormon nel frumento , io ne faccio torte gialle , che poi vendo al Parlamento e alle barche quando insane in tempesta vorticosa scioglie il mare l ' onde irate e così guadagno il pane ; come vedi un ' ardua cosa . » Ma pensavo in quel momento a un bellissimo progetto ; colorarsi in verde il mento come un fresco cespuglietto . Così senza una risposta al discorso del vecchietto dissi sol queste parole : « La tua vita quanto costa ? » e gli caddi sopra il petto . Ei riprese con bel tono : « Faccio sempre a modo mio : se nel bosco incontro un tuono , lo precipito nel rio . Se ne forma una sostanza molto simile al catrame ; io guadagno cinque soldi ; ed inver non me ne avanza per calmare la mia fame . » Ma pensavo come fare per cibarmi di formaggio , e ogni giorno diventare di maggiore tonnellaggio . Io lo scossi in tutti i sensi , e , lasciandol senza fiato : « Parla » , dissi , « come vivi ; parla » , aggiunsi , « come pensi ? e che cosa hai progettato ? » Ei rispose : « Occhi d ' agoni vo cercando nei giardini ; li trasformano in bottoni per le giacche dei bambini , ma per oro non li vendo e neppure per argento , o per qualche nichelino . Un soldin di rame prendo , e con un ne acquisto cento . Spesso cerco zolle erbose per far ruote ai miei carretti , pesco frutta butirrose , spesso scavo dei panetti e così ( strizzando l ' occhio ) io mi faccio un gruzzoletto che mi serve per benino ; fo ' il signore , vado in cocchio e a te brindo con rispetto . » Tacque , ed io senza far motto concretato avea un disegno : preservar col Vino cotto dalla ruggine ogni legno . Ringraziai molto il vecchietto , che mi diede assai cortese le notizie a lui richieste : ma ancor più per il rispetto nel suo brindisi palese . Ed io or se alle finestre le mie dita a un tratto affaccio od un piede della destra nel sinistro guanto caccio e nel pollice del mento mi si versa un monumento , tosto a piangere mi metto , ché ricordo quel vecchietto , dolce e bruno , mite e schietto , che parlava con affetto con linguaggio assai corretto , che tenea coperto il petto d ' un bellissimo farsetto ed intorno al capo stretto un magnifico berretto che accostava al naso un netto ricamato fazzoletto e sedea , come ho già detto , sul cancello d ' un muretto . Mentre il Cavaliere cantava le ultime parole della ballata , raccolse le redini , e volse la testa del cavallo verso la strada dalla quale erano venuti ... - Tu hai ancora pochi passi da fare , - egli disse , - giù per la collina e oltre quel ruscelletto e poi sarai Regina ... Ma fermati un poco e guardami andar via prima , - aggiunse mentre Alice volgeva subito lo sguardo nella direzione da lui indicata . - Farò presto . Tu aspetta e agita il fazzoletto quando arrivo a quell ' angolo della strada . Ne sarò incoraggiato , sai . - Andate , ché aspetto , - disse Alice , - e tante grazie per esser venuto fin qui ... e per la canzone ... che mi è piaciuta molto . - Lo spero , - disse il Cavaliere con accento di dubbio , - ma non hai pianto , come io immaginavo . Si strinsero le mani , e il Cavaliere s avviò lentamente a cavallo per la foresta . - Non passerà molto che lo vedrò cadere credo , - si disse Alice , mentre lo guardava . - Eccolo , è caduto con la testa in giù , come al solito . Però , si rialza abbastanza facilmente ... Cade perché ha tanti oggetti appesi al cavallo ... Così continuò a parlare a sé stessa , mentre sulla strada guardava il cavallo andare al passo e il cavaliere precipitare prima da un lato e poi dall ' altro . Dopo il quarto o il quinto capitombolo , egli raggiunse la voltata ; ella agitò il fazzoletto verso di lui , aspettando che fosse fuor di vista . « Spero di averlo incoraggiato , - ella disse , e si voltò correndo giù per la collina : - e ora per l ' ultimo ruscello ad essere Regina . Come suona solenne ! » Pochi passi la portarono sull ' orlo del ruscello . « L ' ottava Casella , finalmente ! » - ella gridò , mentre saltava , e si gettò a riposare su un prato morbido come il musco , con aiuole che lo circondavano qua e là . « Oh , come son contenta d ' essere qui ! E che cosa ho sulla testa ? - esclamò in tono di sorpresa dolorosa , mettendo le mani su un oggetto molto pesante , che le aderiva strettamente alla fronte . - Ma come posso essermelo messo senza saperlo ? » - essa aggiunse , togliendosi l ' oggetto e mettendoselo in grembo per veder che cosa fosse . Era una corona d ' oro . IX ALICE REGINA « To ' , questo è magnifico ! - disse Alice , - non mi sarei mai aspettato d ' essere Regina così presto ... e vi dirò che cosa c ' è , vostra Maestà , continuò in tono severo ( ella a volte affettava di sgridare se stessa ) - non è bene stare a trastullarsi a quel modo sull ' erba . Le Regine debbono avere della dignità . » Si levò e si mise a passeggiare ... con una certa rigidezza in principio , per timore che la corona le cascasse ; ma si confortò al pensiero che in quel momento non c ' era nessuno che la vedesse : « E se io veramente sono Regina , - si disse sedendosi di nuovo sull ' erba , - potrò in breve condurmi a dovere . » Ogni cosa accadeva così stranamente che non si sorprese affatto di trovarsi sedute accanto la Regina Rossa e la Regina Bianca , dall ' uno e l ' altro lato : avrebbe voluto domandare come fossero giunte colà , ma temé che non fosse buona educazione . Però , non vi sarebbe stato alcun male , si disse , a domandare se il giuoco fosse finito . - Per favore , volete dirmi ... - cominciò , guardando timidamente la Regina Rossa . - Parla quando ti s ' interroga ! - la interruppe bruscamente la Regina . - Ma se tutti ubbidissero a questa regola , rispose Alice , che aveva sempre in serbo qualche ragione da dire , - e parlassero soltanto se interrogati , e gli altri li aspettassero per incominciare , nessuno direbbe mai nulla . - Sciocchezze ! - esclamò la Regina . - Non vedi , bambina ... - qui s ' interruppe , aggrottò le ciglia , e dopo aver pensato un istante , cambiò il soggetto della conversazione : - Che intendi col dire : « Se sei veramente una Regina ? » Che diritto hai di chiamarti così ? Tu non puoi essere Regina , sai , se non sostieni l ' esame regolare . E più presto cominciamo , meglio sarà ! - Io dissi soltanto « se » ... - si scusò la povera Alice con umile accento . Le due Regine si guardarono , e la Regina Rossa osservò con un piccolo brivido : - Essa dice di aver detto «se...» - Ma essa disse molto più di questo ! - geme la Regina Bianca , torcendosi le mani . - Oh quanto di più ! - É vero , sai , - disse la Regina Rossa ad Alice . - Di ' sempre la verità ... pensa prima di parlare .... e poi mettilo in carta . - Io certo non intendevo ... - cominciò Alice , ma la Regina Rossa la interruppe impaziente : - Ed è proprio questo che deploro ! Tu avresti dovuto intendere . A che credi che serva una bambina che non intende ? ... Anche uno scherzo deve avere un intendimento ... e una bambina è più importante d ' uno scherzo , credo . Tu non potresti negarlo , anche se ti ci mettessi mani e piedi . - Io non nego le cose con le mani e coi piedi , - obiettò Alice . - Nessuno ha detto che lo hai fatto , - disse la Regina Rossa . - Ho detto che non potresti , se ti ci provassi . - Essa è in una condizione di mente , - disse la Regina Bianca , - che ha bisogno di negar qualche cosa . O non sa che negare . - Un brutto , odioso carattere , - osservò la Regina Rossa , e poi vi fu un silenzio imbarazzante per uno o due minuti . La Regina Rossa ruppe il silenzio col dire alla Regina Bianca : - Io t ' invito al pranzo d ' Alice per questo pomeriggio . La Regina Bianca sorrise debolmente , e disse : - E io invito te . - Io non sapevo affatto di dover dare un pranzo , - disse Alice , - ma se ve n ' è da essere uno , credo che dovrei invitare io gli ospiti . - Noi ti abbiamo dato l ' opportunità di farlo , - osservò la Regina Rossa , - ma io oso dire che tu non hai ancora avuto molte lezioni di buona maniera . - Le buone maniere non s ' insegnano con le lezioni , - disse Alice . - Le lezioni insegnano a fare le quattro operazioni e cose simili . - Sai fare l ' addizione ? - chiese la Regina Bianca . - Quanto fa uno e uno e uno e uno e uno e uno e uno e uno e uno e uno ? - Non so , - disse Alice , - ho perduto il conto . - Non sa fare l ' addizione ! - interruppe la Regina Rossa . - Sai fare la sottrazione ? Togli nove da otto . - Nove da otto , sapete , non si può , - rispose subito Alice , - ma ... - Non sa fare la sottrazione , - disse la Regina Bianca . - Sai fare la divisione ? Dividi un pane con un coltello ... Che hai ? - Io credo ... - cominciò Alice . Ma la Regina rispose per lei : - Pane e burro , naturalmente . Prova a fare un ' altra sottrazione . Togli un osso da un cane . Che rimane ? Alice , pensandovi un po ' , rispose : - L ' osso non rimarrebbe se io lo prendessi ... e il cane non rimarrebbe ; mi morderebbe ... e certo non rimarrei neanche io . - Allora credi che non rimarrebbe nulla ? - disse la Regina Rossa . - Credo che la risposta sia questa . - Male , come al solito , - disse la Regina Rossa , - rimarrebbe la bile del cane . - Ma io non veggo come ... - Ebbene , guarda , - gridò la Regina Rossa , - il cane avrebbe della bile , non è vero ? - Forse , - rispose cauta Alice . - Allora , se il cane se n ' andasse , la bile gli rimarrebbe ! - esclamò la Regina con un accento trionfale . Alice non poté fare a meno dal pensare : « Quante sciocchezze stiamo dicendo ! » - Essa non sa fare le quattro operazioni , - dissero insieme le due Regine con grande energia . - E voi sapete le quattro operazioni ? - disse Alice , volgendosi improvvisamente alla Regina Bianca , perché non le piaceva di far così brutta figura . La Regina chiuse gli occhi anelante : - Posso fare l ' addizione , - disse , - se mi dai tempo ... ma non faccio sottrazioni in nessuna circostanza . - Tu leggi l ' abbicì , naturalmente , - disse la Regina Rossa . - Sì , che lo leggo . Anch ' io , - mormorò la Regina Bianca . - Noi spesso lo diciamo insieme , cara ? E ti dirò un segreto ... so leggere le parole di una sola lettera . Che te ne pare ? Però , non ti scoraggiare . Col tempo ci arriverai anche tu ! Qui cominciò di nuovo la Regina Rossa : - Hai imparato le nozioni utili ? - essa disse . - Come si fa il pane ? - Questo lo so ! - disse subito Alice . - Si prende del fior di fa ... Dove cogli il fiore ? - chiese la Regina Bianca . - In un giardino o nelle siepi ? - Ma non si coglie affatto . Si fa la pasta ... - Pasta reale o pasta sfoglia ? - disse la Regina Bianca . - Quante cose dimentichi ! - Rinfrescale la testa col ventaglio , - interruppe ansiosamente la Regina Rossa . - Col pensare tanto , le verrà la febbre . Così si misero a farle vento con mazzi di foglie , finché essa dové pregare che cessassero , ché le scompigliavano i capelli . - Ora si sente bene , - disse la Regina Rossa . - Conosci le lingue ? Come si dice in francese « Fiddle - de - di ? » - Fiddle - de - di , non è una parola italiana , - disse Alice con gravità . - Chi mai ha detto che era italiano ? E Alice questa volta credé di vedere una via di scampo . - Se mi direte di che lingua è « Fiddle - de - di » io vi dirò come si dice in francese ! - ella esclamò trionfante . Ma la Regina Rossa assunse un aspetto solenne , e disse : - Le Regine non scendono mai a patti ! « Ma le Regine non dovrebbero mai fare domande » , - disse fra sé Alice . - Non ci far litigare , - disse la Regina Bianca con accento d ' ansia . - Qual ' è la causa del lampo ? - La causa del lampo , - disse risolutamente Alice , perché era quasi certa di questo , - É il tuono ... no , no ! - si corresse in fretta ... - volevo dire viceversa ... - É troppo tardi per correggersi , - disse la Regina Rossa ... : - quando hai detto una cosa , e così , e ne devi subire le conseguenze . - Questo mi rammenta ... - disse la Regina Bianca , abbassando gli occhi e intrecciandosi e sciogliendosi irrequietamente le dita ... abbiamo avuto una tale tempesta martedì scorso . Voglio dire un martedì della scorsa serie . Alice si mostrò confusa . - Nel nostro paese , - notò , - c ' è solo un giorno alla volta . La Regina Rossa soggiunse : - É un modo veramente miserabile di far le . cose . Qui invece , per la maggior parte , abbiamo giorni e notti a due e tre alla volta , e a volte nell ' inverno ne abbiamo tanti come per cinque notti di fila ... per il caldo . - Cinque notti sono più calde di una notte , allora ? - s ' avventurò a chiedere Alice . - Cinque volte più calde , naturalmente . - Ma per la stessa ragione dovrebbero essere cinque volte più fredde ... - Appunto così , - gridò la Regina Rossa . Cinque volte più calde e cinque volte più fredde ... appunto come io sono cinque volte più ricca di te e cinque volte più capace . Alice sospirò , scoraggiata . - É come un indovinello senza soluzione , essa pensava . - Lo vide anche Unto Dunto , - continuò la Regina Bianca a voce bassa , quasi come se parlasse a se stessa . - Venne alla porta con un turacciolo in mano ... - E che voleva ? - disse la Regina Rossa . - Disse che voleva entrare , - continuò la Regina Bianca , - perché cercava un ippopotamo . Ora , non ce n ' era in casa quella mattina . - Ordinariamente ce ne sono ? - chiese Alice meravigliata . - Sì , ma solo i giovedì , - disse la Regina . - Lo so perché venne , - disse Alice : senza dubbio voleva punire il pesce , perché ... E ricominciò la Regina Bianca : - Fu una tempesta tale da non potersi immaginare ! ( « Essa non lo potrebbe » , disse la Regina Rossa ) . Parte del tetto si scoperchiò , e vi entrò tanto tuono , e andò rotolando per la stanza e battendo sulle tavole e sui mobili ... finché ebbi tanta paura che non mi ricordavo più come mi chiamassi . Alice diceva fra sé : « Io non cercherei mai di ricordarmi il nome , nel caso d ' una disgrazia . A che mi gioverebbe ? » Ma non disse questo ad alta voce per non offendere la suscettibilità della povera Regina . - Vostra Maestà deve scusarla , - disse la Regina Rossa ad Alice , prendendo una mano della Regina Bianca nella sua , e gentilmente accarezzandola . - In generale ella pensa bene , ma non può fare a meno dal dire delle sciocchezze . La Regina Bianca guardava timidamente Alice , la quale comprendeva di dover dire qualche cosa di gentile , ma in verità non sapeva in quell ' istante pensare a nulla . - Essa in verità non fu mai bene educata , - continuò la Regina Rossa ; - ma ha un ' indole meravigliosamente dolce . Dàlle un colpetto in testa e vedrai come ne sarà lieta . Ma Alice non aveva tanto coraggio . - Con un po ' di gentilezza ... e arricciandole i capelli , otterrai un monte da lei . La Regina Bianca cacciò un profondo sospiro , e mise la testa sulla spalla di Alice . - Ho tanto sonno , - essa gemé . - É stanca , poveretta ! - disse la Regina Rossa . - Allisciale i capelli ... prestale la tua cuffietta e cantale una dolce ninnananna . - Non ho la cuffia qui , - disse Alice , tentando di ubbidire alla prima indicazione : - e non conosco nessuna dolce ninnananna . - Debbo cantarla io allora , - disse la Regina Rossa , e cominciò : « Su dormi signora , nel grembo d ' Alice ; schiacciamo un sonnetto ; beato e felice ; al ballo n ' andremo , finito il festino , Regine ed Alice pianino pianino . » - E ora tu sai le parole , - ella aggiunse , e s ' appoggiò con la testa sull ' altra spalla di Alice ; - ora cantale per me . Anch ' io ho sonno . Nell ' istante dopo entrambe le Regine erano immerse nel sonno e russavano rumorosamente . - Che debbo fare ? - esclamò Alice , guardandosi intorno perplessa , appena una testa e poi l ' altra le rotolarono dalle spalle e le caddero come due grosse palle in grembo . - Non credo che sia mai accaduto a nessuno di dover badare a due Regine addormentate insieme . No , nella storia di nessuno Stato , - e non sarebbe potuto accadere , naturalmente , perché non vi è mai più d ' una regina alla volta . Svegliatevi , su , svegliatevi , ché pesate ! ella continuò con tono impaziente ; ma non le rispose che un soave russare . Il russare diventava ogni minuto più forte , e sembrava sempre più simile a un ' arietta ; finalmente ella distinse delle parole e si mise ad ascoltare con tanta avidità , che quando le due grosse teste svanirono dal suo seno , quasi non se n ' accorse . Si trovò in piedi innanzi a una porta ad arco , sul quale erano le parole « Alice Regina » in grandi lettere , e all ' uno e all ' altro lato dell ' arco v ' era un cordone di campanello : su uno era scritto : « Campanello del visitatore » , e sull ' altro « Campanello dei servi . » - Aspetterò finché sia finita la canzone , pensava Alice , - e poi sonerò il ... il ... quale campanello debbo sonare ? - continuò , confusa dalle indicazioni . - Io non sono una visitatrice , io non sono una serva . Ve ne dovrebbe essere un altro , con l ' indicazione «Regina.» Proprio allora la porta si aperse un poco , e una creatura con un lungo becco mise fuori la testa per un momento e disse : É vietato l ' ingresso fino alla settimana dopo la prossima , - e chiuse , sbattendo la porta . Alice picchiò e suonò invano per molto tempo ; ma finalmente un vecchio Ranocchio , che sedeva sotto un albero , si levò e saltellò lentamente verso di lei . - Che c ' è ? - disse il Ranocchio con profonda raucedine . Alice si voltò subito , disposta a trovar tutti in colpa : - Dov ' è il servo che ha l ' ufficio di rispondere alla porta ? - cominciò irata . - Quale porta ? - disse il Ranocchio . Alice quasi si mise a scalpitare per quel modo strascicato di parlare del Ranocchio . Questa porta ; qual ' altra porta ? Il Ranocchio guardò per un minuto coi suoi grandi ed ottusi occhi la porta ; poi s ' avvicinò e la sfregò col pollice , come per assicurarsi se se ne fosse andata la vernice , poi guardò Alice . - Rispondere alla porta ? - egli disse . - Che ha chiesto la porta ? Era così rauco che Alice poteva appena udirlo . - Io non so che volete intendere , - essa disse . - Parlo latino forse ? - continuò il Ranocchio , - o sei sorda ? Essa che ha chiesto ? - Nulla ! - disse Alice impaziente , - Io l ' ho picchiata . - Male , male ! Questo non si deve fare , non si deve fare ... borbottò il Ranocchio . - Le dispiace , sai . - Poi salì su e diede alla porta un calcio con uno dei suoi grandi piedi . - Se tu la lasci stare , - egli balbettò mentre ritornava salterellando al suo albero , - essa ti lascerà stare . In quel momento la porta si spalancò , e una voce penetrante si sentì cantare : - Nella casa dello Specchio disse Alice : « Io son Regina , e mi metto sulla testa la corona ogni mattina : della Casa dello Specchio cittadini ed abitanti a pranzar con la Regina or v ' invito tutti quanti . » E centinaia di voci si aggiunsero in coro : - Presto i calici colmate e riempite i belliconi , e la tavola di crusca sparpagliate e di bottoni ; entro il té mettete i gatti ed i topi nel caffé viva Alice la Regina , viva trenta volte tre . Poi seguì un confuso strepito di applausi , e Alice diceva fra sé : « Trenta volte tre fanno novanta . Chi sa se qualcuno fa il conto . » Dopo un minuto si fece di nuovo silenzio , e la stessa voce penetrante cantò un altra strofa : « Della Casa dello Specchio , cittadini ed abitanti , è un onore per me grande di vedervi tutti quanti : è un ambito privilegio darvi un pranzo e darvi il té con le due belle Regine Bianca e Rossa e poi con me » E si sentì di nuovo il coro : « Presto i calici colmate con inchiostro e teriaca e con ciò che più vi piace , dolce a ber che non ubbriaca E mischiate lana e vino o la sabbia col caffé , ed Alice salutate , più di cento volte tre » - Cento volte tre , - esclamò Alice disperata . - Oh , questo non si farà mai . Sarebbe meglio entrare subito . Entrò subito , e si fece un silenzio mortale nell ' istante che ella apparve . Alice diede una rapida occhiata alla mensa , mentre si dirigeva alla gran sala , e scorse che v ' erano una cinquantina di ospiti di tutte le specie : alcuni erano quadrupedi , altri uccelli , ed alcuni fiori . - Son lieta che siano venuti senza aspettare l ' invito , - ella pensava , - se no , non avrei saputo chi invitare . V ' erano tre sedie a capotavola ; le Regine Bianca e Rossa ne avevano già occupate due ; ma quella di mezzo era vuota . Alice vi si sedé , piuttosto impacciata per quel silenzio , sperando che qualcuno parlasse . Finalmente la Regina Rossa cominciò : - Sei arrivata dopo la minestra e il pesce , - disse . - Servitele il cosciotto di montone . E i camerieri misero una coscia di montone innanzi ad Alice , che la guardò con un certo imbarazzo , perché non aveva mai trinciato la carne a tavola . - Tu sembri intimorita : lascia che ti presenti a questa coscia di montone , - disse la Regina Rossa . - Alice ... Montone : Montone ... Alice . La coscia di montone si levò sul piatto e fece una piccola riverenza ad Alice ; e Alice restituì l ' inchino , non sapendo se dovesse spaventarsi o divertirsi . - Posso darvene una fetta ? - ella disse , prendendo il coltello e la forchetta e guardando ora una Regina ora l ' altra . - Ma no , - disse risolutamente la Regina Rossa , - non è educazione fare a pezzi la persona a cui si e stati presentati . Portate via il cosciotto . E i camerieri lo portarono via , e tornarono con un gran pasticcio . - Non mi presentate al pasticcio , per favore ! - esclamò Alice , - oppure non si pranzerà più . Posso darvene un poco ? Ma la Regina Rossa tutta imbronciata , brontolò : - Pasticcio ... Alice : Alice ... Pasticcio . Portate via il pasticcio . E i camerieri lo portarono via con tanta rapidità che Alice non poté restituirgli l ' inchino . Però , essa non capiva perché la Regina Rossa dovesse esser la sola a dare degli ordini ; così , per fare una prova , gridò : - Cameriere , riporta il pasticcio . E rieccolo innanzi a lei in un istante , come in giuoco di prestidigitazione . Era così grande , che essa non poté non esserne un po ' intimorita , come innanzi al montone ; però ella vinse , con un gran sforzo , la propria timidezza , e ne tagliò una porzione e la offerse alla Regina Rossa . - Che impertinenza , - disse il Pasticcio . - Io vorrei sapere che cosa diresti , se tagliassi una fetta da te , miserabile creatura ! Parlava in una densa e succosa specie di voce ; ed Alice non seppe rispondere una parola : rimase a guardarlo a bocca aperta . - Di ' qualche cosa , - disse la Regina Rossa , - è ridicolo lasciar tutta la conversazione al Pasticcio . - Non sapete , oggi mi sono stati recitati tanti versi , - cominciò Alice , un po ' sgomenta come vide che , non appena aveva accennato a parlare , s ' era fatto un silenzio mortale , e tutti gli occhi erano intenti su di lei , - ed è strano credo , ... che ogni poesia trattasse in qualche maniera di pesci . Chi sa perché in queste parti piacciano tanto i pesci . Ella parlava alla Regina Rossa , che non rispose molto a proposito : - Quanto ai pesci , - ella disse , molto lenta e solenne , avvicinando le labbra all ' orecchio di Alice , - Sua Maestà Bianca sa un bell ' indovinello ... tutto in poesia ... tutto intorno ai pesci . Lo deve ripetere ? - Sua Maestà la Regina Rossa è molto gentile per ricordarlo , - mormorò la Regina Bianca all ' altro orecchio di Alice , con una voce che sembrava quella d ' una tortorella . - Sarebbe un tal piacere . Posso ? - Sarà un vero favore , - disse con molta cortesia Alice . La Regina Bianca sorrise di piacere e carezzò la guancia di Alice . Poi cominciò : « Prima il pesce bisogna acchiappare » ( Facilissimo un bimbo può prenderlo ) « Quindi il pesce bisogna comprare .... » con un soldo dovunque si ha . « Ora il pesce bisogna lessare .... » facilissimo .... l ' acqua è già tepida .... « In un piatto lasciatelo stare ? » Assai facil ... sul piatto già sta . « Date qui , ché lo voglio mangiare » ; ecco fatto , portato è già in tavola ; « ma il coperchio bisogna levare , » e il coperchio non giungo a scoprir . Chi l ' ha fatto col piatto saldare ? Io dispero il coperchio di togliere . Di ' , che cosa è più facile fare : « questo piatto od un senso scoprir ? » - Pensaci un minuto , e poi rispondi , - disse la Regina Rossa . - Frattanto , noi beviamo alla tua salute ... alla salute della Regina Alice ! - essa strillò a squarciagola , e tutti i convitati cominciarono subito a bere , in modo stranissimo : alcuni si mettevano i calici in testa come spegnitoi , e bevevano tutto ciò che scorreva sulle loro facce ; altri rovesciavano le bottiglie , e lambivano il vino quando scorreva dagli orli della mensa ; e tre ( che avevano l ' aspetto di tre canguri ) s ' arrampicarono sul piatto dell ' arrosto di montone , e cominciarono a leccare il sugo « come porci in brago » , pensò Alice . - Tu dovresti ringraziare con un bel discorso , - disse la Regina Rossa , guardando accigliata Alice . - Noi ti sosterremo , - bisbigliò la Regina Bianca , mentre Alice si levava in piedi , obbediente , ma un po ' sgomenta . - Grazie , - ella bisbigliò in risposta , - ma non ne ho bisogno . - Come non ne hai bisogno ? - disse con gran risoluzione la Regina Rossa . Così provò con buona grazia a farsi sostenere . ( - Ed esse mi spinsero tanto ! - ella disse dopo , quando narrò a sua sorella la storia del banchetto . - Si sarebbe creduto che avessero voluto spremermi come un limone ! ) Infatti le fu piuttosto difficile stare al suo posto mentre faceva il discorso : le due Regine la premettero così da un lato e l ' altro , che quasi la sollevarono in aria . - Io mi levo a ringraziare ... - cominciò Alice , e veramente si levò , mentre parlava , di parecchi centimetri ; ma s ' aggrappò all ' orlo della tavola , e riuscì a star ferma . - Bada ! - strillò la Regina Bianca , afferrando Alice per le mani . - Accadrà qualche cosa . E allora ( come narrò dopo Alice ) accaddero in un istante una gran quantità di cose . Le candele si allungarono fino al soffitto , e parvero canne con fuochi d ' artificio in punta . Quanto alle bottiglie , ciascuna si prese un paio di piatti , se li adattò come ali , e con le forchette per gambe , andò svolazzando nella sala in tutti i sensi , e « sembrano tutti uccelli » , diceva Alice fra sé , così come poteva , in quella tremenda confusione . In quel momento sentì una voce rauca al suo fianco , e si volse a vedere che accadesse alla Regina Bianca ; ma invece della Regina , sedeva sulla sedia il cosciotto di montone . - Sono qui , - gridò una voce dalla zuppiera , e Alice si volse , e fu appena in tempo a vedere il largo e tranquillo viso della Regina che le sorrise per un momento sull ' orlo della zuppiera e poi sparì nella minestra . Non c ' era da perdere un momento . Già parecchi degli ospiti giacevano nei piatti e il mestolo camminava sulla tavola verso la sedia di Alice , facendole con impazienza cenno di levarsi dinanzi . - Io non posso resistere più a lungo , - essa gridò , levandosi e afferrando la tovaglia con ambo le mani ; una stratta ... e piatti , convitati e candele scrosciarono insieme in un fascio sul pavimento . - Quanto a voi ... - essa continuò , volgendosi fieramente alla Regina Rossa , ch ' essa considerava come la cagione di tutto il male . Ma la Regina non c ' era più al suo fianco : s ' era improvvisamente rimpicciolita fino a sembrare una minuscola bambina , e correva allegramente sulla tavola dietro il suo scialle , che si trascinava dietro . In tempo normale , Alice si sarebbe sorpresa a quella vista , ma quella volta era troppo esaltata , per sorprendersi di nulla al mondo . - Quanto a voi , - essa ripeté , afferrando la piccola creatura che era appunto nell ' atto di saltare su una bottiglia posatasi in quel momento sulla tavola , - ti darò agli artigli di un gattino , ti darò ... X SCUOTIMENTO Essa la prese dalla tavola mentre parlava , e la scosse innanzi e indietro con tutta la forza . La Regina Rossa non fece alcuna resistenza ; solo la faccia le divenne piccolissima , e gli occhi grandi e verdi ; e ancora , mentre Alice continuava a scuoterla , continuava a diventar più corta ... e più grassa ... e più morbida , .. e più tonda ... e XI RISVEGLIO ... e veramente era un micio , dopo tutto . XII - Vostra Maestà non dovrebbe far le fusa - disse Alice , sfregandosi gli occhi , e volgendosi rispettosamente al gattino , pure con qualche severità . - Tu m ' hai svegliato da ... da ... da un sogno così bello . - E tu sei stato con me , Frufrù ... insieme con me nel mondo dello Specchio . Lo sapevi , caro ? É un ' abitudine sconveniente dei gattini ( Alice aveva osservato una volta ) che , qualunque cosa loro si dica , si mettono sempre a far le fusa . - Se essi facessero le fusa per dir « sì » , e miagolassero per dir « no » , o pure seguissero qualche regola , - ella aveva detto , - si potrebbe conversare con loro . Ma come si può parlare con una persona , se ti dice sempre la stessa cosa ? In quell ' occasione il micino fece le fusa soltanto ; era impossibile indovinare se intendeva « sì » o « no » . Così Alice cercò fra i pezzi della scacchiera sul tavolino , finche trovò la Regina Rossa ; poi s ' inginocchiò sul focolare , e mise il micio di fronte alla Regina . - Ora Frufrù , - battendo le mani in trionfo , - confessa che sei stato tu a trasformarti così . ( - Ma il micino non volle guardare , - essa disse , quando dopo spiegò la cosa alla sorella : ha voltata la testa , fingendo di non vederla ; ma sembrava che se ne vergognasse un po ' . Così credo che fosse lui la Regina Rossa ) . - Statti un po ' , più fermo , caro ! - esclamò Alice con un sorriso . - E fa un inchino , mentre pensi a ... fare le fusa . Si guadagna tempo , ricorda . E allora lo prese e gli diede un bacino per l ' onore di essere stato la Regina Rossa . - Nevina , Nevina cara , - essa continuò guardando di sulla spalla il micio bianco , che ancora continuava pazientemente a farsi ripulire , chi sa quando Dina avrà finito con vostra Maestà . Questa la ragione perché tu mi sei apparso così negletto nel sogno ... Dina ! Lo sai che stai lavando una Regina Bianca ? Veramente , ti comporti poco rispettosamente ... E che era diventata Dina ? ella continuò a cercare , mentre si sedeva sul tappeto , poggiandovi un gomito e col mento nella mano , per osservare i gatti . - Dimmi , Dina . Eri diventata Unto Dunto ? Credo di sì ... però faresti bene a non dirlo ancora , perché non ne sono ancora certa . « A proposito , Frufrù , se tu fossi stato veramente con me , nel mio sogno , v ' è stata una cosa che ti sarebbe piaciuta ... m ' è stata recitata tanta poesia , tutta sui pesci . Domani te ne farò mangiar tanti . E mentre tu mangerai , ti ripeterò : « Il tricheco e il legnaiuolo » , e tu , caro , potrai fingere che siano ostriche ! « Ora , Frufrù , vediamo chi è stato che ha sognato tutto . É una questione seria , caro , e tu non dovresti leccarti la zampa a quel modo ... come se Dina non ti avesse lavato questa mattina . Vedi , o sono stato io , o è stato il Re Rosso . Egli era parte del mio sogno , naturalmente ... ma io ero parte del suo sogno , anche . É stato il Re Rosso , Frufru ? Tu rappresentavi la Regina Rossa , mio caro , e tu dovresti saperlo ... Oh , Frufru , aiutami a trovare ... La tua zampa può aspettare . Ma l ' irrequieto gattino cominciò con l ' altra zampa e finse di non aver udito la domanda . Chi credete voi che fosse ?